AVIAZIONE

SECONDA GUERRA MONDIALE

Bombardate, bombardate, bombardate
" Sir ARTHUR TRAVERS HARRIS "

UOMO O ANTIUOMO?
("Io sono pagato per uccidere!")

Di RAO ALESSANDRO

PREMESSA


"……il Governo di Sua Maestà non farà mai ricorso
ad attacchi indiscriminati e deliberati
contro donne, bambini e civili, eseguiti a scopo terroristico….."

Queste parole furono pronunciate pubblicamente dal Primo Ministro inglese Chamberlain all'inizio del conflitto.
Nel Maggio del 1940, diventa Primo Ministro Winston Churchill;
ignorando tali parole, inizia la rappresaglia contro la Germania e l'Italia
da lui chiamato "il ventre molle"
(Suo l'ordine: "Bombardate! Bombardate! Bombardate!
Terrorizzate! Terrorizzate! Terrorizzate!)

Aveva del resto a sua disposizione sir Arthur Harris (il "bomber")
ed ecco uno dei suoi osceni "capolavori": Dresda

LE BESTIE NON ARRIVANO A TANTO

 

IL PERSONAGGIO


Nella storia dell'Aviazione inglese dell'ultimo conflitto mondiale, non si può ignorare un uomo che è stato l'artefice principale della distruzione d'intere città tedesche per mezzo dei più terrificanti bombardamenti aerei, costati centinaia di migliaia di vittime: sir Arthur Travers Harris, Air Chief Marshal (Maresciallo dell'Aria), responsabile del Bomber Command (Comando Bombardieri) in seno alla Royal Air Force.
Nasce il 13 Aprile 1892 nella cittadina inglese di Cheltenham nel Gloucestershire. Si arruola al Primo Reggimento di Rodhesia. Dopo un periodo trascorso in Africa del Sud-Ovest rientra in patria e decide di passare, nell'anno 1916, al corpo dell'Aviazione. Dimostra attitudini per questa specialità che sta prendendo sempre più consistenza in tutti i Paesi industrializzati. Comandante di squadriglia sul fronte francese nella Prima Guerra Mondiale, presta servizio in Iraq e India fino a raggiungere il suo sogno di partecipare, ai corsi per entrare nello Stato Maggiore. Trascorre un periodo in Medio Oriente come capo dell'Aviazione inglese in Palestina nell'anno 1928. Arriva così al 1939 con il grado di Vice Maresciallo dell'Aria.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale comanda una squadriglia di bombardieri e inizia a specializzarsi nelle varie tecniche di bombardamento, utilizzando fino in fondo le caratteristiche dei velivoli esistenti nell'Aviazione inglese del momento. Nel 1941 è nominato Maresciallo dell'Aria; ma la data che lo fa entrare nella storia, anzi nella brutta storia, è senza dubbio il 22 Febbraio del 1942, giorno della sua nomina a capo del Comando Bombardieri, in sostituzione di sir Richard Peirse, occupando questo posto d'alta responsabilità, in seno alla Royal Air Force, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Le sue decisioni, peseranno sulla sorte delle città tedesche e italiane e dei loro abitanti, in modo tale che eminenti storici nonché commentatori di cose militari, saranno d'accordo nel giudicarlo spietato e cinico. Negli anni a venire, sarà ricordato con simpatia solo dagli equipaggi dei bombardieri operanti sotto il suo comando. Fra una miriade di polemiche, si ritirerà a vivere nel sud dell'Africa, fino a rientrare in patria dove morirà il 5 Aprile del 1984.

Si racconta che la notte del bombardamento di Londra, nell'anno 1940, osservando la cupola di San Paolo stagliarsi fra le fiamme, abbia detto ad un suo ufficiale subalterno: "chi semina vento, raccoglierà tempesta." D'altro canto, all'epoca, sir Harris, non fa mistero delle sue teorie circa l'impiego dei bombardieri nei cieli della Germania nazista e italiane per distruggere in modo sistematico anche zone non ritenute obiettivi bellici. La sua convinzione, è di colpire, oltre che gli impianti delle fabbriche, le stesse persone che vi lavorano, in modo da scompaginare tutto il sistema industriale economico e far pagare, il conto direttamente ai civili inermi.

Dal suo libro intitolato "Bomber Offensive" ritornando sui fatti trascorsi scrive:
"non abbiamo mai scelto una determinata fabbrica, come obiettivo……….la distruzione d'impianti industriali è qualcosa di più, una specie di premio, il nostro vero bersaglio era sempre il centro della città".

Per una vittoria finale, sir Harris, non crede, erroneamente, ai bombardamenti di precisione che gli americani effettuano di giorno, ad alta quota, su obiettivi esclusivamente militari, avvalendosi del famoso sistema di puntamento "Norden". Egualmente, non ripone molta fiducia nell'impiego dell'Esercito, ne tantomeno della Marina; il suo credo incrollabile è nelle bombe, da usare senza alcuna discriminazione.
Ancora dalla sua biografia" Bomber Offensive", ritornando sui fatti trascorsi, ricorda come avesse interpretato gli accordi formulati nella Conferenza di Casablanca - Località Anfa (14-27 Gennaio 1943):
"Le direttive di Casablanca, mi hanno liberato da inibizioni etiche e mi hanno reso possibile di agire a mio piacimento nel campo dei bombardamenti".

Sir Harris, palesemente, con la sua interpretazione di comodo, si sente autorizzato ad attuare con la massima tranquillità, la sua teoria e muoversi oltre quella non quantificata "libertà d'azione", concordata dagli Stati Maggiori degli eserciti alleati a Casablanca. Si racconta, che sul suo tavolo di lavoro, appena insediato al Comando Bombardieri, abbia trovato una comunicazione del gabinetto di guerra inglese, risalente a pochi giorni prima (14 Febbraio), nel quale si autorizzavano azioni di "bombardamento sulla Germania".

Quest'ultimo episodio, potrebbe dare al personaggio in questione una giustificazione del suo operato, ma obiettivamente, il Maresciallo dell'Aria Harris, ancora una volta, interpreta una direttiva, solo dal suo punto di vista strettamente personale, e vi aggiungre ..... "Senza limiti"

Alla luce di questi fatti, occorre fare alcune considerazioni. La prima, senza dubbio, è che gli alti vertici militari, lo abbiano scelto, esclusivamente, per le sue attitudini particolari ad agire con freddo cinismo, più che per la sua capacità di stratega; infatti, il Maresciallo dell'Aria sir Charles Portal, Comandante in capo della Royal Air Force, coltiva idee simili a quelle di Harris, ma vuole un esecutore che le renda concrete. Per la seconda, occorre analizzare le citate direttive di Casablanca, le quali in un punto chiave non ammettono interpretazioni diverse, come quelle avanzate da Harris. Che sono poi quelle di bombardare, come il
"Senza limiti".

Franklin D. Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti e Winston Churchill, Primo Ministro inglese, firmano il 21 Gennaio un documento redatto dal Comitato dei Capi degli Stati Maggiori delle nazioni alleate. In tale documento è richiesta, ai comandi delle aviazioni americane e inglesi .....
".....la distruzione e la disorganizzazione del sistema militare, industriale ed economico nonché la demoralizzazione del popolo, fino a ridurne le capacità di resistenza armata"
.

Lascia inoltre una "certa libertà d'azione nelle incursioni aeree " ed è chiaro che la presenza di civili vicino ad obiettivi militari, non può essere d'ostacolo, ma non dice di distruggere città di oltre 100.000 abitanti, senza giustificati motivi bellici. Addirittura, nello stesso documento, sono specificati esplicitamente i requisiti degli obiettivi da colpire:
1) cantieri per costruzione di sommergibili
2) industria aeronautica tedesca
3) trasporti
4) raffinerie
5) altri obiettivi offerti dall'industria

Ma Harris non era d'accordo a questi requisiti.

