LE RELIGIONI

ma vedi anche la TABELLA completa >>>>

QUANTE NEL MONDO, QUANTI I SEGUACI
Nel mondo ( che conta ca. 7.500.000.000 di abitanti ) esistono...
30.547 religioni, dottrine, scuole filosofiche, credenze, sette, culti tribali


" Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo". A. Einstein

"In principio Dio creò il cielo e la terra.
"…qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da
aggiungere, nulla da togliere....
non è possibile indagare le meraviglie del Signore. (Siracide 18,5 - V.T.)

All'inizio ci furono gli stregoni, poi trasformandosi in saggi vennero i primi sacerdoti che invece delle tante magie crearono un DIO, perche sapevano che tutti gli uomini hanno paura degli eventi disastrosi della natura ma anche dagli uomini che si facevano tra di loro guerre per prendersi il potere; in entrambi la paura era sempre la morte. Facendosi loro intercessori dei poveracci creduloni, capirono che potevano diventare loro potenti. I più accorti, inziarono a scrivere in un linguaggio misterioso, che non doveva essere compreso dal popolo ignorante (analfabeti il 90-95%), e da lì partì il loro grande potere, prima occupandosi con i vari riti, cerimonie in immense cattedrali per dare un aiuto spirituale a ognuno, poi coinvolgendoli emotivamente su ogni cosa terrena, iniziarono a prendersi il potere temporale, iniziando anche loro a interessarsi questo potere. A quel punto divennero potenti su ogni cosa ed infine padroni sugli uomini stessi. Dalla nascita alla morte.


Stephen W. Hawking lo brucerebbero sul rogo, come G.Bruno
Nè ha avuto la sorte di Galileo, lui che era nato lo stesso giorno 300 anni dopo la sua morte.

Eppure prima di questi sacerdoti oscurantisti avevamo già una filosofia europea che era figlia del pensiero greco, e a sua volta il pensiero greco e quindi la sua filosofia - (solo nel 800 A.C. apparve in Grecia la scrittura) - era discendente della filosofia indiana (induista) conosciuta prima a Mileto (in Ionia - città fiorente con una intensa vita intellettuale, economica e politica.) che diede a quella nascente greca quella spinta vigorosa che tutti oggi conosciamo.
L' "Induismo" aveva avuto origine nel Neolitico nel 7000 a.C., ma solo dal 4000 a.C. questo fiorisce con i Saggi che iniziano a rivolgersi alla soluzione dei problemi fondamentali della vita; ed era questa una filosofia che - oltre il "carattere pratico" del vivere - era nata dai tentativi di rendere migliore proprio la vita, mettendo l'accento su "la introspettività", cioè guardare dentro se stessi.
IL CARATTERE PRATICO era l'esperienza del dolore e le sofferenze più comuni - malattia, povertà, fame, morte - e tutti quei problemi politici ed economici di una comunità.

QUELLO INTROSPETTIVO era invece la umana curiosità della comprensione e della conoscenza, mettendo in primo piano il controllo dei desideri. O meglio tutte quelle espressioni di sentimenti che sono manifestate dall'uomo - nei rapporti (potenzialmente buoni o cattivi) - all'interno di una comunità che stava allora organizzandosi nelle prime Polis. Dove occorrevano regole, etica, ordine sociale.

Al posto del termine greco "Filosofia" (ossia "amore per la sapienza") che definisce i modi del "pensare", del conoscere e dell'agire umano, gli INDUISTI usavano invece il termine "darshana", che significa "visione", nel senso di ciò che si riesce a vedere dopo che si è indagata la realtà, per ottenere con l' auto-disciplina e l'auto-controllo, una vita felice.

Un pensiero filosofico questo che non ha nulla da invidiare al successivo pensiero occidentale, che era inizialmente quello greco: una speculazione fisico-cosmologico, e solo dopo iniziò a trattare il problema dell'Uomo Perfetto.
Ma purtroppo inizialmente (e putroppo anche dopo) fu spesso legato alla teologia e ai suoi sacerdoti (con i vari Dei e Dee e un Dio unico).
Inizierà a "laicizzarsi" solo con l'Umanesimo e il Rinascimento, poi in quella che sarà la Rivoluzione Scientifica del XVI secolo fino ai nostri giorni.

I Nostri giorni ? vi suggerisco di leggere
LO SVILUPPO DELLE FACOLTA' MENTALI
la "filosofia" di
YOGI RAMACHARAKA >>>>>>>>>


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OGNI COMUNITA' SI E' FATTO UN DIO E UN MESSIA AD PERSONAM
OLTRE A SANTI, DIVINITA' VARIE, MAGHI E STREGONI IN UNA QUANTITA' INFINITA
FATTI AD USO E CONSUMO IN OGNI EPOCA

La stessa BIBBIA , sia del Vecchio che del Nuovo testamento
ve ne sono numerosissime edizioni.
Le prime scritte a mano dentro le loro mura dai vari monaci sono migliaia.
E ognuno di loro hanno sempre eliminato o aggiunto qualcosa.
Con l'avvento della stampa, dovendo diffondere il verbo, in varie lingue,
le varie edizioni....
(vedi sotto)
... furono poi curate dai clericali delle 3 religioni rivelate: i Papi, Rabbini, Iman.
Ma non per questo furono inferiori di numero e fedeli ai contenuti.
Ognuno aggiunse o tolse qualcosa secondo la loro convenienza,
adattandole al loro potere spirituale e poi anche a quello temporale.

Basti dire che presso l'antiquario libraio Samuele Bagster di Londra
di edizioni del V. e N. Test. se ne contano 164 edizioni diverse.
(da Atlante Storico, di G.B. Albrizzi, Venezia)
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COME SI IMPOSE IL CRISTIANESIMO

All'epoca di Costantino, nel 312 solo il 10 per cento della popolazione dell'Impero Romano era cristiana. Nel giro di 100 anni fu convertito tutto il resto. Quelli che si convertirono era gente umile. Ovviamente analfabeta, considerata stupida (lo scriverà lo stesso Sant'Agostino).
Erano le genti che nello sfacelo dell'impero romano, pativano più di tutti, e quelle "prediche" dicevano che il mondo era corrotto ma che con l'accettazione dei patimenti fatta con la rassegnazione, sarebbero state ripagate con le delizie nell'al di là. Queste prediche attecchirono in quel mondo da loro indicato, nichilista, disunito, corrotto, indi quasi esso stesso "pagano".
Ma i militi di Cristo, chiamavano pagani, tutti gli infedeli. Che per lo più erano quelli dei villaggi, con tradizioni religiose politeiste, dove i riti, sulle cose, (sulla terra, sui raccolti, sulle ostili forze della natura, sugli animali cattivi) erano consuetudini arcaiche in ogni contrada. Infatti "paganus" deriva dal termine latino di "pagus". (villaggio). Ma anche nei grandi centri dell'Impero romano si celebravano i culti imperiali che ben presto - con la stessa Roma - entrarono in decadenza.
Nel "paganesimo moderno", nei villaggi, nelle campagne resistono tutt'oggi, certi riti e si celebrano con processioni di serpi o idoli pagani che paradossalmente vi si affiancano anche i riti religiosi. (vedi più avanti quello singolare del rito del Sole, delle serpi ecc.).
Secondo Petronio "Fu la paura la prima a creare gli dei del mondo", e può valere come sintesi emblematica di tutte le teorie sull'origine pratico-emotiva delle religioni. I bisogni insoddisfatti, la precarietà dell'esistenza e il mistero angoscioso del dolore e della morte troverebbero nella religione una risposta compensatrice.


