CAPITOLO 7
Le ultime crociate (A.D. 1200-1299)
La crociata della vergogna - Una vergogna dopo l’altra - Crociata
sul Nilo
La crociata dello scomunicato - Le crociate del re santo - La crociata gialla
La crociata spagnola - Il nuovo fronte est.
I
La crociata della vergogna
Nel 1198 era salito al trono di
Pietro Innocenzo III, un papa che voleva fare anche l’imperatore!
Dopo la morte del marito, Enrico V, Costanza d’Altavilla affidò
proprio al papa il piccolo Federico, re di Sicilia. Nel 1210 il papa lo fece
diventare imperatore del Sacro Romano Impero, col nome di Federico II.
Il papa considerava Federico una sua creatura. Si sbagliava.
Molti considerano Innocenzo III un grande papa. Sicuramente lo fu, ma il suo
pontificato dovrebbe essere giudicato dai risultati ottenuti.
Secondo me Innocenzo III fece più danni alla cristianità del
Saladino!
Mentre il piccolo Federico cresceva
alla corte di Palermo, Innocenzo III organizzò, insieme a molti piccoli
nobili francesi, e alla repubblica di Venezia, una “guerra santa”
che i libri di storia chiamano “Quarta Crociata”, ma che tutti
i cristiani (d’Oriente e d’Occidente!) dovrebbero chiamare:
“La crociata della vergogna”.
Il capo della Crociata era Bonifacio da Monferrato, ma tutte le decisioni
più importanti furono prese dal doge di Venezia, Enrico Dandolo.
Oggi Venezia é una romantica città turistica, ma allora era
un’animatissima città commerciale.
Per Venezia la crociata era solo un affare.
I crociati stipularono un contratto per il nolo delle navi: una cifra enorme,
che non avevano.
Quale era l’obiettivo originario della crociata?
Sicuramente non la Palestina!
Sembra che papa e nobili pensavano all’Egitto, molto più ricco!
Naturalmente c’era sempre la scusa che gli infedeli Egiziani erano padroni
di Gerusalemme, e quindi vinti loro, la presa di Gerusalemme sarebbe stata
cosa fatta!
Tra gli aspiranti crociati c’erano tanti che ardevano dalla voglia di
andare in Terrasanta: l’idea dell’Egitto non gli piaceva. Poi
corse la voce che la prima tappa della crociata sarebbe stata…Zara!
Zara (oggi Zadar) era una città della Dalmazia, (cattolicissima!) che
per molto tempo era stata dominio veneziano, e poi aveva proclamato la sua
indipendenza, appoggiandosi al re d’Ungheria.
I Veneziani chiesero ai crociati, in cambio di una parte del loro debito,
di aiutarli a riprendere Zara.
Gia mi immagino il crociato che, sventrando il cittadino di Zara, gli dice:
Niente di personale! E’ solo questione di “business”!
Possibile che, alla partenza della
flotta, il papa non sapesse niente?
Eppure tanti crociati furono scandalizzati. Molti disertarono!
Il papa si limitò a mandare una bella scomunica. A cose fatte!
Se lo avesse fatto prima, Venezia poteva ignorarlo?
Oppure (proposta indecente!), se era solo questione di soldi…non poteva
anticipare il papa stesso la somma richiesta, magari diventando socio della
“Quarta Crociata SpA”?
Forse Innocenzo III fu preso in contropiede dagli avvenimenti, e non seppe,
o non volle, prendere una posizione chiara. Alla fine ritirò anche
la scomunica!
Finito il “lavoro” a Zara, la flotta stava per ripartire, quando
successe un evento inaspettato, che il doge Enrico Dandolo sicuramente aveva
organizzato.
L’anno prima il Basileus
Isacco II era stato spodestato (e accecato!) dal fratello.
Il figlio d’Isacco, Alessio, si presentò a Zara, facendo, a crociati
e veneziani, una “proposta a cui non si poteva dire di no”!
Se i crociati lo avessero rimesso sul trono, lui, dopo, avrebbe pagato tutte
le spese della spedizione, e avrebbe anche mandato navi bizantine per il proseguimento
della crociata.
