LA "SOLUZIONE FINALE"

le "leggi di Norimberga"

 

Ad una conferenza di ministri tenuta il 20 agosto 1935 vennero discussi gli effetti economici sulla nazione causati delle violente azioni del partito nazista nei confronti delle attività ebraiche. Adolf Wagner, rappresentante del partito alla conferenza, sostenne che tali eccessi sarebbero terminati una volta che il governo avesse varato una chiara politica nei confronti degli ebrei.
Nel corso della conferenza, Hjalmar Schacht, Ministro dell'Economia, obiettò che arbitrari comportamenti del partito nei confronti delle comunità ebraica avrebbero impedito il suo lavoro di ricostruzione economica della Germania. Gli ebrei possedevano attitudini imprenditoriali che potevano essere utilmente sfruttate per migliorare la condizione economica della Germania.


Il 15 settembre 1935, durante l'annuale congresso del partito a Norimberga, vennero annunciate due nuove leggi che per questo presero il nome di "leggi di Norimberga". Entrambe le leggi appaiono, sul piano della tecnica legislativa, piuttosto improvvisate: gli esperti di "questioni ebraiche" del Ministero dell'Interno vennero frettolosamente rispediti a Norimberga in aereo.

 

• La prima legge, la legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco, proibiva i matrimoni e le convivenze tra "ebrei" (per la prima volta venne utilizzato esplicitamente il termine invece che il precedente "non-ariani") e "tedeschi" . La legge proibiva inoltre il lavoro di ragazze "tedesche" al disotto dei quarantacinque anni di età in famiglie "ebree".



[ par. 1]
1) Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine.
I matrimoni già celebrati sono nulli anche se celebrati all'estero per sfuggire a questa legge.
2) L'azione legale per l'annullamento può essere avanzata soltanto dal Procuratore di stato.

[par. 2]
Sono proibiti rapporti extramatrimoniali tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine.

[par. 3]
Gli ebrei non potranno assumere al loro servizio come domestiche cittadine
di sangue tedesco o affine sotto i 45 anni.

[par. 4]
1) Agli ebrei è proibito innalzare la bandiera del Reich e quella nazionale ed esporre i colori del Reich.
2) E' permesso loro invece esporre i colori ebraici. L'esercizio di questa facoltà è protetto dallo stato.

[par. 5]
1) Chi contravviene ai divieto di cui al par. 1 viene punito con il carcere duro.
2) Chi contravviene alle norme di cui al par. 2 viene punito con l'arresto o con il carcere duro.
3) Chi contravviene alle norme di cui ai par. 3 o 4, viene punito con la prigione sino ad un anno
e con una multa o pene di questo genere.

[par. 6]
Il ministro degli interni del Reich, in accordo con il sostituto del Fuhrer ed il ministro
per la giustizia del Reich, emana le norme giuridiche e amministrative necessarie
per l'attuazione e l'integrazione della legge.

[par. 7]
Questa legge entra in vigore il giorno della sua promulgazione; il par 3 invece a partire dal 1" gennaio 1936.
• La seconda legge, la legge sulla cittadinanza del Reich, negava agli ebrei la cittadinanza germanica. Gli ebrei non furono più considerati cittadini tedeschi (Reichsbürger), divenendo Reichsangehöriger (letteralmente "sudditi dello stato"). Questo comportò la perdita di tutti i diritti garantiti ai cittadini come, ad esempio, il diritto di voto.
Articolo I
1. Cittadino dello Stato è quella persona che gode della protezione del Reich Tedesco e che in conseguenza di ciò ha specifici doveri verso di esso.
2. Lo status di cittadino del Reich viene acquisito secondo le norme stabilite dai Decreti del Reich e dalla Legge sulla Cittadinanza dello Stato.
Articolo II
1. Cittadino del Reich può essere solo colui che abbia sangue tedesco o affine e che dimostri, attraverso il suo comportamento, il desiderio di voler servire fedelmente il Reich e il popolo tedesco.
2. Il diritto alla Cittadinanza viene acquisito attraverso la concessione di un Certificato di Cittadinanza del Reich.
3. Solo un cittadino del Reich gode di tutti i diritti politici stabiliti dalla Legge.
Articolo III
Il Ministro degli Interni del Reich, di concerto con il Vice Führer, emanerà le ordinanze e i provvedimenti amministrativi necessari ad integrare ed attuare questa legge.

