RUSSIA
IL CULTO DEL CAPO

dalle icone russe.... alle icone rosse
( in ogni casa )

Ma anche IL "GRANDE TERRORE"

< LA SUA BIOGRAFIA L'AVETE LETTA?

Lenin, pur nella sua indubbia abilita' di capo politico, era sempre rimasto fermo alla sua antiquata idea di partito "elitario", di rivoluzionari di professione preposti al controllo della societa'. Idee formulate a fine ottocento e non mutate negli anni della rivoluzione bolscevica. 

Fu Stalin a rendersi conto di quanto fosse necessario l'indottrinamento della popolazione e la propaganda piu' sfrenata (spesso ipocrita) sui mezzi di comunicazione tutti gestiti dalla stato. Ecco allora il ruolo centrale della cultura nell'edificare la societa' staliniana.  Che tramite gli apparati di partito era necessario diffondere in maniera capillare 

"il culto di Stalin"

Gli intellettuali cominciarono a divenire veri e propri impiegati dello stato. La dottrina ufficiale fu quella definita del "realismo socialista", scrittori ed intellettuali di ogni tipo dovevano essere, disse Stalin,  "ingegneri dell'animo umano" chiamati anch'essi a costruire dal versante culturale il socialismo. 

Gia' nel 1928 il partito pubblico' una risoluzione che dichiarava letteratura, cinema, teatro e musica, mezzi di lotta "contro l'ideologia borghese" ed il pericolo di una sua eventuale rinascita. I progressi dello stalinismo dovevano essere continuamente esaltati , l'obbiettivo era la "totale mobilitazione degli scrittori e artisti sovietici verso l'edificazione socialista". Tutto cio' fu fondamentale per la nascita del culto di Stalin, e chi non si uniformava veniva considerato nemico, le sue opere proibite e, nel migliore dei casi, espulso dall'Unione Sovietica. Gli storici dovevano rimarcare con forza i progressi "straordinari" fatti dalla Russia sovietica messi a confronto con quella che era la realta' zarista.

Stalin insisteva che si evidenziasse come in passato la Russia "arretrata ed ignorante" era sempre stata umiliata "dai khan mongoli, dai turchi, dagli svedesi, dai capitalisti inglesi e francesi". Ma al contempo andava agitava la bandiera nazionalista richiamandosi a quelli che erano stati gli episodi piu' gloriosi del passato , rifacendosi a personaggi come Nevskij, all'epopea della grande guerra nordica di Pietro il Grande, alla storica battaglia di Borodino contro Napoleone del 1812, ovvero a quelle definite "le sole luci del popolo russo in una storia fatta solo di umiliazioni". 

Stalin doveva essere dunque agli occhi del popolo colui che rinverdiva i fasti migliori della Russia e li riproponeva, l'uomo che , dopo aver gettato al vento le utopie trozkiste sulla rivoluzione mondiale, stava adesso guidando con realismo e mano ferma la Russia , dimostrando che era possibile costruire il "socialismo in un solo paese".  Lo storico doveva presentare Stalin come l'unico e fedele continuatore dell'opera di Lenin, l'unico che aveva difeso i principi marxisti-leninisti contro i traditori quali Trockij, Kamenev o Bucharin. 

Nel 1938 fu pubblicata "La Storia del Partito Comunista dell'Urss" in cui tutte queste tendenze vennero rispecchiate; libro che divenne il "breviario per tutti i comunisti del mondo". Nell'ambito letterario fino al 1932 la scena era stata dominata dal RAAP (associazione russa scrittori proletari), abolita proprio nel 1932 perche' non considerata sufficientemente adeguata e sostituita dall'"Unione degli scrittori sovietici" in cui un ruolo preminente lo giocò il celebre scrittore Gorkij che ben preso diventò uno dei maggiori organizzatori della cultura sovietica. (pare tra l'altro che l'abolizione del RAAP, fosse stata voluta proprio da Gorkij).

 A partire dal 1932 quindi in ambito letterario venne ammessa la sola tendenza del "realismo socialista", e lo scrittore, similmente agli storici, doveva esaltare con racconti credibili i progressi della Russia sovietica, paragonati all'arretratezza degli anni prerivoluzionari e scagliarsi sempre contro le "ingiustizie del mondo capitalista occidentale". Tutti i letterati vennero obbligati a giurare fedelta' all'Unione degli Scrittori, chi non lo faceva diventava nemico del popolo. 

Gorkij, in quello che è stato chiamato l'appello agli scrittori sovietici così si esprimeva: 

"la guida della letteratura da parte del partito deve essere del tutto purgata da qualunque influenza filistea, i membri del partito attivi in campo letterario devono impegnarsi a insegnare idee capaci di mobilitare le energie del proletariato in tutti i paesi in vista della battaglia per la liberta', ma devono anche dar prova di autorevolezza morale , perche' gli operatori culturali siano consapevoli della loro responsabilita' collettiva per quanto accade nelle loro file. La letteratura sovietica, con la sua ricchissima gamma di talenti e il numero crescente di nuovi e dotati scrittori, deve essere come un organismo collettivo , come un possente strumento della cultura socialista". 

