ANNO 1941 (4)

TORNIAMO ALL'INVASIONE DELLA RUSSIA
22 GIUGNO

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22 GIUGNO - ore 02.00 -  Churchill ha chiamato sulla linea rossa Stalin
"Stanno arrivando! adesso sono sicuro che ci crederai". Stalin non voleva credere ai suoi allarmi, e fa - anche adesso - il sorpreso, ma lui sa cosa ha nei suoi arsenali, e lo sta aspettando.

Alle ore 02.00 anche a Roma alla Farnesina arriva la notizia dell'invasione, a Ciano, mentre Mussolini è andato in vacanza a Riccione. Ma oltre la notizia alla ore 2,30, arriva anche una lettera di Hitler a Mussolini, anticipata però via fono. Che gli annuncia l'invasione.

"Duce, Vi scrivo questa lettera nel momento in cui preoccupanti meditazioni che hanno durato mesi ed una interminabile, logorante attesa trovano a loro fine nella più grave decisione della mia vita. Io credo che dopo aver considerato il quadro della più recente situazione russa e dopo aver esaminato numerosi altri rapporti, non potrei assumermi la responsabilità di una ulteriore aspettativa, e credo innanzitutto che non vi sia altra via per allontanare questo pericolo al di fuori di una ulteriore attesa che però condurrebbe alla rovina la più tardi in questo anno o nel prossimo.
La situazione: l'Inghilterra ha perduto questa guerra. Col diritto di colui che affoga, essa si afferra ad ogni pagliuzza che possa servirle come ancora di salvezza, tuttavia, naturalmente, alcune speranze non mancano di una certa logica. L'Inghilterra ha sinora condotto le sue guerre con l'aiuto del continente. La distruzione della Francia -l'eliminazione di tutte le posizioni della Europa occidentale- conducono gli sguardi dei bellicisti britannici sempre nuovamente verso il punto dal quale essi avevano cercato di iniziare la guerra: la Russia sovietica.
Entrambi gli Stati, la Russia sovietica e l'Inghilterra, sono ugualmente interessati al collasso dell'Europa, resa impotente da una lunga guerra; dietro questi due Stati sta in agguato e sobillatrice l'Unione Nordamericana.
Dalla liquidazione della Polonia in poi si mostra nella Russia sovietica una conseguente tendenza che - anche se con abilità e cautela- si riporta tuttavia direttamente alla vecchia tendenza bolscevica della diffusione del regime sovietico.
Il prolungamento della guerra, necessario a tale scopo, dovrebbe raggiungersi tenendo impegnate le forze tedesche ad oriente, in modo da impedire al comando tedesco di assumersi la responsabilità, specie nel campo della guerra aerea, di un attacco in grande stile ad occidente.(...)
Lo spiegamento delle forse russe - ho sottoposto al generale Jodl l'ultima situazione- è enorme. Si può dire che tutte le forze russe disponibili si trovano alla nostra frontiera. Oltre a ciò, dall'inizio della stagione calda, si lavora a numerose fortificazioni. (...)
Mi sono deciso, sotto tali condizioni a porre fine all'ipocrita gioco del Cremlino...(...).
La decisione definitiva è avvenuta oggi alla 7 di sera (...)
Da quando ho preso questa decisione, sento il mio spirito nuovamente libero....marciando a fianco della Russia in un certo senso mi è sempre sembrato di rinnegare tutto il mio passato, le mie idee, i miei precedenti impegni. Sono felice di essermi adesso liberato da questo tormento"

(Lettere/Documenti  Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946)
(Poi in Lettere/Documenti - Doc. N. 44, Hitler a Mussolini, Rizzoli, 10-6-1946)

Mussolini,  buttato giù dal letto a Riccione, perfino infastidito, 
si affretta a rispondergli la notte stessa

"Fuhrer, Mi rendo perfettamente conto che lunghe meditazioni hanno preceduto la Vostra decisione.....(...) La liquidazione del problema russo reca, a mio avviso, i vantaggi seguenti: (...) c) ci riporta alle nostre concezioni dottrinarie che solo necessità di carattere tattico ci avevano costretto ad abbandonare sia pure temporaneamente; d) fa di nuovo convergere verso l'Asse tutte le correnti antibolsceviche esistenti nel mondo in generale e in quello anglo-sassone; e) può ricondurre la Russia rinnovata ridotta di volume e liberata dal bolscevismo nel cerchio di una leale collaborazione economica col resto dell'Europa (...)  
La vostra decisione di prendere alla gola la Russia ha trovato in Italia una adesione entusiastica...(...) In una guerra che assume questo carattere, l'Italia non può rimanere assente, vi ringrazio quindi di aver accolto la partecipazione di nostre forze terrestre e aeree ...(...)"

