RIVOLUZIONE FRANCESE

1789 - GLI EVENTI  di quest'anno
(i link inseriti sono per ulteriore approfondimento)


le date

Gennaio Elezioni dei Deputati degli Stati Generali
5 Maggio Seduta inaugurale degli Stati Generali
17 Giugno Formazione dell'Assemblea Nazionale
20 Giugno Giuramento della Pallacorda
9 Luglio I deputati dei 3 Ordini si costituiscono in Assemblea Naz. Costituente
12 Luglio Desmoulins arringa la folla. "Cittadini! ...Uccidiamo la belva !!! "
13-14 Luglio Presa della Bastiglia-Istituzione della Guardia Nazionale
4 Agosto Abolizione dei diritti feudali
26 Agosto Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino
5-6 Ottobre Marcia su Versailles-Il Re si trasferisce a Parigi
5-6 Ottobre Il SEQUESTRO DEL RE
2 Novembre I Beni Ecclesiastici sono dichiarati Proprietà Nazionale
Novembre Nascono i gruppi Giacobini

24 GENNAIO
Lettera del re che convoca le parti per le elezioni degli Stati Generali, dettando alcune regole fondamentali:
- modalita' per l'elezione dei deputati, tornate elettorali, ballottaggi, ecc.
- preparazione dei "Cahiers de Doléances" a cura dei vari comitati elettorali. Si tratta di documenti che riportano le manchevolezze delle gestioni locali e propongono i relativi rimedi nonche le riforme sociali e politiche, ritenute improrogabili, da attuarsi a breve. Ne verranno redatti oltre 50.000!
- raddoppio del numero dei deputati da eleggere nell'ambito del Terzo Stato
- completamento delle votazioni tra Marzo ed Aprile 1789.


27 GENNAIO - RENNES: - scontri tra nobili e studenti che reclamano una pronta attuazione delle riforme sociali, economiche e politiche.

FEBBRAIO - LA CARESTIA: - in diverse citta' si registrano sommosse nelle quali il popolo chiede aumenti salariali e misure per combattere la carestia.

MARZO - REIMS: - Una folla di diseredati saccheggia i granai ecclesiastici, le panetterie ed alcuni convogli che trasportano grano.

APRILE - LA CARESTIA: - Continuano le sommosse, a causa della carestia, in quasi tutti i centri urbani ed in particolare a Marsiglia e ad Aix. 27 Aprile -Incendio degli stabilimenti REVEILLON ed HENRIOT al faubourg Saint-Antoine. -Da qualche giorno correva voce che i titolari di questi stabilimenti (produzione di carte da parati) avessero intenzione di ridurre i salari dei loro operai da 20 soldi al giorno a 15. Si dice che la notizia, risultata poi falsa, fosse stata diffusa da agitatori al soldo di politicanti mai individuati, ma in realta' la sommossa fu una manifestazione di protesta (una delle tante) nata spontaneamente e dovuta alla fame, alla carestia ed alla disoccupazione operaia particolarmente sentita nei popolari quartieri Saint-Antoine e Saint-Marcel.
Le truppe inviate a sedare il tumulto spararono, senza esitazione, sulla folla provocando 25 morti e 22 feriti, mentre altre 46 persone furono arrestate.
Ristabilita provvisoriamente la calma fu possibile constatare che nessuno degli operai dei due stabilimenti devastati aveva partecipato alla rivolta. La folla degli insorti comprendeva invece operai dell'artigianato in crisi (mobilieri), muratori, lavoratori del porto di Parigi nonche' numerosi giovani affluiti dalla provincia alla disperata ricerca di un lavoro, dopo la disastrosa crisi agricola dell'estate 1788.
All'inizio dell'agitazione una folla di circa 3000 dimostranti si era radunata nello spiazzo antistante l'ingresso della Bastiglia ed impediva il transito delle carrozze di alcuni nobili, ma quando apparve la carrozza con le insegne del Duca d'Orléans, sulla quale viaggiava la moglie del duca stesso, la folla proruppe in acclamazioni e quando le milizie che presidiavano il faubourg si fecero da parte per lasciar passare il veicolo, una folla di dimostranti si accodo' alla carrozza e riusci' a violare il blocco delle milizie dilagando nel faubourg Saint-Antoine. Da questo episodio nacque il sospetto che la responsabilita' della sommossa fosse da attribuirsi al Duca d'Orléans, notoriamente in forte contrasto con la Corte.
LOUIS PHILIPPE DUC D'ORLEANS (detto anche PHILIPPE EGALITE).
Nato a Saint-Cloud il 13/4/1747 e ghigliottinato a Parigi il 6/11/1793. Discendente in linea diretta dal fratello del Re Sole, era uno degli uomini piu' ricchi e piu' ambiziosi di Francia.
Pur avendo votato per la morte del cugino Luigi XVI, facendo di necessita' virtu', la sua recondita e segreta speranza era quella di poter cingere, un giorno, la corona, lasciando alla Rivoluzione il compito di eliminare quelli che lo precedevano, con diritto prioritario di successione al trono. Le sue speranze non erano campate per aria; nella sua veste di Gran Maestro della Massoneria poteva contare sull'appoggio incondizionato della nobilta' e della grande borghesia.
Come individuo era una summa di vizi: giocatore d'azzardo, amante delle corse di cavalli, cacciatore di donne dell'alta societa' ma anche incallito frequentatore delle prostitute dei bassifondi; spendeva molto di piu' di quanto poteva (e poteva molto) trovandosi, a volte, coperto di debiti, malgrado la sua ricchezza.
La sua politica e' sempre stata molto ambigua; pur essendo sostenitore della Rivoluzione e delle sue idee piu' estreme, questo non gli aveva impedito di farsi eleggere agli Stati Generali come rappresentante della Nobilta'. Nel Settembre del 1792 chiede alla Comune di Parigi di rinunciare al suo nome in cambio di un nome piu' rivoluzionario: PHILIPPE EGALITE.
Viene arrestato durante il Terrore come sospetto in quanto il figlio, complice di Dumouriez, era passato agli Austriaci. Pur essendo membro del Club dei Giacobini, non era mai riuscito a convincere della sua buona fede i capi rivoluzionari; il Tribunale Rivoluzionario (e Robespierre) lo consegnano senza esitazione alla ghigliottina.
La Massoneria contava allora in Francia circa 100 logge facenti capo a due obbedienze: La Grande Loggia ed Il Grande Oriente. Nel 1799 queste due obbedienze si unificheranno.

28 APRILE - Continua la rivolta al faubourg Saint-Antoine; si stima, ma non e' certo, che l'agitazione abbia provocato la morte ed il ferimento di almeno 300 persone, prese a fucilate dalle guardie.

29 APRILE -Due manifestanti, arrestati il 27/4/1789, durante le manifestazioni al faubourg Saint-Antoine, vengono impiccati sulla Place de Grève.
PLACE DE GREVE all'epoca era un ampio spiazzo, di fronte all'Hotel de Ville (Municipio), digradante verso la Senna, come una spiaggia. Dal 1310 era il luogo abituale per l'esecuzione delle sentenze capitali. Negli anni della Rivoluzione venne istallata la ghigliottina per l'esecuzione dei criminali comuni ed in seguito anche per i politici. Oggi: Place de l'Hotel de Ville. - L'attuale Hotel de Ville e' stato ricostruito dopo l'incendio del 1871.

30 APRILE - MARSIGLIA: - All'epoca quarta citta' della Francia, con circa 100.000 abitanti, e' in piena rivolta. La folla dei rivoltosi si impadronisce di tre fortezze dell'esercito ed ammazza il comandante di una di esse, il cavaliere De Beausset.
VERSAILLES: - In attesa della inaugurazione degli Stati Generali, alcuni deputati del Terzo Stato, eletti in Bretagna, fondano al Caffe' Amaury il Club Breton, primo nucleo di quello che diverra' il Club dei Giacobini.

2 MAGGIO - Presentazione al re dei deputati agli Stati Generali. In totale si tratta di 1154 deputati cosi' suddivisi: - 285 per la Nobilta' - 291 per il Clero - 578 per il Terzo Stato (tutti esponenti della borghesia; nessun operaio o contadino)
Queste cifre sono comprensive anche dei deputati del Dipartimento di Parigi che si uniranno agli Stati Generali solo in un secondo tempo (23 Maggio), per particolari problemi elettorali.
La sproporzione e' evidente: ci sono 576 deputati per rappresentare il 2% della popolazione (nobilta' e clero), mentre il rimanente 98% della popolazione (Terzo Stato) e' rappresentato da 578 deputati.

4 MAGGIO - VERSAILLES: - Il re ed i deputati neoeletti sfilano per le strade della citta' e si recano in processione alla cattedrale per una solenne cerimonia. 

5 MAGGIO - VERSAILLES: - seduta inaugurale degli Stati Generali nella sala dell'Hotel Menus-Plaisirs. - Il re tiene il discorso di apertura focalizzando la sua attenzione sulle difficolta' finanziarie dello Stato, trascurando invece le riforme politiche e sociali auspicate dal popolo.

6 MAGGIO - Nasce il primo conflitto, in seno ai tre ordini, su di un banale problema procedurale: la verifica e la certificazione dei mandati dei singoli deputati.
Il Terzo Stato propone che la detta verifica avvenga in comune con gli ordini insieme riuniti nella sala dell'Hotel Menus-Plaisirs. I due ordini della Nobilta' e del Clero rifiutano la proposta; il Terzo Stato occupa la sala, in attesa che gli altri ordini cambino idea e sia possibile iniziare la verifica dei mandati elettorali.

11 MAGGIO - Altro grosso problema e' quello di stabilire le modalita' di votazione dei futuri provvedimenti che gli Stati Generali dovranno deliberare. Si tratta di decidere tra:
- votare per Ordine: in questo caso il Terzo Stato diventerebbe impotente di fronte alla naturale e scontata alleanza tra Nobilta' e Clero; si voterebbe sempre a 2 contro 1.
- votare pro-capite con i tre ordini riuniti: in questo caso il Terzo Stato (578 voti) sarebbe in equilibrio di forze contro Nobilta' e Clero (576 voti).
La Nobilta' rifiuta nettamente la seconda soluzione e si costituisce in Camera Separata.
Il Clero e' esitante e decide di sospendere provvisoriamente la verifica dei mandati dei proprii deputati.

20 MAGGIO - Con moto proprio il Clero rinuncia ai suoi privilegi fiscali ed accetta il principio di uguaglianza di tutti di fronte alle imposte.

22 MAGGIO - Seguendo l'esempio della decisione presa dal Clero anche la Nobilta' rinuncia ai suoi privilegi fiscali ed accetta il principio di uguaglianza di tutti davanti alle imposte.

23 MAGGIO - Per sbloccare la situazione creatasi l'11 Maggio i tre ordini nominano dei commissari incaricati di dirimere la vertenza.
La prima riunione dei commissari fallisce ed ognuno resta fermo sulle sue posizioni.

23 MAGGIO - Fallimento della seconda riunione di conciliazione dei commissari dei tre ordini.
Intanto agli Stati Generali si congiungono i deputati dei tre ordini eletti nel Dipartimento di Parigi.

