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L'AUTORE DI
" STORIOLOGIA" E "CRONOLOGIA"
CHI E' ?
"Franco? un matto" -
dicono affettuosamente i tanti amici
della sua pionieristica
e famosa "FRANCOMPUTER"....
L'ARTICOLO
BIOGRAFICO
"Il geniale imprenditore di "Francomputer" è al contempo inquieto artista.
E nella pause sta scrivendo il "Diario del nostro secolo"
Poi ci ha preso gusto e ha cominciato andare a ritroso di due Millenni. Se lo incontrate lui è sulla soglia dei 70 anni, ma sembra che sia vissuto duemila anni, perchè se gli parlate, tutto gli è familiare, fatti, personaggi, eventi, scoperte, accaduti in secoli lontani ma anche vissuti. E' un computer vivente!!
Non è alla fame: Tutt'altro parrebbe. Sfoggia senza vergogna una vastità di bellezze scioccanti possedute, non ereditate, ma bensì raggiunte e meritate.
I suoi 30 mila libri letti e suddivisi e ora come appesi. Una sterminata discoteca (27.000 composizioni, antica, classica, moderna). Le sue multicolori stanze riempite per ogni dove di centinaia di quadri. La sua casa-villa con delle miste colture verdi d'attorno con i tronchi di alberi che fanno a gara con le colonne... anche se non si vede proprio la piscina o il campo da golf.
A che servirebbero? Hollywood è lontana e il quadro di vita qui rappresentato più che ostentazione di ricchezza potrebbe titolarsi "Rabbia d'autore con vista" (di fiori soprattutto, e l'aquila dei Parà).
La rabbia. O la volontà disperata di vivere perché dapprima la sorte fu desolatamente nera. Niente pane, niente affetti, niente amici, niente soldi e niente studi ... anzi tante tragedie. Che fare? Come si ribalta il proprio "romanzo tragico" laddove sembra esistere soltanto un rassegnato "destino brutale?".
Reagendo. Imprimendosi la fiducia e relazionando d'attacco senza mollare. Non c'era altro da fare, soccombere o...(sfidando se stessi e la dura realtà) buttarsi a lottare.
Nato dentro una tipografia, primo mestiere il tipografo (esattamente il legatore di libri. Una fortuna dice lui "mi sono così passati per le mani migliaia e migliaia di libri, tutto il meglio dello scibile umano, e lì, sbircia oggi sbircia domani ho appreso cos'è l'arte, la musica, la letteratura, la storia , la filosofia, il mondo nel bene e nel male").
Sulle giovani spalle una lunga serie di drammi e di tragedie, non dovuta al fato ma agli uomini ( come la lunga guerra durata tutta la sua adolescenza .....)
VEDI QUI IL SUO DRAMMATICO
PERIODO NELLA 2a GUERRA MONDIALE > > >
FRANCO era partito da Biella per il mare nella Pasqua del 1940 per andare a Chieti/Pescara dai nonni e zii per la solita estate alla casa al mare di Francavilla, poi scoppiata la guerra in giugno, il padre in Africa venne fatto prigioniero. Per alleviare la madre a Biella con altri due figli, i nonni - credendo che sarebbe stata una guerra molto breve - il bambino di 4 anni lo trattengono a Chieti. Ma poi la guerra fu lunga e Franco ci rimase per 6 anni, con i drammi dell'8 settembre, dei bombardamenti in casa, degli sfollamenti; il padre che ritorna solo nel '46 dalla lunga prigionia (dal 1941), poi come se non bastasse, tornato a Biella, nella sua prima gioventù il suicidio del suo primo amore, stravolta dalla vergogna perchè violentata da un ergumeno; quindi per dimenticare fa l'ardito, Franco a 20 anni compie i primi lanci col paracadute (uno dei primissimi in Italia - il 142mo), senza tante cerimonie; tuta bianca e cravatta, non alla "Rambo". (allora non esistevano ancora i paracadutisti civili - l'assistenza, gli aerei, i paracaduti, li forniva l'esercito).
....poi ventenne volontario nei Paracadutisti dell'Esercito (anche qui uno dei primissimi - il 131mo).
Per Franco il Paracadutismo fu una vera avventura meravigliosa e magica della sua vita. Va ancora oggi ripetendo una bellissima frase "Dio non ci ha donato le ali ma ci ha regalato il "coraggio" di fare il paracadutista".
Dopo l'addestramento presso i carabinieri sabotatori di Viterbo, ecco Franco fare Antiterrorismo in Alto Adige; anni di fuoco, ovvero bombe, esplosivi, audacia, ovvero nell'ardimento dimenticare.E così...non si sfugge, non c'è più tempo per l'angoscia, la disistima, l'indecisione, si và! ......
... si monta su un aereo, si sale in quota, si attende con un po' di apprensione la lucina verde...
poi.....
... si va alla porta e ci si butta....
da 500 metri...
....da 1000 metri......
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da 2000 metri ....
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... da 3000 metri ...
in estate .....
in inverno ....
...da 5000 metri !!
Sotto il lancio sul Cevedale (visto dal Gran Zebrù)
Un lancio, straordinario, stupendo, magico !! Che silenzio a 5000 metri !!
"Dio non ci ha donato le ali, però ci ha regalato il coraggio"
Paura della morte ? - "Morire non è nulla; non vivere è spaventoso" (V. Hugo)
Il lancio fu il completamento di una delle più grandi manovre dell'Esercito Italiano
eseguita da 40.000 militari, presenti i rappresentanti di 45 Paesi della Nato.
Dopo il lancio la salita prima al Cevedale poi sul Gran Zebrù.sotto il Gran Zebrù visto dal Cevedale
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Dopo il lancio, l'ascensione di Franco sulla più bella montagna delle Alpi ( vedi più avanti )
Allo sbaraglio, si è coscienti che non si puo' nemmeno più pensare, ma intanto è subentrato forzatamente un aiuto alla propria affermazione.
E' forse uno stile di vita che in Franco Gonzato perdurò anche dopo questo addestramento e anni di vita militare (4) in quel corpo speciale, dove caddero negli anni di piombo anche i suoi amici più cari, perfino il suo istruttore, Oreste Leonardi, il caposcorta di Moro. Ma più che stile lo preferisce definire "sdoppiamento di personalità", che tanto decisionismo gli consentì altresì un'altra carica morale e materiale, quella di rimettersi a dipingere.
Una testa di cuoio, parà-antiterrorista che dipinge? Un'apparente contraddizione mentale, ma per lui era invece l'equilibrio raggiunto fra sensibilità e dinamismo, un conservarsi lo spazio per poter umanisticamente intervenire e non sentirsi per niente a disagio, fornendo anzi delle efficienti e mutevoli prestazioni manuali.
Ma per un tempo decisamente breve, anche dopo aver lasciato la vita militare: qualche anno, quasi un lustro, ma in quegli anni rivelando il suo mondo di sogni a colori, partecipando a una trentina di mostre all'ingiro, esponendo in America, in Francia, in Spagna, in Inghilterra, sfoderando una vitalità artistica quantificata in decine e decine di tele, affermandosi (lo troviamo sull'Annuario Bolaffi degli Artisti del XX secolo) rappresentando dopo il periodo figurativo, l'intima sofferenza, con soggetti astratti, informali, di nodi, di voli, di contorsioni, di pieghe....
Un eccesso forse che seppe troncare, non si sentiva all'altezza di proseguire in un campo gravato fin troppo dal peso delle culture secolari che andava scoprendo nei suoi tanti libri ma anche in tutti i musei d'Europa. Già perchè cosa ti fa il nostro uomo? prende un Camper e via per mesi e mesi in giro per 25 Stati dell'Europa, dall'Olanda fino alla Grecia; "On the road", in contrade, città, paesi, gente diversa, cultura, stile di vita, curiosando, assimilando, portando a casa altre realtà, scoprendo tecnologie di mercato, capitalizzandole in termini economici ma anche esistenziali.
Un pittore mancato? No, c'erano altri settori da sperimentare, altra rabbia da consumare, altre realtà da scoprire, tanto valeva di nuovo (e chissà dove) rischiare.
Daccapo. Ordinatamente sopprimere le timidezze, affrontare sicuri, applicare l'apparente aggressività perchè - lui dice - "la società lo vuole", ma in verità si tratta ancora una volta di dimenticare il proprio passato e precario presente e pertanto e più di prima...osare.
Diventando così (senza por tempo a dubbi) un perfetto rappresentante "di commercio", poi subito promosso a "incarichi speciali", bravo tanto da poter permettere di salire ancora di più, senza orari, senza orologi, per sveltire i tempi e non esserne schiavo, senza mai un giorno di ferie, senza mai un giorno di malattia, e sposato, col viaggio di nozze fra riunioni di lavoro, coi figli poi che nascono, senza la sua quotidiana presenza...ma con la consolazione minima dell'avanzamento di carriera.Nelle vendite strabiliava, decuplicava i fatturati delle ditte in ogni città d'Italia.
Lo soprannominarono "L'Attila delle vendite", (qui a fianco è seduto proprio sul "Trono di Attila" nell'isola Torcello) dove passava lui faceva terra bruciata alla concorrenza. Operando con molta gentilezza, ma con una decisa volontà, sempre equilibrata però, che è poi efficace nell'agire. Non caparbietà che è una forma cieca e ridicola dove si infrangono tutti i ragionamenti, ma con la ponderatezza, che è poi il buon senso. La persona ponderata, misura, calcola, esamina il pro e il contro di ogni cosa, poi si muove calmo e deciso.
Ma Franco oltre che paracadutista era un rocciatore (istruttore), e come muoversi lo sapeva bene. Osare ma ponderare; ogni passo, ogni appiglio, ogni percorso. Nell'audacia e nel dinamismo per essere vincenti bisogna non solo riflettere un po' ma bisogna riflettere molto.
(qui
sotto
alcune
delle
sue
centinaia
di
arrampicate-scalate)
LE TORRI DI VAJOLET (Gruppo Catinaccio)quella a Sx (la Delago - Spigolo- 4°-5° grado) Franco (come Istr. Milit. di roccia) l'ha scalata 3 volte;
quella centrale (la Stabler 3° 4° grado) 12 volte:
quella a dx (la Winkler - 5° grado) 2 volte.
La piccola a sinistra, la Piaz- 6° grado (1 volta)
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Qui sotto, sulla più bella torre-parete dell'alpinismo mondiale ......
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.... nel più bel anfiteatro del mondo.
Per 100 milioni di anni, senza esseri umani ad ammirarlo, con tanti silenzi attorno.....
la "trinità" era lì...
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e fra 100 milioni di anni sarà ancora lì, tutto uguale come ora,
senza esseri umani ad ammirarlo e nuovamente con tanti silenzi attorno.
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< < < < < < < < QUI le 3 Cime
in un singolare e straordinario video;
sedetevi, guardate e ascoltate la musica a tutto volume.
Se vi vengono dei brividi è perché... siete un umano !!
