(P26)  LA RESTAURAZIONE
              I PRIMI MOTI PER LA LIBERTA'

La restaurazione

Le idee della rivoluzione francese, soprattutto il concetto di patria e di nazione, che le armate napoleoniche avevano diffuso in tutta Europa, non furono spazzate via dalla caduta di Napoleone e dalla vittoria dei sovrani legittimi. Di cio' non tenne conto il congresso riunito a Vienna dal novembre 1814 al giugno 1815, al quale parteciparono monarchi e ministri di tutti gli Stati europei, con l'intento di dare all'Europa uno stabile assetto.

Tale assetto si baso' su tre principi fondamentali, imposti dalle grandi potenze vincitrici, Inghilterra, Austria, Russia e Prussia: la LEGITTIMITA', per cui ai sovrani spodestati dalla rivoluzione o da Napoleone veniva restituito il trono che legittimamente occupavano prima del 1789; il RAFFORZAMENTO degli Stati confinanti con la Francia; l'EQUILIBRIO fra le grandi potenze europee.

Che la sistemazione cosi' data all'Europa, ignorando le aspirazioni dei popoli
all'indipendenza e alla liberta', fosse tutt'altro che stabile, lo avvertirono le tre potenze maggiormente interessate al mantenimento dell'ordine del continente.
Infatti, subito dopo la conclusione del congresso di Vienna, Russia, Austria e Prussia strinsero (settembre 1815) la cosiddetta Santa Alleanza, che si rivelo' un formidabile strumento di repressione quando, di li' a poco, scoppiarono in varie parti d'Europa i primi moti rivoluzionari.

I primi moti per la liberta'

Con la restaurazione delle monarchie assolute, si vollero annullati i principi affermati dalla rivoluzione americana e francese. Ma l'idea di uno Stato costituzionale, fondato, cioe', non sull'arbitrio del sovrano ma su una costituzione che garantisse la liberta' e l'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, era ormai sentita come una concreta esigenza da molti del ceto intellettuale borghese.

In grande maggioranza borghesi furono infatti i LIBERALI cioe' coloro che si battevano per i diritti dell'uomo e la costituzione e, nei paesi soggetti allo straniero, per l'indipendenza nazionale. Lo strumento di cui i liberali si servirono per lottare contro l'assolutismo e la repressione dei governi furono le societa' segrete. In Italia la societa' segreta piu' potente e diffusa fu la Carboneria.

Fra il 1820 e il 1822 vari paesi d'Europa, cioe' Spagna, Portogallo, regno di Napoli, Piemonte, furono teatro di moti insurrezionali che avevano come scopo l'ottenimento di una costituzione. Tranne che in Piemonte, dove la rivolta fu subito domata con l'aiuto degli Austriaci, altrove gli insorti riuscirono dapprima a ottenere la promulgazione di costituzioni liberali. Tuttavia, di fronte al pericolo le potenze della Santa Alleanza decisero nel corso di ripetuti convegni, a Troppau, Lubiana e Verona, di intervenire con la forza dele armi.

La Francia, desiderosa di estendere la sua influenza sulla Spagna e sulle colonie spagnole, si incarico' di riportare l'ordine nella penisola Iberica. All'Austria, che era gia' intervenuta in Piemonte e che aveva messo in atto nel Lombardo-Veneto misure repressive di cui furono vittime patrioti come Pellico, Maroncelli, Confalonieri e altri, fu affidato il compito di schiacciare il governo costituzionale di Napoli, indebolito dai moti separatisti siciliani, e di restituire il potere assoluto a Ferdinando I.

L'insurrezione spagnola ebbe due conseguenze importanti: la rivolta delle colonie sudamericane, che diedero vita a 15 repubbliche indipendenti, e la dichiarazione di Monroe ("L'America agli Americani") destinata a scoraggiare eventuali aspirazioni della Francia o di altre potenze europee sull'America latina.


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