Nei fatti Gorkij fu il maggiore organizzatore della cultura sovietica, egli poteva avere contatti con l'occidente nei quali negò sempre che in Russia vi fosse un regime, che vi fossero campi di concentramento o qualunque repressione. Ed in quegli anni, una cultura del tutto "regimentata", conobbe ben poche pagine degne di nota; ben presto agli occhi di milioni di russi Stalin divenne "guida e maestro dei lavoratori di tutto il mondo", "massimo condottiero dei popoli", "padre dei popoli", "fedele compagno amico ed esemplare continuatore dell'opera di Lenin" (naturalmente quello che Lenin aveva scritto su Stalin nel suo testamento venne accuratamente nascosto).

 Nel 1935 poi tocco' al cinema giurare fedelta' al partito, e similmente di quanto avvenuto per gli scrittori,  i registi che non giuravano diventavano controrivoluzionari. La Pravda di Mechlis era poi il giornale ufficiale del partito. Inoltre sempre fondamentale era toccare l'orgoglio patriottico, dimostrare che la Russia "si era alzata in piedi" (parole che nel 1950 MAO ripete' per la Cina dopo la conclusione vittoriosa della guerra contro i nazionalisti di Chiang-Kai-Sheek e la nascita della Repubblica Popolare Cinese). 

In quest'ottica, famose furono le maestose parate sulla Piazza Rossa, le feste pubbliche per l'inaugurazione o la costruzione di un qualsiasi palazzo, di un canale o di una ferrovia. 
Stalin poi comincio' astutamente ad edulcorare la sua immagine di uomo d'acciaio (come dice il suo nome) , cominciò a voler essere presentato come l'eroe fermo e deciso ma anche dal cuore magnanimo, il "grande umanitario" come lo definirono i suoi corifei, o addirittura "il miglior amico dei bambini". Nella parate sulla Piazza Rossa migliaia di bambini venivano fatti sfilare attorniati da fiori, cantando canzoni patriottiche e portando cartelli che recitavano in gran parte cosi' "Grazie a Stalin, il piu' grande amico di noi fanciulli".

 Il "KOMSOMOL" era poi l'organizzazione giovanile comunista. La Russia fu poi riempita di migliaia e migliaia di manifesti, ritratti o statue di Stalin. Tutto cio' gioco' un ruolo di importanza capitale per la creazione del consenso, basti pensare per paragone all'importanza che Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich, ebbe nel creare il culto di Hitler. (curioso notare come proprio Goebbels defini' di straordinario impatto emotivo il famoso manifesto che raffigurava Marx, Engels, Lenin e Stalin di profilo con lo sguardo rivolto al cosidetto "sole dell'avvenire"). 

Stalin cosi' indubbiamente riusci' a crearsi un vasto strato di consenso nella società; per molte persone la Russia staliniana era quella dell'impetuosa crescita economica e della imponente industrializzazione, ignorando che tutto cio' era dovuto in larga misura allo sfruttamento coatto di milioni di lavoratori ed ignorando i drammi della collettivizzazione, una Russia nella quale tuttavia per alcun gruppi di persone la vita cominciava a diventare davvero migliore il che bastava a renderli fedeli a Stalin. 

L'immagine con la quale abbiamo iniziato la pagina, è una delle tante icone che andarono a sostituire quelle religiose, ed iniziarono  a  capeggiare immancabilmente  in ogni casa, in ogni sala da pranzo, in ogni asilo, scuola, fabbrica o nei luoghi  del "nuovo culto". 

 

ILLUSTRIAMO ORA   LE FASI CHE PORTARONO
(A PARTIRE DALL'OMICIDIO DI KIROV)
1937 - AL GRANDE TERRORE


Boris Kustodiev -  "La morte   entra  a  Mosca"

Gli anni che andarono dal 1937 all'estate del 1938 nell' URSS coincisero con quello che e' stato definito il "grande terrore", il periodo della piu' brutale violenza di stato durante il quale migliaia di persone, anche fedeli al regime, vennero imprigionate o fucilate.

Ma quali erano i veri obiettivi di STALIN? perche' un inasprimento tale da portare alla morte anche numerosi sostenitori del sistema sovietico?

Negli anni che precedettero il 1937 i conflitti tra Stato e Societa', parevano essersi attenuati, era stato ristrutturato l'apparato giudiziario, vi furono amnistie e furono aboliti i tribunali speciali.

L' Urss andava predicando un accordo con le potenze occidentali in funzione anti-nazista ed era necessario dare una buona immagine di se', dopo le convulsioni che fecero seguito alla crisi degli ammassi del 1927 e all'omicidio del funzionario bolscevico KIROV.