( per me - a 80 anni - é ormai un ricordo struggente - ma se avete gambe buone non indugiate, andateci !!!!! )--------------------------
Sotto, sui ghiacciai, verso il Gran Zebrù e il Cevedale (é quello bianco in alto a destra)
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Dopo il lancio visto sopra, Franco ha compiuto la più bella ascensione della sua vita,
sulla più bella (dopo il Cervino) piramide delle nostre Alpi ( é d'accordo anche Messner )
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(un'ascensione stupenda, con uno scenario spettacolare, impressionante)
"dopo 3 giorni con tre compagni ho dovuto ripetere la salita. Con condizioni del tempo al ritorno piuttosto critiche.
Una salita questa perchè gli americani della Nato
( già sbigottiti per l'audace lancio - non sapevano che noi paracadutisti avremmo poi salito il Gran Zebrù )
volevano riprendere con le cineprese anche la spettacolare ascensione. Dovemmo insomma ripeterla.
E ovviamente toccò al sottoscritto fare il capocordata.
E il fotografo !! Di una favola !!!
Qui e sopra sulla famosa "meringa" del Gran Zebrù
"poi siamo andati sull'Ortles a goderci l'intero spettacolo"
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CHE BEI TEMPI !!!! E CHE SPETTACOLI !!!!
aveva ragione il carissimo amico Walter
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PURTROPPO PER LA MIA ETA' E GLI ACCIACCHI E' STATA DURA DOVERLI LASCIARE
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miscellanee
i miei primi 300 (25 anni)
Andato in congedo dopo 4 anni di paracadutismo militare - affronta la sua nuova vita non con un lancio ma di slancio nell'ascesa nel mondo del lavoro: non poteva essere diversamente per il dinamico Franco - l' inizio fu come rappresentante, ma ben presto per i suoi successi di venditore, divenne ispettore di tecnici per tutta Italia in una grande multinazionale. Un altra "ascesa". Per sè , per la famiglia (nel frattempo formata) e per la casa. Per poter anche ritornare di città in città colmo di libri, di dischi, di quadri e così direbbe....riequilibrare la coscienza, agire per vivere, ma operare per migliorare.
Un incontentabile.Dobbiamo quindi perà fare ora un passo indietro nella vita di Franco.
PRIMA.... nei precedenti anni, per 4 anni lui era stato come detto sopra nei paracadutisti, a Merano. Poi nei primi mesi degli anni Sessanta, ormai quasi stanco della vita di caserma per quanto interessante com'era quella di paracadutista, iniziò a guardare fuori. E fuori c'era il "boom economico"; per tutti gli italiani si stava aprendo un mondo di condizioni favorevoli soprattutto chi desiderava migliorare il suo stato; insomma stavano cambiando in Italia molte cose, ed era un momento propizio per chi voleva approfittare delle mille opportunità che si stavano aprendo nel mondo del lavoro. Un mondo nè ostile nè favorevole, ogni uomo può agirvi se soltanto sa volerlo. E non c'è che un modo di agire: Volere....Cominciare.... Continuare. "Farò" non è nulla! "Faccio" ecco la soluzione...la sola!!! Per Franco questo diventò il nuovo "vangelo" !! - Quindi decise di congedarsi.
Nei suoi progetti esistenziali l'intenzione era quella di iniziare un nuovo percorso della sua vita, poi - appena possibile - creare anche una famiglia allietata da figli.
Franco non essendo uno spaventapasseri, di ragazze "morose" ne aveva avute a decine, ma non si era mai più voluto innamorare dopo il tragico passato ricordato sopra. Si era creato una corazza ai sentimenti. Mai più impegni affettivi oltre la pura e sola amicizia.
Ma questo divertimento quand'era militare in caserma, ora fuori bisognava cambiare registro, avere delle attenzioni equilibrate e assennate.Quelle che aveva conosciuto fino allora erano tutte "pupe". Vanitose. Piene di se. Impregnate di infantile narcisismo. Sempre convinte di essere le più belle del reame.
Complici degli approcci erano sempre le sue estemporanee fotografie. Lui ex fotografo, era la sua tecnica preferita per fare delle avances alle più belle donne sole o con amiche a passeggio, dicendo loro "non ho mai visto una donna così bella, sono un fotografo, la prego si faccia fare una fotografia" 9 su 10 accettavano; così dopo uno scatto sulla nota meranese "Passeggiata di Sissi", con la consegna a casa della bella, avveniva la reciproca conoscenza. Non era una tecnica da cascamorto, ma solo una simpatica intraprendenza, che non é sempre sgradita alle belle donne. Anche qui, se non si osa non si ottiene nulla. Invece in questo modo Franco avvicinava, conosceva e parlava con le più belle ragazze di Merano e di Bolzano.
Poi seguiva qualche appuntamento, qualche uscita, ma poi finiva tutto dopo qualche settimana. Questo perchè le vanitose sono tutte un po' "stronzette". Una delle ultime (fra l'altro nullafacente) si permise perfino di liquidarlo umiliandolo, dicendo a Franco che era uno "sfaccendato"!, un "fallito", uno "senza arte nè parte". E non era lei la figlia di una contessa !!!!!!
Questa sicuramente non aveva capito nulla del carattere di Franco. Ma meglio così, piuttosto che avere una compagna tutta piume di pavone, belletti e cervello di gallina, era meglio perderla per strada.
L' umiliazione ricevuta da Franco era proprio immeritata.
Lui, sempre gagliardo, (nei 4 anni di vita militare era diventato istruttore di Paracadutismo, istruttore di Sci, istruttore di Roccia, istruttore di Nuoto - nella foto qui a fianco), fotografo ufficiale dei paracadutisti e fino a pochi mesi prima con i commilitoni in caserma che pendevano sempre dalle sue labbra per il suo grande sapere ..... (in caserma si era fatto una biblioteca di circa 300 volumi - così erudito e carismatico, fino al punto che passò alle dirette dipendenze del generale della Brigata; che in una temporanea assenza del comandante, affidò per 40 giorni il comando del reparto dei paracadutisti proprio a Franco. Lui insomma nei Paracadutisti, in montagna, sulla neve, nei cieli, si sentiva come un re, godeva della stima non solo dei suoi colleghi, ma anche dei suoi superiori. Per le sue capacità, era stato assegnato alla sussistenza; lui il mattino presto ad andare a prendere il pane, lui a fare la spesa: di frutta e verdura, la carne dal macellaio, dal lattaio, dall'alimentarista, quindi lui a far confezionare il pranzo e la cena)
- per 4 anni - era stato insomma un "imperatore".
E non sarebbe stato di certo l'opinione di una "stronzetta" a farlo deprimere, sconfortare, demoralizzare. Anzi...
Lui era un paracadutista! un rocciatore! capace di osare e affidarsi (come fa un parà) un po' anche alla fortuna. Imprimendosi ancora una volta la fiducia e... relazionando d'attacco senza mai mollare.
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Non c'era altro da fare, sfidando questa volta se stessi e la dura realtà del mondo del lavoro e buttarsi a lottare con il coraggio di un parà e la temerarietà di un rocciatore. Il coraggio è del resto avventura, una sfida sul gusto dell'incerto e delle cose ancora da tentare. La temerarietà invece è una sfida a se stessi. E a Franco non gli mancavano nessuna delle due. Il brutto periodo della guerra gli aveva temprato il fisico e la mente.
Inizia così la sua travolgente vita, prima come fotografo, poi di rappresentante di un grossista locale, indi quattro mesi dopo è assunto come venditore in una grande industria alimentare italiana (la Galbani) (per 6 giorni alla settimana nelle valli altoatesine, scarpinando in estati e inverni, pur non conoscendo una parola in tedesco, con la sua correttezza, gentilezza, onestà, scrupolosità, e 40-50 visite al giorno, riuscì in Alto Adige a far diventare clienti tutti i negozi e gli alberghi della Val Gardena, Val Venosta, Val Passiria, Val Senales, Val d'Ultimo, Alpe di Siusi, Solda ecc. ecc. Per tutti era diventato non un venditore ma un amico.Così attivo (12-14 ore al giorno), così produttivo e capace (altro che "sfaccendato" e "fallito") che dopo appena tre anni, dopo aver alla Galbani decuplicato le vendite, notato da un manager in vacanza in Val Gardena, viene assunto da una grande multinazionale (Henkel, (Dixan ecc.); gli affidano tutta la costa romagnola (in piena esplosione alberghiera) e lui dopo solo un anno cosa fa?... non delude, col sorriso sulle labbra, decuplica anche qui le vendite! In poco più di un anno, fra stipendio e percentuali sulle vendite riesce a guadagnare come lo stesso suo manager suo scopritore. Nel corso di due-tre anni riesce a creare sulla costa romagnola addirittura il lavoro per 7 nuovi rappresentanti.
Ed allora - non avendo lui degli impegni familiari - dalla Direzione di Milano, eccolo promosso ispettore vendite (trainer per i 170 venditori) per tutto il territorio nazionale, pur seguitando ad abitare a Merano. Dove il "fallito" non si fece mancare proprio nulla; dopo un anno si era fatto la macchina e comprato casa, e dopo 3 anni lo "sfaccendato" Franco si comprò perfino una bella Spider Pinin Farina.
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Poi,
proprio lì a Merano ......(< galeotta ancora una fotografia. - Anche questa volta tutto uguale come le precedenti conquiste)
...... ecco spuntare un vero fiore di fanciulla, questa volta meno "bimba", meno "pupa", con meno cipria addosso, con nemmeno un velo di rossetto, un viso tutto acqua e sapone, con meno grilli per la testa, per nulla immatura, già indipendente col suo lavoro (diplomata infermiera professionale, strumentista in sala operatoria, assistente di un famoso primario del più famoso Centro Traumatologico d'Italia), lei da sola (i genitori a Bolzano) da alcuni mesi abitava in un suo grazioso miniappartamento, a 300 metri dal Castello della Imperatrice Sissi. Già alle prime parole conquistò subito Franco. Aveva tutti i suoi stessi interessi culturali, musicali, artistici ed anche sportivi: montagna, sci, mare, e tante tante letture.Non era certo una delle "pupe/bimbe" "stronzette", con le loro giornate tutte vuote e amanti delle piume di pavone.
Era semmai una ragazza che dopo averlo conosciuto aveva una ferrea fiducia in Franco, lo apprezzava per quello che era veramente e non per quello che doveva apparire.
E anche Franco nei suoi confronti; perchè seppe questa volta - con quel solare sorriso - di aver trovato la ideale compagna della sua vita, non una delle "Pupe-bimbe" viziate, pusillanimi, amanti dei belletti, dei lustrini e piume di pavone, impigliate nella rete del loro sconfinato (patologico) amor proprio, colmo di infantile vanità, con la loro egocentrica certezza (che è poi l'egocentrismo infantile) convinte di essere "le più belle del reame". Uniche!
Ma sbagliavano, per quanto belle non erano affatto.....
le uniche !
quest'altra bella ragazza, Franco... ogni volta che la incontrava si emozionava, non gli sembrava neppure vero di parlare e intrattenersi con lei; culturalmente sapeva cose quasi più di lui; a un incontro sottobraccio aveva non il solito frivolo settimanale da servetta, ma un numero della rivista "Le Scienze". Insomma lo stupiva sempre.
