1956

arriva il RE del ROCK
ELVIS PRESLEY

che fece svegliare i giovani 

poi arrivò anche lei...

B.B. -- in "Et Dieu crea la femme"

che fece sognare i giovani e tolse i sonni ai "matusa" bigotti

 

Altro fenomeno epocale. Presley, considerato il "re del rock". 
Tutto prese l'avvio lo scorso anno 1955, quando in un film (Il seme della violenza) una canzone chianta rock che accompagnava i titoli di testa. 
Era Rock Around the Clock. E fu il battesimo del Rock 'n roll.

Vista la grande popolarità di quelle poche battute, fu subito seguito da un nuovo film, Rock, Rock,Rock,  di Alan Freed, dove oltre la musica c'erano le scene del nuovo ballo.


La nuova espressione musicale espressa in quel primo film - un misto di musica nera e bianca - aveva conquistato subito i giovani, erano nate subito le prime orchestrine, i primi ballerini.

Era quello del film un pezzo di  BILL HALEY. Aveva fatto scatenare la febbre nelle platee dei cinema dove  si proiettava il film. Una musica che invitava a dimenarsi; alcune sale erano state letteralmente svuotate dalle sedie per poterci ballare. I giovani volevano spazio,  i teatri diventarono piccoli, si emigrò in improvvisati grandi locali. (le discoteche tardarono a venire). Cambiò tutta la musica, e con questa musica iniziò a cambiare la stessa società; soprattutto quella composta dalle nuove generazioni.
Che presero un nome: teen-agers (quelli con l'età con l'1 davanti, da 11 a 19 anni).

Sembra incredibile e anche paradossale che sta per nascere l'inno della musica giovane di tutto il pianeta (e chissà per quante generazioni) eppure gli artefici sono tre personaggi che non sono proprio per nulla giovani. 

*** Max Freedman ha 63 anni. E' lui  l'autore del testo, che è molto singolare. Solo nel leggerlo ha  già il ritmo scatenato, la cadenza del verso è già musica e le parole ripetute -ed alcune con un incisivo significato- hanno già una funzione di suono.
*** Richard Brooks ha 43 anni. E' il regista del film, ed è lui a determinare il successo clamoroso della canzone. Ha fiuto. Non l'annega nelle scene della pellicola con gli alti e i bassi del sonoro. La canzone a lui gli piace intera, non la vuole rovinare, ed ecco la sua geniale soluzione: metterla nei titoli di testa del film che scorrono senza fretta. Così l'intera canzone passava intera e conservava tutto il suo ritmo diabolico, l'aggressività del suono, dall'inizio alla fine, anticipando le  scene del film; che era violento:  la tendenza del momento. Sugli schermi stava  andando infatti "Fronte del porto" di Marlon Brando.
***  Bill Haley ha 30 anni
, è grassottello, stempiato e già affaticato. Sono 15 anni che suona; di esperienza però ne ha, tanta; del resto la sua orchestrina è una dixieland; la musica nera la conosce bene, dal rhythm and blues, al jazz caldo. Con quel testo di Freedman, Bill  ha  insomma il suo lampo di genio, che è anche la sua fortuna.

Per sei mesi dopo la proiezione dei due film, gli addetti rimasero sconcertati davanti a quel fenomeno che stava dilagando a velocità della luce. Ma il bello doveva ancora venire.


Infatti, dal Tennessee spuntò fuori un ragazzotto di campagna.


Il rock aveva bisogno di un simbolo e i ragazzi di un personaggio in cui identificarsi. Occorreva quindi un principe del "reame rock". Trovarono invece subito un Re.

A gennaio compare dunque sulla scena ELVIS PRESLEY con il suo primo disco della RCA, Heartbreak Hotel. Fu la scintilla che fece aumentare nei giovani l'adrenalina, in perfetta sintonia con quello che i ragazzi volevano dalla musica.

 
MARYLIN MONROE nello stesso periodo stava diventando la piu' famosa diva che basava il suo successo su una immagine sessuale piuttosto esplicita, seni traboccanti da audaci scollature, glutei prepotenti, cosce statuarie, labbra vermiglie. Elvis dal canto suo si esibiva muovendosi in un modo che lasciava poco all'immaginazione.

Divenne subito l' idolo dei teen-agers della puritana provincia americana, in quel mondo lontano dalle metropoli,  e che fece nascere le incredibili scene di isterismo collettivo delle ragazzine che ai suoi concerti si strappavano i capelli con urla e pianti.

La musica per la prima volta aveva dei confini di genere e generazionali, netti, e divenne un simbolo della nuova gioventù americana e del loro nuovo modo di vivere.
Le reazioni a questa "pubblica immoralità" non si fecero attendere.
Le associazioni cattoliche fecero di tutto per far bandire Presley dalle stazioni radio, dalle televisioni, nel non ospitarlo nei concerti delle varie località, promuovendo delle vere e proprie crociate fra gli abitanti. Ma i ragazzi impazzivano e l'industria discografica e poi quella del cinema ne fecero (subito e opportunisticamente) un idolo che portava fiumi di denaro e riempiva i botteghini.

