AVIAZIONE

GLI ASSI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
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Elia Antonio Liut

il "“Condor delle Ande”



di Alessandro Rao

Oggi, in una strada di Fiume Veneto, comune del Friuli-Venezia Giulia, si può leggere una targa dedicata ad un pilota italiano, che, sebbene non risulti fra le liste dei grandi piloti da caccia della Prima Guerra Mondiale, non può essere dimenticato, rappresentando, fra l’altro, un grande precursore dell’Aviazione, ma soprattutto, un eroe nel lontano Ecuador, per l’intensa attività profusa alla creazione della nuova Aviazione dello stato sudamericano.

Però, prima di ogni altra considerazione, va onorato soprattutto per la storica trasvolata da primato, sull’estesa catena delle Ande ecuadoriane. E, per questa audace impresa, si guadagnò l’appellativo di “Condor delle Ande”.
Elia, figlio secondogenito di Felice e Teresa Giusti, nasce il 6 Luglio 1894. All’età di 10 anni, nel 1904, emigra in Argentina per raggiungere il padre e s’impegna in un lavoro modesto, come elettricista. In realtà aveva frequentato la scuola elementare fino alla terza classe.

Solo dopo circa 9 anni, rientra assieme al padre nel paese natio. Per proseguire con la stessa attività, inserendosi in una fabbrica per impianti elettrici, con grande impegno.

Siamo al 24 Maggio del 1915, quando scoppia la Prima Guerra Mondiale e si deve arruolare, manifestando un’attrazione per i primi velivoli, che tanto aveva ammirati nelle prime manifestazioni aeree dell’epoca.
Pertanto, si arruola in Aviazione e consegue il brevetto da pilota a Gennaio del 1916, ma dimostrando, innanzitutto, ai superiori, un dominio del monoplano “Blèriot XI” con il quale si esibiva in acrobazie inusuali.

Successivamente viene trasferito alla 32^ Squadriglia e a Maggio dello stesso anno, alla 75^ Squadriglia. Nei cieli del Trentino e del Carso si distingue per aver abbattuto numerosi “Draken” i famosi palloni esplosivi austriaci disseminati a difesa dei propri cieli. Chiude con moltissimi riconoscimenti ed il grado di Sergente Maggiore.

Ormai siamo nel 1918 alla fine del conflitto, ma rimane in lui una sola via per l’avvenire: volare.

L’occasione favorevole arriva quando il Governo italiano, gli dona un velivolo affiche possa divulgare nel Paese, la nuova aviazione, con numerose manifestazioni popolari; ma allo stesso tempo, diviene ampliamente conosciuto come abile pilota.

Un incontro determinante alla sua carriera è quello con Alessandro Marchetti (1884/1966) grandissimo ingegnere aeronautico progettista di numerosi velivoli entrati nella nostra Aviazione. Quindi, Liut, è invitato a volare con il “Marchetti MVT - S.50” raggiungendo una velocità di circa 274 Km orari, sempre nei pressi di Pisa; per l’epoca, un vero record.

In seguito, la sua presenza in Italia, si conclude come istruttore di acrobazia presso l’Aeroporto di Centocelle (Roma) dove, in occasione di una sua esibizione, viene contattato dal Console dell’Ecuador in Italia, Miguel Valverde Letamendi (1852/1920), il quale lo convince a trasferirsi in Ecuador al fine di realizzare un’Aviazione nazionale Ecuadoriana, promettendogli la più completa disponibilità economica da parte del governo locale.

Infatti, Liut, a Maggio dello stesso anno, contatta il Presidente dell’Ecuador Alfredo Baquerizo Moreno (1859/1951) dal quale purtroppo, non ottiene alcuna risposta in quanto a fine carica. Tuttavia, ormai convinto della sua nuova esperienza, nella città di Guayaquil, entra in contatto con Josè Abel Castillo, (1854/1940) giornalista e amministratore del quotidiano locale “El Telegraph, il quale, nel 1920 acquista un biplano italiano “Hanriot-Macchi HD” denominandolo proprio “Telegraph I”.