Con i vestiti poi lo sorprendeva ad ogni incontro, era sempre impeccabile, elegante, raffinata...
ma pur essendo molto bella ..........
... la sua migliore virtù era la intelligente modestia
espressa con una squisita dolcezza...
... con un volto solare ma anche molto espressivo...
...seria, ma anche.... molto splendente, rassicurante...
gioiosa, serena...ma sempre attenta e curiosa...
Al Museo Egizio di Torino - dove volle andare una domenica - sbalordì - ne sapeva più di Franco.
Infatti come Franco, anche lei era amante dell'arte, dei viaggi, della musica, delle letture, della Storia...
e non ultima, aveva la passione per la montagna e lo sci, oltre il mare...![]()
Lei era molto amante del suo interessante lavoro. Nel centro dove lavorava, il suo primario Prof. Rispoli, era all'avanguardia in Italia nei primi pionieristici interventi di "Osteosintesi" (uso dei chiodi nelle fratture ossee). Lei era la sua assistente
in sala operatoria strumentista e non raramente compariva con lui in Televisione, quando sotto i ferri c'erano dei personaggi importanti o famosi come i calciatori.
Non era insomma una delle "Pupe-bimbe"
"nullafacente", sole amante di cipria e permanente, sole amante del tempo con dentro solo il "nulla". (ed ero poi io lo "sfaccendato" il "fallito"!!)Quanto diverso era questo nuovo amore!!! E Franco non voleva di certo lasciare in circolazione una donna così stupenda nel corpo e nella mente; non perchè vi erano in giro a Merano luccicanti tentatrici stellette - a lei del tutto indifferenti, perchè lei (pur girandogli attorno tanti "mosconi") non era per nulla incline agli amori "usa e getta" come le citate "bimbe"; lei con molta serietà mirava a crearsi una tradizionale famiglia. Ma anche Franco conoscendola era della stessa idea, era proprio lei la donna da sempre presente nei suoi progetti, era la donna che con la sua intelligente pazienza, con lui così dinamico (fin troppo!) e così intraprendente (faticoso a seguirlo!) l'avrebbe dovuta accompagnare nella sua frenetica e interessantissima vita; era proprio lei la incantevole e dolcissima donna che avrebbe desiderato trovare la sera a casa dopo una giornata frenetica; per amarla ma anche per parlare con lei di altre mille e mille interessanti realtà oggettive che circondano i viventi sulla Terra.
Le affinità, l'intesa, c'erano entrambe. Quindi....Franco dopo alcune serate trascorse assieme ( e un'altra fotografia, e questa volta a casa sua con la sua famiglia - qui con la sorellina..... ( la futura cognatina Cecilia, 14 anni più giovane di lei)....
... poi .... subito dopo, qui sotto insieme, rotto ormai il ghiaccio...
in un viaggio di piacere a Milano....
..., iniziarono a dirsi reciprocamente tutto e quindi entrambi a scoprirsi; lui affascinato dal suo interessante mestiere ma anche lei attratta dalla sua spericolata vita e dal suo dinamico lavoro, dopo altri incontri e una bellissima domenica trascorsa a sciare, e dopo un solo casto bacio, Franco tornando a casa dalla montagna quella sera stessa aveva capito cosa doveva fare senza avere altre incertezze.
Nel week end successivo, nuovamente a sciare (con in tasca già pronto nell'astuccio un bel "solitario") Franco decise la sua vita e senza tanti giri di parole, mentre erano a pranzo, gli disse "io cara Vittoria ti voglio sposare!! subito! Domani stesso se lo vuoi anche tu fai pure le carte!".
Pur sorpresa dalla improvvisa - ma molto determinata - dichiarazione, anche lei sembrò non avere incertezze: "si, quasi quasi lo desidero anch'io". Franco a quel punto - lasciandola di stucco per la tempestività - le prese la mano e gli infilò l'anello. Pur emozionata sparì il suo "quasi" e abbracciandolo con gli occhi lucidi dalla felicità, gli sussurrò "...lo desidero anch'io, tanto".
Tre mesi dopo... Franco ... a pochi passi da casa sua, nella romantica chiesetta di San Valentino, con accanto il più bel parco d'Italia ("Castel Trauttmansdorff ", il famoso castello di Sissi)...
....la condusse all'altare.
Viaggio di nozze non esotico e festaiolo, ma molto spartano e molto intimo:
nelle cuccette del Rifugio Locatelli, con davanti la "Trinità delle Dolomiti",
le 3 Cime di Lavaredo, come suo desiderio e dal rocciatore Franco ovviamente condiviso.
poi ...nella sua licenza matrimoniale - affiancandolo a un viaggio di lavoro nel Sud....
insieme nel romantico paradiso di Sorrento.....Capri...
Ravello....
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Amalfi .....
Positano...
I suoi genitori, dopo aver conosciuto il dinamico e vivace Franco, allo sposalizio gli fecero un gradito complimento: "siamo contenti, e siamo sicuri che con uno come te a nostra figlia non gli mancherà mai il pane".
Non si sbagliarono!
Nel primo anno, come nido d'amore - pur avendo i mezzi - vissero nel miniappartamento come due passerottini. Lui spesso era in viaggio in giro per l'Italia, e lei nelle sue assenze, quando era possibile, si faceva mettere le notti al Pronto Soccorso. In un anno guadagnavano insieme il costo di un appartamento di 100 mq.
Poi, in appena poco più di quattro anni,
l'emarginato e spiantato Franco
bollato dalle "bimbe-pupe"
come un "nullafacente" e "fallito",
aveva messo su famiglia con una stupenda donna,
gli (<< ) erano nati due bambini
e aveva già acquistato
non una ma tre case
di cui una al mare, una in campagna
e una a Vicenza
- una piccola Villa Palladiana :
"Villa Muzzi".
dove poi
si trasferì per fare il manager
in una azienda pubblica municipale.
(Singolare fu l'acquisto:
sceso a Vicenza per trovare un appartamento,
mise gli occhi su un edificio
che dall'esterno sembrava quasi un rudere,
il parco un bosco di sterpaglie. Franco è curioso,
pensa alle sue letture di architettura del '500;
si informa: è infatti la costruzione
è una piccola Villa Palladiana Veneta,
dello Scamozzi
(1548-1616 - collaboratore e poi continuatore del Palladio),
lasciata nel totale abbandono durante l'ultima Guerra M.
Pur essendo privata,
era sotto la tutela artistica
dell'Ente Ville Venete,
che però non aveva denari per dare
dei contributi per ristrutturarla.
Franco prende una decisone
(gli ci volle un bel coraggio!!
più di un lancio !!),
l'acquista lui
(costava poco
più di un appartamento medio nuovo)
e si impegna
in prima persona
con le Belle Arti
a riportarla
all'antico splendore
e a rivalorizzarla.
Passò solo un anno,
con l'opera
orgogliosamente
compiuta,
Franco
ne prende
possesso
e con
la famiglia
ci va ad abitare)
Poi ...
Poi ...
venne
tutto
il resto!!
Altro che "sfaccendato" e "fallito" come pensava una delle ex "pupe" !!! Semmai questo due aggettivi per Franco sono sempre stati un vero e proprio stimolo per decuplicare la già presente fiducia e tenacia che aveva in se stesso, ponderando e relazionando sempre d'attacco senza mai mollare, operando 12-14 ore al giorno. Lui sapeva benissimo come aveva prima vissuto, operato, agito, arrampicato, tuffato nel cielo.
Non era certo stato nè un parassita della società, nè tantomeno un cascamorto di "bimbe". Nè era mai stato un perdente, un "fallito" uno "sfaccendato", tuttaltro.Così ad ogni successo invece di rallegrarsi con se stesso, come augurio successivo i due aggettivi se li ripeteva all'infinito, "io fallito??", "io sfaccendato??" e via un'altra sferzata, un altro attacco, un'altra "vetta", un altro "tuffo".
Era o no uno scalatore, un paracadutista, un ex guerriero?
Quindi ritorniamo allo "sfaccendato" e "fallito" Franco..
che in quegli anni è invece in piena vigoria vitale
oltre ai successi sul lavoro...
All'inizio dell'anno del suo matrimonio con Vittoria, Franco - come già detto - era stato promosso ispettore per tutta l'Italia per la grande multinazionale Henkel (reparto ingrosso, grandi utilizzatori, ospedali, alberghi, comunità ecc.). Iniziò così per 10 anni la frenetica e interessante vita di "globetrotter" sull'intera penisola (altro che "sfaccendato" - 150.000 kilometri all'anno !! ).
Abbiamo detto che Franco è un incontentabile. Ma che si giova nel lavoro anche dell'acculturazione per non sentirsi soltanto un mercante, ma un realizzatore sociale che ha improntato ormai la propria vita al passo veloce e quindi cambia e... cresce.
Da ispettore a manager organizzatore di una multinazionale, altri dieci anni per l'Italia e l'Europa, poi manager di un'importante azienda pubblica vicentina....(che in soli due anni ha poi rivoluzionato) e infine... dopo così tante esperienze, manager di se stesso... creando la Francomputer S.n.C. Primo in Italia (1980) a vendere e per dieci anni a dirci a voce, sulla stampa e in TV, cos'erano e cosa servivano i computer. L'ultimo eccesso in fatto di evoluzione personale.L'inizio fu veramente singolare. Ma lui era Franco !! lo "sfaccendato" il "fallito"!!
Alla fine dell' anno 1980, con due figli adolescenti, intenzionato a fermarsi dalla frenetica vita, lascia il lavoro di manager alla municipale e acquista nel centro di Vicenza una spaziosa tabaccheria che aveva anche la licenza di cartoleria e giocattoli. Passano soli pochi mesi e lui la stravolge con un'idea geniale.In tabaccheria aveva un cliente particolare, un professore di Filosofia, autore di vari libri. Erano anni e anni che Franco si interessava di filosofia; racconta "gli dissi che avevo seguito le conferenze fatte a ricordo della presenza a Recoaro Terme di Nietzsche, il mio amato filosofo. Lui non lo sapeva, se l'era persa, ma io mi ero procurato tutte le relazioni che poi gli diedi perché desiderava leggerle. Ma poi parlando d'altro mi disse che aveva un figlio negli Stati Uniti, alla Silicon Valley, che da poco aveva realizzato il microprocessore.
Suo figlio era nientemeno che FEDERICO FAGGIN".
"Quando lui venne per una breve visita in Italia, lo incontrai e mi raccontò che in America con la sua invenzione stava decollando l'informatica di consumo. Stavano approntando il primo PC alla IBM. E tante altre industrie si stavano buttando a costruire piccoli computer anche con scopi ludici.
