AVIAZIONE

LA CACCIA NELLA
SECONDA GUERRA MONDIALE
(1939 -1945)


"Lightning " P 38 contro "Zero"

Testo e immagini fornite da
RAO ALESSANDRO
alesrao@hotmail.it

Considerazioni generali

Nel ricordare le vicende drammatiche del conflitto che ha cambiato l'assetto geopolitico d'intere popolazioni, non posiamo esimerci dall'analizzare con una lente d'ingrandimento alcuni uomini che vi hanno preso parte. La loro passione, la loro fede ed una forte preparazione tecnica, hanno contribuito alla creazione di figure umane che molte volte abbiamo sognato durante la nostra infanzia, per chi ha vissuto negli anni '40.

Faccio riferimento alla categoria degli aviatori che hanno svolto il loro gravoso compito durante il conflitto, come piloti da caccia, servendo con massimo impegno la causa in cui credevano. Quindi, non facciamo alcuna distinzione, registriamo obiettivamente le loro azioni portate a termine sotto qualsiasi delle parti belligeranti. Occorre tenere presente che tutti i piloti, in particolare modo quelli da caccia, sono motivati unicamente da una forte passione per il volo, denominatore comune che fa da base a tutte le loro straordinarie imprese compiute nei cieli.

Alcune dichiarazioni, inerenti l'aviazione da caccia, rilasciate nel 1970 dal Col. pilota Adriano Mantelli*, asso della caccia e del Volo a vela:
"La mia lunga esperienza a bordo dei caccia italiani, prima nella guerra civile spagnola poi nella Seconda Guerra Mondiale, mi ha permesso di conoscere a fondo queste macchine belliche e poter affermare che in volo il pilota forma un tutt'uno con esse, fino ad amare un particolare tipo di velivolo". *(chi scrive lo ricorda con stima ai Corsi di Cultura aeronautica presso l'Aeroporto dell'Urbe di Roma -1958-)

Tra le varie aviazioni da caccia nella Seconda Guerra Mondiale, prevalgono quelle degli Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Francia, Giappone, Russia, non meno l'Italia, anche se per molti anni è stata considerata ingiustamente la cenerentola. Devono essere citate anche le Nazioni minori: Australia, Belgio, Bulgaria, Boemia, Canadà, Finlandia, Olanda, Polonia, Romania, Jugoslavia.
Riportiamo alcune cifre riferenti alla costruzione di velivoli per ogni tipo d'impiego, da parte delle nazioni belligeranti più significative, in modo di avere una panoramica della situazione negli armamenti e farne oggetto di riflessione:

U.S.A.
aerei prodotti 298.844
(98.000 esportati a Nazioni cobelligeranti)
Aerei perduti 53.000 26,5 per cento

INGHILTERRA
aerei prodotti 122.154
Aerei perduti 35.000 28,6 per cento


Lo "Spitfire" inglese

GERMANIA
aerei prodotti 113.903
(2.400 esportati a Nazioni cobelligeranti)
Aerei perduti 79.000 71,1 per cento

U.R.S.S.
aerei prodotti 99.500
Aerei perduti 45.000 45,2 per cento

GIAPPONE
aerei prodotti 62.500
Aerei perduti 35.000 54,2 per cento

ITALIA
aerei prodotti 12.130
(630 esportati a Nazioni cobelligeranti)
Aerei perduti 7.500 - 65,2 %


ITALIA
Da queste cifre si deduce che gli indici di sopravvivenza in volo bellico dei piloti italiani sono i più bassi. A questo particolare sono considerati altri fattori negativi: prima di tutto lo scarso addestramento al combattimento dei nuovi piloti, dipeso dall'urgenza di trasferirli nei Reparti operativi, poi il materiale di volo obsoleto ed insufficiente nella disponibilità (solo verso la fine del conflitto con l'adozione dei motori Daimler Benz DB 605 A 1, costruiti su licenza dalla Fiat, sono usciti dalle fabbriche italiane velivoli competitivi come il Macchi C 205....


