di Alessandro Rao
In
questa rassegna mondiale di piloti, tutti assi delle diverse Aeronautiche,
sia in guerra, sia in pace, qualche lettore mi ha segnalato, che non è
menzionata un’aviatrice della Seconda Guerra Mondiale, indubbiamente
di grande rilievo: Hanna Reitsch. E’
ovvio che nel web ci sono molte pag. dedicate a questo personaggio, e
oltretutto, è ricordata con una miriade di libri a lei dedicati.
Quindi, “Storiologia” non può ignorarla, anche se nella
mia pag. dedicata alle “Armi segrete tedesche della II G.M.”
l’ho citata brevemente in occasione dei collaudi delle bombe volanti
V1.
Da
sottolineare ancora, che nel dopoguerra, la sua fervente fedeltà
verso il nazismo ed il suo capo Hitler, non hanno minimamente alterato
il suo status di provetta aviatrice, dissociando le sue due inclinazioni.
Si
ricorda, che l’allora Presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy,
nel 1961, la ricevette solennemente alla casa Bianca, riconoscendogli
i suoi passatidi aviatrice.
E, non solo, ebbe un cordiale incontro anche con l’ex Generale dell’USAF
James Harold Doolittle (1896-1993) colui che effettuò il primo
bombardamento su Tokio il 18 Aprile 1942 con 17 bimotori North American
B-25 “Mitchell” decollando dalla portaerei “Hornet”.
Fra l’altro, Hanna
ebbe occasione di rivedere il mitico Werner Von
Braun (1912-1977) con il quale aveva collaborato nel centro di ricerche
a Peenemùnde. Inoltre, va precisato, che nella sua lunga attività,
e sebbene anche e soprattutto nel periodo bellico, non ha mai partecipato
a specifiche missioni belliche, ma soltanto a collaudi di aerei per la
Luftwaffe o civili.

HANNA REITSCH, nasce il 29 Marzo 1912 a Hirschberg in Slesia (oggi Jelenia
Gòra - Polonia). La sua famiglia era benestante, aveva un fratello
ed una sorella, tuttavia, lei si dimostrò subito fuori dagli schemi
familiari tedeschi dell’epoca. Appena ventenne, poco dopo essersi
iscritta alla Facoltà di Medicina, fortemente propensa al suo richiamo
verso il cielo, e soprattutto, in occasione dell’incontro con un
ingegnere, pilota d’alianti, Kurt Wolfram Hirth (1900-1959) vincitore
per due volte della prestigiosa “Hindenburg Cup”, decide la
sua nuova strada, che percorrerà con ardua volontà per tutta
la sua movimentata esistenza, superando enormi difficoltà.
Nel
1934 viene ammessa alla “Grunau-Schule für Segelflieger”
di Berlino, trascorrendo le sue intense giornate fra lezioni di medicina
e lezioni di volo. Frequenta assiduamente meccanici di aerei apprendendo
ogni particolare dei motori per aerei. Sempre nello stesso anno, compie
diversi viaggi in Brasile ed Argentina per volare con vari modelli di
alianti in condizioni climatiche particolari sempre allo scopo di migliorarne
le caratteristiche. Successivamente, rientra in patria e presso l’Istituto
di ricerca per il volo a vela, a Darmstadt, collauda con successo, il
primo aliante-idrovolante lanciato con catapulta, una novità dell’epoca.
La
sua vita è senza dubbio, una sequenza di successi oltretutto innovativi,
ne citiamo i più significativi. Nel 1932, vola con l’aliante
per una durata di ore 5.50 stabilendo un record femminile. Nel 1936, un
altro primato, sempre con l’aliante copre una distanza di 305 Km.
Nel 1937, diventa la prima donna a volare sulle
Alpi.
Sempre nello stesso anno, è la prima donna
al pilotaggio di un elicottero tipo Focke Wulf FW 61 ottenendo
il record mondiale con una distanza di 109 Km.
