LETTERATURA

Alessandro Manzoni
(Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873)

Considerazioni sui
PROMESSI SPOSI

Prof. Giovanni Pellegrino

In questo articolo prenderemo in considerazione
l’opera più importante di Alessandro Manzoni ovvero i Promessi Sposi.

Nel 1821 il Manzoni immaginò un romanzo che iniziò e portò a termine con il titolo di "Fermo e Lucia".
Poi in un secondo momento cambiò il titolo del suo romanzo che prende il nome "i Promessi Sposi".
Tale romanzo poteva essere definito “ storico” in un duplice senso .
In primo luogo dal momento che ricostruiva attorno alle vicende dei due protagonisti la situazione umana della Lombardia intorno al 1630 , negli anni della dominazione spagnola.
In secondo luogo dal momento che si riallacciava volutamente al “romanzo storico” il cui gusto si diffondeva allora in Europa ad opera di Walter Scott .



Questa storicità veniva incontro all’esigenze del Manzoni in quegli anni perché “romanzo storico” significava per lui l’abbandono della invenzione e il ricorso alla storia la sola sorgente delle opere d’arte.
Per Manzoni il ricorso alla storia non escludeva la poesia ma la facilitava.

Infine il “ romanzo storico” gli consentiva di soddisfare quel gusto della ricostruzione del passato e della storia degli umili .
Manzoni aveva assorbito la necessità di mettere in primo piano gli umili sia dagli storici francesi sia dal Vangelo .
Misto di storia e d’invenzione il “romanzo storico” apparve al Manzoni come la narrazione di una vicenda privata sullo sfondo delle vicende di un paese e di un popolo .
Uno degli aspetti innovativi del romanzo di Manzoni è proprio il legame strettissimo tra la “grande e la “ piccola” storia.

L’umile vicenda privata di Renzo e di Lucia diventa nel romanzo tutt’uno con le vicende non solo della Lombardia spagnola ma della stessa Spagna e di altre grandi potenze .
Di conseguenza l’intreccio e lo scioglimento della loro storia d’amore non sarebbero possibili ne comprensibili senza le vicende storiche di quel periodo .
I Promessi Sposi diventano pertanto il poema della Lombardia affamata e in tumulto , percorsa dagli eserciti stranieri e devastata dalla peste.

Quindi il romanzo di Manzoni diventa l’epopea di un popolo oppresso e dei suoi oppressori.
Al centro di questa epopea stanno due popolani il chè vuol dire che per la prima volta in un’opera d’arte italiana “tragica “ e “ alta” il terzo stato rivestiva la parte del protagonista il che è un altro aspetto innovatore del libro.

In tal modo si sviluppava il processo di democratizzazione della letteratura italiana iniziato nel 700 illuministico.
Di conseguenza al centro dell’opera d’arte non vi erano più grandi personaggi ed eventi di portata storica ma uomini di tutti i giorni e fatti della vita quotidiana .
Fare di Renzo e Lucia i protagonisti del libro era importante anche da un altro punto di vista perché il Manzoni si poneva nell’angolo visuale dei suoi umili protagonisti.
Conseguenza di ciò fu un mutamento radicale dei valori e dei criteri di giudizio .
I valori terreni vennero capovolti cosicchè i personaggi importanti sono mostrati nella loro miseria intellettuale e morale .
Essi sono giudicati e condannati per il disinteresse la prepotenza l’orgoglio con cui gestivano il loro potere.
Se si confrontano con essi e con la loro miseria morale spiccano ancora di più le virtù morali degli umili.
Questi aspetti che sono senz’altro innovatori trovano la loro ragion d’essere nel cristianesimo democratico del Manzoni .

Tuttavia queste componenti del pensiero di Manzoni trovano il loro limite nelle convinzioni sociali e nello stesso sentimento religioso dell’autore che come svalutava i valori dei grandi personaggi così non si assumeva in pieno la difesa degli interessi degli umili.
Infatti Manzoni delegava la difesa di tali interessi in un certo senso alla Provvidenza.
Per le azioni degli uomini Manzoni conservò sempre una profonda diffidenza cosicchè i propositi e i piani degli uomini nel romanzo falliscono sempre chiunque li tessa buono o malvagio che sia .
Fallisce il piano di don Rodrigo di piegare alla sua volontà Lucia come fallisce pure quello dell’ Innominato di far rapire Lucia .
Tuttavia falliscono anche i piani di Padre Cristoforo e quelli del cardinale Borromeo quando colloca Lucia presso donna Prassede un’altra popolana.

Di conseguenza appare chiaro che la vittoria degli umili e dei buoni è possibile solo perché così vuole la Provvidenza aldilà dei piani e delle azioni degli uomini .
Pertanto i Promessi Sposi sono da considerarsi anche l’epopea della Provvidenza che persegue e raggiunge i suoi fini servendosi di tutti i mezzi .

