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VILFREDO PARETO
(FU UN PRECURSORE? ANCORA OGGI ATTUALE? )

I FASCI SOCIALISTI (di SX)
E IL FASCISMO MUSSOLINIANO

Prima della fine dell'800, il "Fascio" era già un movimento politico in chiave nazionalista dall'Unione Sindacale Milanese, con un periodico settimanale che contestava da sinistra la posizioni di Zanardelli e di Giolitti. Fondatori erano Giacomo Tirale e Luigi Zambini. Un organismo con lo stesso nome "Fascio della democrazia", nacque l'8 agosto 1883 durante i lavori del congresso tenuto a Bologna dai radicali, ma con la partecipazione di numerosi esponenti socialisti. Ma l'esperienza avrà vita breve perché non si riuscirà a raggiungere un indirizzo politico omogeneo. Ricorrente era la violenza. Nelle fabbriche, nelle piazze. Ed alcuni finirono pure in galera.

 

MA COS'ERA IL "FASCISMO" prima di allora?

Da non dimenticare che il nome "fascista" derivava dal POI "Partito Operaio Italiano" operante già nel 1882-1892 di orientamento socialista che aveva anche una rivista "La Plebe", rimpiazzata nel 1883 dal "FASCIO OPERAIO". (che voleva essere indipendente da tutti gli altri partiti e si credeva matura per far da sè, senza ricorrere agli "operai del pensiero"- Com'era stato nel Risorgimento - con dentro intellettuali, borghesia ed anche nobili).
A seguito delle varie azioni di scioperi e distruzioni di questi (operai) lavoratori in rivolta, i seguaci, subito, ma poi anche in seguito (quando ci fu la scissione socialista), fu data a loro la nomina di "Fascisti" (e poi rimase tale verso gli agitatori della piazza, diventati poi seguaci di Mussolini (quando lui era ancora socialista).
Insomma "fascista" era sinonimo di "rivoluzionari", che guidavano un "manipolo di violenti" per lo più "operai" contro gli industriali e i possidenti. E furono proprio questi ultimi che diedero questa nomea di "fascisti" alla sinistra violenta e prepotente.

In sostanza: le successive "squadracce" fasciste mussoliniane (tutti ex socialisti) sorsero come reazione alle "squadracce fasciste rosse" che volevano trasformare l'Italia in una succursale dell'URSS, e che appunto si chiamarono pure queste "fasciste" proprio come quelle del 1883.


Dal 1887 al 1889 diversi componenti di "Fascio Operaio" (sempre con la nomea di "fascisti") furono arrestati per incitamento agli scioperi. Nel 1891 il "Fascio Operaio" prese poi il nome di "Partito dei Lavoratori Italiani". I cui militanti poi confluirono nel "Partito Socialista Italiano Rivoluzionartio" fondato da Andrea Costa. Lui il fondatore del settimanale "Avanti!". Deputato fin dal 1882 fu lui tra i fondatori del "Partito Socialista". Nel 1898 guidò la famosa rivolta dei lavoratori milanesi; fu arrestato durante il tragico stato d'assedio e la sciagurata repressione a Milano (con il fuoco sulla folla - ci furono oltre 100 morti) del generale Bava Beccaris
(Decorato poi da Re; motivazione: " ...ha reso un grande servigio al Re e alla patria"). Due anni dopo -il 29 luglio del 1900 - a Monza, Re Umberto I veniva assassinato dall'anarchico "vendicatore" Gaetano Bresci.
E altrettanto tragiche era gia state quelle dei
FASCI sorti in Sicilia anche questi di sinistra con un proletariato composto da braccianti agricoli, minatori e operai che i sindacati facevano scendere in piazza per fare scioperi e occupazione di fabbriche, terre e rivendicazioni varie. Quelle del dicembre 1893 furono tragiche.

((((((( La morte del Re a Monza, dopo 48 ore, aveva portato sul trono improvvisamente (era in vacanza) il figlio Vittorio Emauele III, un giovane inesperto di politica. Tutti da lui si aspettavano per questo lutto paterno una forte reazione, stile Beccaris prendeneva a cannonnate i rivoltosi a Milano. Ci sarebbe stata una guerra civile? Del resto proviamo a pensare cosa sarebbe successo, se in quelle 48 ore di vuoto, con al governo un Crispi o un Pelloux; avrebbero subito gridato "Ecco, cosa vi dicevamo! Che bisognava reprimere! reprimere! reprimere! (alla Beccaris) Le nostre preoccupazioni non erano infondate!". Ma invece di una sterzata a destra, il giovane Re scelse intelligentemente la via di sinistra dei socialisti, in un momento in cui, di fatto se non di diritto, la sua opinione aveva valore decisivo. Ma putroppo subito e nei nei successivi 14 anni i socialisti seguitavano a voler tutto, erano sempre nelle piazze a fare i "fascisti" usando la violenza. Compreso anche un certo Mussolini che finì anche in galera. Che però cambiò atteggiamento alla vigilia della guerra che in Italia era alle porte (1915), diventando lui un interventista, e per questo fu radiato dai socialisti. La guerra era inziata con litalia con un voltafaccia proprio del Re, che invece di rispettare i patti con fino all'allora amica Austria all'insaputa dello stesso parlamento, con Sonnino, stipulò una alleanza con Francia e Inghilterra e fece lui la Dichiarazione di Guerra all'Austria, dando così "una coltellata alla schiena"- disse l'infuriato ex amico imperatore . Poi il Re detto per la sua statura "il piccoletto" e per antonomasia "non soldato", diventò proprio lui paradossalmente il "Re soldato". Platealmente si mise la bustina in testa e partì per il fronte. Sappiamo da altre pagine come andò poi a finire questa 1a Guerra Mondiale. Per l'Italia si disse "una vittoria mutilata".
Ma poi nel 1940 sempre firmando lui la Dichiarazione
di Guerra, diede una'altra "coltettala alla schiena" ma questa volta alla Francia, non come nella 1a G.M. E anche qui si mise la bustina in testa e partì per il fronte.)))))))

L'attività operativa socialista si svolgeva nelle costituite Camere del Lavoro. Qui con i demagoghi (gli "operai del pensiero") si decidevano gli scioperi dei lavoratori, le barricate degli "operai", le occupazioni, gli attacchi rivoluzionari contro i padroni e lo Stato, che scatenarono sempre le repressioni.
Uno degli agitatori socialisti, e che si schierò con l'ala rivoluzionaria del partito, capeggiata da Arturo Labriola. era allora anche BENITO MUSSOLINI. Che cercò di imporre all'intero movimento socialista la propria concezione rivoluzionaria, attaccando le istituzioni sia politiche sia religiose.
Lo stesso Mussolini era spesso a capo degli scioperi, con minacce alle organizzazioni padronali, finendo pure anche agli arresti.

Il movimento era guidato da un comitato formato da Giovanni Bovio, Felice Cavallotti e Andrea Costa. In seguito avvenne una trasformazione dentro i socialisti, nell'estrema sinistra. Il 15 ottobre 1914 quando nascono "Fasci d'azione rivoluzionaria internazionalista" con membri della sinistra avanzata.
Ma in forte disaccordo nel dicembre dello stesso anno nascono "Fasci Autonomi" di Benito Mussolini, già direttore del socialista Avanti che però il 29 novembre viene espulso dal giornale e dal Partito Socialista Italiano, perché nella guerra '15-'18, lui improvvisamente era diventato un interventista.
Terminata la guerra andò a fondare nel 1919 "I fasci di combattimento". (che riportiamo in altre pagine) - un movimento volendo lui interpretare la rivoluzione e l'ordine giocando la carta del nazionalismo, nelle inquietudini degli ex 5 milioni di combattenti, nelle frustrazioni della piccola nuova nascente borghesia, nelle spinte protestatarie che covavano anche in seno alla classe operaia pur essendo questa la maggior parte di sinistra, stanca di certi demagoghi, e stanchi di far scioperi che voleva dire rimanere senza paga. E andò ancora peggio ( a spasso senza stipendi) quando i "padroni" adottarono le "serrate" (la chiusura degli stabilimenti, prima ancora degli scioperi annunciati. .

I "concorrenti" ed ex amici dei socialisti mussoliniani iniziarono a chiamarsi "antifascisti". Ma di fatto "fascisti" erano stati e "fascisti" (nelle loro azioni) rimasero, soprattutto quando ci furono le violente (ma fallimentari) "Settimane Rosse".
I tempi erano dunque maturi per una svolta radicale, maturi per quel fenomeno politico pure questo alimentato dalla violenza (non solo in forma potenziale- ma attiva e uguale a quella dell'antico "Fascio operaio", che ripetiamo era una violenza "socialista" simile a quella dell' '83 e seguenti).

Ricordiamo che il pensiero economico dell'orientamento liberista era nato con la teoria economica di Smith (detta anche individualista). Karl Marx fu invece il radicale interprete e sostenitore, avversando in modo integrale la società capitalistica e la sua intrinseca "lotta di classe". Il suo socialismo era una dottrina economica incentrata sulla proprietà pubblica, dello Stato, di risorse e di mezzi di produzione. Il "Liberismo" invece, era incentrato sulla libera iniziativa individuale, sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sull'economia di mercati ed era nata con il fondatore dell'interpretazione economica classica proprio con Adam Smith, con la sua teoria del "laissez faire".