Io alla Henkel anni prima avevo già preso confidenza con il grande IBM 360, ero in relazione con il capo centro, e dato che io giravo tutta l'Italia, al rientro in sede lui mi voleva sempre accanto, perché avevo tutte quelle informazioni di marketing che lui desiderava avere e che lui poi inseriva nel computer per ricavarne una massa di dati. Quel genere di lavoro mi aveva affascinato e la gigantesca macchina pure"."Ora - mi diceva Faggin - c'erano i piccoli computer che operavano quasi quasi come i grandi. Ed ecco l'idea geniale: mi feci arrivare dall'America il primo PC IBM, un prototipo. Lo misi in bella mostra e in funzione in un angolo della tabaccheria, ma nessuno si interessò. I grandi (quelli che sanno già tutto) lo snobbavano, mentre per i giovani era un arnese troppo professionale. Conclusione non ne vendetti nemmeno uno; l'IBM il suo primo PC 1980 non lo fece nemmeno arrivare mai in Italia, e il computer mi rimase lì. Ce l'ho ancora come cimelio !! "
"Ma non fu un acquisto e una fatica sprecata, tutt'altro!!! . Con il tempo che avevo a disposizione in tabaccheria ebbi - prima degli altri - tutto il tempo per capire cosa era, cosa poteva fare, e a chi poteva interessare un computer. Ed essendo una tabaccheria non mi mancavano i curiosi che davano una sbirciata al "matto" chino su quella macchina infernale.
Faggin in una nuova visita, mi disse "lascia stare i computer professionali, in America stanno spopolando gli Home Computer, buttati su questi, vedrai che in breve anche in Italia ci sarà il boom; e punta soprattutto sui giovani!! In America già si vendono in scatola di montaggio i componenti per costruirsi un computer e moltissimi giovani già realizzano programmi d'ogni genere".Racconta ancora Franco: "Feci quindi arrivare alcuni esemplari di TI 99 Texas Instruments, alcuni progranni, tanti giochi, ci lavorai notte e giorno per capirci qualcosa, poi li piazzai al centro della tabaccheria, e fra un pacchetto di sigarette e la vendita di un francobollo, mi divertii a scoprire i segreti e le potenzialità di quelle macchine; e a fargli scoprire a chi era curioso cosa mai facevano questi computer di cui si sentiva tanto parlare".
e da lì ha inizio la grande "avventura!!".
E che avventura !!!
Bastava entrare per tanti motivi nella tabaccheria, poi una volta dentro si poteva sbirciare cosa stava facendo Franco al computer, si poteva avere da lui tante informazione, e se l'interesse c'era, alla fine il curioso, di computer se ne portava uno a casa.
Molti giovani non sarebbero mai entrati in un asettico negozio di macchine d'ufficio. Ma per il timore di passare da ignoranti anche molti non più giovani e anche professionisti non avrebbero mai varcato la soglia di un negozio tecnologico, si sarebbero sentiti a disagio.
Ma in una tabaccheria no!! ed era molto semplice, bastava entrarci a comprare le sigarette o un francobollo e poi con noncuranza sbirciare in fondo alla tabaccheria dove c'erano 3 computer sempre in funzione e con Franco alla tastiera, quasi sempre circondato dai primi acquirenti che volevano sapere i vari segreti.
Il segreto delle vendite fu proprio questo. Fare avvicinare gli utenti al misterioso oggetto, poi a stregarli ci avrebbe pensato LUI... il Computer stesso. Franco non aveva dubbi. Il computer avrebbe non solo affascinato, ma ben presto avrebbe rivoluzionato il modo di operare e anche quello di vivere.
E furono proprio stregati !! Così tanto che il negozio in breve tempo divenne troppo piccolo per contenere ogni giorno e a tutte le ore centinaia di clienti curiosi e centinaia di clienti effettivi oltre i soci del Club che Franco aveva nel frattempo creato in giro per tutta Italia.
Stupisce anche i suoi amici, pur conoscendo che tipo era Franco. Anche se alcuni andavano dicendo "è matto!!", "crede troppo ai computer", e qualcuno molto cattivo, sulla stampa che parlava sempre di Franco, o che riportava mezze pagine di martellante sua pubblicità, scrisse "caro Franco riusciremo a sopravvivere anche senza computer!".
Questo qui non aveva capito proprio nulla! Stava perdendo contatto con la realtà, ma il poveretto non lo sapeva.Franco racconta "Non avevano capito nulla neppure all'Annona del Comune, che mi mandarono più volte i Vigili minacciando di fare verbali: "Non può vendere i computer in un negozio di giocattoli e di cartoleria, perchè occorre la licenza di Macchine di Ufficio della locale Camera di Commercio. Computer significa computare, fare calcoli, quindi occorre la licenza e minimo 200 mq di negozio". Io rispondevo: "ma quale macchine d'ufficio, in Francia lo chiamano "ordinator", e la maggior parte lo acquista per giocarci. Ma fate il piacere!! Non fate ridere tutta l'Italia e soprattutto in America dove sui computer ci giocano i ragazzinbi di 10 anni"
"Furono abbastanza comprensivi (anche perchè al figlio dell'assessore dell'Annona gli avevo proprio io venduto un computer) ma anche la locale Camera di Commercio furono comprensivi, corse ai ripari e stabilì che bastavano anche 50 mq. e una licenza creata a doc della 14ma tabella. Ma bisognava fare il Corso per ottenere quella tabella. Cosa che feci, con il paradosso che ai miei esaminatori ero stato io a vendere il loro primo computer e a insegnarlo, e a loro dire cos'era il computer e ai loro iscritti in una famosa conferenza alla C.C., ripresa dalla Televisione con lo staff di Piero Angela".
"Alla fine, presi la nuova licenza, acquistai con i primi promettenti proventi un grande negozio e abbandonai la Tabaccheria. I tempi erano maturi. Bisognava battere il "ferro caldo".
Per ingrandirsi si presentò l'occasione che Franco non si fece scappare. Difronte al negozio, sul Corso, restaurarono un bel palazzo; sotto i portici vi era un bel grande negozio, Franco lo acquista, lo arreda di persona all' "americana" e ci trasferisce i suoi computer. Tanti tanti computer !!! E tante sedie !!! Senza alcun impegno, bastava sedersi e "toccare" i computer.Ormai - e non solo in città - tutti lo conoscevano come "Franco, quello dei computer" e lui colse l'occasione per fondare proprio una S.n.C. con il nome-logo "FRANCOMPUTER"
Quando apre il negozio, Franco sbigottisce, i suoi concittadini ed anche la stampa - che gli dedica pagine intere. Nemmeno a Milano o Roma esisteva un negozio simile. Allora non esistevano negozi di soli computer, li vendevano i negozi di macchine d'ufficio oppure quelli di elettrodomestici. Ma nessuno li spiegava. Si limitavano a dire come si faceva ad accenderlo e poi di seguire le istruzioni. Che spesso erano solo in inglese.
Nel nuovo negozio, come suo carattere, Franco stupisce, e senza badare a spese, piazza tanti computer sulle scrivanie in modo da far smanettare i clienti, soprattutto i giovani. Franco aveva capito che bastava farglielo toccare e a stregarli ci avrebbe pensato LUI "il computer".
Infatti sono proprio i giovani i primi ad acquistarli, e cosa molto importante sono loro i primi sponsor - con il passa parola - della ormai nata S.n.C. Francomputer che è anche il loro procacciatore di programmi, di listati, di periferiche, di giochi.Alla fine di computer Franco - negli anni Ottanta - ne venderà 6000. Di stampanti alcune migliaia. Di Programmi una vera montagna!!
Aveva due telefoni che scottavano per le intere 24 ore; con i 6000 computer a casa dei clienti, questi o di giorno o di notte appena avevano un problema, si attaccavano al telefono anche alle tre di notte "mi si è bloccato tutto, cosa devo fare ho paura di perdere il programma che sto facendo".
Spesso erano delle banalità, ma le tante banali inezie erano allora la normalità per gli smanettatori a digiuno di tutto.
Quindi come mantenere i contatti con così tanti clienti per dare assistenza, proporre le novità, le innumerevoli periferiche, vendere i tanti programmi?
A Franco non gli bastava più avere il Club che aveva ben presto fondato con circa 12.000 soci sparsi per l'Italia. Avere così tanti soci era del resto una grossa e ottima opportunità per ricavarci anche un utile. Quindi...
Ed ecco allora un'altra fantastica idea. Franco abbiamo detto all'inizio era nato dentro un tipografia. Ed allora cosa ti fa?
Nel 1980 in Italia non esisteva nessuna rivista di computer, così a redigerla a confezionarla e addirittura a stamparla con i suoi stessi computer è lui stesso, ogni mese, 80/100 pagine, con dentro i segreti, le notizie varie e i listati di interessanti programmi che si procurava in giro per il mondo.
Ogni mese con l'invio di una circolare a tutti i soci sparsi per l'Italia, Franco li avvisava dell'uscita del numero della rivista, elencava i contenuti, spiegava alcuni segreti, inseriva alcuni programmi listati, poi anticipava -descrivendoli- i giochi o le periferiche che erano disponibili in negozio. (ebbe l'idea di interpellare la Epson, dicendo che il club aveva 12.000 potenziali clienti. Spuntò un prezzo bassissimo di una stampamte: ne vendette in una settimana quasi 1000).
Insomma quasi tutti rispondevano, ordinando la rivista e mille altre cose che in giro non si trovavano. Sua moglie Vittoria ogni giorno spediva attraverso le Poste 50 pacchi e pacchettini.
E cosa singolare, molti gli inviavano poi i loro lavori, di ogni genere, che per altri utenti erano delle nuove scoperte delle potenzialità delle macchine. E che cosa erano capaci di fare !!!
Ebbe così tanta fortuna la rivista fatta in quel modo, che Franco ne allestì una per ogni più diffuso computer: Texas, Commodore, Sharp, Sega, Amstrad, Atari ( < queste due ultime seguita da quella del Texas TI99, ancora molto spartana).
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Oggi quelle riviste sono diventate dei veri e propri cimeli dei più popolari computer degli anni '80.
In rete qualcuno ha digitalizzato pagina su pagina quelle riviste, come se fossero dei papiri egizi dell'antichità.
E infatti, ultimamente sono entrate nel grande Museo dell'informatica a Torino - Con "le Storie di Uomini e Macchine".
MUPIN
http://mupin-to.blogspot.it/ > > > > > > > >
Museo creato dal dinamico Carlo Randone - che guarda caso - lo stesso che negli anni '80 era un socio (ragazzino) di Torino; Franco gli aveva venduto prima uno poi via via altri due computer, e lui aveva realizzato moltissimi programmi. Aveva poi iniziato a camminare così veloce, che pochi anni dopo é diventato un grosso dirigente italiano della IBM e insegna macchine e informatica ai politecnici.
Un altro "antico" socio (Ciro Barile di Roma) le riviste le ha addirittura digitalizzate pagina dietro pagina e messe sia in rete che sullo smarphone. A vederle Franco si é perfino commosso.
http://www.ti99iuc.it/web/_upload/image/Francomputer/sfogliabile1/index.html > > > > > > >
Commosso perché soprattutto a rileggere quelle righe dove lui ogni mese presentava la rivista, dopo aver visto dove oggi siamo arrivati con l'informatica, Franco si é sentito un "profeta". Aveva visto molto molto molto lontano!! Non così le scuole e peggio ancora gli addetti alle istituzioni. La Regione Veneto e i Commercianti locali, emanarono un bando - con contributi a fondo perduto consistenti - per tutti coloro che volevano iniziare una attività imprenditoriale innovativa e tecnologica.
