UN PERSONAGGIO LEGGENDARIO !!!

che abitava

NELLA CASA PIU' BELLA DEL MONDO

 

Nella guerra che iniziò in Italia nel 1915
il Monte Cevedale ----- Il Gruppo dell'Ortles ----- Le tre Cime di Lavaredo....

Furono lo scenario di guerra delle epiche battaglie della Prima Guerra Mondiale
Soprattutto lo furono fin dal primo giorno (25 MAGGIO 1915) le ciclopiche montagne dolomitiche
e in particolare LE TRE CIME DI LAVAREDO

 

QUI
LE TRE CIME DI LAVAREDO

(E UNA SINGOLARE STORIA)

La Forcella di mezzo delle Tre Cime di Lavaredo, divideva l'Italia dall'Austria. Il primo giorno di guerra, il 25 maggio 1915 gli italiani vi respinsero il primo attacco austriaco. Un altro fu respinto il 5 luglio. Durante il mese di giugno gli audaci Alpini trasportarono fin sulla vetta della Cima Grande un micidiale cannone di artiglieria e un colossale faro destinato ad illuminare d'improvviso l'attacco notturno sulla quella grande spianata che è a fronte del Rifugio Tre Cime (oggi Rif. Locatelli) - (al di là inizia lo spartiacque allora sotto gli austriaci della Sava. (Il fiume che sbocca sul Danubio e corre verso il lontano Mar Nero!!).
Quel cannone italiano divenne per gli austriaci un maledizione dal cielo, lo soprannominarono "il cannone "che sparava dalle stelle".
Fin dal primo giorno stava iniziando una "battaglia di giganti".


A dirigere i tiri austriaci, dalle pendici del Monte Paternò, vi era....

SEPP INNERKOFLER
(proprietario e custode già da 17 anni del famoso rifugio Tre Cime.).

Nato nell'Alta Pusteria, contadino e scalpellino, amando molto le belle montagne che lo circondavano, imparò già da giovinetto a salirle; in breve tempo divenne un formidabile rocciatore e artefice di numerose vie nelle Dolomiti
(il 28 luglio 1890 poco più che ventenne fece la straordinaria scalata della parete nord della piccola Zinne - Cima Piccola di Lavaredo).


Poi seguirono le altre ascensioni che lo resero in breve tempo un personaggio famoso e ricercato dai ricchi di tutta Europa che volevano essere accompagnati da lui sulle montagne dolomitiche. Una attività che lo portò a guadagnare discrete somme di denaro. Con queste mise su casa e poco dopo sposò Maria Stadler, da cui ebbe sette figli. Con i denari che via via guadagnava aprì prima un rifugio su monte Elmo, poi tre anni dopo aprì il Dreizinnenhütte (oggi rifugio Locatelli) davanti alle Tre Cime di Lavaredo. (che da un po' di tempo riporta il suo originale nome......

Draizinnernhutte.... ....S. Innerkofler


(che io personalmente considero la casa più bella del mondo; 50 anni orsono, il 19 ottobre 1968, nelle sue cuccette ho trascorso con mia moglie il mio primo giorno di luna di miele. Ci ritorno quasi ogni anno. E vi ho poi portato i miei figli, e in questi anni 2000 anche i miei nipotini!

 

E spero presto di ritornarci a 82 anni a celebrare con mia moglie le nostre nozze d'oro).


Il nostro giorno delle nozze

Le Nozze d'Argento (25 anni)

e fra pochi mesi, saremo ancora lì, per le Nozze d'Oro (50 anni)
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FATTO !!!
2018 - MISSIONE COMPIUTA !!



Qui io e mia moglie, con HUGO REIDER il Gestore del Rifugio Locatelli

(ma questa volta abbiamo dormito nelle cuccette del Bivacco).
(Dalla finestra, sopra... una vista sul Paternò
e sotto... le Tre Cime di Lavaredo).

Un luogo affascinante !!!
Chi del resto .... dalla finestra della sua casa......

al tramonto, ha una spettacolare visione come questa?