Poi apparve WILFREDO PARETO.(1848-1923), massimo economista e sociologo italiano che fu un teorico dell'elitismo. Lui con una personalità eclettica, spaziava dalla filosofia all'economia, dalla matematica alla sociologia. Reazionario, nemico dei socialismi, critico verso la borghesia. Scrisse "Trasformazione della democrazia". offrendo una lettura di un sistema politico portatore della decadenza e degenerazione. Disilluso dalla democrazia, ci andò duro, dicendo:"E' un guscio vuoto".

(((((che sembra oggi molto attuale, quando vediamo alcuni scialbi banali personaggi, senza una educazione e una preparazione politica, che con le loro esternazioni blaterano e fanno muovere il governo e il popolo stesso in una piazza dove si tiene un banale concerto. Abbiamo oggi degli influenzer che possono spostare il consenso di milioni di voti. E sono in grado con i loro follewer (bastano 500.000 di questi) a chiedere un referendum sulle più strampalate idee che fanno così dimenticare quelle prioritarie. Oltre l' obbrobrio che diventati controllori sono ad un tempo stesso i controllati E come se non bastasse non avendo il vincolo di mandato, fanno il "trasformismo" passando (tradendo il suo beota elettore) da un gruppo parlamentare ad un altro.
Ma c'é anche un ingrato risvolto; basta un titolo su un social e ti ritrovi nella polvere; oppure chi comanda i media basta nascondere certi titoli e sei dimenticato))))))


Nella politica come nella società urgeva ripartire dalle classi dirigenti. Non c’è capo o sistema di leggi che possa compensare la mancanza di élite alla guida del Paese. Pareto lo aveva capito già prima dell’avvento della democrazia globale di massa. Perchè affermava una democrazia senza élite è decapitata, destinata a morire, al pari di una democrazia di massa.
Depretis e Giolitti li considerava i “capi del sindacato degli speculatori”, abili nel sobillare gli istinti delle masse e nel promuovere gli interessi dei ricchi (Pareto, 1916);
La consonanza della concezione elitaria con la critica ai socialismi, alla democrazia, al sistema borghese e democratico (!?), fecero si che PARETO fosse considerato un precursore del fascismo mussoliniano.

Ricordiamo che POI più tardi la nuova élite fascista stipulerà un'altra alleanza, anche questa da manuale paretiano: quella (nel '29) con la Chiesa romana. Anni dopo, altre conferme: in Germania la presa del potere da parte del nazismo e l'alleanza di Hitler con la grande borghesia tedesca. Ed anche in Unione Sovietica il socialismo non diventò realtà nei popoli della Grande Russia ma i lavoratori si trovarono dominati, anziché dall'odiata aristocrazia guidata dallo zar, da una élite espressa dal partito dittatoriale staliniano salito al potere.

TORNIAMO AL GIOVANE SOCIALISTA ROMAGNOLO MUSSOLINI.
Mussolini il 9 luglio 1902 era emigrato in Svizzera a Losanna come ormai facevano tanti disoccupati italiani. All'inizio trovò lavoro come manovale presso una fabbrica di cioccolato quasi sul confine. Entrava alle 6 del mattino e terminava alle sei di sera: 12 ore; lui non era abituato a lavorare tantomeno a così tante ore. La sera - racconterà in seguito - avevo le mani gonfie. Dopo una settimana si licenziò e tornò a Losanna nel quartiere dove vi erano tanti suoi connazionali che facevano i muratori, i minatori, gli artigiani che gli diedero anche da dormire. Iniziò a vivere qui due anni e mezzo senza risorse (dormendo alcune volte anche sotto i ponti) in giro a fare spesso il disoccupato, il poveraccio, anche se racimolava qualche soldo facendo l'insegnante di italiano agli immigrati.
Tuttavia non mancò Mussolini di frequentare per due anni le lezioni di economia-politica di VILFREDO PARETO il grande economista-sociologo che insegnava proprio a Losanna. Ne divenne pure amico.
Il "socialista romagnolo" Mussolini, per il proletariato scriveva allora articoli, teneva dei comizi con una oratoriagesticolante, faceva alcuni accesi dibattiti, che gli diedero una certa popolarità fra i socialisti. Ma Lui non aveva ancora un pensiero politico autonomo, era un dialettico rivoltoso (del resto era a contatto anche con l'ambiente anarchico) e in questi primi interventi (oltre che su "L'Avvenire del Lavoratore", su "Il Proletario", su "Avanguardia Socialista) lui si permette già di scrivere che "il socialismo è un vasto movimento pietista, non l'avanguardia vigile del proletariato, dove sono raccolti dei malcontenti dello stesso socialismo, con alcuni vanitosi e già compromessi con la borghesia e questa (accorta) li usa proprio per far naufragare il socialismo". Avendo esordito da sovversivo nel decennio giolittiano, (ma quando i "fascisti" ante litteram erano i nazionalisti) paradossalmente era diventato un "antifascista". Alla guerra in Libia lui era contro la guerra e diventò il vero responsabile del neutralismo socialista. Ma solo nell'intimo. Perchè poi nella Grande Guerra scoppiata nel '14 lui diventa il portavoce dell'interventismo; sdegnati i socialisti lo espulsero dal partito e dal loro giornale "Avanti". E lui subito pronto fonda il suo giornale "Il Popolo d'Italia" (finanziato dall'apparato industriale italiano: gli Agnelli, i Perrone dell'Ansaldo, l'industria petrolifera, i zuccherieri italiani, gli agrari emiliani ecc. ecc. Nel fare la guerra loro vedono il tornaconto produttivo. Ed infatti le aziende citate sopra a fine guerra aveva duplicato per 10 maestranze e produzione) Mussolini diventa un interventista scatenato scrivendo: "Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante" e coerente, lui parte per il fronte Carsico dove nel '17 verrà pure ferito da una bombarda difettata. Ma gli serve anche questo per darsi una immagine di invincibile.

Ma pur operando così e scrivendo quanto letto sopra, lui aveva ancora una linea politica eclettica e poco personalizzata. Non c'é ancora ombra di un pensiero politico autonomo. Non opera delle scelte precise sui problemi evoluzione-rivoluzione. Anche se scriverà che "L'Evoluzione accelera anche la rivoluzione". Tuttavia é sintomatico dei successivi sviluppi, pur avendo anche scritto "noi non abbiamo formule". Ma non aveva ancora applicato del tutto le lezioni di Pareto!!

Quelle di sopra erano dunque solo frasi in libertà, fuori da certi rigidi schemi. Ma qualcosa di nuovo le aveva apprese nelle lezioni a Losanna proprio da Vilfredo Pareto. Lezioni seguite con molta attenzione proprio da Mussolini, che fino allora non aveva idee molto chiare su quel socialismo rivoluzionario che aveva addosso; lui da quando era nato a Dovia, portava già alla nascita il nome datogli dal padre: Benito; come Juarez, il rivoluzionario messicano. E lui non fu da meno: rivoluzionario lo era diventato quando era ripartito proprio da Losanna!!! Dove alle lezioni di Pareto erano iniziate in lui a nascere i germi di una sua originalità. Gia lì aveva cominciato a distanziarsi dai tanti gruppi socialisti che seguitavano a fare tante manovre e tanti calcoli. Infatti scriverà Mussolini: "Hanno sempre fatto questi calcoli puntando sulla degenerazione borghese (con il "via i padroni") e invece ora certi loro capi stanno facendo altri calcoli, farsi assorbire proprio dalla borghesia. Per questi ciarlatani a qualunque partito iscritto non avremo remissione, soprattutto quando vanno tra le folle operaie, a cercare applausi, voti, stipendi e... clienti tutto e solo per il loro tornaconto".

Lui, Mussolini su questi calcoli, a fine articolo scrive "Vivere non è calcolare - è agire!".
Oltre alle lezioni di Pareto, lui che era nato socialista marxista, ora ha scoperto ed entra anche dentro il pensiero di Machiavelli e di Nietzsche: nel 1908 si era già permesso di scrivere "La filosofia della forza". La descrisse solo, ma è ormai era entrato nel pensiero di Nietzsche e di Machiavelli, in evidente piena empatia.
Su "Lotta di classe"
(n.1, gennaio 1910) col titolo "Al lavoro!" scriverà: "non credo che il socialismo (sociale) avverrà con riforme legislative o di predicazione umanitaria che sono gli orpelli sentimentali e cristiani di cui si adornano gli ideologici, ma sarà una questione di forza" - ogni cervello di uomo ha scintille che dormono sotto la cenere, si tratta di suscitare queste divine scintille". si comporta da grande attore, prima che tribuno; più tribuno che politico e politico più che statista. Tuttavia via via crea fra gli italiani la "fabbrica del consenso" che sarà con le adulazione il motore della sua macchina totalitaria, atteggiandosi a paterno, umano, ma anche severo facendo nascere il mito del "buon tiranno".

