ANNO 1983

CRONOLOGIA DELL'ANNO ( 1a PARTE )


Craxi
la voce

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UN INIZIALE RIEPILOGO DELL'ANNO

ELEZIONI POLITICHE Il 26-27 Giugno.

ANTECEDENTI - Caduto  il governo "fotocopia" di SPADOLINI lo scorso agosto, in dicembre FANFANI aveva messo insieme un quadripartito, che è durato nemmeno cento giorni, infatti  CRAXI  gli apre la crisi in Aprile, annunciando l'uscita dalla maggioranza.

Impossibile sanare i contrasti o aggirare i veti che sembrano venire da ogni parte dalla maggioranza e dall'opposizione; si andrà così il 26-27 giugno alle urne.   
La sorpresa (ma Craxi aveva fatto bene i suoi conti) sarà il crollo della DC.
(che qui anticipiamo)
Risultati: DC 32,9 - PCI 29,9 - PSI 11,4 - MSI-DN 6,8
PRI 5,1 - PSDI 4,1 - PLI 2,9 - PR 2,2 - DP 1,5
(vedi in dettagli nel mese di giugno)

DC penalizzata nonostante il tentativo di rinnovamento avviato da DE MITA. Perde il 5,4 alla Camera e il 6,9 al Senato. Mai la Dc aveva subito un crollo così vistoso. Mai era stata così vicina al PCI in tutta la sua storia.

BETTINO CRAXI riceve l'incarico il 21 luglio e il 4 agosto forma il suo governo. Alla fiducia del 12 agosto il governo Craxi ottiene 361 si e 234 no (in questi ultimi ci sono i comunisti, la Sinistra indipendente, il MSI, DP, PSd'Az., Liga Veneta).

Un buon consenso anche in Senato il giorno dopo, il 13 agosto: 185 si e 120 no.

LAMA lo definisce un "fatto storico", mentre il PCI imputa a Craxi una vocazione troppo autoritaria. (Ma anche Donat Cattin (DC) lo ha definito un "rapporto stalinista"). Comunque l'obiettivo preminente che si pone Craxi - esponendo il suo programma- è la lotta all'inflazione e al costo del lavoro. Le premesse ci sono anche perché all'orizzonte, dopo la crisi mondiale e europea, c'è una ripresa nell'industria che favorisce il programma governativo del premier socialista. Inoltre ci sono altre componenti in questa congiuntura, molto favorevoli.
L'impegno di Bettino Craxi nei confronti della nazione è stato chiaro fin dall'inizio, "un'Italia economicamente salda, socialmente avanzata con un basso profilo nelle lotte politiche e sociali".

Per portare avanti le necessarie riforme, occorre ovviamente in questo periodo così difficile una stabilità politica affiancata da una stabilità economica; obiettivi prefissati e condivisibili  indipendentemente dagli schieramenti politici; purtroppo i nuovi "piccoli cesari" poi si sporcheranno le mani con la marmellata rovinando tutto.
Tuttavia non significa sconfessare storicamente il modello di sviluppo Craxiano; riformatore ed interclassista teso (con un idealismo tutto suo, alcuni affermeranno poi un po' troppo disincantato da non vedere le serpi in seno) a gettare delle nuove basi economiche di raccordo sociale con una politica estera fortemente nazionale ed interventista con le radici fortemente europee e con l'Italia militarmente legata alla NATO (- America + Europa).
Sul contrasto "istallazione missili a Comiso" con le manifestazioni dei pacifisti, Craxi porta il suo governo a votare a favore della istallazione, con 351 si contro 219 no.


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L'ECONOMIA e IL LAVORO IN ITALIA - Le "Fabbriche tecnologiche" fanno la loro prima comparsa in Italia. L'uso di tecnologie innovative, l'automazioni informatica e la robotica, consentono di adeguare rapidamente le produzioni. Si "cambia registro" e alcune aziende lo fanno con molto coraggio. Spesso senza tecnici, perchè questi mancano, nessuno si è preoccupato a istruirli, anche perchè bisognerebbe iniziare dagli insegnanti.

Da 130 milioni di ore di sciopero per rivendicazioni salariali si passano a 50 milioni. La motivazioni principale? c'è la paura della disoccupazione! La tecnologia avanza, e la si teme solo perché non la si conosce, né qualcuno permette la formazione di una mentalità anticipatrice.
I giornali sono pieni in questo periodo di informazioni tecnologiche, ma è totalmente assente la necessaria attenzione per fare formazione. E negli anni '80 non era necessario andare in America, era sufficiente fare un viaggio nella vicina Germania.

