Seconda Guerra Mondiale

GERHARD BARKHORN


Luftwaffe
Gerhard .... "Gerd" ....Barkhorn

di Alessandro Rao

Nelle precedenti pag. dedicate ai vari assi del cielo, operativi nella 2a Guerra Mondiale nelle rispettive Aviazioni, non è stato ricordato Gerhard Barkhorn. Eppure, può essere considerato senza alcun dubbio, un grande e temerario pilota, sia nel periodo bellico, nella Luftwaffe della “Wehrmacht” dal 1937 al 1945, sia in quello post bellico, nella Luftwaffe della “Bundeswehr” dal 1956 al 1976 quando si ritirò definitivamente a vita privata.


Nella classifica mondiale, riferita al numero degli abbattimenti, Barkhorn, è stato un grande asso per le sue 301 vittorie ottenute in ben 1104 missioni, tutte nel Fronte Orientale, secondo solo ad Erich Alfred Hartmann (1922-1993) con 352, ma entrambi, i soli a superarne 300 in tutta la durata del conflitto.

Tuttavia, oltre alle vittorie, questo pilota, ha sopportato una serie di incidenti, come riferiremo, veramente disastrosi, dai quali è riuscito a sopravvivere senza darsi “mai per vinto”, dimostrando un estremo coraggio e volontà, come sosteneva sempre, l’altro famoso asso Hans Ulrich Rudel (1916-1982) ricordato in questo sito.


*** Barkhorn, nasce il 20 Marzo 1919 a Königsberg nella Prussia orientale da una famiglia della media borghesia. Dopo la scuola elementare “Volksschule” frequenta l’Istituto locale “Wilhelms Gymnasium”, ma la sua aspirazione lo conduce presto verso gli aerei, dei quali, ne ammirava le acrobazie durante le diverse manifestazioni aviatorie, molto frequenti nella Germania dell’epoca.

Appena diciottenne, si arruola nella Luftwaffe, dove viene destinato alla Scuola Allievi Ufficiali (Fahnenjunker). Ai superiori dimostra subito una certa abilità al pilotaggio, pertanto, consegue il brevetto. Dopo un anno, a Novembre del 1941, viene assegnato allo Jagdgeschwader 2 (Richthofen) con il grado di Tenente (Oberleutnant) e nell’anno seguente, Caposquadriglia (Staffelkàpitan).

Inizia così, la sua serie di combattimenti con altrettanti successi. Eppure, le molte vittorie, sono accompagnate da una serie notevole di incidenti, veramente un altro record negativo, ma nello stesso tempo positivo per esserne uscito salvo.

In circa una decina di combattimenti, viene colpito e per due volte, costretto a lanciarsi con il paracadute rimanendo anche ferito.

Nel mese di Agosto del 1940, aggregato allo Stormo caccia JG 52, durante l’inizio delle ostilità verso l’Inghilterra, nella storica “Adler Tag” di concezione hitleriana, il suo caccia Messerschmitt Bf 109 è centrato da un caccia Supermarine “Spitfire” della RAF costringendolo a far rientro alla base, ma durante la fuga, nuovamente colpito, deve ricorrere al paracadute scendendo in mare nel Canale della Manica.

Fortunatamente, gli altri piloti della squadriglia, proteggendolo, riescono a farlo recuperare e salvarlo.

Ancora, un’altra giornata particolare è quella del 31 Maggio 1944 contro un P-39 “Airacobra” sovietico quando ferito, è costretto ad atterrare dietro la sua linea dove rimane circa 4 mesi in ospedale, per poi riprendere a volare con maggiore entusiasmo.

Infatti, l’anno successivo, prossimi alla fine del conflitto, Barkhorn, raggiunge ben 300 vittorie e l'ultima, la 301, la realizza il 5 gennaio del 1945 abbattendo un L-5 “Lavochkin” sovietico, conquistando il secondo posto nella classifica, non solo della Luftwaffe, ma di quella mondiale.

E’ un asso ormai conosciuto; il 16 Gennaio successivo, con il grado di Maggiore (Major), per la estrema difesa del Reich, il Comando lo destina allo Stormo caccia JG 6, dove, un altro grande pilota del momento, Adolf Galland (1912-1996), stava formando la moderna unità Jagdverband 44 (JV 44), dotata dei primi caccia bireattori Me 262 (Schwalbe) massima innovazione della tecnologia tedesca.