Francomputer partecipò. Ne scelsero un centinaio. Ma Franco risultò tra gli esclusi. Meglio di lui c'erano dei tali che mettevano in piedi una banale sede casalinga per insegnare.... la lingua Inglese o come si cucina il baccalà. C'era in prima fila il proprietario di un negozio di elettrodomestici che vendeva i computer tra un tostapane e un frullatore dove al massimo il commesso diceva come si accendevano. (Ma lui era dentro nel Consiglio dei Commercianti. Capito!!??
Queste erano dunque per i decisionisti regionali una "attività imprenditoriale innovativa"!!.
La stessa Regione più tardi ha poi fatto un sito per promuovere il turismo in Veneto. E' costato centinaia di migliaia di Euro, e il risultato un clamoroso flop. Poche migliaia di visite al mese, nemmeno 500.000 all'anno, quando Storiologia e Cronologia ne conta 500.000 al giorno, con un totale fino ad oggi di un Miliardo e mezzo di visite !!! (senza contributi !!!)
Quanta lungimiranza!!
Con le riviste che stampava,
anche senza la lungimirante "Regione" ,
Vicenza diventò il baricentro degli appassionati di computer.
Se vuoi leggere l'intera pagina della Stampa,
vedi qui l'ingrandimento con il testo >>>>
Riallacciandomi a quanto detto sopra Franco poi, non stampò solo riviste, ma anche 180 manuali tecnici o libri-istruzione dei programmi. Si procurava gli originali, poi senza badare a spese li faceva tradurre, e poi via con la stampa in centinaia e migliaia di esemplari.
Invitato alla trasmissione televisiva di due ore dello staff di Piero Angela, assieme al padre del microprocessore Federico Faggin, lui Franco Gonzato fu presentato come un "imprenditore tracciante", visto che quel giorno, presente il ministro della Ricerca Scientifica Granelli, Franco presentò al mondo imprenditoriale, e illustrò a loro "cosa erano e cosa avrebbero fatto" in pochissimo tempo i computer che lui da vero pioniere già usava e vendeva ai primi coraggiosi ed entusiasti giovani utilizzatori in mezzo ai tanti matusa "colti" ma scettici.
Il ministro in quell'ambiente fece una scontata domanda a Franco "lei che è un pioniere e li utilizza cosa ci riserva il futuro dei computer?", Franco nel rispondere seminò il gelo in platea: "futuro? ma quale futuro, io non so cosa succederà domani mattina, quando mi arriverà dalla California un nuovo computer (allora 5 milioni di lire il costo) che può gestire in memoria un Data Base di 20 milioni di nominativi e permettere dei controlli incrociati. Provate a pensare un computer simile in dotazione all'Ufficio delle Imposte! Sarebbero dolori per gli evasori !! "
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Ancora lui, Franco, invitato dalla Camera di Commercio spiegò agli industriali e commercianti con la massima semplicità cos'erano e cosa facevano i computer. Questo gli valeva che i giorni seguenti il suo negozio era presa d'assalto. (in uno storico giorno, ne vendette 52 di computer !!). Vicenza divenne una delle città più informatizzate d'Italia. Con la scuola in ritardo a guardare. Anzi molti nemmeno a guardare. Salvo qualche professore di propria iniziativa, cui spesso Franco a loro regalava alcuni programmi e a qualcuno persino il computer. (era questo un simpatico modo per poi ricevere da loro come gratitudine ottimi programmi)
La notorietà della Francomputer raggiunse altre province. Milano in particolare. Ed erano poi così tanti i milanesi soci del Club (e anche negozianti per fornirsi di programmi) che piombavano a Vicenza al negozio di Francomputer, che alla fine Franco decise di aprire una succursale in piazza Duomo a Milano, nel mezzanino del Metrò, dove passano tutti i milanesi. Fu un altro - scontato - strepitoso successo!! Ma Franco dice "fu una bella e grande mia soddisfazione per il quasi mio analfabetismo scolastico. Io che insegnavo a ingegneri e professori di università !! A Milano !!! ".Sull'avvento del MODEM sorvoliamo in fretta. A Franco a parlarne gli viene ancora oggi da piangere. Franco, ricevuto dall'america il primo accoppiatore acustico (si collegava alla cornetta del telefono) fece il suo estemporaneo primo esperimento presso la sede di una grande Banca italiana che sembrava interessata a questa novità tecnologica. Filò tutto liscio, banca e filiali colloquiavano perfettamente tramite computer e telefono. Eppure, l'A.D. della banca presente all'esperimento, non fu per nulla convinto "va bene sì, ma "la cosa" qui non avrà futuro, la riservatezza delle operazioni bancarie non possono passare attraverso un banale doppino telefonico".
Che lungimiranza!! Nel 1986 eravamo ancora in pieno medioevo tecnologico! Quel dirigente liquidava l'avvento di Internet come..... "la cosa"!!!
Ma non era il solo; dire che si poteva utilizzare il banalissimo doppino telefonico per creare internet, era per molti (tecnici compresi) una barzelletta. Una barzelletta che circolava già da due anni.L'ottusità tecnologica nelle menti eccelse dei nostri (patetici e vecchi) governanti- amministratori e dirigenti di grandi imprese la troviamo appunto nel 1984, quando ancora una volta dimostrarono di non capire e di non sapere utilizzare con efficacia i mezzi innovativi che avevano già a portata di mano. Infatti Stet, Sip, Cset e Ministero delle Poste (in quest'ultima a suo tempo anche a Marconi gli risero in faccia), parteciparono a un seminario di Telecomunicazioni tenutosi a Como; assistettero con la ISS di Firenze e la Centrale di Turro a Milano agli esperimenti (i primi al mondo) che fecero i bravissimi tecnici scienziati (i migliori al mondo) della Italtel; poi, senza averci capito un bel nulla, quella bella gente dicendo che era tutta roba da fantascienza, se ne tornarono tutti a casa. E sapete cosa fu presentato quel giorno? L'ISDN, la trasmissione digitale, la centrale di commutazione fonia e dati digitalizzati, indi la progettazione e la pianificazione della comunicazione ad alta velocità.
Se qualcuno vuole documentarsi su tutta la dimostrazione fatta quel famoso (nero) giorno, la relazione, il progetto, e l'invito ai politici e industriali di interessarsi a questa tecnologia rivoluzionaria, apparve (intanto erano passati altri tre anni) sulla rivista telematica "Trasmissioni Dati e Comunicazione" nell'Ottobre 1987, sul numero 30. Un numero storico, da conservare in bacheca, in bella vista nel museo degli (o)errori politici.
Franco ancora oggi ha su una scrivania i due (orrori) storici, oggetti che avrebbero potuto conquistare il mondo, in anticipo di quasi 30 anni. !!!!!! Dice Franco "a pensarci mi viene da piangere dalla rabbia".Con degli amici universitari di Padova, Franco si dilettava con questo Modem a banda fonica (con max 1200 Baud rate) a inviare e ricevere messaggi. L'avevano chiamato Bollettin Board, ed era non solo l'INTERNET di oggi ma anche il FACEBOOK di oggi.
Purtroppo c'era l'ottusità delle menti eccelse. Che come di solito sono i politici, i governanti, gli amministratori. Che di solito parlano a vanvera di telecomunicazioni e non sanno nemmeno come funziona una radio a galena. I politici non sono mai lungimiranti, guardano solo il loro tornaconto, il presente, solo questo ovviamente porta voti.
Del resto ricordiamoci di Marconi e di Faggin, il primo per brevettare la radio dovette andare in Inghilterra, il secondo (era alla Olivetti) dovette andare negli USA a inventare il Microprocessore alla Intel.
Ecco qui sotto il "mostro", ancora oggi avveniristico. (lo conservo ancora come un gioiello)
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Il tecnico di telecomunicazione (!!) con il quale Franco aveva parlato, era molto scettico "va bene per lo scambio in fonia di qualche messaggino tra amici, mentre per farlo diventare di massa ci vorrebbero delle antenne ripetitrici ogni 4-6 km, quindi migliaia e migliaia di antenne-celle su tutto il territorio, oltre che grandi antenne sulle città, capisci che è una cosa improponibile ??!!".
Così "improponibile" che solo oggi - dopo quasi 30 anni - vediamo le antenne delle "celle" in ogni cantone.Lungimirante lo era invece un anziano 70enne, un certo Piero. Un anonimo cliente come i tanti del Club di Francomputer, che abitava a Roma, che spesso presentandosi solo e sempre come Piero telefonava per sapere le ultime novità sui computer e sui programmi. Appreso dalla rivista che Franco aveva il "Modem", cosa faceva e come si usava, e che a Roma non esisteva ancora, un bel giorno telefona: "Sono Piero, guarda che parto da Roma e vengo a prendermi il Modem, vengo di persona così me lo spieghi ben bene". Due giorni dopo due macchine della Polizia scortavano un auto blu che si fermò davanti al negozio: entrò il personaggio "Ciao Franco, sono Piero da Roma, sono venuto a prendermi il Modem". L'anonimo Piero era il Presidente della Corte Costituzionale! Pochi giorni dopo, l'arzillo - ma già tecnologico - signore, telefonò "lo sai che non mi muovo nemmeno più da casa, col tuo modem e il computer faccio tutto in pantofole".
Così un certo Ugo: scriveva a Franco "ti invio duecentomila lire, ma se non bastano fammelo sapere; inviami tutto quello che hai e che trovi, qui sui computer siamo tutti nella piena ignoranza". L'anonimo Ugo era nientemeno che il Presidente della RAI, Ugo Zatterin. (lettere nello storico archivio di Franco).
Così un certo ingegnere di Cracovia. Scese a Vicenza e volle sapere ogni cosa, alla fine si portò via un po' di tutto, compresi due computer completi. Solo nel compilare la fattura per l'invio tramite Valigia Diplomatica per il... Vaticano e la Polonia, Franco scoprì che l'aveva mandato papa Wojtyla in persona, molto interessato ai computer. (fattura nello storico archivio di Franco)
E ancora Medioevo quando in una famosa Fiera dell'Elettronica, nel suo stand, a uno dei sui Computer, un Texas, Franco lo fece parlare con un sintetizzatore simulatore vocale appena arrivato dagli Usa. Piombarono nel suo stand incuriositi quelli della RAI, e alla sera al Telegiornale, il computer di Franco con una voce ancora metallica salutava gli spettatori dal teleschermo: "Io sono il computer che parla, qui dalla Fiera dell'Elettronica saluto tutti i telespettatori della Radio Televisione Italiana".Ancora Medioevo, quando Franco collegando al computer una banale telecamera da portone (allora erano a immagini fisse e sequenziali), oltre che a riprodurre le immagini sul monitor, le stampava. Erano le prime prove pionieristiche del nostro più moderno scanner di oggi. Franco inquadrava il cliente con la fotocamera digitale e subito dopo dalla stampante veniva fuori il suo ritratto. Per molti sembrava un miracolo. Era il digitale, ma molti (anche se colti) non capivano cos'era il digitale. Altro che "Selfie" !!
