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Il calcio era conosciuto fin dai tempi greci come l'episciro, (episkyros) giocato con i piedi,e il pheninda giocato utilizzando anche le mani. Nel mondo romano prese il nome di harpastum, o anche detto in volgare il piede-palla.
Conosciuto in tempi antichi si praticava anche in Cina, chiamato tsu ciu, che significa calcio palla.Nel periodo rinascimentale fu molto praticato e giocato nelle piazze di Firenze. Con alcune regole, lo si chiamò calcio fiorentino (florentinum harpastum). Abbiamo però molte testimonianze che si giocava anche a Bologna, Padova, Urbino, Mantova e Venezia. In alcune città lo si proibì perchè si era trasformato in un gioco violento sia con i giocatori che con i tifosi.
I primi trattati dedicati al calcio sono proprio fiorentini, di Antonio Scaino, Trattato del gioco della palla, e quello di Giovanni de Bardi, Discorso sopra il gioco del calcio fiorentino.
Dai due trattati scopriamo che questo antico gioco della palla era molto diverso dal moderno calcio; le caratteristiche sono piuttosto più vicine al rugby che non al calcio moderno.
Discorso a parte, merita un accenno al PALLONE COL BRACCIALE, che lo stesso Scaino accenna nel suo trattato (vedi a proposito altre pagine su questo sito)
Con una fisionomia simile all'attuale cominciò ad essere praticato in Inghilterra verso il 1700.Soprattutto in alcune scuole dove si accese la disputa per alcune regole, soprattutto quelle che dovevano decidere se giocare solo con i piedi o utilizzare anche le mani.
Lo scontro portò a due correnti: Quella dell'Università di Rugby impose il suo regolamento "mani e piedi" e il contatto anche violento con l'uomo, mentre le altre, più portati all'eleganza che non alla irruenza, per distinguerlo nettamente lo chiamarono "piede-palla", cioè "foot-ball".
Per l'obiettivo della palla, cioè la "rete," il primo scelse come nome "meta" nome greco, il secondo "goal" che significa sempre la stessa cosa, meta, tradotto in inglese.Nelle maggiori Università ebbe molta più fortuna il secondo regolamento. A Cambridge nel 1846 nacque la prima squadra di vero calcio moderno, il Cambridge Club Football. Quella di Harrow la imitò; sorta nel 1855 il suo regolamento fu di un "RIGORE" bizzarro: per evitare che qualcuno toccasse la palla con le mani, fu imposto ai giocatori di indossare guanti bianchi.
Nel 1857 nacque l'Hallam Club Football, nel 1859 il Forest Club Football, nel 1862 a Nottingham il Nott County Football. All'inizio del 1863 si contavano 11 squadre. Un giorno (il 26 settembre) gli undici rappresentanti si riunirono alla Taverna Massonica del quartiere londinese di Lincoln.
Il 26 OTTOBRE 1863 diedero vita al FOOTBALL ASSOCIATION.
Seguirono altre riunioni "tecniche" per stendere un regolamento. Ma qui iniziarono le accese discussioni su vari punti discordanti; finchè il successivo 9 dicembre ci fu una scissione fra chi voleva il rugby e chi il calcio.
Noi seguiamo questi ultimi.Scrissero il regolamento: misura del campo (max 120x90), misura e peso della palla (0,71 di circonferenza), numero dei giocatori (11), il tempo di gioco (90 minuti diviso in due tempi), i falli, le punizioni. Rimaneva l'annoso problema dell'uso delle mani. La soluzione fu quella di punire "rigorosamente " questo tipo di fallo, e nello stesso tempo fu deciso (un compromesso tra i due giochi) l'uomo che poteva utilizzare piedi e mani per parare la palla: il portiere, ma solo nella sua area (detta appunto poi di rigore).
Il Calcio conobbe subito grande popolarita e diffusione, finchè arrivò anche in Italia nel 1893, quando a Genova venne fondata la prima società italiana, dal nome anglofilo GENOVA CRICKET and ATLETIC CLUB.
Poi a Torino nel 1896 nasce la FEDERAZIONE ITALIANA FOOTBALL.