 

Ad ogni sguardo qui e nei dintorni mi sembra
di guardare con gli occhi di
SEPP INNERKOFLER e di averlo sempre accanto

 

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Quando Il 28 luglio 1914 scoppiò la guerra, SEPP INNERKOFLER aveva quasi 50 anni, quindi non fu richiamato alle armi dall'esercito austriaco. Ma quando l'Italia iniziò la sua guerra il 25 maggio 1915, proprio sulle "sue" dolomiti, e soprattutto sulle "sue" Lavaredo (ricordiamo che nella forcella Lavaredo e nelle stesse 3 Cime vi era il confine Italia-Austria), SEPP INNERKOFLER il 19 maggio 1915 decise di arruolarsi volontario.
Prezioso era il suo contributo di guida alpina per trovare i percorsi migliori per lo spostamento delle truppe, per posizionare le artiglierie, ma anche per dare coraggio ai suoi giovani compagni.
Inoltre il suo rifugio poteva servire come base anche per una Croce Rossa. Infatti vi era anche la bandiera, che gli italiani però non rispettarono, convinti che era solo uno stratagemma per fare di quel rifugio rifornimenti di munizioni e altro.


(ricordiamo che 3 giorni prima del volontario arruolamento SEPP INNERKOFLER
aveva scalato in solitaria il Monte Paternò
(che è quella punta che si vede a sinistra guardando le 3 Cime).
Dalla Forcella fino al rifugio Locatelli, la montagna fu disseminata di gallerie
scavate nella roccia, ed ogni tanto - per osservare il nemico - molte di queste
si affacciano sulle 3 cime.

E' oggi uno straordinario percorso, inoltre si può salire
tramite ottime ferrate fin sulla vetta del Paternò.
Una di queste, attraverso cenge e buie gallerie scavate nelle rocce,
é considerata una delle escursioni più amate sulle Dolomiti di Sesto.


(qui sopra nel cerchio - il Bivacco cuccette, dove siamo stati diversi giorni)
Al Paternò - nella foto sopra - si arriva sulla sua cima con la ferrata
che porta il nome .....
De Luca-Innerkofler
(che entrambi conosceremo presto qui sotto)

Ora lasciamo il racconto al Diario di SEPP : (che potete trovare integralmente QUI >>>

"25 maggio 1915 - "A tarda notte mi viene detto che dovrò essere sul posto già alle 7 del mattino. Salgo con Piller sulle pendici del Paternò, mentre Holzer e Pacher si appostano sulla forcella. Alle 8 inizia il ballo. Dobbiamo dirigere il tiro che proviene dalla Croda dei Rondoi ma, purtroppo, sparano così male che con tutta la buona volontà non riescono a centrare un colpo. L'obiettivo è la batteria italiana di Forcella Lavaredo.
Nel frattempo apre il fuoco una nostra mitragliatrice e anch'io esplodo due colpi, ma sono troppo lontano. Ormai abbiamo spinto gli italiani a fare fuoco da Forcella Lavaredo e con l'artiglieria salendo in vetta perfino dalla stessa Cima della Lavaredo Grande. Piovono bombe sul mio Rifugio: lo colpiscono al quinto tentativo e il Rifugio comincia a bruciare".

Nella notte sulle pendici del Paternò in piedi, Sepp fissò a lungo le fiamme del suo amato rifugio, morse la pipa e tacque; poi si accovacciò, aprì un taccuino e segnò......

"Mentre scrivo queste righe sulle pendici del Paterno, la mia casa brucia giù in fondo e il rogo tra i monti fa un'impressione imponente . Le fiamme divorano la costruzione. Laggiù il fuoco, mentre quassù battiamo i denti dal freddo.
Mentre al mattino il Rifugio brucia, viene sgomberato. Adesso, grazie al Cielo, è arrivato il sole. Ma tutto mi sembra pauroso e terribile. Verso le 2 del pomeriggio riceviamo l'ordine di rientrare. Il capitano mi chiama per dirmi che domani dovrò ritornare sulla cima del Paternò. A mezzanotte mi viene ordinato di trovarmi lassù alle 7 del mattino".

26 maggio - Di nuovo una notte molto agitata. Mio cognato è già partito con sei uomini per raggiungere la forcella del Paterno, ma viene fatto rientrare perché i comandi superiori hanno deciso di rinunciare all'attacco. È comprensibile la sua gioia per non dover resistere lassù tutta la notte, e sono contento anch'io che avrei dovuto sostituirlo domani.