Ancora Medioevo quando da Franco i primi Computer Atari, diedero l'avvio alla musica anche qui riprodotta in forma digitale, utilizzando il computer come sequencer, con vari software e interfacce MIDI. Un famoso pianista che stava tenendo un concerto a Vicenza, passando per caso sul corso davanti al negozio di Franco, incuriosito dalla miriade di suoni di pianoforte che ne uscivano, entrò a curiosare, poi volle provare qualche tasto della tastiera musicale collegata al computer e rimase sconcertato. Suonando una sua improvvisazione sulla tastiera, la stessa veniva eseguita e appariva istantaneamente sul monitor con il rigo musicale completo di note; poi modificando due/tre parametri la si poteva riascoltare con un'altra cadenza, con un'altro tono, perfino con altri 16 vari strumenti, riproducendo le variazioni in mille modi diversi. Infine scegliendo un qualsiasi pezzo ovviamente memorizzato, lo stesso sempre con le note sul rigo musicale veniva subito riprodotto su un foglio bianco da una stampante. Il pianista era sconcertato: "metà della mia vita l'ho impiegata per ricopiare con la penna sulla carta pentagrammata le note che suonavo. Tutto tempo sprecato".
Ma anche nella musica leggera ci furono dei veri pionieri: Franco vendette un Atari a un ancora quasi sconosciuto Zucchero, ai Pooh, ai Mattia Bazar e in seguito a tanti tanti altri.
Medioevo tecnologico quando Franco spiegava cosa facevano e per che cosa erano utili i computer. I piu' grandi ostacoli li ha trovati in quelli che avevano proprio una cultura accademica, ma ormai cristallizzata. Ti ridevano in faccia architetti e ingegneri quando presentavi loro un Cad; ti facevano vedere con aria di sfida la matita, quella che secondo loro non sarebbe mai tramontata per disegnare un progetto. Così anche un famoso notaio, lui voleva anticipare i tempi. Acquistò due computer per il suo studio. Un mese dopo mi pregò di riprenderli indietro "mi dispiace, ma le mie impiegate sono negate per il computer, preferiscono la macchina da scrivere".
Ma il piu' grande ostacolo fu nelle scuole di ogni grado: si era semplicemente compatiti quando dopo una dimostrazione, con supponenza affermavano "Si puo' vivere e sopravvivere anche senza quel giocattolo, del tutto inutile al nostro sapere e alla nostra didattica logico verbale; con quella figurativa (del computer) ci si potranno fare al massimo solo i giochi, e forse, passata la moda, neppure più quelli!". Che lungimiranza!! (ed era una scuola Magistrale, cioè di futuri insegnanti che loro "preparavano" per l'anno 2000 !!).
E' invece passata di moda quella scuola, non il computer !!!
E non erano i soli. Basterebbe leggere gli interventi dei migliori giornalisti sui giornali dei primi anni '80 e '90, che ignoravano del tutto i computer. (uno di questi Montanelli "I Computer? non so cosa siano, nè voglio saperlo; io ho la mia Olivetti Lettera 22". Gli mancava di dire che era un nostalgico dell'inchiostro e della penna d'oca. Così anche Bocca "il computer? fatemi scendere!".
A un famoso giornale, fu Franco a far scoprire e poi a vendere a un pioneristico redattore il suo primo computer con un modem incorporato. Singolare fu che questo redattore scriveva per il giornale articoli umanistici !! (arte, musica, teatro), non articoli scientifici. Anni dopo al suo giornale diventò il più esperto in informatica.A Franco gli tornavano a mente ciò che scrivevano all'inizio del '900 i redattori di materie scientifiche. Sulla stampa, Marconi fu da loro ridicolizzato per la sua invenzione. La Radio fu subito bollata da tutti i “colti” intellettuali: "...è utile solo agli imbecilli senza cultura". Dalla borghesia (colta) e dagli intellettuali (colti) fu rifiutata in blocco. "musica dalla radio? Ma volete scherzare? E' da plebei. Noi abbiamo l'intelligenza e una cultura, che ci permette di scoprire - cosa non possibile alla plebe - il fascino e il piacere di un concerto. Se non è dal vivo non è un concerto!".
Più tardi, la stessa televisione fu dichiarata senza futuro dagli stessi redattori "scientifici" e dai borghesi, perché adatta solo per gli ebeti plebei "tutti seduti a guardare una scatola, quando il mondo fuori corre, viaggia, vola, si diverte, fa viaggi, sport, ha i circoli di golf, di tennis, il club dell'auto, della boxe, della vela, del calcio, la mondanità. Ma si può essere così' stupidi? La Televisione? Si forse utile ai paranoici, ai visionari, ai poveri di spirito, ai vecchietti delle case di riposo, a coloro che vivono fuori dalla realtà del mondo. Poveretti! La nostra realtà invece è il dinamismo del nostro secolo, non quel bussolotto."
Dopo ci sedemmo tutti.Ma questo è sempre accaduto, nell'arte, nella musica, nella letteratura, nella scienza, o nei prodotti più banali. C'e' nel colto sempre il rifiuto viscerale; è sempre estremamente supponente, per non dire sprezzante sulle novità. Solo lui crede di avere il metro della valutazione tramite il suo scrigno di sapere che lui crede infinito e universale, e anche se vede una vaga utilità nella nuove realizzazioni, afferma subito con la sua dialettica che sono fuori dai canoni universali, che lui (e solo lui) crede (col poco sapere scolastico) già messi a punto e quindi definitivi.
Hanno mezzo chiletto di sapere, e sono convinti di sapere tutto e di essere più sapienti delle capre.Ma il motivo è sempre uno, il colto non vuole mai rimettere in discussione le sue conoscenze. Lo "stupido" invece (coraggioso, avventato, o perchè solo 15enne - e furono proprio questi 15enni, senza porsi tante domande, a far decollare i computer) non ha questi problemi, acquista, e da' normalmente il primo colpo al volano a una nuova idea, fa iniziare il mercato, lo incentiva, lo fa sviluppare.
Ma è così anche nella moda, solo un bizzarro che irresponsabilmente non teme critiche si mette l'orribile vestito creato da uno stilista "creativo” e “bizzarro" quanto lui, che puo' contare solo su questi "ribelli", non su quelli che hanno già codificato un costume, un canone, dei parametri estetici (scaturiti - dicono i “colti” - da un "attento sapere" e dalla "tradizione"). Questi si chiamano "conservatori", e spesso è con questi che siamo rimasti fermi per secoli e secoli!!, nonostante tanta nuova cultura, conoscenze, e tante invenzioni.
Una nota "fallimentare" (quindi anche questa da medioevo tecnologico) fu quando il bizzarro Franco (poco prima dell'avventura computer) mise in esposizione nel suo negozio le prime celle fotovoltaiche giuntegli dal Giappone, grezze, sciolte a pacchettini, pronte ad essere impiegate. Lui si divertiva a costruire oggetti che poi funzionavano con i raggi del sole, con grande stupore dei clienti.
Oppure a costruire pannelli per ricavarci luce e forza motrice.
Franco credeva molto nel prodotto, fino al punto che ci spese soldi, lo pubblicizzò sui giornali.
Furono soldi buttati via, un fallimento!!! Era troppo in anticipo nei tempi.
Gli unici a interessarsi fu l'ENEL, di celle ne acquistarono alcune per fare degli esperimenti e delle dimostrazioni nelle scuole.
(fattura nello storico archivio di Franco).
Da Roma poi piombò uno del CNR, si fermò prima alla locale Camera di Commercio, chiedendo "ma è vero che qui a Vicenza in una tabaccheria si trovano in vendita celle fotovoltaiche?". Gli risposero di sì e gli indicarono la via dove c'era il negozio di "quel matto";
fece così una visita a Franco. Le celle lui non le aveva mai viste, e rimase incredulo quando Franco gli diede in mano una radiolina che funzionava senza batterie e un mulino a vento che girava all'infinito, entrambi ad energia solare; alla fine Franco li regalò entrambi "se li porti a Roma! e li faccia vedere !!!".
Salvo la vendita di alcuni suoi strani giocattoli, la pubblicità non gli rese nulla, nessuno si fece vivo. Il pannello che era in vetrina (< vedi qui, in basso) non incuriosì e non interessò nessuno.
E non è che questa era l'idea di un "fallito" è che Franco era in anticipo sui tempi di.... 32 anni !!!!
Alla data del 13 maggio 1982, Franco aveva fatto scrivere nella sua pubblicità vista sopra:
"Siamo pronti per impianti di energia elettrica dal sole".
Ma era solo lui pronto, gli altri gli davano del "visionario", "quello lì legge troppa fantascienza", "se fosse vero quello che lui va raccontando, le grandi electric company si sarebbero già buttate nel business".
Spremendosi le meningi per farci uscire nuove idee, andò - dopo pochi mesi - decisamente meglio e alla grande con i Computer, ma solo grazie ai giovani, con i "colti", con gli "accademici", avrebbe fatto solo la fame. Perché anche su i computer gli davano del "visionario". del "matto".
Sì, un po' meglio con i computer, fu quella una pionieristica avventura durata dieci anni; ma quando poi nel 1990 si ritirò dalle vendite nella sua villa per fare più solo programmi, volle fare anche il pioniere di Internet che proprio a inizio anni '90 stava affacciandosi alla ribalta con i primi "Bolletin board" via modem e subito dopo dal "www".
Franco ne divenne così esperto, nei protocolli e a fare siti e pagine web, che estese il suo orizzonte alle tante aziende, offrendo competenza e creatività nel fornire una loro presenza con un loro sito in rete o a farsi pubblicità con altri siti.
Ma anche qui Franco era troppo in anticipo sui tempi. Dalle aziende (anche molto importanti) gli rispondevano: "No grazie, noi abbiamo i nostri tradizionali canali per farci conoscere, e altre forme per farci pubblicità". Che lungimiranza!!!
Perfino - volendo convincerlo - un suo amico albergatore; ieri: "No, no, grazie Franco, noi abbiamo una nostra tradizionale clientela"; Oggi invece: dal loro sito su Internet arrivano il 90% delle prenotazioni.
Oggi perfino il muratore e l'idraulico di Franco hanno su Internet un loro sito.
Un'altra nota - questa invece simpatica ....
fu quando molti bambini rimasero incantati quando seguirono in TV, nella famosa trasmissione del sabato sera di Raffaella Carrà, le impacciate movenze del robot "Il Topo", che Franco aveva imprestato alla RAI per la trasmissione, dopo aver fatto con successo un'altra sorprendente Fiera dell'Elettronica. (lo possiede ancora!).
Franco quell'esperienza dei computer la definisce ancora una esaltante avventura decennale oltre che una precisa conquista territoriale.