Tanti crociati non erano d’accordo: erano appena stati scomunicati e
poi assolti!
I capi, invece, accettarono con entusiasmo: ormai, dopo Zara, tutto sembrava
lecito!
E il papa?
Innocenzo III, forse, fu avvertito solo quando le navi erano già in
viaggio per Costantinopoli. Sicuramente non fece niente per fermare la spedizione.
Probabilmente il papa pensava che, alla fine, la crociata si sarebbe fatta
davvero!
All’inizio a Costantinopoli
le cose sembrarono andare nel migliore dei modi.
L’usurpatore scappò via, e Alessio fu rimesso sul trono.
Le navi crociate rimasero a Costantinopoli aspettando che Alessio rispettasse
i suoi impegni: gli affari sono affari!
I soldi non arrivarono. Ci fu, invece, una rivolta contro “i latini”.
Alessio e Isacco furono uccisi. I “crociati” andarono a prendersi
i loro soldi, saccheggiando, uccidendo e stuprando…
La parola vergogna é troppo poco!
Il turista che guarda la facciata di Piazza S. Marco, sa che i quattro cavalli,
da poco restaurati, prima “stavano a Costantinopoli”…ma
non sa il prezzo di sangue che é stato pagato per farli arrivare a
Venezia.
Anche molti altri tesori di San Marco “stavano a Costantinopoli”,
per non parlare delle reliquie.
Il saccheggio delle reliquie nelle chiese é stata forse la cosa più
raccapricciante. Oltre, naturalmente, l’uccisione di donne e bambini.
Molti anni dopo, papa Giovanni Paolo II, ha chiesto perdono!.
I greci, di oggi, non hanno perdonato!
Correva l’anno 1204. Naturalmente
la crociata finì lì.
Un nobile gradito a Veneziani, Baldovino, fu nominato primo “Imperatore
Latino d’Oriente.
La sua autorità non andò mai oltre Costantinopoli.
A nord, Serbi e Bulgari ne approfittarono per rendersi indipendenti.
A Nicea i Greci scampati si riorganizzarono.
La Grecia fu divisa in contee e ducati, tra i nobili franchi.
Chi ci guadagnò di più fu Venezia, che, oltre annettersi varie
isole (tra cui Corfu, Creta e l’Eubea), acquistò enormi privilegi
commerciali in tutto l’ex impero bizantino.
Il papa si mostrò indignato: forse lo era veramente!
Innocenzo III però finì per pensare che da un male poteva nascere
un bene!
Innanzitutto, finalmente, la chiesa greca sarebbe stata riunita a quella latina.
Poi i bizantini avrebbero smesso di boicottare le crociate, e il nuovo impero
latino sarebbe stato in grado di difendere l’Europa dai Turchi…
E’ successo esattamente il contrario!
II
Una vergogna dopo l’altra
Durante il pontificato di Innocenzo
III ci furono altre due crociate, se possibile, ancora più vergognose
di quella a Costantinopoli!
La prima fu in Francia.
In Provenza si era sviluppato un movimento (come tanti altri) che cercava
una riforma della Chiesa, e un ritorno alla povertà evangelica.
Non é ben chiaro se l’iniziativa della “crociata”
partì dal papa (per il quale ogni dissidente era un eretico!) o dal
re di Francia Filippo (che voleva estendere la sua supremazia ai signori del
Sud della Francia).
In ogni caso il re e il papa si misero subito d’accordo.
Nel 1209 l'esercito cattolico espugnava la città di Bèziers.
Gli “eretici” erano solo una parte della popolazione: come distinguere
gli Albigesi dai Cattolici?
Sembra che il legato pontificio Arnaldo abbia pronunciato la frase:
"Uccideteli tutti! Poi
Dio riconoscerà i suoi!
Questa “crociata” fu solo un mezzo del re per sottomettere la
Provenza, differente, per lingua e cultura dalla Francia del nord.
Oggi la cultura provenzale é praticamente scomparsa, e la “Lingua
d’Oc” dei trovatori rimane ora solo in alcuni “dialetti”
francesi.