Le classi elevate - che dominavano le genti - invece resistettero per un secolo, fino alla distruzione dell'Impero greco-romano. Queste classi erano considerate corrotte, Sant'Agostino la chiamò "la fortezza da abbattere".
Lui e un orda di monaci con la nuova fede, si diedero da fare, iniziando a distruggere ogni cosa del mondo pagano. - abbattendo idoli, opere d'arte, bruciando intere biblioteche (a Roma ne esistevano più di 58). Secondo Nixey solo l'uno per cento della letteratura latina si é salvata, per merito di oscuri amanuensi che nelle oscurità di conventi riuscirono a copiare molte opere, anche profane. Che poi rimasero seppellite negli stessi conventi fino all'inizio degli anni 1000 e anche oltre. Solo allora si scoprirono i grandi filosofi greci, le democrazie ateniesi, le teorie dell'atomo di Democrito, quelli di Archimede, tutta la cultura del mondo antico.

Si criminalizzo' poi - con l'editto di Teodosio - 380) l'arte (le sculture erano idoli pagani), la cultura (tutta la filosofia antica e la letteratura al macero o relegata nei monasteri), la musica (la si abolì del tutto anche nelle feste contadine), lo sport (si aboliranno presto le quasi millenarie Olimpiadi) e più tardi con Giustiniano, nel 535 si chiuse anche l'Accademia (che erano come le nostre odierne Università) ; e perfino l'amore per la natura (fiori, piante, animali, tutto bandito dalla vita quotidiana). Non ci dovevano essere antagonisti.

Certi fenomeni della credulità popolare a Roma si verificavano sempre quando le cose andavano molto male. E le calamità a Roma molto spesso non mancavano. Prolificavano le statue degli "Dei Piangenti" nelle invasioni, negli assedi, nelle disfatte, o quando una flotta colava a picco in una bufera. Gli dei partecipavano sempre all'angoscia dei cittadini senza più certezze nel futuro. (qualcosa del genere accadde anche in Italia nel 1948 per la paura del comunismo - Le famose itineranti "Processioni di Madonne varie" in ogni contrada.)

Ma accadevano anche quando qualcuno (carente di ormoni e quindi frustrato) non tollerava certe licenziose libertà all'interno della società, e si lamentava (non facendone parte) che la stessa era degenerata, diventata troppo opulenta, egoista, materialista, lasciva, immorale, dissoluta, degradata; e soprattutto miscredente. Non onorando gli dei, non partecipando ai sacrifici - affermavano i sacerdoti - le divinità piangevano offese e addolorate.
(sui cosiddetti "miracoli" ne abbiamo fatto una pagina a parte VEDI >>>>

Nel 393 si svolge l'ultima Olimpiade. L'editto di Teodosio che le fa cessare verrà reso noto il prossimo anno prima della sua partenza da Costantinopoli. Tutte le manifestazioni, furono considerate da Teodosio e dall'episcopato cristiano tutte pagane e pertanto eliminate dalla vita pubblica.
Muore così lo sport, la cura fisica ed estetica del corpo umano, e lo svago salutare e spensierato di una moltitudine di gente nelle palestre, negli stadi, negli ippodromi di molte città, frequentati tutto l'anno con altri piccoli "campionati" locali di "selezione" (come oggi).
Una delle più longeve istituzioni, che univa i popoli anche quando erano in guerra tra di loro (erano perfino sospese le belligeranze) veniva cancellata con un tratto di penna. Moriva così con una discutibile motivazione.
Le giornate e le esistenze di ognuno iniziarono a farsi grigie.
Purtroppo il resto doveva ancora venire! E sempre con discutibili motivazioni.

Il teatro gratificava basse passioni; l'arena stimolava istinti bestiali; e la danza era una  inseparabile compagna dell'indecenza, perché - predicava Crisostomo - non dava ristoro alla mente, ma eccitava le passioni più basse (forse le sue). Indistintamente erano tutte queste cose focolai di immoralità. Quindi da eliminare!!
Da quel giorno smisero di piangere anche le statue greche e quelle romane. A piangere rimasero solo più i greci e i romani. Iniziavano per tutti loro i "secoli bui".

Solo con il XII sec. la “riscoperta” di Platone sposta l’attenzione sulla controversia degli universali, e il problema del tempo e dell’accadere storico degli eventi perde importanza, sublimato dall’importanza di osservare gli enti “sub specie aeternitatis”.
Con il XII secolo è la concretezza dell’azione umana, il progresso sensibile del tenore di vita dei singoli, dell’economia, delle comunicazioni e – di conseguenza – delle strutture dello Stato a spingere nuovamente ambiti di speculazione filosofica verso il nodo problematico della “città terrena”. Fuori dai chiostri, il Comune cittadino e la vita borghese – pur senza rifiutare il grande schema del tempo di Agostino – valorizzano in modo schiettamente laico il tempo umano: viene alla luce “il tempo del mercante” e spezza il “continuum” dell’attesa che caratterizzava il tempo di Dio. ( passi tratti da Jacques Le Goff, “Tempo della Chiesa e tempo del mercante” )
Infatti la città, ancora più di prima, diviene luogo della Storia umana.

Il tempo del XIII secolo è pronto a connotarsi fortemente come il ritmo del progresso umano. Il XIV secolo accelera un moto la cui direzione è ormai data: la scienza prepara, portando al massimo affaticamento e al punto di rottura gli strumenti speculativi aristotelici,e la nascita della scienza moderna.
E’arrivato il momento di guardare davvero nella sua crudezza in faccia la realtà del tempo umano nella sua brutale semplicità (e siamo alla soglia della visione tagliente e chiarissima di Machiavelli oramai…) :l’uomo è completamente padrone del suo tempo terreno e agisce inevitabilmente spinto dai suoi cinici appetiti e dalle sue più basse necessità piuttosto che dalla luce del Diritto Divino.


INIZIA UN'ALTRA EPOCA - QUELLO DELL'UMANESIMO, DELLA RINASCENZA
BRUTTO SECONDI ALCUNI, BELLO SECONDO ALTRI


QUANTO AI VANGELI

I 4 vangeli detti giudeo-cristiani, di Marco, Matteo, Luca e Giovanni sono chiamati anche vangeli “sinottici” (dal greco syn, "insieme", e opsis, "visione") ed hanno molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici e a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze in uso tra i cristiani dei primi secoli. Ma sono andati perduti.
Ma sono riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa e ci sono giunti da testimonianze indirette e occasionali fornite da alcuni Padri della Chiesa.
La prima comparsa fu quello di Marco, al quale fecero seguito gli altri tre.
Quello secondo Matteo è il più lungo dei Vangeli: ventotto capitoli, contro i ventiquattro di Luca, i ventuno di Giovanni e i sedici di Marco.