Del resto il rock, con il suo suono aggressivo, il ritmo scatenato, condensava tutta l'energia dei giovani in un momento di reazione violenta, irrazionale, ovviamente orientata contro il modo in cui la società occidentale si stava sviluppando.
Un momento teso nella intera società americana, di cui poi il film Fronte del Porto di MARLON BRANDO, portò in superficie tutta la sua problematica: che era l'individualismo americano di una vecchia generazione e la palese lotta di un'altra, emergente, pronta a contrastarla, anzi a diventare la protagonista assoluta.

Dopo che i loro padri usciti dalla guerra avevano pensato di costruire un benessere con il meccanicismo della produzione e del consumismo - che però lasciava insoddisfatti e senza prospettive i giovani - questi abbandonando i falsi miti, andranno in visibilio per il nuovo idolo che sprigionava con il ritmo tutta la loro energia latente; con la sua voce calda e i suoi movimenti. Un idolo trasformato in una nuova forza della natura.

Ritmo vitale in suoni e parole (atmosfere musicali energiche ma con un residuo di romanticismo anche formale e con storie d'amore essenziali e spicce) di una nuova epoca, che coinvolse tutti i giovani.....

famosa la sua interpretazione di "Only You"
https://www.youtube.com/watch?v=Ao3vOCDZd-Y

qui una delle più belle canzoni "PRESLYANE" - con Presley soldato
https://www.youtube.com/watch?v=QkMVscR5YOo

qui una sintesi dei suoi più famosi successi
(10 minuti tutti da vedere !!! Per capire Presley e il suo tempo)

https://www.youtube.com/watch?v=qzIMHk6Z2l8

.... compresi tutti quelli poi che erano destinati a diventare famosissimi, come i BEATLES, i ROLLING STONE, e soprattutto BOB DYLAN, che diventerà il profeta della cultura pop degli anni '60, il cantante della protesta, cioé beat = ribelle (vedi 1951- come fenomeno di massa)

Bob non era un Presley, né un genio nel suonare, e nemmeno dotato di una voce gradevole, ma semmai afana e monocorde, rauca e stonata, ma le sue canzoni fecero sensazione e i giovani riconobbero in lui il poeta del loro tempo quando i testi delle stesse canzoni iniziarono a manifestare la critica e il distacco da un mondo che credeva solo nel denaro, favorendo cosi' il ribellarsi al conformismo organizzativo e a ispirare tutte le fasi del dissenso di questi anni nella società americana, dal disarmo, al razzismo, fino a culminare nelle proteste per la guerra in Vietnam che coinvolgerà nel '63, in una escalation senza fine fino al '75, queste giovani generazioni, chiamati a morire e a soffrire in luoghi che si trasformeranno in una trappola senza scampo contro un nemico sfuggente e vincente di fronte a tutte le potenti tecnologie della guerra come quella americana e per delle motivazioni senza senso per loro, che erano (credevano) ormai lontanissime anni luce dagli ideali dei loro padri.

Rimase pero' in queste crociate idealiste e pacifiste anche il non tanto elogiativo impegno e zelo delle case discografiche che fecero in questo periodo (in contraddizione con i testi) quattrini a palate alle spalle del mondo ancora molto sprovveduto dei giovani  (malgrado i nuovi profeti).

Stava comunque nascendo in questi anni il rock dentro questa nuova società che aveva bisogno di nuovi simboli e nuovi eroi in cui tutti i ragazzi potessero identificarsi. E cosa curiosa, nonostante ne passarono due di generazioni, il rock coinvolgerà anche la terza. Nessuna espressione musicale aveva mai resistito tanto, in nessuna epoca!
Arriveremo perfino al paradosso che il rock che era contestazione, entrerà nel 1997 nelle manifestazioni religiose cattoliche, cioé nei templi dei censori che con tutta la loro intransigenza e puritanesimo lo avevano bollato come "una perdizione di satana", una "musica immorale".
Dalla pluto-rockrazia degli anni '50 (in mano ad alcuni accorti che seppero cavalcare il fenomeno per far soldi), alla consumo-rockrazia degli anni '60 (quando l'intero mondo dei "matusa" scopri' la gallina dalle uovo d'oro), si arrivo' fino alla teo-rockrazia del 1997. Sempre comunque dei salti mortali per celebrare con il rock un matrimonio di amore e interesse e attirarsi i giovani dalla loro parte.

Ma in Italia, per il fenomeno Rock e il suo profeta Presley ci volle un po' di tempo...

