ANNO 1980

CRONOLOGIA DELL'ANNO ( 1a PARTE )


Terremoto in Irpinia... tanti morti, ma per alcuni champagne per tutta la vita" (l' "Irpiniagate"
)

UN ANNO DA DIMENTICARE

Terremoto in economia (compare la stagflazione)
Terremoto nelle banche (scandalo Italcasse)
Terremoto nel commercio (" la ricevuta fiscale")
Terremoto nei prezzi (inflazione al 23 per cento)
Terremoto in America (Reagan travolge Carter)
Terremoto in Russia (L'Est si sgretola - Polonia)
Terremoto a Bologna (Strage alla stazione)
Terremoto in cielo  ( Strage di Ustica - DC 9 )
Terremoto in Italia nella Politica (franchi tiratori)
Terremoto a Torino (40.000 "ribelli" in marcia)
Terremoto e scandalo  nel calcio (partite truccate)
Terremoto dentro i terroristi ( parlano i pentiti )
Terremoto; l'unico evitato ! (morto Pecorelli - lui non parlerà più)

infine un "Novembre tenebroso"

 

IL MONDO HA RAGGIUNTO 4.448.000.000 D'ABITANTI
ITALIA 56.336.000
(ma in Italia iniziano a calare paurosamente le nascite
(40% nell'arco di 15 anni -  1970-1985)

Popolazione Attiva il 36,6%, in Agricoltura il 12,8%, Industria 36,3%, Servizi il 50,9 %
Il prodotto lordo: nell'Agricoltura il 3,6 % Industria 34,2 %, Terziario 48,9 %, Ammin. pubblica 13,3 %
Nella popolazione italiana quelli che lavorano sono:
20.618.000 (36,6 %) i non attivi 35.717.000 (63,4 %)

COSTO DELLA VITA : Stipendio operaio circa 350.000. Costo giornale £ 300, biglietto del Tram £.200, Tazzina Caffè £ 250, Pane £ 850 al kg, Latte £ 480, Vino al litro £ 660, Pasta al kg £. 725, Riso al kg £ 940, Carne di Manzo al kg. £ 7600, Zucchero al kg £ 750, Benzina al litro £ 850, 1 grammo d'Oro fino £ 10.700

 


UNA PANORAMICA poi andiamo ai SINGOLI MESI


L'Italia non sarà più la stessa dopo il 1980. Dopo un anno pieno di sorprese l'Italia cambia volto; la "maggioranza silenziosa" é emersa e si è fatta sentire a Torino con la marcia dei 40.000 colletti bianchi  (ma anche tanti operai) che vogliono rientrare in fabbrica dopo trentacinque giorni di agitazioni.
Un fenomeno nuovo non proprio dovuto a grandi necessità economiche, pur presenti; non si spiegherebbe altrimenti il grande assenteismo, che  ha toccato negli ultimi tempi vette impensabili il 24 settembre all'Alfa Sud con il 41%,  ma la media anche alla Fiat torinese é a livelli del 20-25%.

L'inflazione sale al 22%; sale il malcontento, sale la disaffezione alla fabbrica, sale il qualunquismo, sale la sfiducia nel sistema democratico, sale il terrorismo che fa stragi di innocenti, e sale la crisi politica: la DC inventa il "preambolo"  ma poi salgono in cattedra anche i franchi tiratori.
Si rompe il precario asse del PSI con i comunisti, che subiscono un crollo di consensi (assieme ai sindacati) dopo la minaccia di Berlinguer di appoggiare l'occupazione della Fiat, fallita poi clamorosamente.

I partiti sembrano non rendersi conto delle crescenti anomalie della realtà italiana.
Gli italiani a loro volta fanno discutere i sociologi. Sembrano nella realtà dei fatti divisi in correnti ideologiche, ma in effetti, sembrano diventati tutti liberali. Il Paese pullula di commercianti, affaristi, albergatori, artigiani, contadini assistiti, operai   in cassa integrazione con doppio lavoro; si dichiarano molti di sinistra, ma intanto prosperano e ingrossano il portafoglio a spese di quelli che fino a ieri erano colleghi, cioè percettori di reddito di lavoro dipendenti, che sono gli unici a subire.
La spaccatura dell'Italia così si allarga tra chi prospera e chi subisce.
Due mondi in contrapposizione, anche nel Nord Italia, ma il divario é molto più accentuato al Sud.

Un grande incentivo ai consumi, per la categoria benestanti, arriva  con il varo di Canale 5: la Tv di Berlusconi. Cioè la televisione commerciale fatta di attraenti intrattenimenti e di tanta accattivante pubblicità.
Inizia il 30 SETTEMBRE proprio mentre é in atto un terremoto dentro il mondo industriale che ha lanciato poche ore prima l'allarme di una spettrale grave recessione.
Alla Fiat UMBERTO AGNELLI si  dimette il 31 agosto da Amm. Delegato. Gli   subentra CESARE ROMITI che subito (al rientro dalle ferie delle maestranze)  annuncia il 10 settembre il licenziamento di 14.469 lavoratori dagli stabilimenti torinesi, poi il 29 settembre  annuncia  ben altro.

Sembra una ritorsione.  Pochi giorni prima, il 20 settembre, COSSIGA,  ha autorizzato l'accordo tra l'Alfa Romeo e la Nissan giapponese che ha intenzione di costruire altri due stabilimenti auto a Napoli.

Il 26 Settembre BERLINGUER ha affermato che il PCI appoggerà gli operai nell'occupazione degli stabilimenti  Fiat.
Il 27 settembre Cossiga si dimette. Il 29 settembre ROMITI annuncia la cassa integrazione a zero ore per altri 23.000 dipendenti. Scoppiano le agitazioni, ma dopo 35 giorni la grande sorpresa: un episodio che non ha precedenti nella storia d'Italia (i dettagli in ottobre)

Vale la pena soffermarsi sulla fantomatica recessione paventata da due-tre grandi industriali.

Gli Italiani  nel corso del 1980, hanno messo nei depositi bancari 240 mila miliardi, ne hanno investiti  60 mila in Bot e hanno invaso la Borsa, mentre le riserve della Banca d'Italia ammontano  a 44 mila miliardi,  il debito pubblico è salito a 43 mila miliardi, il petrolio è aumentato del 100%, il costo del lavoro del 29%, il costo del denaro prime rate del 25%, ci sono 1.800.000 di disoccupati, ma la produzione industriale fa registrare un incremento del 6-7%, e quella dell'auto fa segnare (mentre in America quattro delle maggiori case hanno chiuso 14 stabilimenti) il più alto incremento di vendite di auto nazionali nel  mercato interno,  e perfino  di auto estere col risultato di mandare in rosso, di circa 1.000 miliardi, la bilancia commerciale.