Quelli invece detti “apocrifi” (termine che deriva dal greco e significa “nascosti” "segreto" ) erano chiamati così i Vangeli gnostici, poi l’appellativo fu esteso ad altri testi, con il significato di “spurio”, “falso”. Tra i criteri adottati per queste esclusioni c’era la vaga provenienza apostolica, la non concordanza con il resto delle Sacre Scritture, valori non circostanziati e certi obblighi non accettati dalle autorità riconosciute, insomma non li riconobbero come autentica tradizione apostolica. Furono perfino dichiarati eretici.
Evidentemente vennero esclusi in quanto non rientravano a certi criteri di chi si impose con la supremazia religiosa. Nel suo vangelo Tommaso Origene scriveva: “La Chiesa ha quattro vangeli, gli eretici, moltissimi”.
Ciò non toglie tuttavia che essi rimangono in un certo senso importanti per conoscere la storia e la cultura cristiane dei primi secoli.

L'uso e la diffusione dei vangeli apocrifi sono stati variegati pur non essendo canonici, hanno goduto di una certa fortuna almeno a livello artistico: ad esempio, la localizzazione della nascita di Gesù in una grotta deriva dal Protovangelo di Giacomo, mentre la presenza dell'asino e del bue accanto alla mangiatoia, é associata tipicamente alle raffigurazioni natalizie antiche e moderne. Esempio: solo nel 1301, sulla capanna di Betlemme comparve per la prima volta una cometa. Fu una iniziativa di Giotto e lo fece per un motivo ben preciso. Sappiamo oggi che nel Natale del 1301 in cielo vi era la cometa di Halley, che compare ogni 76 anni.
Alcune narrazioni contenute negli apocrifi sono divenute un attributo ricorrente anche nelle raffigurazioni artistiche della vita di Gesù; queste raffigurazioni sono spesso presenti in chiese e santuari, senza peraltro provocare discussioni dottrinali.

Tuttavia lo studio biblico ha prodotto nel tempo una serie di comparazioni fra i testi evangelici.
Non tutti gli autori concordano in merito a una coerenza interna dei quattro vangeli canonici e al fatto che Matteo, Marco e Luca siano propri sinottici.


QUANTO AL RACCONTO DELLA VITA E MORTE IN CROCE E RESURREZIONE DI GESU'
IL MONDO ANTICO ABBONDA DI STORIE MOLTO SIMILI

GESU' CRISTO nato il 25 dicembre (per altri il 6 gennaio) da una vergine e preannunciato da una stella, omaggiato da 3 re, che predicava, aveva 12 discepoli, faceva miracoli, morto crocifisso e risorto dopo 3 giorni.

Ma questa figura è presente in tante culture precristiane.

HORUS (Egitto 3000 a.c.) nato nel solstizio di dicembre (24-25 dic.) dalla vergine ISIS-MERI (Iside), nascita accompagnata dalla stella dell’Est, adorato da 3 re, aveva 12 discepoli e compiva miracoli. . Nel Libro dei morti appare come salvatore del mondo, destinato a riportare l'ordine nel caos. Morendo divenne, dio fra gli dei e consente al dio di essere tra noi. Prima divinità per eccellenza egizia dio dinastico nazionale con il faraone, che cominciò a essere considerato la manifestazione di Horus in vita (un papa). Horus era ritenuto un dio capace di guarire gli esseri umani dalle loro malattie, medico-guaritore, incaricato di allontanare gli spiriti maligni. .

MITHRA (Persia 1200 a.c.) nato anche lui il 24-25 dicembre (giorno del solstizio) , aveva 12 discepoli e compiva miracoli, compare nei Veda, fu sepolto dopo la morte e risorse. Mithra genera la luce all'alba. Nell'Avesta, Mithra ha il titolo di "Giudice delle Anime". Incaricato di proteggere i giusti dalle forze demoniache, che poi lui le accompagnava in Paradiso.

ATTIS (Frigia, regione turca, 1200 a.c.) nato il 25 dicembre dalla vergine NANA che era rimasta incinta cogliendo una mela sull'albero; venne crocifisso e sepolto, risorse dopo 3 giorni. Il rito del sangue del dio Attis sopravvive tuttora in una manifestazione dei riti pagani. Ancora oggi nella settimana santa a Nocera Terinese in Calabria, i vattienti compiono il "rito devozionale" della flagellazione.


KRISHNA (India 900 a.c.) nato il 25 dicembre dalla vergine DEVAKI, nascita accompagnata da una stella dell’Est, aveva dei discepoli e compiva miracoli, venne crocifisso e poi risorse dopo la morte.


BUDDHA (India 500 a.c.) nato il 25 dicembre dalla vergine MAYA, nascita accompagnata da una stella, adorato da 5 discepoli saggi, affermava "io sono nato, per il bene degli esseri viventi", compiva miracoli. Sembra che l'umanità abbia fatto un incredibile salto e si sia operata una trasformazione globale dell'essere umano a cui «si può dare il nome di spiritualizzazione».(Jaspers).

ERCOLE (Grecia 500 a.c.) nato il 25 dicembre dalla vergine ALCMENE, risorse dopo la morte. Fu il primo mortale che riuscì a diventare dio.

PROMETEO (Grecia 400 a.c.) nato il 25 dicembre dalla vergine DANAE. «Con acqua e terra Prometeo plasmò gli uomini e donò loro il fuoco che celò in una ferula, di nascosto da Zeus» - «Sostengono, dunque, che questo è ciò che resta di quella argilla dalla quale tutto quanto il genere umano fu plasmato da Prometeo.»

DIONISO (Tracia poi adottato dalla Grecia) figlio di Zeus, nato il 25 dicembre da una vergine, soprannominato anche Trigonos, “il nato tre volte”. Dio arcaico dell'agricoltura, legato alla linfa piante. In seguito fu identificato come dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi; venne quindi a rappresentare l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, lo spirito divino di una realtà smisurata, l'elemento primigenio del cosmo. Compiva miracoli come trasformare l’acqua in vino, risorse dopo la morte. In antropologia Dioniso rappresenta il mito della "resurrezione del Dio".

IL PARADISO - Il termine, "dilumin" di origine iranica, entra nelle lingue semitiche già col significato di "giardino", "parco"; ha (ancora tutt'oggi in Iran) il significato di "frutteto", "orto giardino"; acquisisce il significato di "luogo di beatitudine celestiale". Il luogo paradisiaco é originariamente legato alla letteratura religiosa in lingua sumerica (inizi II millennio a.C.), la quale individuava nel Dilumin quel posto privo di sofferenze, di privazioni e di affanni. Successivamente il termine verrà utilizzato nella letteratura rabbinica (ad esempio, nel Talmud), e poi anche dal cristianesimo con il nome di "Paradiso".

