MUSSOLINI, IL FASCISMO, LA GUERRA

TERZA PARTE

MA QUANDO VERAMENTE INIZIO' ? >>>>>

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LA 2a GUERRA MONDIALE
QUI Accenneremo chi scatenò la guerra mondiale
quando tutto iniziò...

E QUANDO S
CATTO' IN ANTICIPO L'ALLARME!!
( a ca. metà di questa pagina
- ANNO 1933 )

IN FONDO L' INTERA TABELLA
SUL VENTENNIO FASCISTA

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qui sotto
la "liberazione" di Milano
fatta dai nostri "alleati" ex nemici

e come se non bastasse ci fu
l'infame bombardamento di GORLA dove si vergognò perfino la MORTE >>>>>> >>>

GLI EVENTI IN BREVE

MA CHI VOLEVA LA GUERRA ?

MUSSOLINI, I GIORNALI, GLI ITALIANI ?

poi seguono le leggi razziali
in Germania e in Italia


LA NON BELLIGERANZA
(qui sotto il comunicato stampa sul Corriere)
Venerdì 1° settembre 1939 - XVII. Il Consiglio dei Ministri, riunitosi al Viminale alle ore 15 sotto la presidenza di S.E. Benito Mussolini, ha emesso il seguente comunicato: "Il Consiglio dei Ministri, esaminata la situazione determinatasi in Europa in conseguenza del conflitto tra Germania e Polonia, presa conoscenza di tutti i documenti presentati dal ministro degli esteri, dai quali risulta l'opera svolta dal Duce per assicurare all'Europa una pace, ha dato la sua piena approvazione alle misure militari fin qui adottate che hanno e conserveranno un carattere semplicemente precauzionale e sono adeguate a tale scopo; ha approvato altresì le disposizioni di carattere economico-sociale necessarie data la fase di grave perturbamento in cui è entrata la vita europea; dichiara e annuncia al popolo che l'Italia non prenderà alcuna iniziativa di operazioni militari; rivolge un alto elogio al popolo italiano per l'esempio di disciplina e di calma di cui ha dato, come sempre, prova".
Questo comunicato della Stefani fece tirare un sospiro di sollievo a milioni di persone. Il popolo italiano, che secondo un orrendo neologismo del bellicoso Achille Starace, era "acciaiato", non aspirava davvero a combattere, dopo aver già pagato, nell'arco di tre anni, un tributo di sangue per la conquista dell'Impero e anche nella guerra civile di Spagna. Anche se in entrambi i casi le Armi italiane erano uscite vittoriose: motivo in più per meritare ora un periodo di pace.
Ma il 1° settembre 1939 iniziava la Grande Illusione.
Hitler, spinto da una satanica energia, dopo aver divorato l'Austria e la Cecoslovacchia, ora stava gettando la potentissima macchina militare germanica contro la Polonia, nonostante la quasi certezza dell'intervento della Gran Bretagna e della Francia. Ma noi italiani pur legati al carro nazista dal patto d'acciaio, eravamo pur sempre i discendenti di Machiavelli (ma anche di Azzeccagarbugli) e quindi sapevamo tenerci fuori dalla tempesta che tra poco avrebbe scosso l'Europa. (Qualcosa del genere era accaduto già nel 1914 - l'Italia rimase neutrali per un anno intero. Poi addirittura (in corso d'opera) pur essendoci un Patto con l'Austria, cambiò alleato).
Ci fu (come nel'14) anche nel '39 con la neutralità un grande sospiro di sollievo per tutto il paese, già allarmato dalle misure precauzionali (limitazioni al traffico delle autovetture, razionamento alimentare, seppur limitato agli esercizi pubblici, invito allo sfollamento nelle campagne) che erano state decise pochi giorni prima dal Governo, che sembravano comunque preludere all'entrata in guerra.
Alle ragioni che spinsero il Duce a stipulare il patto d'acciaio non furono certo una lucidità politica. Il ns. dittatore non era più l'uomo trionfante che il 9 maggio del '36 aveva proclamato l'Impero, raggiungendo il culmine della sua popolarità e del consenso. Era un uomo che ora si trovava immerso in una situazione drammatica che probabilmente avvertiva di non poter più controllare, causata oltretutto da quell'Hitler che pochi anni prima lui aveva definito "un uomo un po' risibile e un po' invasato che ha scritto un'opera, il Mein Kampf, illeggibile".
Era quell'Hitler che già al loro primo incontro (il 14 giugno del 34) aveva da subito mentito, assicurando che la Germania rinunciava all'Anschluss, che rinunciava all'invasione dell'Austria, ma che poi invece (dopo averla invasa e annessa nel '38) lo attirava un vortice da cui il Duce stentava a liberarsi. Infine, a completare il quadro della confusione, dava un grandissimo aiuto l'assenza politica del Re, Vittorio Emanuele III.
Anzi era suo costume far passare l'Italia come traditrice:
Nella prima G.M. non tenne fede a una alleanza (con L'Austria") scrisse allora "l'Italia osserverà verso i suoi alleati un'attitudine amichevole, rispondente al Trattato della Triplice Alleanza" poi gli voltò le spalle e si unì alla Francia e Inghilterra.
Nella seconda G.M. dopo l'8 settembre con un armistizio già firmato scrisse a Rahn "confermo la decisione di continuare a combattere fino alla fine a fianco della Germania,.... dica al Fuhrer che l'Italia non capitolerà mai, è legata alla Germania per la vita e per la morte".
Poi gli voltò le spalle e si unì agli angloamericani.
Insomma Mussolini nel '38 si trovava in una situazione ben più critica di quella di quattro anni prima, quando i nazisti avevano fallito il loro disegno di annettersi l'Austria.

Allora il Duce aveva inviato perfino quattro divisioni al Brennero e fatto costruire molte caserme in Alto Adige. Ora invece si limitò a prendere atto del fatto compiuto. Poteva essere l'occasione per sciogliersi dall'abbraccio mortale col nazismo e fu invece l'inizio di una gara di emulazione che poi portò alla rovina lui e il paese.
Ma altro non poteva fare. Francia e Inghilterra non avrebbero di sicuro aiutato Mussolini. Visto che poi nel '40 sia la prima che la seconda non riuscirono neppure loro stessi a difendersi a casa loro. E sicuramente se non avesse il RE dichiarato nel '40 la guerra alla Francia, l'Italia avrebbe avuto una invasione da parte di Hitler dalle Alpi e dal Brennero per non essere stato ai patti del famoso "patto d'acciaio". Un patto militare.