Inoltre, sempre nella stessa direttiva di Casablanca, è risolta la diatriba fra bombardamenti diurni di precisione, eseguiti dagli americani e quelli notturni degli inglesi. Si sceglie il criterio americano, oltretutto, più sensibile a rispettare i centri abitati senza obiettivi militari. La realtà dei fatti ci conferma il contrario.
L'ostinazione degli inglesi al bombardamento diurno, espressamente manifestata e voluta soprattutto da sir HARRIS, lascia separati i diversi compiti delle due aviazioni alleate per tutta la durata del conflitto.
Sir Harris vince e "a suo piacimento", com'egli stesso scriverà, decide la continuazione delle incursioni notturne, con il solo scopo di colpire civili, mentre gli americani, con tacito accordo, proseguono gli attacchi diurni scortati dai caccia a lungo raggio.

In ogni modo, gli americani, all'inizio dimostrano una certa sensibilità del problema, verso i civili, ma anche loro si trascinano lentamente verso i bombardamenti a tappeto o di saturazione, impiegando il "modello Harris", specialmente in Giappone. (Vedasi "Bombardate Tokio!"- Generale Curtiss LeMay, ideatore degli attacchi incendiari sulle città giapponesi). In un'altra conferenza dei Capi degli Stati Maggiori alleati, tenutasi a Malta il 30 Gennaio 1945, dopo la constatazione della distruzione di tutti gli obiettivi militari, sono auspicate ulteriori azioni aeree al fine di " convincere alla resa il popolo tedesco, su città come Berlino, Lipsia, Dresda." Anche ciò, non giustifica nel complesso l'accanimento di sir Harris, essendosi sempre comportato in tal senso, fin dall'inizio del conflitto.

Un'ultima considerazione da fare, riguarda il suo atteggiamento davanti alla famosa "tempesta di fuoco" (Feuersturm), fenomeno fisico, provocato dai bombardamenti in condizioni particolari, fino allora sconosciuto, sviluppatosi durante l'incursione su Amburgo. In quest'occasione, sir Harris, non solo, non esprime alcun giudizio di carattere umanitario, per le atrocità verificatesi anche maggiori del previsto, ma anzi ne elabora tecnicamente un modello da adottare nei successivi bombardamenti sulle città tedesche, per tutta la durata della guerra.

Più volte e da più persone è stata formulata la seguente domanda: questi massacri, esecrabili moralmente, sono stati almeno decisivi per la sconfitta del III Reich ? Come anche nell'Italia fascista?

Diversi sono gli storici che considerano i bombardamenti terroristici della Seconda Guerra Mondiale, strategicamente non determinanti per la vittoria finale. Riportiamo un giudizio, sulle incursioni notturne inglesi, espresso da Cajus Bekker, nel suo libro del 1964, "Angriffshoehe 4000" (Altitudine 4000):
"L'obiettivo che il Bomber Command si era posto, cioè di imprimere una svolta decisiva alla guerra mediante bombardamenti a tappeto delle città tedesche, non fu raggiunto. Il morale della popolazione tedesca, duramente provata, non crollò e la produzione bellica decentralizzata per tempo, raggiunse proprio nel 1944, nonostante le micidiali incursioni, il suo apice. L'offensiva notturna dei bombardieri della R.A.F. si rivelò in ultima analisi un costoso fallimento. Le enormi energie, dirottate verso questo tipo d'azioni, vennero a mancare sui fronti militari, provocando, piuttosto, un prolungamento anziché un accorciamento del conflitto……. ….…le sorti del conflitto vennero decise dalla schiacciante strapotenza delle forze aeree tattiche alleate durante l'invasione e, nella guerra aerea strategica, dagli attacchi contro i centri nevralgici della produzione tedesca dei carburanti e della rete di comunicazione, attacchi che accelerarono la caduta della Germania. La guerra fu decisa quindi, oltre che da altri fattori, dagli attacchi contro obiettivi militari e non da quelli diretti contro la popolazione civile".

I BOMBARDAMENTI
Prende il via ad Occidente l'offensiva tedesca, di conseguenza gl'inglesi dopo il 10 Maggio 1940, iniziano a bombardare di notte le città tedesche con lo scopo di eludere la caccia germanica.
Riportiamo alcune delle incursioni più rilevanti del Bomber Command, coordinate da sir Arthur Harris.

28 Marzo 1942 - LUBECCA è distrutta con un attacco di circa 200 bombardieri medi che scaricano 163 ton. di bombe incendiarie e 146 dirompenti; circa 320 morti e 800 feriti. Otto bombardieri inglesi sono abbattuti dalla caccia tedesca.

24/27 Aprile 1942 - ROSTOCK è attaccata da 468 bombardieri pesanti per quattro giorni. Si parla per la prima volta di un bombardamento terroristico.
Sono distrutte le fabbriche aeree Heinkel, ma anche tutto il centro abitato.

5 Maggio 1942 - ESSEN, costituisce l'unico bombardamento degl'inglesi comprendente un obiettivo di fondamentale importanza: gli stabilimenti d'armi della Krupp. Ciò, perché si trovano per caso, al centro della città. Prendono parte all'incursione 422 bombardieri "Lancaster", ma solo 153 riescono a raggiungere il punto esatto prestabilito. In trentotto minuti sono sganciate circa 1.000 ton. d'esplosivo, dirompente ed incendiario. Sono completamente distrutti la fabbrica ed i quartieri d'abitazione circostanti.
Quest'incursione, conferma la difficoltà nell'individuazione degli obiettivi di notte, nonostante il Bomber Command usufruisca delle ultime innovazioni, nel campo delle strumentazioni per la radiolocalizzazione. Sir Harris, incurante delle molte vittime civili, causate dall'imprecisione dei sistemi di puntamento, imperturbabile, continua, applicando scrupolosamente la sua teoria. Altre numerose città della Ruhr sono annientate, come Duisburg, Dusseldorf, Darmstadt, Boschun, Wuppertal e altri centri d'importanza minore.


31 Maggio 1943 - COLONIA, subisce un attacco notturno terrificante, diventando la prima città nella storia ad essere bombardata da 898 aerei in un'ora e mezza. E' nominata da Harris, "Operazione Millenium" e per l'occasione racimola aerei da tutte le parti, anche dalla Marina e dall'Esercito. Partecipano all'azione quadrimotori pesanti "Lancaster", "Halifax", "Stirling", bimotori pesanti "Manchester", "Wellington", bimotori leggeri "Hampden", "Whitley", "Blenheim". Decollano alle ore 10 di sera del 30 Maggio, da ben 52 aeroporti, 1047 aerei, ne giungono sulla città 898, di cui 39, non tornano indietro. Piovono dal cielo 1455 ton. di bombe, di cui il settanta per cento incendiarie. I morti sono circa 474, meno del previsto. Sul cielo della città rimane per cinque giorni una coltre di fumo densissima.

25 Luglio/3 Agosto 1943 - AMBURGO subisce una serie d'attacchi in quattro giorni, passando alla storia come "Battaglia d'Amburgo", col nome convenzionale di "Operazione Gomorra". La città è attaccata da 2.630 (3.095 partiti dalle basi) bombardieri inglesi "Lancaster", "Halifax", "Stirling" nelle notti del 24/25, 27/28, 29/30, Luglio e 2/3, Agosto, con rispettivi carichi di bombe esplosive ed incendiari per ton. 2.434, 2.456, 2.420, 1.449. Un totale di 8.759 ton. di cui 4.376 incendiarie e 4.381 esplosive. Con intervalli di un minuto, sono lanciate dagli aerei migliaia di strisce di stagnola, lunghe la metà della lunghezza d'onda dei radar tedeschi "Wurzburg", nominate convenzionalmente Windows, le quali confondono gli schermi radar e neutralizzano la reazione dei caccia della Luftwaffe. (Anche i tedeschi, indipendentemente dagli inglesi, inventano analoghe contromisure nominate "Duppel"). I velivoli inglesi sono dotati dell'apparato H2S, un sistema di radionavigazione, che indipendentemente dalle stazioni di terra, permette la localizzazione topografica del terreno centrando con buona precisione il carico bellico.