Infine vi è in Iran la festa dell' "ASHURA" in nome del "martire" Husayn ibn-Ali, il nipote di Maometto (figlio di Fatima, figlia di Maometto) nato Medina, il 6 gennaio dell'anno che corrisponde al ns. 626 - ed era la stessa data-giorno della nascita di Cristo, poi spostata al 25 dicembre) - che alla morte del Profeta non venne nominato califfo suo erede (nella carica sia politica che religiosa) e fu perseguitato e fatto a pezzi nel 680 a Kerbala (nell’attuale Iraq), dagli avversari guidati da Abu Bakr autoproclamatosi successore (che diede poi origine ai Sunniti - che sono oggi l'80% dei musulmani).
Husayn ibn-Ali per questo "martirio" é paragonato a Gesù e la figura di Zeynab, sorella di Husayn a quella della Madonna. L’Ashura commemora proprio il martirio-sacrificio di Husayn ibn-Ali assieme a coloro che discendevano da Alì, i suoi 12 apostoli; il cui dodicesimo
prima o poi resusciterà per compiere la volontà divina. Le predicazioni di Ali si diffusero in tutto l'iran e negli stati del golfo come la comunità "sciita" contrapposta a quella potente "sunnita".
Questa comunità scita ancora oggi durante gli eventi celebrativi, con processioni in strada, raduni nelle moschee, negli hussainiye, nei cortili delle case, con lamentazione collettiva, fra pianti e invocazioni, i fedeli in segno di penitenza si percuotono il petto fino a farne uscire sangue, per espiare i mali del mondo. Rapresentano dunque l'identità sciita. Esaltando la loro carica ideologica, veicolo di istanze come la difesa dei deboli e degli oppressi, il culto dei martiri, la ribellione alla tirannia. Questo rituale religioso collettivo è diventato ancora oggi un “rituale di Stato” che mira ad esaltare i valori rivoluzionari di Husayn ibn-Ali come pilastro ideologico della cosiddetta Repubblica Islamica e vedono nei loro leader religiosi, gli ayatollah, un riflesso di Dio sulla Terra. Mentre gli avversari "Sunniti" basano la loro pratica religiosa anche sugli atti del profeta con i suoi insegnamenti (la "sunna").
Oggi, anni 2000, per la roccaforte di Hezbollah, Ashura significa anche unità e resistenza all’aggressione israeliana. Guardate qui in rete le imponenti processioni >>>>

(Questi riti sciti ci ricordano i "FLAGELLANTI" cristiani del medioevo, la "Compagnia dei disciplinati di Cristo", dove anche questi in imponenti processioni i penitenti si percuotevano a sangue con una frusta, per espiare i peccati del secolo e i mali del mondo. (una pratica questa già nota nei riti sciti di Attis prima (1200 a.C) e durante anche l'epoca romana. Traslato poi in seguito nei riti religiosi cristiani.
Era una forma di penitenza e devozione (molto simile a quella scita) impiegata da numerosi ordini religiosi: camaldolesi, cluniacensi, domenicani e anche francescani.
Si narra che fu Fasani (m. 1281), un eremita francescano, a fondare a Perugia il primo gruppo di flagellanti in Italia.
Durante la peste nera il movimento si diffuse con straordinaria rapidità ed intensità, in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Boemia, Paesi Bassi. In Germania, in particolare, dove il movimento fu spesso messo in relazione con le persecuzioni degli ebrei.
Iniziarono pure (racconta un cronista medievale) ad allontanarsi dai riti della Santa Chiesa. E a dire che i loro canti erano più belli, i loro riti più capaci di espiare i peccati e più degni di quelli dei preti, colmi di benefici; e pensarono perfino di eliminarli. E questi si allarmarono.
Nel 1349 papa Clemente VI emanò una bolla che vietava la flagellazione, dichiarandola eretica, ma invano. I riti si erano diffusi in tutta Europa. Nel 1417 il concilio di Costanza, provò a rinnovare il divieto. Ma inutilmente. Anche se via via nel tempo persero l'alone religioso o sparirono del tutto.
Da notare che gli stessi riti della flagellazione erano già praticati in onore del dio Attis anche in epoca romana.
Ma anacronisticamente ancora oggi in alcune comunità cristiane italiane, l'autoflagellazione in pubblico è praticata ancora in occasione delle processioni dei Vattienti a Nocera Terinese (CZ), dei Battenti a Verbicaro (CS), dei Battenti di Guardia Sanframondi (BN) e San Lorenzo Maggiore (BN).
Ma di quella religiosità medioevale vi è poco, é solo una tradizione popolare di queste località che attira molto i turisti.

 

Avrete notato sopra che la nascita di un dio, avviene sempre il 24-25 dicembre.... (nel soslstizio che in realtà avviene il 21-22 dicembre - ma dovranno passare secoli per adeguarsi alla data astronomica) .... per una semplice ragione. Era questo il giorno del "solstizio". Letteralmente significa "Sole fermo". "Solstitium" è una parola latina (da sol, sole, e sistere, stare fermo. Il Sole sembra smettere di calare rispetto all'equatore celeste e embra fermarsi in cielo per un giorno, per poi riprendere il suo cammino che porta le giornate ad allungarsi. E' la nascita del nuovo anno. Importante per l'agricoltura.
Anche gli antichi romani celebravano nei giorni del solstizio la festa del "Sol invictus", una celebrazione della rinascita del Sole che diede vita all'origine pagana del..... NATALE
( Che é un termine italiano proveniente dal latino natus natalis (nato-nati) dal verbo nasci) Era riferito innazitutto ai riti legati al mondo rurale.

Si celebravano con i "Saturnali", le feste dal 17 al 24 dicembre dedicate al dio Saturno (dio dell'agricoltura) con banchetti e sacrifici. Scambiandosi regali, abiti, libri, una moneta, piccoli animali domestici e altro.
Il cristianesimo a partire dai primi secoli, celebrava la nascita di Gesù Cristo il 6 e 7 gennaio (ed é rimasta nella chiesa ortodossa orientale e con il calendario giuliano; il 19 gennaio la chiesa Armena iniziò a celebrarla il 25 dicembre in coincidenza della festa pagana. il "Solstitium"

Ma occorsero secoli per adeguarsi. Ancora nel medioevo un Papa - Leine Magno -si rammaricava che i romani il 25 dicembre prima di entrare a messa a San Pietro, rivolgevano un inchino al sole abbassando la testa. Un monaco - Bernardino da Siena (1380-1440) - ebbe un'idea geniale, sull'altare dove si celebrava il sacrificio della messa mise l'"ostensorio" (che siggnifica fa vedere l'ostia) una specie di candelabro con alla sommità al centro una teca per contenere l'ostia; teca circondata da tanti pinnacoli che si irradiano e che dovevano ricordare il Sole.
Appagando così sia gli uni che gli altri.
Così i romani all'interno della chiesa, l'inchino continuarono a farlo davanti all'"Ostensorio" soprattutto quando davanti a loro dall'altare il celebrante lo innalzava al cielo con i fedeli che non dovevano guardare ma con devozione e con un inchino dovevano abbassare la testa.
(l'inchino e l'abbassare la testa era però già millenario, praticato dagli egizi, quando a Heliopolis (La Città del Sole) la città del culto solare, si adorava appunto il Sole, il dio, la fonte della vita. Ma nel celebrarlo guardare il Sole era considerato pericoloso per gli occhi, e quindi nell'adorarlo la raccomandazione dei sacerdoti era quella di abbassare la testa).
Ne parleremo ancora, più avanti.

Nella nuova era del mondo globalizzato e internizzato oggi il Natale è una festa del consumismo sfrenato, e delle feste che ricordano molto quelle pagane. Lo celebrano tutti quelli di altre credenze oltre che gli atei. Quello religioso è più soltanto una tradizione dei fedeli cristiani, che - come vedremo sotto - sono solo un terzo degli abitanti del pianeta.