A non capirci nulla non sono solo i politici e gli economisti italiani, ma anche quelli esteri. Guardando le cifre ufficiali italiane sono sconcertati. Non quadra nulla. Infatti scoppia la stagflazione. Una cosa nuova per l'Italia. Stagnazione della grande produzione (anche se registra il 7% in più il totale) e l'inflazione della domanda; eccessiva, che sfugge a qualsiasi controllo perchè c'è una produzione sommersa che nonostante tanta buona volontà e i grandi profitti non riesce a soddisfare il mercato.

Poi c'è una incoerenza: la Fiat chiude e vede nero (o vede il "giallo"?)   mentre la Nissan giapponese vede rosa: vuole costruire due stabilimenti in Italia per produrre auto.
Quindi i soldi girano, e tanti. E la domanda é forte, anche se é invisibile l'offerta.

Domanda e offerta sono infatti, striscianti e occulte. Si cercano rimedi, si inventa in ottobre la "ricevuta fiscale".  Ma sono rimedi di pasta frolla. Ad eccezione di chi può scaricarle, la maggior parte dei consumatori spesso ottengono ricevute fiscali di 10 pur avendo acquistato 100. ("sa, sennò gli dovrei far pagar di più"). Ma se vende 100 e fattura solo 10,  il commerciante  dove si approvvigiona? A monte deve avere chi a sua volta gli fornisce il 90% della merce in "nero". 

 E questo 90% in "nero"  chi lo produce non si sa, sfugge al PIL, perchè a produrlo é il PI S (il Prodotto Interno Sommerso).
Chi esce satollo da un ristorante spesso ha la ricevuta in mano di un falso pasto fatto di pane e cipolla. Reviglio minaccia, ha messo le multe, 100 milioni ai ristoranti  che non  emettono la ricevuta fiscale, 100 mila ai clienti che ne sono sprovvisti.
Ma l'esame nell'esofago all'uscita dal ristorante non è praticabile. Nè é possibile accertare se il meccanico al cliente ha messo un bullone o ha sostituito l'intero motore, o il dentista ha fatto una pulizia invece che un ponte.
Dopo pochi giorni: retromarcia; da 100 milioni le multe scendono a un centinaio di migliaia di lire. Termina il gran polverone e tutto torna come prima. Qualcuno le ricevute le fa, ma molte sono false. A Milano vengono subito scoperte 47 centrali (tipografie) che si erano già messe a stampare bollettari falsi per una fitta rete di commercianti. (quelli scoperti, mentre quanti ce ne sono nessuno lo sa).

Ma il grande esempio viene dall'alto. I giornali riportano che le ricevute le hanno falsificate anche i grandi petrolieri con la complicità di un generale della finanza. Utile, 2000 miliardi. Lo scandalo era scoppiato il 27 ottobre, tre giorni dopo andava in vigore la "ricevuta fiscale" per molte categorie di commercianti. Una bella pubblicità "beffa" al "rigore fiscale" che lo Stato richiedeva.

A fine anno la caccia agli evasori col sistema delle ricevute, fa recuperare 1000 miliardi (misere 20.000 lire a testa per ogni italiano nell'arco dell'anno); servono appena per pagare gli stipendi dei controllori, e nemmeno a coprire lo sbilancio commerciale delle auto straniere acquistate dagli italiani, che nello stesso periodo hanno riversato nelle banche e nei Bot 400 mila miliardi di risparmi (8 milioni a testa, compresi i lattanti e i barboni).
Questi sono solo i capitali che vanno nelle banche italiane. Mentre a Chiasso e zone limitrofe, il mestiere di spallone per portare zaini di valuta in svizzera e aumentato del mille per cento.
Ma nessuno fa nulla. Nel voler tollerare il piccolo, si chiude un occhio al grande.

La verità é che affrontando seriamente la realtà dell'evasione si colpirebbero gli interessi corporativi e i politici locali (sono loro in questo periodo ad emergere dalla provincia) non vogliono correre il rischio di perdere voti.
Corporazioni, enti, patronati, associazioni, organizzazioni delle più varie categorie pullulano in questo periodo nelle Regioni, nelle Province, nelle città, nei paesi, nelle campagne, tutte gestite da opachi funzionari di partito che scalpitano nelle sedi provinciali e regionali (veri e propri piccoli governi) sempre più potenti, e sempre più autonomi nelle funzioni amministrative locali.
Quella poi della riforma sanitaria (già considerata la più grande industria nazionale) che entra in funzione il 6 gennaio, gratifica tanti trombati di elezioni passate, e darà da vivere a migliaia di loro; non assenti i comunisti con i loro feudi ben consolidati; che Zaccagnini invece vuol far sparire (vedi ricatto a Craxi nel luglio '79).

Lo si vedrà subito questo distacco dal potere centrale e la rinuncia a governare la Nazione  con imparzialità, quando alle elezioni regionali (anche se sono state politicizzate al massimo) i consensi sono del tutto diversi dalle politiche.
Gli interessi locali (soprattutto le spinose nomine bancarie che  dominano la scena l'intero anno) fanno recuperare ai comunisti   un 1% , perdere il  2% alla DC,  portano al  12,7% il  PSI (alle politiche scorso anno, 9,8) toccando in Lombardia il 14,5%, in Piemonte il 14,2.

Il risultato clamoroso delle regionali in Giugno é già sufficiente a CRAXI  (già in marzo ha tolto  l'astensione (determinante) al governo di Cossiga)  per  decidere di vederci chiaro, insabbiando Cossiga per la seconda volta in settembre. Con l'aiuto di due singolari  "franchi tiratori". Cossiga  viene battuto per un voto, ( 298 contro 297) perchè due (suoi) deputati della DC erano (!? udite udite ) alla toilette (!?). Un "importante" (e realistico) governo caduto per due "bisognini" ( lo leggermo in settembre)

Craxi inizia così la sua scalata dentro un governo formato inaspettatamente da Forlani. Un governo che alla DC sembrava di ferro (eliminato il PCI dopo l'accordo del "Preambolo"); invece quest'unica opaca esperienza di Forlani durerà poco più di una stagione: scivola goffamente sullo scandalo della lista P2; litigherà con Craxi per i ministri coinvolti; andrà a casa a fine maggio.
Non prima di aver fatto un gran danno. (La svalutazione causò un disastro alla borsa. 20% in un giorno. Non furono sospese solo le contrattazioni, ma fu chiusa la Borsa (non era mai accaduto) e quando riaprì dopo 7 giorni, un altro crollo del 10%. In una settimana andarono in fumo un terzo del patrimonio borsistico italiano.

Appena insediatosi a Palazzo Chigi in ottobre, Forlani si mette d'accordo con i grandi industriali; rientra subito la (pericolosa) crisi alla Fiat,  svaluta la lira in marzo (così Agnelli può esportare più auto, ma è una "mazzata" per tutti gli altri importatori)   aumenta il tasso di sconto, la circolazione monetaria cala paurosamente, la recessione è istantanea, in marzo inizia il dramma, in luglio - come già accennato-  il crollo di un terzo del capitale di tutti i titoli azionari.
Quando si dimise Forlani, qualcuno tirò un sospiro di sollievo. Nemmeno Attila aveva fatto così tanti danni al Paese in pochi mesi. Migliaia di miliardi bruciati in un mattino.