L'U.S.A.A.F. prende parte all'incursione, con 122 aerei B 17 "Fortezze volanti", le quali bombardando il porto della città durante la mattina del 25 ed il pomeriggio del 26 Luglio, affondano imbarcazioni per un totale di 180.000 tonnellate. Complessivamente, in tutta la battaglia di quattro giorni, su Amburgo cadono 9.000 ton. di bombe dirompenti ed incendiarie. Si registrano 55.000 vittime, di cui 7.000 bambini e adolescenti.
Una pietra miliare, nera, va posta senza dubbio a quest'incursione per il verificarsi dell'inaspettata "Tempesta di fuoco" (Feursturm). Dei quattro attacchi notturni del Bomber Command, il primo, il terzo ed il quarto sono, se pure violenti e devastanti, nella norma di quelli effettuati già sulle altre città.

Nel secondo attacco, sferrato durante la notte del 27 Luglio, si creano invece, delle condizioni particolari dovute, sia al gran numero d'ordigni lanciati nella stessa area (area bombing) d'otto miglia quadrate in poco tempo, sia alle nuove potenti bombe dirompenti ed incendiarie, alla termite al fosforo, al combustibile liquido, impiegate per la prima volta. In circa un'ora, si sviluppano centinaia d'incendi di una violenza inaudita, i quali unendosi formano un globo di gas combusto infernale tale da alzare la temperatura fino a 700 gradi ed oltre.

A questo punto s'innesca, per la prima volta, la tremenda "Tempesta di fuoco", fenomeno fisico, che si trasforma, paradossalmente in un fenomeno meteorologico. Dal centro d'Amburgo si alza una colonna d'aria bollente di qualche chilometro che richiama aria fredda dalla campagna limitrofa, provocando un vento della velocità di 300 chilometri orari. A sua volta, lo spostamento della massa d'aria, crea un vortice di fuoco, tale da incendiare qualsiasi cosa incontra. Testimonianze, raccontano di persone, trasformate in torce umane dall'effetto del fosforo, che brucia a contatto dell'aria, le quali si tuffano in acqua o si coprono di terra, per lenire le gravi sofferenze. Moltissimi di questi sfortunati, sono abbattuti pietosamente dai poliziotti e dai soldati, per evitare loro una fine drammaticamente straziante. Lo scenario è terrificante e fino allora inimmaginabile per la mente umana.

Nel 1963 è eretto, dai superstiti dei bombardamenti, un monumento alla memoria dei caduti, con la seguente iscrizione: "Possano le generazioni future vedersi risparmiare tutto ciò.
Possa questo sepolcro, servire di monito a tutti coloro che amano il prossimo".

22 Ottobre 1943 - KASSEL subisce un'incursione notturna di 440 bombardieri "Lancaster" che scaricano in poco tempo, con le stesse norme d'Amburgo, 1800 ton. di bombe, prevalentemente al fosforo, ripetendo per la seconda volta, "La tempesta di fuoco". La città rimane distrutta per il settanta per cento. Si lamentano 5.000 vittime e 120.000 senza tetto.

21-26 Febbraio - 6,13,18,20,24 Marzo 1945 - BERLINO è bersaglio di una serie d'incursioni chiamate dagli alleati "delle 24 ore". La più rovinosa è effettuata con 1.000 aerei "Lancaster" da parte del Bomber Command, elaborata da sir Harris, procura la morte di circa 25.000 berlinesi. La distruzione completa della capitale del Reich è sempre uno degli obiettivi preferiti da sir Harris; già dall'inizio delle ostilità dichiara "quest'impresa costerà a noi 400 o 500 aerei, ma alla Germania, la perdita della guerra". Ferma convinzione del Maresciallo dell'Aria, che l'impiego massiccio di bombardieri sulla capitale, avrebbe condotto alla resa i tedeschi, entro Marzo del 1944. I fatti però ancora una volta lo sconfessano. Per la resa dovrà aspettare ancora più di un anno e molte bombe cadranno dal cielo sui civili tedeschi, secondo le sue ciniche direttive.
L'unico scempio al quale Berlino sfugge, solo casualmente, è la "Tempesta di fuoco". La motivazione è da ricercare nei tipi di bombardamenti eseguiti senza i sincronismi dei triplici sorvoli, in tempi brevi, su aree ben limitate, nonché dalle condizioni meteo della città, ricoperta da una coltre di nuvole per lunghi periodi dell'anno.
13/14 Febbraio 1945 - DRESDA è artisticamente una delle più belle della Germania da essere chiamata la Firenze tedesca. Al momento vi sono circa 630.000 residenti, più circa 400.000 profughi provenienti dai territori dell'Est, per sfuggire alle uccisioni ed ai saccheggi eseguiti dall'Armata Sovietica in avanzata sul territorio tedesco. Tutta questa gran massa di persone, pensa di mettersi al riparo dai bombardamenti proprio a Dresda. La città, per cinque anni, all'infuori di qualche attacco non rilevante, rimane quasi indenne dalle furiose incursioni aeree dilaganti sul territorio del III Reich. I cittadini e gli stessi comandi militari tedeschi, sono ormai convinti che Dresda rimarrà esclusa da eventuali azioni da parte degli alleati. Purtroppo è una mera illusione; si prepara inaspettatamente per la popolazione civile una delle pagine più tristi nella storia della Seconda Guerra mondiale.

L'incursione su Dresda è l'esempio di una distruzione, scientificamente preparata a tavolino, con il solo intento di procurare più vittime possibili tra i civili, coordinata cinicamente da sir Harris e realizzata accuratamente dal suo Bomber Command con la collaborazione dell'Ottava Air Force. La situazione, nei mesi di Febbraio, Marzo 1945, nello scacchiere europeo, senza possibilità d'errore, anticipa la definitiva sconfitta della Germania. Non ci sono più obiettivi militari da colpire, nemmeno di secondo piano, la desolazione ed il disordine regnano sovrani su tutto il territorio con la rete stradale completamente fuori uso. Per questi motivi, nessuno avrebbe immaginato un attacco su Dresda, obiettivo militarmente irrilevante.

Allora ci si domandano i motivi di tale operazione. Forse per gli'inglesi è puramente vendetta, per gli americani, un'azione di disturbo ai russi, che si affacciano nel centro dell'Europa, con intenti poco chiari per il futuro.

La notte del 13 Febbraio, avviene il primo passaggio di due squadroni di "Lancaster", illuminano a giorno la città con centinaia di bengala, dopo sopraggiungono otto velocissimi aerei del tipo "Mosquitos" - Pathfinder - segnalando con precisione il centro della città. Si avvalgono anche del radar tipo OBOE installato da poco sui velivoli.
Dalle ore 22,13 alla 22,30 inizia il secondo passaggio di 244 bombardieri pesanti "Lancaster" che scaricano bombe ad alto potenziale. Si sviluppano e si propagano velocemente incendi a tutte case del centro storico; le squadre di soccorso della città, cercano invano di lottare contro il fuoco. Dopo pochissimo tempo, calcolato per uccidere più gente, alle ore 1,30, un'altra formazione di 529 "Lancaster" rovesciano migliaia di bombe incendiari e bombe-mina da 2.000 kg. Dresda si trasforma in un'unica enorme lingua di fuoco. Giunge il giorno 14, mercoledì delle Ceneri, verso le ore 12,00, intervengono gli americani con una formazione di 300 B 17 "Fortezze volanti" dell'Ottava Air Force e sganciano altre 700 ton. di bombe.

