2) Gli Ebrei nell'antichità
Nell'età ellenistica

Estensore
prof. Giovanni De Sio Cesari
www.giovannidesio.it

DECADENZA DEl REGNO DI ISRAELE

Alla morte di Salomone intorno al 920 cominciò la decadenza del regno di Israele probabilmente perché le potenze egiziane e assiro-babilonese rifecero sentire la loro influenza. Comunque il regno si divise: la maggioranza, le dieci tribù settentrionali costituirono un regno a parte che conservo la denominazione di "Regno di Israele" ma in seguito, furono conosciuti come "Samaritani".

Le restanti due tribù (Giuda e Beniamino) mantennero un loro stato con l'importantissimo centro religioso di Gerusalemme. Da questo momento la storia di Israele divenne in effetti la storia di questo ultimo gruppo: il nome di Beniamino andò perdendosi e si parlò, quindi, di regno di Giuda: da esso nacque il termine Giudei con il quale gli Israeliti furono conosciuti dai Romani e dai Cristiani, dal medioevo e fino ai nostri giorni.
Per maggiore chiarezza noi tratteremo separatamente la storia dei Samaritani e dei Giudei anche se in effetti si tratta di storie parallele e che si intrecciano.

I SAMARITANI

Il regno di Israele conobbe ancora un certo periodo di indipendenza e floridezza e fu fondata la capitale Samaria (da cui Samaritani): in seguito dovette fronteggiare la potenza degli Assiri che, dopo varie vicende nel 734 a.C. distrussero il regno. Una parte della popolazione fu deportata in Assiria. Di essi si sono perse le tracce storiche: presumibilmente si fusero con gli altri popoli e forse pure in parte con i Giudei poi anche essi deportati, forse alcuni tornarono dopo in Samaria: tuttavia sono nate molte leggende intorno ad essi. Si parla delle "TRIBÙ SCOMPARSE DI ISRAELE" e fiorirono molte leggende che ne indicano le tracce un po' dappertutto: i Falascia di Etiopia (popolazioni di pelle scura e religione ebraica) vengono ad esempio fatti risalire ad essi. Si tratta pero solo di leggende prive di fondamento. Addirittura nel '800 nacque la leggenda che gli indiani d'America discendessero da essi.

In Samaria invece si stabilirono un certo numero di coloni Assiri: tuttavia essi si fusero con gli Ebrei locali di cui adottarono la religione e pertanto vennero assorbiti. I Giudei non vollero mai riconoscere ai Samaritani lo statuto di Ebrei e correligionari ed ebbero sempre verso di loro disprezzo e rivalità.
I Samaritani invece si considerarono sempre Ebrei: respinti dal Tempio di Gerusalemme essi costruirono un proprio tempo sul monte Garizim: nel 128 a. C. i Giudei arrivarono, dopo una sanguinosa guerra a distruggere questo tempio.

I samaritani sono noti al grande pubblico per una delle più famose parabole di Gesu, quella appunto del "buon samaritano". Evidentemente Gesu sceglie questo nome per indicare una persona ritenuta indegna, inferiore, non veramente religiosa che comunque può fare del bene più che un vero ebreo. Dalla parabola evangelica poi il termine di Samaritano ha acquisito il senso di "persona buona, altruista" capovolgendo il significato che aveva preso i Giudei nell'antichità.

I Samaritani appaiono anche in un altro passo del vangelo: Gesù chiede da bere a una donna samaritana con grande scandalo degli apostoli e a una domanda della donna risponde che ogni posto è buono per adorare Dio (si riferisce appunto alla disputa fra il Tempio di Gerusalemme e quello del monte Garizim).

I Samaritani restano pero estranei alla storia ebraica posteriore alla divisione, non accettano ovviamente i libri biblici scritti dopo di essa: il loro canone biblico comprende solo i primi libri.
Essi lentamente spariscono dalla storia. Attualmente esiste nelle vicinanze di Nablus qualche migliaio di persone che si definiscono Samaritani e parlano ancora la antica lingua aramaica mutuata dagli Assiri: costituiscono veramente un fatto storico più unico che raro: qualche migliaio di persone soltanto eredi di una tradizione che conserva lingua e religione antiche di 2.500 anni.