Manzoni dunque mostra diffidenza per ogni azione dell’uomo che miri a sottrarsi ai voleri della Provvidenza per agire da se confidando nella propria forza o nel proprio diritto.
Manzoni svaluta quindi le azioni dei potenti che nella loro vuota superbia non sanno impedire la guerra la peste la fame ma svaluta anche le azioni degli umili se essi pretendono di farsi giustizia da se non aspettando l’intervento della giustizia di Dio.

Manzoni svaluta anche l’agire politico degli umili delle folle che vogliono riparare da se ai mali sociali .
Manzoni è anche contrario di conseguenza alle ribellioni violente delle masse popolari anzi Manzoni dimostra un disprezzo impietoso per queste azioni degli umili così come dimostra un disprezzo per le azioni dei grandi della Terra.

 

Con la stessa energia Manzoni svaluta la cultura o almeno la cultura che non affonda le sue radici nella fede.
Egli aveva fatto ciò già tante volte, nel saggio sulla storia longobardica, nella lettera allo Chauvet e come farà poi in tutti i suoi scritti .
Nel romanzo questa cultura appare deformata e derisa tanto nelle pagine sulla peste dove accanto all’incapacità dei politici è colpita l’ignoranza dei medici quanto nella figura una delle più riuscite del libro di don Ferrante .
Ma don Ferrante è satira o caricatura non solo degli aristotelici del seicento quanto degli aristotelici di tutti i tempi .
Allo stesso modo la dominazione spagnola a Milano è immagine di tutte le dominazioni straniere .
Parimenti don Rodrigo il conte zio e don Abbondio sono nelle loro vesti secentesche immagini o simboli del piccolo prepotente, del potente sciocco e vanitoso del pavido di tutti i tempi .
Non per niente questi tre personaggi sono diventati proverbiali singoli di alcune categorie di persone .
I Promessi Sposi volevano avere un carattere “ storico” e perciò obiettivo (racconto di ciò che è accaduto “effettivamente”) ma ciò non impedì al Manzoni di inserirvi qua e la osservazioni sue a cui non sapeva ne voleva rinunciare .

Se l’arte infatti ha l’utile come fine è naturale e necessario che lo scrittore sottolinei i fatti da cui il lettore può ricavare una lezione utile .
Allo stesso modo risulta necessario che lo scrittore chiarisca il significato degli avvenimenti che racconta pertanto il romanzo è tutto punteggiato delle battute del suo autore, battute che costituiscono quello che i critici hanno definito “l’umorismo “ del Manzoni .
Manzoni affaccia il suo viso pensoso tra le righe e inserisce le sue osservazioni in forma ora amara ora grave ora pensosa .
Il Manzoni induce il lettore a compiere importanti e commosse meditazioni di fronte alla peste e alla guerra .

Altre volte Manzoni spinge il lettore a sorridere insieme a lui sulle debolezze degli uomini mentre altre volte lo induce a sdegnarsi e poi a cambiare lo sdegno in un umorismo bonario .
Questa intromissione continua dell’autore determina anche un altro dei tratti caratteristici dei Promessi Sposi .
In tale romanzo si muovono personaggi di tutte le condizioni sociali ragion per cui le scene si svolgono ora nelle mense dei ricchi e potenti ora nelle cucine modeste dei poveri, ora al palazzo del governatore ora all’osteria , ora tra cardinali dottissimi ora tra contadini analfabeti .

Dobbiamo anche dire che nei Promessi Sposi racconto e dialogo si alternano continuamente .
Tuttavia il romanzo non è articolato dal punto di vista della lingua su piani diversi dal momento che l’autore e i personaggi qualunque essi siano parlano tutti allo stesso modo .
Tuttavia il Manzoni a differenza di quanto fecero i veristi e poi ancora i neo realisti di tutte le tendenze non si trasferisce lui sul piano dei suoi personaggi ma anzi trasporta questi sul suo piano e fa si che essi parlino e pensino attraverso il pensare e parlare di Alessandro Manzoni .

Un esempio tipico di questa caratteristica del romanzo può essere l’addio di Renzo e Lucia ai loro monti una pagina di ricercata eloquenza nelle forme alte della nostra tradizione letteraria .
In questo celebre passo i sentimenti e i pensieri dei due umili personaggi vengono resi con una elevatezza di affetti un lirismo che non poteva essere alla loro portata .

Vogliamo chiudere il nostro articolo mettendo in evidenza che nei Promessi Sposi il Manzoni ha creato una prosa narrativa moderna per la sua epoca nella quale si rispecchiano i tratti e gli ideali di una società nuova che cercava il decoro letterario a condizione che non si sovrapponesse alla sostanza .

Manzoni nel romanzo si preoccupa anche molto dell’unità nazionale ragion per cui vuole una lingua che senza toscaneggiare troppo fosse nazionale ovvero compresa dalle Alpi alla Sicilia .
In definitiva Manzoni mirava a una letteratura che potesse arrivare anche alle classi sociali modeste in modo da educare al sentimento civile e ai valori cristiani e patriottici che tanto stavano a cuore all’autore .
Questo ammodernamento della prosa è tanto più notevole se lo si paragona ai versi redatti dal Manzoni .

Prof. Giovanni Pellegrino

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