Un piccolo gioiello italiano: il M.C. 205, raggiungeva i 651 kmh.
Ma lo si costruì in ritardo. I primi esemplari furono consegnati nell'estate del 1943.

 

...o il Reggiane 2005, o il Fiat G 55). Appare evidente che tale situazione, molto diversa nelle aviazioni di Germania, Stati Uniti, Inghilterra, ci penalizza abbastanza e solamente il valore individuale dei piloti italiani accompagnato da enormi sacrifici, contribuisce ai successi che non hanno nulla da invidiare a quelli dei piloti americani o tedeschi o d'altri Nazioni. Basta pensare a quanti nostri piloti hanno contrastato nei cieli del Nord Italia le terribili B 17 "Flyng Fortress", i non meno P 47 " Thunderbolt" e P 51 "Mustang" dell'8^ Forza Aerea realizzando molte vittorie. Non è il caso di entrare in deduzioni politiche, ma il valore assoluto dei fatti non lo si può negare, soprattutto da un punto di vista storico.

VITORIE AEREE degli ASSI ITALIANI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Franco Lucchini 26
Adriano Visconti 26
Teresio Martinoli 23
Leonardo Ferrulli 22
Franco Bordoni 19
Luigi Gorrini 19
Furio Lauri 18
Mario Bonzano 17
Mario Visentini 17
Ugo Drago 16
Duilio Fanali 15
Adriano Mantelli 15
Luigi Giannella 14
Brunetto di Montegnacco 14
Corrado Ricci 14
Mario Bellagambi 13
Germano La Ferla 13
Vittorio Minguzzi 13
Guido Presel 13
Luigi Baron 12

 

U.S.A.

Ben altra situazione si presenta oltre oceano. Nel 1939, al momento dello scoppio del conflitto, negli Stati Uniti è già iniziato l'ammodernamento del proprio materiale di volo soprattutto in previsione di un'eventuale partecipazione al conflitto. Per il periodo che parte dalla metà degli anni '30, l'aviazione militare americana si compone di macchine antiquate, inferiori a quelle che altri Paesi hanno in dotazione. I primi due aeroplani da caccia che possono essere considerati all'altezza dei compiti sono il Curtiss P 40 "Tomahawk" e il Bell P 39 "Airacobra"; aerei progettati per l'impiego di attacco a volo radente, sia in terra sia in mare, resistente il primo ad incassare colpi, offensivo il secondo per il suo armamento di bordo.
Parecchie di queste macchine sono inviate in Inghilterra già in guerra con la Germania. Sul teatro operativo del Pacifico, dopo Pearl Harbor, con la distruzione di oltre un terzo dei seicento aerei dislocati nelle basi americane, i giapponesi prendono il sopravvento, ed hanno ragione dei pochi caccia rimasti, oltretutto alcuni di essi obsoleti come il Boeing P 26. Per otto mesi l'incontrastato dominio dei nipponici deriva dal possesso di aerei come il Mitsubishi "Zero Sen" dotato di potenza ascensionale e maneggevolezza nettamente superiore ai caccia americani pesanti e poco veloci.

Ma la grande industria aeronautica degli Stati Uniti si mette in moto e inizia la progettazione dei nuovi caccia che diventeranno i migliori della Seconda Guerra Mondiale. La produzione sfiora i 300.000 velivoli di cui 45.000 caccia. Con la famosa legge "Affitti e prestiti" che il Congresso approva, moltissimi nuovi aerei da caccia, sono consegnati alle Nazioni alleate: Inghilterra e Russia. Si verifica una processo produttivo di proporzioni gigantesche. Ogni fabbrica possiede un centro di ricerche e di modifiche per la risoluzione di qualsiasi tipo di esigenza avanzata sia dall'U.S.A.A.F. sia dall'U.S. Navy con una catena di montaggio standardizzata.