 

ANCHE LO STESSO
"PARADISO TERRESTRE"
HA LONTANE ORIGINI >>>>>>>>



SULL'ESISTENZA STORICA DI GESU' - LE FONTI > > >

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Nel mondo (che conta ca. 7.500.000.000 di abitanti) esistono...
30.547 religioni, dottrine, scuole filosofiche, credenze, sette, culti tribali

LE RELIGIONI SI DISTINGUONO ANTROPOLOGICAMENTE IN...
Rivelate: con Profeti, Dogmi, Leggi (l'Ebraismo, il Cristianesimo, l'Islamismo)
Le naturali: dette universaliste (con precetti etici di senso comune)
Scuole: filosofiche-morali-politiche (elaborazioni di etiche razionali)

SONO COSI' DISTRIBUITE

Cristiana: 2.400.000.000 di fedeli
(divisa in 5 correnti (Cattolica 1.000.000.000 (*) ; Protestante 500.000.000;
Ortodossa 240.000.000; Anglicana 73.000.000;
Orientali (Nestoriane e Neofista ecc.) 72.000.000).
Esistono inoltre altre 56 Chiese e 175 Istituzioni crist. varie.

Maomettana (Islam): 1.500.000.000 di fedeli
(divisa in 3 correnti principali (Sunniti, Sciiti, Kharigiti)
oltre a 65 movimenti e 145 sette varie)

Ebrea: 15.000.000 di fedeli
(divisa in 3 grandi correnti e 12 tribù religiose)

Induista: 1.000.000.000 di seguaci
(divisa in 2 grandi correnti (Visnuismo con 580 mil., Sivaismo con 220 mil.,
e altre 1256 sette varie con 200 mil.)
Buddhista: 576.000.000 di seguaci
(divisa in grandi 3 dottrine Filosofiche, con all'interno 1680 sette varie)

Taoista: 400.000.000 di seguaci
(divisa in 3 grandi correnti e sette varie)

Confuciana: 237.000.000 di seguaci
(8 correnti, 840 Scuole di pensiero politico-religioso)

(Nelleultime 4 sopra spesso i seguaci di una possono essere anche seguaci di un'altra)
Scintoista-Buddhista Giapp: 100.000.000 di seguaci (soprattutto in Giappone)
(sterminati i culti degli spiriti (kami - non proprio divinità ma appunto spiriti)
(spesso su cose - Alberi, Fiori, Aria, Terra, Fuoco, Acqua ecc.- ed anche su persone)
Culti tribali e animistici: 405.000.000 di seguaci
(con 26.397 cerimoniali indigeni diversi)
Atei: con nessuna credenza: 1.070.000.000

 

(*) Sul numero dei Cristiani (e Cattolici) le cifre sono molto controverse.
Esempio in Italia: su 55 milioni di abitanti italiani i cattolici-battesimati sono l'80-85%.
(il 96,7% secondo il dato diffuso dalle gerarchie ecclesiastiche)
Ma sono fedeli cristiani-cattolici più per tradizione trasmessa da padre in figlio
( ma alcuni pur battezzati non sono praticanti né sono credenti dichiarati)
Solo il 37% (20 mil.) sono praticanti. E solo il 25% (13 mil.) si reca regolarmente a messa.
Ma anche qui i conti non tornano.
Solo il 42% nell'8 per mille irpef, ha «votato» a favore della Chiesa cattolica.
E' questo un "peccato veniale". Ma come la mettiamo con il "mortale"?
"Scegliere deliberatamente, cioè sapendolo e volendolo, una cosa gravemente contraria alla
Legge divina (la carità) un fine questo dell'uomo, è come commettere un peccato mortale"
.
E di peccati mortali ne hanno fatti degli altri
Il 65 % degli italiani ha votato per il divorzio, il 68% per l'aborto.
Il 27 % dei matrimoni attuali è celebrato civilmente (a Milano il 41%).
Il 77,2% dei giovani italiani tra i 15 e i 24 anni (anche se battezzati !!!)
ritiene ammissibile avere rapporti sessuali prematrimoniali e convivere.

E se i battesimati sono l'80% degli italiani (ca. 44 mil.)
di questi, più della metà, il 54% (23 mil.) è scettico sui miracoli,
il 55% non crede all'esistenza di Satana, il 44 % non crede all'inferno.
(soprattutto nei ceti istruiti).
Il 61 % considera i testi religiosi piuttosto ingenui e arcaici e...
gradirebbe una religione basate su poche credenze fondamentali (etiche).

Si calcola inoltre che il 10% degli italiani (ca. 6 mil.) professa altre religioni.
(ebrei, geova, valdesi, metodisti, avventisti, luterani e
buona parte con i nuovi arrivati...islamici)

Mentre gli atei anche se battezzati (a loro insaputa) contano ca. 4 milioni di adepti.
(fonte Eurispes - cnf. Il Corriere d.S. del 18-1-06)

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CHI CREDE

"I credenti in superstizioni, scaramanzie, oroscopi e nelle 30.000 religioni varie sono:
il 99 % degli analfabeti
il 94 % hanno la V elementare
l'85 % ha la III media
il 70 % sono diplomati
il 45 % sono laureati in materie scientifiche
il 31 % sono gli scienziati ad alto livello
lo 0,01 % sono i premi Nobel italiani viventi"
Dalla trasmissione "White Rabbit" by Bruno Moretti Turri, Radio Varese, 1978

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"Fu la paura la prima a creare gli dei del mondo", questa affermazione perentoria attribuita a Petronio, da altri a Stazio, può valere come sintesi emblematica di tutte le teorie sull'origine pratico-emotiva della religione. I bisogni insoddisfatti, la precarietà dell'esistenza e il mistero angoscioso del dolore e della morte troverebbero nella religione una risposta compensatrice.

"La religione deriva dalla religiosità degli uomini, laddove la religiosità è credere che tutto abbia avuto origine da un mondo divino che sostiene la vita di tutti e che dà ad essa un significato".

In un mondo nel quale fioriscono le ideologie libertarie, la denuncia della repressione e una lotta contro i tabù, non si deve dimenticare che il tabù è alla sua origine un'istituzione tipicamente religiosa.

La funzione alienante della religione, che estranea l'uomo da se stesso e devia la massa dai suoi compiti storici (vedi l'imposta apatia dei "secoli bui"), è messa in luce da Feuerbach e da Marx, il quale ultimo riconosceva pure alla religione il valore di riflesso della miseria reale, e la funzione di protesta, al livello dell'ideologia, contro tale miseria.

La religione è una propriazione di poteri superiori all'uomo, ritenuti capaci di dirigere e controllare il corso della natura e della vita umana.

In ogni culto racchiude in sè azioni di carattere magico e tutte le invocazioni (o preghiere) costituiscono intenzionalmente una forma di pressione sulla realtà esterna. (in eventi come una peste, un terremoto, una carestia, una guerra, oggi... si prega, i sacerdoti invocano le divinità per sconfiggere il male, chiedono indulgenza; ieri .... gli stregoni facevano altrettanto con innumerevoli pratiche magiche, adorazioni, rituali).

Illustrando le varie forme di queste pratiche magiche che hanno inizio già nell’età antica, troviamo in primis ...

La "religione naturale" (mediante la propria ragione) che viene definita così perchè l’uomo riconosce l’esistenza di un Qualcosa a lui superiore e pensando di incontrarlo nelle forze della natura sottomette la sua vita all’adorazione e alla venerazione di queste forze.

La "religione soprannaturale" invece identifica la divinità con un essere superiore alla natura, che viene considerato, creatore, padre e giudice delle azioni degli uomini, e che abita in una dimensione ultraterrena.

La "religione rivelata". Ci troviamo dinanzi ad una religione rivelata (si considerano religioni rivelate: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam) quando Dio cerca l’uomo e si manifesta, toglie cioè il “velo” (=rivelazione) del mistero che lo separa dagli uomini, fornisce (tramite i suoi prediletti: cohanim, sacerdoti, iman - mediatori dei rapporti con la divinità) delle risposte alle domande fondamentali della vita, e rivela a ciascuna persona la sua origine e il suo destino e le indica la strada del bene e della felicità.

