CAPITOLO 9
Disfatta a est -Vittoria a ovest- (A.D. 1400-1499)
La fine dello Scisma - Da Costantinopoli a Istanbul
La guerra dei cent’anni diventa santa - I Turchi avanzano ancora - I Re Cattolici.

I
La fine dello Scisma

Nel giubileo del 1400 i pellegrini a Roma, erano molti di meno di quelli del secolo precedente.
Il mondo cattolico era sempre diviso: c’erano ancora due papi (uno a Roma e uno ad Avignone) ognuno con la sua corte e il suo collegio di cardinali.
La situazione sembrava bloccata: era la fine della Chiesa Universale?
Nel 1408, alcuni cardinali, di Roma e d’Avignone, per risolvere lo scisma, si incontrarono, con altri vescovi, in un Concilio, a Pisa.
Il papa Gregorio XII ed il suo rivale antipapa Benedetto XIII, respinsero il tentativo di riconciliazione...anzi non si presentarono nemmeno!
A Pisa, i conciliari convenuti fecero una clamorosa scelta: deposero il papa e l'antipapa ed elessero, in pieno accordo, Pietro Filarete, col nome di Alessandro V.
Poteva un concilio deporre un papa? Contava più il papa o il concilio?
Intanto di papi ce n’erano tre, e nessuno ormai poteva affermare con sicurezza chi era il papa, e chi l’antipapa…
Le divisioni tra cristiani (vescovi, preti o laici) ormai andavano di là delle divisioni nazionali.
Molti approfittarono dell’occasione per chiedere una drastica riforma della chiesa, a direzione collegiale.
Chiarissima era solo la posizione del re di Francia: voleva il papa in territorio francese…oppure un papa con poteri così ridotti che la sua sede non avesse più nessuna importanza!

Nel 1415 in un altro concilio, a Costanza, i vescovi riaffermarono la superiorità del concilio sul papa. Ma chi doveva essere il papa?
Gregorio XII, il papa romano?
Benedetto XIII, il papa avignonese?
Oppure Giovanni XXIII, (eletto dopo la morte di Alessandro V), forse il più intrigante di tutti?
Alla fine i vescovi trovarono un compromesso
Giovanni XXIII fu deposto dallo stesso concilio che lo aveva eletto.
Adesso tutti lo considerano solo un antipapa…ma per evitare equivoci, più di cinque secoli dopo Angelo Roncalli ha scelto di farsi chiamare Giovanni XXIII, per sottolineare l’illegittimità del suo lontano predecessore.
Papa legittimo oggi è considerato solo Gregorio XII …ma solamente perché a Costanza accettò di dimettersi, e di riconoscere la legittimità del concilio.
Benedetto XIII continuò a proclamarsi papa, ma fu abbandonato da tutti, anche dal re di Francia!

Il nuovo papa, Martino V, convocò un altro concilio, a Basilea.
Doveva essere il Concilio della Riforma della Chiesa, (magari lo fosse stato!), ma le cose andarono molto diversamente.
Nel 1431, Martino V morì, e il suo successore, Eugenio IV, non voleva accettare la supremazia del concilio sul papa: voleva che tutto tornasse come prima!
Nel mondo cattolico tornò la discordia.
La maggior parte dei vescovi voleva resistere: cercarono l’appoggio del re di Francia, dell’imperatore…
Eugenio IV decise di adottare la linea dura, e convocò un altro concilio a Ferrara. Una parte dei vescovi, per amor di pace, obbedì, e lasciò Basilea.
Molti altri rifiutarono ed elessero un antipapa.
Un nuovo scisma? No! Almeno non per molto!
I vescovi di Basilea non trovarono appoggi politici, e a poco a poco il loro numero cominciò a diminuire. Infine, nel 1449, il concilio si sciolse da solo.
L’antipapa finì per ritirarsi in buon ordine…
Eugenio IV aveva vinto: la Riforma della Chiesa era rimandata al secolo successivo...ma sarebbe stata molto più di una Riforma!
Col senno di poi, possiamo dire che la traumatica spaccatura della Chiesa tra cattolici e protestanti, del secolo XVI, ha avuto origine proprio dalla mancata soluzione dei problemi che lo scisma aveva reso evidente…ma intanto il Grande Scisma d’Occidente era finito!