Lo scempio - in fondo si bruciano i cadaveri
Il supplizio non è finito, i pochi sopravvissuti assistono inorriditi ad un altro sorvolo di numerose B 17, che concludono l'incursione, facendo piovere dal cielo ancora 460 ton. S'innesca nuovamente e volutamente, come per Amburgo, la tanto desiderata da sir Harris "Tempesta di fuoco". All'interno della nube di gas combusto, si raggiunge la temperatura di 1.000 gradi. Spaventosi sono gli effetti delle micidiali bombe "Block-buster" dal peso di 3600 kg. Crolli, fuoco e monossido carbonio, divorano circa 135.000 persone. Queste cifre sono rimaste sempre aleatorie data l'impossibilità oggettiva del conteggio dei cadaveri, fusi dalle alte temperature. Alcune stime, calcolano anche la cifra di 200.000 morti ed oltre.
Con Dresda termina (in Europa) la pratica del bombardamento a tappeto o di saturazione, ideato dal Maresciallo dell'Aria sir Arthur Travers Harris.
(vedi qui altre pagine sul "Bombardamento di Dresda")
MATERIALE BELLICO DEL “BOMBER COMMAND”

LE BOMBE
Le bombe nominate GP (Genaral Purpose), costituiscono il primo tipo d’esplosivi da lancio che il Bomber Command usa durante la fase iniziale delle ostilità. Sono del peso di Kg. 113, e Kg. 454, sono scarsamente penetrative nel terreno e vengono impiegate preferibilmente nei territori occupati della Francia e contro il naviglio tedesco nell’Atlantico. Successivamente sono realizzate altre bombe di potenza maggiore con possibilità di vari usi, come le AP (Armour Piercing) da Kg. 908 e le HC (High Capacity) da Kg.1816. Queste ultime, adoperate nel bombardamento su Emden il 31 Marzo 1941, provocano effetti altamente distruttivi agli edifici.
Un’altra particolare bomba, di potenza maggiorata, è la tristemente famosa ” Block- Buster”, formata dall’accoppiamento di due bombe da 1816 Kg, in modo da ottenere un ordigno del peso di 3600 Kg. e ancora unita ad una terza, fino a raggiungere un peso totale di 5.400 Kg. Altra tremenda bomba è la MC (Medium Capacity) dalla quale ne derivano ancora tre diversi tipi. Sono da ricordare poi, la “Tallboy” da 5.500 kg. e la “Grand Slam”. Quest’ultima , ideata da Barnes Wallis, è la più grande della Seconda Guerra Mondiale, dal peso di ben 10.000 Kg., lunga mt. 7,74 con un diametro di mt. 1,17, sganciata per la prima volta il 14 Marzo del 1944 da un “Lancaster” con vano bombe modificato.

Infine, le micidiali bombe incendiarie, impiegate in gran numero per tutto il conflitto, sganciate sempre unite a forma di grappoli e responsabili delle infernali “Tempeste di fuoco”. Sono da menzionare i piccoli ordigni al magnesio da circa 2 kg, quelli al fosforo da Kg. 1,6 e quelli più grandi, riempiti con miscela di petrolio, dal peso di Kg. 14,5 sganciati anch’essi in grappoli da Kg. 113 e Kg.230. Un’altra speciale bomba incendiaria , realizzata per le incursioni sulla Germania ,dal peso di 1816 Kg., è la “Pink Pansy” con effetto, oltre che incendiario, anche illuminante. Le bombe esclusivamente illuminanti, sono nominate TI “Target Indicating”; la più usata, è la “Red Spot Fire”, che illumina l’obiettivo per circa 10 minuti alla quota di 900 mt. con una luce rossastra.
Infine, un tipo di bomba, dalle caratteristiche particolari, studiata e costruita dalla ditta Vickers, da Barnes Wallis, ideatore della già nota “Gand Slam”, è la “Spinning Bomb” (bomba rotolante), impiegata per la distruzione delle dighe di Moehne, Eder e Sorpe, in Olanda.

I VELIVOLI

Avro “LANCASTER”
Il “Lancaster” è l’aereo da bombardamento più largamente impiegato dal Bomber Command, nelle incursioni sui territori tedeschi. Dal punto di vista aeronautico, non costituisce, una macchina molto avanzata se confrontato con aerei omologhi americani del periodo. I programmi dell’Air Ministry, danno preferenza alla progettazione e realizzazione dei caccia occorrenti a contrastare immediatamente l’aggressione da parte della Luftwaffe (Battaglia d’Inghilterra). Ma superata la prima fase iniziale, si passa alla costruzione, con priorità assoluta, d’aerei da bombardamento, per dare inizio alle ritorsioni sulla Germania. Il “Lancaster” risulta una cellula molto robusta con quattro motori Packard R.R. Merlin. Nell'arco del conflitto, partecipa a circa 159.000 missioni, con il lancio di oltre 600.000 ton. di bombe.
Nasce dal bombardiere medio “ Manchester”. Il prototipo vola, per la prima volta, il 9 Gennaio 1941. Partecipa alla prima azione di bombardamento il 10 Marzo 1942, sulla città di Essen, compiuta dal 44° Gruppo del Bomber Command. Oltre alle incursioni sulle città della Germania e della Francia occupate si ricordano tre delle operazioni rimaste nella storia della R.A.F. Prima: il bombardamento su Peenemunde nell’ Agosto del 1943, con la distruzione della fabbrica d’armi segrete, interrompendo, così, l’entrata in linea di bombe volanti V1, razzi V2 e caccia a reazione Messerschmitt 262. Seconda: l’affondamento della corazzata Tirpitz, il 12 Novembre 1944 con bombe tipo “Tallboy” da 5.500 Kg. nel fiordo di Tromso. Terza: la spettacolare incursione sulle dighe di Moehne, Eder e Sorpe (Germania) , le quali raccolgono acque per 346.000.000 di ton. e forniscono energia elettrica ad un’importante zona industriale tedesca. La particolare operazione, rimasta esemplare nella storia dell’aviazione inglese, è compiuta il 16 Maggio 1944, da 19 “Lancaster” modificati opportunamente nel vano portabombe per accogliere la “Spinning Bomb” o “Dam Buster” bomba rotolante. Il lancio delle speciali bombe, previsto dal piano operativo, deve rispettare tre parametri con la massima precisione per la riuscita dell’impresa: sgancio delle bombe a quota di 18 metri dalla superficie dell’acqua , distanza di lancio dalle dighe tra 370 e 410 metri , velocità di 400 Km/h. Per la difficoltà nella determinazione della quota troppo bassa, si ricorre ad uno stratagemma geniale, inventato da un membro dell’equipaggio. Si applicano due riflettori alle estremità della fusoliera degli aerei, in modo che l’intersezione dei due raggi di luce sulla superficie dell’acqua sia esattamente alla quota stabilita. La distanza di lancio è regolata a vista dal pilota traguardando due torri esistenti ai bordi della diga.
Alcuni dati tecnici
Apertura alare: mt. 31,09
Lunghezza: mt. 21,00
Peso: da Kg. 24.000 a 29.500
Velocità max: km/h 435 a mt. 5.800
Quota di Tangenza: 7.000 mt.
Armamento: 8 mitragliatrici Browning da 7,69 mm.
Equipaggio: 7 uomini

De Havilland “ MOSQUITO”
Il “Mosquito” è uno degli aerei che si distingue per la sua linea aerodinamica, moderna ed elegante nonché per la versatilità a ruoli operativi diversi. Progettato e costruito dalla ditta De Havilland nell’anno 1938, direttamente su direttive del titolare Geoffrey, inizialmente contro il parere del Ministero dell’Aria inglese. Rappresenta una vera macchina rivoluzionarie, con elementi innovativi, dal timone agli alettoni fino alla cabina di pilotaggio, con pilota e navigatore affiancati, come su di una comune auto, con una visibilità notevole. Nelle ultime versioni dimostra una grande efficienza, con una velocità di oltre 640 Km/h, sale fino a 12.000 mt. in 8 minuti primi, un record per l’epoca. Sono adottati particolari criteri costruttivi per ottenerne la massima maneggevolezza. Infatti, la cellula è costruita in fogli di betulla e di balsa, (legni leggerissimi), longheroni in legno compensato incollato sotto pressione, superficie delle ali e fusoliera ricoperte di tela. Due motori Rolls Royce Merlin spingono il prototipo subito ad oltre 600 Km. orari di velocità. La R.A.F. riscontra in seguito le caratteristiche promettenti dell’aereo e contrariamente a quanto in precedenza espresso, cambia parere e avanza un’ordinazione di 50 esemplari.

