ANNO 1996 (Pagine in costruzione) MESE DI GENNAIO

11 GENNAIO - Il presidente del Consiglio DINI, conferma le dimissioni del governo tecnico che erano state respinte a dicembre.

15 GENNAIO - Il presidente della Repubblica SCALFARO avvia le consultazioni, ed avverte: o riforme o elezioni. Il PDS avanza proposte di elezione diretta del premier, un cancellierato. Proposta respinta all'interno dell'Ulivo di Prodi e dal PPI, che rifiutano anche una mediazioni di D'Alema con il Polo. Contrario anche FINI di AN, favorevole alle elezioni anticipate e al presidenzialismo. E' convinto che il Polo è in difficoltà e che AN nelle elezioni supererà Forza Italia.
 Liti nel Polo di CCD e CDU che invitano Berlusconi  (che cerca di smussare) ad abbandonare la posizione di Fini. Ma liti anche dentro AN; si sfiora la rottura con Fisichella che minaccia di abbandonare AN. 

19 GENNAIO - Latte e miele in Tv nell'incontro con D'Alema e Berlusconi. Parlano entrambi di grandi riforme. Un governo di larghe intese. Possibili accordi per riscrivere la Costituzione. Ma i giorni seguenti le posizioni sono intransigenti sia nei due schieramenti che all'interno delle due coalizioni.  Il problema nel Polo è AN, nel centrosinistra è l'Ulivo Prodi e il PPI.

22 GENNAIO - L'impressione che si ha è che D'Alema non vuole le elezioni perchè ha paura di perderle. Anche perchè è convinto che l'alleato Prodi non sia la persona giusta per attrarre i voti moderati. Intanto al Quirinale con vari incontri si cerca di formare un "governo di larghe intese".

TITOLI E SOTTOTITOLI SUI GIORNALI DEL MESE E SULLA RETE
2 Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è un appello ai partiti a proseguire il dialogo avviato sulle riforme istituzionali. Sul discorso è divisa al suo interno Forza Italia, sono contrari An, Rifondazione comunista e Pannella.
Con il nuovo anno entra in vigore la riforma del sistema pensionistico varata dal governo Dini, che richiede oltre ai 35 anni di contributi almeno 52 anni di età (56 per artigiani e commercianti).
3 Antonio Di Pietro e gli altri magistrati del pool Mani pulite furono oggetto di indagine da parte del Sisde già nel 1992. L'accusa è di Roberto Napoli ex agente dei servizi segreti civili che compì le indagini per conto del direttore Angelo Finocchiaro.
5 Si è aperto a Montecitorio il dibattito sul rinvio del governo alle Camere. Divergenti le posizioni dei partiti: Alleanza nazionale insiste sulla mozione di sfiducia ma Berlusconi frena e preme per le riforme; l'Ulivo vuole prorogare Dini e la Lega chiede che si costituisca un'assemblea costituente.
Sequestrati nell’abitazione dell’ex capo del Sismi, generale Demetrio Cogliandro, documenti sul giallo di Ustica i quali confermerebbero che il Dc 9 Itavia sarebbe stato abbattuto nel corso di un duello tra caccia americani e libici e che accuserebbero l’allora presidente del Consiglio, Francesco Cossiga, di aver voluto depistare le indagini per scongiurare una crisi interna e internazionale.6 Finisce male il faccia a faccia tra Ulivo e Polo sul governo: il primo accusa il secondo di volere la crisi a tutti i costi, Berlusconi e il Polo lamentano richieste assurde del centro-sinistra.
Inflazione ancora in calo al 5,8%; il Pil cresce del 3,4% rispetto allo stesso trimestre 1994.
8 Inizia il semestre italiano di presidenza europea.
10 Viene aperto alla Camera il dibattito sulle sorti del governo e della legislatura con il discorso di Lamberto Dini, il quale torna a sottolineare come ci siano solo tre modi per uscire dalla crisi: o la Costituente o un governo per la durata del semestre europeo o le elezioni.
Tommaso Buscetta accusa nuovamente Giulio Andreotti accusandolo di essere stato il punto di riferimento di Cosa nostra, dal caso Moro all’omicidio Pecorelli, fino al massacro del generale Dalla Chiesa.
12 Si è aperta la crisi di governo, Lamberto Dini annuncia le sue dimissioni poi sale al Quirinale. Risulta sconfitta la strategia di D’Alema, mentre è premiata la linea dura di Fini. Anche Prodi è contrario alle «larghe intese«: «Sarebbe un pasticcio».
Silvio e Paolo Berlusconi risultano iscritti nel registro degli indagati della Procura di Brescia per estorsione e attentato ai diritti politici del cittadino Antonio Di Pietro. L’obiettivo sarebbe stato quello di impedire all’ex magistrato di entrare in politica.
13 I pubblici ministeri bresciani Fabio Salamone e Silvio Bonfigli hanno intercettato le conversazioni telefoniche di Di Pietro, molte delle quali riguardano i disegni politici dell’ex magistrato.
15 Scalfaro avvia le consultazioni al Quirinale con i presidenti dei due rami del Parlamento.
18 Si apre il processo contro Silvio Berlusconi per le tangenti pagate alla guardia di Finanza.
21 Dopo il primo giro di consultazioni del presidente della Repubblica perde sempre più quota la possibilità di un accordo sulle riforme e si esaspera la sfida tra Fini, che chiede le elezioni, e D’Alema. sostenitore del reincarico a Dini.
23 Fa 12 vittime l’esplosione di una tubatura del gas durante lavori in una galleria a Secondigliano, quartiere della periferia napoletana.
25 Valerio Onida (candidato del centro-sinistra) e Carlo Mezzanotte (candidato del Polo) vengono eletti giudici della Consulta dal Parlamento riunito in seduta comune. Ottengono rispettivamente 615 e 608 voti.
Il Gip di Brescia, Anna Di Martino, decreta che le intercettazioni compiute sul telefono cellulare di Di Pietro non sono utilizzabili nel procedimento per il quale i Pm Salamone e Bonfigli hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex magistrato. Di Pietro, intanto, è nuovamente iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio nei confronti di Giancarlo Albini, fatto arrestare nel 1993 con l’accusa di concussione. Tale reato, si sostiene, non poteva essere contestato ad Albini in quanto egli non era pubblico ufficiale essendo semplicemente presidente di una società in parte pubblica e in parte privata.
28 No dell’Ulivo alla proposta del Polo, mutuata da Segni, del «Sindaco d’Italia«.
Vengono inflitti tre ergastoli per la strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Borsellino e la sua scorta: Salvatore Profeta, Pitro Scotto e Giuseppe Orofino sono gli esecutori materiali dell’attentato.
30 Brucia il teatro «La Fenice» di Venezia, uno dei più antichi d’Italia, chiuso da agosto ‘95 per lavori di
ristrutturazione.

FINE GENNAIO

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