LA CATTIVITA' BABILONESE

L'indipendenza del regno di Giuda durò più a lungo di quella samaritana ma anche essa fini in modo analogo. Dopo alterne vicende i babilonesi abbatterono il regno distruggendo il tempio di Gerusalemme nel 588 a. C. ai tempi di Nabuccodonosor.
Si pone il problema dell'ARCA DELL'ALLEANZA: dall'esilio di Babilonia in poi l'arca non viene più nominata dalla Bibbia. Si ritiene pertanto che essa sia andata distrutta nella presa di Gerusalemme dei Babilonesi. Sono sorte pero una serie di leggende su di essa. Gli Abissini affermano che essa si trova in un loro santuario. E' stato prodotto anche un film di successo su questo mito.

Effettivamente in tempi moderni è stato ritrovato l'elenco babilonese del bottino di guerra preso a Gerusalemme e in esso non figura l'Arca: qualcuno ipotizza che alcuni sacerdoti, nell'imminenza dell'attacco babilonese abbiano messo in salvo l'Arca, l'oggetto più prezioso degli Ebrei, nascondendolo da qualche parte. Morti poi essi nella battaglia non è stato più possibile ritrovare l'Arca che dovrebbe trovarsi comunque sepolta in qualche luogo presso il Tempio ed è possibile che essa possa essere ritrovata ancora. L'ipotesi è fantasiosa ma non poi infondata: è difficile pensare, infatti, che i sacerdoti lasciassero cadere nelle mani dei nemici l'arca e non cercassero di nasconderla. Nella Bibbia stessa vi è un passo in cui si allude al fatto che l'Arca poteva essere nascosta nei momenti di pericolo.

Dopo la distruzione di Gerusalemme i Giudei furono deportati in babilonia in stato di schiavitù (cattività cioè prigionia) per 70 anni ( propriamente dal 588 al 538: la tradizione parla pero di 70 anni considerando anche il periodo in cui furono tributari dei Babilonesi e anche il periodo di effettivo ritorno o forse la data del 516 della ricostruzione del tempio: si tratta forse più propriamente di una cifra simbolica ). Tuttavia come per la schiavitù in Egitto in effetti si tratta solo di una sudditanza al re di Babilonia: i Giudei restarono liberi di praticare la loro religione e le loro usanze. Dai racconti della Bibbia sembra che abbiano anzi avuto un ruolo abbastanza elevato nel quadro dell'impero. Si ritiene poi che non tutti i Giudei fossero deportati ma solo una parte di essi, forse i ceti dirigenti e che un'altra parte restasse invece nel paese: una situazione del tutto analoga a quella dei Samaritani.

Durante la cattività in Babilonia i Giudei però rafforzarono la loro identità religiosa. Quando i Persiani conquistarono Babilonia un editto di Ciro il Grande permise loro il ritorno in Giudea. Essi pero ormai parlavano (come i Samaritani) non più l'ebraico ma l'aramaico che era lingua comune nel medioriente: in questa lingua furono scritti gli altri libri della Bibbia e l'aramaico fu la lingua di Gesù. L'ebraico restò come lingua scritta del culto, (come il latino per i cattolici fino a qualche tempo fa). Solo in tempi recenti l'ebraico è stato adottato dallo stato di Israele come lingua ufficiale e realmente usata e caso unico nella storia è ritornata ad essere dopo 2500 anni una lingua viva. Ma quante cose sono uniche nella storia degli Ebrei!!