Tuttavia le cose ben presto, mutarono, l'occidente attuo' una politica incerta che spesso parve preferire HITLER a STALIN, il quale comincio' a sentirsi circondato da potenze ostili e nemiche pronte a rovesciarlo.

La svolta decisiva ci fu quando EZOV divenne capo della polizia politica sovietica, l' NKVD. Ezov fu tra i massimi artefici del terrore.

Stalin ben presto cominciò ad esasperare i suoi sospetti e la sua diffidenza; l'accordo con l'occidente non c'era, e il mito del complotto comincio' ad affollare la sua mente e in crescendo sempre di piu' le menti dei capi sovietici a lui molto vicino.

MOLOTOV, ministro degli esteri sovietico, disse poi negli anni 60 "l'inasprimento fu necessario, eravamo invasi da spie al soldo occidentale, ci avvicinavamo alla guerra e non era possibile entrarci senza emarginare i sabotatori". In effetti, il grande terrore parve attenersi al principio del "cada pure una testa in piu', l'importante è avere uno stato sicuramente fedele".

Per cadere nelle maglie repressive bastò allora avere un passato scomodo, aver fatto parte di gruppi di opposizione all'interno del partito, aver espresso dubbi su Stalin o essere stati candannati in passato anche per pene lievi. Tutte queste erano persone sospette, non si sarebbe stati sicuri di loro in caso di bisogno, come disse KAGANOVIC, altro funzionario sovietico "per costruire un ponte, un canale o un esercito servono anni e milioni di persone, mentre per sabotarlo basta poco tempo e poche decine di persone"

Ed inoltre ci fu la ripresa delle brutali repressioni dei KULAK, contadini diventati ricchi con le derrate che nascondevano all'ammasso, oltre alle deportazioni di coreani, giapponesi e polacchi che si trovavano in Russia.

Celebri furono le purghe nel partito, numerosi dirigenti vennero accusati di lassismo, di essersi adeguati a rendite di posizione e percio emarginati e sostituiti con nuovi e giovani dirigenti a Stalin totalmente fedeli.

L'ORGANIZZAZIONE DEL TERRORE

La centrale era Mosca, da qui nel luglio del 1937 le sezioni locali del partito furono messe in guardia contro i presunti sabotatori, fino a che scatto' l'operazione 00447.

Da Mosca in ogni provincia e distretto vennero inviate un numero di quote di persone che dovevano essere o arrestate o fucilate. Ai dirigenti locali spettava di dare un volto a quei numeri, se Mosca richiedeva ad una provincia ad esempio 1000 arresti, la quota doveva essere raggiunta. Fu cosi' che solerti dirigenti locali per raggiungere i numeri stabiliti finirono con l'arrestare numerosi innocenti.

A livello locale si dovevano perciòfare delle liste di persone che speciali commissioni tripartite, ovvero tribunali speciali, avrebbero processato.

Contemporaneamente doveva essere diffuso il mito del complotto, la gente doveva credere che chi era stato arrestato era davvero colpevole e andava giustamente punito; numerosi furono i processi pubblici e le assemblee che dovevano insegnare al popolo come smascherare una spia. Tutti dovevano convincersi che feroci elementi antisovietici e traditori operavano sul suolo russo.

Il risultato fu la totale affermazione di Stalin sul partito e sulla società.

Nel partito venne favorito un violento ricambio generazionale, i vecchi funzionari fatti fuori e sostituiti da giovani elementi che solo a Stalin dovevano il fatto di aver fatto carriera e perciò gli furono sempre fedeli.

Nonostante le violenze di quel periodo, molta gente comune continuò a credere in Stalin che agi' abilmente sconvolgendo la coscienza collettiva.

Il grande terrore finìquando Stalin si accorse che cominciava ad essere troppo pericoloso continuare con una legislazione ultrarepressiva, ma anche perchè i suoi diabolici obbiettivi li aveva raggiunti.

Di li a poco iniziò la Seconda guerra mondiale, la Russia staliniana fu da tutti sottovalutata, in realtà ad un prezzo umano terribile, Stalin era riuscito a fare della Russia una superpotenza capace di sorprendere e quindi a non farsi travolgere dalle armate naziste.

L'occidente che per anni aveva escluso la possibilità di ogni accordo con Stalin, dovette ricredersi di fronte alla terribile minaccia nazista e così la Russia fu alla fine, anche grazie alla celebre resistenza di Mosca, la vittoria di Stalingrado e a Kurks, tra le potenze vincitrici del conflitto.

IL CULTO DI STALIN RAGGIUNSE L'APICE.

Solo nel 1956 KRUSCIOV svelò i terrori degli anni 30, gli anni del dominio di un dittatore che trasformò un paese agricolo in una superpotenza industriale e militare infliggendo al proprio paese numerose enormi violenze, pur riuscendo a guadagnarsi un indiscutibile consenso

(by GIACOMO PACINI)

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