Eugenio IV voleva passare alla storia come il papa che aveva reso possibile l’unità di tutti i cristiani. Cercò di annullare anche lo Scisma d’Oriente, e, per un breve periodo, ci riuscì!
Nel 1439 il Concilio, trasferito a Firenze, proclamò anche la riunione della Chiesa Greca con la Chiesa Latina. I Greci Ortodossi, accettavano la supremazia del Papa di Roma!
Il clamoroso annuncio fu accolto con entusiasmo in tutta l’Europa Occidentale, rendendo possibile l’organizzazione di una nuova Crociata.
Purtroppo, riconciliazione e crociata non servirono a niente.
Ormai era troppo tardi!

II
Da Costantinopoli ad Istanbul

Da 800 anni i Mussulmani puntavano su Costantinopoli.
Gli Arabi non erano riusciti a prenderla. I turchi selgheucidi nemmeno.
I turchi ottomani erano riusciti ad aggirarla a conquistare quasi tutto quello che rimaneva dell’impero Bizantino.
Stavano per lanciare l’attacco finale su Costantinopoli quando arrivarono in Turchia i mongoli di Tamerlano, che nel 1402 sconfissero i turchi vicino l’odierna Ankara facendo addirittura prigioniero il sultano Bâyâzid.
I bizantini potevano approfittare della situazione, e allearsi con gli altri popoli balcanici per cacciare almeno i turchi dall’Europa. Come al solito preferirono temporeggiare, e venire a patti col nuovo sultano, accontentandosi di riprendersi Salonicco.
L’impero di Tamerlano cadde velocemente come si era formato e i sultani Maometto I e Murâd II in poco più di 20 anni ripresero il controllo della Turchia.
Nei Balcani i turchi tornarono all’offensiva, contro i Serbi, contro gli albanesi, e soprattutto contro Costantinopoli.
L’esercito turco avanzava verso la città (in greco “eis ten polin”, storpiato dai turchi in Istanbul).
Costantinopoli non era più il baluardo della cristianità (i turchi l’avevano già aggirata) ma se i turchi la conquistavano, chi avrebbe potuto fermarli?
Una delegazione di vescovi “moderati” fu inviata al concilio di Firenze.
Greci e Latini discussero di tutto…anche sullo Spirito Santo!
Stavolta i greci sembravano disposti al compromesso. Alla fine convennero che dire che lo Spirito Santo procedeva “dal Padre e dal Figlio” oppure “dal Padre attraverso il Figlio” non faceva differenza. Le due espressioni erano equivalenti…purché il papa si decidesse a proclamare la crociata contro i Turchi.

La crociata fu proclamata subito, ma a rispondere fu solo Ladislao III Iagellone, re di Polonia, e anche di Ungheria, lo stato cattolico più direttamente minacciato.
Ungheresi e polacchi attraversarono nel 1443 il Danubio. Con loro c’erano i cavalieri serbi e valacchi di Janko Hunyadi e di Giorgio Brankovich, mentre il condottiero albanese Scanderbeg guidava la lotta di liberazione contro i turchi nel Kossovo.
Dalla Morea bizantina Costantino Dragai, (il futuro Basileus Costantino XI) varcava l'istmo di Corinto riconquistando Atene e Tebe!
L’esercito cristiano avanzò attraverso la Bulgaria occupata raggiungendo, a Varna, il Mar Nero…

La battaglia di Varna, per i cristiani, fu una disfatta, anzi una carneficina.
Il re Ladislao caricò con la guardia polacca il centro dell'esercito turco. Circondato dai giannizzeri fu ucciso e la sua testa esposta su di una picca.
I cristiani, demoralizzati, non ressero al centro al contrattacco dei giannizzeri e fuggirono. Le ali dell'esercito cristiano vinto caddero da sè.
Morì anche, con la spada in pugno, l’inviato del papa, il cardinale Cesarini.
Hunyadi fuggì con il resto dei suoi uomini e, fu fatto prigioniero da Vlad III, signore della Moldavia, chiamato dai romeni Drakul Cepelush (oggi noto come “Conte Dracula”!). Fu rilasciato solo dopo il pagamento di un grosso riscatto!
Il grosso dell’esercito turco era arrivato via mare. Come mai i bizantini, (e soprattutto i Veneziani!) non avevano impedito alle navi il passaggio del Bosforo?
Se Venezia (e Genova) aderivano alla crociata, la storia d’Europa poteva essere differente. Invece le navi veneziane negarono perfino l’asilo ai pochi cristiani scampati!
Ormai nessuno poteva fermare più i turchi.

