FRIEDRICH NIETZSCHE


LA PANCHINA PREFERITA DA NIETZSCHE A SILS MARIE (San Moritz. Engadina)
Davanti uno stupendo scenario: i ghiacciai del Bernina
N. ci passava giornate intere, immerso nei suoi pensieri o a terminare di scrivere Zarathustra.
Oggi la panchina é quasi una reliquia e sempre allo stesso posto.


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A FONDO PAGINA UNA NOTA DI DIEGO FUSARO SU L'OPERA
"L' ANTICRISTO" di Nietzsche

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Nietzsche
e la teoria dell’Eterno Ritorno

Prof. Giovanni Pellegrino
Prof.ssa Mariangela Mangieri


In questo articolo prenderemo in considerazione l’interpretazione elaborata da Nietzsche riguardo la teoria dell’Eterno Ritorno, uno dei punti fermi della concezione del mondo e della storia del paganesimo antico.

Nietzsche era consapevole che tale teoria in particolare e la sua opera in generale non potevano essere accettate dagli uomini del suo tempo.

Nel 1884 dopo aver terminato a Sils Maria “Così parlò Zaratustra” Nietzsche scrisse in una lettera : “per la mia opera c’è tempo. Tra cinquantanni forse alcuni apriranno gli occhi a ciò che è stato fatto per merito mio. Per il momento tuttavia non soltanto è difficile ma è addirittura impossibile parlare di me pubblicamente”.

Dobbiamo dire che la previsione di Nietzsche si rivelò esatta dal momento che molti anni dopo la sua morte egli divenne oggetto di discussioni pubbliche e la sua importanza come filosofo fu notevolissima.

Possiamo dire che il suo pensiero presenta un duplice aspetto: un aspetto essoterico anticristiano e un aspetto esoterico, ovvero quello della teoria dell’eterno ritorno dell’identico. Tale teoria rappresenta per Nietzsche l’esperienza ed il risultato fondamentale della sua filosofia sebbene per i contemporanei di Nietzsche tale teoria sembrava assurda.

Infatti il vangelo Nietzscheiano dell’eterno ritorno è inaccettabile ancora oggi per coloro che credono nella religione del progresso. Comunque folle o saggia che sia la dottrina dell’eterno ritorno è la chiave della sua filosofia dal momento che ne illumina il significato storico, facendo rivivere la controversia tra cristianesimo primitivo e paganesimo classico.

La teoria di Nietzsche dell’eterno ritorno è una risposta determinata ad un problema che si era già presentato all’inizio della sua speculazione filosofica ovvero il rapporto tra il fato universale e la storia umana.
Nietzsche affrontò per la prima volta tale questione a diciotto anni ( !!! ) in due esercitazioni scolastiche intitolate “Il fato e la storia” e ”La libertà del volere e il fato”.

In tali esercitazioni egli confessò che era estremamente difficile porsi in una prospettiva da cui poter giudicare e criticare la tradizionale interpretazione cristiana della vita e del mondo.
In tali scritti giovanili Nietzsche afferma che un simile tentativo di contrastare l’interpretazione cristiana del mondo può costituire il compito di un’intera vita dal momento che non è una cosa facile mettere da parte e criticare circa due millenni durante i quali l’interpretazione cristiana è stata dominante.

Nietzsche affrontò il difficile compito di trovare una sintesi tra la libera volontà umana creatrice della storia e il fato universale.

Per riuscire a concepire tale sintesi Nietzsche affermò in tali scritti giovanili, che il filosofo doveva trascendere la sua posizione troppo umana e vedere le cose da un punto di vista sovraumano. Nietzsche dapprima mise in evidenza l’antinomia tra volontà umana e fato.
Nella libertà della volontà creatrice della storia risiedeva per Nietzsche il principio della separazione dell’essere umano dal tutto, dall’assoluta illimitatezza dell’ universo.
Tuttavia il fato col suo potere poneva di nuovo l’uomo in connessione organica con l’universo. Per Nietzsche la libertà del volere trasformerebbe l’uomo in un dio mentre il fato trasformerebbe l’uomo in un automa. Questa antinomia potrebbe venire risolta per Nietzsche solamente se la libera volontà umana riuscisse a coincidere con la potenza suprema del fato.

In estrema sintesi possiamo dire che il difficilissimo problema che agitò la mente del giovane Nietzsche consisteva nel trovare una sintesi tra la libertà umana creatrice della storia e il fato universale. Un anno dopo aver redatto le due esercitazioni scolastiche in precedenza citate Nietzsche tracciò lo schema di un’autobiografia in cui ancora una volta egli formulò tale problema a cui risponderà più tardi con la Teoria dell’eterno ritorno.