PARETO era definito il Karl Marx dell' "antico fascismo socialista"; ma nel '20-21, é ormai diventato il "precursore del fascismo mussoliniano". E ci entrerà pure dentro. Nel '22 gli inviò perfino il proprio incoraggiamento a dare il via alla Marcia su Roma, e prendere il potere (gli scrisse "Ora o mai più" anche con la forza). Mussolini poi raggiuse il suo scopo: e salì a Roma a governare! E Pareto lo seguì nel suo nuovo regime dove diventa Rappresentante italiano nella Commissione per la riduzione degli armamenti della Società delle Nazioni; e fu anche nominato Senatore; ma per poco perché mori pochi mesi dopo, nel 1923. E quindi non poté assistere alla "svolta totalitaria" (della forza) del suo "allievo", col suo regime autoritario, avvenuto soprattutto dopo il delitto Matteotti. Quando alcuni personaggi (anche i migliori, i ras) che gli erano stati vicini lo volevano rimuovere, prendere il suo posto. E lui reagì sempre di più con una tendenza accentatrice. Iniziando ad avere poca fiducia nei suoi collaboratori, a ridurre a loro i margini di autonomia, a togliere le loro le iniziative (dove covavano perfino quelle diffamatorie) mentre in altri casi facevano solo delle pagliacciate (vedi Starace >>>> ) ma in altri ancora era peggio si covava la sua fine (perfino in famiglia, con suo genero Ciano). E non accenniamo ai tanti transfughi (dentro i 2000 "fervidi assertori) che poi troveremo nel dopoguerra nei nuovi posti di comando.
Ma forse non fu abbastanza sospettoso e diffidente anche se aveva espresso di avere poca fiducia nella natura umana. Un giorno commentando la triste fine di Napoleone (per alcuni entrato nella
"damnatio memoriae"") .., aveva detto, che il suo più grosso errore era stato "quello di essersi fidato troppo dei suoi uomini". Ma forse nel dirlo non immaginava che era un presentimento di come sarebbe finito anche lui: nella "damnatio memoriae"".

La "svolta totalitaria" gliele aveva insegnate Pareto, quando parlava di quei "sistemi politici caratterizzati da un esecutivo dotato di ampi poteri, in grado di prendere velocemente le decisioni e di farle applicare, e di essere inclini ad usare la forza quando le situazioni lo richiedano"..."essenzialmente in caso di sommovimenti interni". - E infatti come rileva Aron (1967), Pareto e quindi poi il suo allievo Mussolini erano proprio favorevoli ad un governo autoritario, ovvero forte e liberale. Anche se cautamente aveva aggiunto Pareto "moderarsi nella potenza è un avvicinarsi alla perfezione". Mussolini non riuscì a moderarsi !! Ma forse perchè attorno di gente da non fidarsi era diventata troppa. Fuori con lui al balcone aveva le piazze piene di folla, ma rientrando dal balcone lui era solo! Gli fu fatale considerarsi ancora indispensabile; risultato: entrò pure lui nella "damnatio memoriae".
((((( Non così STALIN dove in Italia a Castelfidardo esiste una Via Stalin (lui che per i suoi crimini non era un Santo!!!). Mentre a Cavriago esiste il Parco con al centro un monumento a Lenin. (Santo pure lui?) . Ma nessuno ha mai detto niente!!! E così anche le numerose vie di varie città che portano il nome di Azzariti, lui che era Presidente della Commissione del "Tribunale della Razza" (quello che emanava condannei); ma che poi lo troviamo nel Ministro di Grazia e Giustizia accanto a Togliatti nel governo De Gasperi; poi il 3 dicembre 1955 venne perfino nominato Giudice Costituzionale, e infine diventò anche Presidente della Corte Costituzionale il 6 aprile 1957).

Poco prima di morire negli ultimi scritti di Pareto si possono rintracciare le caratteristiche che un sistema politico avrebbe dovuto possedere. Lui spesso gli illustrava le idee di Machiavelli. E Mussolini - anche dopo senza più Pareto - proprio al famoso fiorentino, iniziò a guardare; perfino a scrivere su di lui. Nel 1923, su "Gerarchia" pubblica un articolo dal titolo "Forza e Consenso". Poi nel '24 con "Preludio" curò perfino una edizione del "Il Principe", adornandolo con un saggio di De Sanctis. Il volume uscì come un gioiello, rilegato in seta a fiori (oggi rarissimo, ma che io possiedo).
LI riporto entrambi qui integralmente ...... >>>>> e segue anche una nota di ANDREA FUSARO >>>>>>

Segue poi anche l'integrale testo "IL PRINCIPE" di Machiavelli >>>mussoliniano >>>>>>>>>>>>>>>>>>>

Molti intellettuali non mostrarono inizialmente un atteggiamento di sfavore nei confronti del fascismo, in quanto credevano che esso, una volta represso il “pericolo rosso”, avrebbe ristabilito una situazione di normalità e di legalità e avrebbe ripristinato nella loro pienezza le istituzioni dello Stato liberale. A Mosca, avevano rassicurato Salvemini circa la possibilità di un suo rientro in Italia, in quanto "Ormai ci abbiamo un dittatore il quale fa rispettare i beni e le persone di tutti" (Mosca, 1922); Mentre anche Croce affermava: "stimo un così grande beneficio la cura a cui il fascismo ha sottoposto l’Italia, che mi do pensiero piuttosto che la convalescente non si levi troppo presto dal letto" (Croce, 1924); ed Einaudi riteneva che il "programma del fascismo è quello liberale della tradizione classica" (Einaudi, 1922). "ma bisognamoderarsi nella potenza è un avvicinarsi alla perfezione". E a Losanna Mussolini - anni prima - queste cose le aveva già imparate da Pareto.
Poi vi era stato anche il contributo di Pareto sulla teoria economica in contrapposizione alla scuola classica dei primi economisti (Smith e Ricardo i capostipiti). Infatti riguardo alla natura umana e alla razionalità avviene il passaggio di Pareto dall'economia alla sociologia.
Nella sua "Teoria della Elite" Pareto faceva un'analisi dell'eterogeneità sociale e dalla constatazione delle disuguaglianze, in termini di ricchezza e di potere, presenti nella società, che a un certo punto non è più in grado di produrre elementi capaci, validi per la società e decade. (che oggi sembra molto attuale!! Anche un cantante può andare in piazza e oltre che strimpellare, perchè ricco e perchè è diventato con i soldi un influenzer nei social, può trascinare i suoi fans per far cadere un governo che a lui non gli è simpatico e che gli impedisce di esternare e di agire solo per.... il proprio interesse)

Pareto quando predica a Losanna, si dichiara realista e seguace di Machiavelli (ecco dove lo scopre Mussolini), la sua è una descrizione della realtà con sfondi piuttosto pessimistici. È un conservatore, che teme il suffragio universale, e in economia ha fiducia nel liberismo e nel libero mercato; è antisocialista, anche alla luce di quanto accade nella Russia della rivoluzione d'ottobre.
Queste alcune considerazioni sul suo 'impianto teorico:
* Chi è al potere è anche necessariamente il più ricco: e non sta solo in alto ma gode di potere politico, e di tutta una serie di privilegi.
* Una élite che non si rigenera è destinata a perire brevemente.
* Elementi di ricambio per le élite? le classi agiate tendono a salvare e a trasmettere tutto ai loro figli, anche se sono stupidi, facendo sì che rimangano in vita degli elementi non adatti. Questo significa che l'élite al potere potrà avere gli elementi peggiori e questo la destina a peggiorare sempre di più.
* L'elite è come un fiore, appassisce, ma se la pianta, cioè la società, è sana, essa farà subito nascere un altro fiore.
* Chi studia l'eticità e la morale di un popolo lo fa sempre con interesse: egli dà una buona qualifica alla etica e alla morale solo perché la vuole imporre.

La filosofia della storia di Pareto si fonda sulla circolazione continua delle élite. Non esiste per Pareto un'idea trionfante in politica, vede la storia come un moto ondoso: l'idea che trionfa oggi, domani decade, anche se dopodomani potrà tornare in auge. Analizzando alcuni brani tratti dal suo Trattato di sociologia generale si possono trarre alcune considerazioni sul suo pensiero.
In realtà - dice Pareto - la morale è qualcosa di molto difficile da qualificare e da imporre: la morale non è logica ma residuale. Chi governa non lo fa per il bene della collettività ma esclusivamente per il proprio interesse: poi la necessità di giustificarsi agli occhi dei governati lo fa ricorrere alle derivazioni. Le clientele in democrazia hanno un ruolo simile a quello dei vassalli nel feudalesimo. La democrazia così come la intendono i teorici (cioè come governo popolare) non è altro che un "pio desiderio". (Scriverà poi anche Mussolini in seguito "alla democrazia tuttal più si può ricorrere quando si deve scegliere quale fontana mettere al centro del villaggio". Clientelismo e consorterie non sono solo una degenerazione della democrazia: sono invece la realtà della democrazia: non è mai esistita una democrazia non interessata da questi fenomeni e la storia lo dimostra. Ci sarà sempre chi, stringendo un patto con le élite al potere, ne trae personale beneficio a scapito degli altri. "Il governare è l'arte di adoperare i sentimenti esistenti", questo é il pragmatismo di Pareto.

