Prof. Giovanni Pellegrino
Prof. Ermelinda Calabria


In questo articolo prenderemo in considerazione l’importanza rivestita dall’astrologia nel mondo greco e romano.

Dobbiamo dire che in tale periodo storico, l’astrologia rivestiva un ruolo di grandissima importanza, tanto che gli astrologi greci e romani fornirono contributi notevolissimi al progresso del pensiero astrologico.Tra i contributi più importanti dobbiamo segnalare quello offerto dai Pitagorici. Essi sostennero l’esistenza di un rapporto intimo tra matematica e musica.

Introdotto nell’astrologia questo pensiero, servì a conciliare il principio degli opposti del filosofo Eraclito, con una legge di moto ciclico e di corrispondenza, tra microcosmo e macrocosmo .

Tale rapporto venne riaffermato anche da Platone che affermò” ogni fenomeno della terra” è in rapporto con gli eventi cosmici e che il corpo fisico dell’uomo è una riproduzione di modelli celesti .
Platone sosteneva che esistevano stretti rapporti tra l’uomo e l’universo .
Con, l’astrologia greca trova il suo più importante esponente, rimasto indimenticabile per i posteri, per gli essenziali principi di trigonometria .

Ipparco individuò il fenomeno della processione degli equinozi , l’ubiquità dell’eclittica l’eccentricità dell’orbita solare e altri importanti intuizioni .
Anche Ippocrate il famoso medico greco considerato uno dei padri della medicina credeva nell’astrologia al punto da affermare che chi ignorava l’astrologia non poteva essere un valido medico .

Egli nella sua più importante opera asserisce che è necessario porre molta attenzione agli astri specialmente per quanto riguarda il sorgere di Sirio e il tramonto delle Pleiadi dal momento che in tali periodi a suo dire molte malattie andavano incontro a improvvisi peggioramenti . Inoltre, Ippocrate era convinto che le donne potessero partorire con maggiore facilità quando il pianeta Venere occupava una determinata posizione astrale .
Anche Roma che a differenza della Grecia era più incline al pragmatismo che al teoretico si lasciò affascinare dall’astrologia .
Essa penetrò a Roma al tempo delle guerre puniche e ben presto gli astrologi diventarono i consulenti più ascoltati prima di intraprendere qualsiasi impresa .
Nel 139 a.C. un decreto di Cornelio scacciò da Roma tutti gli astrologi accusati di sfruttare la buona fede del popolo e di realizzare guadagni illeciti. Dopo poco tempo essi ritornarono a Roma. Origene cercò in polemica con Aristotele di opporsi a ogni forma di determinismo astrologico affermando che le stelle hanno solamente il potere di annunciare gli avvenimenti futuri ma non quello di determinare il corso di tali avvenimenti .
Vogliamo mettere in evidenza che Aristotele aveva affermato che il mondo materiale era necessariamente legato ai movimenti del mondo celeste .

