CAPITOLO 8
Scisma a ovest- Invasione a est. (A.D. 1300-1399)
Papi e re - Templari e Giovanniti - L’impero ottomano
La “Guerra dei cento anni”e il Grande Scisma - La Spagna.

I
Papi e re

Nel 1300 papa Bonifacio VIII celebrò il primo giubileo.
In realtà per la cristianità c’era poco da giubilare, visto che l’unica delle tante crociate del secolo precedente andata buon fine era quella spagnola.
Ormai Gerusalemme era definitivamente persa, e i pellegrini d’Europa erano stati invitati a spendere i loro soldi a Roma. Esclusi i greci ortodossi, naturalmente!
Il papa si aspettava che la grandiosità delle celebrazioni del giubileo sancisse la supremazia del papa sull’imperatore, e sui re.
In effetti, l’imperatore contava ormai pochissimo. Dopo la morte di Federico II nessuno degli imperatori nominati dai sette “grandi elettori” era riuscito ad imporre realmente la sua autorità sui feudatari tedeschi e sui comuni italiani.
Neanche in Italia sembrava che ci fosse qualcuno in grado di contrastare il papa.
Nell’Italia meridionale, dopo la morte dei figli di Federico, si era installata (con la benedizione del papa) la nuova dinastia degli Angioini, imparentati ai re di Francia.
Dopo i Vespri, la Sicilia era diventata un regno indipendente, sotto una nuova dinastia, la stessa dei re d’Aragona. Il resto dell’Italia era diviso in centinaia di comuni.

Solo in Francia il re era riuscito ad avere la meglio sui grandi feudatari del paese.
Il re di Francia, era sempre stato il miglior alleato del papa, fino a che…
Nel 1302, Bonifacio VIII emise la Bolla "Unam Sactam" riaffermando categoricamente il potere della Chiesa su tutti i territori governati da re o imperatori.
Il re di Francia, Filippo il Bello, non solo respinse il contenuto della bolla, ma mise il papa sotto accusa, accusandolo d’eresia, simonia e ogni sorta d’infamità.
L’episodio culminante dello scontro tra papa e re avvenne ad Anagni, dove sembra che l’inviato del re (o forse il principe Colonna, suo alleato) mollò al papa un sonoro ceffone.
Bonifacio morì poco.
Il suo successore, Benedetto XI, abrogò tutti i decreti emessi contro il re di Francia…ma non bastò. Poco dopo morì, forse avvelenato…
Filippo si era ormai convinto che doveva scegliersi il papa lui stesso. Ci riuscì!
Nel 1305 fu eletto papa Bertrand de Got, col nome Clemente V.
Il nuovo papa andò a farsi incoronare a Lione, e poco dopo trasferì la corte ad Avignone.
Non è chiaro se questa sia stata una mossa concordate con Filippo sin dall’elezione, oppure Clemente abbia preferito non tornare a Roma per paura dei tanti nobili romani antifrancesi.
In ogni caso i papi rimarranno ad Avignone fino al 1377!
Clemente V seppe ben ripagare il suo “protettore” Filippo.
Il re di Francia aveva bisogno di soldi e pensò di trovarli nelle casse di quello che era stato un grande ordine di monaci cavalieri, ma poi diventato un’organizzazione misteriosissima, e, soprattutto, ricchissima: i Templari!

II
Templari e Giovanniti

Dopo la caduta di S. Giovanni d’Acri, gli ultimi templari si rifugiarono, col loro tesoro, a Cipro.
Avrebbero potuto continuare la lotta contro gli infedeli, o dedicare l’enormi ricchezze, raccolte in opere di bene…
I Templari, invece, preferirono trasferire il loro tesoro nel loro Tempio di Parigi (al sicuro, credevano!), e misero insieme un impero finanziario senza precedenti, facendo anche i banchieri per la Santa Sede.
Le regole impedivano al singolo templare di possedere denaro, ma non di vivere nel lusso, godendo delle ricchezze del proprio ordine.
Fu proprio la ricchezza, la rovina dei templari, oltre la naturale diffidenza di tutti i governi verso organizzazioni potenti, che tendono a fare “uno stato nello stato”.
Una notte di ottobre del 1307, la polizia francese fece un blitz del Tempio, e arrestò il Gran Maestro dell’Ordine e tutti i capi.
Furono accusati di tutto: dalle messe nere alle peggiori perversioni sessuali. Tutti, sotto tortura, confessarono.
L’atteggiamento del papa fu ambiguo: certo non li difese.
L’ordine fu sciolto. Che fine abbia fatto il tesoro, e come fu spartito, non si è mai saputo.
Il Gran Maestro dell’Ordine, che aveva ritrattato la sua confessione, morì nel 1314, non in combattimento, come i suoi predecessori, ma sul rogo!
Trentasette giorni dopo il supplizio moriva Clemente V. Otto mesi dopo, lo seguiva il Re.
Qualche superstizioso ha pensato che, forse, non è stata una coincidenza!
L’ordine dei Templari non é stato più ricostituito, ma innumerevoli storie sono state raccontate sul loro conto, e la loro leggenda è rimasta fino a oggi.
Tante organizzazioni sorte nei secoli successivi si sono ispirate ai templari: una di queste ha nominato di recente “cavaliere” anche un ex ostaggio dei terroristi iracheni!
Stiamo per andare veramente incontro ad un'altra crociata?