Il retroscena:  tre giorni prima di formare il governo, il 14 Ottobre, Forlani aveva assicurato  che era "deciso a dare una svolta positiva, fare aria nuova, e che per nessun motivo avrebbe svalutato la lira".(La Stampa, 15 ottobre, 1980 - il titolo é nel mese di ottobre- vedi).
Lo stesso giorno scendono nelle strade di Torino i 40.000. Forlani appena entrato nella stanza dei bottoni (il 18 forma il suo governo); spaventato di perdere subito la poltrona, ha fatto  quello che gli hanno detto.  Svaluta per esportare; soprattutto auto. Su tutto il resto un cataclisma!

 *** Oltre questi grossi problemi, tre tragedie percorrono l'Italia, la misteriosa strage del DC 9 esploso su Ustica il 27-giugno (con 81 morti), quella di Bologna il 2-agosto (con 85 morti) e un devastante terremoto nel Sud, il 23 Novembre.

Il terremoto della Campania e Basilicata provoca più di 3000 morti, 10.000 feriti e 300.000 senza tetto. Le sovvenzioni per la ricostruzione (50.000 miliardi) causeranno in seguito altri terremoti politici per gli  scandali per la ricostruzione. Una "forte" "clientela politica locale" gestisce con disinvoltura il fiume di denaro pubblico che si perde in tanti rivoli di società fantasma e costruzioni inutili, in cui non è assente la camorra; é questa in effetti a gestire quasi tutti i lavori e a mettere le mani sugli ingenti finanziamenti. Gli scandali si scopriranno molto tempo dopo, quando tutto é ormai sperperato.

Alla tragedia accorre mezzo mondo. Accorre PERTINI il Presidente della Repubblica,   con un "non vi abbandoneremo", ma dopo tanti giorni e malgrado lo sforzo colossale del Paese, riemergono tutti i mali dello Stato. La disorganizzazione, gli sperperi, lo sciacallaggio, gli appalti d'oro. Pertini  tuona dalla Tv in diretta contro la classe politica, provocando critiche pungenti ma anche gravi ripercussioni politiche. Il ministro degli interni Rognoni si dimette, Forlani no, resta al suo posto impassibile.
Non contava nulla; ma lì lo avevano messo e lì doveva restare.

A fine anno scoppia la gigantesca frode dei petroli, 2000 miliardi sono finiti nelle tasche di alcuni funzionari, politici, industriali, falsificando le bollette d'importazione. La denuncia era stata fatta inutilmente da un onesto funzionario sette mesi prima in piena crisi petrolifera, al suo generale (che risultò poi essere proprio lui l'artefice della truffa) e al  presidente della sezione finanze e tesoro (DC) che dopo la denuncia di altre due onesti funzionari, scoppiato lo scandalo, si giustifica  di aver tenuto il dossier nel cassetto, affermando che credeva fosse un documento segreto.

Eccome segreto! BISAGLIA è chiamato in causa per i fondi a Pecorelli (che guarda caso stava rivelando su OP la grande truffa del petrolio: "13 milioni di barili di benzina spariti, mentre gli italiani vanno a piedi e le industrie sono in piena crisi energetica" così scrisse Pecorelli).

Implacabile ancora una volta, PISANO' (MSI), per lo scandalo petroli, tira in ballo pure il defunto Aldo Moro. La Dc reagisce sul Il Popolo del 28 ottobre con sdegno, che è un torbido tentativo dissacratore nei confronti di chi ha scritto le pagine più limpide della storia d'Italia. E' scandalo, indignazione, disgusto. Che dura un mattino. Tra gli accusati  e incriminati figura proprio SERENO FREATO il fedelissimo segretario privato e collaboratore di Aldo Moro. Musselli il petroliere non smentisce i legami finanziari con Freato. Salta fuori anche un conto in svizzera dello statista DC.
Il 20 aprile del '83 Musselli e Freato saranno arrestati entrambi e rinviati a giudizio.

Per lo scandalo scoppiato in marzo, dell' Italcasse, anche qui, per 38 dirigenti di banche (nomi famosi), viene spiccato mandato di cattura con l'accusa di peculato; per essersi spartiti 1000 miliardi. La somma che ha recuperato Reviglio con la ricevuta fiscale su 56 milioni di italiani é finita nelle tasche di 38 individui, di cui 11 sono fuggiti all'estero.
Con 26 mila milioni a testa avranno brindato con champagne di "buona annata" nelle isole tropicali!!!


Si chiude così per l'Italia un anno disgraziato, e per gli italiani un anno molto amaro....
Anche se  molti non sanno esattamente cosa è accaduto. Personaggi anonimi hanno permesso di far dormire tranquilli gli italiani.

La contaminazione della corruzione non ha risparmiato neppure il grande giocattolo: IL CALCIO. Scoppia il più grave scandalo dello sport italiano. Quello delle scommesse clandestine con le partite truccate. Sono coinvolte  grandi squadre come Milan, Lazio, Bologna, Perugia, Avellino, tutte retrocesse in classifica. Sono trascinati nel fango i beniamini delle folle, come Albertosi, radiato; altri giocatori squalificati per 6 anni, e Paolo Rossi, il "golden boy", l'idolo d'Italia, a casa per tre anni.
Era la fine di dicembre, era Natale. Fu l'ultimo regalo dell'anno agli italiani.

Ma quello più cruento l'hanno evitato senza accorgersene.  In Turchia le cose andarono diversamente.
E la situazione politica e quella terroristica, nera e rossa in Italia non era molto diversa.
C'erano inquietanti risvolti nella "preparazione" di un colpo di Stato. Tutto era pronto.... per ripristinare l'ordine", caso mai fosse accaduto il peggio. (!?)
Si temeva perfino una invasione dell'Italia; si presero le misure necessarie. Un " allerta".

 

ANDIAMO QUI ORA MESE PER MESE

 

1 GENNAIO - Un inizio anno che porta con sé le prime frammentarie notizie di un'invasione russa in Afganistan, avvenuta negli ultimi due giorni dell'anno. 50.000 soldati, 1000 carri armati e 200 aerei si sono riversati nel paese per proteggere il governo marxista contestato dai cittadini con rivolte e manifestazioni, che però il Cremlino per giustificare il suo intervento indica al mondo come ribelli, quindi per aiutare la popolazione afgana. Dare l'"aiuto fraterno" come é scritto nei "patti".

La situazione invece peggiora con l'invasione, la resistenza diventa ancora più violenta, si allarga, soprattutto a Kabul, dove diverse unità dell'esercito afgano disertano e si uniscono ai patrioti. I russi rispondono concentrando ingenti mezzi corazzati. Tutto il mondo protesta contro l'invasione, mentre gli Stati Uniti annunciano l'embargo e tagliano tutte  le forniture di grano e di tecnologie. Per l'intero anno l'Afganistan sarà una spina nel fianco dei comunisti di tutto il mondo (Poi esploderà anche in Polonia)
(Ripercussioni anche nel mondo sportivo per il boicottaggio delle Olimpiadi che quest'anno si svolgono proprio a Mosca (vedi poi luglio).