Prenderà poi nel 1909 il nome di FEDERAZIONE ITALIANA GIOCO CALCIO (FIGC).Il gioco nel frattempo era divenuto molto popolare anche in Sudamerica, infatti, nel 1893 era già nata la federazione Argentina, nel 1895 quella Cilena, poi subito dopo la Uruguaiana.
Nella Olimpiade del 1908 che ebbe luogo a Londra, il calcio fu inserito nelle discipline olimpiche. S'imposero naturalmente gli inglesi, i "maestri" del calcio, che ripeterono il successo nel 1912 e fino al 1920. Nel frattempo la scuola calcistica sudamericana aveva fatto grandi progressi. Balzò in primo piano nel 1924 l'Uruguay, che ripetè il trionfo nel 1928, anno in cui l'Italia di Mussolini si classificò al terzo posto.
Nel 1930 alle Olimpiadi, si affiancarono i Campionati del Mondo. Nella prima edizione confermò il predominio l'Uruguay vincendo sull'Argentina, un'altra emergente nel calcio d'oltre oceano, confermando così il predominio e l'"alta scuola" sudamericana.Non rimase indietro la "scuola italiana", quella guidata da POZZO; nel giro di quattro anni s'impose, vincendo la Coppa del Mondo 1934, poi quella del 1938 e i Giochi Olimpici del 1936, regalando a Mussolini un grande successo d'immagine.
IL CAMPIONATO DI CALCIO
In Italia il CAMPIONATO ITALIANO di CALCIO, ebbe luogo nel 1898: vi parteciparono quattro squadre e si svolse in una sola giornata. Vinse il Genoa. Aumentando la popolarità del gioco del calcio, alla squadra ligure con Milan, Juventus, Pro Vercelli e Internazionale si aggiunsero altre squadre cittadine e provinciali come la Novese, il Casale, la Pro Vercelli, l'Alba, e molte altre. Tutto era affidato alla passione di alcuni gruppi di sportivi locali, che spesso furono in grado - con quasi nessuna spesa di gestione - far nascere nelle piccole cittadine un tifo maggiore che non nelle grandi città urbane.
Presto il fenomeno non passò inosservato agli attenti operatori economici: le manifestazioni iniziavano a spostare molti tifosi o creavano nella sede della partita un notevole indotto commerciale, con l'entusiastica partecipazione della folla, pari se non superiore alla festa annuale del paese.Scoperto il grande business, volendo fare le cose per bene (impianti, attrezzature, manifesti stampati, ingaggio allenatore a tempo pieno ecc.) per far assistere alla partita si cominciò a far pagare gli spettatori un biglietto per coprire alcuni costi, come il viaggio degli atleti nelle trasferte o dare un compenso ai giocatori reclutati fuori provincia. (Un vezzo che inizia a diffondersi per rendere più agguerrita la propria squadra locale).
Nelle grandi città di squadre locali ne nacquero perfino due: come a Torino che pur avendo già una squadra (la Juventus) diede vita il 3 dicembre 1906 un'altra squadra, il Torino, meno aristocratica, più popolare, quindi antagonista all'altra. La stessa cosa poi accadde a Milano quando nel 1908 nacque l'Internazionale. Poi comparve la squadra del Bologna, in seguito le altre. Alcune emersero in sordina, altre in un modo strepitoso, dovuto non ai mezzi a disposizione ma per la presenza nel vivaio locale di alcuni fuoriclasse, subito bramati dalle grandi squadre che così a colpi di compensi sempre maggiori, assicurandoseli, iniziarono la loro incontrastata supremazia sulle città piccole; salvo qualche eccezione.
Ma la vera storia del Calcio Italiano, comincia con l''istituzione del Torneo a girone unico, la cui prima edizione si svolse nel 1929-30 con la partecipazione di diciotto squadre (poi sedici, ventuno, e poi ancora sedici a partire dal 1967-68). Fu proprio da questa competizione professionistica che nacque una grande potenzialità agonistica e quindi una ampia selezione dei giocatori, che dopo appena quattro anni permisero all'allenatore della nazionale italiana Pozzo di mietere successi uno dietro l'altro in campo mondiale.