A differenza dei Templari, i Giovanniti (detti anche Ospitalieri), continuarono a combattere i mussulmani per secoli.
Nel 1306 i turchi attaccarono l’isola di Rodi, che i bizantini non erano in grado di difendere.
I Giovanniti difesero l’isola con successo e ne fecero un loro stato, diventando i Cavalieri di Rodi.
I Cavalieri di Rodi difesero la loro isola per più di 200 anni e furono sempre in prima linea nella lotta contro i turchi, insieme agli ultimi bizantini, e i Veneziani…anche se non sempre in accordo con loro.
Mentre in occidente i cristiani erano tutti assorti nelle loro beghe interne, il fronte est della cristianità si stava animando di nuovo.
La Jihad turca era ricominciata…

III
L’impero ottomano

Nel 1301, Othman I diventò il sultano di un piccolo stato all’interno dell’attuale Turchia.
E’ difficile capire come abbia potuto questo sultanato crescere fino a diventare il più grande stato mussulmano, e a occupare mezza Europa!
I turchi ottomani erano della stessa razza dei turchi selgheucidi.
Sconfitti dai mongoli, erano risorti come stato, e, approfittando delle continue lotte tra greci, slavi e latini avevano rioccupato, a poco a poco, tutta l’Asia minore. Nel 1330 anche Nicomedia e Nicea caddero in mano dell’invasore.
Ormai, in Asia, a combattere i turchi erano rimasti solo gli armeni della Cilicia, che si arrenderanno, definitivamente solo nel 1375.
In occidente sembra che il re di Francia, Carlo IV, avesse elaborato, un piano per una crociata, che doveva fare una prima tappa proprio in Cilicia. Avrebbe dovuto portarlo a termine il suo successore, Filippo VI, ma il Papa Benedetto XII convinse il re, a desistere.
Non credo che abbia fatto molta fatica!
In realtà ad occidente nessuno si rendeva conto del reale pericolo del nascente impero ottomano.
I turchi, oltre ad avere un temibile esercito, erano molto efficienti nell’amministrazione dello stato.
Con i sudditi cristiani, che si sottomettevano, esercitavano la solita politica di “tolleranza”, ma con una “piccolo tributo” in più, con cui era stato creato lo speciale corpo dei Giannizzeri.
Tutte le famiglie cristiane dell'Impero dovevano dare un figlio maschio al serraglio del Sultano quando era ancora bambino. I bambini venivano sottoposti alla più ferrea delle discipline, ed erano educati alla fede mussulmana in un modo più fanatico di quelli che nascevano mussulmani…alla faccia della tolleranza!

Nel 1344 una coalizione cristiana riuscì ad ottenere un successo, sul mare.
Davanti alle coste dell'Eubea, un flotta cristiana, formata da galee di Venezia, Cipro, Rodi e perfino del Papa, sconfisse la flotta turca. Poi venne occupata anche la città di Smirne, che rimase, fino alla fine del secolo, l’ultimo avamposto cristiano in Asia.
Intanto, però i Turchi erano arrivati in Europa.
Nel 1354 occuparono Gallipoli attraversando lo stretto del Dardanelli.
Costantinopoli non era stata occupata (non ancora!) ma aggirata.
Chiusi fra le mura di Costantinopoli, i Greci abbandonarono agli Slavi la difesa della Tracia.
Il sultano Murad I s’impossessò di Adrianopoli e, nel 1362, entrò a Sofia.
Serbi e bulgari, in passato, avevano già subito le spedizioni crociate (regolari e irregolari) che avevano attraversato il loro territorio, dalla crociata N° 0 in poi…
Adesso si trovavano loro stessi a dover combattere i turchi…e invocare l’aiuto dell’occidente.
Ormai era troppo tardi.
Nel 1389 l'esercito turco del sultano Murad I si spinse fino al Kossovo, dove ebbe luogo un‘epica battaglia rimasta nella memoria storica di Serbi e Albanesi, ma quasi ignorata nell’Europa occidentale…fino alla fine del ventesimo secolo!
Il comandante dell’esercito cristiano era il principe serbo bosniaco Lazar, e ad affrontare i turchi fu una coalizione di serbi, bosniaci, albanesi e rumeni.
Fu una disfatta totale, una catastrofe, per tutti i popoli balcanici.
I Serbi (di oggi!) la considerano, invece, quasi una vittoria morale, per giustificare i loro diritti sul Kossovo…dimenticando che (allora!) gli albanesi combattevano assieme a loro…
Il principe Lazar morì nella battaglia. Morì anche il sultano Murad I, ma questo non rallentò l’avanzata turca.
Bayazid I, figlio di Murad, appena proclamato Sultano, fece trucidare il fratello Yacub, (troppo popolare tra i soldati!). Poi continuò la guerra sottomettendo la Bosnia, la Valacchia, la Bulgaria, la Macedonia e la Tessaglia.
I serbi continuarono a combattere i turchi dalla loro ultima roccaforte di Belgrado. Anche gli albanesi continuarono la guerra nelle loro montagne.
Intanto Turchi avanzavano verso nord-ovest…