IL TERZIARO AVANZATO... diventa il vero protagonista del decennio che inizia proprio con questo 1983,  in sordina e senza molte attenzioni da parte dei politici. 
Solo alcuni manager hanno iniziato a toccare un vero computer; i primissimi che entrano timidi timidi nelle prime fabbriche, spesso sono usati da chi in casa si è già fatto una buona esperienza di programmazione con i piccoli (per modo di dire) computer amatoriali (da tre anni in circolazione che fanno molto di più di quanto appare a prima vista al neofita)
Infatti questi sono impiegati per giochi ma hanno già a disposizione linguaggi strutturati, come il Fort, il Pascal, ecc.  l'Assembler che è poi un potentissimo linguaggio macchina anche se si usa un banale Commodore, un Texas, uno Sharp ecc.
  
 Il settore detto dei servizi, ha già superato come addetti quello dell'industria e dell'agricoltura messi insieme. Sembra una tendenza tipica del mondo tecnologico, ma non è così, solo ora nasce timidamente  in Italia il "terziario avanzato", quello veramente legato alla tecnologia, all'istruzione, all'informazione e soprattutto alla formazione della professionalità legata alla nuova scienza della produzione. Ma l'Italia di risorse umane in tal senso (cioè "formatori") é molto carente.
Anzi non vede nemmeno il "nuovo strumento". Non sa nemmeno cos'è. E questo a livello di organismi istituzionali.
L'annona non rilasciava licenze a chi voleva vendere Computer. Nelle tabelle della Camera di Commercio (nel 1983!) il nome computer era ancora assente. Le chiamavano macchine da calcolo, quindi per venderle era necessaria la licenza di forniture d'ufficio e una superficie di 200 mq (cioè chi vendeva scrivanie, schedari, calcolatrici, macchine da scrivere).
Chi scrive queste righe (che è stato un pioniere della vendita di computer in Italia) ha un aneddoto paradossale. Presentò in una conferenza (per la prima volta) il "computer" alle varie categorie commerciali e imprenditoriali nel salone della locale Camera di Commercio, ma poi per avere la licenza per venderli (sollecitata, implorata) dovette sostenere gli esami al Rec e proprio davanti a coloro a cui aveva insegnato a usare il computer. 
Una farsa, ma quello era il regolamento!
Inutile far notare che in Francia e in Germania gli stessi computer li vendevano già nei supermercati alimentari. E che si chiamavano ordinateur.
Per aggirare l'ostacolo, avendo un negozio di cartoleria, giocattoli e tabaccheria, iniziai a venderli come macchine per giocare a scacchi (cioè ogni computer per poterlo vendere e aggirare l'ostacolo, lo fornivo con questo programma)  anche se poi li andavo a vendere nelle banche, nelle scuole, alle prime industrie, ai giornalisti, alla Corte di Cassazione, alla Rai, al Vaticano, alla Polizia ecc. (6000 macchine vendute e oltre 100.000 programmi). 

Gli stessi giornalisti dedicandomi pagine intere suoi loro giornali  mi indicavano a piena pagina che stavo vendendo migliaia di "computer". Il giorno dopo avevo i vigili del comune a farmi il verbale e a fare gli spiritosi. "Lei vende i computer, computer significa computare, quindi macchine calcolatrici da ufficio, e lei questa  licenza non ce l'ha". Non l'avevo perchè non era contemplata nel Rec e nell'annona, dove -sempre paradossalmente- io insegnavo a usare lo "sconosciuto" computer.

Superato questo scoglio mi trovai a combattere un'altra "guerra". Andreatta voleva mettere sui computer l'Iva al 34 %, ritenendoli oggetti voluttuari, di lusso, come l'oro e i brillanti. Cose da pazzi!!
Scrissi un articolo sui giornali ridicolizzando lui e il governo. L'articolo qualcuno lo fece pervenire alla Camera. Qualcuno spiritoso fece capire che li stavo prendendo per i fondelli. E per fortuna ci ripensarono. I computer rimasero al 18% di Iva.