1 GENNAIO - Entra in funzione la riforma sanitaria. Si sciolgono i vecchi istituti come l'INAM, e subentra il Servizio Sanitario Nazionale. Tutti gli italiani devono essere assistiti gratuitamente che abbiano o no un lavoro. Il ricovero gratuito in ospedale (teoricamente) è esteso a tutti i cittadini.

Iniziano così le SAUB; una struttura amministrativa locale di base. La formula stabilisce al  medico convenzionato   un massimo di 1500 clienti, percependo per ognuno - che ricorra o non RICORRA alle sue cure - 14.000 lire annue per paziente. Per contro il medico non può effettuare visite private ai suoi mutuati (sappiamo come andò a finire!).

Per i precedenti , cioè per quelli che lavorano, prima assistiti dall' INAM o altro - che hanno sempre pagato i contributi perchè trattenuti sulla busta paga - non cambia nulla; ma per chi é stato o é evasore o in precedenza non ha mai versato nulla - visite, medicinali e ricoveri - sono gratis anche per lui, grazie ai contributi versati dagli altri.
Questo è l'aspetto negativo della riforma che presto dovrà emanare altri impopolari provvedimenti, come i ticket e altro.
A questi problemi economici si aggiunsero subito i costi dell'organizzazione. 674 Unità sanitarie locali gestite dalle giunte politiche regionali e provinciali, assorbirono i finanziamenti che erano stati destinati alle strutture sanitarie.
Una vera legione di opachi funzionari di provincia (con nulla a che vedere con la particolare problematica della sanità) iniziarono così a "vivere" con la  politica, "bene",  con quella che inizierà a chiamarsi  "mala" sanità. Una voragine che non conoscerà mai la fine.

Le strutture così impoverite (moltissime) non saranno mai all'altezza della situazione; cresceranno così e si moltiplicheranno le cliniche private "convenzionate". Ma anche per queste ultime, le scelte sono fatte  naturalmente da un'apposita commissione "politica", che favorisce una casta ben precisa: quella dei "baroni" della sanità, Questi e qualche qualche altro potente locale (magari solo ragioniere) hanno avuto la brillantissima idea di "aprire" subito, una clinica o un centro analisi, mettendoci dentro qualche medico.

La riforma parte già male; senza un minimo di razionalità organizzativa; a Roma il 28, al San Giovanni, i medici e gli infermieri parcheggiano gli ammalati nei corridoi non nelle varie corsie.

1 GENNAIO - Muore PIETRO NENNI. Presidente del PSI. Era nato a Faenza nel 1891. Prima aveva aderito al PRI, poi nel 1921 al PSI, diventandone uno dei massimi leader. Dopo la presa del potere di Mussolini, fuggì in Francia. Rientrato in Italia alla liberazione fece parte del Comitato CLN. Nel dopoguerra si apre violenta la polemica con Saragat al congresso del '47. Favorevole alla collaborazione con i comunisti, si dimise in seguito alla scissione dell'ala socialdemocratica che portò alla nascita del PSLI, mentre l'ala maggioritaria riassumeva il nome di PSI. Ma in seguito nel '56 si orientò verso la ripresa del dialogo con i socialdemocratici e la realizzazione di un'alleanza di governo con la DC, che si concretizzò nel 1963 col primo governo di centrosinistra. Varie volte ministro nei governi Moro e Rumor. Dopo la nuova scissione nel '69, é stato ancora eletto presidente del PSI. Suo pupillo con la funzione di vicesegreatario, un oscuro milanese d'origine siciliana, che ai colleghi sembrava una figura scialba, un funzionario non di prima ma di terza fila: BETTINO CRAXI.

6 GENNAIO - A Palermo è ucciso  il presidente della Regione Sicilia, Mattarella. 45 enne "uomo nuovo" della DC, disponibile al dialogo con la sinistra (allo stile moroteo), era impegnato in un'azione - a molti non gradita -  per costituire una giunta regionale con il PCI.
Giornali, radio, televisione non hanno dubbi: la mafia ha ucciso.
Mentre il giornale che pubblichiamo a lato, siciliano, non lo pensa affatto. Titola nell'occhiello "Questo é terrorismo" del continente, non un assassinio siciliano.
Il delitto è infatti anomalo. Sette colpi di pistola a bruciapelo. Il politico si accascia nelle braccia della moglie, in fin di vita. L'assassino sta per risalire sulla macchina, ma riceve l'ordine di finirlo, torna indietro per dargli il colpo di grazia con la moglie accanto, inorridita. Non è cosa siciliana !
Il giornale non sbaglia! Il giorno dopo a rivendicare il crimine sono tre gruppi: Brigate Rosse, prima Linea e i Nuclei fascisti Rivoluzionari. Vero o falso "si sono fatti belli" davanti al loro referente: un collaborazionista dei comunisti in meno! (sembra la prova per il delitto Gen. Dalla Chiesa).

8 GENNAIO - MILANO - Con la tecnica della strage di via Fani, un commando delle BR, blocca con una 128 l'auto di tre poliziotti della Digos, sopraggiunge un altro gruppo che in pochi secondi crivellano di colpi i tre funzionari: ANTONIO CESTARI, ROCCO SANTORO, MICHELE TATULLI.
Il  25  a Genova, cadono sotto i colpi di mitra di Prima Linea il T. colonnello EMANUELE TUTTOBENE e il suo autista, l'agente ANTONIO COSU.

2 FEBBRAIO - Si dà il via libera alla legge sul "pentitismo" (sconti di pena per i terroristi che collaborano), decreto varato da Cossiga il 15 dicembre scorso. Contrari sono solo il MSI, il PR  e il PDUP. La Camera prima vota la fiducia a Cossiga per eliminare l'ostruzionismo dei radicali con 522 sì, 50 no, e 8  astenuti; poi il 6 febbraio la legge passa   con 446 sì, 76 no, e 6 astensioni.
Registrati anche 27 "franchi tiratori", più cinque socialisti che escono dall'aula al momento del voto: (contrari al pentitismo !! Di cosa avevano paura?')

Gli sconti sono accordati in relazione alle rivelazioni che i terroristi rendono. Un terzo della pena con la confessione, la metà se indicano gli "amici", e in caso di successo su una grande operazione,   la riduzione di un altro terzo.

Dopo la cattura di PATRIZIO PECI, avvenuta il 20 febbraio a Torino,  il capo militare delle BR, capocolonna a Torino e membro della direzione strategica, confluito poi a PL, è (oltre Fioroni già citato in dicembre) il primo ad approfittare degli sconti-pena in cambio di importanti rivelazioni. 
Altrettanto farà WILLIAM VACCHE (ma che rilasciato il 7,  é ucciso da PL perchè sospettato proprio di fare il doppio gioco).  
Peci  tornerà invece in libertà dopo il processo alle BR genovesi che si concluderà il 26 gennaio 1983  con dieci ergastoli agli ex "amici". (ma non lo dimenticano !!)

