RELAZIONE DELL'AMMIRAGLIO ERNEST J. KING
Comandante in Capo della Flotta degli Stati Uniti e Capo delle Operazioni Navali


LE CAMPAGNE DELLA NUOVA GEORGIA E DI BOUGAINVILLE
(Incluse le Operazioni in Nuova Guinea)

 

L'evacuazione di Guadalcanal, effettuata 1'8 febbraio 1943, non voleva dire certamente che i Giapponesi si stessero ritirando dalle Salomone. Al contrario, appariva evidentissimo che essi avrebbero fatto ogni sforzo per mantenere le loro posizioni nelle Salomone ed in Nuova Guinea. Per conseguenza, dopo averli cacciati dalle Salomone Meridionali, il nostro obiettivo doveva essere ora quello di sloggiarli anche dalle Salomone settentrionali.

La posizione nemica più importante nelle Salomone Settentrionali consisteva nel campo d'aviazione costruito a Punta Munda, sulle costa sud-occidentale dell'Isola di Nuova Georgia: ma era stata iniziata, verso la fine di dicembre anche la costruzione di una base secondaria presso la foce del fiume Vila sulla punta meridionale dell'isola di Kolombaranga. Questi due aerodromi costituivano una minaccia alla nostra posizione di Guadalcanal, a circa 320 km. di distanza, e furono quindi ripetutamente attaccati dalla nostra aviazione di base a Guadalcanal durante i mesi di gennaio, febbraio e marzo. Inoltre, le nostre unità di superficie effettuarono anch'esse una serie di bombardamenti contro quelle posizioni. Munda fu bombardata la notte del 4 gennaio da una formazione di incrociatori e cacciatorpediniere; la regione Vila-Stanmore dell'isola di Kolombangara fu bombardata la notte del 23-24 gennaio; le notti del 5-6 marzo e 12-13 maggio entrambi gli aerodromi furono colpiti contemporaneamente. Ma ne le incursioni aeree, nei bombardamenti dal mare riuscirono a mettere fuori combattimento gli aerodromi per più di un giorno o due per volta.

Il 21 febbraio le nostre truppe sbarcarono sull'Isola di Russel, circa 90 km. a nord-ovest di Guadalcanal, e cominciarono subito la costruzione di forti opere di difesa.

II 1° marzo, in un tentativo di rinforzare la Nuova Guinea, i Giapponesi mandarono due convogli, consistenti in tutto di 21 unità, al di là del Mare di Bismarck. Entrambi i convogli furono da noi avvistati e quasi completamente distrutti da aeroplani dell'esercito e degli alleati in tic giorni di attacchi ininterrotti.

Intanto stavamo facendo intensi preparativi per l'invasione della Nuova Georgia; e non ebbero luogo in quel periodo importanti scontri navali, ma le normali operazioni in tutta la zona dei Pacifico Meridionale furono intensificate. Le incursioni aeree giapponesi erano frequenti ed effettuate in forza, nonostante le perdite non indifferenti inflitte al nemico dalle forze di difesa. Durante questo periodo di intensificate operazioni aeree, i nostri apparecchi adoperavano sempre la nostra base avanzata nelle Isole Russell.

Il 16 giugno una delle più violente battaglie aeree del Pacifico ebbe luogo nel cielo di Guadalcanal. Una formazione di circa 60 bombardieri e 60 caccia nemici si scontrò con una formazione di poco più di 100 caccia americani, pilotati da personale dell'esercito, della fanteria di marina e della marina. Lo scontro ebbe termine con la distruzione di 107 apparecchi nemici, e la perdita di sei dei nostri caccia; furono inoltre danneggiati un battello da sbarco (,per carri armati) e una nave da carico.

La notte del 20 giugno, in preparazione dell'attacco alla Nuova Georgia, un gruppo di incrociatori e di cacciatorpediniere al comando del contrammiraglio A. S. Merrill bombardò le zone Vila-Stanmore e Buin-Shortland presso la punta sud-orientale dell'Isola di Bongainville. Quando l'operazione era già in corso, furono anche ripetutamente attaccati gli aerodromi di Munda e di Vila.