Nomi leggendari di macchine prodotte in quel periodo che sono una pietra miliare nella storia dell'aviazione americana: Grummann F4F "Wildcat", F6F "Hellcat"- Lockheed P 38 "Lightning"- Republic P 47 "Thunderbolt"- North American P 51 "Mustang" - Chance Vought F4U "Corsair". La caccia statunitense si divide nei due grandi teatri operativi: quello del Pacifico e quello dell'Europa. Senza dubbio si può affermare che grandi sacrifici i piloti americani li compiono proprio nell'area del Pacifico. I nipponici combattono con incredibile accanimento e fanatismo e riescono a colmare certe volte la superiorità tecnica americana. Basta ricordare i "kamikazi" (Vento divino) che intervengono nell'ultimo periodo del conflitto mettendo in serie difficoltà la flotta degli USA. Nel teatro europeo, la caccia americana opera affianco alla Royal Air Force, ma lo scontro con i tedeschi è altrettanto difficile, dato che questi ultimi sono più preparati dei piloti giapponesi e dispongono di aerei tecnicamente eccellenti.

VITTORI AEREE degli ASSI AMERICANI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Richard I. Bong 40 Estremo oriente
Thomas B. McGuire 38 Estremo oriente
Francis S. Gabreski 31 Europa
Robert S. Johnson 28 Europa
Charles MacDonald 27 Estremo oriente
George E. Preddy 26 Europa
John C. Meyer 24 Europa
David C. Shilling ** 22,5 Europa
Neal E. Kearby 22 Estremo oriente
Jay T. Robbins 22 Estremo oriente
Gerald R. Johnson 22 Estremo oriente FIG.
5 "Thunderbolt" P47
John T. Godfrey 18 Europa
Henry W. Brown 17 Europa
Johnny F. Hampshire 17 Estremo oriente
Ralph Hofer ** 16,5 Europa
James A. Goodson 15 Europa
Edward O. McComas 14 Estremo oriente
Bruce K. Holloway 13 Estremo oriente
John R. Alison 10 Estremo oriente
** Calcolo a mezzo velivolo.

GERMANIA

Nel 1935, in Germania, si progettano e si realizzano moltissimi aerei, apparentemente per impiego civile, ma all'inizio delle ostilità contro la Polonia, primo Settembre 1939, la Luftwaffe dispone già di 5.000 aerei di cui 1.200 da caccia. Impressionante il risultato bellico che ottiene annientando le forze aeree di Polonia, Belgio, Olanda e Francia.
Il velivolo base dell'aviazione tedesca è senza dubbio il Messerschmitt Bf 109.

Per fortuna degli alleati non sempre è impiegato nel suo vero ruolo, come cacciatore puro, ma è adoperato, per ordine di Goring, come scorta ravvicinata. In questo caso il Me 109 perde la sua potenza e gli Spitfire riescono facilmente a surclassarli.
Nella battaglia d'Inghilterra ("Adler tag" da parte tedesca) Agosto 1940, il Me 109 costituisce, tuttavia, l'arma più terribile contro gli Hawker "Hurricane" e i Supermarine "Spitfire" della R.A.F.
I tedeschi non riescono a realizzare la tanto desiderata invasione del suolo inglese e con la battaglia di Agosto '40 la Luftwaffe ha il primo stop nei cieli ma nello stesso tempo non si verifica minimamente l'indebolimento delle proprie forze aeree. Al contrario s'innesca in tutta l'industria bellica tedesca un notevole incremento della produzione di aerei più potenti di quelli finora in dotazione.
Altra macchina di alta tecnologia è il Focke Wulf 190; ne sono costruiti 20.068 esemplari con molte versioni sempre migliorative ed è considerato un altro terribile rivale della caccia alleata. Il FW 190 è preferito dall'asso Walter Novotny (258 vittorie aeree) mentre il Me109 dall'asso Joachim Marseille (158 vittorie aeree).
Altre ditte importanti della Germania sfornano aerei di prima qualità come la Dornier l'Heinkel. Alla fine riescono a mettere in linea un avioggetto, che è il primo aereo a reazione del mondo ad entrare in combattimento e che sbalordisce gli alleati a tal punto di farli preoccupare seriamente: il Messerschmitt 262 "Schwalbe" (Rimandiamo ad altra pagina la storia tecnica di questa macchina).