Il 15 marzo di quell'anno Hitler pose al nuovo presidente cecoslovacco Hàcha un'alternativa implacabile: o accettava il protettorato tedesco su Boemia e Moravia, o il paese sarebbe stato invaso da quattordici divisioni germaniche. Hàcha non poteva scegliere per il massacro del suo popolo, e capitolò.
Mussolini andò su tutte le furie per la nuova mossa dell'alleato che si mostrava sempre più aggressivo e che ora minacciava di attentare anche all'integrità territoriale della Jugoslavia, sulla quale invece l'Italia aveva già ben precise mire, sostenendo in segreto il movimento separatista di Vladimir Macek: Ciano tornò alla carica col suocero e per la prima volta fu esplicito nell'invito a rompere l'alleanza con la Germania. Ma bastò la rassicurazione da parte di Ribbentrop sul fatto che la Germania non aveva alcuna aspirazione ad affacciarsi sul Mediterraneo, perché la momentanea furia anti - tedesca di Mussolini si affievolisse.
Ciano riporta nei suoi diari che il Duce liquidò la faccenda dicendo: "Noi non possiamo cambiare politica perché non siamo delle puttane!".
Ma l'Italia restava legata alla Germania e quest'ultima premeva sempre più perché l'alleanza divenisse più esplicitamente un patto militare. Mussolini e Ciano tentennavano, il primo: perché dubbioso sulla possibilità dell'Italia di assumersi un impegno militare serio, con le forze armate efficienti al 30-40%, in base alle dichiarazioni degli Stati Maggiori; il secondo perché sempre più anti tedesco. Ma il Duce comunque, era ormai avviluppato in quello strano rapporto di amore - odio - e di emulazione con il Führer.

E il 22 maggio a Berlino fu firmato il Patto d'Acciaio. Ciano riaffermò, nelle conversazioni con Hitler e Ribbentrop, "l'interesse di entrambi gli alleati a un ulteriore mantenimento della pace per almeno tre anni".
I tedeschi assentirono; cosa costava loro dire di sì, quando già sapevano cosa volevano fare? Il giorno successivo alla firma dell'alleanza Hitler convocò i capi militari, ai quali impartì le direttive: "Danzica non è solo il nostro scopo; l'invasione del Belgio e dell'Olanda ci servirà per un affondo non già verso Parigi, ma verso le coste della Manica... ". (che in Inghilterra ci fosse la crisi, non l'aveva dimenticato)

Mussolini ebbe un momento di incertezza e autorizzò il ministro degli esteri a sollecitare un nuovo incontro con Ribbentrop, in cui "chiarire definitivamente e senza dubbi la posizione italiana". Ma Ribbentrop, molto semplicemente, non si rese disponibile, perché troppo impegnato. Hitler aveva fissato l'invasione della Polonia per il 26 agosto, ma purtroppo il risultato dei colloqui di Ciano e Mussolini fu la classica soluzione all'italiana, che non servì che a ritardare solo di qualche giorno le operazioni militari tedesche e a portare alla dichiarazione di non belligeranza dell'Italia, con la quale abbiamo aperto quese pagine. (la "neutralità").
Infatti il 25 agosto Mussolini fece pervenire al Führer una lettera in cui gli spiegava che l'Italia non poteva in ogni caso intervenire a fianco della Germania, perché troppo sprovvista di mezzi bellici e di materie prime. Era mancato il coraggio per lo sganciamento, e di fatto si rimandava il problema. Hitler chiese immediatamente al governo italiano di specificare le sue necessità di approvvigionamenti e il 26 agosto Mussolini riunì a Palazzo Venezia i capi militari, ai quali Ciano rivolse un caldo invito a non fare "del criminoso ottimismo".
Da quella riunione ne venne fuori una lista spropositata di richieste alla Germania che avrebbe avuto del comico, se la situazione avesse permesso di ridere. In sostanza, l'Italia denunciava carenze di materie prime ed armamenti per un quantitativo equivalente a 17.000 (diciassettemila!) treni merci. Che anche se attuata sarebbero occorsi 3 anni per farli arrivare. Mussolini aveva optato per la furbata. Hitler non era certamente in grado di garantire all'Italia un tale flusso di rifornimenti, e continuò per la sua strada. (ma adesso sapeva dallo stesso Mussolini, che l'Italia era impreparata).

La Polonia fu stritolata in pochi giorni, mentre nell'opinione pubblica italiana, e anche tra le stesse migliori intelligenze del fascismo - Grandi, Balbo, Bottai - la neutralità diveniva sempre più popolare e iniziavano a serpeggiare le voci che volevano Ciano come successore naturale di un Duce stanco e scosso da mille dubbi. Ma Mussolini, che aveva potuto accettare le umiliazioni inflitte dall'alleato, non poteva sopportare che venisse messo in discussione il suo potere, e in occasione dell'incontro con le gerarchie del fascismo bolognese (la cosiddetta Decime Legio) fu esplicito: "In questo momento burrascoso per l'Europa e per il mondo intero, è bene che il pilota non sia disturbato, chiedendogli ogni momento notizie sulla rotta che sta seguendo... Se e quando apparirò al balcone e convocherò il popolo italiano ad ascoltarmi, non sarà per prospettargli esami della situazione, ma per annunciargli decisioni, dico decisioni, di portata storica...".

Purtroppo, il "pilota" portò l'Italia al 10 giugno 1940, alla catastrofe. Ciano vide da quel momento il suo potere estremamente ridotto, tornando al ruolo di ministro - esecutore. Aveva visto chiaro, ma non aveva potere sufficiente; del resto, gli mancò anche il coraggio di fare l'unico gesto che avrebbe potuto dargli una statura maggiore di quella del Duce: presentare le dimissioni, dissociarsi da una politica da suicidio. (lo farà più tardi, al Gran Consiglio del '43. Che però pagò caro).
il primo settembre 1939, 60 divisioni tedesche occupano la Polonia e due settimane dopo Varsavia capitola.
Francia e Inghilterra per i patti stipulati in precedenza con la Polonia, il giornodopo,il settembre dichiarano guerra alla Germania. Ma l'impegno sul fronte orientale fu quasi ininfluente. La voglia di "morire per Danzica" i Francesi non l'avevano. Il 70 per cento degli studenti disse no, la popolazione il 90 per cento. I francesi combatterono per 11 giorni, subirono 1800 perdite, arretrarono e si ritirarono nella loro Maginot a fare la "guerra da seduti"; la sitz krieg, dileggiata dai tedeschi che invece adottarono la blitz krieg (guerra lampo, di movimento).
Per gli inglesi l'impegno fu ancora minore, la percentuale di non interventisti era come in Francia. Il suo "appoggio" ai polacchi, in questa guerra che nessuno in patria voleva, registrò un solo caduto (uno!).
A "pagare" furono solo i polacchi. I morti non si sapranno mai. Ma i prigionieri sappiamo furono 910.000. Questi erano andati incontro ai panzer con i cavalli e le sciabole sguainate, come ai tempi dello Zar.
Mussolini pur esistendo il "patto d'acciaio", si era dichiarato subito di voler "rimanere estraneo al conflitto", usò anche un neologismo, "non belligerante", perché sa di essere impreparato per stare a fianco del Furher anche se ne soffre per tre ben precisi motivi: la sua simpatia per Hitler, la sua antipatia per Stalin, e il disprezzo che nutre per la Francia e l'Inghilterra ancora dalla Grande Guerra (Versailles!). (per la "vittoria mutilata")