La "rivelata" è l'adesione alla parola di un Dio che si pretende che si sia rivelato nella storia parlando attraverso una persona che afferma di parlare a nome del suo (profeta).

La "rivelata" è monoteista, cioè che crede in un solo Dio, come nell’ebraismo, nel cristianesimo, nell’islam.
In queste tre, si accetta di fidarsi di certi uomini che lungo il corso dei secoli si sono presentati come "portavoce di un Dio". - Nell'ebraismo (Mosè e i profeti); nel cristianesimo (Gesù di Nazaret); nell'islamismo (Maometto)

La "religione politeista". Si dice politeista quando si crede nella presenza di più divinità. (es. ieri i dei della Grecia antica; e ancora oggi l’induismo in India e lo shintoismo in Giappone.


Tutte le religioni hanno avuto inizio con un capo sciamano, uno stregone, o un profeta; se seguito da qualche discepolo e insieme hanno formato una setta, la setta che ha avuto successo nel raccogliere un gran numero di seguaci è diventata una religione (i cui "sacerdoti" poi creano a posteriore dei dogmi (e anche i libri sacri, Bibbia, Corano, ).
In certe religioni primitive, il momento essenziale è il culto, indi il rito, mentre le credenze dogmatiche (ma anche i miti) sono costruiti a posteriore e hanno una importanza quasi secondaria.

Lo studio comparato delle varie mitologie ha messo in luce la tipicità di alcune forme della religione, che rispecchiano modi analoghi di organizzazione della società: così i culti olimpici e solari caratterizzano le società di guerrieri e di cacciatori, mentre i culti di tipo terrestre, con riti agresti e il mito della passione, morte e rinascita del dio, sono tipici di civiltà contadine e di gruppi sociali subalterni a coloro che praticano il DOGMATISMO, l' AUTORITARISMO, e hanno la PRESUNZIONE DELLA VERITA' ASSOLUTA.
La qual cosa non ha assolutamente niente a che fare col significato che l'autore attribuisce alla parola fede.

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"Se separiamo la religione di ciascun popolo dal resto dei rapporti culturali di quella civiltà, ci allontaniamo dalla realtà e inseriamo la religione in un contesto puramente ideale rispetto al quale il compito della storia è assai ridotto. Scivoliamo lentamente ma inesorabilmente nel campo della metafisica: se la religione è qualcosa di connaturato all'uomo, qualcosa che precede la storia, potremo al massimo descriverne le manifestazioni storiche ma non comprenderla per intero come fatto storico. Le stesse esperienze religiose vissute dagli uomini nelle varie culture potrebbero al massimo venire descritte ma non mai spiegate completamente in termini storici poiché per definizione la religione rimanderebbe al metastorico". (Marco Mencocci)
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Quante e quali siano le religioni hanno in comune alcune caratteristiche.
L’Evento fondatore: ciascuna religione viene fatta risalire a un fondatore, ad un insieme di persone sagge e/o a uno o più fatti straordinari, l’insieme dei quali forma la storia sacra di una religione e di un popolo.
I simboli: ogni religione ha dei segni che sintetizzano un aspetto della propria dottrina o storia sacra (es. la stella di Davide per gli ebrei, la croce per i cristiani, la mezzaluna per i musulmani,…).
I Testi Sacri: i messaggi e i fatti fondamentali delle religioni si trovano in testi che vengono considerati sacri dalle persone e comunità che li accolgono come verità divine su cui fondare la propria esistenza.
I contenuti: tutte le religioni presentano delle verità riguardanti le origini dell’universo e della vita, il senso dell’esistenza, la via per raggiungere la piena felicità, il riscatto dalla sofferenza e dalla morte.
L’organizzazione religiosa: perchè il culto possa essere svolto sono necessarie delle persone che lo amministrino e che siano intermediarie tra la comunità dei credenti e la divinità.
Le espressioni di culto: pur con modalità diverse ogni religione onora Dio o le divinità attraverso un insieme di preghiere, riti, celebrazioni e feste. Gli elementi necessari al culto sono innanzitutto:
Un luogo sacro dove celebrare gli atti di culto;
Il tempo sacro, cioè i periodi, i giorni dedicati a celebrazioni specifiche.
Il rito insieme di azioni e parole con le quali si rende onore alla divinità, per esempio il rito della sepoltura, il rito di ringraziamento…
Le norme di comportamento: ogni religione afferma che l’incontro con Dio deve poi tradursi in comportamenti conformi alla Sua volontà.
(Lory)
Concetto di religione
· l'uomo si pone delle domande: chi sono, da dove vengo ...
· religioni: risposta dell'uomo al problema del senso della vita
· si aprono allora due strade:
· RELIGIONI NATURALI: mediante la propria ragione
· RELIGIONI RIVELATE: accettare di fidarsi di certi uomini che lungo il corso dei secoli si sono presentati come "portavoce di un Dio".

Praticamente tutti i popoli hanno racconti su esseri non umani (sovrumani o extraumani) dotati di poteri superiori o comunque diversi da quelli degli uomini. Può trattarsi di esseri sovrumani, come gli dei, capaci di agire nell'attualità, nel presente, e in grado di condizionare la vita degli uomini e il corso della natura, oppure di esseri la cui azione ha avuto luogo in un passato remoto e lontanissimo e che con le loro azioni hanno dato origine al mondo cosi come è oggi.

I racconti su tutte quelle azioni che sono avvenute in un passato lontano e che hanno contribuito a formare il mondo di oggi, vengono definiti, con una parola di origine greca, "miti". Un mito è dunque un racconto che narra vicende avvenute "tanto tempo fa", in un passato che definiamo "tempo mitico". Quello che distingue il tempo mitico dal tempo attuale non è la distanza cronologica ma il fatto che il tempo mitico è qualitativamente diverso rispetto a quello in cui si vive.

Un mito è un racconto che ha per oggetto personaggi meravigliosi e fantastici che compiono azioni straordinarie oggi irripetibili. Il mondo in cui questi personaggi vivono è completamente diverso dal mondo attuale: si tratta di un mondo in fieri, senza regole e senza nulla di stabilito, nel quale tutto è possibile proprio perché non esiste ancora nessuna norma. E' un mondo che a confronto con quello di oggi appare disordinato, informe, precosmico. E' da questo mondo caotico, dal mondo del mito, che grazie proprio alle azioni meravigliose e irripetibili dei personaggi mitici, si origina il mondo ordinato di oggi, la normalità quotidiana che costituisce la stabile cornice della nostra esistenza. Il mondo quale oggi appare ai nostri occhi è infatti il risultato ormai immutabile delle azioni compiute nel tempo mitico. Queste azioni hanno portato alla trasformazione del caos che era in principio instaurando nuove condizioni, quelle attuali nelle quali vive la società che racconta il mito.

Dopo il mito così evanescente ed aereo, ecco nella religione comparire il "sant'uomo", un uomo sì asceta, ma visibile, concreto, reale, che dopo la sua dipartita terrena è venerato (non adorato!) religiosamente, o considerato degno di venerazione da un grande numero di persone; e questo avviene nelle tre religioni rivelate. (es. i fondatori di ordini religiosi o i grandi riformatori).
Il santo nella religione cristiana viene proposto come modello a tutti i fedeli, ed è considerato un intercessore per i vivi, ossia un canale privilegiato di amore da parte di Dio.