30 MAGGIO - Fallimento della terza riunione di conciliazione, tenuta in presenza di altri commissari, non deputati e nominati dal re, per cercare di uscire dalla situazione di stallo.
E' passato quasi un mese dall'insediamento degli Stati Generali ed i tre ordini continuano a cavillare su problemi procedurali che il popolo non capisce perche' assillato dai problemi congiunturali di sempre: carestia, disoccupazione e miseria.
L'eco dei tumulti che scoppiano in tutto il paese (oltre 400) pare non giunga nelle dorate sale di Versailles.

1 GIUGNO - L'anziano deputato D'Ailly viene eletto Decano del Terzo Stato.

3 GIUGNO - Il deputato D'Ailly rinuncia alla sua carica di Decano del Terzo Stato e viene sostituito dal deputato Bailly.

JEAN SYLVAIN BAILLY nato a Parigi il 15/9/1736 e ghigliottinato il 12/11/1793.
Figura di spicco della Rivoluzione quanto sfortunato. Bailly era un eminente astronomo, membro dell'Accademia delle Scienze, onorato dalla monarchia che non esitava a chiedere i suoi consigli; contribui' con Luigi XVI a stabilire regole e modalita' per garantire una elezione democratica dei deputati degli Stati Generali.
Eletto deputato per il Terzo Stato, diviene decano dell'Ordine, presidente dell'Assemblea Costituente e poi sindaco di Parigi. Di idee moderate, fu sconvolto dalle molteplici atrocita' insite nella Rivoluzione e dal massacro del genero Bertier. Detestato dai monarchici per la sua adesione al Terzo Stato, le sue idee moderate gli procurarono la diffidenza ed il sospetto da parte di capi estremisti quali Marat e Desmoulins. Lasciata la carica di sindaco di Parigi, si rifiuta di espatriare (come gli era stato consigliato) e si rifugia prima a Nantes e poi a Melun presso l'amico Laplace.
Arrestato e processato, viene condannato a morte come uno dei capri espiatori del massacro del Campo di Marte del 17/7/1791 nel quale non c'entrava per nulla. Prima di essere decapitato al Campo di Marte, viene abbandonato alle sevizie di una folla inferocita, per oltre due ore.

4 GIUGNO - Necker, neutrale nella sua veste di Ministro delle Finanze, presenta un progetto di accordo tra i tre ordini che il Clero accetta subito.
Muore a Meudon il delfino Louis Joseph François Xavier, Conte di Viennois, all'eta' di anni 7. Suo fratello cadetto Louis Charles, Conte di Normandie, di 4 anni, diventa il nuovo delfino.
Il re si ritira a Marly per un breve periodo di lutto.

 LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI

Vista la situazione (letta lo scorso anno) anche il nuovo ministro delle finanze, dovette avanzare la proposta di tassare il Clero e la Nobiltà per salvare lo Stato; ma la Regina Antonietta pose il veto sulla sua decisione e portò al ministero delle finanze Loménie de Brienne, un nobile, che però giunse alle stesse conclusioni dei suoi predecessori, che erano quelle della bancarotta. La nobiltà si ribelló a questa idea ed alla decisione della Corona di applicare queste tassazioni. La nobiltà di spada minacciava di tornare alle antiche turbolenze feudali, mentre la nobiltà di toga portava avanti l'idea di voler convocare gli STATI GENERALI per poter varare una decisione di quel tipo, prima avanzata da Necker, poi da Calonne, e ora da De Brienne.
 L'ultima assemblea degli Stati Generali era stata convocata nel 1614 ma la voce di questa nobiltà ribelle (i membri dei vari Parlamenti) fu sorretta in modo particolarmente acceso anche dalla borghesia, postasi a capo di tutto il Terzo Stato: questi temevano infatti che la Monarchia si sbarazzasse dei debiti con un atto d'imperio. La tensione accumulata sul piano politico e sociale venne a sommarsi con quella provocata da una carestia a causa dei cattivi raccolti, e dalla crescente disoccupazione figlia di una crisi delle industrie. Il Re di fronte a tutto questo confluire di nervosismi si impaurì e richiamò Jacques Necker, che dopo la sua prima cacciata si era conquistato la simpatia dei più, pubblicando un impietoso resoconto delle finanze reali, e soprattutto  rivelava l'altissimo costo del sistema dei privilegi e dei favoritismi. Fu dunque deciso di convocare gli Stati Generali ai primi di Maggio. 

La capitolazione del Re aveva un significato che andava al di là della stretta convocazione dell'Assemblea: infatti risvegliava le fantasie fino a quel punto sopite di poter veramente cambiare tutto il sistema organizzativo Statale Francese. Infatti Gli Stati Generali non si tenevano da 175 anni e la loro riesumazione, almeno agli occhi del popolo era sintomo che qualcosa di grosso stava per accadere: la Forma Statale ritenuta ideale era, fino a quel momento, la Monarchia Costituzionale, a modello Inglese.
 La Francia fu attraversata da momenti di effervescenza che fecero crollare ogni tentativo di censura: l'Esagono fu sommerso da una marea di opuscoli prodotti da altrettanti clubs formatisi anch'essi sulla scia Inglese. In ogni circoscrizione gli elettori formularono in appositi cahiers de doléances le richieste che i deputati all'Assemblea degli Stati Generali avrebbero dovuto avanzare per correggere i lamentati abusi. Libelli e articoli su Gazette nei confronti degli appartenenti alla Corona, furono impietosi. Quelli dedicati all'"Austriaca" infamanti. Maria Antonietta viene, secondo le occasioni, indicata come Madame Veto per i suoi atteggiamenti negativi contro le riforme, Madame Deficit per le sue spese pazze, o, ancora, l'Austriaca, in senso spregiativo, la Poulle od anche la Salope Royale (due vocaboli piuttosto sconci e immorali)

GLI STATI GENERALI

Il 5 Maggio 1789 fu il grande giorno: le porte della Reggia di Versailles si aprirono ed accolsero al loro interno le numerose delegazioni dei 3 Stati che fino ad allora avevano convissuto in territorio Francese.  Essi raccolgono in assemblea i rappresentanti dei vari stati o ordini che compongono la società: nobiltà, clero, borghesia. La convocazione è stata voluta dall'aristocrazia per resistere alle richieste della corte che vuole imporre nuovi tributi. L'agitazione della nobiltà dura da anni e si è trascinata dietro la borghesia, negli ultimi anni grande forza emergente come ricchezze ma soprattutto pragmatica. Ed è proprio quest'ultima che appare decisa a rivendicare i propri diritti di maggioranza, e vuole  essere la vera protagonista dell'Assemblea.

La discussione principale  venne subito fuori e riguardava le modalità con cui tenere la discussione: la domanda era questa: i 3 Stati avrebbero dovuto riunirsi ognuno per conto suo in 3 separate Camere dalle quali sarebbe uscito un solo voto,  oppure l'Assemblea era da tenersi in una unica sede mentre ogni deputato poteva esprimere il proprio voto?  La questione pregiudiziale era proprio questa: chiedere il voto per ordine  e non per testa.

Nobiltà (di spada) e parte del Clero naturalmente caldeggiavano la prima possibilità: riunite in un'unica decisione, le due camere meno numerose ma più ricche avrebbero messo in minoranza la popolazione del Terzo Stato; ma a sua volta questo mirava a far approvare la scelta di far votare ad ogni deputato singolarmente: infatti erano 600 i rappresentanti degli ordini di questo Stato, più di quelli dei due ordini privilegiati messi insieme (598). Dopo sei settimane di impasse i rappresentanti del Terzo Stato, guidati da Emmanuel-Joseph-Séyèn e dal Conte Honorè-Gabriel de MIRABEAU (*), in aperta sfida alla Monarchia che sosteneva Nobiltà e Clero, si riunirono in un'altra sede e proposero agli altri deputati di unirsi alla loro Assemblea. Il Re per tutta risposta si limitò a far chiudere le porte di tutte le stanze della Reggia, meno quelle della Palestra del Giuoco della Pallacorda, che il 17 giugno 1789,  i rappresentanti del terzo stato  presero come sede per costituire la  nuova Assemblea Nazionale. 

Ai 600 si unirono anche 150 del Basso Clero. L'Assemblea fu detta Nazionale perchè a conti fatti rappresentava la stragrande maggioranza della popolazione e si attribuì il potere esclusivo di legiferare in materia fiscale. Ancora una volta l'indolenza del Re si rivelò estremamente dannosa: sottovalutando l'importanza di questa 'rivolta' nata in seno all'Assemblea -e che lui era stato costretto a convocare di fatto-  promosse ulteriori iniziative sempre più mirate a privarlo di diversi poteri. Tutti i membri dell'Assemblea Costituente giurarono che non si sarebbero mai più sciolti fino a che la Francia non avesse avuto una nuova costituzione; questo giuramento fu detto

GIURAMENTO DELLA PALLACORDA (*) vedi

con riferimento esplicito al luogo dove era stato formulato. 

6 GIUGNO -La Nobilta', dopo avere esaminato e vagliato il progetto di Necker, lo rifiuta.

10 GIUGNO - Su proposta di Sieyès, il Terzo Stato decide di cominciare da solo la verifica dei mandati dei deputati di tutti gli ordini.

EMMANUEL JOSEPH SIEYES, nato a Fréjus il 3/5/1748 e morto a Parigi il 20/6/1836.
Avrebbe voluto dedicarsi alla carriera delle armi ma i parenti si imposero perche' diventasse prete. Cacciato una prima volta da un seminario, per mancanza di vocazione, riusci', alla fine, a ricevere gli ordini. Se anche mancava di vocazione, in seminario aveva ben appreso il comportamento enigmatico, elusivo e sfuggente tipico dei preti, sempre pronto a lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Venne chiamato la "talpa della rivoluzione".
Malgrado appartenesse al clero, riuscì a farsi eleggere deputato per il Terzo Stato, dopo aver pubblicato un saggio intitolato "Cosa e' il Terzo Stato", che fece molta impressione. Rieletto in seguito alla Convenzione, vota per la morte di Luigi XVI; questo gli fruttera' l'esilio, come "regicida", nel 1815, nonostante avesse collaborato alla presa del potere da parte di Napoleone.
Arrivista per costituzione, i suoi traffici sotterranei furono innumerevoli e se la cavo' sempre per il rotto della cuffia, malgrado Robespierre lo tenesse d'occhio. Quando qualcuno gli chiedeva cosa avesse fatto durante il Terrore, rispondeva candidamente "sono sopravissuto". Finira' i suoi giorni molto ricco ed affetto da demenza senile.

12 GIUGNO - Inizia la verifica dei mandati dei deputati da parte del Terzo Stato.

13 GIUGNO - La compagine dell'Ordine del Clero comincia a cedere. Tre deputati di questo Ordine si uniscono a quelli del Terzo Stato.
La cosa e' abbastanza naturale. L'Ordine del Clero contava 291 deputati; di questi circa 50 erano alti prelati, vescovi e cardinali che costituivano lo zoccolo duro dell'Ordine. Gli altri erano preti comuni e parroci, che avevano un contatto piu' stretto con la gente e quindi erano piu' sensibili agli umori del popolo. I membri piu' modesti dell'Ordine avevano fiutato da tempo quale era il possibile carro del vincitore e percio' facevano di necessita' virtu'.