Il Generale DALLA CHIESA che ha  in mano già molti elementi e quasi un quadro globale del terrorismo italiano tramite una fitta rete di infiltrati, si giova molto della nuova legge. Alcuni terroristi sono stati anche segretamente arrestati,  hanno poi colloquiato con Dalla Chiesa e sono stati rilasciati per fare il doppio gioco.
Dal canto suo Peci in carcere a Dalla Chiesa confessa tutto quello che sa. Rivela l'organizzazione di PL e delle BR, fa  nomi e cognomi dei militanti e indica le loro basi.  Finiscono molti in carcere, e a loro volta "cantano", fra cui (arrestati il 14 aprile) Sandalo e Marco Donat Cattin, il figlio del politico appena eletto  il 15 di questo mese,  neo-vicesegretario della DC al XIV congresso.

L'intera struttura di PL in pochi giorni è smantellata. Più complessa quella delle BR, molto meglio organizzata; quasi militarmente e a compartimenti stagni. Sembra che all'interno esista un grande stratega; una tecnica - quella della compartimentazione - che s'insegna all'Alta Scuola di Guerra.
Oppure all'interno della struttura (molto più semplicemente) esiste un informatore che sa quali sono i provvedimenti che si stanno varando;  per questa ragione l'organizzazione prende le sue misure per non finire nel vortice a catena delle "pluri-premiate" delazioni, come quelle di Peci e compagni. Ma anche dentro le BR esistono alcuni elementi immaturi e dei disperati, e questi non tarderanno a "cantare", non si spiega altrimenti una serie di clamorosi successi delle forze dell'ordine.

A Roma, il 22 maggio sono oltre duecento gli arrestati appartenenti alle BR, e 50 quelli di prima Linea. Infine  il 13 settembre a Milano arrestano CORRADO ALUNNI, il 1° ottobre sono scoperte diverse basi terroristiche e arrestati altri dieci esponenti di spicco fra cui LAURO AZZOLINI. Inoltre si sanno i nomi degli autori dei delitti commessi e di molte stragi, anche se tutti latitanti. Insomma in certi luoghi il "cantare" era diventato un nutrito "coro".

Peci ha aperto ampi squarci nell'organizzazione e ha raccontato il 16 aprile (i giornali ne parlano) tutto quello che sa ai magistrati: da Via Fani ai delitti Coco e Casalegno.
Per vendetta il prossimo anno, il 10 giugno, le BR cattureranno il fratello di Peci, Roberto;  il 3 agosto lo assassineranno  mandando alla stampa la foto della sua esecuzione.

C'è anche un altro risvolto tragico nel pentitismo di Peci. Ha accusato due avvocati che difendono elementi delle  BR di essere "elementi con funzioni organizzative dentro le Brigate Rosse". Sono spiccati due mandati di cattura per i due legali. Il primo l'avvocato EDOARDO ARNALDI che all'atto dell'arresto e  perquisizione si spara in bocca . L'altro l'avvocato SPAZZALI viene arrestato, ma interrogato nega.

12 FEBBRAIO - Le BR all'Universita di Roma assassinano il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. VITTORIO BACHELET. Amico e collega di Aldo Moro (che seguiva la sua linea politica) aveva ricoperto (sostituendo Gedda) la carica di presidente dell'Azione Cattolica dal 1964 al 1973, poi l'aveva lasciata dopo tre incarichi triennali. Bachelet era già nella   lista di un elenco trovato in una base BR, quindi una vittima annunciata. Il delitto accade pochi giorni prima del ...

15 FEBBRAIO -  A Roma si tiene il XIV CONGRESSO DELLA DC. Sono 1000 i delegati, 15 le correnti organizzate presenti. E' il tanto atteso congresso per la resa dei conti dei fiancheggiatori dell'unità nazionale berlingueriana.
E' una vera rivoluzione dentro la maggioranza del partito. ZACCAGNINI é silurato; al suo posto FLAMINIO PICCOLI; vicesegretario DONAT CATTIN, presidente FORLANI.
Liquidata l'aerea di ZACCAGNINI e ANDREOTTI  che crolla  nella minoranza con il 42,3%, contro il 57,7%. Prevale  l'allenza tra dorotei, fanfaniani, Proposta e Forze Nuove, e  nella loro esposizione finale danno la "zampata" a fondo, perentoria: quella che verrà ricordato come il "preambolo" il quale esclude per il presente e il futuro ogni collaborazione con i comunisti.
Semmai, apertura ai socialisti. Craxi nel suo silenzio non deve essere estraneo a questa svolta. E' ancora debole, ma in giugno ci sono le elezioni regionali. Si prepara ad un'altra resa dei conti.

Chiuso il congresso DC il 20,  si pensa ora come liquidare il governo di Cossiga, o Cossiga stesso se non lo rimpasta mettendoci dentro i socialisti. Passeranno esattamente 30 giorni e il PSI annuncia che gli ritira l'astensione. Cossiga non può far altro che salire le scale del Quirinale e rimettere il mandato.

3 MARZO - Non bastavano le corruzioni di petrolieri, banche ecc., ed ecco scoppiare lo SCANDALO NEL CALCIO. Numerosi calciatori di serie A e B sono accusati di truffa per aver truccato le partite di campionato per le scommesse clandestine.  Alterando così la regolarità del Campionato e del Totocalcio. Non solo incassavano le bustarelle dalle organizzazioni clandestine, ma alcuni di essi scommettevano anche incassando ingenti vincite.
Qualcuno non mantenne gli impegni presi facendo perdere milioni agli allibratori che denunciano il fatto. Scoppia lo scandalo. Sono coinvolti dirigenti e giocatori di grandi squadre: Lazio, Milan, Bologna, Taranto, Perugia, Napoli, Lecce, Genoa, Avellino, ma soprattutto sono coinvolti i migliori giocatori, i beniamini del pubblico, superpagati, tanto da meritarsi l'appellativo di "golden-boy, come CASARSA. SAVOLDI, il portiere ALBERTOSI, e il più famoso di tutti, PAOLO ROSSI.
Alcune squadre sono retrocesse in B, altre penalizzate di molti punti,  mentre per i giocatori per alcuni  è la fine della carriera: radiati; per altri sei anni di squalifica, per Paolo Rossi tre anni.

5 MARZO - Cinque giorni dopo scoppia lo scandalo delle Italcasse. Per 38 dirigenti di banche scatta il mandato di cattura. Il peculato è di quasi 1000 miliardi. L'accusa è di aver elargito denaro pubblico a imprenditori anche sull'orlo del fallimento incassando una buona percentuale. 11 banchieri si eclissano e fuggono all'estero a godersi i soldi. Gli altri invece scaricano il barile accusando i partiti e i potenti del regime.

