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LA CIVILTA' PERDUTA DI THERA
(O DI ATLANTIDE?)
THERA è una isola dell’Egeo che si trovava a circa 78 miglia a nord-est di Creta.
I resti di Thera che oggi prende il nome di Santorini era una delle 220 isole sparse in un grande "cerchio" disordinato e perciò dette le Cicl-adi. Prima per secoli a cominciare dell’Età del Bronzo gli abitanti di queste Cicladi aveva dominato il Mediterraneo distanziando la stessa Creta nel commercio.
Ma prima della scomparsa, Thera nel lontano passato era stata fino allora la gemma della corona di una sua cultura.Platone e Crizia descrissero questa zona come un territorio di una ipotetica civiltà del passato remoto (un Mito), esistita ca. 9000 anni prima, che controllava politicamente l'Africa fino all'Egitto e l'Europa fino all'Italia. Era il limite estremo del mondo allora conosciuto. La chiamarono Atlantide ma la collocarono oltre e di fronte le Colonne d'Ercole (Gibilterra) e che le Canarie e le Azzorre sarebbero gli ultimi avanzi.
Ma nessuno ha mai dimostrato che qui vi era la "vera" Atlantide storica o platonica. Le ipotesi sull'effettiva collocazione di Atlantide sono le più svariate. Più che un ricordo del passato Platone ne fece una (romazesca) leggenda, un mito, legando certi fatti alla antica vita di Atene, ma Indicando non l'Egeo ma un ipotetico continente. Infatti questo Atlantide da Platone vagheggiato è stato cercato da tantissimi studiosi ma senza risultato. Nessuno ha mai dimostrato essere "vera" l'Atlantide storica platonica.il mito di Atlantide è esclusivamente una creazione di Platone. Ma forse lui allude in qualche modo ad una vera realtà che era però avvenuta nell'Egeo 9000 anni prima di Platone.
Andiamo infatti ora nell'Egeo. Qui prima di una sconvolgente eruzione, esisteva Thera un’isola rotonda e fiorita che circondava una montagna conica che si levava per un miglio d’altezza del mare. Oggi la maggior parte di quella montagna è oggi sparita .
I geologi hanno accertato dai loro studi che un breve ma terribile episodio aveva spento la avanzata civiltà di Thera ed in parte anche nel resto dell' Egeo. Una civiltà che viveva in un vero "Paradiso Terrestre".
Gli abitanti di Thera probabilmente non si erano forse mai resi conto di avere questo paradiso sui pendii di un minaccioso vulcano grande quanto il ns, Vesuvio e l’Etna se non di più. Oltre essere tutta la zona anche una attiva e frequente zona sismica .
In quel giorno fatale certi scossoni della terra aprirono nel vulcano delle crepe sotterranee attraverso le quali l’acqua fredda del mare si infiltrò fino a quella fornace che era dentro e sotto il vulcano. Per un periodo di ore o di giorni la pressione del vapore e dei gas aumentò rapidamente fino a portarsi al punto di rottura. E la lava montò ed eruppe .
Sui pendii la gente vide un fiume di roccia incandescente scendere lentamente verso le case. Ma poi con un tremendo boato assordante la cima della montagna esplose e si disintegrò. Un enorme pilastro di polvere e vapore puntò dritto verso il cielo, per poi ricadere.
Sulla spiaggia tutti avevano cercava di salire sulle barche, di fuggire, di portarsi anche a nuoto verso le stesse. Ma erano ormai condannati. Nessuno si salvò.
Gli indizi geologici hanno dimostrato che Thera subì una eruzione vulcanica della massima violenza. Mai fino allora avvenuta.
Quando il vulcano ebbe in cielo eruttato tutto il suo nucleo ardente il cono svuotato internamente si afflosciò ricadendo su stesso precipitando anch'esso nel proprio lago di lava. Il crollo spalancò improvvisamente una grandissima buca in cui vennero risucchiati all’incirca 62 Km cubi di acqua di mare, e così anche la buca diventò mare.Dopo l’imponente afflusso d’acqua venne il risucchio, un cerchio d’acqua alto più di 30 metri. L’onda dopo aver rovesciato tutte le imbarcazioni annegò tutti salvo quelli che si trovavano sui monti. Inoltre distrusse anche tutte le città costiere. E nel contempo anche una civiltà utopica.
Era un onda che si spostava attraverso l’Egeo e il Mediterraneo a una velocità di più di 100 miglia all’ora. Più tardi esso sommergerà anche il delta egiziano distante 450 miglia marine dove i figli d’Israele lavorarono all’epoca come schiavi .
Dopo tutto questo, l'onda ebbe ancora la forza sufficiente per spazzare via l’antico porto di Ugarit in Siria.
Proprio un ondata di marea simili, potrebbe avere indotto a Noè imbarcarsi sull’arca.Le dieci piaghe d’Egitto ricordate nella Bibbia potrebbero essere spiegate da fenomeni che accompagnano queste grandi eruzioni vulcaniche.
Trombe d’aria inondazioni pioggia rossa sono spesso provocate da perturbazioni metereologiche associate con eruzioni e ci sono onde d’urto aeree distruttive quanto quelle provocate dall’esplosione di oggi di una potente bomba atomica .
Riguardo a Thera parte dell’isola sprofondò nel cratere sottomarino che si era aperto e una parte rimase sepolta sotto spessi strati di cenere vulcanica e di pomice in polvere. Per secoli e secoli rimase un’isola morta. Poi in seguito arrivarono dei contadini greci e vi si installarono .