Un’altra crociata avvenne
nel 1212, ed ebbe per protagonisti ragazzi tra i 12 e 16 anni!
I disastri delle crociate precedenti avevano fatto pensare a tanti che il
messaggio evangelico doveva essere diffuso con l’amore, e non con la
guerra.
Tanti ragazzi partirono a piedi per la Terrasanta. I genitori e preti li lasciarono
fare!
Arrivati al mare alcuni trovarono un armatore “benefattore” disposto
a portarli in Palestina gratis: li vendette tutti come schiavi, ad Algeri
e ad Alessandria.
Alcuni di loro, diventati adulti, furono riscattati da Federico II, quando
si decise a fare la sua crociata.
Che fine avranno fatto gli altri?
Sembra che da questa triste storia sia derivata la favola del pifferaio magico
di Hamelin.
III
Crociata sul Nilo
Nel 1216 diventa papa Onorio III,
che è stato anche precettore di Federico II.
Il papa cerca di convincere l’imperatore a guidare una crociata, ma
l’imperatore perde tempo.
Alla fine la crociata parte senza di lui, verso l’Egitto!
Molti volontari, da tutta l’Europa, si uniscono all’esercito di
Giovanni, re (virtuale) di Gerusalemme.
Nel 1218 l’esercito cristiano attacca la città di Damietta, importante
porto, da cui si poteva risalire il Nilo fino al Cairo.
L’intenzione dichiarata era di prendere Damietta, per poi puntare su
Gerusalemme.
I fatti che seguono mi fanno invece pensare che proprio l’Egitto era
l’obiettivo principale della missione, e la presa di Gerusalemme era
considerata da molti solo un “effetto collaterale”.
Per la presa di Damietta furono impiegati uomini e mezzi, in quantità
enorme.
Ho il legittimo dubbio che per prendere Gerusalemme ne sarebbero bastati molto
meno.
Mentre i crociati assediano Damietta
muore il sultano Al Aladil e si apre la lotta della successione.
Il nuovo sultano Elkamil propone di restituire Gerusalemme se i crociati lasciano
l’Egitto.
Il legato del papa, lo spagnolo Pelagio risponde sprezzantemente: no!
Tra l’altro lui aspetta, invano, l’esercito promesso da Federico
II.
Nel 1219 i Crociati prendono finalmente Damietta e avanzano verso Il Cairo.
Elkamil propone allora di restituire Gerusalemme e tutta la Palestina.
Giovanni, impaziente di diventare re effettivo di Gerusalemme vorrebbe accettare,
ma Pelagio risponde ancore seccamente no!
Era sincera l’offerta di Elkamil?
In ogni caso, mentre erano ancora in posizione di forza, i Cristiani avrebbero
potuto costringere Elkamil allo scambio. Invece Pelagio spinge i Cristiani
verso Il Cairo dove vengono bloccati dalla (prevedibilissima!) piena del Nilo
Perché?
Tutti (cristiani e mussulmani) danno la responsabilità della sconfitta
al solo Pelagio: dopo tutto lo spagnolo pensava alla grande vittoria che pochi
anni prima i suoi conterranei avevano ottenuto contro i Mori a Las Navas de
Tolosa. Ma Pelagio era il legato del papa.
Quali erano state le istruzioni del papa?
Prendere Gerusalemme o occupare l’Egitto? .
Io opterei per la seconda ipotesi.
In ogni caso, alla fine, i cristiani furono sonoramente sconfitti. Dovettero
ringraziare Elkamil di poter lasciare il Cairo, e Damietta, sani e salvi (almeno
la maggioranza di loro!).
La “crociata sul Nilo” era finita!
Tra i pellegrini arrivati con
i crociati c’era un frate allora poco conosciuto, ma che presto sarebbe
diventato S. Francesco.
Francesco, di sua iniziativa, lasciò il campo dei crociati, si fece
catturare, e chiese di parlare con il Sultano.
Sembra che il Sultano abbia parlato a lungo con Francesco che gli proponeva
una visione del Cristianesimo molto diversa da quelli che combattevano intorno
a Damietta.