Norimberga, 15 Settembre 1935
La Legge entrerà in vigore il 30 Settembre 1935.
Il Führer cancelliere del Reich
Adolf Hitler
Il Ministro degli Interni del Reich
Wilhelm Frick

 

LA SOLUZIONE FINALE

Nel 1933, giunto al potere, Hitler intraprese una serie di successive misure tese ad escludere la popolazione ebraica dalla vita pubblica. La politica discriminatoria culminò con la promulgazione delle Leggi di Norimberga (viste sopra) , il 15 settembre 1935.
La popolazione ariana nutriva odio nei confronti degli ebrei che sfociò, nel 1938, nel violento pogrom scatenato dai nazisti e passato alla storia come “Notte dei Cristalli”.
La reazione della popolazione ebraica a questa strana situazione fu l’emigrazione. Le autorità tedesche imposero gravose condizioni economiche a coloro che decidevano di emigrare. La popolazione ebrea tedesca, nel giro di cinque anni, dimezzò.

Subito dopo lo scoppiò della seconda guerra mondiale, venne attuato un progetto per l’emigrazione forzata della popolazione ebraica sull’isola di Madagascar, al tempo colonia francese.

Contemporaneamente venne studiata e attuata la deportazione degli ebrei verso i territori del Governatore Generale.
Tutti gli ebrei trasferiti dall’Europa occupata, inclusi quelli polacchi, avrebbero dovuto essere concentrati in ghetti in vista di una futura “Soluzione Definitiva”.
A un mese dall’inizio dell’operazione in Unione Sovietica, il numero due del Reich inviò una direttiva al capo dei servizi di sicurezza, invitandolo ad organizzare una “soluzione finale” della questione ebraica in tutta l’Europa occupata e controllata dalla Germania.

A partire dal settembre 1941 gli ebrei tedeschi furono costretti a portare ben visibile, cucita sugli indumenti o a una fascia da tenere al braccio, una stella gialla; nei mesi seguenti decine di migliaia di ebrei furono deportate nei ghetti in Polonia e nelle città sovietiche occupate.

Fu poi la volta della deportazione nei campi di concentramento (Lager), alcuni già esistenti prima della guerra, altri appositamente costruiti a partire dal 1941, soprattutto in Polonia, e adibiti alla funzione di campi di sterminio.
Vi confluirono gli ebrei provenienti non solo dai ghetti vicini (300.000 dal solo ghetto di Varsavia), ma anche da tutti i paesi europei occupati dai nazisti.
Bambini , vecchi e tutti gli inabili al lavoro venivano condotti direttamente nelle camere a gas; gli altri invece erano costretti a lavorare nelle officine private o interne ai campi e, una volta divenuti inadatti alla produzione per le terribili fatiche e privazioni subite, venivano eliminati.

 

I CAMPI DELLA MORTE

Il trasferimento nei campi di sterminio avveniva generalmente in treno. La polizia pagava alle ferrovie di stato un biglietto di sola andata di terza classe per ogni deportato: se il carico superava le mille persone, veniva applicata una tariffa collettiva pari alla metà di quella normale. I treni, composti da vagoni merci, sprovvisti di tutto, persino di prese d’aria, viaggiavano lentamente verso la destinazione e molti deportati morivano lungo il tragitto.

Tra le varie destinazioni c’era il campo di Auschwitz in Polonia. Era il più grande tra i campi di sterminio, vi trovarono la morte oltre un milione di ebrei, molti dei quali furono prima usati come cavie umane in esperimenti di ogni tipo. Per una rapida eliminazione dei numerosi cadaveri, che morivano di fame e di malattie, nei campi vennero costruiti grandi forni crematori.

Nel 1944 i campi furono fotografati da aerei di ricognizione alleati mentre erano a caccia di obbiettivi industriali; infatti i successivi bombardamenti eliminarono li grandi centri industriali, officine, ma anche città, ma non i campi di concentramento e le camere a gas, anche se ci furono alcuni campi che subirono delle incursioni con vari morti ( In uno di questi morì la Principessa Mafalda).