Così è decollata l'informatica in Italia! - Tutte le istituzioni pubbliche  assenti da questa mutazione culturale, epocale, che dalla pancia passava al cervello. Così in un paio d'anni venne subito al pettine la bassa istruzione e l'orientamento scolastico degli anni  '80. Quelli che dovevano entrare nell'anno 2000, a 20 e 30 anni nelle nuove infrastrutture tecnologiche non gli venne riservata la minima necessaria preparazione, nè ai professori una decente "formazione". E prima di tutto non si era riusciti a spazzare via certi pregiudizi. Negli Istituti superiori dove andavo a portare e a illustrare i primi computer, c'era lo stupido  timore che il computer avrebbe eliminato il professore.

L'informatica in Italia decollò in questi anni (dal 1980 fino al 1990-92) con l'autodidattica! Dieci anni di ritardo! Con i politici ciechi. 
Responsabile anche la bassa professionalità di molti vecchi provveditorati, che rifiutavano in blocco le nuove tecnologie informatiche e perfino le calcolatrici scientifiche; queste ultime un'altra spina nel fianco. Si vendevano a migliaia (soprattutto H.P., Sharp, Texas) ma si proibiva severamente l'uso agli studenti. Guai a portarle a scuola! (dove forse - dallo studente- avrebbe potuto imparare anche il professore a usarle!)
Provavano una vera e propria repulsione. Inutile andare a proporre o a fare dimostrazioni in vari istituti superiori con programmi di Contabilità, di Cad, di Gestioni ordini, di Marketing, ecc. Erano questi incontri sempre osteggiati, boicottati. Non meno fatica nelle grandi aziende e negli studi dei professionisti, Commercialisti, Ingegneri, Architetti, Notai, Avvocati ecc.

Chi scrive qui, per l'opera meritoria di pionierismo che faceva, in una famosa trasmissione televisiva (con Faggin, l'inventore del microprocessore, con Granelli ministro della ricerca scientifica e lo staff di Piero Angela) fu indicato come "l'imprenditore tracciante". Ma quanta fatica!!

Per fortuna che c'erano i ragazzini e i ventenni. Sarà grazie alla loro encomiabile autodidattica se nei primi anni Novanta (mentre altri paesi esplodevano) l'Italia riuscirà a far sedere davanti a un computer  persone con una certa competenza. Di quasi 6000 miei clienti che acquistarono in questi primi anni Ottanta il loro primo computer, oggi (anno 2000)  l'Autore che qui scrive, li ha ritrovati quasi tutti in rete a guidare i centri informatici del Paese. Dei 13.000 che mantennero la corrispondenza con il mio Club Francomputer, 12.999 mi hanno superato oggi in conoscenza informatica. E molti di questi, trovandoci in rete oggi, ridiamo di gusto di quei modesti 100.000 programmi che realizzammo tutti insieme vendendoli o scambiandoceli.

Le uniche istituzioni attente a queste tecnologie in questi anni fu la Polizia, i Carabinieri e la Finanza, con dentro della gente molto in gamba. Ma tutto il mondo scolastico era assente.
Abbiamo parlato sopra di "Fabbriche tecnologiche". In verità in questi primi anni gli imprenditori si arrangiano. Non essendoci scuole che preparano tecnici di computer e quindi sistemi globali di automazione, gli stessi sono realizzati utilizzando paradossalmente i computer dei ragazzini. 
Infatti io stesso vendo a un colossale zuccherificio nazionale 100 Texas TI 99 da applicare "ognuno" a una macchina,  utilizzando solo le istruzioni di 8/10 righe di programma. 
Altrettanto in una grossa acciaieria. Cioè non esistevano ancora dei tecnici capaci di fare una centralina (un host) 
capace di smistare da un unico computer le varie istruzioni alle singole macchine; le banalissime connessioni seriali o in parallelo diventavano grossi problemi.

Costando pochissimo i computer amatoriali (comunque potenti - il processore 9900 del TI 99 è ancora oggi usato nella missilistica)  si preferiva acquistarne uno per ogni macchina per poi utilizzarlo con una sola banalissima istruzione (mille volte inferiore alle istruzioni usate per realizzare un videogioco - Infatti per guidare un tornio bastano 20 istruzioni, per realizzare un gioco ne occorrono come minimo 100.000.