Al Consiglio dei ministri, così Grandi ce lo descrive "Era troppo evidente che contrastanti sentimenti cozzavano in lui. La delusione, l'amarezza, seppure contenute attraverso un linguaggio freddo, traspiravano da ogni parola. Terminò la seduta dichiarando che era dovere ed interesse dell'Italia rimanere estranea al conflitto dopo che la Germania era venuta meno ai suoi impegni di alleata". Sorprese tutti; amici e nemici. Per giorni e settimane evitò tutti, le folle, i gerarchi, le manifestazioni pubbliche. Si chiuse in un mutismo totale. In una occasione si affacciò al "suo balcone"; lo applaudirono come uomo della pace, rispose stizzito e sarcastico, "é quello che volevate no?" e girò i tacchi. (vedi 1939 - 2nda parte)
Arriviamo al 21 ottobre del '39.
La guerra in Polonia si è conclusa in modo fulmineo. Tutti si chiedono ora cosa farà Hitler? Ha tutte le divisioni disimpegnate. Dove le dirigerà e quando?

E' il momento più terribile per Mussolini. Non sa cosa fare, da che parte andare.
Con chi allearsi?
(stessi dubbi nel 1914, quandi si era incerti se andare con l'Austria o con gli anglo-francesi)
Intanto, si disimpegna, con la "non belligeranza".
e a HITLER GLI DA' PERFINO DEI CONSIGLI....
E, stando ai documenti, lo dimostra pure. Infatti .......
il 3 Gennaio 1940 con una lunga lettera a Hitler (adoperandosi a fargli una intera panoramica sull'Europa) Mussolini tenta di convincere Hitler di fare un accordo pacifico con inglesi e francesi e rovesciare semmai le sue armate a est, contro la Russia di Stalin, contro il bolscevismo, che Mussolini gli indica ("io non ho modificato la mia mentalità rivoluzionaria") essere quello il nemico mondiale numero uno, oltre che ricordagli che la Russia ha 21 milioni di Kmq di territorio. "Non potete abbandonare la bandiera antibolscevica che avete fatto sventolare per 20 anni".
"Sono profondamente convinto che la Gran Bretagna (e la Francia) non riusciranno mai a fare capitolare la vostra Germania aiutata dall'Italia, ma non è sicuro che si riesca a mettere in ginocchio gli alleati franco-inglesi senza sacrifici sproporzionati agli obiettivi. Gli Stati Uniti non permetterebbero una totale disfatta delle democrazie. Gli imperi crollano per difetto di statica interna e gli urti dall'esterno possono consolidarli. E' prevedibile un epilogo della guerra che come voi avete detto non vedrà che due (o più vinti). Vale la pena -ora che avete realizzato la sicurezza dei vostri confini orientali e creato il grande Reich di 90 milioni di abitanti - di rischiare tutto - compreso il regime - e di sacrificare il fiore delle generazioni tedesche per anticipare la caduta di un frutto che dovrà fatalmente cadere e dovrà essere raccolto da noi che rappresentiamo le forze nuove dell'Europa? (Le grandi democrazie portano in se stesse le ragioni della loro decadenza"). (Lettere/Documenti Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946)
Gli da' insomma dei consigli non da poco conto e quasi lo bacchetta, per poi rivestire i panni del soggiogato, quindi divenire accomodante. Si scusa di avere ottimi rapporti commerciali con Inghilterra e Francia "facciamo scambi per necessità di materie prime anche se siamo fortemente antibritannici e antifrancesi"..... "Le voci di eventuali blocchi neutrali sono false"......"La propaganda inglese alla radio non la possiamo efficacemente disturbare, ma nessun italiano prende sul serio le loro parole di libertà, giustizia, diritto, morale ecc"...
e in un punto della lettera diventa abbastanza lucido, realista e premonitore; avverte il pericolo, ma dà un colpo al cerchio e uno alla botte...
"... non è sicuro che noi insieme si riesca a mettere in ginocchio gli alleati franco-inglesi senza sacrifici sproporzionati agli obiettivi. E se anche fosse - ripeto - , gli Stati Uniti non permetterebbero una totale disfatta delle democrazie. L'Italia fascista intende essere la vostra riserva, dal punto di vista politico diplomatico, economico, e dal punto di vista militare. Desidero che il popolo tedesco sia convinto che l'atteggiamento dell'Italia é nello spirito e non fuori dallo spirito dell'alleanza". (Lettere/Documenti Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946 - Che abbiamo in originale)

A questa prolissa lettera Hitler non rispose mai. Ma di altro tenore fu poi quella inviata da M. a fine giugno '41, sei giorni dopo l'invasione tedesca della Russia. Assicurandogli che l'Europa antibolscevica, quella antiebraica, quella cristiana, e tutta l'Italia fascista antibolscevica da 20 anni, tifava per le armate tedesche, tutte contente della "CROCIATA CONTRO IL BOLSCEVISMO".
( SE NON VOGLIAMO ESSERE IPOCRITI - ERA VERO! MOLTE NAZIONI PLAUDIRONO L'ATTACCO ALLA RUSSIA. ALCUNE NON PARTECIPANTI MA TUTTAVIA CONTENTE ERANO LE NAZIONE CAPITALISTE. E ALLA STESSA CHIESA NON E' CHE DISPIACEVA L'ANNIENTAMENTO DEI "SENZA DIO")
Il "caporale" tedesco si allarmò solo quando gli Stati Uniti mandarono in giro per l'Europa, WELLES, per trovare delle soluzioni a una pace duratura (che l'america proponeva decennale). ROOSEVELT stava infatti tessendo la sua tela pacifista e lanciava appelli. Molti Stati lo derisero, altri si allarmarono o furono sospettosi, ritenendola una interferenza sull'Europa; temevano infatti che gli Usa si sarebbero inseriti nuovamente nello scacchiere internazionale europeo come nel 1917, intervenendo.
Nessuno aveva dimenticato le "Linee WILSON" e i trattati di Versailles, e questa guerra era la causa di quelle scelte, era anzi la continuazione di quella guerra e di quei trattati.
Anche Mussolini rifiutò l'appello. Era fra quelli che derisero la proposta di Roosevelt: "Sono gli effetti della paralisi infantile! Seminatore di panico, anticipatore di catastrofi, fatalista di professione. Vuol fare in condottiero e non può nemmeno andare al gabinetto da solo".
Crede così di poter convincere Hitler, ma....
Hitler invece lo ha perfino umiliato quando Mussolini gli ha chiesto di voler far qualcosa per lui se solo avesse avuto i mezzi (che poi chiese proprio a Hitler, rivelandogli: "sulla impreparazione bellica italiana...... Considero mio sacro dovere di amico leale dirvi l'intera verità" - buttò giù la maschera, in casa non aveva nulla o quasi - lo vedremo a suo tempo nei vari anni del conflitto. Il Furher gli rispose quasi ironico, consigliandogli di fare solo propaganda anti francese e inglese, e di occuparsi solo della "pubblicità" e basta. E lui dovette ubbidire. Salvo mettersi contro!!! Ma poi non ubbidendo, si permise intervenire in quella guerra che Hitler in Francia aveva già vinta; il 5 giugno era quasi a Parigi. Il 10 era alla parata trionfale sotto l'Arco di Trionfo. E all'armistizio, non volle accanto Mussolini, anzi lo liquidò in malo modo "lui si faccia il suo armistizio e io mi faccio il mio".