La prima versione da bombardamento vola il 15 Novembre1940, quella da caccia il 15 Maggio 1941 e quella da ricognizione il 10 Giugno 1941. I caccia tedeschi Messerschmitt 109 e Focke Wulf 190 trovano difficoltà nell’intercettazione di questo originale aereo, che con la sua velocità si dimostra irraggiungibile. Versatile in modo assoluto. Opera come caccia puro, armato di quattro cannoncini e quattro mitragliatrici nel muso; come bombardiere, con raids fulminei sugli obiettivi, trasportando un carico di circa Kg. 2.000 d’esplosivo. Memorabile l’incursione per la distruzione dei comandi della GESTAPO ad Oslo e Copenaghen. Sembra che i “Mosquitos” volassero talmente bassi da sfiorare i tetti delle case con sbigottimento dei tedeschi. Per la sua versatilità è impiegato, con ottimi risultati, per la ricognizione fotografica e ancora come “Pathfinder” (segnalatore di bersaglio) lanciando più di 15.000 bombe illuminanti. Durante tutto il conflitto, i ”Mosquitos” nelle versioni caccia - bombardiere e bombardiere, sganciano più di 30.000 ton. di bombe e riportano il minore numero di perdite, per velivoli di questa specialità, fra tutte le forze aeree alleate.
Alcuni dati tecnici
Apertura alare: mt. 16,48
Lunghezza: mt. 12,34
Peso: da Kg. 8.670 a 10.400
Velocità max: km/h 656 a mt. 8.000
Quota di Tangenza: mt. 11.300
Armamento: (bombardiere) - disarmato
(caccia) - 4 mitragliatrici da 7,69 mm. e 4 cannoncini da 20 mm.
Equipaggio: 2 uomini
Short “STIRLING”
Lo “Stirling” è il primo bombardiere pesante, quadrimotore, del Bomber Command ad entrare in azione contro la Germania. Confrontato dall’inizio del conflitto, con aerei della R.A.F del tipo “Halifax” e “Lancaster”, concepiti come bimotori, ma poi trasformati in quadrimotori, lo Stirling risulta sicuramente inferiore. La progettazione di questo velivolo, difetta anche per una serie di controversie e direttive sbagliate. Non supera i 5.000 mt., quota che lo rende vulnerabilissimo alla caccia tedesca. Dimostra subito una scarsa maneggevolezza, fattore d’impopolarità fra i piloti della R.A.F. Il suo impiego è pertanto limitato a causa delle modeste caratteristiche di volo e viene destinato ad operazioni di secondaria importanza. Alcune operazioni da ricordare sono il bombardamento di Berlino, le fabbriche della Skoda a Pilsen, le incursioni sulla Fiat (Torino 28/29 Settembre 1942 ). Rimane in linea presso il Bomber Command fino all’8 Settembre 1944, quando compie l’ultimo volo operativo.
Alcuni dati tecnici
Apertura alare: mt. 30,20
Lunghezza: mt 26,60
Peso: da Kg. 27.000 a Kg. 31.800
Velocità max: km/h 418 a mt. 3.200
Quota di Tangenza: mt. 6.200 - a pieno carico mt. 5.000
Armamento: 8 mitragliatrici Browning da 7,69
Equipaggio: 7 uomini
Handley Page “HALIFAX”
Assieme al “Lancaster”, l’ "Halifax” è senza dubbio il migliore bombardiere pesante impiegato dal “Bomber Command” nelle terrificanti incursioni sulla Germania. Il prototipo, vola per la prima volta il 25 Ottobre 1939 provvisto da quattro motori “Rolls Royce - Merlin X” Diverse anomalie in fase di collaudo creano vari problemi prontamente risolti dalla ditta costruttrice. Seguono, diverse versioni, fino ad ottimizzare la macchina che è impiegata il 19 Marzo1941 sulla città di Le Havre in Francia e per la prima volta in territorio tedesco sulla città d’Amburgo. Prende parte anche alla battaglia della Ruhr (Marzo-Luglio 1943). Quasi in tutte le versioni sono installati il radar H2S che permette la localizzazione dei bersagli con una certa precisione. Le ultime versioni raggiungono la velocità di 500 km. orari, alla quota di 6.700 mt. con un’autonomia di circa 5.000 km. trasportando un carico d’esplosivi di oltre 6 ton. Concludono il conflitto con più di 75.000 missioni nel “Bomber Command” e nel “Coastal Command” con lo sgancio di 227.000 ton. di bombe d’ogni genere.
Alcuni dati tecnici
Apertura alare: mt. 59,13
Lunghezza: mt 21,36
Peso: da Kg. 24.000 a Kg. 29.500
Velocità max: km/h 453 a mt. 4.100
Quota di Tangenza: mt. 6.000
Armamento: 9 mitragliatrici Browning da 7,69
Equipaggio: 7 uomini
Bristol “BLENHEIM”
Aereo da bombardamento leggero, inizialmente prende parte ad azioni sulla Francia occupata e sulla Germania fino alla conclusione del conflitto. Il prototipo vola il 25 Giugno 1936. All’inizio si rivela non destinato ad avere molta carriera nell’ambito della R. A. F. Subisce, pertanto, una serie di modifiche per farne una macchina efficiente ma, nonostante ciò, rimane sempre molto vulnerabile. La versione più importante è il “Blenheim IV” con il muso completamente modificato rispetto alla versione precedente, con un motore più potente e migliore armamento. Partecipa ad attacchi a bassa quota sulle città di Brema e di Colonia nel 1941. Parecchie unità operano nel Mediterraneo, in Africa. Compie l’ultima azione per “Bomber Command” il 18 Agosto 1944, dopodiché è sostituito dai moderni “Mosquitos”.
Alcuni dati tecnici
Apertura alare: mt. 17,17
Lunghezza: mt 12,98
Peso: da Kg. 6.130 a Kg. 6.550
Velocità max: km/h 428 a mt. 3.600
Quota di Tangenza: mt. 8.300
Armamento: 5 mitragliatrici Browning da 7,69
Equipaggio: 3 uomini
Vickers “WELLINGTON”
Prodotto in 11.400 esemplari, rimane uno degli aerei preferiti dai piloti inglesi per la sua manovrabilità e per la possibilità di assorbire diversi danni dalla caccia tedesca senza essere abbattuto. La resistenza di questo velivolo dipende dalla sua struttura “geodetica” ottenuta con l’impiego di profilati intrecciati a rombo, che formano una specie di guscio molto resistente, sostituendo così, la tradizionale formula costruttiva concepita con le classiche ordinate e correntini. Il prototipo vola il 15 Giugno del 1936. Vengono apportate molte modifiche e miglioramenti, tali da avere nelle ultime versioni una macchina dalle prestazioni ottime. Per avere maggiore velocità sono sostituiti i motori stellari con il tipo in linea Rolls Royce Merlin X (Wellington II) . Quest’ultima versione è utilizzata per numerose missioni di bombardamento sulla Germania, Nord Africa e Mediterraneo.

La notte fra il 25 e 26 Agosto del 1940, una formazione prende parte al primo raid su Berlino, assieme ad altri bombardieri medi inglesi. Si ricorda un grande attacco notturno sulla città di Colonia, con 600 aerei. Altri miglioramenti sono apportati, (Wellington III ), ancora con una nuova sostituzione dei motori a quelli più potenti del tipo “Bristol Hercules XI”). Seguono altre versioni fino alla decima, che è anche l’ultima. Totale di sgancio, circa 42.000 ton. d’esplosivo in Europa. Nella notte fra l’8 e 9 Ottobre 1943 gli “Wellington” compiono l’ultima incursione per il “Bomber Command”.
Alcuni dati tecnici
Apertura alare: mt. 26,26
Lunghezza: mt. 18,54
Peso: Kg. 13.400
Velocità max: km/h 410 mt. 3.800
Quota di Tangenza: mt. 6.000
Armamento: 8 mitragliatrici Browning da 7,69 mm.
Equipaggio: 6 uomini
CONCLUSIONI
Fiumi di parole sono state scritte, per i devastanti, a volte inutili, bombardamenti realizzati nella Seconda Guerra Mondiale e ancora se ne scriveranno. Abbiamo sintetizzato in poche righe la disperazione, la sofferenza, la morte di milioni d'esseri umani, i quali hanno avuto la sfortuna di aver vissuto nel tempo e nei luoghi sbagliati. Ci auguriamo solamente, che molti giovani lettori, ne possano trarre delle conclusioni intelligenti, acquisendo alcuni insegnamenti, da tenere presente nelle loro scelte future, per esser buoni cittadini in una futura Società Mondiale.