Dal 1949 la Federazione consentì il tesseramento di giocatori stranieri, che migliorò lo spettacolo grazie all'apporto di elementi stranieri, ma nello stesso tempo trasformò subito in una grande industria il calcio, con le società modificate da club dilettantistico, in società per azioni, la cui pubblicità della squadra va indirettamente a vantaggio delle altre attività economiche dell'azionista. Spesso una personalità del mondo economico - che sfrutta la popolarità della squadra per dare valore aggiunto ai suoi prodotti, o, come ai tempi di Pompei, conquistare simpatie dai tifosi, avere consensi dalla folla, quando poi decide di "scendere in campo" per entrare in una competizione politica
Servirsi delle insegne del calcio per scopi personali ed elettorali, era già duemila anni fa una furbesca risorsa nel costume greco e poi in quello romano. Il tifo del calcio, anche allora era sfruttato dall'ambizione di qualche arricchito, che senza molti riguardi, sponsorizzando una squadra, mercificava per i suoi scopi economici o politici, la manifestazione, i giocatori, i tifosi.
Le iscrizioni venute alla luce a Pompei, offrono delle testimonianze inequivocabili. Esempio: il "Palazzinaro" arricchito Aulo Vettio, grande mecenate del calcio, decise di "scendere in campo" anche nella politica e opportunisticamente si mise a cercare i voti con la propaganda elettorale murale presso i tifosi della squadra che sponsorizzava, dichiarando di essere meritevole di voti per il lodevole e munifico piacere e per il godimento che lui "donava" al "popolo" con la "sua" "squadra di palla" molto famosa.
Per ottenere questo consenso, utilizzò nella sua propaganda elettorale il nome, le insegne e i colori della squadra per farsi eleggere senatore. Come uomo politico non é rimasto di lui nulla, é passato alla storia solo per aver scalato il Senato utilizzando i piedi e non la testa. (Facciata della Casa di Giulia Felice - documento al Museo di Pompei CIL, IV, n. 1147)
Nulla di nuovo! Anche oggi sappiamo come iniziò in Italia un noto partito politico.Questo bisogno e l' esigenza di aumentare il numero degli spettatori (oltre all''indotto - oggi Tv, giornali, supporter) ha trasformato quindi il meccanismo della gestione e della composizione delle squadre in un'impresa, quindi in un "valore" aziendale, e spesso in una "proprietà" personale, rappresentata da attrezzature e da un "parco giocatori". A questo proposito si può osservare che il calcio è l'unica attività economica che ancora oggi si basa su un sistema di compravendita di uomini: i giocatori.
Lasciamo però questo aspetto etico-economico-sociale-politico ai futuri storici
e inoltriamoci nella storia delle competizioni che appassionano le folle di tutto il mondo
1930 - URUGUAY - ARGENTINA 4-2 | 1934 - ITALIA - CECOSLOV 2-1 |
1938 - ITALIA - UNGHERIA 4-2 | 1950 - URUGUAY - BRASILE 2-1 |
1954 - GERM. (Rft) - UNGHERIA 3-2 | 1958 - BRASILE - SVEZIA 5-2 |
1962 - BRASILE - CECOSLOV. 3-1 | 1966 - INGHILTERRA-GERM (Rft) 4-2 |
1970 - BRASILE - ITALIA 4-1 | 1974 - GERM. (Rft) - OLANDA 2-1 |
1978 - ARGENTINA- OLANDA 3-1 | 1982 - ITALIA - GERM 3-1 |