Qui accenniamo anche al suo famoso "Principio di Pareto" (o "Principio della scarsità dei fattori" - i fattori che hanno influenza su un dato fenomeno. Un principio con cui viviamo quotidianamente) un modello che inconsciamente guida le nostre scelte. La maggior parte delle cose nella vita non sono equamente distribuite. E' questa la regola del 80%20%. Concentrandosi su quelle azioni che danno i maggiori risultati e riducendo o delegando quelle che non lo fanno, è possibile moltiplicare la propria azione: a livello economico e sociale (ma anche in ogni campo). Questa dimostrazione portò Pareto (nel 1897) alla conclusione che l'80% della ricchezza (imponibile) italiana apparteneva a un quinto (il 20%) della popolazione complessiva, che doveva essere considerata come il gruppo più da curare dal governo italiano.
Un esempio, un mercato nel quale il 20% delle società quotate genera l'80% del valore di borsa, e ovviamente questo 20% genera l'80% anche degli utili.

Ma da non sottovalutare qui anche il dilemma della "Teoria dei Giochi" di von Neumann

ENTRAMBI SONO ABBONDANTEMENTE SPIEGATI IN RETE

.....dove quello di Neumann, illustra un conflitto tra razionalità individuale e di gruppo. Se i membri di un gruppo perseguono razionalmente il proprio interesse, possono ottenere un risultato inferiore ai membri di un altro gruppo che agiscono in modo contrario al proprio individuale vantaggio razionale.
In conclusione, il rispetto del bene comune è convenienza di tutti. Chiunque appoggi le persone interessate a distruggere il bene comune mette una firma sulla povertà in futuro. Il bene pubblico è di tutti, può far lavorare tutti ma, sovente, arricchisce solo pochi furbi.
E' paradossale notare come chi cerca di sfruttare a proprio vantaggio le risorse comuni in modo non sostenibile, lo fa promettendo di portare lavoro e benessere per tutti. In realtà realizza solo il proprio profitto personale, depredando le risorse di una zona fino a lasciarla in condizioni di miseria e di povertà.

E a proposito dei pochi furbi.

Mussolini nel discorso a San Sepolcro,
(QUI.... IL PROGRAMMA DI SAN SEPOLCRO.... e tutti i nomi dei partecipanti >>>>>>>>>

.... lui era riuscito a far colloquiare e a far avvicinare i lavoratori ai nuovi borghesi (quelli che con la rivoluzione industriale con le innovazioni stavano diventando il nuovo futuro dell'economia; non come i borghesi del passato (la vecchia elite) che erano sì ricchi perché proprietari terrieri ma nelle scelte in politica erano rimasti nell'operare dei terricoli, erano solo dei contadini).

Non per nulla - opportunisticamente - Mussolini sottotitolò il suo giornale "dei produttori e dei lavoratori". Fu un rovesciamento di quel classico socialismo (del "via i padroni"), che si poteva già chiamare in nuce "Socialismo Sociale". (di questo ne parleremo più avanti)
Come anche parleremo ache di una singolara donna MARGHERITA SARFATTI >>>>>>>>>>>>>
Una ricca e bella ebrea che collaborò (lei a mettere a disposizione i locali di San Sepolcro) e lo finanziò per 10 anni. Scrisse anche una sua scrupolosa biografia DUX (16 edizioni - non vi era italiano che non ne avesse una copia in casa. Diffusa anche negli USA (500.000 copie) e in Giappone (300.000 copie).
Fino al punto che la Sarfatti fu indicata - "La donna che inventò Mussolini".

I simpatizzanti alla riunione, all'inizio erano ancora pochi, ma dopo le ( sciagurate - e fallimentari) "Settimane Rosse" (con ca. 2000 scioperi) con i Socialisti dilaniati dalle correnti (tanto da creare un nuovo partito di sinistra nel '21 - il PCI) ambivano ad elaborare delle nuove strategie (nel PCI, guardando al bolscevismo) mentre altri socialisti più realisti, più accorti, via via si affiancarono nel '21-'22 proprio al PNF di Mussolini. I socialisti persero voti a vista d'occhio).

Ecco perchè Mussolini ebbe attorno a sè - via via negli anni seguenti - sempre più sostenitori nel suo partito. Non per nulla che nel '36 (quando tutta l''Italia era euforica per la conquista dell'impero e i comunisti era spariti del tutto (con alcuni che affiancandosi chiesero perfino scusa a Mussolini di averlo contrastato ai tempi di San Sepolcro).

Pur ancora in crisi USA, in Italia nel '36 ci fu una ripresa in tutti i settori industriali, artigianali, agricoli, bancari. Soprattutto l'inventiva spaziò nel designer dei beni, con creazioni, ritrovati, in tutti i settori, della moda, gioielli e perfino nello Sport (nel '34 e '38 vinse perfino i Mondiali di Calcio). Ci fu insomma una rinascita, una euforia. Tutti erano diventati fascisti. Con un Beneduce che stava facendo anche lui miracoli, perfino invidiato dagli USA.

Perfino Togliatti a quel punto tornato da Mosca, si ripresentò in Italia invitando i "compagni" ad adottare il mussoliniano "Programma di San Sepolcro" che è un "programma di pace e libertà" ma anche di prendere il manganello.).
( vedi>>il suo invito originale >>>>>>>>>>>>

I produttori, che stavano diventando la nuova Elite, Mussolini li ebbe subito al suo fianco. Detti "Fervidi assertori del Fascismo" . (e in poco tempo furono tanti, tanti. TANTA BELLA GENTE !!!! .... ECCOLI QUI TUTTI I 3000 NOMI E CHI ERANO >>>>>>>>>>

e MOLTI DI LORO diventarono pure Senatori del Fascismo >>> QUI TUTTI I NOMI > e chi erano >>>>>

Ed infatti Mussolini non fece tutto da solo in quella rinascita economica, produttiva, finanziaria. Ma ebbe al suo fianco un uomo singolare e straordinario, una eminenza grigia: ALBERTO BENEDUCE >>>>>> che con il suo Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) e altro rappresentò una novità assoluta. C'era in Italia - ha scritto A. De Stefani - un bilancio in disavanzo e lo si doveva equilibrare; c'era un debito pubblico e lo si doveva pagare; c'era una Lira svalutata e la si doveva rivalutare. C'era il disordine e la pluralità dei comandi, e si doveva ristabilire l'ordine e l'unità del Comando. Dal 1929 e il 1932 tutto il resto del mondo stava assistendo a un drammatica crollo non solo della produzione industriale".
Ma venne LUI, Beneduce, il protagonista al cubo (dotato di un senso dello Stato che pochi in Italia prima e dopo di lui hanno dimostrato di avere - lui che non era nemmeno iscritto al fascismo) ma che poi - morto lui - Idea Socialista (questo era il nome della figlia di Beneduce) che aveva sposato Enrico Cuccia, nel dopoguerra fu poi l'unico a sapere "chi aveva preso e cos'era stato dato". In breve tempo l'opera grandiosa di Beneduce fece iniziare >>>>>"LA GRANDE ABBUFFATA >>>>>>>>>

Troveremo subito dopo il dopoguerra, i commissari governativi seduti nelle poltrone dei consigli di amministrazione a parlare di cemento e di marmellate, panettoni, di tondini di ferro e di vermut,  di pesce conservato, di apparecchi radio, di petrolio,   banane e prefino di lupini. Senza capirci nulla, senza conoscere di ogni settore il mercato, né il libero mercato. (questisi verificò indipendentemente da loro -dando vita al "Miracolo Economico" a fine anni '50 inizio '60.
Che terminò per gelosia; tornarono le elite, che inziarono a spolpare il tutto per quasi 50 anni, fino al 1993, quando Prodi vendette l'ultimo "gioiello" che aveva creato Beneduce.

Ma questi "fervidi assertori", già nel '39, e poi nel '40 nella prevista guerra di Hitler alla Francia, con Mussolini che si era mantenuto "neutrale", scalpitavano per essere a fianco di Hitler (che con la sua invasione era quasi giunto a Parigi). Non solo gli industriali che vedevano nella guerra un incremento della produzione bellica (come del resto era avvenuto in quella del '15-'18, dove decuplicarono maestranze a produzione). Loro e i giornali tutti andavano dicendo "ma allora cosa ci siamo allati a fare?" - "chi non spara spira" - "potremmo passeggiare fra poco con lui nei Campi Elisi di Parigi". Mussolini invece temeva che Hitler se vinceva (per la non collaborazione, detta "neutralità) non solo avrebbe passato le Alpi, ma che sarebbe venuto giù anche dal Brennero. (Ma questo lo temeva Mussolini, fin da quando Hitler nel 39 si era annessa l'Austria" - e temendo proprio una discesa dal Brennero, Mussolini costruì tante caserme in tutto l'arco alpino altoatesino. Con Ciano andava confidandosi " se fa un solo passo oltre il ns. confine - dovrò mangiare con una alleanza con la Francia un aspro limone - ma gli scatenerò contro proprio la Francia assieme all'Inghilterra".