(Lettere/Documenti  Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946)
(Poi in Lettere/Documenti - Doc. N. 45,  Mussolini a Hitler, Rizzoli, 10-6-1946).

Ore 3,15: scatta l’operazione “Barbarossa”, l’invasione dell’Unione Sovietica. Già il 21 luglio 1940 Hitler aveva ordinato ai suoi generali di elaborare un piano d’attacco contro l’URSS. Un’altra direttiva in tal senso, la n. 21, era stata emanata dal Fuhrer il 18 dicembre dello stesso anno. Il piano era stato rielaborato due volte. Nella versione originaria si prevedevano due offensive principali, La prima su Mosca e su Kiev, con un’azione di copertura a nord, in direzione di Leningrado. Nella seconda elaborazione, pur restando Mosca l’obiettivo principale, era prevista anche un’avanzata in Ucraina con forze provenienti dalla Romania, nonché una più massiccia spinta su Leningrado. Secondo il piano definitivo, lo sforzo più immediato sarà esercitato su Leningrado, con una contemporanea pressione in direzione di Smolensk ed infine Mosca.
L’attacco coglie i sovietici quasi completamente di sorpresa; il concentramento dell’immensa armata tedesca è avvenuto senza che il nemico sia riuscito a rendersi conto della situazione di estremo pericolo. Il successo degli invasori, che contano di concludere la campagna in autunno, è travolgente: i tedeschi sfondano su quasi tutta la linea.

NELLO STESSO GIORNO L'ITALIA DICHIARA GUERRA ALLA RUSSIA 

Il giorno 26 giugno a Verona, Mussolini passa in rassegna le truppe  italiane pronte a partire. E la divisione Torino il primo contingente del Corpo di Spedizione italiano in Russia - CSIR - poi il 10 luglio, partono le divisioni Pasubio e Principe Amedeo duca d’Aosta e la legione Camicie nere Tagliamento, per il fronte orientale.

Il Fuhrer ha posto il suo Quartier Generale (convenzionalmente chiamato Wolfsschanze - Tana del Lupo) in Prussia Orientale, in una foresta presso Rastenburg.
Le truppe tedesche sfondano clamorosamente le linee sovietiche in ogni settore salvo quello meridionale, dove la loro penetrazione è scarsa a causa dell’accanita resistenza sovietica. D’altronde, le forze russe, oltre a difettare di veicoli a motore per gli spostamenti rapidi, non sono schierate a ridosso della frontiera (che è nuova e scarsamente fortificata), ma scaglionate in profondità, su fasce che vanno dai 100 ai 500 km.
I tedeschi traggono pieno vantaggio dalla sorpresa. Così credono in un primo momento, nei primi  giorni. Anche se la "sorpresa" sarà poi quella russa. Inizialmente utilizzata male, ma poi dopo pochi giorni, Guderian, l'asso dei carristi tedeschi (lui l'inventore delle panzer division) iniziò a essere preoccupato: "I russi cominciano a imparare. Qui ora la faccenda si fa seria..."


Guderian il "mago" delle panzerdivision scriveva "sorpreso" e amareggiato ""Tutti i dati del nostro controspionaggio indicavano che avremmo dovuto batterci contro 200 divisioni russe (i tedeschi ne avevano 170 Ndr) mentre qui già ora ne abbiamo individuate non meno di 370 (...) "inoltre i carri sovietici risultano molto pericolosi, i T 34 sono carri muniti di tale corazze che i proiettili della nostra artiglieria vi rimbalzano senza provocare alcun danno".
(Altro che impreparato Stalin!! All'amico del "Patto" ha tenuto nascosto ogni cosa. E altre amare sorprese sono in programma).