In tale schema dopo una breve descrizione della sua educazione cristiano- protestante, egli analizzò gli stadi attraverso i quali l’uomo si può emancipare da tutto ciò che prima lo teneva in soggezione.
Nietzsche si pose una domanda alla quale è molto difficile dare una risposta:

il criterio supremo dell’esistenza umana è l’universo dionisiaco dell’eterno ritorno o il Dio cristiano che ha creato il mondo dal nulla?

L’essere supremo è un universo divino dionisiaco, oppure un dio personale rivelatosi una volta per sempre all’umanità per redimere l’uomo?

Vent’anni più tardi Nietzsche decise definitivamente che è l’universo dionisiaco l’unico che può redimere l’esistenza dell’umanità reintegrando l’uomo nell’ordine di una necessità cosmica.
Nieztsche pensava che l’idea dell’ eterno ritorno, del sempre uguale non era solamente un principio metafisico ma era un vero e proprio imperativo morale.
Per il filosofo tedesco l’uomo doveva vivere con la consapevolezza che ”l’eterna clessidra dell’esistenza" veniva capovolta continuamente per imporre a ciascuna delle nostre azioni il peso di un’inevitabile responsabilità.

Nel suo capolavoro, “Cosi parlò Zaratustra” l’idea centrale è quella dell’eterno ritorno che viene presentata da Nietzsche come una verità metafisica.

Molto indicativo è il sottotitolo che Nietzsche aveva concepito per la su opera principale ovvero “Mezzogiorno ed eternità”. Mezzogiorno è l’istante supremo del compimento, il culmine è la svolta in cui la visione dell’eternità irrompe una volta per sempre.
L’esperienza di questo istante eterno è descritto da Nietzsche come un’ispirazione estatica. Le parabole di Zaratustra non sono semplicemente una forma di poesia ma sono un nuovo linguaggio metafisico che rinnova l’antica forma letteraria del poema didattico che utilizza le metafore come forma espressiva.

L’esperienza decisiva di Zaratustra è quella di una metamorfosi, nonché di una rinascita dopo una grande malattia.
Per Nietzsche Zaratustra è il profeta dell’eterno ritorno che descrive a chiare lettere la malattia dell’uomo moderno che non vuole accettare la verità dell’eterno ritorno.

Per Nietzsche l’uomo contemporaneo è afflitto da una malattia mortale dalla quale non potrà mai guarire fino a quando egli rifiuterà di accettare l’idea dell’eterno ritorno. Nel momento stesso in cui l’uomo accetterà tale verità metafisica universale passerà dalla malattia mortale che lo affligge ad uno stato di grande salute.

Nietzsche afferma che nel momento stesso in cui l’uomo passa dalla malattia allo stato di salute vive l’esperienza di un tempo supremo, di un’estasi che da’ all’uomo la felicità suprema, felicità che l’uomo raggiunge quando accetta l’idea dell’eterno ritorno.
Secondo Nietzsche nel momento stesso in cui l’uomo accetta l’idea dell’eterno ritorno fa l’esperienza del mezzogiorno, che è un momento decisivo che non è ne’ breve, ne’ lungo ma è un momento senza tempo cioè eterno.
Nel mezzogiorno la disperazione dell’umanità si converte nella beatitudine. Invece di disperarsi per l’indifferenza e la vanità di tutto come dice Nietzsche nello Zaratustra, l’uomo si rallegra della libertà da tutte le idee e i propositi troppo umani ed accetta l’idea dell’eterno ritorno dell’identico il cui tempo è un cerchio eternamente attuale.

La scoperta di questo ”circulus vitiosus deus” rappresentò per Nietzsche la liberazione dalla menzogna bimillenaria del Cristianesimo. Tale liberazione secondo Nietzsche doveva mettere fine all’era cristiana in cui l’uomo credeva in una storia progressiva che partiva da un principio assoluto per giungere ad un fine altrettanto assoluto.
Nietzsche si definisce l’Anticristo perché vuole mettere fine all’era cristiana basata sulle idee di creazione e peccato originale, nonché di redenzione e giudizio universale. Nietzsche contro queste idee cristiane proclamò l’idea dell’eterno ritorno dell’identico ovvero un concetto tipicamente pagano.

Nel momento stesso che l’uomo accetta l’idea dell’eterno ritorno diventa per Nietzsche di fatto il superuomo, cioè un uomo che ha superato se stesso poiché vuole deliberatamente ciò che deve essere per natura. Quando avviene ciò la volontà del fato si identifica con la libertà del volere umano.
L’uomo accettando la volontà suprema del fato mette fine alla contraddizione tra il libero volere e la necessità universale rappresentata dal fato.