A rompere certi indugi su quella "non belligeranza" italiana che non era stata per nulla apprezzata da Hitler, ci pensò il Re. Nelle riunioni dei generali andava dicendo "chi é assente ha sempre torto". E fu lui a firmare la Dichiarazione di Guerra alla Francia, quando Hitler era quasi alle porte di Parigi. Solo lui, il Re poteva farlo, in base al suo Statuto Albertino. Se al contrario l'avesse voluto Mussolini l'intervento e lui non era d'accordo, l'avrebbe (sempre in base al suo "Statuto") potuto perfino togliergli il Governo e perfino farlo arrestare. (ed è quello che fece poi il 25 luglio del '43; e sempre con le sue prerogative il 9 settembre "firmò sempre lui" la resa (chiamata da noi impropriamente "armistizio") ai nuovi "invasori" subito chiamati "alleati". E furono così "alleati" che bombardarono l'Italia per due anni.

Non mi dilungo sui disastri che avvennero poi, dalla Francia in poi.
Sono tutti su questi altri link di questo INDICE !! >>>>>

Ma su quella destituzione di Mussolini, poi il suo arresto, ed infino la resa del 3 settembre (ma comunicata poi l'8) il re dava assicurazione a Rahn che era piuttosto allarmato e altrettanto Hitler e arrivò il Re fino al punto che falsamente lo rassicurò "... noi continueremo con voi fino in fondo, noi abbiamo una sola parola". ""Dica al Furher che l'Italia non capitolerà mai, è legata alla Germania per la vita e per... la morte". 
Ma in sordina pochi mesi prima
Il 15 maggio 1943, il Re già "meditava" seriamente di sganciarsi dai tedeschi.
Nei sei fogli del Re (che qui sotto alleghiamo) lui medita seriamente di sganciarsi dai tedeschi; percepisce che il Reich può avere un crollo improvviso; prevede le prossime mosse degli anglo-americani. Sbarcheranno forse in Sicilia, ma non certo per invadere la Germania partendo dall' isola britannica; bombarderanno invece le città italiane, forse ci faranno contemporaneamente qualche sbarco, mentre apriranno un altro fronte nella parte nord-occidentale); intuisce che l'Italia non può contare sulle sue misere forze; capisce che sull'arrivo di forze tedesche (impegnate seriamente in Russia) poco si può contare; avverte che questo stato di cose è certamente noto agli anglo-americani; medita di fare possibili cortesie ai governi inglesi e americani; e termina che "la situazione per noi non è davvero lieta e da' molto da pensare".....

L'INTERO DOCUMENTO, chirografato, rarissimo, SCRITTO DI PUGNO DAL RE, IN 6 PAGINE
LE TROVATE QUI > > > > > > > >

 

Nel '43 si era quasi al termine di queste sciagurate avventure, quando - dopo l'avvenuta liberazione sul Gran Sasso di Mussolini - nel nord Italia non ancora liberato dagli angloamericani, ma in mano ai nazisti, vediamo lo stesso Mussolini dar vita a una Repubblica del Nord, alla Repubblica Sociale (RSI) . Ma a comandare sono solo loro: gli uomini di Hitler, affiancati dai cosiddetti fascisti "acciaisti", gli "ammalati" che ammiravano Hitler. E lui gli scrive .....

( una lettera quasi simile a quella di Badoglio nel suo Governo del Sud, una lettera che lui aveva inviato agli angloamericani, dove si lamentava che i loro luogotenenti di essere troppo autoritari; scriveva: "Qui noi non comandiamo nulla fanno tutto loro" - Entrambi lui a Sud e Mussolinia Nord erano inpegnati a ricomporre la loro propria unità d'azione. Ma che differenza di stile, di dignità, di passione).

Mussolini si lamenta con Hitler, quasi con angoscia, della invadenza nazista, sulle ingerenze tedesche, che screditavano lui e il suo Governo, perchè in tutti i settori comandavano solo loro,
emanavano ordinanze a getto continuo, mentre lui voleva l'autonomia necessaria per governare. Si lagnava e gli scriveva...... . Anche se Hitler non gli rispose mai.

<<<<<< LA LETTERA ORIGINALE DI MUSSOLINI A HITLER " 8 fogli chirografati"

Inoltre aveva attorno il solito ( nemico "amico" !!??!!) Farinacci (e altri) a creare l'abisso fra il popolo italiano e il fascismo della Repubblica Sociale. Lui contestava la politica sociale che aveva intenzione di varare Mussolini (la troviamo qui sotto) , disse Farinacci che "se si doveva andare incontro al popolo, anche il popolo doveva andare incontro al (Suo!! Personale ) fascismo. Che non meritava quanto ora gli si prometteva" (non poco cattivello contro Mussolini)!!!.

Purtroppo il popolo aveva davanti a sè quello spettacolo, che Mussolini stesso disse che "era una bolgia vera e propria". (e non aveva ancora visto la folla a vedere lui appeso a .... PIAZZALE LORETO!!! )

Volendo forse attirare anche gli antifascisti di sinistra, farsi perdonare il suo passato, il 12 FEBBRAIO 1944 - Mussolini - credendo ancora di comandare lui - espone il suo nuovo Progetto Economico per l'Italia, "La socializzazione delle imprese" che elenca in 18 punti.
CHE TROVIAMO QUI INTEGRALMENTE >>>>>

12 GENNAIO - In sintesi, il programma era questo: una programmazione economica del nuovo suo Stato con  un ritorno agli slogan del "Socialismo Sociale", dove si accenna alla coogestione delle fabbriche, accesso agli utili, politica sociale, la gestione delle imprese sia pubbliche che private socializzate; che nelle private i consigli di amministrazione saranno integrati da rappresentanti dei lavoratori in numero pari a quello dei rappresentanti degli azionisti. Mentre in quelle pubbliche tutti i dipendenti operai impiegati e tecnici avranno all'interno un consiglio di gestione.

Con questo ritorno “alle origini” (il "Socialismo Sociale"), Mussolini tenta di assicurarsi l’appoggio delle masse operaie del Nord. Ma se già prima, i comunisti, lottavano contro il fascismo, ora con questa sua mossa non vogliono di certo un concorrente sulla piazza del proletariato, nè di avere a che fare con questo Mussolini che ha queste idee.
Il CLN sempre impegnato a denigrare e combattere il fascismo a ogni costo, svalutò moralmente la socializzazione, ed infine tagliò corto, la respinse in toto e disse che quello era un atto disperato di propaganda e che Mussolini era con l'acqua alla gola.
(anche se possiamo intuire che anche Hitler non l'avrebbe permesso).

Se Mussolini sperava di conciliarsi alcuni importanti elementi di sinistra, rimase deluso, perché questa rispose con un duro atteggiamento. Il CLN sempre impegnato a denigrare e combattere il fascismo a ogni costo, svalutò moralmente questa "Socializzazione". Ma nel farlo non bisogna sottovalutare i legami che ormai il CLN milanese e torinese aveva con alcuni importanti industriali,
che sovvenzionavano perfino il movimento. In alcuni casi - dato che erano costrette e produrre per il nemico - concertavano proprio con il CLN (allora i capi in Svizzera) una linea (la scusa erano i falsi scioperi per non produrre per il nemico) per difendere così la propria azienda, salvandola da un quasi sicuro e mirato bombardamento americano; come del resto era più volte avvenuto a Milano. Ma nel farli questi accordi, gli industriali non è che avevano simpatie per la sinistra del CLN, ma più semplicemente loro si preparavano un alibi per "il domani". (i partigiani all'interno degli stabilimenti Fiat giunsero perfino ad arrestare Valletta, ma questi chiamò gli inglesi che testimoniarono che lui aveva operato contro i nazi-fascisti. Poi glaciale li congedò "vi basta ?? adesso andate a lavorare"!). L'incursione dei partigiani - zitta zitta - finì a tarallucci e vino.

Poi la tanto attesa "rivoluzione" che in quegli stessi giorni di aprile invitava a fare Parri, non ebbe luogo. I nuovi "alleati" con le risorse che loro disponevano non l'avrebbero sicuramente mai permesso. Forse il primo a capirlo e ad essere realista fu Togliatti: lui sapeva cos'era accaduto in Grecia: Churchill i rivoltosi li aveva mandati buona parte al cimitero; con Stalin zitto zitto. Con lui erano stati fatti dei Patti, quindi si voltò dall'altra parte.



Il "Domani" arrivò con la "Liberazione" del 28 aprile. A quel punto la sinistra fallita la "Rivoluzione" che voleva fare, cambiò atteggiamento: voleva almeno introdurre la "Socializzazione". Il velato scopo era ora di portar via qualcosa ai soliti "imperialistii" e sostituirsi a loro.