27 maggio - La Forcella Lavaredo non può essere tenuta da nessuno dei due avversari e ammiro la tenacia degli italiani che vi sono rimasti cosi a lungo. Alle 9 di sera cominciamo a scendere, ma prima invio ancora un colpo alla vedetta italiana che, al momento del cambio, deve sempre correre. Al rientro il capitano mi dice che domani sarò libero. Devo però aggiungere che stavo per rimetterci la pelle a causa di un sasso lasciato cadere da mio cognato.

28 maggio - Resto tutto il giorno a casa. Alla sera risalgo la Valle di Sasso Vecchio e arrivo alle 8. Qualche scaramuccia ma niente di grave.

29 maggio - Al mattino riposo. Nel pomeriggio si provvede a ricuperare legna e tavole al rifugio, che viene completamente demolito.

30 maggio - Tempo cattivo; si prosegue con la demolizione del rifugio. Non ci vado molto volentieri, perché quei tipi sparano da tutte le forcelle; ma per fortuna sempre a vuoto. Nel pomeriggio si spala la neve presso il mio rifugio così ogni uomo può disporre per dormire di 35 centimetri.
Alle 5 del maqttino ci diamo ancora da fare al rifugio per recuperare altro legname, ma piove a dirotto. Le cose non andrebbero poi tanto male se non avessimo sempre i piedi bagnati. La sera comincia la lotta per l'esistenza. C'è chi possiede un materasso ma non trova posto; un altro trascina all'interno una slitta e anche 2 tavole, e così si sistema. È veramente triste vedere giovani ragazzi costretti a pernottare quasi all'aperto.

1 giugno - Freddo, pioggia. Ancora al rifugio per prendere alcune travi, perché gli altri non ne hanno il coraggio e così si continua a sistemare il ricovero. Alle 10 di sera il capitano mi ordina di andare domani sulle pendici del Monte Popera con Christl e Forcher.

2-3 giugno - Oggi nulla da segnalare. Tutto sembra tranquillo. Ma non lo è affatto. Si cerca di colpire da una parte come dall'altra.

4 giugno - Risultano colpiti due uomini con un carico di viveri, ma non sappiamo se siano morti oppure soltanto feriti. Pepi ci rifornisce nuovamente di vino, speck e pane. Gli dico di percorrere insieme con il suo compagno la Valle di Sasso Vecchio. Osservo poi se i due giovani seguono l'itinerario da me indicato e loro, infatti, si attengono esattamente alle mie istruzioni. Purtroppo abbiamo avuto già due morti e due feriti. Questi vengono ricuperati durante la notte e trasportati al rifugio. Si lamentano e chiedono continuamente acqua, impedendo anche a noi di dormire.

5-12 giugno - Svolgiamo diverse missioni. Sempre vigili. Gli italiani dalla Forcella, con i cecchini sparano ad ogni nostro movimento. Bisognerà trovare ad ogni costo una soluzione.

13 giugno - Mi viene affidato il compito di andare con una pattuglia sul Paternò, cercando di subire la minima perdita. La Lista, le Crode Fiscaline e il Pulpito Alto sono stati occupati dagli italiani. Dico che è possibile, ma bisogna salire lungo il versante nord-orientale", così da sorprenderli.

Il Diario si interrompe qui.........

14 giugno - Venne deciso di salire al Pulpito, ma il ritorno al Paternò fu fatale a Sepp Innerkofler.

Arrampicandosi, era quasi giunto sulla cima, quando l'Alpino DE LUCA giunto dalla parte opposta, nel vederlo in basso salire, prese un grosso sasso e lo lanciò contro di lui.
Sepp Innerkofler colpito in pieno alzò le braccia al cielo e cadde riverso, il suo corpo piombò in basso e si incastrò nel Camino Oppel.


(L'EPISODIO IN UNA IMMAGINAZIONE PITTORICA)

 

Più tardi un uomo si arrampicò nelle rocce per recuperare il corpo, era il figlio del grande Sepp Innerkofler, l'uomo che - al di sopra di ogni confine di Nazioni - aveva sempre tanto meravigliosamente osato.