Sette ore dopo l’inizio dell’attacco tedesco, Molotov ne dà l’annuncio al popolo sovietico: “Alle 4 di stamane, senza dichiarazione di guerra e senza che alcuna rivendicazione fosse stata avanzata all’Unione Sovietica, truppe tedesche hanno assalito il nostro paese, attaccato in molti punti la nostra frontiera e bombardato dall’aria Zitomir, Kiev, Sebastopoli, Kaunas e alcune altre località. I morti e feriti superano i duecento. Analoghi attacchi aerei e d’artiglieria sono stati anche compiuti partendo dal territorio romeno e finnico. Questo inaudito attacco al nostro paese è un atto di perfidia che non ha uguali nella storia delle nazioni civili. E' stato compiuto nonostante l’esistenza di un patto di non aggressione tra l’Unione Sovietica e la Germania.., e benché il governo tedesco non sia mai stato in grado di sollevare la minima lamentela per inadempienze dei propri obblighi da parte dell’Unione Sovietica. Pertanto l’intera responsabilità di quest’atto di rapina deve essere fatta ricadere sui governanti nazisti.., il governo dell’Unione Sovietica è profondamente convinto che l’intera popolazione del nostro paese farà il suo dovere... Il governo fa appello a voi, uomini e donne, cittadini dell’Unione Sovietica, perché vi raduniate ancora più strettamente attorno al glorioso partito bolscevico, al governo sovietico e al nostro grande capo. compagno Stalin. La nostra causa è buona. Il nemico sarà sconfitto. La vittoria sarà nostra”.
Viene costituito d’urgenza un Comitato supremo di difesa (Stavka) e sono richiamati alle armi 15 milioni di uomini. 

30 GIUGNO - Il successo dei tedeschi è spettacolare.

Ma i tedeschi iniziano ad essere preoccupati, anzi è preoccupato lo stesso Hitler, ha bisogno di aerei e di materiali
Scrive a Mussolini il 30 giugno (rispondendo nello stesso tempo alla sua lettera del 22)

"Duce, Mi rallegro infinitamente che i nostri due punti di vista  nelle grandi questioni concernenti il destino dei nostri popoli si identifichino così perfettamente. Credo che la settimana trascorsa, considerata sotto l'aspetto politico, ha confermato in maniera clamorosa le nostre vedute. E' accaduto ciò che io stesso nel primo momento non osavo affatto sperare. L'Europa è stata strappata in gran parte ad un disinteresse veramente letargico. Molti Paesi si vedono obbligati a prendere ormai in questa nostra lotta contro il bolscevismo una posizione che sarà il principio di una più larga comprensione della nostra comune politica che in fondo è veramente europea. (...) 
La più importante constatazione che io e i miei generali abbiamo fatto è stata una che veramente ci ha sorpresi nonostante tutte le previsioni. Duce, se questa lotta non fosse avvenuta ora, ma anche soltanto pochi mesi o un anno più tardi, noi avremmo - per quanto possa essere terribile questo pensiero- perduta la guerra.

"....La lotta che ora si svolge da 8 giorni, mi da' la possibilità di comunicarvi in poche linee un quadro generale della situazione. La piu' importante constatazione che io ed i miei generali abbiamo fatto è stata una che veramente ci ha sorpresi nonostante tutte le previsioni. L'Armata russa "stava"(*) approntando uno schieramento di forze con mezzi che andavano molto al di la' di quanto noi sapevamo o anche solo ritenevamo possibile. Sono otto giorni che attacchiamo, ma non si è rimarcata alcuna diminuzione della loro aggressività.
I Russi hanno tirato fuori una sorpresa di cui noi purtroppo non avevamo alcuna idea. Un gigantesco carro armato del peso di 52 tonnellate, con una corazza di 75 mm, con un cannone da 7,62 cm e tre mitragliatrici. Siamo impotenti di fronte a questi mezzi corazzati che attualmente sono i più forti. Hanno numerose formazioni motorizzate e possiedono quasi tutte propri reparti corazzati. Combattono col fanatismo più stolto, indifferenti ai sacrifici, con la brutalità primitiva di un animale. I combattimenti che ora hanno luogo qui da otto giorni appartengono ai più gravi che le truppe tedesche hanno dovuto sostenere sinora".
Accetto con gratitudine la Vostra generosa offerta...Che le nostre armate marcino fianco a fianco proprio contro il nemico mondiale bolscevico mi sembra un simbolo della lotta di liberazione condotta da Voi Duce, e da me. (...).

(Lettera a Mussolini, del 30 giugno 1941, da Lettere e Documenti di Hitler e Mussolini, dal 1939 al 1943 - Kinkg Features Syndacate, New York, 1946).