LA CONFERENZA DI WANNSEE del '42

La conferenza di Wannsee ebbe luogo a Berlino, nella villa Wannsee il 20 gennai 1942, fu una discussione condotta da un gruppo di ufficiali per decidere “la soluzione finale della questione ebraica”. L’incontro è noto per essere stata la prima discussione della “soluzione finale” tra i leader nazisti.
I verbali di questo incontro furono poi trovati intatti dagli Alleati alla fine alla fine della guerra e servirono come importante prova degli orrori durante il processo di Norimberga.

Quanto agli orrori gli angloamericani, per farne uno "spettacolo" per i posteri in Germania chiamarono perfino il famoso regista Hitchcock che realizzò nei tragici campi di concentramento dei documentari intitolati "Memory of the camps". Lui era già noto come il "maestro del brivido" e lui tenne molto fede a questa nomina, infatti fu lui a proporre a predisporre e montare certe inquadrature; così raccapriccianti....... che i documentari non vennero diffusi dagli americani in quanto si ritenne che l'orrore suscitato avrebbe ostacolato la riconciliazione postbellica di una parte della Germania Owest (utile per contrastare i russi). Ed infatti fu poi proprio qui che iniziò la "Guerra Fredda" e la costruzione da parte russa del "Muro".
In seguito il materiale e il cinico orrore rappresentato da
Hitchcock fu ampiamente diffuso e poi chiamato dagli ebrei, col termine "Olocausto" e "Shoah" un termine ebraico che significa "annientamento", "sterminio".
Nulla si seppe invece dei 7 milioni di tedeschi inviati dagli americani nei campi di concentramento, dove morirono di malattie e.... di fame.
(Vi erano rigidi ordini a non provedere a rifornire questi campi con i mezzi di sostentamento).

 

IN ITALIA
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Nel 1938 é il periodo della persecuzione dei diritti verso gli ebrei. Vediamo il Ministero dell’Interno disporre un censimento della religione ebraica che colpì in particolare i settori del lavoro e della cultura: gli ebrei vennero espulsi dalle scuole (2 settembre 1938), da tutti gli impieghi pubblici (10 novembre 1938) compreso l’esercito. Vennero posti limiti anche al possesso di case, terreni ed aziende. E pur isolati nei loro ghetti, non si andò oltre con altre vessazioni.
La persecuzione di tipo razzista fu fatta nei confronti di 51.000 ebrei, poco più dell’1 per mille della popolazione italiana. Doveva concludersi (si vuole imitare Hitler?) con l’allontanamento di tutti gli ebrei dalla penisola. Ma Mussolini non attuò mai questo esilio forzato.

Ma poi dopo, quando il 25 luglio Mussolini fu arrestato ed entrarono a governare i badogliani e i “liberatori" le cose cambiarono, soprattutto dopo l'8 settembre con l'armistizio e il 9 con il possesso di Roma da parte dei tedeschi.

I tedeschi per il voltafaccia dell'Italia "traditrice" erano infuriati. Heinrich Himmler, ministro dell'interno, comandante delle forze di sicurezza della Germania nazista, lui il teorico della soluzione finale della questione ebraica: scrisse chiaro e tondo ai suoi capi a Roma: “i recenti avvenimenti italiani – recitava il messaggio - impongono una immediata soluzione del problema ebraico nei territori recentemente occupati dalle forze armate del Reich”.
E con un telegramma per il colonnello Kappler a Roma, disponeva che “tutti gli ebrei, senza distinzione di nazionalità, età, sesso e condizione, dovranno essere trasferiti in Germania ed ivi liquidati. Il successo dell'impresa dovrà essere assicurato mediante azione di sorpresa.

