RUSSIA

1904
GUERRA RUSSO-GIAPPONESE
cause generali - cause occasionali - forze in campo
operazioni militari - la pace - conseguenze

Giovanni De Sio Cesari
( www.giovannidesio.it )

CAUSE GENERALI

Nella seconda metà dell’800 i Giapponesi avevano aperto le porte alla influenza occidentale: dopo grandi contrasti e non poche difficoltà avevano in pochi decenni riformato profondamente lo stato sul modello occidentale con il governo Meiji (Illuminato) dell'Imperatore Mutsuhito.

Il Giappone, unico paese non europeo entrato nel novero delle grandi potenze, partecipava alla corsa dell’accaparramento delle colonie degli imperialismi europei : le sue mire erano rivolte ai territori limitrofi dell’Asia. Ciò veniva ad essere favorito dal fatto che la Cina, che non aveva accettato invece di riformare lo stato in senso moderno, era precipitata in piena crisi ed era sul punto di esser essa stessa divisa fra le potenze europee.

Il Giappone nel 1995 aveva sbaragliato con grande facilità gli eserciti cinesi in Corea e vi aveva installato la propria egemonia. Nel 1900 la rivolta dei Boxer aveva ulteriormente indebolito l’impero cinese che era sul punto di dissolversi come effettivamente avvenne nel 1911. Il Giappone quindi intravedeva la possibilità di una grande espansione ma doveva fare i conti con le mire delle altre potenze. In particolare veniva in contrasto con la Russia che si era già impadronita di territori dell’Asia centrale e dell’Estremo Oriente e tendeva a espandesi anche nell’area cinese occupando la Manciuria e quindi si scontrava per la egemonia sulla Corea con il Giappone :questo però poteva anche contare sull’appoggio inglese, timoroso dell’espansione russa.

CAUSE OCCASIONALI

In seguito alla occupazioni di territori cinesi da parte di Inghilterra e Germania la Russia occupò per compenso in Manciuria Port Arthur( (attualmente “Lushun” in Cina ) e qui ben presto iniziò la costruzione di un considerevole porto di guerra, mentre nelle vicinanze fu fondato il porto commerciale di Dalny
Il Giappone riteneva che in questo modo la Russia minacciasse la Corea e non intendeva in nessun modo permettere che questo accadesse.

Contatti diplomatici a Pietroburgo non portarono ad alcuna intesa. Il Giappone trovò viva simpatia presso l'Inghilterra antica avversaria della Russia. Proprio sullo scorcio del gennaio del 1903 si concluse fra Inghilterra e Giappone un trattato per cinque anni per il mantenimento delle condizioni esistenti nell'Asía orientale; in esso ambedue gli Stati si promettevano reciprocamente di rimanere neutrali, nel caso che uno di loro fosse assalito da un solo avversario e di prestarsi aiuto, se una seconda Potenza venisse in aiuto all'assalitore.

La Russia notificò che la sua alleanza con la Francia valeva anche per l'Asia orientale e prospettò come gesto di buona volontà lo sgombero della Manciuria. Durante questi negoziati la ferrovia siberiana era stata completata dalla Russia; un'immensa opera, se si tiene presente la difficoltà dell'impresa e il tempo, relativamente breve, della sua esecuzione. Da Mosca a Vladívostok e Port Arthur le truppe russe potevano ormai essere spedite con celerità e sicurezza.
La capacità di servizio della ferrovia era ostacolata però dal fatto che per il momento era soltanto a un binario, e che il tempestoso lago Baikal doveva essere attraversato su navi, poichè il tratto, tecnicamente difficile a costruirsi attorno alla riva meridionale del lago, non era ancora pronto. Se si lasciava tempo alla Russia di colmare questa lacuna e di mettere il doppio binario alla ferrovia, non era quasi più possibile scrollarne la potenza nell'Asia orientale.

I timori, suscitati dal compimento della ferrovia siberiana, l'affluenza di coloni russi, il rafforzamento delle truppe e della flotta russa dell'Asia orientale, tutto ciò indusse gli statisti giapponesi ad agire immediatamente. Nell'agosto 1903 il Giappone intavolò con la Russia le trattative sullo sgombero della Manciuria e la sicurezza della Corea contro l'influenza russa anche perche era apparso il disegno di integrare la ferrovia manciuriana con una ramificazione per Seul e il porti coreani. Invece la Russia non voleva permettere ai Giapponesi l'occupazione militare di qualsiasi punto della Corea e chiedeva, nell'interesse della sicurezza del congiungimento fra i suoi porti dell'Asia orientale, Vladivostok e Port Arthur, la completa libertà di passaggio sulla via della Corea.

Il massimo, che la Russia intendeva concedere, era la fissazione d'una zona neutrale in Corea; a nord di questa doveva dominare l'influenza russa, a sud quella giapponese. Però sul confine di questa zona non si poterono intendere.
I Giapponesi da queste trattative compresero che amichevolmente non sarebbero riusciti a spuntarla nelle loro richieste. Pertanto nel gennaio 1904 inviarono il loro ultimatum che la Russia sgombrasse la Mancíuría, l'aprisse al libero traffico di tutte le nazioni, e riconoscesse il predominio del Giappone nella Corea.