I turchi avanzavano, poco alla volta, “verso la città”. Forse un massiccio aiuto dell’occidente poteva ancora salvarla, ma la maggior parte dei greci aveva respinto anche l’accordo che i loro vescovi avevano firmato a Firenze.
Continuavano a gridare:

“Meglio il fez dei turchi, della mitria dei latini”

Furono accontentati!
Tra gli ultimi difensori della città ci furono alcune centinaia di soldati veneziani e genovesi, che morirono combattendo.
Difficile dire se quei soldati furono inviati dalle repubbliche rivali per un tardivo ripensamento, o (più probabilmente!) combatterono per loro scelta personale, in un sussulto di orgoglio e di fede.
In ogni caso era troppo tardi!
Costantino XI (l’ultimo “imperatore romano d’oriente”) morì nel combattimento.
Nel 1453 il sultano Maometto II entrava a Costantinopoli, che cambiava immediatamente il nome in Istanbul. Anche la cattedrale di Santa Sofia divenne una moschea.
L’arcivescovo di Costantinopoli accettò di collaborare con i turchi, rinnegando tutti i precedenti accordi con Roma. Ma ormai Costantinopoli non esisteva più: adesso c’era Istanbul, la nuova capitale dell’Impero Ottomano.

Il 1453 è indicato dagli storici come l’anno della caduta dell’Impero Romano d’Oriente.
In realtà lo stato bizantino non era più Romano già dai tempi di Giustiniano, e aveva cessato di essere un Impero dopo che i successori di Maometto avevano conquistato la maggior parte delle sue province.
Il colpo di grazia, Costantinopoli l’aveva ricevuto dai “Crociati” nel 1204. Eppure anche allora i bizantini avevano ritrovato il loro orgoglio, e sotto la dinastia dei Paleologi erano riusciti a resistere altri duecento anni.
I bizantini sono sopravvissuti quasi mille anni alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
A loro va il merito di avere resistito da soli per secoli all’Islam, e il demerito di avere (anche nei momenti peggiori!) conservato la loro boria di nobili decaduti, rifiutando ogni alleanza alla pari, e snobbando le nazioni d’occidente… che alla fine li hanno travolti, molto prima dei turchi!

La Chiesa Ortodossa è sopravissuta: Greci, Bulgari, Romeni e Serbi, in grandissima maggioranza hanno conservato la loro fede resistendo alle continue vessazioni del “tollerante” impero ottomano.
Anche Ucraini e Russi conservarono la loro chiesa ortodossa, respingendo gli accordi del Concilio di Firenze.
Molti anni dopo (nel 1596) una parte degli ucraini trovò un accordo con Roma dando origine alla Chiesa Greco Cattolica Ucraina, nota oggi come Uniate.
Altre chiese greco-cattoliche sono state poi riconosciute da Roma, mantenendo la propria struttura, e le proprie tradizioni.
Purtroppo, la maggior parte degli ortodossi moderni (greci, serbi, russi…) respinge ancora ogni accordo con i cattolici, rinfacciando ancora, alla Chiesa di Roma, “la crociata della vergogna” del 1204.
Naturalmente l’atteggiamento degli ortodossi di oggi è dovuto soprattutto a motivi molto più vicini nel tempo: le guerra tra Serbi e Croati nell’ex Iugoslavia, il ritorno della Chiesa Uniate in Ucraina, la paura della Chiesa Russa di perdere la sua egemonia, dopo il massiccio arrivo, nell’ex Unione Sovietica, di “missionari” cattolici e protestanti…
Purtroppo neanche oggi, davanti al ritorno della Jihad islamica, i cristiani riescono a trovare una posizione comune!