Aver introdotto per primo i computer in molte città italiane, industrie, scuole, banche, divenire a quel tempo l'unico fornitore di programmi, avvalersi di una pubblicità martellante (intere pagine di giornali e riviste) pro sè, essersi impadronito di conoscenze - per l'epoca ignote quasi a tutti - e nel saperle fruttare contattare migliaia di clienti sparsi ovunque, impegnando tutta la famiglia appassionatamente in una stressante attività lavorativa senza soste, ma per tutti alla fine giovevole e appagante e mai banale.
Intanto cresceva la famiglia. A cui Franco non fa mancare le attenzioni di padre.
Ogni tanto si prende qualche giorno di relax, facendo con loro con un camper tanti viaggi, non solo in Italia ma anche in giro per l'Europa.
Per fargli scoprire altri luoghi, altra gente, altre bellezze, e nel giocoso divertimento coinvolgerli anche un po' nella cultura.
VIAGGIO A STOCCARDA
POI, SUL RENO A KOBLENZA
A BON (a Casa di Beethoven) - Poi A COLONIA
AD AMSTERDAM (ANNA FRANK E VAN GOGH)
A BRUXELLES
COL NOSTRO CAMPER A BRUXELLES (L'ATOMIUM)
VIAGGIO IN SLOVENIA - ALLE GROTTE DI POSTUMIA
VIAGGIO A PARIGI
PARIGI ( sulla cupola di Notre Dame )
PARIGI - iL BEAUBOURG e IL LOUVRE
VIAGGIO IN SVIZZERA - GINEVRA - IL PALAZZO DELL'ONU
SEDUTI SULLO SCRANNO DELL'ITALIA
VIAGGIO IN JUGOSLAVIA - BELGRADO
VIAGGIO IN GRECIA - LE TERMOPILI CON LEONIDA
ATENE
LA PRIGIONE DI SOCRATE
ATENE VISTA DAL LICABETTO
VIAGGIO A MICENE - TOMBA DI AGAMENNONE
MICENE - LA PORTA DEI LEONI
EPIDAURO - IL TEATRO
LA VALLE DEI TEMPLI
VIAGGIO IN OLANDA A Kinderdijk, - NEL PAESE DEI MULINI A VENTO
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VIAGGIO IN AUSTRIA - VIENNA, A CASA DI SISSI
A SALISBURGO - LA CASA DI MOZART
SOTTO, SALISBURGO
GRECIA - SALITA ALL'OLIMPO
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VIAGGIO IN ENGADINA (SVIZZERA)
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e ovviamente un po' di montagna
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Al ritorno dai tanti viaggi, ovvio che a dedicarsi ai computer i suoi due rampolli non potevano essere meno del padre. Fin dall'adolescenza si appassionarono moltissimo e alla fine, e solo dopo qualche anno ne sapranno più di lui.
La figlia ( Susanna > ) i primi passi sui computer li fa già a 13 anni, poi a 16 è già una reginetta dell'informatica alla annuale fiera dell'Elettronica, a 20 anni é già consulente dell'IBM per la clientela che usa i nuovi AS-400.
Ingegnere informatico il figlio ( Marcello > ) uno dei primi esperti in linguaggio Java, con sede a Milano e a Lugano, per i programmi di telecomunicazioni sui telefonini, industriali, delle Ulss e soprattutto su quelli finanziari e bancari (oggi opera appunto in Svizzera).
Dieci anni correndo così, dopodichè il silenzio sulla maxigestione, una chiusura per eccesso di lavoro commerciale (avere 6000 computer in giro, e una diffusa specifica ignoranza, c'era da impazzire) quindi la necessità del rilassamento per potersi (dagli abusi fisici) restaurare. Franco e figli scelsero di fare solo più i programmi, più redditizi come valore aggiunto, oltre che essere appagante visto che li facevano loro. Poi nelle pause ancora con un altro camper, e con i figli via in giro ancora in tutta Europa a fare il globe trotter,,poi al ritorno - sistemati i figli, pure loro nell'ambiente informatico - .....
.... una bella villa in campagna, e dentro a rinnovarsi, ancora una volta l'ex paracadutista a riproporre se stesso.
E così l'amor di pittura ha ripreso a funzionare, come una liberazione dallo schema, come il coltivare piselli, o seminare fiori, libero dagli affanni, dagli impegni e dalle ore, tra passeggiate nel giardino e nell'orto e le incursioni sulle tastiere dei suoi numerosi computer sparsi in casa ovunque (ne ha 60, di tutte le "epoche"), con due/tre sempre accesi, caldi, con fili e fili che si uniscono a paraboliche, telefoni, modem, trasmittenti, che come una ragnatela ma anche come un "filo di Arianna" - lui afferma - ti portano nella "vetrina del mondo", dentro quell'universo dove gli uomini creano, pensano, agiscono. Che è poi la vocazione degli umani, o almeno così dovrebbe essere".
Sarà la volta per credere di più nelle sue capacità naturali? Per ora è intensa la sua produzione artistica, per di più non si estingue l'abbisognamento del sapere in mezzo alla sua sterminata biblioteca, ma non è più una corsa al galoppo della sicurezza, vi è certezza d'aver superato le fondamentali prove, ora la pittura può diventare delicata poesia libera dai soffocamenti, risultare perfino un sereno conforto sentimentale; e il computer o meglio quella cosa che lui ora chiama "rete"; ed è quello che lui ha sempre cercato nel suo peregrinare e... (afferma senza il minimo dubbio) trovato: sentirsi in comunione e cittadino del mondo.
Non male come vita. Come dire che non esiste l'impossibile, c'è ancora spazio per tutti, c'è sempre un libro aperto, un campo inviolato, con la fiducia e la volontà è doveroso e vitale per tutti renderlo fertile e sviluppato.L'ultima "pazzia"? è stata quella di far partorire un sito dai suoi computer e poi metterlo nella Rete che nei primi anni '90 stava nascendo (pioniere anche in questo). Un insolito sito, una cronistoria bimillenaria del mondo e quindi dell'Umanità, anno per anno, con testi alla portata di tutti, senza tanta erudizione linguistica e redazionale, ma con qui e là qualche relativa verità filosofica attualistica, semplice, ma sufficiente per interessare tanti suoi amici ed ex amici-clienti che lo conoscono più da vicino o che da lui hanno per la prima volta visto un computer o appreso che cos'era Internet. Poche migliaia di pagine, e già c'era qualche sponsor interessato, ma che voleva poi lui dire cosa bisognava mettere o non mettere, e quindi l'ovvio rifiuto del "Franco libero". Anche perchè gli amici hanno cominciato a trattarlo quel sito come il sito da portarsi dietro nell'anno Duemila e anche nel dopo Duemila, così com'è, "naturale", senza "editor" e "visor" dall'alto; molto semplice ma singolare e degno di attenzione. E lui per non tradire questo gesto di affetto - inaspettato ma molto gratificante - ha deciso (subito, immediatamente!!! pagandosi perfino le spese) di non cederne i diritti a nessuno, di non svendersi per poi doverlo modificare, ma di servirlo così com'è. E intende -dopo la prima parte- riversare altri contenuti e ampliarlo a dismisura, forse 100 mila pagine, forse 200 mila, ma conoscendolo sono sicuro ne farà 1.000.000. Significa che terminate le prime pagine oggi disponibili, fra qualche mese saranno tutte in rete a beneficio di tanti amici che lo seguiranno in questa nuova avventura.
Da vero esperto informatico e maniaco della precisione con un programma astronomico ha fatto passare per giorni e giorni su un suo computer le 720.000 notti stellate alla ricerca di quella stella che brillava (??) a Betlemme (vedi l'anno 1 d.C.); non contento, in alcune pagine dopo mesi di calcoli con i suoi computer, vi cita la popolazione che ci sarà nei prossimi sessant'anni nelle città e nelle regioni d'Italia (ha le nascite di ogni città degli ultimi cento anni), o vi da i minuti e i secondi dell'eclisse totale di Sole del prossimo 2086 e perfino quello del 2187.
Lui al computer non scrive, gli parla, e sullo schermo vedi le parole trasformarsi in lettere, che riempiono pagine e pagine, poi fa un paio di clic, e "quelle" vanno per il mondo. E' cosciente dei suoi limiti e si schernisce che non sa scrivere, lui vuole solo raccontare, ha fretta, non corregge, fatta una pagina ne fa un'altra, sono piene di errori, ma lui va avanti, ha fretta di raccontare tutto. ("Abbiamo tutti - al massimo - 1000 mesi di vita, quindi ...")
Inoltre mi ricorda che per correggere "sono nati apposta gli scribacchini, che sanno fare solo quello"; lo diceva Napoleone che nello scrivere era proprio una frana. E altrettanto diceva Erasmo da Rotterdam a proposito di chi "nasce con la sola vocazione nel cercare un puntino fuori posto".
Invece a posto e dietro alle sue spalle lui ha una sterminata biblioteca, 30.000 volumi, molti rarissimi, introvabili (dal 1500 in poi, e non mancano circa duemila testi sull'informatica), 27.000 dischi, 100.000 giornali, dove cerca il fatto, il personaggio, puntando sicuro sul volume che ne parla, che ha già sfogliato e letto, e ricollega il fatto o il personaggio ad altri fatti e personaggi e spesso con il suo vissuto di anni fa, e lo ricongiunge e lo riassume a suo modo con i suoi ricordi e la sua straordinaria e dinamica vita. Da fanciullo nel periodo della guerra, (vedi qui la drammatica storia... a Chieti ...è uscito vivo da sotto un bombardamento, vivo da un mitragliamento, ha visto fuggire a casa sua il re d'Italia, conosciuto di persona Montgomery, Churchill, Badoglio, Rommel, Togliatti, Moro, Pasolini, Giovanni XXIII, ha vissuto in prima persona e in trincea il terrorismo, il miracolo economico, fatto il manager del consumismo, il pioniere delle nuove tecnologie, girato il mondo (ha tre milioni di chilometri di viaggi - che sono settanta giri intorno al mondo) infine è diventato un pioniere dell'informatica.
Ne ha da raccontare! Sta facendo a suo modo il suo diario, il diario di questo nostro secolo, ma anche qualcosa di più, perchè non è solo il suo ma é anche il nostro stupefacente secolo. (Corriere dei Berici - 7 Gennaio 1996 - Gabriele Scotolati)
Qui termina la singolare biografia di Franco. Con una curiosità. Franco non ha frequentato
nessuna scuola. Salvo (negli anni della 2nda Guerra Mondiale) le elementari, e queste
tutte in una stessa aula, con un settantenne professore liceale di Greco e Latino da
vari anni in pensione, richiamato in servizio essendo tutti gli altri al fronte.
Poi Franco, a 13 anni iniziò a lavorare, in tipografia, a rilegare libri.
E a leggerli !!! Tanti, tanti, tanti !! Come dire... e infatti Franco dice:
"Se si vuole cambiare il proprio destino si può.
Il mio "Credo?": quello di Nietzsche: "Il perdente è sempre l'uomo ignorante".
Tra le forze della vita ve n'è una molto importante: è la volontà, e basta usarla.
Poi imprimersi la fiducia e relazionare d'attacco senza mai mollare.