Il grande filosofo greco sosteneva inoltre che qualunque potenza del mondo materiale era governata da questi movimenti .
Anche Galeno il più importante medico romano che influenzò per almeno mille anni la medicina credeva nella astrologia. Egli nell’esercizio della professione medica utilizzò le sue conoscenze astrologiche. In una delle sue opere più importanti Galeno afferma che nell’ effettuare le diagnosi si deve tenere conto della situazione degli astri e dei pianeti della stagione dell’anno e della regione nella quale si trova il paziente. Tuttavia, la più importante figura dell’astrologia del periodo romano fu senza dubbio Claudio Tolomeo il quale dettò alcune delle regole essenziali del pensiero astrologico . La sua principale opera fu il primo trattato sistematico di astrologia pubblicato nel mondo occidentale conosciuto in tutto il mondo (tale trattato fece testo per oltre 1400 anni ) .
Tolomeo elaborò anche la più famosa teoria astronomica del mondo antico basata sulla credenza erronea che la Terra fosse situata al centro dell’universo e che fosse il sole a girare intorno alla Terra e non il contrario. Il sistema tolemaico venne ritenuto valido per moltissimi secoli anche perché sembrava corrispondere perfettamente con quanto era scritto nella Bibbia. Dopo aver parlato del pensiero di Tolomeo prenderemo in considerazione il pensiero di Plotino .Egli credeva fermamente che esistesse una stretta corrispondenza fra Terra e Cielo assolutamente da tenere in considerazione per ottenere una profonda comprensione dell’esistenza umana.
Tuttavia, in tale corrispondenza Plotino non vedeva la giustificazione del determinismo astrologico in quanto per il grande filosofo l’uomo non era schiavo delle misteriose forze delle stelle dal momento che gli esseri umani erano dotati per Plotino di innate facoltà morali che permettevano loro di determinare il corso delle proprie esistenze opponendosi in tal modo alla possibilità di diventare schiavi delle forze astrali . A detta di Plotino il linguaggio delle stelle era una rivelazione della saggezza divina e per tale ragione gli uomini dovevano imparare a interpretare tale linguaggio .
Solo comprendendo i messaggi che giungevano dalle stelle gli uomini potevano entrare in sintonia con l’ energia divina presente nell’universo . Plotino pensava che l’universo fosse nato dall’ Uno di cui non possiamo né sapere nulla né affermare nulla essendoci consentito solamente averne un’intuizione pura .Dal Uno deriverebbe il mondo ma non per un processo di creazione bensì per emanazione simile a quello della luce che si espande da un corpo luminoso senza toglier nulla ad esso. Per Plotino la materia è una forma di non essere così come le tenebre non sono una realtà positiva ma semplicemente assenza di voce . Anche molti imperatori romani diedero molta importanza alla astrologia. Per fare un esempio l’imperatore Aureliano costruì nel 273 un tempio al Sole da lui considerato la guida dei pianeti che esercitarono una grande e duratura influenza sulla vita degli uomini. Il prestigio dell’astrologia subì un forte declino quindi il cristianesimo acquisto importanza a Roma dal momento che il Cristianesimo combatté l’ astrologia in quanto la considerava un ‘arte diabolica. L’imperatore Costantino nel momento che dichiarò il cristianesimo ”religione licita” mise al bando l’astrologia .
Non dimentichiamo che anche Paolo aveva condannato duramente l’astrologia nella“ Lettera ai Romani” . In tale opera l’apostolo afferma in maniera assoluta la supremazia di Dio ribadendo che le stelle non avevano nessun potere sugli uomini . Sant’ Agostino a sua volta combatté con grande impeto e violenza l’astrologia . Tuttavia, la fede nel determinismo astrologico era troppo forte per essere sconfitta completamente dal cristianesimo .

Infatti, la credenza dell’astrologia era troppo radicata per essere espulsa dalla cultura romana . Essa era tanto forte da riuscire ad annidarsi nelle pieghe della fede cristiana.
Per fare un esempio del modo in cui l’astrologia riuscì almeno in parte a resistere all’attacco del cristianesimo vogliamo mettere in evidenza che lo stesso imperatore Costantino che aveva bandito gli astrologi da Roma ordinò ad un astrologo l’oroscopo della sua nuova capitale Costantinopoli.

Inoltre, Costantino provocò lo sdegno dei cristiani dal momento che in occasione della fondazione di Costantinopoli fece effettuare dai sacerdoti pagani sacrifici in onore del Sole .

A dire il vero Costantino quando venne fondata Costantinopoli ordinò che venissero eseguiti sia riti propiziatori pagani che cerimonie religiose cristiane dal momento che voleva conquistarsi il favore sia del Dio cristiano sia delle divinità pagane .
Dobbiamo altresì dire che Costantino per tutta la sua vita fu molto incline al sincretismo religioso , per tutte queste ragioni non deve sorprendere il fatto che anche nei confronti dell’astrologia egli mantenne un comportamento contraddittorio mettendola da un lato al bando mentre dell’altro utilizzava i consigli degli astrologi in questioni importantissime quale la fondazione della nuova capitale del suo impero.
A riprova del fatto che la chiesa cattolica delle origini era preoccupata dalla persistenza della fede nel potere delle stelle possiamo citare il fatto che essa intorno alla metà del IV secolo spostò la data della nascita di Cristo ( comunque sconosciuta) al 25 dicembre data che per i pagani corrispondeva alla nascita del dio Sole . Con tale scelta la chiesa cattolica volle indicare da un lato che Cristo era il “ Sole di giustizia” e dall’altro che non bisognava più attribuire nessun potere agli astri .
Concludiamo tale articolo evidenziando che per la chiesa cristiana delle origini ammettere il potere delle stelle sulle azioni degli uomini equivaleva a negare il potere di Dio .
Prof. Giovanni Pellegrino
Prof. Ermelinda Calabria

FINE

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