III
La guerra dei cent’anni diventa santa

All’inizio del XV secolo, dopo settant’anni di guerra, francesi e inglesi erano praticamente al punto di partenza.
Gli inglesi tenevano ancora saldamente l’Aquitania, ma il re di Francia non era disposto a rinunciare ai suoi diritti su quella regione.
A un certo punto la guerra sembrò volgersi decisamente a favore degli inglesi.
In Francia si era scatenata una guerra civile fra Borgognoni (comandati da Giovanni Senza Paura, tornato dalla sfortunata crociata nei balcani) e “Armagnacchi” (il partito del principe d’Orleans).
Nel 1420 Carlo VI di Francia (detto, non a caso, il Pazzo!) accettò di dare in sposa sua figlia Caterina, al re d'Inghilterra Enrico V. Stipulò anche un trattato che assicurava la successione al trono di Francia ai due sposi e ai loro eredi.
Nel 1422 morirono, uno dopo l’altro, Carlo VI ed Enrico V.
Il figlio del re d’Inghilterra, il piccolo Enrico VI, divenne “Re di Francia e d’Inghilterra”.
In verità Carlo VI aveva già un figlio (Carlo VII), rinnegato dal padre, perché creduto (forse non a torto!) figlio adulterino. Di fatto l’aspirante re controllava solo il sud della Francia.
Il nord del paese (Parigi compresa) era controllato dagli inglesi, e dai loro alleati Borgognoni…

Gli inglesi avanzavano, irresistibili, verso sud.
Carlo VII, disconosciuto dal padre, umiliato dalla madre, sembrava aver perso perfino la voglia di combattere: la Francia stava per diventare inglese!
Un giorno, improvvisamente, una contadina, Giovanna d’Arco, trasformò la Guerra dei Cent’anni in una guerra santa.
Giovanna d’Arco non solo diede voce al nascente nazionalismo francese, ma addirittura proclamò che Dio voleva (Deus le volt!) che gli Inglesi fossero cacciati dalla Francia.
Giovanna dichiarò di avere avuto delle visioni di angeli, infiammò il popolino con discorsi esaltati…guidò addirittura un esercito per liberare Orleans dall’assedio degli inglesi.
Infine Giovanna e Carlo VII si incontrarono. Non si sa bene cosa si siano detti, ma da allora il re di Francia riacquistò tutta la sua grinta.
Nel 1429 Carlo VII si fece incoronare re a Reims, e le sue truppe cominciarono a ricacciare gli inglesi verso nord.
Nel 1430 “la pulzella d’Orleans” fu catturata dai Borgognoni, che poi la “vendettero” agli inglesi.
Nel 1431 a Rouen iniziò il processo contro Giovanna d'Arco. Alle accuse d'eresie, incantesimi e possessione del diavolo, Giovanna si difese sostenendo sempre che le sue azioni erano ispirate dal Cielo. Il 30 Maggio, nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen, Giovanna fu bruciata viva.

Carlo VII non fece nulla per salvare la “Pulzella”, ma dopo avere occupato Rouen ordinò la revisione del processo. Nel 1456 Giovanna fu riabilitata.
Da viva Giovanna era imbarazzante per molti. Una volta morta, lei è diventata un perfetto simbolo nazionale, per i francesi di tutti i tempi.
Nel 1920 “la pulzella d’Orleans” fu addirittura fatta santa!.
A mio avviso la sua beatificazione è stata ingiusta, quasi quanto la sua messa al rogo!
E’ giusto che i francesi la esaltino come eroina nazionale, ma non è giusto che Dio sia chiamato in causa in una guerra di predominio tra due nazioni, oltretutto cristiane!

Dopo la morte di Giovanna, la “Guerra dei Cent’anni” ritornò una “guerra laica”.
I soldati francesi, dopo avere ritrovato l’orgoglio nazionale, non ebbero più bisogno dell’aiuto del Cielo per cacciare gli inglesi dalla Francia.
Nel 1437 Carlo VII entrò trionfalmente a Parigi.
Nel 1453 i francesi occuparono anche Bordeaux, con tutta l’Aquitania.
La “Guerra dei Cent’anni” era finita!
Nel 1461 moriva Carlo VII e il suo successore, Luigi XI completava l’unificazione della Francia sconfiggendo gli ultimi feudatari ribelli.
L'ultimo a combattere fu il duca di Borgogna Carlo il Temerario, nipote del crociato Giovanni Senza Paura (tutti coraggiosi in famiglia!).
Carlo il Temerario era signore d’estesi territori tra Francia e Germania (compresi Belgio e Olanda). Cercò di riunirli in un unico grande regno, ma nel 1477 morì in battaglia.
Luigi XI ne approfittò per occupare anche la Borgogna
La Francia era diventata lo stato più importante d’Europa!