Informatosi ampliamente sul pilota italiano Liut, gli affida il compito di intraprendere la realizzazione per un’Aviazione in Ecuador, ma altresì, lo conduce verso la sua più grande impresa: diventare il primo pilota a trasvolare la Cordigliera delle Ande, lunghe 7.200 Km, larghe 500 Km, con un’altezza massima di 6.962 m della montagna Aconcagua.

E, tutto ciò, per commemorare il “primo centenario” dell’Indipendenza di Cuenca, il giorno 3 Novembre del 1920, con il primo volo per il trasporto della posta da Guayaquil a Cuenca. Purtroppo, per le condizioni meteo, che in quella zona, notevolmente variabili, si rinvia il decollo al giorno seguente quando, Liut, conclude il volo, atterrando in un piccolo campo, dove migliaia di persone lo attendevano per portarlo in spalla al centro della città.

Di conseguenza, ottiene risolutivamente un encomio del Governo Ecuadoriano ed il nuovo Presidente José Luis Tamajo (1858/1947) lo incarica poi, alla creazione delle prime due Scuole di Aviazione militare, a Guayaquil e a Quito, per la formazione dei nuovi piloti. Fra l’altro, viene nominato pilota istruttore di una delle due, a Duràn, vicino Guayquil, con l’appellativo di “El Condòr”.

Pertanto, Liut, prosegue con la sua permanenza in Ecuador, accettando i nuovi importanti compiti che lo attendono, decidendo definitivamente la permanenza in questo lontano luogo dall’Italia, dove in realtà, è stimatissimo.

Nel 1922, apre alla parte sentimentale della sua avventurosa vita, sposandosi con una ricca vedova: Carmen Angulo Tobar. Decidono di trasferirsi in Italia, soggiornandovi solamente per 4 anni circa, per rientrare definitivamente in Ecuador.

Ma il rientro a Quito, riaccende a Liut l’entusiasmo del volo che non l’aveva mai lasciato, e difatti, è subito ricontattato da alcuni responsabili della nascente Aviazione per un nuovo incarico, che sfortunatamente, sarà di breve tempo.

Adesso, nelle vicende di questo solitario eroe italiano, inizia una costante perdita di quota nella sua vita privata. Incontra notevoli avversità di carattere economico, per le quali decide di trasferirsi nella cittadina di Ibarra, distante un centinaio di Km dalla capitale, dove intraprende un’attività commerciale agricola, che non lo appaga. Pertanto, rientra a Quito, dove prosegue fino al 1952, quando il 9 Maggio muore per un infarto.

Tuttavia, l’Aviazione ecuadoriana, non lo ha dimenticato, ma ancora lo ricorda come intrepido aviatore italiano, soprattutto, come il primo trasvolatore delle Ande. Oggi, visitando il primo locale del Museo Aeronautico di Quito, dedicato ai primi velivoli dei cieli ecuadoriani, primeggia il suo biplano “Telegrafo 1” visto sopra.

Inoltre, è per di più, celebrato con un francobollo.

Alcune caratteristiche del biplano “Hanriot-Macchi HD”
Apertura alare: m 8,52
Lunghezza: m 5,84
Peso a vuoto: Kg 385
Peso totale: Kg 600
Velocità max: Km/h 185
Salita a m. 4000 in 16 primi e 30 secondi
Autonomia:Km 500
Quota di tangenza: m 7000


Alcuni riferimenti
*** Giornale “Friuli nel mondo” - Dic. 2010 - Articolo evocativo per l’Aviazione dell’Ecuador.
*** Piloti ed aerei dal Pacifico alle Ande” - Fiorenzo Longhi - Ed. Vaccari

FINE

Autore del testo : Rao Alessandro
alesrao@hotmail.it

che Franco di "Storiologia" e "Cronologia"
ringrazia

 

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