Però spesso molti miti pre-cristiani (cioè pagani) sono stati fusi con le figure di alcuni santi. Ma anche oggetti di devozione da parte dei pagani sono stati trasformati in devozione cristiana.

Non solo, ma traspose la cristiana tutta quella ritualità pagana anche nelle funzioni della nuova religione, e andava in questa sempre di piu' identificandosi, nelle apparenze però, per precise motivazioni politiche; come quelle di Costantino. Fu infatti lui il promotore del sovvertimento nella vecchia religione e anche nella nuova che aveva messo già
alcune radici a Roma.

 

Ed ecco quindi trasferire in questa nuova religione - pur rimanendo lui sempre legato al culto del Sole - mutuare dalle religioni precedenti, le vesti, i riti, la pomposità, gli attrezzi, gli oggetti.
Il baldacchino proveniva dalla Orientale Persiana Baghdad, così chiamato perchè il drappo ornato di fregi e frange pendenti sostenuto da quattro e più aste per le processioni proveniva appunto da questa citta' persiana che i romani chiamavano appunto Baldac).

Il copricapo Mitra proveniva dai sacerdoti orientali di MITRA, Dio persiano dell'impero mesopotamico fin dal 1400 a.C. di cui a Roma vi erano non pochi seguaci nell'età imperiale.

Lo fu Commodo nel 180-192, mentre Giuliano l'Apostata fu l'ultimo imperatore che si fece araldo di questa religione mitradista la quale ebbe tali sviluppi da divenire una pericolosa rivale del cristianesimo. E' storicamente accettato che molta fu l'influenza di questa religione nel cristianesimo (oltre che in quella ebrea).
Ed anche nel diffuso "vangelo" (l'Avesta) di Zarathustra il mitradismo lui lo mantenne vivo nel mondo indo-iranico
Del resto la parola mitra aveva un preciso significato, significava una giurata amicizia, un patto, un'alleanza, un accordo, una reciproca fede fra i due spiriti primordiali per sostituire il Male col Bene, la Menzogna con la Verità.

Mitra conosce infatti il battesimo, il pasto sacro consistente in pane e vino che doveva ricordare l'ultimo pasto del maestro, che dopo averlo consumato salì al cielo portato dal carro del sole. Il culto veniva celebrato nei cosiddetti mitrei, locali dove l'altare stava davanti all'abside e vi si esponeva il disco solare. In Egitto verso lo stessa data, 1400 a.C., avveniva la stessa cosa, non sappiamo dunque se dalla Mesopotamia il culto del Sole ando' verso l'Egitto oppure l'incontrario.

I fedeli del Dio persiano Mitra combattevano moralmente contro il male, soprattutto contro la menzogna e le impuritù dei sensi. All'anima dopo la sua separazione dal corpo, Mitra avrebbe reso possibile l'ascesa al cielo dove veniva garantita l'eterna beatitudine nella resurrezione, fino alla fine dei tempi.
E per il crescente identificarsi di Mitra col dio solare, il suo carattere luminoso si affermò a tal segno che Mitra si festeggiava come il sol invictus il 25 dicembre. Una data quindi di molto tempo prima che venisse celebrata a Roma nei primi secoli dell'inizio del millennio, e dove proprio in questi anni per merito di Costantino si trasformò nel Natale dei cristiani.

Abbiamo detto che le stesse funzioni cristiane, con l' ostia e il vino, era una trasposizione in forma simbolica del rito mitriaco del pane e del vino. Roma non voleva più mangiare la carne delle vittime sacrificali, non voleva più berne il sangue, e neppure voleva più vederlo il sangue.
La concezione della con-sacrazione ( = dal-sacrificio) era un rituale presente in tutti i riti arcaici delle antiche religione politeistiche, monoteistiche e anche dei riti pagani piu' lontani nel tempo, ed era concepita questa libagione come portatrice di speciali forze che andavano ad agire sui presenti sacrificanti, e per questo chiamata "communio" (partecipazione una cosa con altri).

Lo stesso ostensorio dove la religione cristiana espone l'ostia, non ha preso il nome da quest'ultima, ma l'incontrario, è l'ostia che ha preso il nome dall'ostensorio . Ostia - significa infatti mostrare la vittima del sacrificio, ed era la primordiale barbara scena e costumanza di sacrificare alle divinità i nemici presi in guerra e mostrarli al popolo, e che il Senato di Roma aboli' nel 657 a.C.

Infatti - (ma avvenne molto piu' tardi) il sacerdote cristiano nel rito della messa, lui espone, mostra, sull'altare il sacrificio di Gesù, detto il sacramento dell'eucaristia che significa ringraziamento. Quel sacramento dove si rinnova misticamente l'offerta del sacrificio fatto da Gesu' sulla croce.

 

Ma lo stesso ostensorio che vediamo è infatti un disco contornato di raggi solari di antica memoria egiziana che prese vita assieme alla nuova concezione di un dio monoteistico. Che raccontiamo qui sotto brevemente.

Una violenta crisi religiosa nel 1377 a.C. del faraone Amenophis promosse lo scisma religioso tra i seguaci di AMON e la fede nel dio Sole ATON, istaurando un sistema monoteistico. Il nuovo simbolo della nuova fede,  era naturalmente il DISCO SOLARE.
Fu una grande novità: perchè la religione divenne unica e monoteistica; inoltre il faraone non si considerò più - come i precedenti -  lui stesso un dio, ma solo un intermediario fra dio e l'umanità. (Due intuizioni che furono mutuate più tardi sia dalla religione ebraica con Mosé, e dopo quasi 2000 anni anche da quella cristiana con Gesù..

Il simbolo nei riti soprattutto nel chiuso era una torretta tempietto ogivale, d'argento, con al centro il disco solare in oro con attorno i raggi del sole. Chiamato "ostensorio".

Nella liturgia cristiana più tardi il disco in oro fu trasformato in teca contenente l'ostia. E seguitarono a chiamarlo ostensorio che contrariamente a quello che si  pensa non prese il nome dall'ostia, ma l'incontrario fu chiamato così, perchè 1377 anni prima di Cristo ostiare corrispondeva all'etimo igizio mostrare, far vedere.
Gli egizi durante i riti all'aperto i sacerdoti mostravano in cielo il disco solare ai fedeli, ma quando celebravano riti all'interno mostravano l' "Ostensorio".
Il rito cristiano conservò anche l'abbassamento del capo, perchè nei primi riti di Aton all'aperto,  non era una proibizione guardare il sole, ma era un accorgimento,   perchè fissando il sole si rischia di perdere la vista. Nei riti - quando il cielo era nuvoloso e non vi era il sole - trasferito il rito all'interno dei templi i sacerdoti di Aton ricorsero  a un disco d'oro con i raggi attorno, appunto l'ostensorio ("far vedere") elevato in alto sull'altare ("elevazione"). E pur essendo all'interno, quell'abitudine di chinare il capo rimase,  e fu poi successivamente insieme all'oggetto, traslato anche nel rito cristiano.