SEPP INNERKOFLER

la più formidabile guida
delle "sue" Dolomiti...

era ...morto !!!

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Ma sulla sua fine si contano trentatre versioni o interpretazioni varie.

Varie, perché si legge nel libro scritto da Oswald Ebner ("L'ultima pattuglia di Sepp Innerkofler"): "Non si è mai riusciti a sapere la vera causa della sua morte e, probabilmente, il mistero resterà per sempre".

Anche se c'è la testimonianza di Antonio Berti (1882-1956 - il tenente medico, quel giorno accampato sulla Forcella Lavaredo) è quella fra le più credibili:
"Fu visto l’Uomo (Sepp) lanciare una prima bomba su verso la cima, e una seconda ed una terza. Si vide sorgere sulla cima d’improvviso, dritta, sola, una figura di soldato alpino, campeggiante nel tersissimo cielo; scagliò con le due mani un masso; l’Uomo cadde riverso; fu visto precipitare e arrestarsi in un camino. Chi scrive queste pagine assistette da Forcella Lavaredo con la commozione più profonda al duello leggendario" .

Vi é poi anche una versione del figlio, allora diciassettenne, Josef Sepp jr., il più giovane della famiglia, a formulare questa tesi da lui poi scritta a 39 anni nel 1937.
" Si può quindi ritenere sicuro che mio padre fu ucciso per sbaglio da una pallottola austriaca. È ovvio che nel 1915 queste circostanze non potevano esser rese note; ma sono convinto che gli ufficiali in osservazione sapevano esattamente come si erano svolti i fatti e com’era morto mio padre."
Scrisse poi ancora nel 1975: "Le mie osservazioni trovarono conferma dopo la guerra, quando la salma fu riesumata e collocata nella nuova tomba di famiglia; allora, tenendo in mano il teschio di mio padre, accertai due piccoli fori di proiettile e precisamente in direzione dalla nuca alla fronte".

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(qui la sua casa in un mio quadro)

Lui

SEPP INNERKOFLER

abitava....
nella più bella casa del mondo,
che si affaccia

d
avanti alla
"Fantastica Trinità".
Luogo
posto nell'empireo
delle Dolomiti.
Nel Tempio
del silenzio.
Dove l'uomo,
adorando
questa straordinaria
bellezza
può ascoltare Iddio.

Il "MONUMENTO"?
a SEPP INNERKOFLER ??????

il "suo" RIFUGIO !!!!!!!

dove alla sera LUI ci parla perfino dalle stelle !!!

LUI che in Paradiso senz'altro vi è già salito....
qui ne ha lasciato in anticipo per noi un pezzettino.

.... infatti quando posso ci ritorno ogni anno con mia moglie...
abitando - come detto sopra - non il grande Rifugio Locatelli
( che oggi riporta anche il nome Innerkofler)
ma il piccolo rifugio-bivacco, da dove la notte dalla finestra
si beneficia questo grande spettacolo

Andateci a questo Rifugio !!! Mi ringrazierete !!!
Perché qui respirate l'aria di SEPP INNERKOFLER !!!!!!!!!

(più di 1000 visitatori del mio sito mi hanno ascoltato e scrivendomi mi hanno ringraziato)
(struggenti sono state due e-mail di italiani dal Brasile e dall'Australia)
(dove conto più di 50 milioni di visitatori nella prima e 25 milioni nella seconda)
(uno, con tanta nostalgia, rammentando le 3 Cime, mi ha scritto
"mannaggia a te, mi hai fatto sognare o meglio non dormire per giorni"
)

 

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Da anni il rifugio ha come impareggiabile custode-gestore, con un staff straordinario
(è lui ad avermi concesso di abitare il piccolo rifugio-bivacco)

HUGO REIDER


che è anche co-autore con Peter Kübler, di un interessante e spettacolare libro
sulla 1ma Guerra Mondiale nelle TRE CIME

Che trovate in italiano anche in Italia - Ediz. Athesia

 

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QUI IN VIDEO E MUSICA FATEVI UN GIRO FRA LE LAVAREDO >>>>>>>

 

ED ANCHE UNA PASSEGGIATA VIRTUALE SULLE STESSE >>>>>>

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