14 GIUGNO
Sei altri deputati del clero, tra i quali l'abate Henry Grégoire, si uniscono al Terzo Stato.

HENRY BAPTISTE GREGOIRE, nato a Veho il 4/12/1750 e morto a Parigi il 28/5/1831.
Gesuita, pur essendo refrattario alle idee filosofiche dei suoi tempi, nondimeno mostrera', in svariate occasioni, un grande spirito di tolleranza. Scrittore, studioso dei problemi sociali, sara' un sostenitore dei diritti delle minoranze nere ed ebraiche e della liberta' di culto. Durante gli Stati Generali i suoi interventi favoriranno l'unione dell'Ordine del Clero con quello del Terzo Stato; pur essendo contrario alla "Costituzione Civile del Clero", sara' il primo a prestare giuramento alla Costituzione stessa e diventera' Vescovo Costituzionale.
Partecipa alle riunioni del Club dei Giacobini ma rifiutera' sempre di rinunciare all'abito talare. Grande promotore di interventi per l'istruzione pubblica e per la conservazione del patrimonio artistico nazionale, in grave pericolo per gli atti vandalici della Rivoluzione.
Ostile al potere di Napoleone (che lo nominera' conte) si battera' accanitamente contro la firma del Concordato con il Vaticano e contro qualsiasi apertura verso la Santa Sede.

17 GIUGNO - Su proposta di Sieyès, i deputati del Terzo Stato, considerato che rappresentano il 96-98% del paese, si autoproclamano Assemblea Nazionale, e cominciano a legiferare in materia fiscale. Una vera e propria prova di forza.

19 GIUGNO - Stupito ed imbarazzato dalla prova di forza del 17 Giugno, l'Ordine del Clero mette ai voti la proposta di riunione all'Assemblea Nazionale. La proposta viene approvata con 149 voti a favore e 137 contrari.

GLI EVENTI DI QUESTI FATIDICI 5 GIORNI

20 GIUGNO -  Il re sente il suo potere minacciato dalle decisioni dei giorni precedenti. Con una scusa banale ordina la chiusura della sala dell'Hotel Menus-Plaisirs, per prendere tempo e per studiare una propria linea di condotta, unitamente all'Ordine della Nobilta'.
Decisione quanto mai improvvida!
I deputati dell'Assemblea Nazionale non si perdono d'animo ed occupano una sala vicina: quella del Jeu de Paume (Pallacorda) e, seduta stante, il deputato Target redige una formula di giuramento che Bailly legge e tutti i presenti (meno uno) giurano e sottoscrivono. Il giuramento vincola i deputati "a non separarsi mai ed a riunirsi, in qualsiasi luogo imposto dalle circostanze, finche' il regno non abbia una costituzione basata su solide fondamenta."

(La pallacorda era un gioco, all'epoca molto in voga, assai simile al tennis)

21 GIUGNO - Riunione del Consiglio del re (Consiglio della corona) per studiare i provvedimenti da adottare contro l'Assemblea Nazionale.
Un piano di riappacificazione proposto da Necker viene rifiutato; si opta per una linea dura.

Il "Consiglio del Re" comprendeva, oltre al sovrano e la regina, il "Consiglio dei Ministri" composto dai seguenti dicasteri:- Interni - Affari Esterni - Giustizia (Guarda Sigilli) - Finanze - Guerra - Marina

22 GIUGNO - Riunione dell'Assemblea Nazionale nella chiesa di S. Luigi a Versailles. Partecipano anche 150 deputati del clero e 2 della nobilta'.
E' una riunione interlocutoria e di attesa delle decisioni del re, previste per la Seduta Reale del 23 Giugno.

23 GIUGNO - Seduta Reale. Il re tiene un atteggiamento duro, sprezzante e minaccioso. In buona sostanza pretende:
- l'annullamento delle decisioni prese, negli ultimi giorni, dalla neo Assemblea Nazionale;
- la riunione dei tre Ordini in sale separate come avvenuto all'apertura degli Stati Generali;
- il voto per Ordine e non pro-capite.
In caso di inadempimento gli Stati Generali verrebbero sciolti.
Alla fine della seduta il deputato Mirabeau (*) replica: "noi siamo qui per la volonta' del popolo e usciremo di qui solo sotto la costrizione delle baionette".
Luigi XVI ha perso cosi' i suoi poteri di monarca assoluto; di fatto i deputati del Terzo Stato si rifiutano di abbandonare la sala e proclamano l'inviolabilita' dei membri dell'Assemblea Nazionale.

25 GIUGNO - Alla Assemblea Nazionale si uniscono 47 deputati della nobilta', tra i quali Philippe duca d'Orléans.

In questa data nasce praticamente la Comune di Parigi.
Un gruppo di rappresentanti della cittadinanza delibera che il re deve:
- allontanare le truppe reali e straniere che minacciano l'Assemblea Nazionale a Versailles e la citta' di Parigi; si tratta di reggimenti che il re ha fatto affluire alla spicciolata per fronteggiare possibili moti eversivi;
- accordare piena liberta' di azione agli Stati Generali;
- permettere la formazione di una "guardia borghese" (poi guardia nazionale) di matrice popolare.

A questo punto la rivoluzione si sdoppia in due movimenti ben distinti che percorrono cammini paralleli, ma non sempre; l'uno procedendo nell'ordine secondo il ritmo della legislatura, l'altro nel disordine al ritmo dei movimenti di strada.
 Questo ultimo avrà il sopravvento sulla lentezza delle istituzioni.

Il popolo di Parigi che entra nella storia e che la fa, è ancora strettamente circoscritto nei limiti di una città bella, grande ma medioevale. Il suo stile di vita ne è profondamente segnato.
Assenza di comfort, supremazia della chiesa quale miscela di crapuleria e di superstizioni; la vita quotidiana e' totalmente integrata ad una tradizione alla quale sfugge solamente la classe intellettuale. Quest'ultima fara' una rivoluzione con un ritmo tranquillo che corrisponde a quello dei fatti e della logica che lo spingono, mentre la rivoluzione del popolo si fara' con colpi selvaggi, in maniera brusca e molta indisciplina come sono i fatti di strada. Il popolo fa la rivoluzione scegliendo la strada per teatro delle sue manifestazioni e dei suoi atti sanguinari e affermandosi nei luoghi che sono quelli di credenze beffarde, di un culto screditato, d'una morale superata e di una forza scossa: quella della chiesa.


(*) HONORE GABRIEL RIQUETTI Conte di MIRABEAU, nato a Bignon il 9/3/1749 e morto a Parigi il 2/4/1791.  Approda alla politica all'eta' di 40 anni dopo una vita di scandali e di dissolutezze che lo conducono piu' volte in prigione. La famiglia lo rinnega e lo disconosce per certi suoi vizi ritenuti innominabili, presi, probabilmente, a prestito dal contemporaneo Marchese di Sade.
La vita dissoluta lo lascia a corto di denaro e trova una soluzione ai suoi problemi nel farsi eleggere deputato del Terzo Stato, cosa che gli consentira' di tenere un atteggiamento alquanto ambiguo e racimolare quattrini da piu' parti.
Di figura imponente, molto brutto e con una voce stentorea, tuona sovente, in seno all'Assemblea Nazionale Costituente, esigendo quelle riforme che il popolo da tempo si attende. Questo gli assicura il consenso popolare, come si potra' constatare dopo la sua morte, ma da' anche slancio a certi suoi disegni ambigui che cerca di attuare mediante segreti contatti con la Corte; deputato populista quindi ma allo stesso tempo consigliere segreto di Luigi XVI, che lo remunera sotto banco, pur non tenendo in gran conto i suoi consigli.
Un'ascesa politica folgorante, dalle prigioni agli onori del Pantheon, dopo la sua morte prematura, avvenuta nel 91. Si suppone sia stato avvelenato su mandato della Corte.
In Assemblea, sui banchi opposti della nobilta', sedeva anche il fratello ANDRE BONIFACE LOUIS RIQUETTI visconte di MIRABEAU-TONNEAU.

27 GIUGNO - Il Re si arrese alla manifestazione non violenta della maggior parte dei suoi deputati e decretò che l'Assemblea Nazionale tornasse ad essere unita  il 9 Luglio. 
Si formò così l'Assemblea Nazionale Costituente.
Nell'atteggiamento del Re c'era dunque l' intenzioni  di salvare la sua Monarchia ed era anche disposto a trasformarla in Costituzionale pur di mantenere ben salda la divisione fra i tre Stati.

Ma Luigi XVI non aveva alcuna intenzione di riconciliarsi con i rivoltosi: la sua decisione era soltanto una ritirata strategica, grazie al cui effetto poteva di nascosto organizzare delle truppe che si radunassero in Parigi per controllare i Patrioti.  Ma intanto l'agitazione coinvolge la popolazione parigina, dunque l'Assemblea non appare isolata ma è sostenuta da tutta Parigi,  e il re come contromossa si prepara a rispondere facendo intervenire le truppe.
Dopo l'atteggiamento minaccioso, tenuto in occasione della Seduta Reale del 23 Giugno, il re ci ha ripensato, ha fatto marcia indietro,  ha chiesto agli Ordini del Clero e della Nobilta' di fondersi con quello del Terzo Stato. Gli Stati Generali, nella loro totalita', diventano quindi Assemblea Nazionale.

30 GIUGNO - La prigione de l'Abbaye di Parigi viene invasa dalla folla che libera alcune guardie, incarcerate per aver assistito a riunioni di natura politica presso alcuni "clubs" cittadini.
I clubs, nel periodo precedente e durante la Rivoluzione, erano delle associazioni di cittadini che si riunivano per discutere di problemi politici. Si entrava a far parte di un club mediante presentazione di altri appartenenti e pagando un modesto contributo annuale per coprire le spese. E' comunque improprio ritenerli dei "partiti" nel senso moderno del termine.
I clubs, propriamente detti rivoluzionari, erano invece nati per iniziativa di deputati degli Stati Generali, di uguale tendenza politica, per discutere, extra Assemblea, su provvedimenti, decreti e leggi da proporre al vaglio ed alla approvazione dell'Assemblea vera e propria; potevano partecipare a queste riunioni anche comuni cittadini.
Tra i clubs piu' importanti, in grado di imporre, a volte, ampie svolte al corso della politica generale, si ricordano: - il club dei Giacobini - il club dei Cordelieri - il club dei Foglianti - ecc.
2 LUGLIO - Manifestazione a Palais Royal contro la concentrazione di truppe intorno a Parigi. Malgrado le sollecitazioni ricevute, il re continua ad ammassare truppe intorno alla citta'; si tratta di 30.000 soldati, agli ordini del maresciallo De Broglie.
In realta' il re non avrebbe probabilmente richiamato truppe intorno a Parigi se non fosse stato forzato a farlo dalla presa di posizione della regina, dei fratelli e di molti cortigiani, dopo la misera figura del 27 Giugno.