FACCIAMO QUI UNA BREVE CONSIDERAZIONE

La diffidenza di Hitler (sulla "non belligeranza" italiana ) era giustificata?
C'era un precedente storico, e lui non l'aveva dimenticato.
Qui ricordiamolo anche noi.

Allo scoppio della 1ma G.M. l'Italia che avrebbe dovuto intervenire in base all'intesa della "Triplice Alleanza" a fianco di Germania, Austria-Ungheria, improvvisamente il Re Sabaudo fece orecchie da mercante con l' "Alleato".
LUIGI CADORNA il 27 luglio si era presentato al Re con già in mano il piano per l'invio di truppe sul Reno per soccorrere l' "amica" Germania.
Il Re tergivisò per 4 giorni, poi il 2 agosto solo lui e il Ministro degli affari esteri SONNINO sapeva con quale alleato stare.
(e tradire l'Austria).
(Ricordiamo che tutte le iniziative belliche, come la pace o le dichiarazioni di guerra, erano prerogative del Re, furono sempre dichiarate e firmate da V.E. III . Come quella del '40 contro la Francia (che fu detta "la cortellata alla schiena").

Ricordiamo che Sonnino era entrato in trattative segretissime con il governo inglese per fare un "trattato" di alleanza (il famoso "Patto di Londra" >>>> ). L'accordo segreto impegnava l'Italia ad entrare prima o poi in guerra al fianco di Gran Bretagna, Francia e Russia.
Ma volendo temporeggiare il Re scelse per il momento un "non intervento", cioé una "neutralità", restando alla finestra.
E.Modigliani accusò Sonnino di aver ingannato il Parlamento facendogli credere che la guerra sarebbe stata a fianco della "Triplice".

Il Kaiser (alla notiza dela "neutralità" italiana) ebbe una sfuriata isterica, accompagnata da epiteti all'indirizzo del Savoia (iniziò con "inaudito", continuò con "ipocrita" e terminò con quel "nano farabutto". Che tradiva un'alleanza di più di trent'anni.
L'Italia dopo la neutralità entrò poi in guerra l'anno dopo con i "nuovi" alleati Inglesi, Francesi e Russi.
Nel '17 la parte britannica considerò la possibilità di una pace con l'Austria. Ma non era nei "Patti" e fu proprio Sonnino a rifiutare, anche quando in agosto Papa Benedetto XV (per "l'inutile strage") invitò i belligeranti ad accordarsi.

Alla fine - lo sappiamo - ci fu sì una "specie" di vittoria, ma "mutilata". Il "Patto di Londra" a Versailles infatti valeva poco, perché chi vinse veramente la guerra non era a quel Patto né presente né l'aveva firmato: "scritti o non scritti per me non valgono nulla, non sono più validi, perchè sono io che ho vinto la guerra!" Wilson, Presidente USA).

Nella 2nda G.M. ci fu quasi la stessa affermazione, inutile, dopo la caduta di Mussolini e il patto del Re dell'8 settembre (quando tradì i vecchi "alleati" e passò ai nuovi così chiamati anche loro "alleati"); e tantomeno inutile fu anche la "resistenza" (la disarmarono subito). "Siamo solo noi che abbiamo vinto la guerra" (Truman - stessa frase detta a Wersailles nel '19).

Da notare che Hitler ricordava e sapeva anche chi era stato il "traditore" della Germania nel '14-'15. L'autore del "Patto" era SONNINO.
(Di origine ebraica: Ministro delle Finanze e ministro del Tesoro del Regno d'Italia (1893-1896), Presidente del Consiglio dei ministri (1906- 1910). Nel 1914-1919) Ministro degli affari esteri e con tale carica, fu lui l'ideatore e lui a condurre le trattative che portarono alla firma del segreto "Patto di Londra").

Era segretissimo a tutti, perfino alla maggioranza dei parlamentari italiani. Solo dopo la Rivoluzione russa (23 novembre 1917) ci fu la pubblicazione del "Patto", ma da parte sovietica. E ancora nel 1918 Sonnino, lui ebreo, sosteneva la necessità di salvare a tutti i costi l'alleanza italiana con la Russia.
(Del resto nel Soviet l'80-85% dei membri del primo governo dell'Unione Sovietica era composto da ebrei - E il disprezzo per gli ebrei e i comunisti erano per Hitler la stessa cosa, l'incarnazione del capitalismo e del comunismo mondiale).

Inoltre Sonnino era anche l'uomo che nel 1897 intravide nell'avanzante clericalismo cattolico (lui di fede ebraica) delle minacce per il Paese.

A Parigi, al Trattato di Versailles (28 giugno 1919) a firmare per l'Italia il Trattato c'era ancora lui, Sonnino. Deluso per come andarono le cose (i suoi "Patti" furono ritenuti "carta straccia") si ritirò dalla vita politica e non volle presentarsi più nemmeno alle elezioni, dove stava scalpitando Mussolini con i primi fasci

Morì tre anni dopo, il 23 novembre 1922 (un mese dopo la Marcia su Roma). Il giorno seguente ai solenni funerali vi partecipò il neo presidente del Consiglio Mussolini e al passaggio del feretro gli rese omaggio con il saluto romano.

Tutto questo passato era a conoscenza di Hitler; soprattutto quando dovette iniziare a doversi difendere dalla "Guerra santa" dichiaratagli dalla Organizzazione Mondiale Ebraica. Fu la scintilla che darà in seguito fuoco alle polveri. Ed era giunta dagli USA nel 1933.