Se vi sono avversità o degli eventi negativi nella vita, si affrontano !!
Solo chi si da per vinto ha veramente perso !!! "
Lo abbiamo visto ! Più di così !!!
______________________Qui sotto i motti prediletti da Franco
( "sfaccendato" e "fallito" )
per anni e anni, nel suo operare in giro per l'Italia e l'Europa
(3 milioni di chilometri - 70 giri del mondo)
li ha avuti sempre incollati sul suo cruscotto![]()
Quanto allo spirito di avventura, al desiderio di cielo (come paracadutista)
e amore per le sue montagne (come scalatore e rocciatore)
questa è sempre stata un'altra sua amata poesia; di Whitman
________
oltre i suoi cari, moglie, figlie, nipotigli oggetti più amati: i suoi libri...
( ne ha collezionati 30.000 )
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poi la musica....
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( in 78, 45, 33 giri, CD, DVd, cassette, ne possiede 27.000 pezzi)
la montagna più amata: le Tre Cime di Lavaredo
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i fiori.... soprattutto del suo giardino
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l'animale più amato: il passerotto (pettirosso)
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il paesaggio più amato: il cielo stellato ( l'Universo )
non occorre prendere auto, aerei, navi e mettersi in viaggio
abbiamo sempre sopra la ns. testa in ogni luogo lo spettacolo di 13 miliardi di anni
visibile a tutti noi che siamo ospiti su questo pianeta per soli.... 1000 mesi !!!!!
( Franco é già a 948 !! )
vedi TUTTI i "nostri/vostri" 1000 MESI > > > > > > >
Amici lettori spendeteli bene !!!
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Con un piccolo "Omegon" vi si apre l'incommensurabile infinito !!!
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l'ultima meraviglia apparsa in cielo (fine anno 2014 - Inizio 2015 - Cometa Lovejoy Q2)a fine lettura guarda questo fantastico video........> > > > >
e poi quest'altro....... > > > > > >
Buon viaggio !!!!_____
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La bella famiglia di Franco Gonzato oggi, con l'ultimo arrivato
Susanna a inizio 2008 ha sposato Matteo Bolla
in ottobre è nato Andrea
Qui sotto riuniti a casa Gonzato
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Mentre qui sotto festeggiamo il suo primo Natale alla Maison dei Bolla
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Franco con i suoi computer
la sua passione: le montagne...
... e le Lavaredo... dove lui e sua moglie ci tornano ogni anno,
memori del loro spartano viaggio di nozze.
il suo amato pastore tedesco Lorna
il suo giardino con il fiore più bello ... Vittoria
(50° anniversario dell'incontro - il prossimo 7 dicembre - 1962-2012)
Lei negli ultimi 50 anni ha così sempre commentato ridendo:
" fortuna mia, che la "pupa" ti ha dato una pedata
altrimenti dove lo trovavo io un bel mattoide come te !"
E ride, ride, ride di gusto, soddisfatta
la sua prediletta cabriolet
per correre a rigenerarsi sui monti
la sua biblioteca colma di "lustrini" e "piume di pavone"
(ne ha 4 stanze piene, libri rari, documenti, giornali d'epoca)
con il suo amato nipotino già emulo, sulla buona strada delle curiosità
ma Franco ricordandosi che è stato anche istruttore di sci nei parà,
dice: va bene il sapere, ma un po' di sport ci vuole proprio, fin dai primi anni ....
... eccolo qui, sopra, ANDREA BOLLA,
sopra a divertirsi ma .......sotto anche a lavorare
eccolo qui, nei grandi vigneti paterrni, alla sua prima vendemmia
(2 anni 10 mesi - sett. 2011)
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"buon sangue non mente!"
infatti Susanna ha sposato Matteo Bolla, fra l'altro anche lui
uomo dinamico e instancabile come Franco, e anche lui..... ex PARACADUTISTA !!Andrea ha voluto provare anche lui a volare come le "Aquile" (il simbolo dei Parà)
ma per il momento in elicottero
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FINE
____________________________________ULTIMISSIME
L "Aquila" ha fatto il bis
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AD ANDREA GLI E' NATA LA SORELLINA
Lo zio, Don Sisto, parroco di Grumolo delle Abbadesse alla notizia ha suonato le campane.
Mentre nonno Franco ha addobbato tutta la villa in rosa.
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Mentre a Locara (il "Paese del vino" e dei vigneti Bolla) grande festa !!!
La Principessa, la festeggiata
la bella famiglia di Susanna e Matteo al completo
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sotto - 6 - 25 ottobre 2012 - 4 anni LUI, 1 anno LEI
la sua fortuna è che ha un maneggio a 500 metri da casa
--------------------------------------------------------------------COMPLEANNI DI NONNI STRAVECCHI e NIPOTI GIOVANI
AI DUE VECCHI MANCANO 22 e 27 PER ARRIVARE A..... 100
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Non solo cavalli.....la bimba cresce.......
fa la bimba sbarazzina.... la timida mondana... la sportiva alla grande...
... eccola sotto sugli sci....
ma anche interessata lavoratrice....
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poi andiamo al mare e subito dopo....
in ottobre, ci aspettano....i nostri due COMPLEANNI
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poi a Natale, mangiamo la fantastica torta che ci fa sempre nonno Franco....
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poi .....andiamo subito dopo a sciare....
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quest'anno sciamo un po' meglio...con mamma e papà
e abbiamo con noi ..... LORENA FRIGO
ex campionessa azzurra ("la valanga rosa" degli anni '80)
Lei é la nostra "regina" nel suo ospitale regno Albergo Rifugio Verenetta (m. 1650) e Verena (m. 2020).
qui sotto la nostra mamma con LORENA FRIGO
che era la sua maestra di sci quando lei aveva come noi 4 anni
speriamo di rivederci alle vacanze di Pasqua
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Aprile - Pasqua ...eccoci....qua !!!
Questa volta è Franco con la Campionessa...
la "regina" del "Paradiso dello sci" Verena....... LORENA
Cliccandoci sopra ingrandisci l'immagine
del "PARADISO"
E nel "Paradiso Verena" non sono mancati Andrea e Aurora, sempre più in gamba
il primo ormai fa tutto da solo, la seconda gli ci vuole un aiutino
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Finite le vacanze bianche di Pasqua nel PARADISO ... NEVE
torniamo a scuola, la finiamo e poi .......tutti ( con i NONNI ) alle vacanze azzurre
in un altro .....
PARADISO ... quello del MARE
cioé il PARADISO DELL'ELBA
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190 spiagge (ognuna diversa dalle altre) nel più bel mare del Mediterraneo.
Un altro mondo rispetto alla frenesie delle solite metropoli marine.
E' il Paradiso di noi bambini. Un turista su tre ha meno di 10 anni.
C'è perfino un nostro festival IL FESTIVAL DEI BAMBINI.....http://www.visitelba.info/elba-dei-bambini/
ARRIVIAMO !!!!!!!!!!!!
Una spiaggia tutta nostra ..... (sono decine)
Una bella spiaggia libera ..... (sono un centinaio)
ma anche quella con tutti i confort ..... (anche a 5 stelle con tennis, piscine, campi da golf)
qui io Andrea faccio pesca subacquea in un mare cristallino
il nonno si diverte con la sua macchina fotografica
nonno e nonna a riposo in spiaggia
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per noi bambini corso di archeologia...
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poi a visitare le gallerie delle miniere ...
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e quanti amici, bambini come noi
questo il mondo incantato dell'Isola d'Elba (la notte dei fuochi)
dopo questi incanti, purtroppo ci tocca lasciarla l'ELBA
anche se ci piange il cuore.
Ma facciamo una promessa !!!! ogni anno TORNEREMO all'ISOLA D'ELBA !!!
![]()
Il nonno e la nostra mamma per luglio avevano prenotato anche in Veneto
loro dicono che per noi è un altro PARADISO
.....mare, spiaggia ....tanto tanto VERDE....
grandi piscine e tanti giochi per i bambini come noi.
Siamo arrivati. Noi siamo nel cerchietto rosso e come posto ci piace molto.
Un luogo stupendo, fiori e alberi dappertutto, il mare vicino vicino
e 3 grandissime piscine
![]()
tanto tanto divertimento...per grandi e piccini...
uno scivolo da sogno....
io e Aurora ci sguazziamo per ore e ore .....
abitiamo in un bellissimo posto, una casetta tutta per noi,
con tutti i confort
in mezzo a un parco bellissimo, pieno di piante e di fiori,
é per questo che si chiama "GARDEN PARADISO" (al Cavallino (VE))
io, Vittoria e i nostri 2 nipotini
Ultima foto in posa, poi si torna tutti a casa.
I bambini si sono divertiti moltissimo, e io con loro come nonno altrettanto
e spero tanto che non sia stata questa la mia ultima Estate con loro.
Fra un paio di settimane mi aspetta un complicato e rischioso multi-intervento cardiovascolare.
( se sei curioso vedi QUI > > )
Cari miei amici e amici lettori - se vedrete non più aggiornata questa biografia
significa - rispetto a Voi - che io .... semplicemente....
" IL 7 OTTOBRE "
( sarò sotto i ferri )... avrò remato forse un po' troppo e sono andato............ avanti...
verso chissà dove...verso chissà cosa ...
... ma senza rimpianti, perché nella mia vita mi sono divertito moltissimo
sempre attratto dalle conoscenze e dalle ardimentose avventure;
non sono di certo vissuto nella noia o...
(come fanno molti) .. in oscure gallerie come le talpe nelle loro tane.
Comprese certe persone influenti, certi grandi agiati, quelli che vivono nell'arroganza,
che mangiano brioche, che sono esseri neutri del mondo ma credono di possederlo;
poi quando scendono nella tombe con "le loro grandi tasche" vuote;
...rispetto agli altri "umani".... hanno solo una cassa più bella e più costosa,
ma nulla più.
----------------------------------------------La mia canzone preferita nei Paracadutisti non per nulla era...... questa:
un risentirci a presto.
" 17 OTTOBRE "
( è andata tutto bene - oggi sono a casa in convalescenza)
Mi sto godendo il riposo
e la gioia di RIVIVERE
Non smetto di rivedere e anche riascoltare
la mia musica preferita >>>>>>>>> >
In dieci giorni ho ricevuto 3450 e-mail di "auguri" dai vari lettori
che da anni seguono "STORIOLOGIA" .
Non potrò rispondereb a tuttti e mi dispiace molto. Grazie dell'affetto !!!Ma un ringraziamento particolare lo invio ai miei carissimi amici parà.
Con loro da 50 anni, ogni anno ci ritroviamo con mogli, figli e nipoti,
e non hanno voluto mancare in questa occasione.
![]()
Purtroppo eravamo 48, ma 13 di noi sono già andati avanti...
su in cielo.... che da temerari avevamo tante volte disceso insieme.
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-------------Su Franco Parà, qui altre recensioni televisive e dei giornali > >
QUI in rete - il suo hobby
- "STORIOLOGIA" > > >
( Oltre un miliardo e 600 mila visite -
Gennaio 2015 )