Il 30 giugno effettuammo degli sbarchi di sorpresa nei gruppi di Isole Woodlark e Trobriand tra le Salomone e la Nuova Guinea ed a Nassau Bay nella Nuova Guinea, non incontrando quasi nessuna resistenza. Lo stesso giorno truppe dell'esercito della fanteria di marina effettuarono degli sbarchi simultanei rispettivamente nei porti di Rendova e di Viru. Due gruppi di cacciatorpediniere protessero lo sbarco a Rendova e ridussero al silenzio le batterie nemiche di terra a Punta Munda. Gli aeroplani nemici che attaccavano le nostre navi da trasporto ed i nostri cacciatorpediniere furono respinti dai nostri caccia di scorta od abbattuti dalle batterie anti-aeree delle navi, ma gli aerei nipponici riuscirono, ciò nonostante, ad affondare la nostra nave da trasporto McCawley.

Il 2 ed 3 luglio facemmo degli sbarchi nella Nuova Georgia e sull'Isola di Vanganu e sud-est della Nuova Georgia. Durante la notte del 4-5 luglio una squadra di incrociatori e cacciatorpediniere americani bombardarono posizioni nemiche e postazioni di artiglieria sulle isole di Kolombangara e di Nuova Georgia, per proteggere i nostri sbarchi Rice Anchorage. Durante questo bombardamento il cacciatorpediniere Strong fu colpito ed affondato da siluri e dal tiro delle batterie della cesta. Subito dopo il bombardamento effettuammo altri sbarchi per impadonirci delle Isole di Enogai e di Bairoko.


LA PRIMA BATTAGLIA DEL GOLFO DI KULA

Mentre il "direttissimo di Tokio" faceva i suoi continui voli notturni sullo Stretto di Blackett ed il Golfo di Kula per rifornire e rinforzare le truppe giapponesi a Vila ed in altre posizioni, una formazione di incrociatori e cacciatorpediniere americani, al comando del contrammiraglio W. L. Ainsworth, fu mandata ad intercettare il nemico. Nelle prime ore del mattino del 6 luglio, le nostre navi presero contatto con due formazioni nemiche nel Golfo di Kula. Le nostre unità aprirono il fuoco con effetto disastroso sul primo gruppo nemico e successivamente diressero il fuoco contro il secondo gruppo, con risultati altrettanto soddisfacenti. Il nemico replicò quasi esclusivamente con lancio di siluri. Non fu possibile determinare esattamente l'entità dei danni inflitti al nemico, ma è probabile che due cacciatorpediniere giapponesi siano stati affondati.
Ma fu silurato ed affondato anche il nostro incrociatore Helena: alcuni membri dell'equipaggio furono tratti subito in salvo, mentre altri si diressero verso l'Isola di Vella Lavella, dove furono trovati più tardi.

LA SECONDA BATTAGLIA DEL GOLFO DI KULA

Durante la seconda settimana della campagna in Nuova Georgia, le nostre forze terrestri consolidarono le loro posizioni a Rendeva, Rice Anchorage, Viru e cominciarono a premere su Munda. La marina intanto continuava a proteggere le truppe di terra americane, e ad impedire al nemico di rinforzare la guarnigione di Munda.
Il 12 luglio un'altra formazione al comando del contrammiraglio Ainsworth intercettò nuovamente il "direttissimo di Tokio." Nello scontro che ne seguì il 13 luglio, il nemico si trovava ancora disposto in due gruppi: il primo fu gravemente danneggiato, con un incrociatore probabilmente affondato; il secondo, invece, inflisse danni abbastanza rilevanti alle nostre unità, cioè gl'incrociatori St. Louis e Honolulu furono danneggiati da siluri, mentre il cacciatorpediniere Gwin fu incendiato e dovette essere affondato. L'incrociatore neozelandese Leander fu colpito da un siluro, mentre era impegnato in combattimento col primo gruppo della squadra nemica.
I due scontri nel Golfo di Kula ci costarono perdite considerevoli, ma frustrarono altresì la minaccia di un'azione navale da parte del nemico, che avrebbe potuto mettere in pericolo i nostri sbarchi sulla costa settentrionale della Nuova Georgia; essi inoltre impedirono ai Giapponesi di servirsi della rotta che traversava il Golfo di Kula per rifornire le sue guarnigioni a Vila ed a Munda.