(Hitler non contava ancora nulla, era appena da un mese che era stato eletto, non era ancora il leader indiscusso della Germania. Lo erano invece chi lo aveva messo lì: la Reichsverband, i potenti industriali tedeschi, che stavano rilanciando tutta l'economia, la finanza, il commercio, dove fino allora (dalla Repubblica di Weimar) avevano dominato gli ebrei. E gli ebrei di tutto il mondo si allarmarono!!!!).

Il 12 Marzo 1933 il Congresso Ebraico Americano era in allarme. Il DAILY EXPRESS del 24 Marzo 1933 (vedremo la pagina più avanti....)

...scriveva:... "gli ebrei hanno lanciato il loro boicottaggio contro la Germania ed il suo nuovo governo eletto". "Gli ebrei di tutto il mondo uniti nell'azione" - "la Germania deve morire" - "bisogna strangolarla economicamente" - "Per il bene dell'Umanità ! ". "la vecchia e riunita nazione d’Israele si affianca alle nuove e moderne armi per vincere la sua antica battaglia contro i suoi persecutori".
Perfino con le moderne armi !!! Ed anche l'ebreo Louis Nizer incitava all'odio contro i tedeschi e si proponeva lo sterminio del popolo tedesco con il suo delirante libro "La Germania deve perire"
"Germany must perish"- ( vedi >>>>>

In seguito ci fu anche il delirante ebraico "vangelo razzistico", nel libro "La Germania deve morire" di Theodore Kaufman (dove auspicava un vero e proprio piano di sterminio e la distruzione dell'intera Germania. (vedi in rete >>>>> (quando nessuno ancora parlava in Germania di arianesimo o della deportazioni di ebrei).
Inoltre Kaufman aggiunse altre farneticanti dichiarazioni dell'ebraismo internazionale: come "la Germania bisogna strangolarla economicamente", "castrare tutti tedeschi", "Per il bene dell'Umanità ! ".
Un libro che si dice terrorizzò Hitler. Ma anche tutti i tedeschi !!!
MA ATTENZIONE !! fra l'altro Kaufman scriveva: «Non è una guerra contro Adolf Hitler. E nemmeno è una guerra contro i nazisti. È una guerra di popoli contro popoli, di popoli civili (gli ebrei) che tendono alla luce contro barbari incivili che amano le tenebre. È una lotta tra la nazione tedesca e l’umanità. Hitler non è colpevole di questa guerra più di quanto lo fu il Kaiser per la precedente". vedi >>>>>>

Di questi fatti nessuno ne parla. Eppure una certa connessione, cioé causa e effetto esiste.

Ma Kaufman del resto si atteneva al Deuteronomio "Tu sei infatti un popolo consacrato al Signore tuo Dio e il Signore ti ha scelto, perché tu fossi il suo popolo privilegiato, fra tutti i popoli che sono sulla terra. (Deuteronomio14,2 - ma anche Deuteronomio 7, 6)


.
Sempre quanto scriveva il DAILY EXPRESS: "Tutto l’Israele sparso nel mondo si sta unendo per dichiarare una guerra economica e finanziaria alla Germania. Quattordici milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo sono raccolti insieme come in un’unica persona per dichiarare guerra contro i persecutori tedeschi e i loro discepoli. Il commerciante ebreo lascerà la sua casa, il banchiere la sua borsa valori, il mercante i suoi affari ed il mendicante il suo umile cappello per unirsi nella GUERRA SANTA contro il popolo germanico".

(del resto sta scritto: "nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare " (Deuteronomio 20,16).
"Dio ha eletto Israele come suo popolo. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, ma perché il Signore vi ama” (7,7-8).

Era insomma una guerra dichiarata. Infine apparve anche il famoso "piano Morgenthau" (deportazione e eliminazione di tutti i tedeschi)....
(vedi qui >>>>>
....ma anche QUI >>>>>

....dove Norgenthau lancia "un piano di smembramento della Germania con la castrazione di 48 milioni di uomini tedeschi, mirando a una estinzione biologica di tutto il popolo tedesco". E aggiunse: "Basterebbe impedire per i secoli la capacità e la facoltà di generare per liberare l’umanità da un immensa sventura".

Tutto questo avvenne quando Hitler non aveva ancora fatto nulla. Lui non ne aveva ancora i poteri. Solo da pochi giorni era salito sui gradini del Reichstag. E solo il 2 AGOSTO 1934 divenne Führer e iniziò poi a varare le sue prime leggi "ariane" razziste in risposta..... a quelle ebraiche.
Infatti Kaufmann, come abbiamo visto sopra, dichiarava che "non è una guerra contro Hitler, né contro i nazisti".

Più avanti ne parleremo ancora con i documenti.

E l'alleanza con il "patto d'Acciaio" della Germania con l'Italia?
L'Italia non la rispettò come aveva fatto nel '15...... con la "Triplice".

E (dopo la non "belligeranza") l'entrata in guerra dell'Italia contro la Francia?
Hitler non voleva il suo intervento! - Anzi
(visto che Mussolini indugiava cosa fare, con chi unirsi - e Hitler sapeva queste intenzioni dai suoi servizi segreti) prima o poi Hitler avrebbe punito la "pretestuosa" neutralità del falso compare, scendendo dal Brennero e dalle Alpi per dargli un lezione).
Prima che Hitler conquistasse Parigi, e prima ancora che (in ritardo e non richiesto) intervenisse Mussolini in Francia, alcuni sentirono dire da lui "i traditori pagheranno, e così i vili".

SIAMO REALISTI !

Del resto mettersi contro Hitler (alleandosi con la Francia e Inghilterra) voleva dire provocarlo e - dopo la Francia - farlo scendere dal Brennero per invadere l'Italia. Non era un mistero questa mossa. Due alti funzionari, a Praga e a Dresda, avevano riferito in un banchetto (poi dissero: che non erano sobri) che ""nello spazio vitale della Germania figura l'Alto Adige, Trieste, l'intera pianura padana, e lo sbocco sul mare Adriatico". Era presente un console italiano, e uno dei due che aveva fatto l'inquietante dichiarazione (sobrio o non sobrio) diventò poi il nuovo goulatier di Praga.

Ma quel tentennare nel volersi alleare Mussolini con Francia e Inghilterra, dopo aver visto il loro blando e fittizio "appoggio" dato in precedenza alla Polonia, Mussolini intervenendo in Francia a fianco di Hitler, non aveva altre scelte; volendo evitare la "padella" franco-inglese, dopo la vittoria di Hitler a Parigi, sarebbe caduto nella "brace" punitiva.