3 LUGLIO - Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, Stalin piuttosto preoccupato parla alla radio al popolo sovietico. Il suo esordio è insolito, ma certo adatto alle circostanze: “cittadini, fratelli e sorelle, combattenti del nostro esercito e della nostra marina. Parlo a voi, amici miei!”. 
Ha smesso di indossare i panni del dittatore, fa discorsi patriottici. L'uomo delle "purghe", delle fucilazioni, della deportazione dei suoi migliori generali, non li chiama ora Compagni, ma fratelli, sorelle, amici miei.
“Una grave minaccia incombe sulla patria.” Ma i tedeschi, afferma, non sono invincibili. E si richiama all’esempio di Napoleone
ricordando -proprio lui- le eroiche gesta dei generali zaristi del passato, li nomina uno per uno, rammenta agli "amici" La Battaglia di Poltava del 1709, quando i russi di Pietro il Grande iniziarono la tattica di bruciare città e paesi e ogni cosa prima di ritirarsi; poi rammenta ai suoi concittadini la sconfitta di Napoleone con  il "miracolo" di  Kutuzov (che usò la stessa tecnica di Pietro il Grande).

Sprona i russi a resistere a oltranza contro l'invasore, facendo la terra bruciata davanti a lui. Ogni atto di codardia sarà punito: Tribunali militari devono giudicare immediatamente chiunque, per panico o viltà, intralci la nostra difesa, indipendentemente dalla posizione o dal grado”. Annuncia l’avvenuta costituzione del Comitato nazionale di difesa dello stato (presieduto da Stalin e formato da Molotov, Vorosilov, Malenkov e Beria), incita alla guerra partigiana dietro le linee nemiche, ordina la mobilitazione di tutte le risorse del paese. “Tutte le forze del popolo devono essere impiegate per abbattere il nemico. Avanti verso la vittoria!” In sostanza, e con molto acume psicologico, Stalin fa appello al patriottismo russo più che alle ideologie bolsceviche.

Sono costituiti anche battaglioni operai nelle grandi città. Tutti gli uomini dai 16 ai 60 anni e le donne da 18 a 50 sono tenuti a far parte dei gruppi di difesa civile. La resistenza dovrà essere a oltranza; la linea da tenere ad ogni costo, secondo i responsabili sovietici, è quella che va da Smolensk a Mosca.

Mentre - prende un abbaglio il gen. Franz Halder, capo di S.M. Generale tedesco, che annota sul suo Diario che può essere considerato assolto il compito assegnato alle forze armate tedesche, di schiacciare il grosso del nemico al di qua della Dvina e del Dnepr. Non sa cosa l'aspetta!!

9 LUGLIO - La resistenza dei russi ha termine in tutte le sacche attaccate dai tedeschi: fino a questo momento, l’Armata Rossa ha perso 2500 carri armati e 300.000 suoi uomini sono caduti prigionieri. 40 divisioni sono state annientate nel settore di Bialystok.
Il II e III Panzergruppen (Guderian e Hoth), riuniti nella 4a armata corazzata, avanzano oltre i fiumi Dnepr e Dvina in direzione di Smolensk, sulla strada di Mosca.
Ma nel settore meridionale, inaspettatamente i sovietici sferrano un violento contrattacco nella zona di Korosten (a ovest di Kiev), contrattacco che viene respinto con severo impegno da parte del I Panzergruppe di von Kleist. Respinto il contrattacco  le truppe corazzate tedesche avanzano fino a soli 16 km da Kiev, ma la tenacissima resistenza sovietica le obbliga a segnare il passo.
Smolensk ancora dai tempi di Gengis Khan ha sempre portato sfortuna a tutti.
E qui che Guderian annota
nel suo diario "I russi cominciano a imparare. Qui ora la faccenda si fa seria..."

12 LUGLIO - Churchill non annota, ma ascolta le radio e nel sentire queste notizie era saltato sulla sedia ("seguii ora per ora gli eventi di Smolensk, e le ore cominciarono ad essere tante, tante; poi diventarono giorni"). Il 12 luglio Churchill non aveva più dubbi ("senza la svolta di Smolensk, non avrei mai fatto questo passo, ma non avremmo mai vinto la guerra" scriverà nella sue Memorie.) E se voleva vincere era costretto ad allearsi con "il diavolo" Stalin.

Due giorni dopo fa una proposta al "diavolo", viene stipulato un patto di mutua assistenza tra Gran Bretagna e URSS. Le due parti si impegnano a non firmare una pace separata.

L'ITALIA IN RUSSIA


17 LUGLIO - Il generale Giovanni Messe assume il comando del CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia).
62.000 uomini. Messe ne ha preso il repentino comando  per l' improvvisa malattia del suo superiore generale ZINGALES ammalatosi nel suo viaggio di trasferimento. MESSE mantenne il comando fino al 9 luglio del 1942, quando dopo essersi lamentato un po' di tutto; furibondo  non fece neppure le consegne a GARIBOLDI -inviato a sostituirlo e se ne ritornò a casa in Italia, senza neppure incontrarlo.