 

* * *

Le nostre truppe di terra nella Nuova Georgia convergevano lentamente su Munda, che veniva anche sottoposto a continui bombardamenti dal mare e dall'aria. Altri attacchi aerei da parte di apparecchi alleati furono effettuati su Ballale, Vila, Vovine Cove, Buin, sull'aerodromo di Kahili e sul porto di Shortland. Durante l'attacco più poderoso, effettuato su Munda il 25 luglio, furono sganciate 186 tonnellate di bombe. Nella campagna di Munda, durata 37 giorni, i nostri aerei distrussero circa 350 aeroplani giapponesi; noi ne perdemmo 93.
L'aerodromo di Munda fu conquistato il 5 agosto, esattamente un anno dopo il nostro primo sbarco a Guadalcanal e sei settimane dopo l'invasione della Nuova Georgia. La caduta di Munda segnò l'apice della campagna delle Salomone Centrali; il porto di Bairoko, circa 12 chilometri più a nord, era l'ultima posizione fortificata giapponese nell'Isola di Nuova Georgia. Vila, sulla punta meridionale dell'Isola di Kolombangara, fu praticamente neutralizzata appena i battaglioni di costruzione ed i reparti del genio ebbero ricostruito le piste dell'aeroporto di Munda.


LA BATTAGLIA DEL GOLFO DI VELLA

Il rapido consolidamento del nostro dominio sulle rotte navali e le gravi perdite navali subite dal nemico durante i mesi di giugno e luglio imposero ai Giapponesi la necessità di rifornire le loro forze a Kolombangara col traffico di barconi, che viaggiavano di notte presso la costa di Vella Lavella. Poichè tuttavia le nostre motosiluranti infliggevano perdite considerevoli ai barconi ed al naviglio da sbarco nemico in quella Zona, i Giapponesi, il 6 agosto 1943, tentarono di mandare equipaggiamento a truppe nel Golfo di Vila tra le isole di Vella Lavella e di Kolombangara sotto la scorta di un incrociatore e tre cacciatorpediniere. Questa operazione, destinata ad appoggiare le truppe nemiche a Vila, provocò in quella Zona il terzo scontro navale in un mese. Un gruppo di cacciatorpediniere americani agli ordini del comandante Frederick Moosbrugger, prese la formazione nemica di sorpresa poco prima di mezzanotte. In un'azione durata circa tre quarti d'ora, i tre cacciatorpediniere giapponesi furono probabilmente affondati. Le nostre forze non subirono alcun danno.

L'INVASIONE DI VELLA LAVELLA

L'Isola di Vella Lavella, circa 22 chilometri a nord-ovest di Kolombaranga, divenne successivamente il nostro obiettivo nella campagna delle Salomone Centrali. Benchè l'isola non fosse occupata dai Giapponesi e non ci aspettassimo una forte resistenza, facemmo tutti i preparativi per poter respingere eventuali attacchi aerei dagli aeroporti a nord.
Il 15 agosto, tre gruppi di navi da trasporto di truppa riuscirono a fare i progettati sbarchi; l'attacco aereo nemico si avverò anch'esso, secondo le previsioni, ma non intralciò grandemente gli sbarchi, grazie al nostro appoggio aereo, che respinse gli apparecchi nemici.

L'AZIONE DEL 17-18 AGOSTO

Il 17 agosto quattro cacciatorpediniere nemici ed un certo numero di barconi furono avvistati in rotta da Bougainville verso sud-est. Quattro nostri cacciatorpediniere, al comando del capitano T. J. Ryan, jr., intercettarono ed attaccarono di notte le forze nemiche a nord del Golfo di Vella. Le nostre unità colpirono i caccia ed i barconi avversari con forte fuoco d'artiglieria, tanto che il nemico abbandonò il campo. I nostri caccia non subirono danni.