19 MARZO - Dopo un acceso dibattito parlamentare COSSIGA è costretto a dimettersi   Ha contro il PSI che dichiara che non rinnoverà l'astensione, e altrettanto annuncia  il PRI. La vera grande difficoltà del governo di Cossiga  é il mutamento al vertice della segreteria DC, che vuole eliminare certi rapporti di alcune sue correnti con il PSI, ed iniziarne altri.
Entrambi i due partiti dallo scorso anno non sono più gli stessi. Da una parte il furbo e pragmatico Craxi in ascesa dentro il suo partito, dall'altra una DC che ha cambiato pelle e non vuol sentire più parlare di unità nazionale, né di compromessi o di collaborazione dentro o fuori il governo con i comunisti.
Inoltre non deve sfuggire ai democristiani (forse ha parlato a loro molto chiaro Craxi) che il segretario del PSI sta lavorando al suo progetto, quello di sottrarre il potere di coalizione alla DC con un polo laico socialista consistente; al momento attuale in Italia forse anche possibile.

L'opinione pubblica  non segue  la politica nelle sue alchimie,  ma  ultimamente  metà del Paese  é indignato per   gli scandali del regime  democristiano ed emerge un desiderio diffuso di cambiamento della DC  (una indignazione che nel corso dell'anno aumenterà ancora).
Mentre l'altra metà del Paese è indignato per le ultime imprese del terrorismo degli estremisti della sinistra. (anche questa con le prossime stragi,   nel corso dell'anno l'indignazione aumenterà ancora)

Ad approfittarne  é Craxi mandando segnali sia a una parte sia all'altra. Ma non si ferma quì, li sta mandando ai ceti medi e alla borghesia produttiva che sta abbandonando la tradizionale tutela democristiana e dà  evidenti  segni di stanchezza.
Insomma, la "questione morale"  interessa tutti in questo periodo, tocca ogni ceto. Risulterà vincente chi saprà aggredire in pieno la questione morale. Senza fare svolte autoritarie. Basterebbe applicare l'articolo 92 sui poteri del presidente del Consiglio incaricato a comporre il nuovo governo: secondo la Costituzione dovrebbe formare la sua lista di ministri in poche ore e portarla alla firma del Capo dello Stato senza trattare con nessuno, senza farsi condizionare dalle segreterie dei partiti.

Nessuno l'ha mai fatto! In Italia per il varo di un governo bisogna aspettare settimane e anche mesi.
Altrettanto l'articolo 46, che parla di collaborazione dei lavoratori alla gestione delle aziende; che non è affatto in contrasto con l'articolo 39 e 40 sull'organizzazione sindacale. Ma nessuno ha mai lasciato applicare il primo, come se si trattasse di  un atto irregolare e antisindacale dei lavoratori; di conseguenza non liberi di decidere autonomamente.
(la marcia dei 40.000 a Torino che ci sarà in ottobre anche se (forse) strumentalizzata dal padronato, é l'applicazione dell'art. 46, e da come si svolse,  paradossalmente in contrasto proprio con i sindacati).

Craxi va dicendo questo! Sta prendendo voti per questo, ma quando applicherà queste "ricette" per qualche anno,  passerà per dittatore. (forse stava rompendo le uova nel paniere di tanta gente che di politica e di attività sindacale viveva). Si potrà obiettare che anche molti socialisti o forse anche lo stesso Craxi abbiano approfittato, ma quello che è importante é il bilancio finale.
Un grande supermercato ha 30.000 furti di merce all'anno, ma è il bilancio di fine anno che conta. Ma se per evitarli si manda via  il direttore che lo dirige e non si mette al suo posto un altro direttore, nella stessa azienda sorge l'anarchia e fallisce tutta la  baracca.


5 APRILE
- Sciolto il governo il 19 marzo, FRANCESCO COSSIGA il 23 aveva ricevuto nuovamente l'incarico. Dopo 17 giorni di incontri le nuove alchimie sono fatte. Il 5 aprile vara il suo governo. Queste volta con la partecipazione diretta dei socialisti e dei repubblicani.
Craxi ha avuto la sua soddisfazione di mettere dentro il governo 9  suoi ministri: CAPRIA,GIANNINI, BALZAMO, LAGORIO, FORMICA, MANCA, DE MICHELIS, ANIASI, REVIGLIO. Soddisfatto anche il PRI con 3  ministri: LA MALFA, COMPAGNA, BIASINI. - Fra i democristiani compare FORLANI come ministro degli Esteri, ROGNONI agli Interni, BISAGLIA nel dicastero dell'Industria e Commercio.

17 APRILE - il Senato vota la fiducia a Cossiga con 178 sì (DC, PSI, PRI, SVP) 127 no (PCI, Indipendenti di sx, PDUP, PR, PSDI, PLI, MSI); mentre la Camera concede la fiducia il 20 aprile con 335 sì e 271 no.
Sembra una roccaforte sia per la DC sia per i PSI. Craxi con 9 ministri rappresentati, per molti democristiani che sono rimasti fuori non è solo sembrato eccessivo, ma apparso scandaloso.
Ma l''effetto vincente dei socialisti, il nutrito gruppo seduto sugli scranni del governo,  porta acqua al mulino PSI.
Molto utile l'8 giugno, quando ci saranno le elezioni regionali, provinciali e comunali. Craxi non canta ancora vittoria, e nemmeno vuol fare solo l'ago della bilancia, ma vuole dialogare da pari a pari con la DC. Poi, se oltre l'effetto simpatia,  la Dc farà anche dei passi falsi, o avrà qualche incidente di percorso, i socialisti non perderanno certo l'occasione per fare il "salto".
Non per nulla   lo stesso Craxi non entra in nessun ministero. Non avrebbe tempo per completare il suo diabolico "quadro".

Previsioni avverate perchè la DC (anche se erano convinti quest'anno di potergli fare lo sgambetto) ritorna ad essere presuntuosa, utilizzando i piccoli e immaturi nani, e inizia con una serie di errori, verso il suo declino; nel '83 il baratro sarà poi già in perdita di sei punti in percentuale, da 38,6  scende a 32,9. Il "Preambolo" si rivelerà una ghigliottinata di teste: 37 seggi. Poteva essere  un massacro, se non ricorrevano all'ultimo momento a far rimettere insieme i cocci dal "ribelle" ma intelligente e combattivo DE MITA, che userà gli stessi mezzi di Craxi;  non certo quelli di Forlani.   (ma con il seguito ci arriveremo!).

inizia la battaglia dell'auto
"...mamma li turchi" (i giapponesi)

8 MAGGIO - Crisi del petrolio e una lira forte non permettono esportazioni nel settore auto. Gli acquisti interni, a  rate - anni addietro una delle più diffuse modalità di pagamento per l'acquisto dell'auto - non sono più possibili né per chi contrae il debito nè per chi lo assume. Con un'inflazione ufficiale mensile del 2,1% (mese di settembre - pari al 25,2 annuo se continua così) e il tasso di sconto salito al 16,5;  il più alto mai registrato in Italia; con il costo del denaro prime rate del 25-26%,  oltre che "impiccare" l'acquirente con cifre spropositate, non permette al venditore di avere nessuna garanzia; un salto nel buio. Inoltre, non dimentichiamo la frase non rassicurante di Carli lo scorso anno "la crisi non è terminata, siamo solo all'inizio".