Alcuni versi di Salvatore Quasimodo (Nobel 1959) scritti in occasione della fine della Seconda Guerra Mondiale. Riflettiamoci un momento….
"Un uomo del mio tempo"

Sei ancora quello della pietra
e della fionda
uomo del mio tempo.
Eri nella carlinga, con le ali maligne,
le meridiane di morte,
t'ho visto, dentro il carro di fuoco,
alle forche, alle ruote di tortura.
T'ho visto eri tu,
con la tua scienza esatta
persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo.
Hai ucciso ancora,
come sempre,
come uccisero i padri,
come uccisero gli animali
che ti videro per la prima volta……..
Estensore: RAO ALESSANDRO
alesrao@hotmail.it
Bibliografia:
"Bomber Offensive" di Arthur Harris - Heinemann 1947
"Storia della Luftwaffe" di John Killen - Longanesi 1971
"Angriffshoehe 4000" di Cajus Bekker - Amburgo 1964
"1000 Tage ùber Deutschland" di Werner Girbig - Lehmanns - Monaco 1964
"Storia controversa della II Guerra Mondiale" di Eddy Bauer - DeAgostini 1971
"I bombardieri della Seconda Guerra Mondiale" di C. Barbieri - Albertelli 1969


ANEDDOTO - Si narra che un giorno, Harris al suo paese fu fermato per guida pericolosa da un agente; questi facendogli notare che rischiava di accoppare la gente, lui rispose "Pericolo di accoppare? ma io sono pagato per uccidere della gente! ". Ormai non distingueva più chi doveva e chi non doveva accoppare.
Del resto esiste questa cinica massima "se uccidi un uomo sei un assassino, se ne uccidi centomila sei un eroe". (quest'ultimo ovviamente se appartiene alla coalizione che ha vinto la guerra; se l'ha persa è un criminale"


MA .......

* Una incursione mancata fu quella destinata a polverizzare Milano
con 15.000 ton. di bombe, poi dirottate in Germania

Vedi a fondo pagina
* Mentre invece nel bombardamento di Roma
con l' "Operazione Dux": (uccidere Mussolini)
ad Harris gli andò male; fu preceduto dal 1° bombardamento americano,
e i suoi piloti non sapendo dove scaricare le bombe, scelsero a caso dove buttarle,
e nel ritorno le sganciarono su Livorno.
18-20 LUGLIO 1943 - Visto il discreto successo dello sbarco in Sicilia, gli strateghi anglo-americani, rinunciano al "piano Brimstone" (invasione della Sardegna) e iniziano ad organizzare uno sbarco sulla costa fra Napoli e Salerno; luogo ideale per sbarcare uomini sulle spiagge salernitane, per l’ampiezza del porto di Napoli, e per la vicinanza di questa città a Roma. L'intenzione è quella di far poi risalire la 5a Armata comandata dal gen. Clark, verso la capitale, con in appoggio un'eventuale sbarco di anfibi sulla costa laziale o un audace aviosbarco di paracadutisti sugli aeroporti di Roma.

22 LUGLIO - L'efferatezza dei bombardamenti su Roma aveva già ripagato subito il nemico. Infatti la situazione si andò rapidamente aggravando. Si ebbe la sensazione in tutta Italia, che si era non all'ultima crisi, ma ormai sull'orlo del precipizio.
Questi momenti drammatici fecero accelerare il crollo del regime fascista e prima ancora di questo lo stesso Mussolini. Da più parti in queste ore di smarrimento oltre che di dolore per i morti e le distruzioni, se ne invocava la destituzione, l'arresto, e qualcuno pensò perfino di assassinarlo. E non solo in Italia...

... ma in Inghilterra il Capo del "Bomber Command" Harris, già il 13 luglio 1943, aveva concepito l'idea di usare i suoi bombardieri non per la solita missione..... per polverizzare città e paesi (lui si riteva nel farlo un "artista") ma usare il suo squadrone di "Lancaster" (617) per uccidere una singola persona: Mussolini.
(i due documenti sono conservati al Public Record Office di Londra)
Denominata "Operazione Dux" , questa era una incursione da farsi in pieno giorno su Roma per distruggere Palazzo Venezia e Villa Torlonia mentre -se non in uno nell'altro edificio- era sicuramente presente il Duce. Harris era convinto che morto Mussolini, l'Italia si sarebbe fortemente demoralizzata e le possibilità di piegare l'Italia fortemente aumentate. Dei monumenti romani ad Harris non importava nulla, e in quanto a perdite civili non si era mai preoccupato (lui disse un giorno che "era pagato per ammazzare la gente").
La proposta di Harris sconcertò il pur cinico Churchill, mentre già mister Bomber e il suo comandante sir Portal, nella notte del 14 e 15 luglio avevano scelto per la missione il capitano Maltby e avevano trasferito i "Lancaster" a Blida in Algeria, Churchill preso da alcuni scrupoli, volle consigliarsi immediatamente con il suo delfino e pupillo Antonhy Eden ( ministro degli Esteri); che gli rispose con una minuta già il giorno dopo:
"Mi avete chiesto consiglio, ebbene la cosa non mi piace. La possibilità di uccidere Mussolini sono sicuramente assai scarse e quelle di "demoralizzare il Paese" non molto grandi. Se noi non riuscissimo ad ucciderlo, non diminuiremmo certo il suo prestigio e potremmo perfino rilanciare la sua declinante popolarità. Inoltre corremmo il rischio di essere odiati per aver colpito la parte più antica della Città e causato perdite tra i civili senza aver realizzato alcun risultato militare. L'obiettivo è troppo difficile per giustificare un tentativo sul piano militare, mentre sul piano psicologico andrebbe a nostro svantaggio se non fosse di successo al 100 per cento".
Churchill su questa minuta tracciò un "Sono d'accordo"; ma la non autorizzazione all'impresa non raggiunse subito Harris, che infatti nell'andata (in Algeria) il 16 e il 18 luglio inviò sull'Italia due squadriglie di bombardieri per un totale di 42 aerei per un primo bombardamento strategico in Lombardia in Liguria e in Emilia. Per il giorno 19 luglio con gli stessi aerei di ritorno sarebbe poi partita da Blida la "missione" con un carico di 85 tonnellate di bombe destinate a Roma per l'"Operazione Dux".
Ma fra i colpiti, gli abbattuti e gli sfasciati nell'atterraggio, gli aerei disponibili non erano più 42 ma erano rimasti 33. Oltre questa decimazione ad Harris era inoltre arrivato da Churchill la non autorizzazione alla delicata missione. Che sarebbe fallita comunque, perchè quel giorno -19 luglio- Mussolini era assente da Roma per incontrarsi con Hitler a Feltre. Il dubbio di Eden quindi si rivelò fondato.

Mentre i "Lancaster" di Harris restavano a terra inoperosi, gli americani presero in contropiede gli inglesi. Decisero infatti loro di fare per la prima volta un bombardamento sulla Capitale italiana.
Dalla Tunisia, la USAAF fece partire con obiettivo Roma 159 "Fortezze Volanti" e 112 "Liberator" che colpirono il mattino gli scali ferroviari Littorio e San Lorenzo, e il pomeriggio altri 321 bombardieri (B 25. B 26, e P 38) fecero terra bruciata attorno a Ciampino, rovesciando sulla città 682 tonnellate di bombe su 44 punti chiave, ma che purtroppo distrussero gravemente i quartieri popolari di Prenestino, Tiburtino e Latino (questo terrificante bombardamento l'abbiamo narrato in altre pagine).