La campagna della Nuova Georgia si concluse vittoriosamente con l'occupazione di Porto Bairoko il 25 agosto. I Giapponesi subirono gravi perdite, tentando di portare le loro truppe a Vila attraverso il Golfo di Kula; ma le nostre motosiluranti attaccarono ed affondarono numerosi barconi carichi di personale. In seguito all'occupazione di Bairoko, l'isola di Kolombangara che era ancora in possesso di una guarnigione nemica, si trovava ora tra le nostre forze che dominavano la Nuova Georgia a sud-est e quelle che occupavano Vella Lavella a nord-ovest. Il 27 agosto ci impadronimmo di nuove posizioni, occupando Arundel, e riuscimmo a tenere sotto il tiro delle nostre artiglierie gl'impianti nemici a Vila.

Essendo ormai indebolita la sua potenza aerea, il nemico, in settembre, decise di evacuare Vila e di nuovo tentò di usare dei barconi per l'evacuzione delle truppe, subendo però gravi perdite. Verso la fine di settembre i nostri cacciatorpediniere effettuarono un attacco particolarmente poderoso sui barconi, che fino ad allora erano stati attaccati soprattutto dall'aviazione e dalle motosiluranti. Le perdite di truppe nemiche durante l'evacuazione di Kolombangara furono indubbiamente gravi, e l'intensificata attività che poco dopo si sviluppò più a nord, specialmente in prossimità di Bougainville, fu probabilmente dovuta proprio a quelle perdite.


L'AZIONE DEL 6 OTTOBRE

La notte del 6 ottobre un gruppo formato dai tre cacciatorpediniere Chevalier, Selfridge e O'Bannon, e comandato dal capitano F. R. Walker, avvistò una forza superiore di navi nemiche a sud di Choiscul. Le navi nemiche erano disposte in due gruppi, uno dei quali sembrava composto di un incrociatore leggero e di quattro cacciatorpediniere, e l'altro di quattro cacciatorpediniere.
I nostri caccia, pur essendo inferiori di numero, si accostarono ed attaccarono con le artiglierie e con siluri; la formazione superiore nemica fu respinta con gravi danni, ma noi perdemmo il Chevalier, che fu silurato ed affondato.
Al 6 ottobre il nemico aveva completato l'evacuazione delle sue truppe dalle isole di Vella Lavella e di Kolombangara, e così ebbe termine la campagna delle Salomone Centrali.

 

LA CAMPAGNA DI BOUGAINVILLE

Circa tre settimane dopo l'evacuazione di Kolombangara da parte del nemico cominciammo ad attaccare Bougainville e le isolette a nord ed a sud di essa; le nostre forze aeree avevano nel frattempo quotidianamente bombardato e assai danneggiato gli aerodromi di Kahili, Ballale e Karu.
La notte del 26-27 ottobre invademmo ed occupammo le isole di Mono e Stirling nel gruppo delle Treasury; il 28 ottobre sbarcammo nell'isola di Choiseul, ed il 1° novembre nell'Isola di Bougainville. Gli sbarchi nell'Isola di Mono furono preceduti da bombardamenti da parte di una formazione comandata dal contrammiraglio Wilkinson. Un'altra formazione agli ordini del contrammiraglio Merrill bombardò le posizioni nemiche a Buka e Bonis, nell'isola di Bougainville, immediatamente prima dei. nostri sbarchi. Le unità agli ordini del contrammiraglio Merrill procedettero poi verso le Isole Shortland di fronte alla costa meridionale di Bougainville e bombardarono anche l'Isola di Morgusaia.
Nel frattempo un contingente di Fanteria di marina al comando del tenente generale Vandegrift (che era tornato in quella zona dopo la morte del maggiore generale Barrett) sbarcò alla Baia dell'Imperatrice Augusta quasi nel centro della costa occidentale di Bougainville.