In occidente si ricominciò a parlare di crociata. Stavolta il promotore fu il re Sigismondo d'Ungheria (il primo dei paesi attraversato dalla crociata dei “senza averi”!).
In Francia aderì solo il duca di Borgogna, Filippo l’Ardito, che inviò suo figlio Giovanni, detto poi “Senza Paura”.
Giovanni, sotto le mura di Nicopoli, combatté valorosamente, tanto da guadagnarsi il suo bel soprannome…ma questo non gli impedì di essere sconfitto e fatto prigioniero: fu liberato solo dopo il pagamento di un enorme riscatto
Ormai i turchi erano padroni di quasi tutta la penisola balcanica: resistevano solo Costantinopoli, Salonicco e, nella Grecia meridionale, il ducato di Atene (sotto la signoria degli aragonesi), e la Morea, (divisa tra bizantini e veneziani).
La repubblica di Venezia, prima responsabile della caduta dell’impero bizantino, ora era costretta lei stessa a combattere contro i turchi, per difendere le sue colonie in Grecia, e, soprattutto, i suoi interessi commerciali.
La civiltà cristiana era minacciata, a oriente, come non lo era mai stata, dal tempo degli Omhayadi. Purtroppo i cristiani d’occidente pensavano solo a combattersi tra loro.

IV
La “Guerra dei cento anni”e il Grande Scisma

Nel 1337 iniziò ufficialmente tra Francia e Inghilterra quella che poi sarà chiamata “Guerra dei cento anni”. In realtà questa guerra durò 116 anni: ne parlerò solo brevemente, perché non può assolutamente essere considerata una “guerra santa”.
La contesa tra re di Francia e re di Inghilterra era il possesso dell’Aquitania, regione al sud ovest della Francia, di fatto annessa all’Inghilterra, dopo il matrimonio di Eleonora d’Aquitania con Enrico d’Inghilterra (padre di Riccardo Cuor di Leone!).
Eleonora d’Aquitania era stata prima sposata a Luigi VII di Francia (l’aveva anche accompagnato in Palestina durante la seconda crociata!) ma poi il matrimonio era stato annullato…e l’Aquitania era diventata inglese.
I re di Francia voleva riunirla al suo regno. Il re di Inghilterra invece voleva tenersela, e vantava perfino diritti sulla corona francese!
La contesa era tutta qui:
La guerra andò avanti tra grandi battaglie, e brevi tregue, fino alla fine del secolo senza che nessuno dei contendenti avesse definitivamente la meglio.
Una conseguenza dei primi settant’anni di questa guerra fu quella di distrarre la Francia (allora la nazione più importante d’Europa) dalle vicende balcaniche, ignorando ogni appello a crociate…

La guerra non impedì invece i re francesi di interferire nelle vicende della Chiesa Cattolica.
Al contrario, con i papi ad Avignone, le interferenze dei re di Francia condizionarono talmente l’operato del Vicario di Cristo, da rischiare di far perdere alla Chiesa ogni vocazione di universalità.
In Germania, e soprattutto in Italia, guardavano con sempre maggior distacco a quel vescovo di Roma…che a Roma non andava mai!
Alla fine se ne rese conto anche papa Gregorio XI che, nel 1377 (esortato da Caterina da Siena) riportò la sede del papa a Roma, mettendo termine alla “cattività avignonese”.
Gregorio XI morì l’anno dopo, e già durante il conclave riesplose il contrasto tra cardinali italiani e francesi.
I francesi erano in grande maggioranza, e volevano eleggere papa uno di loro. Gli italiani erano abbastanza numerosi da bloccare un candidato da loro sgradito…
Fuori la folla rumoreggiava: si temeva che il nuovo papa riportasse la sede della Chiesa in Francia.
Dicono che alcuni facinorosi arrivarono addirittura a scoperchiare i tetto della sala del Conclave gridando:

Romano lo volemo…almanco italiano!