E’ molto dubbio che dalla vittoria della Francia sull’Inghilterra sia stata un bene per il resto dell’Europa, e tanto meno per la Cristianità.
Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, gli eserciti francesi, hanno messo a ferro e fuoco tutta l’Europa, in particolare i piccoli (e ricchi) stati italiani, e tedeschi.
Paradossalmente, alla lunga, proprio per l’Inghilterra, la sconfitta é stata, forse, un bene.
Scacciati dal continente europeo, gli inglesi hanno scoperto la loro vocazione marittima, e costruito oltreoceano, quello che é stato il più grande impero di tutti i tempi.
Quanto ai cristiani dell’est...ai re francesi interessavano ben poco.
Il tempo delle crociate era finito da un pezzo!

IV
I Turchi avanzano ancora

Dopo la conquista di Costantinopoli, gli ultimi resti, di quello che era stato l’impero bizantino, caddero uno dopo l’altro nelle mani dei turchi.
Nel 1461 cadde anche il piccolo regno di Trebisonda, sul Mar Nero. Il suo ultimo re, David, fu decapitato dai turchi, insieme a tanti altri!
Intanto anche il Partenone era stato trasformato in moschea.
In pochi anni furono occupate le ultime città bizantine del Peloponneso: ultimi a cadere furono i presidi Veneziani d’Argo e Nauplia.
Interessante notare che proprio da Nauplia partirà la rivolta che porterà all’indipendenza della Grecia, ma quasi quattro secoli dopo.
Per la Grecia questi quattro secoli di dominazione ottomana non furono solo un periodo d’oppressione politica e religiosa. Furono secoli bui da che fecero rimpiangere a molti anche il periodo dei signori “latini”, e molti greci si rifugiarono negli ultimi territori veneziani.
La Repubblica di San Marco era ormai costretta a combattere da sola, affiancata solo dagli indomiti Cavalieri di Rodi.
Ad una ad una i turchi occuparono quasi tutte le isole che di cui si era impadronita Venezia dopo la “crociata della vergogna”.
In compenso, nel 1489, i Veneziani occuparono Cipro, dopo che si era estinta la dinastia di Lusignano (gli ultimi “re di Gerusalemme”).
Il titolo (ormai doppiamente virtuale!) di “re di Cipro e di Gerusalemme” continuò ad essere usato solo da una dinastia, imparentata con i Lusignano: i Savoia! L’ultimo sovrano a far scrivere sulle sue monete, “re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme” fu Vittorio Emanuele II.

Cipro, Rodi e Creta erano ormai gli ultimi avamposti Cristiani nel mediterraneo orientale.
I turchi per il momento li lasciarono da parte.
Il sultano Maometto II aveva un obiettivo molto più ambizioso: dopo Costantinopoli voleva occupare… Roma!
Impossibile?
Perché no? Gli arabi, nel 846, avevano già saccheggiato S. Pietro!
Potevano farlo anche i turchi ottomani alla fine del secolo XV, se nessuno li avesse fermati…e invece della nuova basilica, Michelangelo avrebbe progettato una Moschea!
La via più breve tra Costantinopoli (anzi Istanbul!) e Roma è l’antica Via Egnazia, che passa attraverso le montagne dell’Albania.
Fu un albanese a salvare Roma.
Il suo nome era Giorgio Castriota, in arabo Iskender Bey, meglio noto come Skanderberg, il “bey della frontiera”.