1986 - ARGENTINA -GERM (Rft) 3-2 | 1990 - GERM (Rft) - ARGENTINA 1-0 |
1994 - BRASILE - ITALIA 3-2 | 1998 - FRANCIA - BRASILE 3-0 |
2002
- BRASILE - GERMANIA 2-0 |
2006 - ITALIA - FRANCIA 5-3 (ai rig.) |
2010 - SPAGNA - OLANDA 1-0 | 2014 - GERMANIA - ARGENTINA 1-0 |
2018 - FRANCIA - CROAZIA 4 - 2 | 2021 - ITALIA - INGHILTERRA 4-3 (ai rig.) |
CAMPIONATO DI SERIE A
1898 - GENOA | 1899 - GENOA |
1900 - GENOA | 1901 - MILAN |
1902 - GENOA | 1903 - GENOA |
1904 - GENOA | 1905 - JUVENTUS |
1906 - MILAN | 1907 - MILAN |
1908 - PRO VERCELLI | 1909 - PRO VERCELLI |
1909-10 - INTERNAZIONALE | 1910-11 - PRO VERCELLI |
1911-12 - PRO VERCELLI | 1912-13 - PRO VERCELLI |
1913-14 - CASALE | 1914-15 - GENOA |
1915-16,
1916-17, 1917-18, 1918-19 Non disputato |
|
1919-20 - INTERNAZIONALE | 1920-21 - PRO VERCELLI |
1921-22 - PRO VERCELLI ( * ) | 1922-23 - GENOA |
1923-24 - GENOA | 1924-25 - BOLOGNA |
1925-26 - JUVENTUS | 1926-27 - TORINO (poi revocato) |
1927-28 - TORINO | 1928-29 - BOLOGNA |
1929-30 - AMBROSIANA-INTER | 1930-31 - JUVENTUS |
1931-32 - JUVENTUS | 1932-33 - JUVENTUS |
1933-34 - JUVENTUS | 1934-35 - JUVENTUS |
1935-36 - BOLOGNA | 1936-37 - BOLOGNA |
1937-38 - AMBROSIANA-INTER | 1938-39 - BOLOGNA |
1939-40 - AMBROSIANA-INTER | 1940-41 - BOLOGNA |
1941-42 - ROMA | 1942-43 - TORINO |
1943-44, 1944-45 Non disputato | 1945-46 - TORINO |
1946-47 - TORINO | 1947-48 - TORINO |
1948-49 - TORINO | 1949-50 - JUVENTUS |
1950-51 - MILAN | 1951-52 - JUVENTUS |
1952-53 - INTERNAZIONALE | 1953-54 - INTERNAZIONALE |
1954-55 - MILAN | 1955-56 - FIORENTINA |
1956-57 - MILAN | 1957-58 - JUVENTUS |
1958-59 - MILAN | 1959-60 - JUVENTUS |
1960-61 - JUVENTUS | 1961-62 - MILAN |
1962-63 - INTERNAZIONALE | 1963-64 - BOLOGNA |
1964-65 - INTER | 1965-66 - INTER |
1966-67 - JUVENTUS | 1967-68 - MILAN |
1968-69 - FIORENTINA | 1969-70 - CAGLIARI |
1970-71 - INTER | 1971-72 - JUVENTUS |
1972-73 - JUVENTUS | 1973-74 - LAZIO |
1974-75 - JUVENTUS | 1975-76 - TORINO |
1976-77 - JUVENTUS | 1977-78 - JUVENTUS |
1978-79 - MILAN | 1979-80 - INTER |
1980-81 - JUVENTUS | 1981-82 - JUVENTUS |
1982-83 - ROMA | 1983-84 - JUVENTUS |
1984-85 - VERONA | 1985-86 - JUVENTUS |
1986-87 - NAPOLI | 1987-88 - MILAN |
1988-89 - INTER | 1989-90 - NAPOLI |
1990-91 - SAMPDORIA | 1991-92 - MILAN |
1992-93 - MILAN | 1993-94 - MILAN |
1994-95 - JUVENTUS | 1995-96 - MILAN |
1996-97 - JUVENTUS | 1997-98 - JUVENTUS |
1998-99 - MILAN | 1999-00 - LAZIO |
2000-01 - ROMA | 2001-02 - JUVENTUS |
2002-03 - JUVENTUS | 2003-04 - MILAN |
2004-05 - JUVENTUS (revocato) | 2005-06 - INTER |
2006-07 - INTER | 2007-08 - INTER |
2008-09 - INTER | 2009-10 - INTER |
2010-11 - MILAN | 2011-12 - JUVENTUS |
2012-13 - JUVENTUS | 2013-14 - JUVENTUS |
2014-15 - JUVENTUS | 2015-16 - JUVENTUS |
2016-17 - JUVENTUS | 2017-18 - JUVENTUS |
2018-19 - JUVENTUS | 2019-20 - JUVENTUS |
2020-21 - INTER | 2021-22 - MILAN |
2022-23 NAPOLI | 2023-24 -INTER |
( * ) Nel 1921-22 si sono avute due squadre campioni d'Italia in seguito alla divisione della Federcalcio in F.I.G.C. e C.C.I.;
se non l'abbiamo già fatto, gentilmente aggiornate la pagina inviandoci una e-mail
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