IL NUOVO TEMPIO

Fu possibile comunque ricostruire il Tempio che ebbe poi nel corso dei secoli modifiche e ricostruzioni e fu definitivamente distrutto dei Romani nel 70 d.C.
Il famoso "MURO DEL PIANTO" che attualmente rappresenta il monumento più significativo degli Ebrei era un muro di contenimento della spianata sulla quale sorgeva il Tempio ricostruito e sulla quale si trova attualmente la moschea "la splendente" sul punto dal quale, secondo la tradizione islamica, Maometto sarebbe asceso al cielo. Nessun legame quindi con l'antico tempio di Salomone del quale nulla rimane, come d'altronde nulla rimane (a parte il "muro del pianto") del secondo tempio.

LE VICENDE POLITICHE

I Giudei restarono quindi sudditi persiani fino al 330 quando Alessandro il Grande conquistò l'impero persiano. Alla sua morte l'impero si divise e i Giudei restarono nell'ambito politico dei vari potentati ellenistici, soprattutto di quello di Siria.
Le vicende politiche diventano quindi molto complesse in quanto essi in genere ebbero propri re ma questi erano più o meno imposti dalle potenze vicine per cui i Giudei si trovarono in una specie di protettorato. Talvolta la loro situazione era pacifica ma più spesso erompevano furiose rivolte: sempre comunque era diffusa l'aspirazione a una vera e completa indipendenza impossibile ad ottenere nel quadro politico dell'antichità. Fu proprio questa aspirazione a portare poi in epoca romana alla cacciata dalla Palestina e alla loro dispersione nel mondo.

Non ci sembra il caso di seguire tutte le complicate vicende di re più meno tributari e delle complicate vicende dinastiche. Accenniamo soltanto alle vicende dei MACCABEI ai quali sono dedicati alcuni libri della Bibbia.
Nel 168 a.C. Antioco IV della dinastia dei Seleuici di Siria dai quali dipendevano i Giudei fece collocare nel Tempio un altare pagano. Un anziano sacerdote uccise un ebreo che cedendo alle minacce aveva sacrificato agli dei. Fuggì quindi con la sua famiglia sui monti e un suo figlio, Giuda capeggiò una rivolta generale che alla fine riuscì vittoriosa. Furono soprannominati "Maccabei" che significava " martelli"
Da essi derivo la famiglia degli ASMONEI che governarono per circa un secolo la Giudea ma presto nella stessa famiglia sorsero sanguinose lotte di successione. Approfittando di una ennesima crisi dinastica Pompeo portò nel 63 d.C. le legioni romane in Gerusalemme stabilendo definitivamente il potere dell'impero sulla Giudea. Roma comunque continuo a governare la Giudea lasciando ad essi una certa autonomia imponendo loro vari re.

VITA CULTURALE

In tutti il periodo che stiamo esaminando gli Ebrei si trovarono a contatto con le civiltà più elevate dell'antichità prima con quella mesopotamica e poi soprattutto con quella ellenistica: la loro peculiarità religiosa però impediva loro di confondersi con essi, di assimilarle e farsi assimilare come più meno rapidamente avvenne per tutti gli altri popoli medio orienatali dell'antichità che in effetti persero la loro identità e attualmente, infatti, non esistono più.

Tuttavia nell'ambito stesso dei Giudei si fronteggiarono sempre due tendenze: una favorevole all'apertura verso la cultura ellenistica e l'altra invece intransigente custode della tradizione religiosa con tutte le sfumature mediane possibili. Molti Giudei si trasferirono in altra parte del mondo ellenistico e poi in quello romano iniziando la "diaspora" (in greco: "dispersione" ): da essi discendono gli Israeliti contemporanei. Nel loro ambito si manifestarono anche la tendenza a sintetizzare il pensiero ebraico con quello greco. Il maggiore tentativo fu effettuato da Filone di Alessandria (contemporaneo di Gesù) che precorse con il suo pensiero tutti i temi che poi saranno oggetto della speculazione filosofica della Patristica cristiana in quanto i problemi filosofici sono sostanzialmente gli stessi.

Fu anche operata la traduzione in greco della Bibbia (la versione dei Settanta) perché ormai molti Ebrei non conoscevano più l'ebraico

Estensore
prof. Giovanni De Sio Cesari
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