Skanderberg era stato fin da ragazzo allevato dai turchi, nel corpo dei Giannizzeri.
Il padre era stato costretto a cederlo al sultano, per essere cresciuto da mussulmano.
Come a tanti altri ragazzi cristiani (albanesi, serbi, bulgari) gli era stato fatto una specie di lavaggio del cervello. Nel suo caso non funzionò!
Castriota seppe fingere molto bene. Combatté addirittura contro gli ungheresi (probabilmente fece il doppio gioco) e riuscì a farsi assegnare i territori che erano del padre.
Nel 1443 infine Skanderberg gettò la maschera, si riconvertì al cristianesimo e si fece incoronare principe di Albania.
Skanderberg avrebbe dovuto raggiungere i Polacchi e gli Ungheresi di Ladislao Iagellone a Varna.
Fu ritardato dai Serbi (incerti se unirsi o noi alla coalizione!) e poi tornò indietro quando seppe della disfatta.
Forse fu meglio per lui, e anche per l’Albania, perché negli anni successivi, con una tattica di guerriglia sconfisse tutti gli eserciti turchi che gli furono mandati contro.
Nel 1448 i turchi riuscirono a conquistare la fortezza di confine di Sfetigrad.
Skanderberg cercò invano di riprenderla.
Non sapendo a che santo appellarsi Skanderbeg narrò ai suoi soldati di aver sognato San Giorgio, protettore d'Albania, che gli donava una spada e lo esortava a difendere la sua terra e la cristianità.
Il “sogno” servì almeno a galvanizzare i suoi, e la guerriglia continuò e i turchi furono più volte sconfitti.
Il papa fece avere a Skanderberg, oltre alla sua solenne benedizione, aiuti sostanziosi in denaro. Anche il re di Aragona (che controllava anche Sicilia e Italia meridionale) inviò uomini e armi.
Nel 1457 Skanderberg attaccò il pascià Isac Daut di sorpresa, riportando una clamorosa vittoria.
Il sultano capì che solo raccogliendo un enorme esercito avrebbe potuto avere la meglio su gli albanesi (e via libera per Roma!) e chiese una tregua.
Nel 1461 fu firmata una precaria pace, ma Scanderberg fu costretto a ricambiare i favori del re di Aragona, combattendo per lui in Italia contro gli Angioini.
L’anno dopo Skanderberg tornò in Albania.
Pio II aveva organizzato una crociata, e aspettava, ad Ancona, una flotta comandata da Venezia.
Il papa morì aspettando questa fantomatica flotta. Non arrivò mai.
Contro Skanderberg arrivò invece un ennesimo esercito turco comandato da Ballaban, un rinnegato albanese. Otto capitani albanesi furono catturati: rifiutarono di convertirsi e furono scorticati vivi.
Gli albanesi reagirono con rabbia. Skanderberg e i suoi ebbero la meglio. Ballaban fu ucciso in battaglia e i suoi uomini furono massacrati perché, si disse:

“Non gli pareva doversi usare misericordia verso infedeli nemici, ma quelli in pezzi tagliare”

Ci furono tante altre battaglie sanguinose, ma, finché l’eroe fu vivo, gli albanesi resistettero.
Skanderberg morì nel suo letto, nel 1468. La sua capitale, Kruja cadde nel 1478.
Maometto II fece massacrare gli uomini, e fece schiave le donne (e i bambini).
Nel 1479 anche Venezia fece la pace con i turchi, conservando (non per molto!) solo Durazzo.

Intanto migliaia di disperati albanesi attraversavano l’Adriatico, su ogni tipo di barca, cercando rifugio in Italia. Storia destinata a ripetersi!
Ancora oggi, in molti comuni d’Italia, vivono comunità di origine albanese, che hanno conservato la loro lingua e i loro riti. Recentemente, si cercato di inserire alcuni degli ultimi immigrati albanesi in queste comunità, ma con scarso successo.
Gli albanesi do oggi sono molto diversi da quelli di ieri, dopo secoli di oppressione, pulizia etnica, incroci con altre popolazioni. Molti albanesi, oggi, sono musulmani. Quelli del Kossovo combattono contro gli antichi alleati serbi.

Nel 1480 Ahmed Gedik pascià sbarcò in Italia e conquistò Otranto, massacrandone la popolazione.
Dopo otto secoli i mussulmani erano ritornati in Puglia!
Una delle carneficine più terribili avvenne nella cattedrale dove tutto il clero e i molti civili ivi rifugiatisi vennero sterminati .L'arcivescovo e il comandante della guarnigione, vennero letteralmente segati vivi.
Il pascià si preparava a marciare su Roma, non appena avesse ricevuto i rinforzi promessi.
Il Papa pensava già di fuggire, ma Maometto II morì nel 1481.

L’Italia fu salvata dalla lotta per la successione dei figli di Maometto II.
Sin dai tempi della battaglia del Kossovo tra i sultani ottomani si era affermata la “tradizione” del fratricidio, avallata perfino dagli “ulema”.
Una massima del Corano asseriva che "la sedizione è peggiore del delitto"!
Lo stesso Maometto II avrebbe detto:

“A chiunque dei miei figli passerà il Sultanato, gioverà che, per l'ordine del mondo, sopprima i suoi fratelli. “

Cosa che immancabilmente avvenne!
Gedik Ahmed Pascià appoggiò subito il nuovo sultano Bayazid II e gli chiese supporto per la spedizione in Italia. Bayazid, non fidandosi di lui, lo richiamò a Costantinopoli, dove lo fece imprigionare, e poi assassinare.
Nel 1481 Otranto fu riconquistata dalle truppe aragonesi.
L’Italia, e Roma, erano salve!