La caccia tedesca sviluppa la sua potenzialità a difesa delle città della Germania bersagliate dai bombardamenti angloamericani altamente distruttivi. I piloti da caccia tedeschi conquistano moltissime vittorie nei cieli della Germania, ma bisogna tenere presente che statisticamente sono abbattuti per circa un 40 per cento, solo nella prima metà del conflitto.

Altro impegno, altrettanto gravoso, con molte perdite, la caccia tedesca lo sopporta sul fronte del nordafrica. Fra i piloti prevale l'asso Joachim Marseille che con le sue 158 vittorie aere e lo stile di volo sui generis, a bordo del Me 109 è considerato l'astro dei cieli nordafricani. Complessivamente la Luftwaffe ha ottimi piloti ed eccellenti macchine, ma per fortuna degli alleati, ha pessimi comandanti che con facilità contribuiscono a disperdere le varie sinergie.
Confrontiamo il numero delle vittorie dei piloti tedeschi con quelle dei piloti delle altre Nazioni belligeranti, ci colpisce subito la gran differenza abissale. Facendo il naturale paragone si può pensare che il divario è dipeso solo dal valore o dalla fortuna. Le cose però non stanno così. Motivo principale è la permanenza in combattimento. I piloti americani sono rimpiazzati dopo sei mesi con piloti nuovi, addestrati ottimamente.

Questo breve periodo riduce enormemente la possibilità di combattimenti nell'aria e aumenta il tasso di sopravvivenza. I tedeschi invece sono sempre gli stessi. Non hanno ricambi e si trovano sempre fino all'ultimo giorno del conflitto in zona di operazioni accumulando molte vittorie; naturalmente riducendo notevolmente il tasso di sopravvivenza. Altra differenza è il modo di omologare le vittorie. Gli americani sono molto fiscali all'attribuzione poiché si avvalgono delle cinefotomitragliatrici che comprovano l'avvenuto abbattimento.
Attribuiscono anche mezza vittoria, in quanto calcolano un abbattimento eseguito da due aerei contemporaneamente. I tedeschi hanno un tipo di omologazione con testimonianze oculari e pertanto possono incorrere anche ad errori. Poi tutti gli assi tedeschi hanno molti gregari a disposizione che li proteggono durante il combattimento. Si forma in sostanza un giuoco di squadra, favorito soprattutto dagli alti comandi, per avere materiale propagandistico fra le truppe e creare dei modelli d'eroe ai quali ispirarsi.

 

VITTORIE AEREE degli ASSI TEDESCHI
NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Erica Hartman 352 Fronte orientale
Gerahard Barkhorn 301 Fronte orientale
Gunther Rall 271 Fronte orientale
Otto Kittel 267 Fronte orientale
Walter Novotny 258 Fronte orientale
Wylhelm Batz 237 Fronte orientale
Erich Rudorffer 222 Fronte orientale
Heinz Barr 220 Fronte occidentale
Hermann Graf 211 Fronte orientale
Theodor Weissenberger 208 Fronte orientale
Walter Schuck 206 Fronte orientale
Hans Fhilipp 206 Fronte occidentale
Heinrich Ehrler 204 Fronte orientale FIG.

Anton Hafner 204 Fronte orientale
Helmut Lipfert 203 Fronte orientale
Walter Krupinski 197 Fronte orientale
Anton Hackl 190 Fronte orientale
Joachim Brendel 189 Fronte orientale
Joachim Kirschner 188 Fronte occidentale
Kurt Brandle 180 Fronte orientale
Gunther Josten 178 Fronte orientale
Johannes Steinhoff 176 Fronte orientale
Emil Lang 173 Fronte orientale
Horst Ademeit 166 Fronte orientale
Wolf-Dietric Wilcke 162 Fronte occidentale
Hans Joachim Marseille 158 Fronte occidentale
Heinrich Sturm 158 Fronte orientale


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di alcuni assi in entrambi gli schieramenti parleremo in pagine dedicate

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