Il “suggerimento” della folla alla fine fu accolto, e i cardinali elessero un italiano, l’arcivescovo di Bari, che prese il nome di Urbano VI.
Il nuovo papa forse fu scelto dai francesi proprio perché non era cardinale, e quindi estraneo alle beghe della corte papalina. Probabilmente pensavano che avrebbe potuto essere imparziale, mediando le contese tra cardinali italiani e francesi. Riuscì invece a fare scontenti gli uni e gli altri!
Urbano VI probabilmente era animato dalle migliori intenzioni. Cercò di avviare una campagna moralizzatrice della Chiesa che, nel lusso di Avignone, sembrava aver dimenticato completamente il messaggio evangelico.
Il suo principale torto fu probabilmente quello di voler fare tutto subito, con un atteggiamento autoritario e intollerante che spavento tutti, .anche i cardinali italiani!
I cardinali francesi rimpiangevano amaramente di avere eletto proprio lui. Ci furono consultazioni, alleanze, complotti...forse anche lo zampino del re di Francia!
Infine si arrivò a una conclusione clamorosa: i cardinali dichiararono il papa decaduto e ne elessero un altro, un francese che prese il nome di Clemente VII e si insediò ad Avignone.
Purtroppo non era la prima volta che la Chiesa era divisa tra un papa e un antipapa.
Questa volta però “l’antipapa” non era stato nominato da un re o un imperatore, ma da un collegio di cardinali: gli stessi che avevano eletto il papa, che adesso volevano deporre!
Per tutti i credenti (di tutte le nazioni!) c’era un problema di coscienza.
Un papa regolarmente eletto, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, non poteva essere deposto...ma i cardinali dicevano che erano stati costretti ad eleggere Urbano VI dalla folla romana, e non dallo Spirito Santo!
Col papa di Avignone si schierarono subito, naturalmente il di Francia, e il re di Napoli (suo cugino!). Tutti gli altri (vescovi, preti, semplici fedeli) non sapevano a chi obbedire.
Presto fu chiaro che non era più solo in discussione la sede del papato ma il suo stesso ruolo.
Molti invocarono un Concilio. Ma poteva un Concilio imporsi legittimamente a un papa…anzi a due?

V
La Spagna

Nel secolo XIV la Riconquista fece alcuni piccoli, ma importanti progressi.
Nella penisola iberica ormai lo stato più importante era la Castiglia, che, dopo avere riassorbito il regno del Leon, e occupato il porto di Cadice, circondava completamente il Portogallo.
Ormai i Portoghesi non erano più tanto ansiosi di combattere i Mori. Talvolta, non disdegnavano di allearsi con i mussulmani, contro il loro troppo potente vicino!
Un altro stato importante della regione era il regno di Aragona, che occupava la maggior parte della costa orientale della Spagna. L’Aragona era diventata una potenza navale mediterranea: un re aragonese regnava anche in Sicilia, e una compagnia aragonese controllava il ducato di Atene!
I mussulmani resistevano nel regno di Granada, che comprendeva la maggior parte dell’Andalusia: era uno stato piccolo ma potevano sempre contare sull’aiuto del loro vicini in Marocco.

Nel 1340 il Sultano Alì riuscì a spostare le sue truppe dall'Africa oltre lo stretto di Gibilterra e cinse d'assedio la città di Tarifa, con un grande esercito.
Il re di Castiglia, Alfonso XI, avanzò contro i musulmani, cercando la battaglia.
Sulle rive del piccolo fiume Salado, nei pressi di Tarifa, Alfonso riportò una grande vittoria contro i nemici, e un enorme bottino.
Nel 1342, Alfonso XI mise sotto assedio Algeciras, con l'aiuto di volontari genovesi, inglesi, francesi e tedeschi. La città cadde nel 1344.
Le truppe cristiane avevano ormai occupato tutta la sponda spagnola dello stretto di Gibilterra, bloccando il flusso d’invasori musulmani dall'Africa.
Tuttavia il piccolo regno di Granada resisteva.
Il sultano continuava a regnare nel suo palazzo dell’Alhambra, che, con i suoi giardini, oggi rappresenta forse quanto di più bello realizzato finora dall’arte islamica.
Ormai per i regni cristiani, Granada non era più una minaccia, ma era sempre uno stato straniero, il simbolo di una secolare oppressione…
I Castigliani erano ansiosi di cancellarne l’esistenza, ma non erano in grado di scacciare completamente i Mori dalla Spagna senza stipulare un’alleanza stabile con i loro vicini Aragonesi.
Ci riusciranno solo cent’anni dopo!

CAPITOLO 9 >
Disfatta a est -Vittoria a ovest- (A.D. 1400-1499)
La fine dello Scisma - Da Costantinopoli a Istanbul
La guerra dei cent’anni diventa santa - I Turchi avanzano ancora - I Re Cattolici.

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