IL TERZIARIO POVERO....: La ripercussioni a quanto sopra, fa sviluppare (con le forze lavoro esuberanti - e  lo continuerà a far crescere) il settore fatto essenzialmente di servizi alle persone, alla manutenzione, nella ristorazione, nel turismo, nel piccolo commercio, o va ad alimentare attività quali Agenti di commercio in ogni attività o di venditori porta a porta, e tanti altri. Tutte occupazioni instabili, mal pagate, scarsamente tutelate e con poche pretese; ma solo perché la professionalità di questa massa si rivelava sempre molto bassa. L'improvvisazione comunque opererà nel corso degli anni una grossa selezione fra i tanti imbonitori di ogni settore, dove spesso hanno venduto solo fumo.
I CATTIVI LAVORI - Purtroppo......... questi soggetti deboli e poco qualificati, sempre in esubero perché non hanno più una collocazione in altre realtà (ma non vogliono rinunciare all'ambito lavoro decoroso) seguitano a rifiutare l'occupazione in quei comparti dichiarati umili, dove sempre di più l'Italia sarà costretta progressivamente a fare (e molto!) solo più affidamento all'inserimento delle nuove schiere di extracomunitari.
Dalla contraddittoria e dualistica "terziarizzazione" vista sopra, l'Italia pur con l'aggravarsi dei suoi problemi occupazionali nella sua (anomala) popolazione, va a creare il grande paradosso, che da Paese di emigranti fino agli anni '80, si trasforma da quest'anno, e sempre più, in Paese importatore di manodopera, cioè di immigranti, pur avendo già qualche milione di disoccupati; alcuni per una loro scelta e non per destino.

VEDIAMO ORA I FATTI MESE PER MESE

 

6 GENNAIO - Dopo il "regalo" di fine anno con gli inasprimenti fiscali del governo Fanfani, la "Befana" porta nel Paese le manifestazioni di protesta dei lavoratori, che continueranno per tutto il mese in varie città d'Italia. Con uno sciopero generale il 18, disturbato da alcuni incidenti.

Oltre che per l'inasprimento fiscale, si parla sempre più insistentemente di una revisione della scala mobile che dovrebbe congelare la contingenza e quindi gli stipendi. E questo mentre l'inflazione seguita a correre al 20 per cento, mettendo in crisi la borsa della spesa dei consumatori, sempre più vuota per i troppi rincari, spesso selvaggi.

Il 22 di GENNAIO i tre sindacati cercano di ricorrere ai ripari concertando con la Confindustria sul costo del lavoro. Unico rattoppo - che però non accontenta nessuno - è quello di decurtare il punto di contingenza del 15 per cento. Si bloccano le contrattazioni aziendali e si diminuisce l'orario di lavoro.
Tutta la politica è assente dai gravi problemi economici che sta attraversando il Paese, salvo una debole presenza del ministro del lavoro Scotti, che ha proposto la concertazione Confindustria-sindacati.

25 GENNAIO - Il Giudice di Trapani, MONTALTO  viene massacrato con diciassette colpi di mitraglietta. Le cosche mafiose irridono lo Stato con un nuovo barbaro assassinio. Il giudice stava indagando sulle agguerrite cosche  della Sicilia occidentale e, in particolare, sul traffico di droga. In passato lo stesso giudice aveva mandato un galera due grossi esponenti politici implicati in uno scandalo di tangenti.

18 FEBBRAIO - Sulle vicende del Banco Ambrosiano- Calvi-Sindona, Angelo e Alberto Rizzoli (proprietari dell'omonimo gruppo editoriale fra cui il Corriere della Sera) sono arrestati (in questo febbraio, poi rilasciati, e nuovamente arrestati in giugno) assieme all'amministratore Tassan Din, per bancarotta fraudolenta. Seguiranno le dimissioni di entrambi in aprile.

ANDREA RIZZOLI, il vecchio editore (*) da tempo ritiratosi in Liguria dopo aver lasciato il gruppo in mano ai figli, commenta la bufera dentro il Corriere delle Sera, rompe il silenzio con una amara intervista a Guido Vergani su La Repubblica di mercoledi 26 gennaio.  
"Quando ho saputo che Angelo non è più amministratore delegato della società, ho provato angoscia per la fine del nome, della famiglia. Mio padre e io abbiamo lavorato cent'anni per costruire l'impero Rizzoli, Angelo lo ha distrutto in due tre anni. Ad Angelo non posso perdonare il modo di fare. In quattro anni è venuto a trovarmi quattro volte. Mai che mi ha chiesto un consiglio. Ha fatto e disfatto tutto da solo con quel Tassan Din che ha nominato direttore generale mentre doveva lasciarlo al suo posto, a fare il contabile, quello che è sempre stato. Con loro non parlo più, parlo solo con i miei cani che sono più intelligenti" 

(*) Fino al 1974, anno in cui lo acquistarono i Rizzoli, il "Corriere" era proprietà di Giulia Maria Crespi, Gianni Agnelli e Angelo Moratti. La Crespi però, in forma di patto editoriale con i suoi due partners, esercitava solo lei il pieno potere editoriale di via Solferino.