 

L'AZIONE DEL 2 NOVEMBRE

Poco prima di mezzogiorno del 1° novembre, una formazione nemica composta di quattro incrociatori ed otto cacciatorpediniere fu avvistata all'estremo meridionale del Canale di San Giorgio, ma un tentativo di intercettarla da parte delle unità del contrammiraglio Merrill non riuscì, perchè il nemico si ritirò prima di poter essere raggiunto dai nostri. Tuttavia, la mattina seguente una squadra giapponese consistente di tre gruppi di quattro navi l'uno fu attaccata dalle nostre navi. Dopo aver subito danni considerevoli, il nemico si ritirò nuovamente. Noi non perdemmo alcuna nave e subimmo danni relativamente lievi. Il giorno successivo le nostre unità, che si erano ritirate nella Baia dell'Imperatrice Augusta, furono attaccate dall'aviazione nemica, ma subirono danni irrilevanti.

Truppe dell'esercito rinforzarono la fanteria di marina nella Baia dell'Imperatrice Augusta l'8 novembre e, dopo aver consolidato le nostre teste di sbarco, presero l'offensiva contro le truppe nemiche sull'isola. Lo stesso giorno i Giapponesi attaccarono dall'aria una nostra formazione di incrociatori leggeri e di cacciatorpediniere al comando del contrammiraglio DuBose. L'attacco fallì, perchè noi riuscimmo a proteggere le nostre navi da trasporto dagli attacchi nemici, mentre esse si ritiravano da Bougainville.

La notte del 12-13 novembre, mentre eravamo impegnati a proteggere i trasporti di truppa diretti a Punta Torokina, la formazione del contrammiraglio Merrill fu attaccata da forze nemiche.
Il 17 novembre, l'aviazione nipponica attaccò un altro gruppo di navi dirette a Torokina e riuscì ad affondare il trasporto armato Mc Kean.

 

L'AZIONE DEL 25 NOVEMBRE

Il 25 novembre quattro dei nostri cacciatorpediniere in servizio di perlustrazione nella zona tra Buna e Capo San Giorgio, sulla punta meridionale della Nuova Irlanda, attaccarono una formazione superiore nemica con siluri e cannonate, infliggendo considerevoli danni al nemico; nessuna delle nostre navi fu danneggiati.

Durante il mese di dicembre, apparecchi americani di base terrestre continuarono ad attaccare vigorosamente le posizioni giapponesi in tutte le Salomone Settentrionali, col risultato che gli aerodromi nemici nelle regioni di Buka Bonis furono resi quasi del tutto inservibili. Le nostre truppe ed i nostri rifornimenti intanto continuavano a giungere senza quasi incontrare resistenza, alla base di Capo Torokina nella Baia dell'Imperatrice Augusta.

Il 20 dicembre una formazione di cacciatorpediniere americani bombardò un concentramento di truppe giapponesi nella regione nord-orientale di Bougainville ed il 23 una formazione di incrociatori e di caccia bombardò la zona tra Buka e Bonis. Il 27 un'altra formazione cannoneggiò la regione di Kieta.

 

LE OPERAZIONI IN NUOVA GUINEA

Contemporaneamente all'attacco sferrato contro le posizioni giapponesi nelle Salomone Centrali, avevamo lanciato anche una poderosa offensiva nella zona della Nuova Guinea. La notte del 29-30 giugno le truppe alleate fecero uno sbarco, coronato da successo, nella Baia di Nassau, a circa 10 km. dalla base giapponese di Salamaua e risalirono la costa fino a Mubo e Komistum. Dopo lo sbarco, la marina contribuì alla nuova offensiva con aeroplani e motosiluranti, impiegati per molestare il naviglio da sbarco nemico e per impedire l'arrivo di rinforzi. I nostri cacciatorpediniere bombardarono anche difese ed installazioni nemiche.