Per come andarono poi le cose al di là del Reno, e poi a Dunkerque, dopo il 10 maggio del 1940, non è che Mussolini tentennò nella valutazione con chi allearsi. Se la Francia capitolò in un mese e l'appoggio dell'Inghilterra durò solo 5 giorni (Il Corriere della Sera del 24 giugno- parlerà di "vera e propria diserzione degli inglesi dai campi di battaglia sul suolo francese") in Italia per i tedeschi sarebbero bastate solo poche ore. Hitler avrebbe dato una punizione esemplare al commediante socio "non interventista". (lo abbiamo già detto, in una occasione Hitler velatamente lo accennò pure: "i traditori pagheranno, e così i vili".

In Alto Adige, i Sudtirolesi, già si stavano organizzando per dare il benvenuto ai tedeschi (quello che poi fecero l'8 settembre sera del 1943, alle ore 18.03 - tre minuti dopo Radio Algeri; due ore prima della lettura del comunicato di Badoglio; erano già attivi in tutti i presidi, già a loro assegnati da tempo. Rinchiusero tutti i soldati italiani allo sbando dentro il campo sportivo con le mitragliatrici puntate. Poi furono messi nei campi di concentramento di Via Resia e poi tutti deportati in Germania).

Fra le varie testimonianze dei dubbi di Mussolini c'è quella di Grandi: "Che Mussolini non concepisse l'alleanza Italo-Tedesca come uno strumento di guerra lo dimostra il fatto che egli non entrò in guerra il 31 agosto 1939. Nonostante la sua letteratura, l'ideologia fascista-nazista, il programma politico nazista dell'Europa, Mussolini non volle entrare in guerra e vi entrò solo il 10 giugno 1940 non spinto dal dovere di solidarietà con la Germania ma bensì da un calcolo, che doveva però in seguito mostrarsi errato".

"Dunquerque non è stata solo la sconfitta dell'Inghilterra. Dunquerque è stata la sconfitta dell'Italia. Sembra un paradosso, ma è così. Senza la sconfitta britannica Mussolini non sarebbe entrato in guerra in Francia, nonostante la sua blanda alleanza con la Germania. Egli entrò in guerra spinto dalla paura che aveva della Germania". (archivio Grandi, b. 152, fasc. 199, sottofascicolo 6, ins.3, 1 agosto 1944, f.86).

Al limite possiamo anche immaginare che Mussolini rimase in attesa (avanzando tante scuse con Hitler - vedi lettera) che Francia-Inghilterra e Germania si logorassero tra di loro per un certo periodo. Poi sarebbe intervenuto lui come paciere, come a Monaco.
Purtroppo non andò così; del resto non solo Mussolini, ma nessun generale al mondo avrebbe immaginato che la potente Francia sarebbe crollata in poche settimane e che l'Inghilterra si sarebbe ritirata a Dunquerque per ritornarsene sull'isola, abbandonando armi e bagagli sul continente.
In una situzione del genere nemmeno un Giulio Cesare, nemmeno un Napoleone, avrebbeto saputo cosa fare.

Gli antimussoliniani e gli antifascisti di oggi, loro cosa avrebbero fatto???

Ma ritorniamo ancora a Grandi, quando dal suo Diario, ci offre un'altra preziosa testimonianza. Che dobbiamo ritenere sincera e attendibile, perché scritta nel 1943-44, e Grandi certo non era l'uomo (rifugiato allora in Portogallo) che in tale data difendeva Mussolini, nè doveva proprio lui giustificarne il comportamento.
Grandi che prima (nel 1939) era mal tollerato da Mussolini e dai tedeschi, fu chiamato improvvisamente da Mussolini a ricoprire la carica di Presidente della Camera.
Ma come proprio lui?


"Mussolini stesso annunciandomi la mia nomina mi aveva detto "Prima del 1° settembre ( il giorno prima Hitler invase la Polonia. Ndr) la tua nomina a presidente non sarebbe stata possibile, perchè tu non sei un uomo dell'Asse. Infatti avevo deciso di nominare Farinacci, che era il candidato più gradito ai tedeschi. L'avevo anzi già preannunciato nel luglio scorso, quando il posto si rese vacante. Ma ho preferito aspettare ed ho fatto bene. I Tedeschi ci hanno "tradito". Ed io intendo appunto colla tua nomina dimostrare -così come ho fatto colla nomina del recente governo- che noi intendiamo fare politica per nostro conto, in piena libertà"..... (ricordiamo era il 1939 !!)
....
poi aggiunse, scuro in volto, "Perchè i Tedeschi ci hanno tradito, facendoci trovare di fronte al fatto compiuto della guerra e dell'intesa con la Russia": "Non era del resto ciò che tu desideravi?"........
Poi ha aggiunto "Del resto i tedeschi si accorgeranno presto del grave errore compiuto. E lo realizzeranno il giorno in cui i loro sforzi si infrangeranno contro la linea Maginot che è imprendibile".
(Mussolini ci credeva proprio al baluardo che era costato anni di lavori e ingenti spese ai francesi. E quando i panzer di Hitler la Maginot la buttarono giù come un castello di carte, Mussolini era sconcertato)

... poi proseguì ...

"Tu volevi la denunzia formale dell'alleanza il 1° settembre. Ma sarebbe stato un errore. Non bisogna dimenticare altresì il fatto che vi è una corrente in Germania la quale constatando l'impossibilità di sfondare la linea Maginot e del Reno, pensa di portarsi nella Valle Padana come teatro classico di una guerra tra Germania e Francia.
Una nuova "battaglia di Pavia". E a ciò cui penso sempre. Bisogna impedire sia che i francesi sia che tedeschi si orientino verso questa idea. La denuncia formale della alleanza italo-tedesca ci avrebbe indebolito troppo a Parigi e dato delle idee "pericolose" a Berlino, dove noi siamo disprezzati da troppa gente come.... i traditori dal 1915 e ora del 1939". (archivio Grandi, b. 152, fasc. 199, sottofascicolo 6, ins.2 "nota di Diario", 1 novembre 1944, ff. 45 e seg.)

Insomma gli ultimi giorni di "non belligeranza" furono per Mussolini i peggiori della sua vita. Cercava di capire dov'era il male minore. Ma non era facile!
E non sarebbe stato facile per chiunque. Facile poi criticare.

Se dobbiamo credere al Diario di Ciano, Mussolini tentenna tra i due mali: quello immediato (la temuta colonizzazione tedesca in Italia) e quello futuro (se Hitler perde la guerra):
"Mi ha telefonato il Duce che dice "se pensano di spostare un solo metro il palo della frontiera, sappiano che ciò non avverrà senza la più dura guerra, nella quale coalizzerò contro il germanesimo tutto il mondo. (ma a chi avrebbe chiesto aiuto? Ndr) E metteremo a terra la Germania per almeno due secoli" Mussolini era indignato "Questi tedeschi mi costringeranno ad ingoiare il limone più aspro della mia vita. E parlo del limone francese".