Come non era mai accaduto prima, il settore auto sta tenendo tutti col fiato sospeso. La crisi è mondiale. Negli Usa, quattro delle maggiori case automobilistiche hanno chiuso 14 stabilimenti, sospendendo dal lavoro 235.000 operai, licenziandone 32.000. Altrettanta crisi in Francia in Inghilterra, in Spagna e perfino in Germania. Solo in Giappone l'auto ha continuato a marciare a gonfie vele. Tanto che sono sbarcati in Italia a fare una proposta per acquistare l'Alfa Sud.

Fra i paesi europei, nel settore auto, l'Italia é quello che non sta poi tanto male; ha registrato il miglior incremento vendite sul mercato interno, pur con tanti sacrifici. Sono state vendute più auto dello scorso 1979, e ne sono state  importate moltissime dall'estero mandando la bilancia dei pagamenti in rosso di 1000 miliardi. Non altrettanto bene invece le esportazioni; un po' per la crisi in Europa, ma soprattutto perché malgrado le bufere monetarie la lira è forte; ed equivale a poche esportazioni.
Questo motivo e il "pericolo giallo"  innesta  un braccio di ferro tra la Fiat e i sindacati e tra la Fiat e il governo, che è pronto a dare il suo benestare all'accordo con la Nissan. (cosa che farà poi Cossiga il 20 settembre, provocando la "tempesta" e pochi giorni dopo il "maremoto").

La Fiat (!!!) ha fatto presente che il mercato è saturo, che non ci sono prospettive in Italia di vendere in futuro altre auto, che i "piani auto" del governo che prevedono massicci programmi di sviluppo sull'Alfa sono tutti errati. Insomma secondo la Fiat, é inutile costruire  altri stabilimenti.

La battaglia inizia questo mese, ed è una guerra per inviare il messaggio a qualcuno. La Fiat  in questo 8 maggio pone in cassa integrazione 78.000 dipendenti per sette giorni da distribuirsi nell'arco di 40 giorni.
Inizia la guerra tra la Fiat e i tre sindacati, che trovano pretestuosa questa presa di posizione fatta solo per sollecitare il governo a non cedere ad una concorrente (per di più giapponese) l'Alfasud.

Ed ecco la sequenza dei fatti che già anticipiamo:

A  LUGLIO la casa torinese comunica il cambiamento al  suo più alto vertice.
il 31 LUGLIO  UMBERTO AGNELLI si dimette da Amministratore Delegato, passa il testimone a CESARE ROMITI. Le fabbriche chiudono in agosto; riaprono ai primi di settembre;
il 10 SETTEMBRE Romiti interrompe le trattative dei sindacati e annuncia il licenziamento di 14.469 operai del settore auto.
Il 20 SETTEMBRE Cossiga autorizza l'accordo  Nissan-Alfa Romeo. Per solidarietà agli operai licenziati scattanoa Torino gli scioperi ad oltranza organizzati dai sindacati.
Il 26 SETTEMBRE il segretario del PCI BERLINGUER fa una visita ai lavoratori in sciopero; alla domanda dei giornalisti cosa farà il PCI se gli operai decidessero di occupare la Fiat, risponde  che non farà mancare il suo appoggio. - Naturalmente sgomenta i vertici della Fiat. Le polemiche sono immediate. Ma non solo queste. Girano notizie inquietanti. Perfino paventata una invasione dell'Italia.

Il 27 SETTEMBRE COSSIGA alla Camera presentando i suoi provvedimenti economici trova la sorpresa. Scivola per un voto con i franchi tiratori: 298 a 297. Effetto tripudio a Torino, come se fosse proprio lui l'uomo da allontanare  per far tornare la serenità. (Non sappiamo come lui si sarebbe comportato il 14 ottobre)
Lo stesso giorno la Fiat sospende i licenziamenti, e i sindacati sospendono lo sciopero. Ma due giorni dopo....
IL 29 SETTEMBRE la Fiat annuncia la cassa integrazione per 23.000 lavoratori. Per chi deve formare il nuovo governo, il messaggio è chiaro. Avrà questa patata bollente subito nel piatto.
IL 30 SETTEMBRE proseguono e si rafforzano  le manifestazioni sindacali a oltranza, con picchetti all'entrata dei cancelli. Inizia il braccio di ferro (anche molto pericoloso) Ma......
Il 14 OTTOBRE a Torino accade una cosa nuova, mai avvenuta prima in Italia. Negli scioperi del dopoguerra l'episodio non ha precedenti.
Le iniziative della lotta, prevedono per il 14 ottobre una manifestazione al Teatro Nuovo; vi giungono 4-5 mila persone, con delegazioni sindacali giunte da lontano.
Ma in poche ore, Torino per la prima volta prende atto con stupore di una realtà diversa.
Alcune squadre di capi e operai scavalcano i picchetti; entrano in fabbrica e rimettono in funzione le catene di montaggio provvedendo a montare 850 auto. Mentre fuori un corteo di 40.000 colletti bianchi, impiegati e capi della Fiat, a cui si uniscono  alcuni gruppi di operai,  sfilano silenziosi per le strade di Torino, e convergono  al Teatro Nuovo per contestare i sindacati e per rivendicare il proprio diritto al lavoro. Una fiumana di gente dissidente con alla guida il coordinatore ARISIO.

Si chiede l'intervento della magistratura per garantire di entrare liberamente negli stabilimenti di Mirafiori occupati. Sono tutti decisi a sfidare la "violenza dei picchetti" poi quel che accadrà accadrà, le responsabilità saranno della magistratura che é accusata di assenteismo.
Alla manifestazione al Teatro Nuovo nessuno è più in grado di parlare; i sindacalisti LAMA e BENVENUTO  sono coperti di insulti e critiche, CARNITI della CISL, viene colpito da un sasso al viso, mentre il lancio delle monetine accompagnati dai fischi travolge la manifestazione dei sindacati.

Il sì della magistratura non tarda ad arrivare. L'ordinanza della Procura di Torino (applicando l'articolo 219 del C.P.) va subito in vigore: riaprire i cancelli per chi vuole entrare e intende lavorare.
"Si ordina alla Polizia giudiziaria e ai Carabinieri  di intervenire in casi di inosservanza"
In parole semplice, la forza pubblica é incaricata a proteggere i dissidenti. Ma come?
(La polizia in caso di sommossa non sarebbe bastata. Sembra logico che si sarebbe richiesto l'intervento dell'esercito. Una "mina" vagante? O una soluzione alla Turca? (a novembre capiremo)

La reazione dei sindacati è dura. Quella della FLM dichiara che la magistratura vuole trascinare in un conflitto aperto (armato?), in una guerra civile le masse dei lavoratori.