Maometto II aveva mandato i suoi eserciti anche verso nord ovest.
Nel 1456 i turchi furono momentaneamente fermati da serbi e ungheresi, guidati da Janko Hunyadi, vicino a Belgrado.
Purtroppo Hunyadi morì nella battaglia e i serbi erano divisi tra loro.
Alla fine prevalse la fazione cercava una soluzione di compromesso con i turchi.
Nel 1459 i musulmani entrarono in possesso della fortezza di Semendria, non conquistandola, ma ricevendola dalle mani della fazione filoturca, che aveva aperto loro le porte.
La Serbia divenne uno stato vassallo dell'impero Ottomano.
Molti serbi non accettarono di sottomettersi e continuarono a combattere con gli ungheresi.
Il figlio di Hunyadi, Mattia Corvino, respinse i turchi dall’Europa centrale (nel 1485 erano state fatte scorrerie fino in Austria, in Boemia, addirittura nel Friuli!)
Mattia Corvino cercò di avere dall’imperatore Federico III d’Asburgo il riconoscimento del possesso dei territori conquistati, ma l’imperatore tergiversò, aspettando la morte di Mattia, per cederli poi al figlio Massimiliano.
Intanto, nel 1490, gli Asburgo avevano messo la loro capitale a Vienna.
Presto proprio gli Asburgo dovranno difendere l’Europa dall’Islam…ma questi sono avvenimenti del secolo XVI…

V
I Re Cattolici

Nel 1469, a Valladolid, ci fu quello che oggi sarebbe chiamato “il matrimonio del secolo”: le nozze di
Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, sorella ed erede del re Enrico IV.
Naturalmente questo matrimonio non fu un caso, e tanto meno un matrimonio d’amore.
Fu una precisa scelta degli sposi, e delle loro famiglie: quella di unire i regni di Aragona e Castiglia nel futuro regno di Spagna.
Nei primi decenni del XV secolo i regni cristiani di Portogallo, Aragona e Castiglia avevano combattuto soprattutto tra di loro.
Solo il Portogallo aveva ottenuto un piccolo successo contro i mussulmani del Marocco, conquistando la città di Ceuta, sulla sponda africana dello stretto di Gibilterra.
I Portoghesi avevano poi occupato anche le isole del Capo Verde, e avevano continuato ad espandersi verso sud, seguendo de coste dell’Africa, e ponendo lungo la rotta delle basi commerciali.
Nel 1489 le navi portoghesi avevano raggiunto il Capo di Buona Speranza: la prossima tappa sarebbe stata l’India.
Gli Aragonesi avevano continuato la loro politica di espansione nel mediterraneo, e dopo la Sicilia erano riusciti ad occupare anche il regno di Napoli.
La Castiglia era il più grande stato della penisola iberica, quella che più sentiva la tradizione della “Riconquista”, ma non poteva portare a termine la cacciata dei Mori dalla Spagna senza l’appoggio degli Aragonesi.
Il matrimonio di Isabella con Ferdinando rese finalmente possibile l’impresa.
Nel 1476 Isabella divenne regina di Castiglia, avendo la meglio (con l’aiuto del marito) sulla sorella Giovanna, appoggiata dai Portoghesi.

Isabella e Ferdinando erano chiamati “i Re Cattolici”.
Cosa voleva dire? Non erano cattolici anche i re di Francia e di Inghilterra?
Sì… ma Isabella e Ferdinando lo erano di più, molto di più!
Una guerra civile all’interno del regno di Granada diede loro il pretesto per un intervento nel paese degli infedeli.
Adesso c’è chi fa notare che il piccolo regno di Granada non era più una minaccia per i regni cristiani. Affermazione molto discutibile!
Certo, in quel periodo, il regno mussulmano era debole, ma altre volte, nei secoli passati, gli stati mussulmani spagnoli avevano ricevuto rinforzi da correligionari del Marocco, ed erano passati al contrattacco.
Alla fine del secolo XV i mussulmani africani erano divisi in piccoli stati (in lotta tra loro) ma, a oriente, i turchi ottomani, si stavano espandendo anche verso la Siria, l'Arabia e l'Irak Presto avrebbero offerto il loro "appoggio" anche ai fratelli mussulmani dell'Africa settentrionale.
In ogni caso la presenza stessa di uno stato mussulmano in Spagna era, per i Re Cattolici, molto di più di un fastidio…
Chi se la sente di dargli torto?