Sta dunque pensando di allearsi con la Francia? (ma per la fine che poi fece la Francia il 10 Maggio, sarebbe stato un grave disastro per l'Italia. Per vendetta (e per il tradimento del Patto e per il voltafaccia) Hitler avrebbe sull'Italia infierito oltre misura, e senza tanta strategia, perchè ora sapeva (dopo la famosa lettera di Mussolini citata sopra) che l'Italia non aveva nulla. Che le 9 milioni di baionette erano tutto un bluff.
Mentre lui aveva tutte le armate ai valichi est, nord, e ovest. Gli bastavano due, al massimo tre ore per scendere su Ivrea; mentre dal Brennero con gli appoggi degli altoatesini per scendere su Trento e Verona gli bastava una due di ore.

Ed è abbastanza singolare che nel periodo di non belligeranza, in tutto l'arco alpino dell'Alto Adige, Mussolini proseguì i lavori delle fortificazioni, l'insediamento di caserme e la dislocazione di reparti militari. (voleva arginare una futura invasione di Hitler? E se ci fosse stata, l'avrebbe arginata (!!!!) con i fucili del '91 e con i carri giocattoli comprati ai magazzini generali dell'Upim?

Fra l'altro ci furono anche da parte di altoatesini alcuni attentati dinamitardi in zona contro italiani. (chi scrive qui, è vissuto in Alto Adige per oltre quindici anni, e certe storie e certi preparativi li ha visti e sentiti da visu, comprese le fortificazione, le caserme e i presidi, che per motivi militari li conosce tutti. Sa quando furono costruiti, dove, come e perchè. - Inutilmente!! - E ha anche parlato con qualche onesto altoatesino).

Torniamo a Hitler alla vigilia dell'invasione francese. Dall'America Roosevelt (dopo le varie relazioni dei suoi emissari) tentò una pacificazione, prima che scoppiasse il peggio. Hitler gli rispose sprezzante "Io sono il capo di una povera nazione, voi signor Roosevelt parlate di pace e avete uno spazio vitale quindici volte più grande; parlate anche di giustizia, ma io non posso sentirmi responsabile dei destini del mondo, visto che il mondo non si è mai interessato prima d'ora delle condizioni pietose del mio popolo e della mia Germania".

Il 10 maggio 1940 le armate di Hitler invadono l'Olanda e il Belgio e dilagano in Francia. Mussolini non può più tirarsi indietro; il 10 giugno (con Hitler quasi a Parigi e pur non volendo il suo tardivo intervento) scende in armi al fianco dell'alleato tedesco.
Il prologo era finito, si compie il primo atto della tragedia (che - siamo realisti ! - Mussolini non poteva proprio evitare )
(lo narreremo più avantI)

Nella cronologia dell'anno 1940, abbiamo visto gli eventi, quasi giorno per giorno. Un CIANO alla vigilia dubbioso e quasi ostile ai tedeschi e perfino col suocero. Ma il 20 maggio, a Milano, prima di recarsi a Berlino per incontrarsi con Hitler, fa un discorso tutt'altro che ostile, che ha una profonda ripercussione. Tutta la stampa si schiera con (questo) Ciano e con le sue parole, "pronunciate in un clima di fascistissimo ardore e formidabile entusiasmo".
Anche se Mussolini non ha ancora rotto "gli indugi", "tentenna"

"In un clima di fascistissimo ardore e di formidabile entusiasmo"
" MILANO TUTTA UNA VOCE
SCANDISCE I NOMI DEL DUCE E DI HITLER"

li vogliono uniti!!!


Mussolini tentennerà fino al 5 giugno, poi si decise. A invadere la Francia. Ma Hitler lo blocca. Sa che la partita l'ha vinta da solo, e non vuole alleati per spartire la "torta" Francia. Mussolini rinvierà l'entrata in guerra il 10 giugno "quando dichiarerà che "...secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui fino in fondo... Popolo italiano corri alle armi..... !!!" (contro il parere di Hitler!)

Perchè si decise? Vi fu spinto da tutta l'opinione pubblica, di ogni ceto. A parte le enfatiche e pompose pagine di "tutti" i giornali, le battute della gente comune in Italia non mancavano (ed erano piuttosto... anche realistiche - come detto sopra): "per fortuna che l'Italia è alleata della Germania, altrimenti li avremmo in due giorni tutti addosso" ;
Sperare a un aiuto degli USA (come nel 1917) era impensabile. Gli americani non volevano fare una guerra. E per come andarono le cose, se nel '17 intevennero a quasi fine guerra, lo stesso si verificò nel '43, quando ormai l'Europa nazista e fascista era sull'orlo della disfatta.

In Italia tutti hanno paura di non poter saltare sul "treno di Hitler" che va di corsa verso Parigi. "Perchè mai ci siamo alleati allora con Hitler, per stare a guardare?'". E se Prezzolini spingeva all'azione gli italiani, Berto (che fra l'altro non era un fascista!) li offendeva pure gli italiani: "starsene inerti a guardare gli avvenimenti è la cosa piu' vile che si possa fare". E così molti altri, fior di intellettuali, a dire le stesse cose sui giornali, come questa sul Bertoldo: "chi aspira spara, e chi non spara, spira". E chi era più moderato diceva "cosa aspettiamo che vinca tutto lui?" , e i più pacifici commentavano sarcasticamente "Mussolini aspetta che Hitler vinca poi farà l'avvoltoio".

Queste prese di posizioni della stampa, non venivano da un organo del regime, come il "Popolo d'Italia" che ricordiamo vendeva in quel periodo di media 400.000 copie al giorno, in una Italia che era mezza analfabeta, era letto da persone colte, dai cosiddetti intellettuali. Ma venivano da tutta la stampa, non dal "Corriere dei Piccoli"!

A dire il vero non c'era bisogno nemmeno degli intellettuali, tutti gli italiani (dal più stupido al più intelligente) erano convinti che bisognava salire sul carro del vincitore. Hitler si era permesso di ricacciare gli inglesi sull'isola e ora stava occupando l'intera Francia. Ed entrambe non erano il piccolo Stato di San Marino o il Principato di Monaco, ma due potenze mondiali travolte in una decina di giorni; (l'Inghilterra in cinque giorni!) perfino umiliate e dileggiate sulla stampa nazionale.

"... fanno la figura di cattivi dilettanti in paragone con i tedeschi. Non ci s'improvvisa soldati e tanto meno quando si tratta di fronteggiare delle truppe come quelle del Terzo Reich. Forzata la prima linea chi può ora minacciare le fortezze mobili dell'esercito di Hitler? Superiorità di materiale? Non c'è dubbio....Velocità? Anche.... Vogliamo immaginare che queste fortezze mobili tedesche hanno una corazza imperforabile come la pelle di Sigfrido dopo il bagno di sangue del drago" (Giornale di Sicilia, 25 maggio 1940 - e molti altri con lo stesso tono).