3 LUGLIO - ASSEMBLEA NAZIONALE: - Elezione del Duca di Orléans come presidente dell'Assemblea. Il duca rifiuta e viene rimpiazzato con l'arcivescovo di Vienne Lefranc De Pompignan. - Il re informa, con lettera, l'Assemblea sulle misure prese per garantire l'ordine a Parigi, minimizzando sul numero e sulla natura delle truppe.

5 LUGLIO - Intanto la carestia continua. Il malumore popolare cresce anche per il fatto che la qualita' del pane e', negli ultimi tempi, assai peggiorata. Lo Hotel des Invalides, che comprende anche un deposito di armi, viene messo in stato di allerta.

6 LUGLIO - ASSEMBLEA NAZIONALE: - Creazione in seno all'Assemblea di un Comitato per la definizione dei principi fondamentali della nuova Costituzione.

7 LUGLIO - ASSEMBLEA NAZIONALE: - Elezione dei 30 membri che dovranno fare parte del comitato della nuova Costituzione.

8 LUGLIO - ASSEMBLEA NAZIONALE: - Il deputato Mirabeau si fa portavoce della mozione popolare del 27 Giugno e chiede l'allontanamento delle truppe concentrate intorno a Parigi e la creazione di una "Guardia Borghese", svincolata dai precedenti poteri e destinata a mantenere l'ordine nella capitale.

9 LUGLIO - ASSEMBLEA NAZIONALE: - L'Assemblea si proclama ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE. (A.N.C.) - Proclamandosi "Costituente" l'Assemblea mette in discussione il concetto di "Monarchia Assoluta" in nome di una nuova Legittimita' Nazionale", compiendo cosi' il primo atto propriamente rivoluzionario.

11 LUGLIO - MATTINO - Necker non ha mai goduto delle simpatie della regina e dei fratelli del re. Indotto da questi, Luigi XVI lo licenzia   e lo sostituisce alla Direzione delle Finanze con Breteuil. Questo fu per i Parigini un segno che il Re stava cominciando ad organizzare una non democratica risposta contro i Rivoluzionari. Gli oratori agli angoli delle strade, come Camille Desmoulins istigò i propri compatrioti a resistere. CAMILLO SESMOULIN ( vedi biografie personaggi) giovane ventinovenne, corre in ogni angolo di strada, poi  nei giardini di Palays Royal arringa la folla:  "Cittadini! i mercenari verranno a sgozzarci, sarà un'altra "strage di San Bortolomeo";  uccidiamo la belva: quarantamila palazzi e castelli, i due quinti dei beni di Francia, saranno il premio dei vincitori!". 
SERA - I parigini fanno chiudere il teatro dell'Opera. Due paure atterriscono la città: quella dei "briganti", che si dice affluiscono dalla provincia per saccheggiare la capitale, e quella dei reggimenti mercenari che circondano la città per proteggerla, ma che da un'ora all'altra potrebbero sparare sui cittadini, in difesa del dispotismo.

12 LUGLIO -  I parigini non hanno gradito la notizia del licenziamento di Necker e tanto meno il nome di Breteuil che dovrebbe sostituirlo. E' la scintilla che fa esplodere i disordini.
Gli insorti incendiano le barriere del dazio che con le loro gabelle contribuiscono al rincaro del pane. Anche il Convento dei Lazaristes viene messo a fuoco, sospettato di nascondere ingenti quantita' di
grano.
L'esercito carica la folla davanti al palazzo delle Tuileries, ma gli insorti trovano un aiuto inaspettato da parte delle Guardie Francesi che abbracciano la causa del popolo e respingono gli attacchi del reggimento Royal-Allemand. (Le Gardes-Française erano un corpo speciale di 3600 uomini, creato nel 1563, quale guardia del corpo di Carlo IX.  Questo reggimento, in seguito, si fondera' ed entrera' a far parte della Guardia Nazionale Parigina).

- Desmoulins arringa la folla. "Cittadini! ...Uccidiamo la belva !!! " vedi

Siamo all'antivigilia di quella  giornata decisiva che passerà alla storia: il 14 luglio.

14 LUGLIO - LA PRESA DELLA BASTIGLIA

vedi Presa della Bastiglia-Istituzione della Guardia Nazionale

Tra il 27 Giugno ed il 1 Luglio il Re aveva già richiamato 20.000 uomini delle truppe reali nella regione di Parigi, apparentemente per proteggere l'Assemblea e prevenire disordini nel resto della città.

13 LUGLIO MATTINO - Giornata densa di eventi. All'Hotel de Ville, un gruppo di cittadini elettori, stanchi delle incertezze e dei tentennamenti dell'Assemblea Nazionale Costituente e delle stesse autorita' municipali, si costituisce in COMITATO PERMANENTE e decide la costituzione di una Milizia Borghese; presidente del Comitato Permanente viene eletto Flesselles, sindaco di Parigi.
Intanto cortei di cittadini percorrono la citta' abbandonandosi a saccheggi ed incendi, con la connivenza delle Guardie Francesi che rifiutano di abbandonare la capitale.
Gruppi di manifestanti assaltano i depositi dell'Hotel des Invalides e si impadroniscono delle armi che vi sono custodite, circa 3000 fucili ed alcuni cannoni.
Il re, dal canto suo, rinforza le truppe dislocate intorno a Parigi.
 A Palais Royal, l'avvocato Camille Desmoulins, in piedi sui tavoli dei caffe', incita la folla a prendere le armi, temendo che il licenziamento del ministro Necker, noto per i suoi interventi moderatori, preluda ad un nuovo massacro di cittadini, come quello dello scorso Aprile. Desmoulins invita tutti i rivoltosi a distinguersi fregiandosi di una foglia d'albero.
Le armi prese all'Hotel des Invalides ed assegnate alla neo-costituita Milizia Borghese, necessitano di munizioni. Viene chiesto a Flesselles, che e' anche prevosto dei mercanti, di far aprire i depositi della polvere da sparo; Flesselles acconsente, solo dopo molte esitazioni, e questo gli sara' fatale.
A.N.C.:- I deputati si dichiarano in seduta permanente ed attribuiscono la responsabilita' degli eventi al re ed ai suoi ministri.

LUNEDI 13 LUGLIO SERA - Una giornata di rivolte, saccheggi, di tensione  e di preparativi. Cala la sera, e  nella notte tutta la città resta in piedi a vegliare. Dalla provincia giungono notizie  di insurrezioni popolari e di imprese di briganti. Il municipio ordina la creazione di una milizia borghese: " Ciascuno presterà servizio con le armi che ha potuto procurarsi". Tutti i parigini vogliono un fucile.
A Parigi, alla porta daziaria della Conference, la folla brucia l'ufficio dei gabellieri e distrugge i registri delle tasse. Escono numerosi improvvisati giornali. Uno scrive " Circondati da soldati stranieri, ora sentiamo tutti  il valore della libertà che ci si vuole togliere".

La folla si dirige a St. Lazare, dov'è il convento. E' invaso e saccheggiato, viene trovata molta farina stipata; viene prelevata e portata al mercato per venderla a un prezzo politico.
Un campanile all'imbrunire inizia  a suonare una campana a martello, è quella dal suono grave, la "dolens" che viene suonata normalmente nei funerali; subito imitato da altri campanili. Per tutta la notte  i lugubri rintocchi fanno compagnia a tutta Parigi sveglia,  in un lunga attesa, satura di tensione.
A Versailles l'Assemblea siede in permanenza. Non per discutere, ma perché i deputati si sentono sicuri solo dentro nell'aula della grande reggia.

Bande di Parigini hanno assalito negozi di armi per prepararsi a quello che ancora nessuno pensava potesse accadere, ma che invece stava già accadendo. Intanto nella notte si sparge la voce che é stato ordinato un attacco sulla città, partente dalla Bastiglia.
30.000 parigini assaltano il palazzo degli Invalidi per procurarsi armi. Portano via 20.000 fucili e 24 cannoni; l'assalto lo guida un curato di Saint Etienne, Du Mont. Ma le armi non bastano. "E allora con queste che abbiamo, andiamo a prendere le altre alla Bastiglia!"

14 LUGLIO - MATTINO -  Il popolo, buona parte  armato si dirige al carcere simbolo del dispotismo reale ma che ha anche dentro la fortezza un deposito di armi.
LA BASTIGLIA, era piccola fortezza dotata di 8 torri, fatta costruire da Carlo V, tra il 1365 ed il 1383. Come mezzo di difesa non era mai servita a niente. In quattro secoli di vita era stata assediata sette volte, da cittadini rivoltosi, e si era arresa in sei occasioni.
Dismessa come fortezza, ai tempi di RICHELIEU, venne destinata ad essere una prigione: una prigione un po' speciale. Nella Bastiglia venivano rinchiusi certi personaggi, in base a speciale ordine del re (lettre de cachet), che dovevano essere fatti sparire con "discrezione", evitando processi pubblici che avrebbero potuto recare disdoro al clero, alla nobiltà ed alla corte stessa.
Per tale motivo simboleggiava l'aspetto più protervo, bieco ed incontrollato dell'assolutismo monarchico. Conquistare la Bastiglia significava, per il popolo, abbattere il simbolo della tirannia e dell'ingiustizia.
 
ORE 17,30 
- Inizia una lotta  spietata, con molti Parigini che perdono  la vita nella battaglia davanti alla Bastiglia quando il governatore Launay ha dato ordine di sparare sui rivoltosi. Ma il carcere é difeso da soli trentadue svizzeri e da una ottantina di invalidi, subito sopraffatti. La delusione è grande quando dentro la fortezza viene trovato l'arsenale vuoto.
La vittoria morale è però grande. Quando sono liberati i prigionieri (in verità pochi, solo 7 ai ceppi della tortura) la scena, poi riportata sulla stampa da un abile illustratore, suscita nell'immaginario collettivo una immensa emozione. Riassume l'artista con la sua opera pittorica gli orrori di quattrocento anni di arbitrio.
La folla ricorda le migliaia di perseguitati  di un tempo, li associa a quelle immagini e sfoga l'odio secolare  facendo a pezzi  il governatore.

BABEUF (*) arringa la folla amaramente commentando "Furono i supplizi d'ogni genere, la tortura, i roghi, le forche, a darci feroci abitudini. I governanti invece di educarci, ci hanno resi così barbari perché essi lo sono. Ora raccolgono i frutti".

Alla lanterna della piazza municipio, intanto la folla impicca il consigliere di Stato Foulon: "l'affamatore della città". Qualcuno interviene per fare un regolare processo, ma la folla risponde  "Quest'uomo è già giudicato".

Altri soldati sono  massacrati,   mentre dall'altra parte della città due ufficiali sospettati di aver fatto parte del complotto Reale ai danni dei Parigini vengono linciati; la folla ne fa scempio.

ERA IL GIORNO  14 LUGLIO 1789!!!

