(P05) L'ITALIA PREROMANA - ROMA LE ORIGINI
L'ETÁ REPUBBLICANA - ROMA - CARTAGINE

L'Italia preromana

Nella penisola italiana, abitata sin da tempi molto antichi, si succedettero diverse civilta' alle quali diedero vita genti diverse. Al II millennio a.C. risale la civilta' delle terremare; ad essa segui', verso il 1000 a.C., quella villanoviana. Queste civilta' si svilupparono al nord e al centro della penisola, create da popoli di cui ignoriamo l'origine. Ai primitivi abitatori della penisola, Celti, Liguri, Siculi e Sardi, si aggiunsero gruppi di Indoeuropei, i Veneti e poi gli Italici di cui facevano parte Umbri e Latini.

 

Solo nell'VIII secolo giunsero in Italia due popoli d'avanzata civilta': gli Etruschi e i Greci. Questi ultimi colonizzarono l'Italia meridionale e la Sicilia, dando vita a una splendida civilta'. Gli Etruschi, la cui origine resta ancora oggi un mistero, si stanziarono nel centro dell'Italia, estendendosi poi sia verso il nord che verso il sud. Essi non costituivano uno Stato unitario, ma una confederazione che riuniva dodici citta'-stato relativamente autonome. L'importanza del popolo etrusco e' negli elementi originali della sua civilta' e nell'influsso che questa esercito' sui Romani.

 

Roma. Le origini

L'origine leggendaria della citta' di Roma si collega al mito greco della guerra di Troia e alla fuga dell'eroe troiano Enea, che avrebbe raggiunto la foce del Tevere. Romolo e Remo, suoi discendenti, avrebbero poi fondato Roma.

In realta' Roma nacque tra il IX e il VII secolo dalla fusione di piu' villaggi abitati da popolazioni latine e sabine, che sorgevano sui colli della riva sinistra del Tevere, in particolare sul Palatino. Secondo una leggenda d'eta' romana in Roma regnarono complessivamente per 250 anni sette re. I primi quattro furono alternativamente latini e sabini, gli ultimi tre etruschi, il che testimonia la dominazione etrusca sulla nuova citta'.

Nel 509 a.C. una violenta rivoluzione dei nobili e del popolo riusci' ad allontanare i re e a dar vita a un governo repubblicano. Il potere dei re era assoluto ed essi erano anche a capo della religione e dell'esercito. Un consiglio di anziani, il SENATO, scelto tra i patrizi, cioe' tra la nobilta' romana, eleggeva il re. Al di sotto del senato, per approvare o respingere le decisioni, c'era un'assemblea popolare, detta COMIZI CURIATI, che riuniva patrizi e plebei.
Questi ultimi costituivano la gran parte della popolazione ed erano artigiani, operai, contadini; non godevano di diritti politici. Sotto di loro erano gli schiavi, che divennero sempre piu' numerosi, e i liberti, gli ex schiavi liberati, che continuavano pero' a dipendere dal padrone.

 

La prima età repubblicana

Dopo la cacciata dei re, Roma si diede una costituzione repubblicana. La magistratura piu' alta era ricoperta da due CONSOLI, che guidavano l'esercito e assicuravano l'attuazione delle leggi. I reati erano giudicati da due PRETORI, mentre gli EDILI si occupavano dei lavori pubblici.

L'amministrazione del tesoro dello Stato era invece affidata a due QUESTORI. In caso di pericolo i consoli venivano sostituiti da un DITTATORE che accentrava nelle sue mani tutti i poteri. Il senato era la massima assemblea romana: era composto da 300 membri aqi quali spettava esprimere un parere (senatoconsulto) sulle proposte dei magistrati. Le assemblee popolari erano i COMIZI CURIATI prima e i COMIZI CENTURIATI poi. Assoluto era il predominio dei patrizi in questa costituzione e i plebei dovettero lottare a lungo per ottenere la piena parita' dei diritti.

Tappe fondamentali di questa lotta furono la creazione dei tribuni della plebe, leggi scritte valide per tutti e infine l'accesso dei plebei a tutte le cariche dello Stato.

Intanto Roma iniziava una lunga serie di guerre vittoriose contro Etruschi, Galli, Sanniti, al termine delle quali essa si trovo' ad avere il controllo dell'Italia centrale. Giunta cosi' a confinare con le colonie greche, Roma ebbe una guerra con Taranto, alleata di Pirro. Dopo alcune sconfitte, Roma vinse a Malevento la battaglia decisiva.

Ormai padrona dell'Italia, dalla Toscana fino allo Ionio, Roma organizzo' i propri possedimenti in MUNICIPI, CITTA' FEDERATE e COLONIE. Dai territori conquistati cominciarono a giungere a Roma nuovi abitanti, mentre i ricchi Romani si impadronivano di grandi estensioni di terreno. L'economia subiva intanto una profonda trasformazione: accanto all'agricoltura, che occupava ancora la maggior parte della popolazione, si sviluppavano grandemente l'artigianato e i commerci.

 

Il duello
tra Roma e Cartagine

Assoggettate le colonie greche dell'Italia meridionale, Roma si trovo' a dover lottare per il dominio del Mediterraneo contro Cartagine, una grande potenza marinara. La scintilla della lotta scoppio' in Sicilia, dove le due citta', che avevano cercato sino ad allora di evitare lo scontro diretto, furono coinvolte in una guerra tra Siracusa e i Mamertini.
I Romani ne approfittarono per conquistare la Sicilia, ma il dominio del mare rimase ai Cartaginesi. Il senato romano decise quindi di allestire una flotta che vicino a Milazzo sconfisse nel 260 a.C. la flotta cartaginese. Ma solo nel 241 a.C. alle isole Egadi la flotta romana inflisse ai Cartaginesi la sconfitta decisiva. La Sicilia rimase cosi' ai Romani che la trasformarono nella loro prima provincia.

Perso il controllo del commercio marittimo, Cartagine cerco' di conquistare la penisola Iberica. Il comando dell'esercito cartaginese passo' ad Annibale, uno dei piu' grandi talenti militari dell'antichita'. Egli provoco' i Romani e li costrinse a dichiarare guerra; organizzo' quindi un esercito di 30.000 uomini che porto' in soli 15 giorni in Italia attraverso le Alpi. Annibale con tre importanti vittorie giunse alle porte di Roma, che pero' supero' per scendere piu' a sud in attesa di aiuti da Cartagine. Lo scontro diretto ebbe luogo a Canne nel 216 a.C. e si risolse in una gravissima sconfitta romana. Annibale non seppe approfittare della vittoria; gli aiuti che attendeva via mare gli furono portati via terra dal fratello Asdrubale, che fu poi sconfitto e ucciso al fiume Metauro dal ricostituito esercito romano.

Per costringere Annibale a lasciare l'Italia, Scipione sbarco' con un esercito in Africa e marcio' su Cartagine, Annibale, tornato precipitosamente in patria, lo affronto' a Zama ma fu sconfitto. Roma ebbe cosi' modo di imporre ai Cartaginesi gravissime condizioni di pace.

Sconfitti i Cartaginesi, Roma completo' la sua espansione nel bacino del Mediterraneo, strappando la Grecia ai Macedoni e respingendo un tentativo del re di Siria Antioco di riconquistarla. Piu' tardi, i Romani sottomisero anche la Macedonia e distrussero dalle fondamenta Cartagine che stava pian piano rinascendo.

 

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