Inoltre, nel periodo 1942/44, alla base della Luftwaffe di Rechlin, collauda
un aviorazzo Messerschmitt 163 “Komet”
(sotto in foto) e successivamente vola con il famoso bireattore Messerschmitt
Me 262 “Schwalbe” e, proprio alla fine delle ostilità,
con un Heinkel He 162 “Salamander” denominato anche “Volksjager”
caccia del popolo.
Tuttavia, una pagina infelice per la Reitsch, si presenta nel 1942, quando
riesce a sopravvivere ad un grave incidente con conseguenze disastrose,
che supererà per la sua grande forza di volontà: in occasione
del quarto volo del predetto caccia “Komet”
presso il centro di ricerca ad Augusta, in fase di atterraggio, il carrello
non funziona e precipita disastrosamente sulla pista. Riporta gravissime
ferite, che la fermano in ospedale per un periodo di circa cinque mesi.

Eppure, sempre con la sua ferrea determinazione, ritorna a volare con
nuove tattiche acrobatiche, assai impegnative, tali da superare quelle
precedenti.
Nondimeno singolare è la sua presenza alle prove della V 1, la
famosa bomba volante destinata al cielo londinese, in quanto durante le
prove, gli alettoni difettosi, la facevano imbardare verticalmente verso
terra.
La Reitsch, per stabilire l’inconveniente, che stava per annullare
il progetto, decide di modificare la cellula con l’aggiunta di un
angusto posto di pilotaggio, stabilendo di collaudarla personalmente;
e così, davanti ai tecnici dubbiosi, riesce ad scoprire il difetto
e opportunamente modificata, viene lanciata la nuova versione “E”
della V 1.

Proprio in quegli anni, la Reitsch, durante la sua attività incontra
un’altra prussiana pilota e ingegnere aeronautico, che senza dubbio
ha, come lei, un amore smisurato per il volo: Melitta
Von Stauffenberg (1903-1945).
Il suo incarico, ricevuto direttamente dalla Luftwaffe, era quello di
perfezionare il noto caccia Junkers Ju 87 “Stukas”. Eppure,
fra le due aviatrici permane un certo antagonismo, soprattutto, per le
differenti e sostanziali considerazioni politiche del momento, in quanto
Melitta non del tutto è uniformata al nazismo, in quanto, molto
critica e ostile.
Comunque, meno fortunata, viene abbattuta dai caccia statunitensi poco
prima della fine del conflitto.
Nello
stesso tempo, la Reitsch, decolla per collaudare un Dornier
Do 17 provvisto di lame ai bordi di attacco delle ali, in modo
da tagliare i cavi, con i quali, gli inglesi, fissavano particolari palloni,
posizionandoli sospesi ad una certa altezza, per ostacolare il sorvolo
a bassa quota dei bombardieri tedeschi; uno dei tanti pericolosi incarichi
affidati a questa instancabile aviatrice.
Ma
l’impresa rimasta negli annali della storia aeronautica, è
sicuramente quella nei giorni 26 e 28 Aprile, con il particolare volo,
che la Reitsch effettua assieme al Gen.le Robert Ritter von Greim (1892-1945)
e qui occorre sottolinearlo, suo amico sentimentale da tempo e pilota
da caccia con 28 vittorie ottenute nella Prima Guerra Mondiale (1915-18).
Lo scopo principale della missione è specifico: mettere
in salvo Hitler. Siamo alla fine del conflitto e i sovietici si
trovano alla periferia di Berlino, ormai in un cumulo di macerie. Pertanto,
decidono entrambi di volare con un Fieseler Fi 156
“Storch” e sfidando la contraerea sovietica atterrano
sulla strada che conduce alla Porta di Brandeburgo, vicino al bunker dove
si era rifugiato Hitler con i suoi fedeli.
La Reitsch, non riesce a convincere Hitler, il quale ostilmente ordina
alla devota aviatrice, di ritornare indietro assieme a Ritter Von Greim
per riorganizzare la Luftwaffe ormai ridotta alla fine. Infatti, i due,
eseguono l’ordine e decollano nuovamente insieme dal bunker avviandosi
però, in due differenti strade: mentre la Reitsch continua la sua
lotta, Ritter Von Greim, nominato Feldmaresciallo da Hitler e nuovo capo
della Luftwaffe, si dirige al piccolo centro di Plön, dove era stato
trasferito l’ultimo quartiere generale.