La frattura che si é verificata è enorme, anche tra i lavoratori delle qualifiche più basse. Un segnale cospicuo che porta l'Italia in un'altra direzione. Crollano i miti della socializzazione e dell'intervento pubblico nell'economia. Ci si affida nuovamente al "padronato forte" e all'iniziativa privata. Si sollecita l'opinione pubblica a puntare su quest'ultima direzione animandogli la fantasia, che la voglia di lavorare fa arricchire.

Partiti e sindacati sono ormai scesi ad un basso livello nella stima pubblica. I politici parlano della necessità di modificare la Costituzione, il Paese invece chiede che é sufficiente "tornare alla Costituzione". Invocano alcuni come a Torino l'articolo 46.

Che poi sia stata la manifestazione strumentalizzata (dai poteri forti) questo lo lasciamo decidere al lettore, seguendo la sequenza dei fatti e delle date riportate sopra.

LA SECONDA FASE CRITICA LA LEGGEREMO IN OTTOBRE

28 MAGGIO - Un commando uccide il giornalista del Corriere della Sera WALTER TOBAGI, sparandogli   cinque proiettili, alla schiena, alle gambe, alla testa.
Presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, docente di Storia Contemporanea alla Statale di Milano,  da tempo si occupava del terrorismo. Era un inviato speciale sul fronte delle Brigate Rosse. Di fede socialista, Tobagi cercava di ricostruire la genesi e i movimenti della cupa degenerazione dell'estremismo rivoluzionario, o meglio dei pseudorivoluzionari.
L'attentato é rivendicato dalle BR: una telefonata attribuisce l'assassinio alla "Brigata 28 Marzo"; un secondo messaggio all'Ansa di Verona.
Anche questa, una morte annunciata. Il suo nome era stato trovato circa un anno prima in un elenco di "bersagli" di Prima Linea.
La sera prima in un dibattito al Circolo della Stampa di Milano Tobagi aveva commentato gli ultimi delitti (pochi giorni prima avevano gambizzato GUIDO PASSALACQUA caposervizi di La Repubblica") "Noi giornalisti tutte le volte ripetiamo lo stesso appello, poi le cose vanno avanti come prima e stiamo a vedere a chi toccherà la prossima volta. Si ha la netta percezione di una politica perseguita con altri mezzi, con altri strumenti, quello delle indiscrezioni che trapelano dal segreto d'ufficio..."

Indubbiamente il suo dibattito era subito trapelato......
Forse anche nelle alte sfere.

Tobagi si riferiva al caso "Messaggero" scoppiato il 7 maggio a Roma. Un giornalista del foglio romano, FABIO ISMAN, era stato arrestato per aver pubblicato i verbali di Patrizio Peci, con l'accusa di aver "divulgato segreti  d'atti d'ufficio". Ma dimostrò che gli erano stati consegnati da un funzionario dei servizi segreti, il vicecapo del Sisde RUSSOMANNO; il 24 maggio  sarà condannato a due anni e otto mesi. Al giornalista a un anno e sei mesi (ma successivamente in un nuovo processo scagionato).

29 MAGGIO - Scoppia il caso DONAT CATTIN. - Sandalo il terrorista di Prima Linea arrestato con un blitz il 29 aprile, "vuota il sacco".  Rivela ai magistrati che Cossiga ha allertato quattro giorni prima del blitz, il 24 aprile, Donat Cattin per avvertire suo figlio Marco conosciuto dentro il gruppo terroristico come il "comandante Alberto"; il giovane  si è eclissato fuggendo all'estero, in Francia. (Sarà arrestato a Parigi il 18 ottobre).

31 MAGGIO - COSSIGA nega di aver informato Donat Cattin per far scappare il figlio Marco terrorista. Alla Camera una commissione si riunisce; con 11 voti contro 9, giudica infondata l'accusa di Sandalo rivolta a Cossiga, di favoreggiamento assieme a Rognoni ministro degli Interni. Ma DONAT CATTIN é costretto a dimettersi da vicesegretario  della DC, guidata da PICCOLI.
In  tutta la vicenda rimangono lati molto oscuri. L'opinione pubblica apprende intanto una cosa certa, che il figlio di un alto esponente della DC (l'uomo del "preambolo") è un terrorista di Prima Linea, con un lungo curriculum in imprese delittuose.
Marco Donat Cattin, poi arrestato, farà il pentito. A conclusione del processo a Prima Linea del 10 dicembre a Torino, gli sarà concessa la libertà provvisoria, mentre  i suoi otto ex colleghi  di cui ha fatto i nomi sono condannati con 8 ergastoli.

 

5 GIUGNO - Muore GIORGIO AMENDOLA - Uno dei più popolari leader del Partito Comunista Italiano. Nato a Roma nel 1901 aveva aderito al PCI nel 1929. Esule durante il fascismo in Francia, rientrato in Italia,   membro del CNL, nel 1945 era entrato nella direzione del partito e da allora sempre rimasto al vertice. Autore di vari libri e saggi, ricordiamo l'autobiografia L'Isola, oltre a Lettere a Milano, e Una scelta di vita.
E' stato uno degli artefici dell'evoluzione del comunismo italiano con Togliatti, Pajetta e Longo (che morirà in questo stesso anno il 16 ottobre, anche lui quasi alla stessa età; era nato nel 1900 a Fubine Monferrato).

8-9 GIUGNO - Si svolgono le elezioni regionali, provinciali e comunali. La campagna elettorale è stata condotta come  se si trattasse di una verifica politica. Soprattutto dal PSI, dopo gli incidenti di percorso sia dentro la DC, che il perdurare del  silenzio dentro il  PCI.
I risultati nazionali  registrano un altro calo del PCI con un meno 1,9%. Un aumento della DC dell'1,5% soprattutto nel Sud, con punte del 42,1, 45,2, 41,2, 45,8, 55,4,   rispettivamente in Puglie, Basilicata, Calabria, Abruzzi, Molise. Oltre naturalmente il Veneto con lo zoccolo duro del 49,4 che si riconferma come sempre la "balena bianca" della DC italiana.
La sorpresa viene dal Piemonte e dalla Lombardia. I socialisti su una percentuale del 12,7 nazionale, registrano nelle due regioni del nord un successo clamoroso con rispettivamente   il 14,2 e 14,5 per cento. Su 290 seggi della DC e 233 dei comunisti, guadagnano 86 seggi. (nelle ultime politiche del '79 alla Camera ne avevano  62).

12 GIUGNO - Il successo del PSI alle ultime elezioni porta un'altra novità nella gestione e nella spartizione dei mezzi d'informazione radiotelevisivi. Il socialista SERGIO ZAVOLI é il nuovo presidente della Rai. UGO ZATTERIN anche lui socialista é direttore del TG2. Al TG1 FRANCO COLOMBO della DC. Al TG3 LUCA DI SCHIENA DC.

23 GIUGNO - A Roma viene freddato a sangue freddo da due terroristi dei NAR, il sostituto procuratore della Repubblica MARIO AMATO. Il giudice indagava da tempo sull'eversione nera.

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