Ma per prima cosa alla "Liberazione", gli industriali (subito ritornati "padroni") al comando provvisorio CLN formato dai capi delle bande partigiane, chiesero il divieto e la non introduzione della "Socializzazione". Questa fu la prima beffa.
La seconda arrivò - il 29 aprile - quando gli angloamericani, entrando a Milano, per prima cosa eliminarono del tutto il Comando del CLN sostituendosi ovviamente a loro, e chiesero subito il disarmo delle bande partigiane e il loro scioglimento. Permisero sì di sfilare per MIlano, ma solo in borghese. Non come a Parigi dove De Gaulle sfilò con accanto Churchill. Questo perchè De Gaulle i partigiani di sinistra non li aveva voluti mai al suo fianco.

 

((((((((( Questo "Socialismo Sociale", nel dopoguerra fu poi applicato da ADRIANO OLIVETTI, nelle sue fabbriche di Ivrea dove lui costruiva macchine da scrivere. Fabbriche a misura d'uomo, case per i lavoratori, giardini, scuole per i figli, spazi ricreativi, biblioteche, con perfino un museo d'arte, e mense gratuite nelle fabbriche nell'intervallo delle 8 ore. Nessun sfruttamento nelle catena di montaggio. L'operaio era rispettato come un "lavoratore cittadino sociale" non doveva essere una formica!.
Ma Olivetti ebbe vita breve (!! oscura ??) - Lui non andava bene nè alla sinistra (questa avrebbe perso il proletariato che la sosteva) né ai capitalisti (che non volevano di certo spartire i loro utili con gli operai, ne' dare a loro ciò che invece offriva Olivetti.
Così perdemmo non solo il suo "Socialismo Sociale" ma perdemmo anche il dominio nel mondo dell'informatica. Nella sua fabbrica era stato costruito il primo computer al mondo. I "gelosi". Morto lui in circostanze strane, morì subito dopo anche un vero e proprio genio che Olivetti aveva accanto; mentre un altro genio il giovane Federico Faggin relegato a fare l'operaio, emigrò e andò ad inventare il Microprocessore in America, facendo nascere in breve tempo la Sylicon Walley dove poi decollò il mondo dei computer.
A Ivrea i "Gelosi" essendo in parte azionisti della Olivetti Spa, dopo i due lutti, coalizzatisi si erano affrettati a vendere tutto agli americani. In Italia doveva rimanere una sola grande industria con un cervello solo, con l'aiuto delle loro alienanti catene di montaggio con gli operai resi formiche ))))))).

Nell'immediato dopoguerra. Sulla "democrazia".
Altra anomalia che si era verificata in Italia da inizio secolo era quella di concedere il voto alle donne. Come invece la stavano già concedendo molti Stati in Europa; eppure anche in Italia si mirava a una "Democrazia Parlamentare di tutto un Popolo" (di ambo i sessi. (Il voto alle donne in Europa dal 1906 (la 1a fu la Finlandia) e fino al 1945 erano già 18 i Paesi dove votavano le donne).
Poi anche il fascismo nel 1925 fece entrare in vigore una legge dove per la prima volta le donne erano elettrici ma solo in ambito amministrativo. Ma poi con la riforma del '26 fu annullata quando si istituì il Podestà di nomina governativa.

Le donne in Italia ottennero finalmente il diritto di voto solo il 30 gennaio 1945 nelle elezioni amministrative e il 2 giugno 1946 al Referendum Monarchia-Repubblica e contemporaneamente alla Costituente. Seguite dalle politiche del 1948.

Ma nella Costituente furono chiamate solo 20 donne su 556 uomini; e questo era un
esercito di improvvisati politici, di DX, SX e DC. Tutti con demagogici programmi. Con un Togliatti - sapendo che votavano anche le donne tutta casa e chiesa - per paura di perdere consensi, mandava in giro foglietti con su scritto "il partito comunista non é ateo" (questo perchè i preti si erano scagliati contro di lui " ecco chi sono i comunisti, dei rovina famiglie," (lui aveva abbandonato la moglie e viveva more uxorio con Nilde Jotti. Lo disapprovavano perfino i suoi "compagni" "ma che bisogna c'era di vivere alla luce del sole il more uxorio, fattela di nascosto amante e morta lì. Adesso perderemo voti.).

Si disse che il voto richiesto era per formare con i vari partiti una "Democrazia Parlamentare". Ma questi politici una volta presi i voti, seduti nelle poltrone, le nomine le facevano i loro capi Partito, dando a tizio e a caio i vari ministeri, anche se erano ignoranti nel guidarli questi ministeri per fare le necessarie riforme. Si mettevano ministri dell'Istruzione e dell'Università dei soggetti senza i dovuti studi. all'Agricoltura gente che a casa al massimo coltivava i gerani sul balcone di casa sua, o perché suo bisnonno in un campetto coltivava i lupini. In medicina chi aveva fatto il semplice infermiere poteva aspirare a guidare la Sanità.

Di donne nemmeno l'ombra. Si svegliarono solo più tardi.

I comizi sul Divorzio poi quello sull'aborto, che si svolgevano nelle piazze d'Italia, improvvisamente furono seguiti da molte donne, normalmente assenti alle solite astruse dispute politiche. Questa volta c'era di mezzo la loro "vita di donna", e nessuno meglio di loro sentiva il diritto di impostare la propria vita privata, meglio di qualsiasi teorico maschio, sociologo, politologo, teologo. Anzi la "donna anno 1974" non agisce nemmeno in un modo individuale, ma è già una folla, è scattata una solidarietà straordinaria, quella "naturale", che non conosce ceto, età anagrafica, ideologie politiche, divisioni religiose. (ma tutte hanno in mente il loro - alle volte triste e oscuro - passato vissuto o raccontato dalle madri, nonne e bisnonne).
Se un oculato osservatore avesse posato gli occhi sulla folla dei comizi, dove ci si dibatteva per i Si e i No (perfino i comunisti, che credevano di perdere a causa della DC bigotta) avrebbe potuto capire al volo chi avrebbe vinto. La partecipazione massiccia voleva dire una cosa sola, che la donna seguiva il dibattito, e già solo il fatto di seguirlo significava che una scelta era già stata fatta, e non poteva essere che una sola: la sua autonomia. Insomma non voleva che a decidere la sua vita fossero gli uomini. E nessuno di questi riuscì ad ascultare il cuore della propria donna, madre, figlia, nonna   nè a vedere la popolazione italiana femminile com'era veramente fatta, che poche ore dai grandi appuntamenti del voto era già diventata la vera e unica "protagonista".
Il primo ministro donna lo si ebbe nel 1976 (20 anni dopo la proclamazione della Repubblica) e fu la democristiana Tina Anselmi. Ma i ministeri assegnati successivamente alle donne (mai più di una fino al 1991) furono sempre di carattere sociale, mai politico o economico, solo nella Sanità, Lavoro, Affari sociali, Pubblica Istruzione. Mentre Esteri, Interni, Tesoro erano i campi d'azione non ritenuti validi per le donne.

Ma così si ottiene una "Democrazia del popolo zoppa"!!! Eppure le donne sono più del 50% rispetto agli uomini, ma quando vanno a votare - nella proporzione - non fanno emergere una donna. Ritroviamo qui il "principio di pareto". Il 20%delle donne genera l'80% della elite degli uomini. Nella "democrazia" della grande politica, la donna risulta assente. Salvo nelle amministrative dei piccoli Comuni, dove una donna conosciuta da tutti nel suo piccolo paese può godere de visu di una ottima reputazione. Negli ultimi anni sono 2.720 i Comuni italiani amministrati da donne, 5.193 da uomini.
Chissa cosa direbbe PARETO oggi. Lui che sulle donne stranamento non si era mai pronunciato.

Ma oggi possiamo ancora applicare in Italia quel "Principio" di Pareto? - Se sul futuro orizzonte italiano spunterà un uomo forte oltre che capacissimo e autorevolissimo, questo principio non solo sarà nuovamente applicato, perchè sarà utile e necessario, e non solo in Italia, ma forse anche nel resto d'Europa. Che in questi anni sembra essere ritornata ai litigiosi "cortiletti" dell''800. Ognuno oggi della UE pensa per se. Ignorando o attaccando perfino gli altri, o offrendo minor tasse per fare in modo che molte società di aziende vadano via dai loro Stati.... Italia compresa (dove sono rimaste quasi più solo quelle che all'angolo delle strade vendono caldarroste). (ancora nel 2016 il PIL nella media UE-era del 55,5%). In Francia al 51,1%, Regno Unito al 54,9%, Spagna al 41,9% Germania al 39,4%. In Italia il 24,9% !!!

Poi abbiamo l'intreccio e il perverso gioco delle banche.
(il 60% degli italiani non sa nemmeno chi è il governatore della Banca d'Italia,
e quelli che lo sanno il 90% sono convinti che sia una carica governativa e non privata,
né sanno che i controllati sono azionisti del controllore.

Ma disse un giorno Ford “Meno male che la popolazione non capisce
il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse,
credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione”.
( Henry Ford )

Se poi avesse visto il sistema della bislacca Unione Europea chissà cosa avrebbe detto.
Doveva essere il miraggio di una Unione apportatrice di benessere e di progressi, e invece
vi é di tutto e il contrario di tutto: da punto di vista politico, sociale, culturale, etnico, religioso
per non parlare di quello economico monetario che è una realtà sola:
I Banchieri sono solo attenti all' equilibrio dei LORO bilanci e alla LORO stabilità monetaria.
Il Lussemburgo (oggi 2020) possiede solo lo 0,17% delle banche private della BCE
ma ha un picco di 105,100 dollari di PIL pro capite, con una Bulgaria che ne ha solo 21,800.
la Germania 50,800, la Francia 44,100, l'Italia 38,200.