15 LUGLIO -
LA CORTE: - Il re fa marcia indietro ed annuncia all'Assemblea Nazionale Costituente il ritiro delle truppe dislocate intorno a Parigi.
LA COMUNE: - Il deputato Jean Sylvain Bailly viene eletto nuovo sindaco di Parigi in sostituzione di Flesselles ucciso il giorno prima. Il Marchese La Fayette viene nominato comandante della Guardia Borghese ribattezzata come Guardia Nazionale.
DIGIONE: - L'eco degli eventi parigini, giunto a Digione, provoca una sommossa e la decisione della municipalita' di costituire una Guardia Borghese.
In 26 delle 30 più grandi città della Francia si istituiscono nuove entità municipali affiancate da nuovi organi di Polizia, comandati dal Marchese LAFAYETTE (*), eroe della Rivoluzione Americana. Mentre in Francia meritata o meno (chi lo ritiene un eroe e chi invece lo considera un millantatore) la sua fama presso il popolino salì alle stelle. (la sua smodata ambizione e la sua vanità era cosa risaputa) 
A Parigi, in Place de Greve, la folla massacra l'intendente della capitale Bertier De Sauvigny e Joseph Foulon accusati di speculazioni sul grano.
Bertier, nemico dichiarato di Necker che lo aveva costretto a dimettersi, era stato arrestato a Compiègne. Viene fatto a pezzi ed i suoi resti sparsi per le vie di Parigi.
Foulon, ex intendente alle finanze e molto introdotto a Corte; arrestato a Viry-Châtillon e condotto a piedi nudi a Parigi. Durante il viaggio lo obbligano a dissetarsi con una mistura di aceto e pepe ed a detergersi il sudore con fasci di ortiche. Impiccato ad un lampione, la corda si spezza ed allora viene decapitato.

La caduta della Bastiglia, ed il martirio di alcuni Parigini sacrificatisi per la libertà, fu un evento spettacolarmente simbolico, una specie di miracoloso trionfo del popolo contro il potere dei soldati Reali. Luigi XVI capitolò: non voleva che una guerra civile si svolgesse nelle strade e trasformasse la città in un campo di battaglia. A Parigi il Re stesso inaugurò il nuovo Tricolore: Bianco per i Borboni, Rosso e Blu per i Parigini (subito si fece fare un quadro, a cavallo, con in testa la coccarda tricolore). 
E' la prima grande affermazione della Rivoluzione e la prima grave sconfitta della monarchia.

17 LUGLIO - Luigi XVI accetta, torto collo, il perentorio invito della Municipalita' e si reca in visita all'Hotel de Ville, stupito e timoroso dei 10.000 popolani armati che fanno ala al corteo reale. Sancisce cosi', con la sua presenza e suo malgrado, l'autorita' della Comune.
Entra nel palazzo sotto una volta di spade incrociate, brandite dai popolani, e viene ricevuto dal nuovo sindaco Bailly e da La Fayette, che gli appunta sul cappello una nuova coccarda, di sua invenzione, con i tre colori rosso, bianco e blu.
Molti, intanto, sentono che il terreno comincia a scottare, fanno i bagagli e riparano all'estero. Tra i primi ad emigrare si conta lo stesso fratello del re, il Conte di Artois, seguito dal Duca di Bourbon, dal Duca d'Enghien ed ancora le famiglie dei Breteuil, dei De Broglie, dei Polignac e di tanti altri. Dopo qualche peregrinazione per gli stati europei, molti di loro approderanno a Torino, ospiti di Vittorio Amedeo III, re degli Stati Sardi.
Gli emigrati, che con il loro gesto, si dichiarano apertamente contro la Rivoluzione, metteranno la famiglia reale e tutti i monarchici nella condizione di essere considerati nemici interni.
LA FUGA: circa il 20% e' emigrato prima del 1793; il restante 80% viene spinto ora fuori dai confini dalla paura del Terrore. Il numero totale degli emigrati, stimato in 145.000 persone, e' stato percentualmente ripartito in: 25% = preti - 20% = contadini - 15% = operai, artigiani, commercianti - 17% = borghesi - 17% = nobili - 6% = ufficiali e militari disertori.
Gli emigrati che rientravano clandestinamente in patria (per difficolta' economiche o di varia natura), dopo il 20/4/1792, erano sottoposti ad un giudizio estremamente sommario e consegnati al boia.
Dopo il 17/9/1793, i parenti degli emigrati vennero automaticamente iscritti nelle liste dei sospetti.
A Torino e, succesivamente, a Coblenza alcuni nobili, di rango superiore, cercarono di dare vita a comitati contro-rivoluzionari confidando nell'appoggio degli armati riuniti nel campo di Jales; altri, invece, costituirono, a loro spese, milizie personali contro-rivoluzionarie, senza pero' mai raggiungere un significativa forza di pressione esterna. Tra questi il Principe di Conde' riuscì ad organizzare 20 reggimenti di 400 reclute l'uno.

LA RIVOLTA DEI CONTADINI
Abbiamo visto sinora due protagonisti sul proscenio della Rivoluzione: la nuova borghesia e il popolo di Parigi.  Ma la sollevazione parigina infiamma anche le campagne, angustiate dai soprusi feudali e ultimamente -come già accennato-  tormentate da una brutta carestia.

LA GRANDE PAURA:

In quasi tutto il paese scoppia contemporaneamente una violenta rivolta contadina. Gruppi di braccianti disoccupati e di mendicanti, armati alla meglio, battono le campagne distruggendo e saccheggiando i raccolti, uccidendo il bestiame e terrorizzando gli agricoltori.
E' la Grande Paura che si diffonde rapidamente destabilizzando il gia' tentennante ordine del mondo contadino, costringendo molti a fuggire, caricando i loro beni su carrette o a dorso di mulo. Nel disordine piu' assoluto anche il brigantaggio di strada si diffonde aggiungendo paura a disperazione. I briganti piu' efferati sono i cosidetti chaffeurs, per la loro abitudine di bruciare i piedi alle vittime allo scopo di farsi rivelare eventuali nascondigli di denaro o gioielli.
Dal canto suo l'esercito si rifiuta di intervenire.
La contemporaneita' dei moti scoppiati in vari punti del paese, assai lontani tra loro, ha fatto sospettare esistesse una regia occulta del Duca d'Orléans, operata a mezzo di suoi emissari.
Il bilancio sara' tragico. E' stato stimato che almeno 400 persone siano rimaste vittime della sommossa: appesi ai lampioni o uccisi nei loro castelli.

I contadini nelle campagne attuarono così una "rivoluzione parallela" che mischiava assieme alla causa patriottica anche l'ansietà verso le tradizionali aspirazioni: quelle della libertà, abolizione delle corvées, desiderio di sfamarsi; di non fare insomma più i "servi".
 La rivolta dei contadini fu autonoma ma comunque rinforzò il sollevarsi della città favorendo l'Assemblea Nazionale. I contadini possedevano soltanto il 33% delle terre che coltivavano, e prendevano le altre dalla nobiltà o dalla Chiesa ma lavorandoci come servi. La popolazione fin dall'inizio di questo sistema crebbe, e la suddivisione delle terre di generazione in generazione cominciò a farsi problematica, riducendo il margine di sopravvivenza in molte famiglie. Le ultime innovazioni nell'organizzazione dello Stato esasperarono ancor più i contadini: gli storici si sono sempre dibattuti se questi mali furono dovuti alle innovazioni capitalistiche; comunque nelle campagne regnava il malcontento alimentato anche dalle oppressive tasse reali e dagli scarsi rifornimenti di cibo. In Luglio in diverse regioni i contadini saccheggiarono i castelli dei nobili bruciando i documenti che registravano le loro obbligazioni feudali. Poi questa rivolta in seguito sfociò in parte nel movimento conosciuto come Regno del Terrore. I contadini si rivoltarono con una notevole violenza, con una ostinata determinazione e contribuirono in buona parte a far apparire il Terzo Stato estremamente forte, compatto ed invincibile.

25 LUGLIO  - I deputati del Terzo Stato si recano in corteo all'Hotel de Ville, per rendere omaggio alla nuova Autorita' Municipale, seguiti ed accompagnati da una folla immensa di cittadini. Il Terzo Stato si e' ormai reso conto dell'esistenza di due poteri rivoluzionari: l'Assemblea Nazionale e la Comune di Parigi che, non sempre, riusciranno a convivere ed a collaborare per il buon esito della Rivoluzione. 
La Grande Paura continua e si segnalano moti a Colmar ed insurrezioni contadine in Alsazia e nello Hainaut.
26 LUGLIO - Insurrezione contadina nel Mâconnais. - 29 LUGLIO a CLUNY la Guardia Borghese reprime la rivolta contadina che infuria nei dintorni della citta'. - il 2 AGOSTO  il deputato Salomon chiede vengano attuate repressioni severe contro i moti contadini.

4 AGOSTO - LA CORTE: - Il re, unitamente a Necker, procede ad un rimpasto ministeriale facendo assegnamento su alcuni amici di La Fayette.
A.N.C.: - Nel corso di una seduta notturna viene decisa l'abolizione della maggior parte dei privilegi feudali esistenti ed il riscatto a pagamento, da parte dello Stato, di alcuni altri antichi diritti.
E' stata una svolta storica importante, intesa anche a calmare gli animi nelle campagne, dove la rivolta infuria e molti castelli vengono dati alle fiamme; i rivoltosi cominciano anche a saccheggiare ed a bruciare i beni dei contadini piccoli proprietari e dei borghesi.
L'Assemblea, con uno storico colpo di spugna, abolisce assurdi privilegi parassitari che erano andati cumulandosi nei secoli, a favore dei nobili:
- servitu' di corvee, manomorta e servitu' personali
- diritto di giustizia feudale
- decime dovute ai nobili per i piu' assurdi motivi
- obbligo di imposta alla pari con tutti gli altri proprietari.
In una notte si sono ottenuti quei risultati che Turgot, Calonne ed altri non erano riusciti ad ottenere con anni di inutili interventi.

LA NOTTE DEL 4 AGOSTO 1789

E' un'altra grande data della rivoluzione, anche se la legge  votata accoglierà solo parzialmente le richieste dei contadini.

Trascinata da questi eventi l'Assemblea Nazionale Costituente nel corso della notte del 4 Agosto votò le abolizioni 1) delle immunità fiscali del clero e della nobiltà, 2) la cessazione di ogni privilegio particolare; 3)  la soppressione delle corvées e dei diritti feudali in cambio di un risarcimento in denaro da parte dei contadini. Una Francia nuova stava nascendo, unitaria nelle sue leggi e nelle sue idee. Gettandosi alle spalle l'antica rete di privilegi, il 4 Agosto la Storia permise all'Assemblea di costruire un nuovo regime. Non durò molto, ma qualcosa di notevole rimase.


7 AGOSTO - A.N.C.: - Necker fa una esposizione allarmante sulla situazione finanziaria dello Stato.
Pubblicazione del "Progetto Svelato per Addormentare il Popolo", dove Marat stima insufficienti le riforme votate durante la notte del 4 Agosto.


9 AGOSTO - A.N.C.: - In risposta alla richiesta di Necker, intesa a far fronte alla crisi finanziaria, viene votata l'emissione di un prestito di trenta milioni di lire.