Probabilmente ne fu colpito abbastanza da capire che, se veramente avesse
permesso a Francesco di predicare in Egitto, molti sarebbero stati i suoi
seguaci, tra cristiani copti e mussulmani…
In ogni caso ogni forma di proselitismo cristiano nei paesi mussulmani era
(ed é tuttora!) sempre e rigorosamente vietata!
S. Francesco fu riportato al campo cristiano con la benedizione di Allah…
Il suo martirio non sarebbe stato utile ai mussulmani.
Sarebbe stata una pessima propaganda, e le guerre si vincono anche con la
propaganda!
IV
La crociata dello scomunicato
Federico II era figlio dell’imperatore
Enrico V e di Costanza d’Altavilla, sorella dell’ultimo re normanno
Guglielmo.
Come italiano del XXI secolo, non riesco a capire come un re siciliano da
parecchie generazioni abbia potuto fare sposare Costanza al figlio dell’imperatore
Federico Barbarossa, che inevitabilmente, avrebbe unito Sicilia, e Italia
meridionale, al Sacro Romano Impero Germanico!
D'altra parte un italiano del XIV secolo, Dante Alighieri, guardò con
favore quel matrimonio, mettendo Costanza in Paradiso!
A quei tempi era ancora viva l’idea dell’impero universale, e
Federico II cercò di risollevare l’Impero facendo proprio quello
che i papi più temevano: prendere in una morsa lo stato pontificio,
attaccandolo da nord e da sud!
Come molti ragazzi educati nelle
scuole religiose, Federico II era, in cuor suo, un feroce anticlericale.
Come tutore Federico aveva avuto addirittura papa Innocenzo III, e come precettore
il futuro papa Onorio III!
Ai due papi finché gli servivano, aveva promesso tutto, anche di fare
una crociata!
Nel 1220 Federico II, fu incoronato imperatore e promise di fare la crociata
entro due anni.
L’imperatore preferì sbrigare altri affari in Italia e Germania
(in Egitto Pelagio lo aspettò invano!).
Il papa alla fine lo scomunicò.
Nel 1228 lo scomunicato arrivò in Palestina, ma prima aveva avuto un
lungo scambio di corrispondenza con il sultano Elkamil.
Elkamil era una persona colta,
e, probabilmente, non era più mussulmano di quanto Federico era cristiano.
Federico era cresciuto alla corte di Palermo dove (lì si!) i mussulmani
colti non erano solo tollerati, ma protetti e incentivati. Federico parlava
l’arabo, ed .era appassionato di arti e scienze.
Elkamil propose a Federico un'alleanza. Promise anche che gli avrebbe ceduto
Gerusalemme. Poteva farlo senza problemi perché in quel periodo la
città non era più sua, ma del fratello, Al Muazzam, che gli
si era messo contro!
Federico arrivò in Palestina, convinto di fare una passeggiata a Gerusalemme
(tanto per fare contento il papa!) e poi tornare ai suoi affari di imperatore…
Purtroppo, per Federico, nel frattempo Al Muazzam era morto, e suo figlio
An Nasir era debole. Elkamil aveva già occupato Gerusalemme: perché
cederla a Federico?
I due eserciti marciarono uno contro l’altro (probabilmente fu solo
una messinscena!), ma, prima dello scontro, Federico e Elkamil si misero d’accordo.
Nel 1229, Elkamil cedette a Federico Gerusalemme e una striscia di terra che
la collegava ad Acri.
Gerusalemme però non poteva essere fortificata, e i luoghi santi mussulmani
rimanevano sotto il controllo di Elkamil.
Questo “trattato di pace” fece scandalo in tutto il mondo mussulmano.
An Nasir tuonò nelle moschee di Damasco contro lo zio. Subito dopo
Elkamil occupò Damasco, e la Siria: l’accordo con i cristiani
gli garantiva mano libera!
Quando Federico visitò le chiese (e le moschee!) di Gerusalemme, molti
mussulmani trovarono, come minimo sconcertante, l’atteggiamento di Federico
verso i simboli della sua religione, e verso i suoi stessi correligionari,
da lui definiti “porci”.