Il n. 01 del 4 gennaio 2004 di "Famiglia Cristiana", riporta alla pag. 22 l'elenco dei soci di Bankitalia con le relative percentuali. E anche se l’elenco dei suoi azionisti è riservato..."Ci ha poi pensato un dossier di Ricerche & Studi di Mediobanca, a scoprire quasi tutti i proprietari della Banca d’Italia. Così il ricercatore è riuscito a ricostruire gran parte dell’azionariato della nostra massima istituzione finanziaria. Come si può notare, tre banche quasi da sole "controllano" la Bankitalia. - Poi la stessa ricostruzione l'ha fatta "l'Espresso" di cui riproduciamo sotto una tabella.

Tre banche da sole “controllano” con il 55,58% la Bankitalia:
Intesa
(27,17%), San Paolo (17,44%) e Capitalia (11,14%).Poi altre e un 5,65% nelle mani di anonimi…
Ma l 'elenco molto più dettagliato del 4 agosto 2021 é sul sito web Banca d'Italia >>>>>>>

Ma anche la Banca Centrale Europea (BCE) é di proprietà delle Banche Centrali degli Stati
che ne fanno parte. E siccome la Banche Centrali sono controllate da società private,
di conseguenza anche la BCE è una società privata.

Ma anche quella degli USA non è da meno:
che non è nemmeno una società americana visto che è registrata a Porto Rico!

SOCI E PROPRIETARI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A.:

Rothschild Bank di Londra

Kuhn Loeb Bank di New York

Warburg Bank di Amburgo

Israel Moses Seif Banks Italia

Rothschild Bank di Berlino

Goldman, Sachs di New York

Lehman Brothers di New York

Warburg Bank di Amsterdam

Lazard Brothers di Parigi

Chase Manhattan Bank di NY

Quindi anche la Banca Centrale degli Stati Uniti d’America, è controllata
da un ristretto manipolo di banche e/o istituti di credito privati.
(da molto molto tempo in mano a potenti banchieri ebrei)

Ma anche in Europa, - e pochi sanno - che nel 2011 si é Aperto a Bruxelles anche il Parlamento Europeo Ebraico.
I parlamentari (120) tengono regolari Assemblee Generali Annuali, e sono rabbini, politici, professionisti
e personaggi della cultura, per confrontarsi e dare un contributo alle istituzioni europee come un’unità.

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(IL MECCANISMO SOPRA e' SPIEGATO IN QUESTE PAGINE:
>>> BANCHE, BANCHIERI E MONETA / UN PARADISO PER POCHI UN INFERNO PER MOLTI >>>

Lontanissima l'idea napoleonica, quando relegato Sant-Elena lui scriveva.

"...Adesso io qui languo, ma io non avevo finito la mia opera. L'Europa sarebbe diventata di fatto un popolo solo; ognuno si sarebbe sentito nella patria comune... Tale unione dovrà venire un giorno o l'altro per forza di eventi. L'Europa non è più una tane di talpe... un giorno dovrà fondersi, spintovi dalla ragione e dalla necessità, in un patto spontaneo: un giorno da quei popoli nascerà un popolo solo... Ecco la soluzione che mi piaceva.
Forse a farla nascerà sarà la nuova generazioni".
(ne sono passate 8 !!!)

Già al battesimo dell'Euro GALBRAITH il celebre economista, fu caustico:
"L'intesa é solo una prova della vanità dell'Europa, convinta di poter ridiventare il centro del mondo".

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Forse è da rimpiangere l' opera grandiosa di BENEDUCE o merita anche lui la "damnatio memoriae"?
Lui fu l'uomo che acquisì i titoli e le partecipazione industriali delle banche (IRI)
con B. Commerciale, B. di Roma e Credito Italiano, sotto controllo pubblico.
Che dal 1936 assunsero la qualifica di Banche di Interesse Nazionale.
Nacque il sistema delle Partecipazioni Statali, unico in Europa, ma anche nel mondo,
una sorta di "terza via" tra liberalismo e socialismo.

Anche nel
settore privato si conservava la carica di consigliere di amministrazione
delle società controllanti o controllate tra cui Fiat, Pirelli, Edison, Montecatini, Generali. 

Il tutto diventò permanente per provvedere a una oculata e produttiva gestione.
L'intreccio divenne in certi casi miracolistico. L'industria veniva finanziata da una banca
sottraendogli azioni e mettendo i propri funzionari nei consigli d'amministrazione,
oppure la stessa industria privata entrava nei consigli d'amministrazione,
attingendo così al credito.
Questo perche lo Stato finanziava sia la banca che l'industria privata medesima.

Ma poi con le private i buoni rapporti si incrinarono a fine '39, quando la "neutralità" mussoliniana
impedì loro di partecipare alla guerra Hitleriana. (Premevano: "ma allora cosa ci siamo alleati affare"?)

Ma già da tempo stavano voltando le spalle a Mussolini, visto che in un discorso a Bari in un
modo sprezzate lui si rivolse a "quel mezzo milione di vigliacchi borghesi che si annidano nel nostro Paese".
Ed erano quelli che negli anni precedenti lui aveva offerto tutto, denari, onori,
prestigio e in molti settori, il bastone di comando.


Ma forse (e anche senza forse) questi con la imminente guerra puntavano a fare affari come nel 15-'18
quando allora avevano decuplicato la produzione e le maestranze
(10 volte di più).

Poi - nel '40 - quando finalmente entrarono in guerra si misero nuovamente a produrre.
Non dimentichiamo che alla Fiat degli Agnelli apparteneva il 50% della " Valsella" fabbrica di armi; ma anche e quando poi giunse alla Fiat Cesare Romiti come A.D.; lui prima era alla BPD, la nota industria di munizioni di Colleferro. .

Ma in quel '40 ci fu la beffa, anche nelle stesse industrie private non comandavano più nelle loro fabbriche, ma i nazisti.
Fino al punto che dal '44 in poi i "padroni" con i partigiani fecero dei "Patti di Ferro".
Organizzando scioperi fasulli per non produrre armi per i nazisti.

Poi venne il '45. Il più grande errore di Mussolini; che fu quello di fuggire verso la Germania.
Non accettò l'ospitalità del Cardinale Shuster che voleva diventare un intermediario
per la consegna di Mussolini agli Americani. (questi erano i patti fin dal 1943).

Purtroppo lui, da solo, con un intervista aveva già firmato la sua condanna.

Infatti pochi giorni prima - il 20 aprile 1945 - al “Popolo di Alessandria” (270.000 furono le copie vendute)
Mussolini rilasciava una scottante intervista, già cosciente del crollo e forse della sua stessa imminente fine.
(Ma sbagliava!! senza questa intervista non sarebbe finito a Piazzale Loreto, come il male di tutti i mali).
Mettendo l'accento sui suoi collaboratori disse: "troppi cattivi, troppi malvagi, troppi venduti e anche troppi illusi.
“Ma il colmo è che i proletari, i poveri, i bisognosi di tutto, si schierassero anima e corpo dalla parte dei plutocrati,
dei voltagabbana, degli affamatori, del grande capitalismo, che spingeva per fare la guerra, ”.

“ADESSO.... dicono che ho errato, che dovevo conoscere meglio gli uomini, che ho perduta la testa, che non dovevo partecipare alla guerra alla Francia e all’Inghilterra. Dicono che mi sarei dovuto ritirare nel 1938. Dicono che non dovevo fare questo, e che non dovevo fare quello. Oggi è facile profetizzare il passato”
Adesso gridano che si doveva rimanere neutrali e che solo la mia megalomania e la mia libidine di potere, e la mia debolezza nei confronti di Hitler aveva portato alla guerra" - "Ma lui aveva già vinta la partita continentale. Lui non aveva bisogno di noi !!! Come invece insistevano i
plutocrati e con loro anche il RE". -
"Noi eravamo stati
i soli ad opporci ai primi conati espansionistici della Germania. Mandai le divisioni al Brennero; ma nessun gabinetto europeo mi appoggiò. Io volevo la pace ma questo mi fu impedita.
Lo so Indietro non si può tornare. Ma la Storia mi darà ragione”.-
" Io sono come il grande clinico che non ha saputo fare la cura… “.
Ma ho qui con me una documentazione che la storia dovrà compulsare".

Poi lui aveva terminato: “Ho dei dati inoppugnabili. Non so se Churchill è, come me, tranquillo e sereno".
(66 lettere
che... Churchill aveva inviato a Mussolini - che sparirono alla sua cattura !!!)

( Mussolini - fu ingenuo - con questa intervista si era scavato da solo la fossa!!)