2 MARZO - Al XVI congresso del PCI di Milano, Berlinguer con un'altra relazione, riconferma lo "strappo" con il Pcus di Mosca (di cui abbiamo già parlato nel mese di FEBBRAIO 1981.
 Il documento finale sarà approvato con il voto contrario dei 7 cossuttiani e 7 astensioni. Ma Berlinguer viene comunque rieletto segretario.

17 MARZO - Altra tegola sul PCI, è lo scandalo delle tangenti che scoppia a Torino. Diego Novelli, il sindaco comunista è costretto a dimettersi da sindaco, dopo che sono stati colpiti da un mandato di cattura il vicesindaco socialista e vari assessori appartenenti al  PCI al PSI e alla DC.
Quindi anche il PSI è coinvolto, ma lo sarà ancora di più quando a Savona il 15 giugno, per concussione e corruzione sono arrestati il locale leader socialista (ex presidente della Regione Liguria, iscritto alle liste P2)  con moglie e altri sei personaggi.
Un impresario "pentito" dopo un periodo in carcere ha deciso di raccontare tutto ai magistrati e ha messo nei guai il politico socialista e la sua corte. (affari immobiliari, urbanistici, commerci, sport, e altri).

Il primo a parlare ai giornali è lo stesso arrestato, che dichiara "Questo è un golpe".

Poi subito dopo su questa linea il PSI attacca i giudici: "un complotto contro di noi";  "un'azione provocatoria e di disturbo contro il Psi di una parte della magistratura"; "La magistratura ha fatto il suo comizio elettorale" questi i primi taglienti discorsi di Via del Corso riportati sui giornali (quelli scritti sopra fra virgolette, dal Il Secolo XIX del 15 giugno).

Martelli addirittura intende andare a "sfidare" i giudici a Desenzano nell'invitarli ad emettere un comunicato ufficiale ben preciso, che dica come e perché accusano gli arrestati.
I giudici rispondono subito "per vari reati del Codice Penale. Stop! Di cui uno solo è già obbligatorio l'ordine di cattura. Stop!".
Un terremoto che scuote il clima delle elezioni politiche alle porte.
Ma anche un sorriso amaro quando i lettori dei giornali apprendono che uno degli inquisiti nel corso di una perquisizione gli sono stati trovati 60 milioni nel frigo in mezzo alla verdura.
Senza dubbio una tangente fatta sparire in fretta nel corso della perquisizione. E aveva scelto il frigo per tenere al fresco i soldi che scottavano.

(poca cosa in confronto ai miliardi rinvenuti nel periodo di tangentopoli, infilati nei puffi di Poggiolini, e i miliardi dentro i vasi dei gerani di Gelli. Si era alle prime "prove" del famoso "teatrino" della "dazione ambientale" diventato a fine anni '90 "sport nazionale". Giustificata poi ai processi di "Tangentopoli" col "....tutti rubano, quindi...", oppure "...si tratta di qualche mariuolo". Il "qualche" furono 24.000 indagati, 2000 processati, condannati pochi.)

18 MARZO a Ginevra muore UMBERTO II di SAVOIA. Era nato a Racconigi ne 1904.
Detto il "Re di Maggio" per essere stato sul trono d'Italia nel mese che precedettero le consultazioni sul referendum Repubblica o Monarchia.

22 APRILE - Bettino Craxi ormai insofferente al governo di Fanfani, annuncia improvvisamente l'uscita dalla maggioranza, mettendo in crisi il governo.
Craxi ora desidera una sola cosa: andare alle elezioni, sa di poter fare l'ago della bilancia e ne approfitta.

Inizia già a tessere la sua tela di alleanze avvicinando alternativamente nemici e amici; manovre più o meno segrete che lasciano una parte della DC diffidente (i soliti Forlani, Piccoli, Bisaglia), ma anche sconcertati i comunisti di Berlinguer; anche a lui (come a De Mita) viene proposta l'ipotesi dell'"alternativa". (leggeremo i commenti di Berlinguer più avanti)


Il presidente della Repubblica Pertini dopo aver avviato un giro di consultazioni che dureranno fino al 4 maggio, per un rimpasto gobernativo, ma che si riveleranno tutte infruttuose è costretto a sciogliere le Camere e fissare  nuove elezioni politiche;  che si svolgeranno il 26-27 giugno.