E la sorpresa avvenne nei giorni successivi, quando ci fu ....
Il rastrellamento del ghetto di Roma - effettuato dalla truppe Gestapo di Kappler, tra le ore 05:30 e le ore 14:00 di sabato 16 ottobre 1943 - fu una retata di 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 bambini tutti appartenenti alla comunità ebraica.
Da Kappler
, nessun fascista fu ritenuto abbastanza fidato per partecipare all'azione (secondo lui i fascisti non erano abbastanza razzisti !?!?! - (Insomma fascisti o non fascisti gli italiani erano ancora "umani").
Ma l'azione perversa di Kappler fu quella: di farsi consegnare prima un riscatto in oro per aver salva la vita (che gli ebrei raccolsero e consegnarono - ca. 50 kg di oro), poi li arrestarono comunque deportandoli tutti nei lager tedeschi.

Oltre quello di Roma furono colpite anche tutte le altre 21 Comunità israelitiche soprattutto in Alta Italia. 5.000 erano riuscite a rifugiarsi nella vicina Svizzera, 300 nell’Italia meridionale, mentre 29.000 vivendo in clandestinità furono protetti dagli italiani antitedeschi. Addirittura 1.000 ebrei parteciparono attivamente poi alla Resistenza e 100 caddero perfino in combattimento.
Le vittime ebree nei vari campi, furono 6806; ne sopravvissero e tornarono in Italia 837 di cui 121 bambini di 1-13 anni, ( fonte Documentazione ebraica >>>

 

Queste alcuni discorsi-dichiarazioni dei nazisti riguardo al problema ebraico:

JOSEP GOEBBELS - Praga, discorso del 20 novembre 1940 -  "Die "Ganzliche Ausschaltung" des Juden-tums aus Europa....(...)  "L'eliminazione totale dell'ebraismo dall'Europa non è una questione di morale, ma di sicurezza degli Stati. L'ebreo agirà sempre in modo rispondente al suo essere e al suo istinto razziale; non può fare diversamente. Come la doridofera delle patate ne distrugge i raccolti, perché questo é il suo imperativo, così l'ebreo distrugge gli Stati e i Popoli. Per combatterlo c'è un solo mezzo, e cioè l'eliminazione radicale del pericolo".
(Questo discorso di Goebbels lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).
Sua la massima secondo cui “una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”. “L’arte della propaganda”, diceva, “consiste precisamente nella capacità di sollecitare la fantasia del pubblico con un appello ai sentimenti, nel trovare la forma psicologicamente appropriata che attirerà l’attenzione e toccherà il cuore delle masse della nazione”.
GOEBBELS si uccise nel bunker di Hitler dopo aver ucciso i suoi 6 figli e la moglie.


ADOLF HITLER - Berlino, discorso del 8 novembre 1942 - " Sie werden sich noch erinnen an die Reiscstagsstzung... (...) Vi ricorderete ancora della seduta al Reichstag in cui io affermai: qualora l'ebraismo si illuda di poter provocare una guerra mondiale per annientare le razze europee, il risultato non sarà l'annientamento delle razze europee, bensì l'annientamento dell'ebraismo in Europa. Voi mi avete sempre deriso per queste mie profezie. Ma di quelli che allora ridevano, oggi moltissimi non ridono più. Coloro che oggi ridono ancora, forse tra qualche tempo non rideranno più. Questa ondata si propagherà dall'Europa a tutto il mondo. Dell'ebraismo internazionale verrà riconosciuto tutto il demoniaco pericolo.  Vi provvederemo noi nazionalsocialisti!"
(Questo discorso di Hitler lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).


ROBERT LEY - Troisdorf (Il gerarca responsabile del Fronte del Lavoro,  discorso del 10 novembre 1942 - " Wer den Kampf mit Juda beginnt, muss sich klar sein ...(...) Chi inizia la lotta contro l'ebreo, deve essere consapevole di iniziare una lotta mortale. L'ebreo non dimentica  che noi tedeschi abbiamo osato mostrando ai popoli e al mondo nel suo nudo squallore, che noi abbiamo proclamato: guardate questi nasi adunchi, guardate questi piedi piatti, guardate queste creature inferiori, guardate questa bassezza, guardate come vi sfruttano, guardate come vogliono sottomettervi. Questo è il punto: il Dio di Giuda, il Dio di Giuda è il Dio della vendetta!".
(Questo discorso di Ley  lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).

 

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