“Porci” era il termine, spregiativo, con cui i mussulmani indicavano
i cristiani: se Federico lo usava voleva dire che lui era un ateo, cioè
peggio che cristiano!
Anche lo scrivente ha potuto costatare che un mussulmano ha più rispetto
per un cristiano che per un ateo.
Un dialogo tra le due religioni é possibile, fino a che non si arriva
alla conclusione:
Se le nostre religioni sono equivalenti perché tu non ti converti alla mia?
Anche nel mondo cristiano si gridò
allo scandalo.
Come avrebbero potuto i cristiani difendere Gerusalemme priva di fortificazioni,
dopo che Federico fosse andato via?
Questo all’imperatore non interessava. Tornato in Italia riuscì
a farsi togliere la scomunica dal papa, e poi s’interessò solo
di Italia e Germania.
L’accordo di pace durò forse più di quanto ci si poteva
aspettare.
Dopo la morte di Elkamil ci furono nel mondo mussulmano lotte di successione
e disordini.
Nel 1244 un una tribù di turchi “Choreshemi”, attaccò
e occupò Gerusalemme. Ai cristiani fu concesso di lasciare la città,
ma poi furono assaliti lungo la strada!
Pochi raggiunsero Acri.
L’accordo che fu allora
concluso tra Federico II ed Elkamil assomiglia molto ad altri che, nel ventesimo
secolo, sono stati proposti per Gerusalemme.
Se c’è la buona volontà, da entrambe le parti, qualunque
trattato può funzionare.
Se c’è la buona volontà, e la possibilità di fare
rispettare l’accordo da tutti!
Chi potrebbe farlo adesso?
V
Le crociate del re santo
Nel 1248 partì per la crociata
re Luigi IX di Francia, il santo.
Sembra che il re fosse veramente un fervente cattolico. Ma le sue crociate
sono state un disastro.
La sua prima crociata sembra una fotocopia della “crociata sul Nilo”
di 25 anni prima.
1. Assedio di Damietta
2. Conquista di Damietta
3. Proposta di scambio con Gerusalemme
4. Rifiuto
5. Sconfitta finale
Ci sono due eventi che vale la pena di far notare.
1. Durante il momentaneo successo
francese fu deposto l’ultimo sultano della dinastia degli Ayubiti e
salì al potere un ex schiavo turco, che diede inizio alla dinastia
dei Mamelucchi. Un loro sultano caccerà definitivamente i crociati
dall’Asia.
2. Alla fine della crociata il re stesso fu fatto prigioniero e riscattato,
in cambio di Damietta, e un sacco di soldi!
Una volta liberato Luigi IX andò
ad Acri dove restò 4 anni, cercando di riorganizzare le sfiduciate
truppe cristiane. Ci fosse venuto quando ancora aveva un esercito!
Ormai il disfattismo era nell’aria. Gli stessi templari avevano perso
la loro grinta…
Tornato in Francia il re continuò a pensare a crociate, e nel 1270
Luigi IX sbarcò col suo esercito…presso Tunisi.
Che c’entrava la Tunisia?
Sembra che l’idea a Luigi l’aveva data suo fratello Carlo d’Angiò,
da poco re di Napoli e di Sicilia.
Era lui che voleva espandersi in Africa: ci avevano provato anche i Normanni!
In ogni caso, questo tentativo di spostare il fronte sud della Cristianità
in Africa finì prima ancora di cominciare.
Luigi IX morì (forse di tifo) subito dopo lo sbarco.
L’esercito francese si sbandò…e la Francia dovette aspettare
seicento anni per creare il suo impero coloniale!
VI
La crociata gialla
Alcuni l’hanno chiamata
così, ma le guerre dei Mongoli non sono mai state "guerre sante"!
I mongoli erano feroci guerrieri, semiatei, che seminarono il terrore dalla
Siberia all’Europa, dalla Cina alla Siria. In Europa furono fermati
a stento in Polonia, ma solo perché avevano perso una parte del loro
slancio, dopo la morte di Gengis Khan.
Anche arabi e turchi ebbero a che fare con loro. Nel 1255 occuparono Baghdad
distruggendo la città delle mille e una notte, che non si riprenderà
più!