Naturalmente non c'era da pensare che lo Zar accettasse queste condizioni; ciò avrebbe significato la rinunzia a tutte le posizioni conquistate in Estremo Oriente . Siccome da parte russa non fu comunicata nessuna risposta alle domande gíapponese, l’ambasciatore nipponico dichiarò rotte le trattative e abbandonò Pietroburgo. Così, anche senza una formale dichiarazione di guerra, le due Potenze si trovavano in stato di guerra.

FORZE IN CAMPO

In linea teorica la Russia era una grande potenza mentre il Giappone era un piccolo paese e quindi la prima poteva disporre di risorse militari ed economiche ben maggiori del piccolo Giappone. Pertanto i Russi non si aspettavano che uno piccolo stato asiatico avesse osato iniziare la guerra contro il grande impero dello Zar e non presero troppo sul serio le loro minacce.
Inoltre il combattente russo era poco motivato a una guerra che si combattevano in terre tanto lontane dalle proprie e per ragioni incomprensibili per lui. Invece le truppe giapponesi erano tutte convinte della necessità vitale di tener lontano il peggiore nemico dell'indipendenza, della grandezza della loro patria dal suolo e della vicinanza di essa.

Pertanto il Giappone si era, durante le trattative, armato col maggiore zelo e preparato al conflitto accuratamente. Invece la Russia non credeva alla effettiva eventualità della guerra ed era del tutto impreparata; né l’esercito ne la flotta si trovavano in condizioni adatte a sostenere una guerra. In particolare l’ armamento delle navi era inferiori alla tecnica moderna; il personale degli equipaggi e degli ufficiali insufficiente
Perfino la partenza dell'ambasciatore giapponese da Pietroburgo non chiarì agli statisti russi la gravità della situazione; flotta ed esercito restarono esposti l’attacco giapponese senza che si prendessero adeguate misure.

OPERAZIONI MILITARI

Il 3 febbraio 1904 le navi da guerra, che si trovavano a Port Arthur, furono, senza che lo sospettassero, assalite da torpediniere giapponesi, e per la maggior parte danneggiate; le altre rinchiuse nel porto. Anche Vladivostok fu bloccata dalla flotta giapponese. Così le navi russe nell'Asia, orientale erano rese inattive e i Giapponesi erano in grado di trasportare di là dal mare, senza correre nessun pericolo, le proprie truppe.

Allora fu iniziata dalla Corea l'avanzata nipponica nella Manciuria. Il tentativo dei Russi di trattenere il nemico alla frontiera falli: Dopo una battaglia di otto giorni i Giapponesi costrinsero l’esercito russo alla ritirata e poterono occupare ormai il porto di Dalny e bloccare la fortezza di Port Arthur che rimase cosi assediata. Un’esercito giapponese avanzò nella Manciuria per impedire al principale corpo di armata russo di soccorrere Port Arthur. Nella battaglia di Liao yan, durata dieci giorni, i Russi furono battuti e obbligati a ritirarsi al principio di settembre del 1904. Un ultimo sforzo di aprirsi un varco verso port Arthur fu respinto in ottobre. Egualmente non riuscì alle navi russe chiuse in Port Arthur e in Vladívostok, di rompere il blocco.

L'unica speranza dei Russi di poter dare ancora un'altra piega alla guerra riposava sulla loro flotta europea. Se a questa riusciva di giungere nell'Asia orientale e d'annientare la flotta giapponese, le truppe del Giappone, che stavano in Asia, erano tagliate fuori dalla madre­patria e non potevano nè essere rafforzate, nè approvvigionate. Se poi la Russia sfruttando la ferrovia siberiana portava nell'Asia orientale nuove truppe, si poteva ottenere una superiorità numerica che alla fine doveva diventare schiacciante.

Così il Governo russo decise di spedire in Asia la sua flotta del Mar Baltico sotto il comando dell'Ammiraglio Roscdiestvensky. Ma anche questa flotta era del tutto impreparata per una guerra moderna.

Solo molto a stento la flotta potè compiere il suo immenso viaggio dal Baltico e con molte difficoltà riuscì ad arrivare, dopo quasi un anno di navigazione, alla fine nelle acque dell'Asia orientale. Fu qui a Tsushima sorpresa dalla flotta giapponese il 27 maggio 1905 e dimostrò di essere del tutto incapace di reggere il combattimento e fu quindi quasi completamente affondata. Con la scomparsa della flotta russa era decisa la guerra, in quanto non era più possibile alla Russia di interrompere il collegamento fra gli eserciti giapponesi e le isole.

LA PACE

Malgrado le vittorie militari il Giappone era allo stremo delle sue forze sia dal punto di vista finanziario che delle risorse militari. Inoltre ogni passo innanzi rendeva più arduo il rafforzamento e l'approvvigionamento dell'esercito giapponese I Russi invece avevano risorse ancora infinite e poteva continuare la guerra ancor per moltissimo tempo fino che fosse riuscita a portare nuovi eserciti in estremo Oriente che avrebbero potuto capovolgere la situazione militare.
Ma d'altra parte in Russia erano scoppiati disordini interni molto gravi: appariva chiaramente preferibile una pace onorevole piuttosto che tentare una difficile e incerta riconquista delle posizioni occupate.