Il 3 settembre le nostre forze anfibie erano pronte ad avanzare contro le basi navali ed aeree nemiche nella zona del Golfo di Huon, ed una formazione di cacciatorpediniere e di unità minori riuscì a sbarcare la Nona Divisione australiana ed altri reparti di truppa presso Nopoi. Nei giorni successivi altre formazioni navali scortarono altri battelli da sbarco sulle spiagge dell'isola, riuscendo a respingere gli attacchi aerei nemici, e nella notte del 7-8 settembre bombardarono delle posizioni in prossimità di Lae. L'11 settembre le forze alleate occuparono Salamaua e cinque giorni dopo Lae, dando così nuove basi alle nostre forze navali.

Le forze anfibie alleate si prefissero come prossimo obiettivo Finschafen sulla punta orientale della Penisola di Huon. La mattina del 28 settembre una formazione di cacciatorpediniere e battelli da sbarco si diresse verso una spiaggia a circa 9 km. a nord di Finschafen e,. dopo un breve bombardamento, vi sbarcò un forte contingente di truppe australiane. Il 2 ottobre fu occupata Finschafen, e le nostre motosiluranti affondarono un numero considerevole di barconi carichi di truppe nemiche, che tentavano di abbandonare l'isola. Il giorno seguente la nostra squadra di cacciatorpediniere subì la sua prima perdita, quando il cacciatorpediniere Henley fu silurato ed affondato.

Il 1° gennaio gli Alleati sbarcarono in forza a Saidor sulla costa della Nuova Guinea; non incontrarono resistenza, e non si ebbero a deplorare perdite umane.
Il 13 febbraio fu completata l'occupazione della Penisola di Huon, quando le unità australiane provenienti dall'est si ricongiunsero con la 32.ma Divisione americana.

 

RABAUL

Via via che le nostre forze andavano acquistando il sopravvento nella zona delle Salomone e della Nuova Guinea, divenne possibile colpire più direttamente Rabaul. Questo porto, ancora in mano dei Giapponesi, è la chiave di volta per il dominio della zona a sud.

Il 5 novembre una formazione agli ordini del contrammiraglio F. C. Sherman, raggruppata attorno ad alcune navi porta-aerei, sferrò un attacco contro Rabaul. Le bombe ed i siluri lanciati contro il naviglio ancorato in porto arrecarono gravi danni agli incrociatori pesanti ed ai cacciatorpediniere nemici. I nostri aeroplani incontrarono resistenza, ma riuscirono ad abbattere circa 25 apparecchi nemici; noi ne perdemmo tre. A questo attacco effettuato da apparecchi di base sulle porta-aerei si aggiunse lo stesso giorno quello di un numeroso stormo di "Liberator," che causarono gravi danni su tutto il settore del porto di Rabaul.

Una settimana dopo ebbe luogo una seconda serie di attacchi su Rabaul. Questa volta vi furono impegnate due formazioni americane; dalle navi agli ordini del contrammiraglio Sherman partì un buon numero di apparecchi, e, benchè, a causa delle cattive condizioni metereologiche, questi non riuscissero ad infliggere danni altrettanto gravi come quelli della volta precedente, centrarono tuttavia dei cacciatorpediniere nipponici fuori del porto. Lo stesso giorno un'altra formazione al comando del contrammiraglia E. A. Montgomery inviò un potente stormo di apparecchi ad attaccare il naviglio ancorato a Rabaul. Il danno inflitto agli incrociatori ed ai cacciatorpediniere fu rilevante; i nostri apparecchi abbatterono 24 aerei nemici; dei nostri, se ne perdettero sette.

Nelle prime ore dei pomeriggio dell'11 novembre i Giapponesi sferrarono un attacco aereo contro le navi porta-aerei comandate dal contrammiraglio Montgomery. Le nostre navi, però, non subirono alcun danno, mentre i nostri aeroplani e le nostre batterie anti-aeree riuscirono ad abbattere più di cinquanta apparecchi nemici. Noi perdemmo tre aeroplani. Un altro stormo di "Liberator" attaccò Rabaul l'11 novembre.