Dopo gli arresti di Torino - in marzo- dei quattro amministratori socialisti, che aveva scompaginato la strategia elettorale su Torino per le prossime elezioni, Martelli aveva nei successivi giorni invitato "...i magistrati a fare il loro dovere liberamente, fino in fondo, ma di decidere in fretta, perchè c'è bisogno di chiarezza e non di polveroni. Bisogna dissipare questa nube tossica  che staziona su Torino e sui partiti". (La Stampa, 13 Marzo 1983, prima pagina).

Poi era arrivato l'altro fulmine a ciel non proprio sereno: gli arresti di Savona di altri amministratori locali (ex presidente della Regione Liguria con la sua corte socialista).
I commenti e le esternazioni dei socialisti e dello stesso Martelli li abbiamo riportati nel mese di MARZO, e furono di indignazione e perfino di sfida.

Già il 30 di marzo (dopo i fatti di Torino) era avvenuto un anomalo incontro tra i due partiti (PCI e PSI) che non si parlavano dal 1979.  Berlinguer e Craxi s'incontrano a Roma con le loro rispettive delegazioni per discutere.
Di questo incontro romano primaverile si sa solo che ci sono state delle incomprensioni reciproche, forse più accentuate quelle di Craxi (Berlinguer le definirà "rissose") che non perde tempo dopo l'incontro a fare abboccamenti con altri partiti, perchè in aprile ha deciso (come abbiamo poi visto sopra) di ritirarsi dalla maggioranza, di creare la crisi governativa, di invocare le elezioni.

La crisi di governo (come abbiamo accennato nello scorso mese) com'era nelle previsioni di Craxi non viene sanata, Pertini ha quindi deciso proprio il 4 di questo mese di mandare gli italiani alle urne il 26-27 giugno.
Craxi può ritenersi soddisfatto, ed è molto ottimista, come lo è lo stesso De Mita che dovrebbe guidare la trasformazione della DC, ma anche per opporsi al dinamismo che Craxi ha impresso al PSI.
Questo però non impedisce ai due di incontrarsi per tentare di fare delle intese a spese del PCI, che invece spera ancora in un ripensamento dei socialisti.

Le future alleanze di governo (fatte a 360 gradi da Craxi) iniziano a far discutere parecchio gli articolisti dei giornali che se ne occupano, soprattutto quelli di partito. Anche perchè (dopo molte polemiche in passato - recentissima quella con Fanfani nonostante abbia l'appoggio di De Mita e Andreotti) il PSI manda segnali distensivi alla DC.
Non certo alla corrente di Forlani,  che insiste verso i suoi colleghi di "non approfondire le divergenze con il Psi". Ma le sue sono "parole al vento", già si accenna in giro a una intesa di tre anni del PSI di Craxi con la DC di De Mita, che sconcerta sia i partiti della maggioranza che dell'opposizione. Si parla infatti di tanta "ambiguità" di "giochi meschini" e di "tragica farsa". (fra i due si è parlato di "alternanza" "alternativa" - "un po' governo io un po' governi tu"-
 
Berlinguer il 18 giugno prossimo, a pochi giorni dal voto, sembra quasi rassegnato all'isolamento cui lo ha posto il netto rifiuto socialista della ipotesi dell'alternativa. Infatti così commenta le alleanze craxiane su Il Mattino (di sabato 18 giugno in un articolo di Antonio de Feo in prima pagina):
"Siamo ben lieti e ci facciamo vanto di essere fuori dal gioco meschino e rissoso nel quale continuano ad esercitarsi i partiti governativi, è però necessario dare un voto che blocchi questa tragica farsa e fermi il disegno di restaurazione che ne è all'origine".

Ma sia Craxi che De Mita, non ci badano, sono ottimisti. Nessun ripensamento dentro la DC di De Mita, che però pagherà salata  la sua scelta.


17 GIUGNO - A turbare la coscienza
collettiva del Paese...
c'è l'arresto di Enzo Tortora.
(vi rimandiamo al prossimo
mese di GIUGNO e LUGLIO
con i maggiori dettagli e le
ELEZIONI del
prossimo GIUGNO

 

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