19 LUGLIO - Iniziano i primi dissapori fra i generali tedeschi e il comando italiano. L’OKW stabilisce che, dopo aver annientato le forze sovietiche nel settore di Smolensk, il II Panzergruppe di Guderian e la 2a armata, abbandonando l’offensiva contro Mosca, pieghino a sud per travolgere la 5a armata sovietica di Potapov, circondare Kiev e congiungersi, con una manovra a tenaglia, con il I Panzergruppe di von Kleist. Guderian è contrario all’abbandono della spinta su Mosca, ma le sue obiezioni sono respinte.
I
mprovvisamente dal Furher viene messo da parte l'obiettivo Mosca (impreparata com'era in questa fase sarebbe caduta in pochi giorni se ascoltavano Guderian) perché forse lo spettro di Napoleone apparve ad Hitler a dare miti consigli. Così dirottò il grosso delle sue forze armate verso i preziosi granai dell'Ucraina e i pozzi di petrolio della Crimea e del Caucaso. Riuscendo in brevissimo tempo a: 1) conquistare  tutto il territorio sempre a causa delle deficienze di alcuni generali russi; 2) a fare 300.000 morti; 3) a impossessarsi di 1000 carri armati e di 4000 cannoni. 

27 LUGLIO
- Gran perdita di tempo nel settore centrale, tuttavia i tedeschi completano l’accerchiamento delle forze sovietiche a Smolensk. Ma i sovietici riescono a organizzare all'esterno una nuova linea di resistenza a 40 km a est della città, e rivelano una certa superiorità in fatto di artiglierie. Nel “calderone” di Smolensk, altra sorpresa, dopo i micidiali carri T 34, fanno la loro comparsa i mortai multipli lanciarazzi (velocità di fuoco 320 razzi in 25 secondi) detti “Katiuscia”, montati su speciali carri, che incutono un sacrosanto terrore ai tedeschi ignari dell’esistenza di questa stranissima nuova arma. E anche questa Stalin non l'aveva preparata solo per farci i fuochi artificiali.

30 LUGLIO - Churchill dopo Smolensk (che resiste ancora) è riuscito a convincere il Presidente degli Stati Uniti ad aiutare "il diavolo". Il consigliere del presidente Roosevelt Harry Hopkins vola a Mosca per concordare l’invio di aiuti all’URSS. Due giorni dopo incominciano ad affluire in URSS i primi aiuti americani.

Nello stesso giorno i tedeschi proseguono i combattimenti contro i sovietici chiusi nella sacca di Smolensk. Ma la resistenza dei russi è particolarmente tenace nel settore Orsa-Vitehsk, a ovest di Smolensk. Poi improvvisamente, nello stesso settore centrale, le forze sovietiche guidate da Timosenko scatenano una robusta controffensiva a Gomel (a sud di Mogilov) contro le teste di ponte stabilite dall’ala destra dello Heeresgruppe Centro sulla riva sinistra del Dnepr.
Il 5 AGOSTO tuttavia Smolensk soccombe. A detta dei tedeschi, 700.000 russi vi sono rimasti intrappolati, e 310.000 sono stati fatti prigionieri. I sovietici ammettono la perdita di 9 divisioni, 3000 tra carri armati e mezzi cingolati, circa 1000 aerei.
Finalmente i tedeschi si sono liberati da questo incubo.  L'incubo ora ce l'ha Stalin

Stalin assume il comando delle forze armate. Ma ben presto
depresso, butterà il bastone di comando, e  prenderà una decisione storica. Un mattino di ottobre manderà a chiamare  uno sconosciuto giovane generale nella lontana Leningrado dove costui ha salvato la città dall'occupazione tedesca organizzando una ottima difesa, per chiedergli dei pareri. E questo generale si permette perfino di contraddirlo. Ma è lucido, razionale, convincente. Stalin forse per la prima volta capitola davanti a un suo subalterno, che nemmeno conosce. Gli affiderà il comando generale di tutte le operazioni. Come fece lo Zar con Kutzov contro Napoleone, e gli è quasi omonimo, si chiama Zukov. (ne riparliamo più avanti)

4 AGOSTO - Sensibile agli eventi positivi in Russia, e tenendo fede alla proposta fatta con la lettera del 22 e con Hitler che rispondendo il 30 ha gradito la sua generosa offerta (che abbiamo letto in precedenza), a Mantova, Mussolini presenzia alla partenza per la Russia della Legione delle Camice Nere con un discorso:

continua

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