La teoria dell’eterno ritorno del sempre identico non soltanto risolve il problema già posto dalle opere giovanili di Nietzsche ma costituisce anche l’idea centrale del suo pensiero più maturo.

In ultima analisi con la teoria dell’eterno ritorno si afferma l’universo dionisiaco come negazione dell’universo cristiano. Per dirla in altro modo l’universo dionisiaco di cui parla Nietzsche nel Zaratustra rappresenta nel suo complesso il capovolgimento del vangelo cristiano e dei suoi presupposti teologici.

La teoria dell’eterno ritorno si contrappone alla teoria della creazione. Dioniso e Zaratustra sono entrambi contro Cristo e contro il cristianesimo.

L’Eternità come eterna affermazione dell’essere rimane il concetto fondamentale del pensiero di Nietzsche. La nuova eternità riscoperta da Nietzsche in quanto Anticristo è in ultima analisi l’antica eternità del ciclo cosmico dei pagani.

Vogliamo mettere in evidenza che se esiste una storia delle idee, la ripresa di Nietzsche dell’idea classica dell’eterno ritorno dopo duemila anni di tradizione cristiana rappresenta un significativo esempio di storia delle idee.
L’avversione per il cristianesimo a lui contemporaneo ha indotto Nietzsche a riprendere l’idea dell’eterno ritorno che aveva costituito la base del pensiero pagano.

Nietzsche viveva in un periodo storico nel quale il cristianesimo era ridotto a una semplice disciplina morale cosicché cercò nuove idee per il futuro e le trovò nell’antichità classica. Per dirla in altro modo la morte del Dio cristiano spinse Nietzsche a rifugiarsi nel mondo classico, mondo che gli era già noto da tempo attraverso i suoi studi di filologia classica.
A molti studiosi la teoria dell’eterno ritorno quale appare in Eraclito e in Empedocle, in Platone e in Aristotele era familiare. Tuttavia soltanto Nietzsche vide in tale teoria delle possibilità creative per il futuro per opporsi al Cristianesimo che non gli piaceva assolutamente.
Nietzsche non si rese conto comunque che il suo appello “contra christianos” era un’esatta ripetizione della “contra gentiles” dei Padri della chiesa ma con il ribaltamento degli argomenti.

Se si confrontano i suoi argomenti con quelli di Celso e di Porfirio non è difficile notare quanto poco abbia aggiunto agli antichi argomenti contro il cristianesimo elaborati da alcuni filosofi pagani. Nietzsche di suo ha aggiunto a tali argomenti solo il concetto di Anticristo tipico del cristianesimo.
Tuttavia per gli autori pagani come Pernice la fede cristiana era rozza e assurda poiché a dire di Nietzsche distruggeva la razionalità del cosmo con una violenza arbitraria.

Sia per Pernice sia per Celso la religione cristiana non è altro che una rivolta sovvertitrice del popolo incolto che non accettava le virtù aristocratiche, i doveri civili e le tradizioni dei padri. Nietzsche e Celso pensavano che il dio dei cristiani era un dio troppo umano che "poteva servire solamente da sostegno per i deboli".

Nietzsche accusa i cristiani di aver indebolito con la loro fede l’impero romano fino al punto di aver causato la sua caduta sotto i colpi dei germani e degli altri barbari.

Secondo Nietzsche i barbari furono in grado di sopraffare i romani perché i cristiani avevano fatto cadere nel dimenticatoio con la loro fede gli ideali e i valori che avevano reso grande l’impero romano.

L’ Anticristo di Nietzsche è in ultima analisi una ripetizione dell’antica accusa dei pagani che consideravano i cristiani “hostes humani generis” nonché un volgo di cattiva educazione e di cattivo gusto. L’identità storica degli attacchi antichi e moderni contro il cristianesimo dimostra il carattere permanente dei primi e quello storico dei secondi benché gli attacchi antichi siano stati per molto tempo dimenticati fino a quando Nietzsche non li ripropose.

Tuttavia il neopaganesimo di Nietzsche è molto lontano dal paganesimo degli antichi dal momento che egli compie degli attacchi al cristianesimo partendo dalla preoccupazione e dal pensiero del futuro.
Infatti tutta la filosofia di Nietzsche è un tentativo di liberare il futuro dalla presenza del cristianesimo considerato da lui dannoso per il futuro dell’umanità. In altri termini Nietzsche voleva ricondurre l’umanità agli antichi valori del paganesimo classico convinto in tal modo di assicurare un futuro migliore all’umanità.