In questa condizione di cose la mediazione degli Stati Uniti, offerta dal Presidente Roosevelt e appoggiata dalla Germania , fu bene accolta da ambedue le parti. Nel principio d'agosto 1905 si riunirono a Portsmouth nel New Hampshire i plenipotenziari russi e giapponesi che trattarono per circa quattro settimane. La Russia respinse le prime domande del Giappone troppo gravose, soprattutto il pagamento di qualsiasi indennità di guerra e la consegna delle navi da guerra rifugiate in porti neutrali. Il Giappone cedette su questi punti, e così il 5 settembre si potette concludere la pace.

Il Giappone ottenne il dominio della Corea, il possesso, fino ad allora russo, del Liao tung (Port Arthur e Dalny) e la parte meridionale dell'isola di Sakhalin; la Manciuria doveva essere restituita alla Cina ed essere aperta al traffico di tutte le nazioni senza limitazione alcuna. La ferrovia della Manciuria doveva, nella sua parte settentrionale , essere esercitata dalla Russia e sorvegliata militarmente, nella sua parte meridionale, dal Giappone. La navigazione attraverso gli stretti fu dichiarata del tutto libera e previsto un trattato commerciale.

Queste condizioni suscitarono delusione in Giappone dove, dopo i grandi successi bellici, ci si aspettava di più. ma il governo giapponese si comportò realisticamente , accettando questi patti, poichè era assai dubbio che continuando la lotta, avrebbero potuto costringere la Russia a maggiori concessioni.

CONSEGUENZE

Le conseguenze immediate quindi in realtà furono piuttosto modeste perchè si limitarono a una ridefinizione delle sfere di influenze delle due nazioni .Ma le conseguenze lontane furono importantissime sia per la Russia che per il Giappone e, diremmo, per il mondo intero.
In Russia infatti la sconfitta inaspettata ad opera di un paese asiatico fu sentita come un fallimento della politica dello Zar che perse prestigio e si accentuarono i moti di protesta che dilagarono in tutta la Russia Lo Zar ritenne di dovere stroncare con la forza le proteste.

Una feroce repressioni si abbattè su tutta la Russia il cui episodio più noto anche per essere stato ripreso molto spesso nella letteratura enel cinema fu la strage del Palazzo di Inverno: una grande folla si era mossa verso la residenza dello zar guidata da un pope, Gabon: benchè fosse pacifica, niente affatto ostile allo zar al quale invece si rivolgeva con fiducia fu aperto il fuoco contro di essa indiscriminatamente provocando centinaia di morte e feriti.

Molto noto è anche l’episodio dell’ammutinamento della corazzata Potemkim resa celebre da un famoso film di Eisentein ( poi ripreso in senso sarcastico da Fantozzi) .
Anche se lo zar riuscì vincitore tuttavia si scavò una profonda frattura fra la monarchia e il popolo e gli elementi moderati che in seguito determinò la caduta dello Zar e la successiva presa di potere dei comunisti .

Conseguenze pure importantissime per il Giappone Non ci si rese conto che la vittoria era dovuta a una situazione contingente, la impreparazione russa e poi alla sua crisi interna economica politica sociale tanto che poi il governo giapponese aveva preferito chiudere la guerra senza insistere ancora e accontentandosi di modesti risultati pratici. In Giappone si enfatizzò la vittoria come la dimostrazione di una superiorità nipponica: si radicò la convinzione della invincibilità dell’esercito Giapponese , si creò il mito della razza superiore ( in parallelo a quello che avveniva in Europa), si perse il senso della misura e si volle a tutti i costi la creazione di un immenso impero. Perseguendo una politica aggressiva e irrealistica, quasi quaranta anni dopo i Giapponesi credettero di poter ripetere contro gli Americani i successi della vittoriosa guerra contro i Russi.

Nel 1941 gli avvenimenti sembrarono ripetersi esattamente Anche gli Americani non presero troppo sul serio il pericolo giapponese e come i Russi a Porth Arthur si lasciarono sorprendere quasi alla stessa maniera a Pearl Harbor. Ma il paragone si ferma qui per le illusioni giapponesi: per i Russi la Manciuria era una avventura non essenziale che forse avrebbero abbandonato anche senza l’intervento giapponese e quindi non ritennero di insistere troppo, anche perchè alle prese con avvenimenti interni ben più importanti e drammatici, Ma per gi americani invece Pearl Harbor rappresentò una minaccia mortale . Reagirono quindi con tutte le proprie forze e alla fine di quattro anni di sanguinosa guerra totale distrussero definitivamente la minaccia giapponese
Forse senza Port Arthur non ci sarebbe stata nemmeno Pearl Harbor: ma, come è noto, con i “se” e i “ma” non si fa la storia.

 

Giovanni De Sio Cesari
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