Tra i mongoli c’erano anche
dei cristiani: erano Nestoriani (una delle tante “eresie” sulla
natura di Cristo) scappati dall’impero bizantino secoli prima, e arrivati
fino in Cina.
Credo che a Roma si fossero addirittura dimenticati che erano mai esistiti!
In ogni caso, (eretici o no) erano fratelli, quando faceva comodo!
Il papa promosse missioni per avere contatti con i Mongoli, pensando anche
ad un’alleanza con loro contro i mussulmani.
I loro viaggi sono stati raccontati da Giovanni del Pian del Carpine, Guglielmo
di Rubruck, e soprattutto, da Marco Polo.
Coi Mongoli non fu possibile nessuna trattativa. I frati inviati si resero
presto conto che i guerrieri tartari erano tutto tranne che cristiani, e,
soprattutto, non accettavano alleati: solo vassalli!
Dopo avere occupato Baghdad i
mongoli espugnarono anche Damasco e Aleppo.
Gli stati cristiani non sapevano come comportarsi.
Antiochia, Tripoli, e la piccola Armenia, si schierarono con i Mongoli.
Acri rimase neutrale:
Nel 1260 i Mamelucchi Egiziani attraversarono il territorio di Acri per andare
a combattere i Mongoli. Il re “virtuale” di Gerusalemme li fece
passare indisturbati.
I Mamelucchi vinsero a Ain Gialud.
Ormai Mamelucchi Egiziani erano il più forte stato della regione, e
in pochi anni liquidarono le ultime città cristiane.
I cristiani non ricevevano più aiuti dall’Europa, ed erano demoralizzati.
Nel 1268 cadde Antiochia, nel 1289 Tripoli, nel 1291 S. Giovani d’Acri.
Quelli che poterono fuggirono sulle navi.
Il re (virtuale) di Gerusalemme fuggì a Cipro, dove si fece chiamare
“re di Cipro e di Gerusalemme”
Tanti altri furono massacrati.
Alcuni scapparono nelle montagne: sono gli antenati dei cristiano-maroniti
di oggi!
VI
La crociata spagnola
In questo tredicesimo secolo (tristissimo
per la Cristianità!) l’unica guerra santa che ha avuto successo
é quella di Spagna.
Correva l’anno 1211.
Alfonso VIII di Castiglia era impegnato in una spedizione a sud quando un
esercito degli Almoadi attaccò e conquistò il Castello di Salvatierra
al confine della Castiglia, avanzando verso Toledo.
Alfonso VIII temette il peggio e chiese al papa di proclamare una crociata.
Alla “cruzada” parteciparono anche molti cavalieri francesi e
tedeschi, che così almeno vennero distolti dalla “Crociata contro
gli Albigesi”.
Accanto ad Alfonso VIII di Castiglia, si schierarono anche Sancho VII di Navarra,
e Pedro II di Aragona. Non aderirono Alfonso IX di Leon, e Alfonso II del
Portogallo (che temeva più i Castigliani che i Mori).
Il papa minacciò di scomunica “chiunque avesse attaccato
a tradimento i regni cristiani impegnati nella crociata” e molti
portoghesi e leonesi aderirono alla crociata, a titolo personale.
Un primo successo fu la presa della fortezza di Calatrava: la guarnigione
mora si arrese, e secondi patti, fu risparmiata.
Come in Palestina anche qui ci furono contrasti, tra nativi e forestieri.
Molti dei crociati “ultramontanos” tornarono indietro, ma gli
Spagnoli proseguirono l’avanzata verso sud.
Ripresa Salvatierra, gli spagnoli trovarono i mori arroccati nelle montagne
della Sierra Morena.
Sembra che un pastore guidò i cristiani indicando un’antica via
romana che permise ai crociati di aggirare le difese mussulmane.
Lo scontro decisivo avvenne nella piana di Navas de Tolosa, dove l’esercito
dei Mori fu praticamente distrutto.
La vittoria di Navas de Tolosa é considerata, da tutti gli Spagnoli,
il più importante momento della Riconquista, anche perché fu
ottenuta con il concorso di tutti gli iberici (o quasi!).