La guerra tra i re cattolici e gli ultimi mussulmani spagnoli durò dieci anni.
Il regno di Granada non trovò alleati (i turchi erano impegnati altrove!) e finalmente (dopo settecento anni di guerre sante!) i mussulmani furono definitivamente sconfitti.
Nel 1487 cadde Malaga. Nel 1489, si arrese la fortezza di Almeria.
Nel 1492 Boabdil, l’ultimo sultano di Granada, aprì le porte dell'Alhambra ai soldati spagnoli.
Dicono che non volle che il suo splendido palazzo fosse distrutto dai cannoni degli assedianti.
In ogni caso ottenne salva vita (e proprietà!), per sé e per i suoi sudditi. Ai mussulmani fu dato un tempo di tre anni per decidere se emigrare in Africa, con i loro beni, o restare.
Condizioni, a mio parere, molto ragionevoli. Ai mussulmani di Granada é andata molto meglio dei cristiani di Otranto, di Costantinopoli, e di S. Giovanni d’Acri!
Isabella e Ferdinando furono più generosi anche del tanto celebrato Saladino, con gli abitanti di Gerusalemme!
I Re Cattolici non potevano promettere libertà religiosa, (e pari diritti) a tutti i loro sudditi cristiani, ebrei e mussulmani. A quell’epoca sarebbe stato inconcepibile!
Purtroppo, anche adesso, una situazione simile è difficile da realizzare, negli stati con forti minoranze mussulmane…e praticamente impossibile dove i mussulmani sono in maggioranza!

La stragrande maggioranza dei “Mori” scelse di tornare nella terra da dove i loro antenati erano venuti secoli prima.
Certo, in teoria, mussulmani ed ebrei, potevano rimanere in Spagna, contribuendo alla prosperità di un nuovo paese "multietnico".
La stessa situazione si é verificata, nel ventesimo secolo quando gli europei sono stati costretti a lasciare le loro colonie.
In teoria, anche i coloni francesi potevano rimanere in Algeria, gli italiani in Libia, gli inglesi in India…ma solo in teoria!

Intanto Filippo e Isabella si godevano il loro trionfo.
Il fronte ovest della cristianità era stato cancellato!
La Spagna sembrava destinava ad espandersi nel Mediterraneo e in Nord Africa.
Già nel 1497 gli spagnoli avevano occupato, in Marocco, la città di Melilla, che è tuttora, come Ceuta, un’enclave spagnola in Africa.
Negli anni successivi furono occupati altri porti in nord Africa. I Re Cattolici pensavano a un’espansione in Marocco, Algeria, Tunisia…forse fino a Gerusalemme!
La politica estera spagnola prese un’altra direzione a causa di due eventi assolutamente imprevedibili.

Il primo fu la scoperta dell’America.
Proprio nel 1492, subito dopo la conquista di Granada, Isabella di decise a concedere a Cristoforo Colombo tre caravelle che cambiarono la storia del mondo.
Negli anni successivi migliaia di spagnoli si riversarono nel nuovo, ricco, continente, i cui abitanti, oltretutto, si rivelarono molto più facili da sottomettere dei secolari nemici mussulmani!

Il secondo evento fu un incidente dinastico, che portò alla corona di Spagna, un fiammingo, che divenne imperatore col nome di Carlo V

CAPITOLO 10 >
Jihad, Riforma, e Controriforma (A.D. 1500-1599)
Il ritorno del Sacro Romano Impero - Molto più di una Riforma - "Guerre sante" e "guerre laiche"
Il ritorno dell’Impero Ottomano - Cattolici e Protestanti - La fine di un sogno
Protestanti e Anglicani - Filippo e Maria - Filippo e Elisabetta - Ancora Jihad
Riforma e Controriforma - Le guerre sante nel Nuovo Mondo
Guerre sante in Africa - Dalla Persia all' India - Estremo Oriente.

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