Durante gli ultimi dieci giorni di dicembre la più importante base giapponese a Rabaul fu colpita da aeroplani delle basi terrestri nelle Salomone ed in altre località del Pacifico meridionale. Il 25 dicembre aeroplani da navi porta-aerei attaccarono Kavieng, un'altra importante base nemica sulla punta settentrionale della Nuova Irlanda. Un cacciatorpediniere fu danneggiato, due navi e tre barconi da carico affondati e danneggiate anche varie altre unità nemiche. La nostra formazione, mentre stava ritornando alla base, fu attaccata in forza da apparecchi nemici, senza subire danni. Il 28 dicembre fu nuovamente attaccata Kavieng, questa volta da nostri apparecchi di base terrestre.
Gli attacchi su Rabaul furono importanti, in quanto distrussero e danneggiarono unità navali giapponesi (ciò che costituisce sempre uno dei principali obiettivi delle nostre incursioni aeree) ed impedì che esse potessero opporsi alla nostra offensiva nelle Salomone Settentrionali, nella Nuova Guinea o nelle Isole Gilbert.

II 1° gennaio ebbe luogo un altro attacco contro Kavieng, eseguito da un gruppo di porta-aerei al comando del contrammiraglio Sherman, e con l'appoggio di un gruppo di corazzate agli ordini del contrammiraglio Lee. Gli obiettivi principali erano due incrociatori nemici ed alcuni cacciatorpediniere nemici, che stavano per entrare in porto. I primi rapporti sullo svolgimento dell'azione indicarono che gli attacchi agl'incrociatori erano stati coronati da successo, e che entrambi erano stati affondati o costretti ad arenarsi. Entrambi i cacciatorpediniere furono colpiti uno con una bomba pesante. Non si sa esattamente quali danni siano stati inflitti ai caccia, ma sembra che essi siano stati gravi per entrambi. Uno stormo di circa venti o trenta apparecchi intercettò le forze attaccanti, ma undici ne furono abbattuti; le nostre perdite ammontarono a due apparecchi da caccia ed uno da bombardamento.

II 4 gennaio un'altra nostra formazione attaccò con buoni risultati due cacciatorpediniere fuori del porto di Kavieng.
L'8 gennaio degl'incrociatori al comando del contrammiraglio Ainsworth bombardarono le Isole Shortland senza incidenti.

Il 15 febbraio tino sbarco alleato in forza sull'Isola Verde (Green Island) a circa 190 km. da Rabaul, potè aver luogo quasi senza opposizione nemica. Lo stesso giorno due gruppi di cacciatorpediniere, comandati l'uno dal capitano di vascello A. A. Burke, l'altro dal capitano di vascello R. W. Simpson, bombardarono Rabaul e Kavieng, senza che attacchi aerei nemici riuscissero a danneggiarli. La formazione che effettuò gli sbarchi era agli ordini dei contrammiraglio Wilkinson, e le forze di assalto erano composte di Americani e Neozelandesi. Una squadra d'incrociatori e di cacciatorpediniere, comandata dal contrammiraglio Ainsworth coprì l'avanzata e poi il ritiro delle forze di assalto. Una formazione aerea comandata dal vice ammiraglio Fitch ed una formazione di appoggio composta d'incrociatori e di caccia al comando del contrammiraglio Merrill parteciparono all'operazione.

CCUPAZIONE DELLE ISOLE DELL'AMMIRAGLIATO

Il 29 febbraio forze anfibie del gruppo del Pacifico Sud-occidentale al comando del contrammiraglio W. M. Fechteler (queste forze comprendevano la Prima Divisione di Cavalleria appiedata) eseguirono una perlustrazione in forza a Los Negros nelle Isole dell'Ammiragliato. Poichè la perlustrazione rivelò che nell'Isola non c'erano forze sufficienti a giustificare il ritiro delle nostre pattuglie da ricognizione, l'isola fu immediatamente occupata. Le forze di copertura erano composte di incrociatori e cacciatorpediniere al comando dei contrammiraglio D.- E. Barbey. Questa fu una manovra brillante della campagna condotta in quella zona del Pacifico sotto la direzione del generale MacArthur.

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