Dopo quella battaglia i Mori passarono di sconfitta in sconfitta.
Nel 1238 gli Aragonesi occuparono definitivamente Valencia (era già
stata occupata dal Cid, ma poi ripersa!). Vennero occupate anche Murcia, e
le isole Baleari.
Anche i portoghesi approfittarono della debolezza dei Mori occupando l’Algarve,
e portando il Portogallo ai confini attuali.
I Castigliani occuparono parte dell’Andalusia: nel 1236 fu occupata
Cordova, nel 1248 Siviglia, nel 1262 Cadice.
L’ultimo stato mussulmano rimasto in Spagna era il regno di Granada
(dal 1232 sotto la dinastia dei Nasiridi) che comprendeva la maggior parte
dell’Andalusia.
I tempi sembravano maturi per la cacciata definitiva dei Mori dall’Europa.
Ci vorranno altri duecento anni!
VII
Il nuovo fronte est
Dopo la caduta di San Giovanni
d’Acri, il fronte est della cristianità era ritornato in Asia
minore e nel mare Egeo. Gli stati cristiani, che avevano preso il posto dell’antico
impero bizantino, erano tanti, e spesso in lotta tra loro.
Il cosiddetto “impero latino d’oriente” non solo non era
capace di difendere la cristianità, ma neanche se stesso!
Baldovino, sconfitto e fatto prigioniero dal nuovo “zar” di Bulgaria
non regnò neanche un anno.
I suoi successori non faranno di meglio.
A Nicea i greci superstiti riuscirono
ad organizzare un “impero” (?) greco.
Nel 1208 Teodoro Lascari fu incoronato “imperatore”. Nel 1211
riuscì anche a sconfiggere i turchi, ma il suo regno copriva solo una
piccola parte dell’Anatolia.
A complicare la situazione in Asia Minore arrivarono i Mongoli che combatterono
indifferentemente turchi e greci.
I greci pagarono la pace con denaro contante! I turchi si ritirarono nelle
montagne.
Altri stati “greci” nacquero in Epiro, e a Trebisonda, sul Mar
Nero.
Nel resto della Grecia continentale i franchi avevano creato, il ducato di
Atene, e il Principato di Morea, mentre la maggior parte delle isole greche
era sotto il dominio diretto di Venezia.
L’ultimo avamposto della Cristianità era Cipro, ancora sede del
re “virtuale” di Gerusalemme.
A Cipro si erano rifugiati (temporaneamente) gli ultimi monaci cavalieri,
Templari e Giovanniti.
Nel 1261 Michele Paleologo, appoggiato
da Genova (contro Venezia) occupò Costantinopoli, mettendo fine all’“impero
latino d’oriente”.
Michele riprese la Tracia Orientale, e parte della Grecia settentrionale,
ma dovette lottare con gli ultimi stati latini, i bulgari, e soprattutto col
nuovo re di Napoli (e Sicilia) Carlo d’Angiò, che si era impadronito
anche del principato di Morea.
Per affrontare una coalizione promossa da Carlo d’Angiò, Michele
Paleologo cercò perfino di diventare amico del papa realizzando (per
pochissimi anni!) addirittura l’unione della chiesa greca e latina.
In tutte queste vicissitudini Michele a tutto pensava tranne che ad affrontare
i turchi, e i turchi ne approfittarono per rioccupare quasi tutta la Turchia
asiatica.
Insomma ormai lo spirito delle
crociate si era perso da un pezzo, e cristiani d’oriente e d’occidente
pensavano solo a combattersi tra loro.
Michele Paleologo morì nel 1282, lo stesso anno in cui in Sicilia scoppiò
la rivolta dei Vespri Siciliani che cacciò gli Angioni (francesi) dalla
Sicilia.
Una specie di leggenda dice che la sigla del motto degli insorti “Morte
Alla Francia Italia Anela” sia diventata MAFIA!
CAPITOLO
8 >
Scisma a ovest- Invasione a est. (A.D. 1300-1399)
Papi e re - Templari e Giovanniti - L’impero ottomano
La “Guerra dei cento anni”e il Grande Scisma - La Spagna.