L’entusiasmo di Barkhorn è, si può dire, alle stelle. Comunque, la serie degli incidenti, prosegue, purtroppo: con lo “Schwalbe” cercando di attaccare una formazione di Boeing B-17 “Flying Fortress” scortata dai super caccia statunitensi North American P-51 “Mustang” è costretto ad effettuare un atterraggio forzato, non perché colpito, ma per il guasto ad uno dei reattori.

La sua esperienza, questa volta, non è sufficiente, toccando il suolo e cercando di uscire dalla cabina, urta violentemente con la testa il tettuccio che stava per richiudersi, rimanendo ferito gravemente, ma per sua fortuna, cade prigioniero degli Alleati e non dei Sovietici, dai quali, altri suoi camerati, furono rilasciati dopo parecchi anni dalla fine del conflitto.

Barkhorn, pertanto, finisce in ospedale per essere dimesso a Settembre del 1945, quando, sebbene malconcio rientra nella sua famiglia, dove troverà una grande comprensione per la sua attività, da parte della moglie Ckristl.

Difatti, la seconda parte della sua vita, era già iniziata dopo l’occupazione alleata e la resa della Germania.

Nel 1956, ristabilitosi fisicamente e moralmente, è di nuovo, con sua grande compiacenza, richiamato in servizio nella ricostituita Luftwaffe della Germania Ovest, per partecipare ad un corso di aggiornamento presso la Royal Air Force nel Galles.

Difatti, entra nello Stato Maggiore ed è promosso Colonnello (Oberst) con un nuovo incarico al comando dell’importante Taktisches Luftwaffengeschwader 31 "Boelcke" (Stormo cacciabombardieri).

Naturalmente, non ha abbandonato la cabina dei caccia, per la poltrona: infatti, dal 1962, vola soprattutto con i nuovi caccia Lockheed F-104 G “Starfighter” forniti dagli americani, nella base di Nörvenich a Colonia, addirittura, individuandone alcuni difetti.

Prosegue fino al 1969, quando viene preposto al Comando del Fourth Allied Tactical della NATO a Ramstein.

Adesso raggiunge il massimo della carriera ottenendo la promozione a Maggiore Generale (Generalmajor).

Nel 1976, a 57 anni anche se con grande dispiacere, si ritira definitivamente dal servizio, per ritornare nello stesso tempo, con grande gioia, alla sua famiglia.

Purtroppo, dopo i molteplici pericoli incontrati in cielo, riuscendo a sopravvivere in circostanze tal volte spaventose.....

...... la sera del 6 Gennaio 1983, in viaggio con l’auto assieme alla moglie Ckristl, in una autostrada vicino Colonia, colpiti da un fortissimo temporale, subiscono un disastroso incidente stradale: la moglie muore sul colpo, mentre Gerhard, ricoverato in ospedale, riesce a sopravvive per altri due giorni, morendo l’8 Gennaio del 1983 all’età di 63 anni.

Oggi, nell’ambiente storico aeronautico della Germania, rimane uno degli assi più commemorati, soprattutto anche per il suo fervore organizzativo nell’ambito della Luftwaffe postbellica della “Bundeswehr”***

Fra le numerose ricompense, ottenute nel periodo bellico, quelle senz’altro più significative sono:

** Croce di Ferro di II Classe (23/10/1940)
** Croce di Ferro di I Classe (03/12/1940)
** Croce di Cavaliere della Croce di Ferro (23/08/1942)
** Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Spade (02/03/1944)

Alcuni dati tecnici del suo caccia preferito Messerschmitt Me 109 G

Apertura alare: m. 9,86
Lunghezza: m. 8,94
Peso: Kg. 3.375
Motore: Daimler Benz DB 605A da 1.475 CV
Velocità: 650 Km/h a 6.000 m.
Autonomia: 560 Km fino a 800 con serbatoi supplementari
Quota di tangenza: 12.000 m.
Armamento: due cannoncini MG 151 da 20 mm. in fusoliera e uno nel mozzo dell’elica da 30 mm.
Equipaggio: pilota

Riferimenti:
“Die ersten und die Letzten” di Adolf Galland – Schneeklut – Darmastadt – 1953.
“Scontro di Ali” di Walter J.Boyne – Ed. Mursia – Milano 1997.
“Storia della Luftwaffe” di John Killen – Ed. Longanesi – Milano 1971
“Luftwaffe” di Cajus Bekker – Ed. Longanesi – Milano 1971
“Aces of the Reich” di Mike Spick – Greenhill Books – Londra, 2006.

FINE

Alessandro Rao
Alesrao@hotmail.it

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