(P24) LA RIVOLUZIONE FRANCESE
               IL DIRETTORIO E L'IMPERO

La rivoluzione francese

La rivoluzione francese nasce dal contrasto tra la borghesia e gli ordini privilegiati (nobilta' e alto clero). La convocazione degli Stati generali, voluta da nobili e clero per porre rimedio alla crisi finanziaria, si risolve pero' a favore del terzo stato che chiede una riforma politica dello Stato e la Costituzione: gli Stati generali si trasformano in Assemblea nazionale costituente.

L'Assemblea proclama l'abolizione dei diritti feudali; vota la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino; approva la Costituzione (1791).
Alla Costituente subentra l'Assemblea legislativa (ottobre 1791-settembre 1792), in cui alla corrente moderata dei foglianti si contrappone quella piu' radicale dei giacobini.
Il terzo stato ha vinto, ma e' diviso tra coloro che sono soddisfatti dei diritti conquistati (alta e media borghesia) e coloro che vogliono la completa uguaglianza (piccola borghesia e masse popolari). Nel tentativo di indurre le potenze europee a intervenire per schiacciare la rivoluzione, molti nobili emigrano. Lo stesso re tenta la fuga, ma e' arrestato a Varennes (21 giugno 1791) ed esautorato.

Per prevenire un attacco straniero, l'Assemblea legislativa dichiara guerra all'Austria (aprile 1792), cui si affianca la Prussia. Dopo iniziali rovesci, le truppe austro-prussiane sono respinte a Valmy (20 settembre 1792).
Viene eletta una Convenzione (20 settembre 1792-26 ottobre 1795) in cui si affrontano girondini e montagnardi. Il 21 settembre 1792 essa proclama la repubblica. L'esecuzione del re provoca una controrivoluzione nelle province e una coalizione delle potenze europee, che invadono la Francia.

Per fronteggiare la situazione, si costituisce un Comitato di salute pubblica, dominato dai montagnardi che, con l'aiuto dei sanculotti, adottano misure eccezionali (leva in massa, "legge dei sospetti", blocco dei prezzi e dei salari). E' il periodo del "Terrore" (luglio '93-luglio '94), contrassegnato dalle condanne sommarie del Tribunale rivoluzionario, da una politica favorevole ai ceti popolari, da una vittoriosa ripresa della guerra.
La Convenzione vota una nuova Costituzione (1793), in cui e' previsto il suffragio universale. La cessazione del pericolo esterno e il malcontento per le misure eccezionali consentono alla borghesia degli affari, arricchitasi con la rivoluzione, di rovesciare il governo rivoluzionario e di mandare a morte Robespierre, capo della rivoluzione nel periodo del Terrore (27 luglio 1794).
La Convenzione vota una nuova Costituzione (1795): il suffragio e' ristretto ai cittadini "attivi"; il potere esecutivo e' affidato a 5 Direttori, quello legislativo a 2 Camere (Consiglio degli Anziani e Consiglio dei Cinquecento). Il governo del Direttorio, dominato dalla borghesia degli affari, e' incapace di ristabilire la pace sociale.

Dal Direttorio all'impero

Il Direttorio, per combattere l'Austria e le altre potenze coalizzate contro la Francia, decise di attaccare con ingenti forze da est, attraverso la Germania, e di effettuare un'azione di disturbo a sud, in Italia, con un piccolo esercito affidato a un giovane ambizioso ufficiale, gia' distintosi durante la rivoluzione, Napoleone Bonaparte.
Mentre in Germania gli eserciti francesi erano respinti, Napoleone con geniale abilita' riusci' a dividere gli eserciti riuniti degli Austriaci e dei Piemontesi a Cairo Montenotte (1796). Quindi sconfisse a Millesimo i Piemontesi, che furono costretti ad accettare l'armistizio di Cherasco (28 aprile 1796) e firmare poi la pace di Parigi: Nizza e la Savoia furono cedute alla Francia. Anche l'Austria, battuta da Napoleone a Lodi, si piego' al trattato di Campoformio (1797), in seguito al quale dovette cedere ai Francesi il Belgio e la Lombardia; si annetteva pero' il territorio della Repubblica Veneta, che perdeva cosi' la sua millenaria indipendenza.

In seguito all'arrivo delle armate francesi, si formarono in tutta Italia delle repubbliche: la Cisalpina (1797), la Ligure (1797), la Romana (1798), la Partenopea (1799).

Intanto Napoleone, per colpire l'Inghilterra, sua acerrima rivale, nei suoi traffici marittimi, intraprese, nel 1798, una spedizione contro l'Egitto. Egli vinse una battaglia contro i Mamelucchi presso le piramidi, ma perse la flotta, affondata dagli Inglesi nella baia di Abukir, e rimase isolato dalla Francia.
Mentre Napoleone si trovava in Egitto, Inghilterra, Austria, Russia e impero turco formarono una seconda coalizione, e ottennero rapidi successi in Italia, abbattendo le repubbliche da poco formate.
La situazione in Francia era assai instabile. Comprendendo che la situazione lo permetteva, Bonaparte nel 1799 decise all'improvviso di tornare a Parigi, dove, con un colpo di stato (18 brumaio) elimino' il Direttorio e creo' un Consolato, di cui si fece nominare primo console.

Napoleone si volse allora contro i suoi nemici esterni: con una nuova armata scese in Italia e sconfisse a Marengo gli Austriaci (1800), che dovettero cosi' firmare la pace di Luneville (1801).

Nel 1804 Napoleone si fece attribuire attraverso un plebiscito il titolo di imperatore dei Francesi. Nel 1810, per consolidare il suo potere, dopo aver ripudiato la sua prima moglie, Giuseppina Beauharnais, sposo' Maria Luigia d'Asburgo, figlia dell'Imperatore d'Austria.

Bonaparte non compi' solo grandi imprese militari: egli riorganizzo' l'amministazione e le finanze francesi, e diede grande impulso all'istruzione pubblica. Soprattutto importante fu la sua opera giuridica, espressa nel CODICE CIVILE, l'influenza del quale si avverte ancor oggi in molte legislazioni, compresa quella italiana.

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