10 AGOSTO - A.N.C.: - Viene approvato un decreto che impone ai militari di prestare giuramento di fedelta' alla Nazione, al Re, ed alla Legge.

11 AGOSTO - A.N.C.: - Un decreto approva definitivamente le decisioni prese durante la notte del 4 Agosto. E' un decreto che sancisce l'abolizione del feudalesimo, proclama l'uguaglianza civile e fiscale ed abolisce assurdi e secolari privilegi. - A CAEN si registrano moti e sommosse.

23 AGOSTO - A.N.C.: - Viene proclamata la liberta' di opinione religiosa; e' un passo per giungere alla separazione tra Stato e chiesa.

24 AGOSTO - A.N.C.: - Viene proclamata la liberta' di stampa ed abolita la censura, sino ad allora, operata dai "Censori Regi".  Pubblicazione del primo numero del giornale "La Chronique de Paris".

27 AGOSTO

Il 27 Agosto l'Assemblea divulgò la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino VEDI > > >

e si sanciva la morte dell'Ancién Regime. Gli autori della Dichiarazione cercarono di dare alla stessa un significato "universale". Un deputato del tempo affermò che questa Dichiarazione doveva portare i significati della Rivoluzione a tutto il Mondo, come i coraggiosi cittadini di Filadelfia a loro modo avevano raggiunto la libertà. Malgrado tutti i suoi limiti e l'ombra che su di essa proiettera' la ghigliottina, questa dichiarazione rappresenta una delle piu' grandi svolte della storia dell'umanita'.

La  Dichiarazione afferma e sancisce i diritti della libertà, dell'uguaglianza, della proprietà e, soprattutto, pone la legge ad di sopra di tutto e quindi subordina a essa lo stesso potere regio.

In novembre avverrà  l'approvazione dei decreti di incameramento dei beni del clero. Chiese, conventi e ogni altro possedimento ecclesiastico si trasformano in beni nazionali e come tali vengono messi in vendita. L'urgenza di far fronte al grandissimo deficit dello Stato è all'origine di questa decisione. 
La Costituzione Civile del Clero verrà invece approvata il prossimo anno, il 22 agosto 1790 (vedi).

VERSO LA DEBOLEZZA DELL'ASSEMBLEA
NAZIONALE COSTITUENTE


Di fronte al continuo rifiuto di Luigi XVI di sanzionare il decreto di soppressione dei diritti feudali, accompagnato da non dubbie sue intenzioni di un intervento armato, riprende vigore la mobilitazione del popolo di Parigi .... e pretende che il re si trasferisca a Parigi. 
Siamo di fronte a una grande svolta: la folla rivoluzionaria è riuscita finalmente (ma ancora una volta è strumentalizzata) a porre sotto il proprio diretto controllo la corte e l'Assemblea.

Nelle elezioni dei deputati degli Stati Generali, la scarsa preparazione degli operai e dei contadini aveva fatto sì che la maggioranza dei rappresentanti del Terzo Stato fosse composta di borghesi. Anche nell'Assemblea Nazionale Costituente, pertanto, nobili di idee progressiste, ricchi borghesi e professionisti (specie uomini di legge) costituirono la maggioranza e poterono indirizzarne i lavori conformemente ai loro punti di vista. In seno alla maggioranza, tuttavia, si distinsero tosto correnti politiche diverse, designate con i classici nomi di destra e sinistra, a seconda del loro modo di disporsi nell'aula delle riunioni rispetto al presidente della seduta. Le varie correnti politiche organizzarono poi, fuori dall'Assemblea, dei propri circoli, come luoghi di riunione e di discussione politica. Il più importante di questi circoli o clubs fu quello dei GIACOBINI (*), così detto dall'ex convento dei Domenicani (Jacobins) dove si tenevano le sedute. Esso ebbe, in un primo tempo almeno, indirizzo monarchico-costituzionale e progressista, conformemente alle tendenze della media borghesia Francese, e fu capeggiato da Alessandro de Lameth, sebbene ne facessero parte anche elementi più decisamente democratici o addirittura Repubblicani, come il giornalista-avvocato Camillo DESMOULINS (*)  ed un altro  giovane avvocato di Arras, MAXMILLIAN ROBESPIERRE (*). 

L'ala più conservatrice dei monarchico-costituzionali, identificatesi con la nobiltà liberale e l'alta borghesia, si raccolse invece nel Club degli Amici dell'89 ed ebbe come esponenti il  LAFAYETTE (*), MIRABEAU (*) ed il BAILLY. Poichè gli avvenimenti dell'Ottobre 1789 avevano mostrato come al Sovrano e all'Assemblea Nazionale Costituente non restassero altri schemi, dinanzi alle violenze della folla, al di fuori delle baionette della Guardia Nazionale di Lafayette, del controllo dell'esercito da parte di Bailly sul Comune di Parigi e dell'ascendente personale del Mirabeau, questi tre personaggi finirono con l'essere i mediatori tra la Corona ed il Paese e, quindi, gli arbitri della situazione politica. Attraverso di loro, la nobiltà liberale e la ricca borghesia, mirante ormai a sostituire al privilegio antico del sangue quello nuovo della ricchezza, poterono influenzare profondamente il lavoro della Costituente.

La Costituzione infatti si ispirava alle dottrine del Montesquieu sulla separazione dei poteri ed a quelle del Rosseau sulla sovranità popolare. Volle quindi dividere il potere legislativo da quello esecutivo e da quello giudiziario, affermando in pari tempo il principio dell'elezione dal basso delle cariche pubbliche. Affidò dunque il potere legislativo ad una assemblea, eletta dai cittadini; il potere giudiziario a giudici anch'essi elettivi; il potere esecutivo al Re ed ai suoi ministri, responsabili di fronte all'Assemblea.

Il Re non riuscì nemmeno a conservare totalmente il potere di veto sulle leggi emanate dall'Assemblea: infatti poteva opporsi per due volte consecutive all'approvazione della stessa legge, ma se questa passava per tre volte consecutive in tre anni l'approvazione dei Legislatori, sarebbe divenuta automaticamente legge, senza che il Re potesse opporsi in alcun modo. Il diritto di voto fu riservato ai soli cittadini attivi, cioè paganti la quantità minima di imposte. Fra gli stessi cittadini attivi, solo i più ricchi potevano accedere alle cariche pubbliche e quindi dirigere la vita politica. Ancora non potevano votare le donne, perchè ritenute troppo emozionali e adatte piuttosto ai ruoli materni. Amministrativamente, la Francia venne divisa in 83 dipartimenti, di estensione approssimativamente uguale, a loro volta divisi in distretti, cantoni e comuni.
Ogni circoscrizione doveva avere una amministrazione elettiva, con la solita discriminazione tra cittadini attivi e passivi. Larghi poteri venivano lasciati ai Comuni, fra cui l'esazione delle imposte e l'organizzazione della Guardia Nazionale. In pratica, dunque, ogni Municipio veniva ad essere come una piccola roccaforte dei ceti abbienti, arbitri di esigere le imposte secondo i propri criteri ed addirittura di tenere una loro forza armata, attraverso la Guardia Nazionale.

I dipartimenti erano quindi strumenti di decentralizzazione per i motivi sopra elencati, ma anche contemporaneamente di centralizzazione, perché rappresentavano l'unità dello Stato Francese e la sua uniformità: questa contraddizione piacque ai 'dirigenti' che la mantennero viva con fermento particolare. La nuova mappa amministrativa creò anche i presupposti per una riforma di tipo giuridico. I rivoluzionari stabilirono una corte civile in ogni distretto, ed una corte criminale in ogni dipartimento, ed ogni altro cambiamento fu fatto in vista di un sistema giuridico più immediato ed accessibile.

L'Assemblea cercò di riaprire anche la vita economica del paese smantellando l'apparato di tasse e tariffe ed incentivando l'iniziativa personale e la competizione; inoltre, almeno in teoria, i contadini ora potevano coltivare le loro terre come volevano. Poichè da secoli il Clero Francese, coerentemente ai principi Gallicani, era strettamente subordinato allo Stato, la Costituzione ritenne di dover completare la propria opera, riordinando anche le strutture Ecclesiastiche. Nacque così la Costituzione civile del Clero, che realizzava antiche aspirazioni di Gallicani e di Giansenisti, introducendo il principio elettivo nelle nomine dei Parroci e dei Vescovi, stabilendo che questi ultimi venissero consacrati da una commissione di Arcivescovi, senza più andare a Roma per farsi investire dal Papa o pagargli alcun tributo, e sopprimendo infine gli ordini Religiosi.

A quest'ultima decisione si era giunti anche per criteri di economia nelle finanze stabili: infatti non bisogna dimenticarsi del clamoroso deficit in cui lo Stato Francese era piombato a causa della dissolutezza delle classi più agiate. Neppure il Necker era riuscito a sanare in qualche modo questa grave falla e perciò la Costituente, su proposta del Vescovo di Autun, TALLEYRAND (*), aveva stabilito che gli immensi beni fondiari del clero venissero incamerati dallo Stato, il quale, in cambio, si sarebbe addossato l'onere del mantenimento del culto (Novembre 1789).

Con la vendita dei beni del clero, infatti, si sperava di poter colmare il deficit del bilancio e, nell'attesa di questa vendita, si era pensato di fornire al tesoro i mezzi indispensabili per far fronte alle necessità più urgenti, mediante l'emissione di titoli di credito o ASSEGNATI, garantiti appunto sulla massa dei beni Ecclesiastici ancora invenduti. A mano a mano che lo stato avesse poi incassato il ricavato della vendita di questi beni, avrebbe provveduto a rimborsare i detentori degli assegnati. In realtà le cose si svolsero in modo molto diverso dal previsto. L'assegnato, accolto con scarsa fiducia sul mercato finanziario, specie all'estero, non tardò a perdere di valore rispetto alla moneta metallica. Lo Stato, d'altra parte, assillato dal bisogno di denaro, anzichè rimborsare i detentori degli assegnati con il ricavato della vendita dei beni del Clero, continuò ad emettere in quantità crescente questi titoli di credito.
GLI ASSEGNATI. Se, all'inizio, era sembrato un ottimo sistema per dare una boccata d'ossigeno alle carenti finanze statali, col tempo produrra' degli effetti disastrosi ed una inflazione ad altissimo livello.
L'idea in se' e' semplice: il sequestro e la messa in vendita dei beni immobiliari della chiesa, necessario per racimolare immediatamente liquidita', potrebbe creare una offerta, sul mercato, non indifferente e tale da sminuire i prezzi dei beni stessi.
L'assegnato, che frutta un interesse, consente di dilazionare nel tempo gli acquisti, senza svilire il valore dei beni e nello stesso tempo e' una fonte di liquidita' immediata per lo Stato, che dovrà, con apposite leggi, nazionalizzare e fissare le regole di cessione. Il cittadino che sottoscrive questo prestito dispone di una garanzia reale che è costituita dallo sterminato patrimonio della chiesa (valutato in 2-3 miliardi di lire) e sa di poter optare per l'acquisto privilegiato di una parte di questo patrimonio; tutto è in vendita: chiese, conventi, terreni, ecc.
Le cose si guastano quando, alla prima emissione di 400 milioni, ne segue un'altra di 800 milioni (e poi altre ed altre ancora), e la trasformazione di questi titoli in moneta corrente cartacea, che andrà ad aggiungersi alla massa di moneta metallica già in circolazione, dando origine ad una inarrestabile spirale inflattiva.