Un papa  Leone  Magno (nel 460 d.C.) sconsolato, dopo che erano passati quasi centotrenta anni dal bando del culto solare bandito da Costantino (pur essendo lui - fino alla morte- un cultore del Sole), scriveva: "..E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani prima di entrare nella basilica di San Pietro apostolo,  dedicata all'unico Dio, vivo e vero, dopo aver salito la scalinata che porta all'atrio superiore, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto in parte per ignoranza e in parte per mentalità pagana. Infatti anche se intendono venerare il Creatore della luce leggiadra, e non la luce stessa che è una creatura, devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei; qualora trovasse tra noi una simile usanza, potrebbe praticare, come incensurabile, questo elemento delle vecchie credenze perchè lo vedrebbe comune ai cristiani e agli infedeli." (San Leone Magno, 7° sermone tenuto nel Natale 460 - XXVII -4).

 

Risolse più tardi il problema un monaco, nel secolo XV,  un dottore della Chiesa, Bernardino da Siena (1380-1440). Al centro invece del disco in oro luccicante, ci mise una teca dentro quello che prese in nome dal contenitore (Ostensorio) l'OSTIA, il simbolo dell'eucaristia (A. Cattabiani, Calendario, Le feste e i riti dell'anno, ed Rusconi 1988).
Così Bernardino (noto per le sue concrete prediche alle folle in volgare) conciliò e accontentò sia l'adorazione solare dei pagani che l'adorazione dei cristiani. E rimase pure l'atto di umiltà di chinare il capo nell'atto dell'elevazione sull'altare. Al termine delle sue trascinanti prediche soleva mostrare (e far baciare dai fedeli) l'ostensorio contornato da un cerchio di raggi fiammeggianti, con al centro la teca con l'ostia con incise in oro le lettere JHS. (ib. p.73).

Ma l'ostia consacrata risale invece alla fine del XV sec. -  dopo le tante dispute teologiche medievali (come la transustanziazione cattolica prima e la consustanziazione luterana poi). Mentre la sostanza dell'ostia fu stabilita all'epoca del Concilio di Trento, quando fu riproposta la dottrina della presenza reale e della Messa come sacrificio e la stessa consacrazione dell'ostia.  (la "communio" venne in seguito, ed era anche questo un rito pagano, detto "sacrificio", un rito per ricevere speciali forze).

L'accostamento al Sole Mithra non era del resto casuale. Giovanni nel Nuovo Testamento affermava "...in Lui era la vita e la vita era la Luce, la luce che splende nelle tenebre, la Luce vera che illumina ogni uomo" (Giovanni 1,4-5 e 9).
 
Tertulliano che scrisse su quasi tutti i problemi che agitavano la Chiesa del tempo, e che coniò molti concetti  che dovevano poi essere alla base della dottrina della Trinità e della cristologia, scriveva  "...ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perchè è un fatto notorio che noi preghiamo orientati verso il Sole che sorge e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia, a dir il vero per una ragione del tutto diversa dall'adorazione del Sole" (Tertulliano, Ad Nationes I, 13).

A cosa si riferiva Tertulliano con "a dire il vero"? Riandava all'Antico: il Messia veniva preannunciato dai profeti come Luce e Sole. Isaia scriveva "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande Luce, e su coloro che abitavano la terra tenebrosa una Luce rifulse" (Isaia 9,1).

Altrettanto scriveva Malachia "Sorgerà con raggi benefici il Sole di giustizia" (Malachia. 3,20).
Ma non dimentichiamo che il culto di Mithra dei Mitanni era più antico dell'Antico Testamento di quasi 500 anni, e che gli ebrei erano di origine "di là"  (= ebre  = eber) dall'Eufrate, mentre i vicini confinanti  Mitanni abitavano fra l'Eufrate e l'Habarù.

Insomma nel IV e V secolo, molti cristiani erano attirati da queste feste spettacolari del Sole e la Chiesa romana, preoccupata dalla straordinaria diffusione dei culti solari e soprattutto dal mithraismo, che con la sua morale e spiritualità, poteva frenare se non arrestare la diffusione del vangelo, pensò di celebrare nello stesso giorno del Natale del Sole (
Sole Invictus, il 25 dicembre
) il Natale del Cristo, come vero Sole. Sostituire - grazie a Costantino - cioè la "grande festa" del Sole con la sua nascita.
Anche la concezione della con-sacrazione ( = dal-sacrificio) era un rituale presente in tutti i riti arcaici delle antiche religione politeistiche, monoteistiche e anche dei riti pagani più lontani nel tempo, ed era concepita  -l'offerta sacrificale e la distribuzione ai presenti- come portatrice di speciali forze che andavano ad agire sui presenti sacrificanti, e per questo chiamata "communio" (cioè dividere una cosa con altri - e la cena, il pasto o la semplice assunzione  di un frammento dell'oggetto del sacrificio, era il rito per ricevere le speciali forze).
Poi si criminalizò pure, con l'editto di Teodosio - 380) l'arte (le sculture erano idoli pagani), la cultura (tutta la filosofia antica e la letteratura al macero o relegata nei monasteri), la musica (la si abolì del tutto anche nelle feste contadine), lo sport (si aboliranno presto le quasi millenarie Olimpiadi) e più tardi con Giustiniano, nel 535 si chiuse anche l'Accademia; e perfino l'amore per la natura (fiori, piante, animali, tutto bandito dalla vita quotidiana). Non ci dovevano essere antagonisti.
Costantino e Teodosio non si fermarono solo ad abolire gli antagonisti, a mutuare le ritualita', a modificare le feste, ma trasferitono ai poteri ecclesiastici, anche l'organizzazione amministrativa periferica che gia' si chiamava DIOCESI, un vocabolo che non ha nulla da spartire con Dio, perchè significava Dis = separato, e oikeo = dimore, cioe' un borgo separato dal centro della citta'; si istituirono i VICARIATI, ma anche questa era la sede periferica che fin dall'antica Roma sostituiva quella dell'imperatore; nacquero i PRESBITERI anch'essi luoghi dove ancora in Grecia e poi a Roma si riunivano i vecchi sacerdoti, e dalla sua radice di presbiteri, previter, venne (poi italianizzato) il prete.
Costantino in quegli anni emana tante disposizioni e delega tante funzioni come se dovesse abbandonare e fuggire da Roma. Mette a disposizione a MILZIADE gli edifici della basilica del Laterano, dove si celebravano i "plauzi lateranenzi" o feste dei cavalieri dell' imperatore Massenzio, che subito- il diventato di nome "Papa" - rinomina San Giovanni... in Laterano.
Costantino gli permette inoltre di costituire una residenza come una extra succursale: la "pontificia". Ricordiamo che la carica di pontefice era di quei sommi sacerdoti pagani che sul ponte Sublicio -ritenuto sacro - solevano fare i sacrifici e altre cerimonie.
Come "pontefice" venne poi PAPA SILVESTRO (che con Costantino si intenderà per ben 21 anni). E' posseduto da un tarlo: quello dei possessi temporali particolarmente utili al controllo di tutto l'impero occidentale, visto che Costantino ha intenzione di abbandonare Roma e trasferirsi altrove.
Questo segna l'inizio del potere temporale.
Ma non era una cosa nuova. Anche la casta sacerdotale veniva dall'oriente.

 

ORA PRIMA DI PARLARE DI ALTRE RELIGIONI
ANDIAMO PROPRIO SU QUELLA CRISTIANA

iniziamo con

"LA COMUNITA' CRISTIANA"
"DALLE ORIGINI AL MONACHESIMO"
un saggio storico di Franco Savelli

 

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