Ma tale preoccupazione per il futuro era lontana dalla mentalità classica infatti nessun greco si preoccupò mai del lontano futuro dal momento che tutti i miti, le genealogie e le storie degli antichi greci attualizzarono il loro passato alla luce del presente proprio perché i greci credevano nell’eterno ritorno del sempre identico non si preoccuparono mai di redimere il lontano futuro dalle influenze del passato, cosa che invece Nietzsche intende fare eliminando il cristianesimo.

Inoltre i greci provarono sempre timore e riverenza di fronte al fato mentre Nietzsche effettuò lo sforzo sovrumano di amarlo e di desiderarlo. In conclusione possiamo dire che Nietzsche non fu propriamente l’ultimo discepolo di Dioniso dal momento che il filosofo tedesco fu influenzato fortemente dalla volontà di redimere il futuro dell’umanità dalla piaga del cristianesimo, poiché Nietzsche era convinto che il cristianesimo fosse dannoso per il futuro dell’umanità.

Tutta questa volontà di redimere il futuro è assolutamente lontana dallo spirito greco e dalla mentalità classica.


Prof. Giovanni Pellegrino
Prof.ssa Mariangela Mangieri

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Oltre ad esserci di DIEGO FUSARO su "Storiologia" anche una breve presentazione di "Così parlo' Zarathustra" >>>>
interessante è anche questo sua pagina sull'opera
"L' ANTICRISTO". di Nietzsche. In tema con quanto sopra.

"Ciò che ci divide non è il fatto che noi non troviamo nessun Dio, né nella storia, né nella natura, né dietro la natura, - ma che quello che è stato adorato come Dio noi non lo troviamo affatto "divino", ma al contrario pietoso, assurdo, dannoso, non solo perché è un errore, ma perché è un crimine contro la vita..."

"L'Anticristo" é il testo con cui Nietzsche si scaglia apertamente contro il Cristianesimo, colpevole di rendere e mantenere ignoranti le persone e di aver causato nella storia milioni di vittime.
All' Anticristo spetta la funzione di chiudere i conti con il Cristianesimo, oggetto sempre più ossessivo delle analisi e degli attacchi dell'ultimo Nietzsche. Il tono é ultimativo, da manifesto, preludio a un'azione che doveva essere un attacco radicale a tutta la nostra civiltà. Ma, al tempo stesso, Nietzsche si mostra qui ancora una volta di una sottigliezza psicologica prodigiosa, come dimostrano le parole bellissime, e profondamente amiche sulla figura di Cristo.

Mentre la condanna del Cristianesimo e della morale convogliano in sè quella, più generale, contro tutte le forze nemiche della vita e capaci di camuffarsi dietro le potenze della religione e della cultura.
Contro di esse Nietzsche scende definitivamente in guerra, giungendo a siglare, alla fine, la sua "legge contro il Cristianesimo" col nome terribile dell'Anticristo, in quanto "trasvalutatore di tutti i valori" .

"E' un libro che si conviene ai pochissimi", dice Nietzsche stesso nella prefazione: forse di questi non ne vive ancora uno.
Nietzsche era profondamente convinto che il cristianesimo fosse nato e fosse morto anche se la sua agonia é durata 2000 anni, quando i discepoli di Gesù non hanno perdonato i suoi nemici.
L'argomentazione di questa tesi, prende le mosse dalla convinzione che per... "il cristianesimo: é in sè completamente indifferente il fatto che una cosa sia vera o no, ma é estremamente importante, invece, fino a che punto sia creduta. Così ad esempio, se é insita una felicità nei credenti redenti dal peccato, come premesse di ciò, non é necessario che l'uomo sia peccatore, ma che si senta peccatore."

In questo modo il cristianesimo ha sostituito la verità con la fede che qualcosa sia vero. Anzi alla ricerca della verità ha posto un "divieto", e ha sostituito questa, che é la più autentica delle virtù, con le virtù teologali: fede, speranza e carità, che sono 3 "accorgimenti" a cui il cristianesimo é ricorso per distogliere l'uomo dalla ricerca della verità, e poterlo così "signoreggiare, addomesticare, dominare".

DI DIEGO FUSARO
"TUTTO SU NIETZSCHE"
http://www.filosofico.net/nietzsche.htm

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NIETZSCHE  A  SILS MARIA >>>>>
Immagini e citazioni sulle 2 opere: ZARATHUSTRA e AL DI LA' DEL BENE E DEL MALE
con le foto dell'Autore (Franco Gonzato) e altro

QUI: L'Opera integrale " AL DI LA' DEL BENE E DEL MALE" > > >

QUI: L'opera integrale "COSI' PARLO' ZARATHUSTRA" > > > > >


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