Il desiderio dei detentori di assegnati di liberarsi al più presto di questa carta moneta svalutata accelerò vertiginosamente la circolazione degli assegnati stessi, scatenando così un'inflazione di proporzioni sempre più gravi. E si ebbero allora le conseguenze inevitabili di ogni fenomeno del genere: mentre industriali e commercianti potevano pagare i loro debiti in moneta svalutata e quindi imprimere un formidabile impulso ai loro affari, le merci salivano di prezzo, provocando la fame nella Capitale e quindi ingigantendo il fermento Rivoluzionario. Ciò nonostante, l'operazione ebbe conseguenze quanto mai importanti per la Francia. Mentre l'inflazione serviva di sprone alla borghesia cittadina, lo spezzamento del latifondo ecclesiastico creava tutto un vasto ceto di nuovi proprietari terrieri, il cui peso politico doveva presto rivelarsi determinante. Ognuno di essi, infatti, si sentì cointeressato, legato alle sorti della Rivoluzione e disposto a qualsiasi estremo, pur di non lasciar tornare l'Ancien Régime.

27 AGOSTO - A.N.C.: - Necker torna alla carica e richiede l'emissione di un prestito di 80 milioni di lire, essendo fallito quello proposto il 9 Agosto.

28 AGOSTO - A.N.C.: - Sono trascorsi quasi 5 mesi dall'insediamento degli Stati Generali (divenuti poi Assemblea Nazionale Costituente). Durante questo periodo il re si e' avvalso pesantemente del suo diritto di veto per respingere un ingente numero di decreti approvati dall'Assemblea. Tra i decreti piu' importanti, respinti dal re (regina?) c'e' anche quello del 4 Agosto sulla abolizione dei diriti feudali.
Per smuovere questa situazione di stallo l'Assemblea inizia la discussione sulla legittimita' del diritto di voto del re.

29 AGOSTO - A.N.C.: - Emissione di un decreto che ristabilisce la liberta' di commercio del grano. Provvedimento infelice che provochera' l'accaparramento e la speculazione su di un bene di prima necessita gia' scarso. - Appare il primo numero del "Journal des Débats et des Décrets.

30 AGOSTO - Camille Desmoulins promuove, a Palais Royal, un tentativo di sollevazione popolare inteso ad ottenere: - la ratifica, da parte del re, dei decreti del 4 Agosto (abolizione dei diritti feudali)
- abolizione del diritto di veto reale - obbligare la Corte e l'Assemblea a stabilirsi a Parigi.
Il tentativo di Desmoulins ottiene uno scarso seguito.

31 AGOSTO - A.N.C.: - Il Comitato Costituzionale, designato il 7 Luglio, propone all'Assemblea alcune idee circa la costituzione di una seconda camera (Camera Alta) e sulla regolamentazione del diritto di veto reale. - La proposta riguardante la Camera Alta viene respinta.
A Palais Royal Desmoulins non demorde e cerca di ottenere il sostegno della Municipalita' su quanto richiesto il 30 Agosto ed anche contro le proposte discusse in Assemblea sulla regolamentazione del diritto di veto che, secondo la piazza, dovrebbe essere abolito. Anche questa volta l'iniziativa non raccoglie consensi.

7 SETTEMBRE - PARIGI: - Le mogli degli artisti parigini hanno portato, negli uffici dell'Assemblea, una cassetta contenente i loro gioielli. Un gesto spontaneno a favore della Repubblica che verra' ben presto imitato da altri cittadini.

9 SETTEMBRE - TROYES: - Durante una manifestazione i dimostranti assassinano il sindaco.

11 SETTEMBRE - A.N.C.: - L'Assemblea cerca di aggirare il problema del veto reale votandone la sospensione per due legislature.

12 SETTEMBRE - ORLEANS: - Manifestazioni e tumulti.

15 SETTEMBRE - Camille Desmoulins pubblica il suo "Discours de la Lanterne aux Parisiens".

16 SETTEMBRE - Pubblicazione de "L'Ami du Peuple" di Marat e del primo numero del "Journal General de la Cour et de la Ville".

18 SETTEMBRE - LA CORTE: - Il re formula osservazioni e pesanti riserve sui decreti del 4 Agosto. Chiede all'Assemblea un riesame dei decreti.

19 SETTEMBRE - LA COMUNE: - Elezione di una nuova Assemblea Municipale allargata a 300 rappresentanti dei distretti parigini.

20 SETTEMBRE - Robespierre da' alle stampe un suo discorso (non pronunciato) intitolato "Contre le Veto Royal".

23 SETTEMBRE - A.N.C.: - Servono soldi ed il deputato Treilhard riferisce all'Assemblea sullo stato e sulla entita' dei beni della chiesa. - Il deputato Thouret relaziona sulla divisione territoriale ed amministrativa del regno in vista di una auspicata riorganizzazione. - Rapporto del deputato Beaumetz sulla necessaria riorganizzazione della legislazione criminale.

1 OTTOBRE - LA CORTE: - Una provocazione che costera' cara. Durante un banchetto, offerto dagli ufficiali delle Guardie del Corpo a quelli del reggimento delle Fiandre, nuovamente dislocato presso Versailles per ordine del re, la coccarda tricolore viene calpestata e sostituita, in presenza e con il compiacimento della regina, con l'emblema di quest'ultima: la coccarda nera. Viene anche esibita ed esaltata la coccarda bianca, emblema del re.

4-5-6 OTTOBRE - IL SEQUESTRO DEL RE vedi

 4 OTTOBRE - La notizia del banchetto di Versailles e' ormai sulla bocca di tutti ed e' fonte di una sorda collera che scatena molte agitazioni a Parigi, nei quartieri popolari ed a Palais Royal.
Tutto questo si aggiunge ad una situazione gia' molto tesa: code interminabili davanti alle panetterie, il prezzo del pane rincarato, scarsita' di rifornimenti, richieste di aumenti salariali, notizie di complotti da parte della nobilta', saccheggio delle parrocchie di Saint-Nicolas-Des-Champs e di Saint-Jacques-La Boucherie (in quest'ultima il clero esercitava una specie di monopolio sulla macellazione e la vendita delle carni).

5 OTTOBRE - La marcia su Versailles. Di buon mattino, si forma davanti all'Hotel de Ville, un assembramento di donne, da qualche giorno intenzionate a recarsi a Versailles, per chiedere pane e migliori condizioni di vita.
La prima iniziativa e' dovuta alle Dames de la Halle, una "corporazione" di negozianti e di merciaie che operavano alle halles e sul mercato di place Maubert. Tradizionalmente queste "dame" si recavano ogni anno a fare gli auguri alla Corte e venivano contraccambiate con un banchetto. A queste si aggiungono ben presto numerose popolane esacerbate dalla situazione contingente.
Alcuni agitatori (vincitori della Bastiglia come Maillard ed altri) prendono in mano la situazione e guidano le donne esasperate sulla strada di Versailles, sotto lo sguardo indifferente delle Guardie Francesi e delle Guardie Nazionali, che non intervengono.
 La passeggiata non e' breve. Il corteo raggiunge la reggia verso le 16.30, sotto una pioggia insistente; parte delle donne invadono l'Assemblea chiedendo piu' pane e meno discorsi inutili, altre vengono ricevute dal re, appena tornato dalla caccia, il quale cerca di cavarsela facendo sequestrare e distribuire tutto il pane disponibile in citta'.
Verso le ore 22.00 arriva La Fayette, con un distaccamento della Guardia Nazionale, fischiato ed insultato da piu' parti. La Fayette riesce comunque a tranquillizzare la Corte e l'Assemblea, assicurando di essere in grado di mantenere l'ordine.
Il resto della notte verra' trascorso dai manifestanti tra canti, danze e grandi bevute.
Marat, dal canto suo, pubblica sullo "Ami du Peuple", un violento appello alla insurrezione generale.

La leggenda (o la storia?) racconta che in questa occasione la regina, seccatissima per lo schiamazzo delle manifestanti, abbia esclamato: "....e se non hanno pane che mangino delle brioche!!"

6 OTTOBRE - Al mattino, verso le ore 6.00, i manifestanti, la maggioranza dei quali e' ormai composta da uomini, che nella notte si sono aggregati, penetrano nel cortile della reggia ed ingaggiano una zuffa con le guardie del corpo; un paio di guardie sono uccise, decapitate e le loro teste issate sulle picche. Segue un tentativo di entrare negli appartamenti della regina.
Un tardivo, blando intervento di La Fayette calma momentaneamente le acque ma la folla continua ad urlare che LE BOULANGER, LA BOULANGERE ET LE PETIT MITRON devono trasferirsi a Parigi. (N.: Il fornaio, la fornaia ed il garzone/delfino)
Verso le ore 13.00 un lungo corteo prende la via per Parigi; nella carrozza reale trovano posto il re, la regina, il Conte di Provenza, Madame Elisabeth, il delfino, la piccola Madame Royale e la governante dei bambini Madame De Tourzel.
Il corteo giunge a Parigi verso le ore 20.00, accolto dal sindaco Bailly e finalmente, verso le ore 22,00, la famiglia reale si installa nel palazzo delle Tuileries, praticamente prigioniera di quel nuovo incontrollato potere nato il 14 Luglio ai piedi della Bastiglia.
A.N.C.: - Anche l'Assemblea proclama la sua intenzione di stabilirsi a Parigi.

PALAZZO DELLE TUILERIES. Era stato costruito nella seconda meta' del 1500 per volere di Caterina de Medici. Incendiato nel 1871 dai Comunardi, venne definitivamente demolito lasciando posto alle attuali aree che si estendono dal Louvre alla Place de la Concorde.
  Il re era alloggiato al piano terreno ed, in parte, nello scantinato, mentre la regina e gli altri familiari erano al piano superiore; il tutto collegato da un funzionale sistema di scale interne. Altri locali del palazzo vennero destinati ai membri della corte ed al personale facente parte del seguito del re.

8 OTTOBRE - A.N.C.: - Approvato un decreto di riforma della legislazione criminale.
Marat passa qualche guaio con la Municipalita' parigina per la violenza dei suoi articoli su "L'Ami du People".

10 OTTOBRE - A.N.C.: - Il deputato Guillotin, nell'ambito delle riforme in atto della legislazione criminale, chiede all'Assemblea di stabilire, in nome dell'eguaglianza, una pena di morte unica ed indolore, da applicare, quando la legge lo prevede, a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione sociale o di censo.
- La Fayette viene nominato comandante delle truppe regolari dislocate in un raggio di 15 leghe intorno a Parigi.
- Un decreto dell'Assemblea attribuisce a Luigi XVI il titolo di "Re dei Francesi" ed abolisce il vecchio titolo di "Re di Francia e di Navarra".