Il primo sospetto che sotto di loro si trovasse una città sorse nel 19° secolo durante la costruzione del canale di Suez. Alcuni minatori francesi scoprirono che lo strato di cenere vulcanica raggiungeva in certi punti fino a 30 metri di spessore . Tale fatto faceva pensare alla più colossale eruzione della storia. Poi nel 1919, francese Pierre Benoît iniziò a scriverne qualcosa.
A Suez i minatori francesi incuriositi continuarono a scavare. Sotto tonnellate di cenere e di pomice vennero trovati i resti di una civiltà fino allora sconosciuta.Poi arrivarono gli archeologi che ritrovarono delle strutture sotterranee che contenevano affreschi e lavori d’arte molto diversi da tutto ciò che apparteneva alla Grecia classica .
Allora a quello stadio dell’archeologia definire l’età di quei ritrovamenti archeologici non era possibile. Un giovane studioso di archeologia greca Spyridon Marinatos era letteralmente ossessionato da una curiosità di scoprire che cosa fosse realmente avvenuto su quell’isola squallida.
Egli dissotterrò una piccola parte dell’antica città sepolta . E Marinatos espresse la teoria che una eruzione spaventosa avesse distrutto gran parte dell’isola e tutta la sua civilizzazione . Ma fu ignorato dalla maggior parte dei suoi colleghi .
Solo nel 1956 una scoperta accidentale sull’isola di Santorino ( l'antica Thera) risvegliò un maggiore interesse tra gli studiosi di cose antiche .
In fondo al pozzo di una miniera il professor Galanopoulos trovò le rovine annerite dal fuoco di una casa di pietra e i denti di un uomo e di una donna.
Nell’interno c’erano pezzi di legno carbonizzato. L’analisi a radiocarbonio indicavano che erano morti verso il 1400 a.C. su per giù la data assegnata all’eruzione vulcanica. (e non nel 9000).Così la prova cominciò a sembrare convincente . Gli studiosi cominciarono a pensare che una civilizzazione insulare era stata scossa dalle fondamenta abbandonata e sommersa proprio come aveva romanzato Platone, quando aveva accennato alla scomparsa di Atlantide.
Alcuni studiosi giunsero a ipotizzare che invece Thera poteva essere stata realmente il centro o una delle città principali del favoloso supposto impero di Atlantide, dato che i particolari della sua fine corrispondevano alla romanzata storia di Platone.Tra gli altri anche il professore Galano sosteneva la teoria di Atlantide con profonda convinzione. Verso il 1967 molte persone erano interessate al tema, e Marinatos venne incaricato di effettuare scavi sistematici sull’isola. Vi si dedicò per sette anni finché morì in seguito a una caduta sui lavori . Aveva calcolato che occorressero un centinaio di anni di scavi per riportare alla luce l’intera città.
Poi altri proseguirono la sua opera . Ad ogni stagione uno o due case venivano ad arricchire i ritrovamenti si tracciava la mappa di nuove strade nuove strutture venivano rinforzate e restaurate.
Riguardo agli scavi un archeologo disse : "ci aspettavamo di trovare le rovine di una preistorica città, fin dalle fondamenta".
Nella maggior parte dei ritrovamenti archeologici le rovine si e no arrivano al ginocchio.
"Qui abbiamo trovato non delle rovine ma un museo in tre dimensioni: ogni interno perfettamente conservato nel suo involucro sigillato di pomice o di cenere.”
A quanto sembra la città di THERA era disposta a forma di cerchio con la montagna al centro.
Attorno a questa c’erano anelli di terra e di acqua con ponti per collocare gli anelli di terra e canali abbastanza grandi perché le navi collegassero tra loro gli anelli di acqua.
Era una pianta insolita nuova che coincideva con la descrizione fatta da Platone quando scrisse la principale città di Atlantide .
Secondo Platone la (supposta) principale città era proprio questa, fortificata da una cinta di anelli alternati di terra e di mare, e più erano piccoli i più grandi erano l’uno dentro l’altro.
Gli studiosi sono convinti che tutte le città costiere assieme a Thera erano state spazzate via dalla terrificante ondata . Ma nessuno è stato né può essere dimostrato come la "vera" Atlantide storica o platonica. Le ipotesi sull'effettiva collocazione di Atlantide sono le più svariate.
Tuttavia Cnosso era nell’entroterra di Creta a diverse miglia dalla costa per cui era sopravvissuta all’ondata di marea.
Secondo il filosofo greco il porto di Atlantide era costantemente gremito di navi mercantili e di passeggeri in arrivo da tutte le direzioni.
Tali passeggeri erano così numerosi che sia di giorno sia di notte nel porto di Atlantide ed erano presenti grida e un generale frastuono.
Secondo gli studiosi il porto di Thera doveva essere proprio quello di Atlantide a giudicare dai templi e dai quartieri limitrofi con case piuttosto grandi e molto lusso degli arredamenti .
L’assenza di oro e di scheletri faceva pensare che gli antichi abitanti fossero stati messi sull’avviso riguardo il terribile disastro e che riuscirono a fuggire.
Il professore Galanopoulos era convinto che Thera aveva fatto parte della grande civiltà Minoica diffusasi attraverso Creta e poi lungo tutte le coste dell’Egeo.
prof. Giovanni Pellegrino
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