Siamo ancora molto lontano dalle espressioni d'oltreoceano. Infatti a San Remo vince il Festival la canzone di FRANCA RAIMONDI Aprite le finestre, al 2° posto c'é una rivelazione, TONINA TORRIELLI (la caramellaia di Novi) con Amami se vuoi, e al 3° posto troviamo LUCIANA GONZALES con la canzone La vita è un paradiso di bugie.

Ma molto successo ebbe il 1° cantautore italiano in assoluto, alla sua prima apparizione, DOMENICO MODUGNO, con la canzone che ancora andavano: Musetto.

Tuttavia venne dallo schermo una ventata di modernità.....

B.B. -- Et Dieu crea la femme

*** ROGER VADIM regista, scopre e lancia con Et Dieu crea la femme (in Italia "Piace a troppi" ) BRIGITTE BARDOT che in brevissimo tempo non solo piace a troppi ma piace a "tutti", senza distinzione, uomini e donne, vecchi e bambini. E mai titolo, quello originale, fu piu' indovinato (ma in Italia comandavano i preti e quindi, non nominare Dio invano soprattutto se si parla di "femmine, strumento del diavolo").

La Bardot é indubbiamente la donna che ha rappresentato come nessun altra il canone della bellezza universale (caratteristica inconfondibile il suo broncio) del nostro secolo, ancora attuale e mai tramontato come modello di sensualità  nel corpo, nello sguardo, nelle labbra.
Un modello di bellezza indistintamente accettato da tutti.
Quella della Bardot, è forse la incontrastata immagine della bellezza per ricordare il secolo che come mai in passato in questi anni '50 aveva valorizzato la bellezza della donna.

Il suo spregiudicato modo di vivere al pari del suo sex-appel e del suo modo di vestire antidivistico valsero a fare di Brigitte il simbolo di un nuovo stile femminile, imitato dalle donne di tutto il mondo. Un emblema della donna libera e disinibita che ha cambiato un epoca, non solo quella legata al divismo del mondo dello spettacolo ma a un'intera società.

Simone De Beauvoir descrive così BB: « Brigitte Bardot è l’esemplare più completo di queste ambigue ninfe. Visto di spalle, il suo corpo di ballerina, minuto, muscoloso, è pressoché androgino; la femminilità balza esuberante dal suo busto incantevole; sulle sue spalle scende la lunga e voluttuosa chioma di Melisenda, acconciata però con una negligenza da selvaggia; le sue labbra accennano un broncio puerile e nello stesso tempo invitano a baciare; cammina a piedi nudi, se ne infischia di come è vestita, non porta gioielli, non ricorre a busti, non si profuma, non fa uso di nessun artificio, pur tuttavia le sue movenze sono lascive, e un santo si dannerebbe soltanto a vederla danzare».

Dilagò così anche il Italia il mito della donna emancipata e priva di inibizioni. "Il giorno più bello della mia vita? Una notte!", rispose Brigitte Bardot a una domanda dei giornalisti, turbando ulteriormente - se mai ce ne fosse stato bisogno - i sonni di molti italiani.

 

La sua scollatura con quella riga in mezzo (che attirò gli anatemi non solo dei preti - dissero "è una esaltazione della corruzione") chiamata alla "Bardot" fece epoca, ed è ancora oggi una icona (poche donne attuali non sanno chi è stata a lanciare quella moda, ma hanno imparato benissimo dalle loro madri che negli anni '60 si adeguarono subito subito.
Ma oltre la scollatura, BB lanciò la pettinatura alla "Bardot" (l'immagine sopra al centro) e anche le scarpette "ballerine" (allora impensabili per le donne italiane che raramente superavano il 1,60 m.)

 

Ma era anche impensabile posare
come faceva la Bardot nelle riviste parigine.
In Italia se qualcuno avesse osato così tanto,
avrebbero mandato in galera
il Direttore della rivista,
fatto chiudere la tipografia
tolto la licenza agli edicolanti
scomunicato da qualche pulpito chi l'aveva acquistata

Infatti il '56 furono anche gli anni della Dolce vita
e delle feroci polemiche (anche qui)
sulla presunta "esaltazione della corruzione"
dei valori sociali e cristiani offerta dal capolavoro felliniano.
Insomma i bacchettoni ebbero molto da fare.
Forse perchè anche loro ebbero delle notti insonni
pensando alla scollatura "bardot".
Nella psicologia freudiana il sagace e ossessivo moralista
è lui stesso un potenziale immorale.

Come poi finì la "corrutrice" ?

Nel 1972 la Bardot rifiutando contratti milionari si ritira dalle scene dichiarando:

“Ho scelto la solitudine per difendermi.

Mi preservo dall’umanità che mi circonda,

da questa umanità rumorosa e invadente”.

ALTRO CHE CORRUZIONE !!

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