12 OTTOBRE -LA CORTE: - Incalzato dagli eventi, il re e' costretto a sottoscrivere i decreti del 4 Agosto ed altri che aveva, ostinatamente, respinti. Si sfoga inviando una lettera di protesta segreta al re di Spagna, tramite un compiacente intermediario, l'abate di Fontbrune.
Anche il Conte d'Artois, fratello di Luigi XVI, emigrato, scrive all'imperatore Giuseppe II d'Austria, per sollecitare un intervento armato in Francia.

19 OTTOBRE - A.N.C.: - L'Assemblea si e' trasferita a Parigi; in attesa di una migliore sistemazione, tiene la sua prima seduta nella cappella dell'arcivescovado, dotata di una pessima acustica che costringe i deputati ad urlare per farsi intendere.

21 OTTOBRE - A.N.C.: - L'Assemblea vota una "Legge Marziale" destinata alla repressione dei moti popolari.

22 OTTOBRE - A.N.C.: - Inizio della discussione di un progetto di legge che riserva il diritto di voto ai soli "cittadini attivi" cioe' quelli fiscalmente imponibili.

24 OTTOBRE - Insurrezione generale nei Paesi Bassi occupati dagli Austriaci. Giuseppe II d'Austria viene dichiarato decaduto dagli insorti.

28 OTTOBRE - A.N.C.: - Decreto che sospende il reclutamento monastico, essendosi verificata, negli ultimi mesi, una sostanziale mancanza di vocazioni.

29 OTTOBRE - A.N.C.: - L'Assemblea fissa alcune norme per i cittadini che intendono farsi eleggere a cariche politiche: - essere proprietari di immobili - versare un contributo di un "marco d'Argento" (lingotto di 224 grammi) - versare una imposta pari al controvalore di 51 giorni di normale salario operaio. Circa 50.000 cittadini aderiranno a questa richiesta in vista di future elezioni.
La popolazione della Francia è di circa 25 milioni di abitanti.
E accadde questo:  che gruppi intellettuali, o singoli autorevoli personaggi, nonostante le proprie capacità, erano ineleggibili per mancanza di beni. Eppure l'articolo 6 recitava: 
tutti i cittadini sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, a seconda della loro capacità, e senz'altra distinzione che quella delle loro virtù e del loro ingegno.
Dai risultati dell'attività legislativa la posizione della borghesia appare chiara: si vede una forte tendenza a difendere la pienezza del conquistato potere da qualsiasi attentato proveniente  dall'alto o dal basso:  

1 NOVEMBRE - Il trasferimento dell'A.N.C. a Parigi ha imposto anche il trasferimento del Club Breton,(890430) che si sistema presso il convento domenicano di Rue Saint-Honoré, detto "dei Giacobini". Il Club dei Giacobini, formato inizialmente da 200 deputati, verra' aperto a tutti i cittadini e verranno costituite "affiliate" presso le principali citta' della provincia.
Il Club giochera' un ruolo fondamentale nello sviluppo della Rivoluzione.

vedi nascita dei GIACOBINI >>>>

2 NOVEMBRE - A.N.C.: - Servono soldi; un decreto dell'Assemblea pone i beni ecclesiastici a diposizione della Nazione.
Appare il primo numero di "Actes des Apôtres". Giornale di tendenza monarchica redatto a cura di alcuni esponenti politici tra i quali anche Mirabeau.
L'idea di nazionalizzare i beni della chiesa e' dovuta a Talleyrand. Egli aveva stimato, con sufficiente precisione, un valore dei beni pari a circa due miliardi di lire, tale da coprire quasi totalmente l'ammontare del debito pubblico.

3 NOVEMBRE - A.N.C.: - Decreto che ribadisce la sospensione dell'attivita' di tutti i Parlamenti. E' praticamente l'atto di decesso di queste vecchie istituzioni.
Inizio della discussione sulla nuova divisione e sull'assetto amministrativo della Francia.

4 NOVEMBRE - Trionfo al Théâtre-Française della tragedia "Carlo IX" di Marie Joseph Chénier, fratello del poeta Andrea Chénier e membro del Club dei Giacobini.

7 NOVEMBRE - A.N.C.: - Decreto che:
. esclude i deputati da tutti i posti ministeriali, per evidenti motivi di possibili collusioni
. sopprime la distinzione tra Ordini in seno all'Assemblea: Nobilta', Clero e Terzo Stato
. mette i beni ecclesiastici sotto il controllo dello Stato.

9 NOVEMBRE - A.N.C.: - Prima seduta dell'Assemblea nella nuova sede del Maneggio (presso le Tuileries), fatto approntare dal dott. Guillotin. Comprende anche una tribuna riservata al pubblico, dalla quale gli urli e gli insulti del popolo condizioneranno, sovente, le decisioni dei deputati.

Tra il pubblico, le piu' scalmanate erano le Tricoteuses, donne di origine popolana che seguivano le sedute confezionando maglie ed indumenti di lana, sferruzzando in continuazione.
Assistevano sovente anche alle sfilate delle carrette che portavano i condannati al patibolo e, a volte, intingevano i loro fazzoletti nel sangue dei decapitati, ai piedi della ghigliottina; souvenirs patriottici che rivendevano ai collezionisti.
La piu' celebre di loro, capo carismatico del gruppo, era Aspasie Carlemigelli, la quale, prezzolata da qualche politico intrigante, organizzava, a volte, nell'aula assembleare, veri e propri tumulti contro qualche deputato o contro l'approvazione di determinati decreti.
Aspasie e' passata alla storia per il feroce trattamento inflitto al corpo del deputato Feraud. (950520)

12 NOVEMBRE - A.N.C.: - Decreto che prevede la costituzione di una municipalita' in ogni citta', borgo o parrocchia rurale.

19 NOVEMBRE - A.N.C.: - Creazione di una "Cassa dello Straordinario" che dovra' essere alimentata con la vendita dei beni della chiesa e che servira' a far fronte ad interventi finanziari di natura eccezionale.

24 NOVEMBRE - Apparizione del primo numero del "Moniteur" pubblicato da Panckoucke, libraio in Parigi ed uno dei piu' ricchi editori di Francia.

28 NOVEMBRE - Pubblicazione del primo numero di "Revolution de France e de Brabant" di Camille Desmoulins.

1 DICEMBRE - A.N.C.: - Approvazione del decreto, proposto dal Dott. Guillotin, che stabilisce l'uguaglianza delle pene per tutti i cittadini.
TOLONE: - La rivolta comincia a serpeggiare anche tra i marinai della flotta; nel corso di una sommossa alcuni marinai arrestano il loro comandante, l'ammiraglio D'Albert.

3 DICEMBRE -DIJON: - La Comune lancia un progetto per un "trattato federativo" inteso a fare rispettare i decreti dell'Assemblea e l'autorita' del re, su tutto il territorio.

9 DICEMBRE - A.N.C.: - Decreto che stabilisce i principi della divisione del territorio nazionale in Dipartimenti e l'abolizione delle provincie con i loro particolarismi.

12 DICEMBRE - Marat e' nuovamente nei guai per la violenza dei suoi interventi giornalistici. Viene arrestato ma subito rilasciato grazie alla protezione di La Fayette.

13 DICEMBRE - SENLIS: - Disordini e moti in citta'.

14 DICEMBRE - A.N.C.: - Approvata una legge quadro per favorire una nuova organizzazione delle municipalita'.

17 DICEMBRE - A.N.C.: - Approvazione di un decreto che stabilisce di utilizzare i beni della chiesa per garantire i debiti dello Stato.

18 DICEMBRE - Vittoria degli insorti nei Paesi Bassi austriaci. Bruxelles viene evacuata dall'armata austriaca.

19 DICEMBRE - A.N.C.: - Viene approvata la creazione e l'emissione degli "ASSEGNATI", inizialmente in tagli da 1000 lire e per un importo di 400 milioni di lire; rappresentano un "buono di acquisto privilegiato" sui beni della chiesa e fruttano un interesse del 5%.
GLI ASSEGNATI. Se, all'inizio, era sembrato un ottimo sistema per dare una boccata d'ossigeno alle carenti finanze statali, col tempo produrra' degli effetti disastrosi ed una inflazione ad altissimo livello.
L'idea in se' e' semplice: il sequestro e la messa in vendita dei beni immobiliari della chiesa, necessario per racimolare immediatamente liquidita', potrebbe creare una offerta, sul mercato, non indifferente e tale da sminuire i prezzi dei beni stessi.
L'assegnato, che frutta un interesse, consente di dilazionare nel tempo gli acquisti, senza svilire il valore dei beni e nello stesso tempo e' una fonte di liquidita' immediata per lo Stato, che dovra', con apposite leggi, nazionalizzare e fissare le regole di cessione. Il cittadino che sottoscrive questo prestito dispone di una garanzia reale che e' costituita dallo sterminato patrimonio della chiesa (valutato in 2-3 miliardi di lire) e sa di poter optare per l'acquisto privilegiato di una parte di questo patrimonio; tutto e' in vendita: chiese, conventi, terreni, ecc.
Le cose si guastano quando, alla prima emissione di 400 milioni, ne segue un'altra di 800 milioni (e poi altre ed altre ancora), e la trasformazione di questi titoli in moneta corrente cartacea, che andra' ad aggiungersi alla massa di moneta metallica gia' in circolazione, dando origine ad una inarrestabile spirale inflattiva.

22 DICEMBRE - - Decreto che definisce i criteri organizzativi della amministrazione dipartimentale.

24 DICEMBRE - A.N.C.: - Decreto che rende eleggibili anche i cittadini non-cattolici, di fatto i protestanti. Il caso degli ebrei e' sotto riserva in quanto questo gruppo etnico/religioso propende a considerare i suoi membri come apolidi.

Nel frattempo in questi stessi mesi:.....

*** In AMERICA, a New York, il 30-aprile si riunisce
il primo Congresso Federale degli Stati Uniti d'America.
GEORGE WASHINGTON viene eletto primo Presidente degli Stati. Filadelfia é temporaneamente la prima capitale USA dei "nuovi" abitanti chiamati ora "americani" e non più con il nome del proprio Stato.

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*** JAMES WATT costruisce le prime macchine rotative; questa volta a doppio effetto, due rulli stampano davanti e dietro il foglio continuo che scorre  da una bobina, attraversa i due rulli si impressiona e viene subito raccolta da un'altra bobina, pronta poi per il taglio. In seguito quest'ultima operazione verrà fatta automaticamente da un terminale della macchina, che taglia, piega e  confeziona il giornale finito, pronto per la distribuzione.

 

Bibliografia:
ADOLPH THIERS - Storia della Rivoluzione Francese - 10 Volumi
R.CIAMPINI, Napoleone, Utet, 1941
EMIL LUDWIG Napoleone, Mondadori, 1929
NAPOLEONE, Memoriale di Sant'Elena (prima edizione (originale) italiana 1844)
Storiologia ha realizzato un CD con l'intero MEMORIALE - vedi presentazione qui )
E un grazie al sig. Kolimo dalla Francia - http://www.alateus.it/rfind.html

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