Harris rimase solo per poche ore inoperoso. La sera del 24 luglio, rispedì in Inghilterra gli aerei. Li caricò di frutta prelibata algerina, e ci aggiunse le 85 tonnellate di bombe che non aveva utilizzate nella "Operazione Dux". In questo viaggio di ritorno, incaricò i suoi piloti di rilasciare il carico su una importante città italiana vista dall'alto.
La scelta della sfortunata città - che aveva anche un porto - fu Livorno, che nella notte del 24-25 luglio subì il micidiale bombardamento: 320 edifici andarono distrutti, migliaia le abitazioni lesionate, e diverse centinaia le vittime; con gran soddisfazione di Harris.

Proviamo a immaginare questo stesso carico rovesciato in Piazza Venezia: oggi il Campidoglio e il Colosseo non sarebbero che un cumulo di macerie.
L'ordine dato dagli Usa ai suoi bombardieri era "se è necessario buttate giù anche il Colosseo".

Il bombardamento su Roma fu terribile: perfino al cimitero quelli già sepolti venivano fuori a vedere cosa succedeva. Mentre quelli ancora vivi ci finivano dentro. La stessa tomba dei genitori di Papa Pacelli fu sventrata. Furono inutili le sue preghiere verso il cielo.



Destino vuole che proprio in quella stessa notte livornese del 24, in quelle stesse ore, si stava svolgendo un burrascosa seduta a Palazzo Venezia. Mussolini - tornato da Feltre - anche senza il bombardamento del Palazzo, stava cadendo in disgrazia: non veniva eliminato fisicamente da Harris, ma politicamente dai suoi "amici" e "parenti".

______________________________________________
DISTRUGGETE MILANO !!

Milano (con Genova e Torino) fu anche "fortunata" fin dal quel mese di luglio '43; se Badoglio non iniziava i primi passi per l' "armistizio" (ovvero "la resa senza condizioni"), il 29 luglio era già stato deciso di polverizzarla Milano da Agosto a Settembre. Le bombe (un "target" di 15.000 tonnellate) destinate a Milano furono poi con il "Bomber Command" di Harris, dirottate (available for Germany) a Colonia, Amburgo, Lubecca ecc. (con i ben noti risultati).

Dal suo libro-memoriale, intitolato "Bomber Offensive", Harris ritornando sui tragici fatti scrive:
"non abbiamo mai scelto una determinata fabbrica, come obiettivo……….la distruzione d'impianti industriali è qualcosa di più, una specie di premio, il nostro vero bersaglio era sempre il centro della città".
E aggiunge: "Le direttive di Casablanca, mi hanno liberato da inibizioni etiche e mi hanno reso possibile di agire a mio piacimento nel campo dei bombardamenti"... "del resto io sono pagato per uccidere".

 

LA MANCATA DISTRUZIONE DI MILANO

Per conto del CLNAI il Comando Corpo Volontari della Libertà e la Direzione del partito comunista italiano guidata da Luigi Longo (il capo politico-militare delle formazioni partigiane comuniste della Resistenza italiana) il 10 aprile 1945 dirama a tutti i capi partigiani delle valli, la "Direttiva Insurrezionale" nell'Italia settentrionale; conosciuta come "Direttiva Longo, n. 16".
In quei giorni di aprile le colonne tedesche già in ritirata erano incalzate e attaccate dai partigiani scese da ogni valle su Milano.

La direttiva di LONGO ( fino allora segreta ma da giorni a conoscenza degli angloamericani con gli infiltrati che avevano dentro i partigiani) era ciò che aveva maggiormente preoccupato Churchill & C. I tedeschi già non preoccupavano più, vi erano in corso già trattative di resa con Wolff. Il pericolo per Churchill era invece l'insurrezione dei comunisti di Longo.

Se gli insorti di Milano si fossero poi collegati con i "rossi" ad Est, vi era il pericolo di una invasione non solo della P. Padana degli stessi Russi.
(E in effetti il successivo 1° MAGGIO a Trieste le truppe di Tito già entrarono in città. E consideriamo che i Russi dopo l'entrata a Berlino avevano l'intero esercito a disposizione, libero e pronto ad entrare anche loro in Italia.

Nonostante alcuni reparti degli Alleati neozelandesi avessero già raggiunto i dintorni di Trieste, furono costretti ad arretrare.
Incominciarono per Trieste e per la Venezia Giulia i "tragici" 45 giorni". Fra il 1°e il 2 maggio le truppe di Tito occupano Trieste, Gorizia e l'Istria. Resistono le truppe dell'Esercito Croato, ma poi il 15 maggio si arrenderanno agli inglesi).

LA OSCURA IPOTESI.
Le 2 bombe atomiche sganciate sul Giappone nell'agosto del '45, potevano essere usate ancor prima nella Pianura Padana già prima del 25 aprile se i comunisti avessero fatto prima o dopo il "golpe", che gli americani temevano avvenisse in Italia con la direttiva n. 16 di Longo ("l'insurrezione").

HARRIS con il suo "Bomber Command" che seguitava da mesi a bombardare l'Italia e la Germania, quando seppe che in Usa ad Alamagordo si stavano testando delle micidiali bombe (l'Atomica) e aver sentito qual'era la loro potenza distruttiva lui aveva chiesto di usarle subito in Italia.

Non poterono accontentarlo perchè non erano ancora pronte. E non c'era ancora Truman presidente.
Ma morto Roesevelt il 12 aprile, lui voleva farla subito finita con la guerra in Europa (come del resto fu quello che fece rivolgendosi al Giappone)
Ma se fossero state disponibili certamente lui avrebbe accontentato Harris.

Milano sarebbe finita così....



Ecco perchè a Clark e agli altri reparti i suoi superiori imposero di fare melina. Di non invadere la Valle Padana. Doveva rimanere sgombra dalle loro forze armate-

Se fosse stato possibile, con quella sua idea, in un colpo solo - Harris avrebbe eliminato sia i tedeschi ....(anche se meno pericolosi, e già in trattative di resa, tali da allarmare e perfino sconcertare Stalin) .... e sia i "rossi" dell'Italia del Nord con la loro ventilata "Insurrezione" (inoltre gli alleati temevano che i comunisti avrebbero fatto entrare in Italia da Est quelli di Tito - che erano - come già accennato- già arrivati a Trieste e quindi anche i Russi - ma 5000 russi già erano giò entrate nelle Val Padana unendosi alle bande partigiane rosse - in seguito dissero che era per contribuire a liberare l'Italia. Anche se nella stessa Trieste qualche italiano li contrastava con manifestazioni di piazza
(qui i giornali dell'Epoca, > > i comunisti italiani "filorussi", si oppongono agli italiani "italiani" > >


Tuttavia Harris non demordeva sempre pronto a bombardare nuovamente Milano nel modo tradizionale... (le immagini sopra di quelli di prima sono eloquenti).... a tappeto e altrettanto era pronto a bombardare la Valle Padana - che con lo stallo oltre PO' - veniva tenuta sgombra dagli "alleati". Fermi - e con insofferenza - da settimane a Bologna.
(dove Alexander diceva: "ma abbiamo fatto tanto per arrivare qui, e adesso ci fermano!!")

Perché fermi? Fin da inizio anno '45, Alexander ottimista di superare - con le grandi forze che disponeva - la Linea Gotica e invadere la P. Padana, alla luce della lentezza di come avanzavano le forze alleate questo obiettivo era stato sempre stranamente rimandato con un vero e proprio stallo: bisognava fare melina, niente invasione da terra.
Come aveva già affermato a fine anno ai capi di Stato Maggiore inglesi Wilson, nei pressi di Bologna Alexander doveva rimanere solo alla difensiva, sempre in attesa di quella finale - prevista solo per fine marzo primi aprile - per piombare con tutte le forze terrestri sulla Pianura Padana ovviamente dopo i bombardamenti che qualche giorno prima avrebbe fatto Harris. (non con la bomba atomica che non c'era ancora ma con i suoi soliti bombardieri (540)

Ma Harris in quel febbraio ricevette uno strano ALT, di attendere (anche perché vi erano già avanzate trattative di una resa dei tedeschi) e lui usando i suoi bombardieri già carichi e pronti per l'incursione, invece che su Milano il 12-13 febbraio li dirottò per andare a fare cinicamente la "tempesta di fuoco" sulla indifesa Dresda dove causò 100. 000 morti.