Tuttavia,
nel mese successivo viene catturato dagli alleati per concludere drammaticamente
la sua vita, in un carcere di Salisburgo, con le regole consuete dei fedeli
nazisti: una pasticca di cianuro.
Per
la Reitsch, poco prima della fine del conflitto, viene trattenuta in prigionia
per circa 18 mesi da parte degli Alleati per essere interrogata e giudicata,
ma non essendole riconosciuto nessun crimine di guerra, viene assolta.
Adesso è libera, e nonostante tutto, riprende con lo stesso entusiasmo
a volare ed interessarsi regolarmente di Aviazione, anche fuori dalla
Germania. Infatti, partecipa in moltissime gare, sempre con la sua specialità
del volo con aliante e conquista nuovi primati e medaglie. Pertanto, riesce
ad offuscare la sua fede nazista, tanto che, come predetto, viene ricevuta
da moltissime personalità politiche e militari di diverse Nazioni.
Nel
1951, pubblica la sua autobiografia dal titolo “Fliegen mein
Leben” e ancora altri interessanti volumi informativi.
L’anno successivo, nei campionati di volo a vela disputati in Spagna,
consegue il terzo posto, essendo però l’unica donna a parteciparvi.
Nel 1955, si aggiudica un altro record di altezza per il volo a vela toccando
ben 6.848 metri. Successivamente, nel 1959, invitata da Indira Nehru Gandhi
(1917-1984), soggiorna in India per fondare una scuola di aviazione, superando
non pochi ostacoli.
Tuttavia,
la sua proverbiale inclinazione per l’aviazione non l’abbandona,
per cui si trasferisce dal 1962, per 4 anni nello Stato del Ghana (già
indipendente dall’Inghilterra), direttamente invitata dal Presidente
Kwame Nkrumah (1909-1972), centralizzando tutti gli alianti esistenti
per la prima “Scuola Nazionale di Volo a Vela” destinata ai
futuri giovani piloti, sotto il comando dell’Air Commodoro Samuel
De Graft Hayford (1912-2002), il quale riconobbe tutta l’abilità
della Reitsch.
Dopodiché,
ancora, nel 1976, sulla distanza di oltre 700 Km batte altri due record.
Adesso siamo nel 1979, ed è l’anno conclusivo per la vita
della super aviatrice. Nondimeno, è da ricordare un suo ultimo
volo negli Stati Uniti, della distanza di ben 802 Km sulla catena montuosa
degli Appalachi a oriente del nord America.
Hanna
Reitsch chiude la sua temeraria esistenza, all’età di 67
anni, il 24 Agosto del 1979 a Francoforte sul Meno, per una insufficienza
cardiaca.
Bensì,
non avesse mai partecipato a combattimenti, ma solo per il suo operato
svolto nell’ambito della Luftwaffe come collaudatrice, fu decorata
personalmente da Hitler, con la “Eisernes Kreuz” (Croce
di Ferro di I classe) e fu la prima donna ad ottenerla. Inoltre,
fu decorata anche con la “Iron Cross” una medaglia con diamanti
della Luftwaffe, direttamente da Hermann Göring (1893-1946). E, ancora
una miriade di riconoscimenti per la sua intensa e professionale attività
da varie personalità mondiali, anche dopo il conflitto. I velivoli,
sia alianti che a motore, pilotati dalla Reitsch, sono stati molti, ma
quello che ricorda l’impresa, senz'altro la più clamorosa,
- accennata sopra - dell’atterraggio su Berlino, è il Fieseler
156 “Storch” ( un tipo di aereo che d'ora in poi si
chiameranno tutti "Cicogna").
Elenchiamo
alcune caratteristiche tecniche, considerando, che trattasi di un aereo
degli anni quaranta, ma con una particolarità, quella di effettuare
decolli e atterraggi in breve spazio, allora, non da poco. Inoltre estremamente
facile da pilotare, quasi come un auto.