LETTERATURA

UGO FOSCOLO

UGO FOSCOLO - biografia di Maria Pia Perrotta >>>>>>>>>>>>>>>
UGO FOSCOLO....... APRI' UN NUOVO SECOLO >>>>>>>>>>>>>>>

Le ultime lettere di Jacopo Ortis

di Ugo Foscolo


Prof. Giovanni Pellegrino

In questo articolo ci occuperemo di una delle opere più importanti di Ugo Foscolo ovvero “Le ultime lettere di Jacopo Ortis “ .A prima vista la storia di Ugo Foscolo non sembra granché diversa da quella del Monti.

Anche il Foscolo visse partecipandovi le vicende tra le quali passò l’Italia dal 1796 al 1815 e ne accolse in se gli echi .
Anch’egli parteggiò per il gusto neoclassico ed aspirò ad una poesia aristocratica pensando che “i lettori di poesia sono creati da natura “ e che il poeta debba scrivere per questi pochi eletti e non per il popolo.
Tuttavia le somiglianze tra Foscolo e Monti sono solo estrinseche dal momento che l’atteggiamento sostanziale dei due di fronte alla loro età e alla poesia fu totalmente diverso .
Infatti il Foscolo nelle sue opere maggiori fu interprete dei sommovimenti più profondi e più seri del suo tempo e li rispecchiò in una sintesi originale e organica .

Il Foscolo visse tutti gli avvenimenti storici dell’Italia settentrionale dallo scoppio della rivoluzione alla nascita della repubblica cisalpina prima, al regno d’Italia dopo ed infine al ritorno dell’ Austria .Tali vicende furono d’importanza fondamentale nella storia dell’opinione pubblica italiana e del formarsi del sentimento nazionale e patriottico .

Infatti alla caduta di Napoleone le aspirazioni e gli stati d’animo del Settecento illuminista erano ormai lontani cosicché la nuova generazione cominciava già a lottare per l’indipendenza e l’unità nazionale cioè per il “Risorgimento” .A determinare questo stato d’animo concorsero varie ragioni .
Lo sviluppo economico promosso dall’assolutismo illuminato rendeva necessaria la costituzione di un vasto stato unitario non frazionato da barriere politiche e doganali.
Inoltre il ritorno dei vecchi governi provocò il costituirsi di gruppi irrequieti di uomini che avendo avuto una parte attiva nell’esercito, nella politica e nell’economia degli anni passati non accettavano assolutamente la nuova situazione in cui si trovava l’Italia .
Possiamo dunque dire che cronologicamente il Foscolo fu il poeta dell’età che coincideva con la rivoluzione e con gli anni napoleonici .
Infatti egli compose la maggior parte delle sue opere tra il 1798 e il 1815 .

D’altra parte per queste ragioni cronologiche e per il fatto di abitare a Milano egli venne presto a contatto con il gruppo dei napoletani esuli dopo la caduta della repubblica partenopea (Francesco Lomonaco e Vincenzo Cuoco). Foscolo attraverso i colloqui con essi poté avvicinarsi al pensiero di Vico di cui allora in quegli albori della cultura romantica si sottolineava soprattutto il senso vivissimo della storia .

Risultato di questi rapporti e conseguenza insieme della fervida vitalità del Foscolo fu la sua cultura ricca di contrasti non sempre risolti , di tendenze contraddittorie eppure fuse e vissute nell’organicità di una personalità quanto mai ricca ed incandescente. Ad esempio il materialismo che caratterizzò la forma mentis del Foscolo sopravvisse con l’aspirazione a uscirne per giungere a valori non riconducibili alla sola vita dei sensi .
Molto importante per Foscolo fu la lezione del Vico col suo costante richiamo alla storia .
Tale richiamo si inserì su una disperazione che le vicende storiche italiane aumentavano notevolmente. Inoltre la concezione sensistica della poesia si fuse con un neo classicismo forgiato sulla conoscenza dei classici ed arricchito di tutte l’esperienze più moderne ed attuali .