Se non ci fosse stato quell' ALT, lui - con i suoi 540 bombardieri - avrebbe riservata la stessa cinica sorte di Dresda a Milano in questo inizio di febbraio. Lui Harris aveva del resto in mente di fare ciò che aveva avuto già intenzione di fare fin dal 27 luglio del '43 (all'indomani del "tradimento", con l'Italia non ancora invasa (il 9 settembre) dai tedeschi). Lui voleva sbarazzarsi subito di tutti i fascisti italiani e fare terra bruciata a una eventuale invasione dei tedeschi in Italia (cosa che avvenne poi solo dopo l'8 settembre).
Lui già allora nel '43, voleva distruggere Milano (vedi documento segreto originale sopra di Harris) con un target di 15.000 tonnellate di bombe, che poi furono (é scritto nel documento) "dirottate" ("available for Germany") su Amburgo dove i suoi bombardieri scaricarono una pioggia di bombe causando 50.000 morti.

Quindi anche questa volta Harris (dispiaciuto) il 12-13 febbraio '45 fu costretto a cambiare obiettivo, rinunciando a Milano e puntando sulla più sfortunata Dresda.
Ma non è che era stata più fortunata Milano con la precedente razione di bombe; qui sotto le immagini di come era ridotta Milano ancora in Aprile. Ma non era la distruzione totale che voleva invece fare Harris.

 

I "liberatori" angloamericani quando entrarono il 29 aprile a Milano,
con i loro bombardieri avevano già distrutto 10.770 edifici, 63 Chiese, 144 Scuole, 146 Ospedali-Istituti.

Spesso le bombe le buttavano a casaccio, per terrorizzare. (vedi l'infame e impressionante bombardamento a GORLA dove si vergognò perfino la morte ).
E seguitarono anche dopo il 25-26-27-28-29 aprile non più a Milano ma a bombardare tutta la zona Est per mandare inequivocabili avvertimenti ai Titini che stavano dilagando sul confine, ed erano già arrivati a Trieste per poi dilagare in Val Padana. A Est a Padova e Vicenza gli abitanti - il giorno 29 aprile - accolsero festosamente gli angloamericani, con i morti da seppellire causati dai bombardamenti del giorno prima, il 28.

Poi - come già detto - il 21 aprile gli alleati varcarono il Po e il 29 aprile gli angloamericani entrarono
a Milano :
e per prima cosa "sciolsero e disarmarono i partigiani". E vi si insediarono.

L'Italia scampò dal pericolo di una "insurrezione-rivoluzione"? - Le circolari di Togliatti e i giornali dell'epoca ci dicono molte cose (circolaretogliatti) > > >
Togliatti (fu abile) riuscì a legittimare il suo "comunismo" trasformandolo da "avanguardia rivoluzionaria" a partito di "integrazione di massa". Deludendo alcuni iscritti che invece volevano subito il salto rivoluzionario, l'ora X, il fantomatico "PianoK" ( e ci mancò poco che scattasse - ma che sarebbe finito sicuramente come in Grecia - e questo Togliatti lo sapeva benissimo. Dove lì, incurante di Stalin ("avevamo fatto un patto no? questo a me e questo a te" - Churchill con i comunisti greci ci riempì i cimiteri.

Dobbiamo qui ricordare che l'Armata Rossa il 21 aprile aveva completamente accerchiato Berlino. Quindi il fronte orientale aveva in pratica cessato di esistere. In pochi giorni i russi si sarebbero disimpegnati a est. Pronti per andare poi dove?? Scendere a Trieste ed entrare in Italia con l'aiuto della "insurrezione" evocata da Longo !!!??!!!

I sovietici in quel momento avevano a disposizione complessivamente 2,5 milioni di uomini, 6.250 carri armati, 7.500 aerei, 41.600 pezzi di artiglieria e mortai, 3.255 lanciarazzi multipli Katyusha, e 95.383 veicoli a motore, molti dei quali di fabbricazione (!!!) statunitense. (che beffa sarebbe stata!)
Ciò che appunto temevano gli angloamericani, era che una volta liberata Berlino, quindi disimpegnati a Est i Russi sarebbero scesi in Jugoslavia a dar man forte ai Titini entrando da Trieste e poi nel resto della Pianura Padana in stato di insurrezione
Stalin era arrabiatissimo nell'apprendere che gli angloamericani erano (a sua insaputa) in trattative con i tedeschi.
Poi - con i vari patti - tutto si risolse nell'arco di 10 giorni: il 30 a Berlino e Milano, il 2 maggio anche a Trieste (ma questo fu un patto sofferto per anni).

 

In questo stallo oltre Po, nei 7/8 giorni prima della invasione di Milano (il 28) , ne approfittarono i Partigiani nelle varie Valli. In alcuni paesi liberati dai tedeschi avevano costituito anche dei Comandi locali (chiamate Repubbliche). Con l'intenzione di scendere su Milano, (cosa che poi fecero nei giorni 24-25-26-27).
LE REPUBBLICHE PARTIGIANE >> a fondo pagina >>>>>>>>
Erano state queste invasioni fatte sì da Partigiani, ma anche (opportunisticamente, zitti zitti) appoggiate dagli angloamericani. Oltre a rifornirli di armi paracadutandole, qui e là, scendevano e si aggregavano anche alcuni soggetti che erano degli "informatori".
A Milano vi entrarono dopo la già fatta"macelleria" di Piazzale Loreto (che lo stesso Pertni disse che "gli autori avevano disonorato la Resistenza".
Ma non sembra che sia stato solo una loro iniziativa (quella di catturare Mussolini, ucciderlo ed esporlo).
Abbiamo altre fonti che mettono in dubbio molte vaghe certezze CHI VOLEVA LA MORTE DI MUSSOLINI ? >>>>>>


Sopra, l'area (non ancora invasa) dove poi gli angloamericani entrarono via terra solo dopo il 25-26-27-28 aprile, ma non certo "liberata" dai partigiani. Questi il giorno dopo, il 30 (con l'entrata a Milano degli angloamericani) dovettero sciogliersi e consegnare le armi a quelli che già l'Italia, ma pure loro chiamavano "Alleati".

L'attacco della 5ª armata (operazione Craftsman) era stata fissata per il 9 aprile 1945, ma ebbe poi inizio solo il 15 aprile. Con la supremazia aerea pressoché assoluta, con oltre 2.000 bombardieri che sganciarono 2300 tonnellate di bombe (un record per la campagna d'Italia) quelle che fece crollare definitivamente il 19 aprile il fronte tedesco.
Ma non ci fu il ventilato bombardamento di Milano. L'insurrezione minacciata dai partigiani credettero che sarebbe fallita. Quindi nessuna incursione di aerei su Milano come voleva fare Harris.
La Pianura doveva restare libera. L'attacco sarebbe avvenuto - questa volta - solo via terra.

La Linea Gotica era ormai ormai rotta; i tedeschi iniziarono la loro ritirata. Il 21 22 e 23 i britannici riuscirono a superare il Po. Il 24 erano a Ferrara, il 25 a Mantova, il 26 il 27 attraversarono l'Adige, il 28 erano a Bergamo e alle porte di Milano.

A Milano la annunciata linsurrezione armata" assunse solo i connotati di una vera e propria guerra civile contro i fascisti italiani, mentre l'inseguimento alleato verso i tedeschi incontrò ovunque una resistenza pressoché nulla, perché erano già in ritirata. Del resto la loro resa era già iniziata con i negoziati dietro le quinte molti giorni prima tra il generale Karl Wolff, il capo delle SS in Italia, e Allen W. Dulles.


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