Per gli inglesi era molto meglio se Mussolini fosse morto, per le esplosive compromissioni presenti
nel carteggio che il premier britannico avrebbe scambiato con Mussolini prima e durante la guerra.

da quel momento.......
QUESTA INTERVISTA PER CHURCHILL
- con il suo contenuto divenne.... UN INCUBO >>>>>>

 

MA CHI LO VOLEVA MORTO MUSSOLINI ??? >>>>>>
(
STUDI STORICI-POLITICI DI Alessandro De Felice)

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RITORNIAMO A BEDEDUCE......

Nel dopoguerra - morto Beneduce già nel '44 - suo genero Cuccia ereditò quell' "Impero".
Solo lui dalle carte ereditate sapeva "chi aveva ricevuto denari, finanziamenti pubblici".
Ma un elenco pubblico dei "beneficiati" non esisteva!!
Così gli interessati tra di loro fecero un patto "
Tu non sai niente di me e io non so niente di te"
E se c'era qualcosa, su un pezzo di carta, un Ente anche importante figurava
accanto ai finanziamenti dati ai produttori..... per lo sviluppo del Lupino.

Questi finanziamenti
ricevuti  durante il regime li conoscevano solo pochi; forse nemmeno Mussolini.
Cuccia andava domandando (e domandandosi) se le aziende erano dei privati o degli italiani?
Gli "opportunistici silenzi", ma non le carte, permisero a Cuccia di saperlo e avere così pieni poteri.
Fu così che nacque in Italia la così chiamata "Razza Padrona" che ha dominato per 50 anni.

Le ultime aziende IRI sono poi state svendute perfino nel 1993 !!!!!! (per 4 soldi).

>>> qui L'INTERA OPERA DI BENEDUCE >>...poi ...."LA GRANDE ABBUFFATA >>>>>>>>>
Compreso l'articolo di
Ugo Zatterin che nel suo articolo su Oggi del marzo 1950,
"PROFETICAMENTE" si chiedeva "quanto costerà al Paese questo carrozzone?
Forse
lo sapranno forse solo i nostri figli o addirittura i nostri nipoti".

Anche se nel '50 lui sapeva ancora poco della "SECONDA ABBUFFATA", quella del "Piano Marshall"
dove anche qui abbiamo uno per uno (in termini di aiuti in
$ , tutti
i NOMI dei beneficiati, in tutte le Regioni e le città d'Italia.
.... COSA OTTENNE L'ITALIA NEL PIANO MARSHAL >>>>>>>>

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fine

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Per qualcuno - so già - queste pagine sono fastidiose. Quanta ipocrisia !!
Ma riguardo alla eliminazione fisica di Mussolini e alla damnatio memoriae del suo fascismo, entrambe erano già conosciute dai "fasci" romani (vedi Cesare), e queste eliminazioni funzionano ancora oggi in luoghi governati da dittature estremiste/totalitarie, in paesi non certo civili (dove vogliamo portare anche con la forza le nostre democrazie).
E anche sul "civile comunismo" di Stalin sembra oggi che lui era un "Santo" non un liberticida di cittadini della Russia, dove si diceva che vi si distribuiva latte e miele. Che la Siberia e i gulag erano solo luoghi di villeggiatura per gli oppositori politici, e che le Violenze, le repressioni, i terrori e i 100 milioni di morti sono "barzellette". Per lui nessuna "damnatio memoriae".
Il "Libro nero sul Comunismo"? una leggenda.
La Shoah ebraica purtroppo non fu un fatto unico nella sua assurdità nè fu prerogativa esclusiva dei nazisti, Stalin in Russia aveva prodotto più morti lui che non i campi di sterminio nazisti.

E il loro simbolo "Bandiera rossa"? E rimasto un simbolo che resiste tutt'oggi. Con la falce che doveva falciare le erbacce "capitalistiche", e il martello che doveva distruggere la "proprietà privata".

Non così invece i simboli del "Fascismo". Ma non é che eliminandoli si cancella una fastidiosa Storia, per lo più narrataci da chi vorrebbe dimostrare che in quel ventennio solo una democrazia popolare (di sinistra?) sarebbe stata la migliore, l'unica. Ma questa (se fosse veramente democratica) anche oggi dovrebbe rispecchiare il pensiero dei cittadini (non come ora che voti a destra e poi il tuo politico scelto va allearsi a sinistra o l'incontrario. Ma questo sembra essere normale in Italia. Il politico "trasformista" si appella alla Ns. Costituzione che dice che "il mandato è senza vincoli". Ed é una presa in giro degli elettori che votano.... (ma lo si dice solo) ..... "democraticamente".
Anzi in certi casi ci sono in Parlamento anche i non proclamati, ma messi lì dal partito. In Senato vi sono 193 senatori eletti solo nei collegi plurinominali. Una leggerezza insostenibile a pochi mesi dal giorno in cui i senatori, anche quelli non proclamati, saranno chiamati a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

E se qualcuno si oppone, reclama, critica, ecco che viene tacciato subito di essere un "fascista". Fa comodo!!

Intanto la Kyenge (già eletta nel Parlamento Europeo) e Ogongo entrambi fondano l' "Afro Italian Power " e "Cara Italia". Obiettivo: "creare i ns. politici e una nuova classe dirigente in Italia". "Presto noi saremo milioni!!- Siamo già a 6"

 

Riguardo poi alle ipocrite cancellazioni di "simboli" esistenti e le "cittadinanze" date in certe città nel passato, farlo oggi (come vuol fare oggi (in tempo di elezioni) a Mantova un sindaco renzista) dopo 80 anni! è solo un ipocrita fanatismo una politica ottusa. Ma che su questa ipocrisia qualche partito e associazione ci campa (cosa sono ridotti a fare!!) anche se i componenti non erano ancora nati o erano in fasce. Ma c'erano i loro nonni in quel "ventennio" !!! E se ipocrisia c'era allora, ancora più ipocrisia c'è ora rivolgendosi ai nipoti; ecco perché poi nascono sentimenti estremistici. (soprattutto quando vedono dare la cittadinanza e farli entrare perfino nelle amministarzioni ( fra poco anche nel Governo. così dice la a quelli che scriveva Montanelli "Con i negri non si fraternizza, non si può, non si deve, niente indulgenze, niente amorazzi, il bianco comandi!" ( Montanelli, in originale, su "Civiltà Fascista" >>>>>>>

Tutta questa ipocrisia é una cancellazione della Storia, che è stata bella per alcuni (tutti i nomi li abbiamo visti sopra), e SI', anche brutta, ma non dimentichiamolo che c'erano anche tutti i nostri nonni in quel ventennio. Cosa dovremmo oggi invocare? la loro damnatio memoriae? bruciare le loro fotografie dopo averci sputato sopra? Sarrebbe una viltà.
Inoltre in "quella brutta", si dimentica quella Storia che venne poi dopo, nel dopoguerra in primis tutte le malefatte fatte da alcuni (!!) partigiani e dallo stesso PCI, che guardava con simpatia a Stalin, e Lui non era un santo, né tantomeno un democratico e liberista, e così anche Tito che è tuttora....(!!!!!!!) .... Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana...(!!!!).. Lui che da Trieste voleva invadere l'Italia appoggiato da alcuni comunisti italiani tutti pronti a quella "Rivoluzione" che incitava a fare Longo. (per il bene dell'Italia!!! e degli Italiani. Abbiamo poi visto alla caduta del muro come si viveva a Est e oltrecortina !!!).

Con queste cancellazioni si mettono allo stesso livello di tutte quelle critiche fatte a Mussolini di essere stato oscurantista, tiranno, illiberale, imperialista, antidemocratico, anticomunista, antitino, antibolscevico.
(Ma i "fasces lictorii" già erano simboli di potere dei romani, ed erano portati in trionfo dopo le criminali conquiste, diventando
così noti imperialisti e oppressori di popoli. Allora buttiamo giù il Colosseo? Un simbolo dove i romani si divertivano a vederli uccidersi tra di loro dopo averli resi schiavi). Per non parlare degli americani che di nativi nel continente ne uccisero 100 milioni (democraticamente? Poi divennero (ipocritamente) autori dei Diritti dell'Uomo. Ma non valido per gli uomini, donne e bambini, sterminati dall'atomica in Giappone ("per non far morire altri Nostri Fratelli" disse (umanamente) Truman). Nè validi sono oggi se un messicano vuole entrare negli USA.
Di queste cancellazione di personaggi della Storia, le abbiamo ancora viste di recente (Gheddafi, Saddam ecc.) e ci saranno anche domani. Zitti zitti, gli armamenti nucleari sono (oggi) in pieno sviluppo nei cinque continenti. Tutti pronti a usarli, ognuno per il proprio ipocrita tornaconto. Poi nella futura Storia scriveranno che fu fatto per il "bene dei popoli". Per "portare a loro
(con la forza delle bombe) la democrazia".

FINE e AUGURI !!


ancora di Vilfredo Pareto alcune pagine di...


"Come comincerà il nuovo?"
(ancora molto attuale)

"TRASFORMAZIONE DELLA DEMOCRAZIA" > > > >

 
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e ancora di Vilfredo Pareto...

IL GIOCO DEL POTERE >>>

ANALISI DI IDEOLOGIE: "I SISTEMI SOCIALISTI" >>>

 

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