La prima opera importante del Foscolo furono "Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, un romanzo epistolare che a prima vista può sembrare composto di getto ma che deve essere considerato tra le opere letterarie italiane più caratterizzate da una stesura lunga e intrigata . L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1798 con un altro titolo ma solo nel 1802 dopo varie ristampe di quella prima edizione uscì il romanzo rivisto e terminato dal Foscolo .
Egli tuttavia continuò a correggere e a modificare il testo nell’edizioni successive del 1816 e 1817, il che significa che la stesura dell’opera abbracciò un arco di tempo di circa vent’anni. Altrettanto complessa fu la genesi del romanzo .

La sua natura epistolare si rifà esplicitamente a un modello narrativo in gran voga verso la fine del Settecento cosicché il Foscolo tenne certamente presenti vari modelli illustri come ad esempio “i dolori del giovane Werter” di Goethe .
Accanto a queste influenze letterarie più o meno determinanti contribuirono alla genesi dell’Ortis fatti esterni e fatti interiori della vita del Foscolo .
L’invenzione centrale del romanzo (un giovane che si suicida per amore di una donna già promessa) richiama alla mente l’invenzione centrale del “ Werter” .Tuttavia pare che il Foscolo abbia tenuto presente anche una storia realmente avvenuta ad un giovane studente a Padova. Inoltre appare certo che Foscolo ricordò in tale opera anche alcuni suoi amori .
Il nome della giovane (Teresa) ricorda la Teresa Pickler moglie del Monti che Foscolo quando iniziò il romanzo amava vanamente .
Il nome della sorellina minore di Teresa (Isabellina) richiama la Isabella Roncioni mentre l’incontro con una dama ricorda una Isabella Teotochi Albrizzi che era stato il primo amore di Foscolo giovinetto. Oltre a diversi tratti autobiografici sparsi qua e là vi sono nel libro anche lettere che il Foscolo aveva scritto alla Roncioni o alla Fagnani Arese e che poi inserì nel romanzo dopo averle opportunamente adattate.

 

Eppure nonostante tutto ciò l’Ortis è un’opera fortemente originale nella quale tanti motivi del Foscolo posteriore sono presenti l’una accanto all’altro come tutti in quegli anni erano presenti nella mente dello scrittore .Tuttavia ciò che distingue l’Ortis dal Werter e dagli altri romanzi del genere è il fatto che il protagonista si uccide non solo per una delusione amorosa ma anche per una disperazione profonda derivante dalla caduta di Venezia nelle mani dell’Austria e dalle sventure dell’Italia . Il romanzo comincia proprio con la fuga Ortis-Foscolo da Venezia per rifugiarsi sui colli Euganei .La passione vana per Teresa si inserisce su un dolore già acuto derivante da una concreta delusione politica che costituisce il tema patriottico dell’opera .

Accanto al motivo della patria vi è poi quello della passione contrapposta all’intelletto governato dalla ragione .
Nell’Ortis vi è ancora il senso vivo di una natura che è sfondo congeniale alle tempeste dell’animo umano .
Nell’opera è presente altresì il senso della storia , dell’età che passando travolgono popoli e nazioni. Possiamo dire che la forma mentis di Ortis-Foscolo è caratterizzata da un libertarismo appassionato che vista crollare intorno a se ogni ragione di vita non ha altro sbocco che il suicidio .
Tuttavia in questo suo individualismo lo scrittore rifletteva la delusione che (non sua personale ma di tutta una generazione ) di chi dopo il crollo del mito illuministico della Ragione vedeva crollare con il tradimento di Napoleone ogni speranza di rinnovamento. Il tono del romanzo è essenzialmente lirico e la prosa incline a volte a una forte enfasi declamatoria anche nei momenti di meditazione .

Tuttavia vi sono delle pagine molto forti come l’incontro con il Parini a Milano, la visita alle Alpi Marittime e le meditazioni sulla storia .
Quindi possiamo dire che nell’Ortis è presente una complessità dell’opera in cui è in germe tutto il Foscolo futuro. Pertanto il libro ha un posto importante non solo nella formazione di Foscolo ma anche nella storia della nostra cultura .
Di conseguenza è facile capire come mai le generazioni seguenti romantiche e risorgimentali potessero sentirlo tanto vicino.

Anche lo stesso Manzoni poté fare del Foscolo il capostipite di una corrente del romanzo risorgimentale italiano proprio perché il tema patriottico raggiunge nell’Ortis vette di altissimo livello.

Prof. Giovanni Pellegrino

< < < RITORNO ALL'INDICE

HOME PAGE STORIOLOGIA