"IL FUHRER DIRIGE PERSONALMENTE LE OPERAZIONI DELL'OFFENSIVA - Questa è la realtà. E i suoi generali, anche quelli altolocati, sono esecutori collaboratori di dettagli....e presuppongono non soltanto un'assolutamente eccezionale facoltà di concentrazione, quali tutti ormai riconoscono a Hitler, ma nello stesso tempo una vastità di concezione, una forza e un'audacia di decisione che, pur tributando il giusto riconoscimento ai generali, soltanto il Fuhrer può avere in questo momento" (Ibid.)

" GUAI AI NON PROTAGONISTI - Oggi non è più tempo di reclamare i nostri diritti calpestati facendo appelli a tardivi atti di resipiscenza; non è più tempo di piangere sulle tombe dei nostri seicentomila caduti nella Grande Guerra...è tempo di realizzare i nostri diritti, realizzarli nella sola maniere nella quale potevano e dovevamo realizzarli, con la precisa volontà di mantenere alto e puro il prestigio dell'Italia quale grande potenza operaia, guerriera e fascista, che intende mantener fede ai suoi impegni, e insieme con essi, al suo più grande destino. Nelle vicende di questi giorni si combatte una guerra che non è soltanto grande per le sue dimensioni belliche, ma che è tale, soprattutto per la funzione storica che assolve, fatalmente, come moto di giustizia e di liberazione. Funzione al cui sviluppo noi abbiamo preso e più prenderemo attivamente parte. E GUAI AI VINTI E AI NON PROTAGONISTI" (ibid)

Poi c'erano i "tutori" della Nazione. Il piccolo Re con i grossi stivali (di sette leghe, che gli serviranno poi nel '43 per scappare) smise all'improvviso di essere un insofferente antitedesco; la sua frase che girava negli alti comandi militari era "gli assenti hanno sempre torto".
Poi volle anche strafare a blitz concluso. In pompa magna ricevette e cinse il collo di Gooring con il collare dell'Annunziata (!!!!!) che vuol dire trasformarsi in "cugino del Re".
(Al processo di Norimberga, poi, a Gooring nel '45, gli stavano mettendo un altro "collare", meno nobile, ma preferì suicidarsi) .

Ma ritorniamo a CIANO, che secondo tante fonti storiche, era insofferente ai tedeschi, ed era contrario alla guerra. Ma fino a che punto?
Abbiamo rintracciato sulla Gazzetta del Popolo, il suo discorso tenuto a Milano il giorno 20 maggio, poche ore prima di recarsi a Berlino (da 10 giorni Hitler ha già scatenato l'inferno in Francia, e proprio il 20 ha chiuso Belgi, Olandesi, Inglesi e Francesi in una sacca ). Ciano, nei commenti dei giornali, che amplificano il suo discorso, non sembra proprio che (ora) gli manchi l'entusiasmo e la determinazione di marciare a fianco dei tedeschi.
Il suo fu un discorso di guerriero, e nel declamarlo prese perfino atteggiamenti mussoliniani.

Senza voler interpretare nulla, abbiamo pubblicato sopra il giornale e qui il testo.

" PRONTI AGLI ORDINI DEL DUCE" Roma, 20 maggio, pom. -
E così i commenti....sulla stampa tutta
"Se come riferiscono le notizie da Londra e da Parigi, il discorso di Milano ha fatto all'estero una forte impressione, all'interno ha suscitato i più larghi e calorosi consensi. Il discorso del nostro ministro degli esteri ha ricordato le nostre aspirazioni:
"Tutti avvertono e profondamente sentono che l'Italia non può rimanere estranea alla nuova sistemazione europea e mondiale che si sta preparando. Il trattato di Versaglia è ormai in pezzi e qualcuna delle ingiustizie che aveva sanzionato è già stata riparata. Ma altre rimangono e dovranno essere cancellate ....Le nostre aspirazioni sono naturali perchè sono eque ed indispensabili alla vita medesima del Paese. Esse avrebbero potuto e dovuto già essere state appagate: ma la cattiva volontà delle Potenze demo-plutocratiche ha impedito ogni concreta realizzazione.
"E prima di tutto l'Italia imperiale intende far valere i suoi diritti sovrani in terra, in aria e sul mare, diritti che da quando è scoppiata la guerra sono stati misconosciuti e offesi.
La recente formidabile documentazione resa pubblica colla relazione Pietromarchi ha dimostrato e denunciato alla Nazione e al mondo la pretesa anglo-francese di tenerci prigionieri nel mediterraneo, di sottoporci al loro controllo, di limitare arbitrariamente i nostri traffici e i nostri rifornimenti.
Questo stato di cose (si riferisce alla non belligeranza - Ndr) deve cessare e cesserà.
La violenza esercitata a nostro danno ha chiarito la pretesa anglo-francese di tenere l'Italia in uno stato di soggezione che è intollerabile e incompatibile coi nostri diritti, colla nostra dignità di Stato sovrano, colle nostre stesse possibilità di vita.
Tutti gli italiani che sentono la fierezza di vivere in questa eccezionale epoca, in questo clima eroico creato dal Duce, avvertono come la nostra ora si avvicini".
E l'immensa eco che le fiere parole del conte Ciano hanno avuto prima fra la moltitudine milanese e poi in ogni parte d'Italia dimostra che gli italiani sono pienamente consapevoli dell'ora storica".

A fine guerra, nessuno si è ricordato di queste esortazioni, di questi inviti al macello.

Anzi diventarono tutti antifascisti, liberatori, partigiani, amanti della pace.

L'unico a non parlare era Mussolini.
Quando poi la sofferta "avventura" iniziò
(dopo aver visto umiliare in un baleno la Francia nelle Fiandre e 400.000 soldati evacuati da Dunkerque per ritornarsene in Inghilterra lasciando in Francia armi e bagagli, il 20) tutti plaudirono. Sembrava che avessimo vinto noi!!

L'Eco di Bergamo , il 21 giugno, titolò su 8 colonne in prima pagina "Crisi dinastica in Gran Bretagna. Dopo la sconfitta degli inglesi - Era di prosperità per l'Europa"
"A Madrid rievocano Napoleone: Gli inglesi si comportarono in Spagna come i briganti"

Il Corriere della Sera, il 24 giugno...
"L'Italia contribuisce in modo positivo a modificare profondamente la situazione strategica
e il rapporto delle forze in questo teatro della guerra....E troveranno il loro giusto compenso, come hanno già trovato il leale riconoscimento del nostro alleato". (all'uscita del giornale la Francia stava capitolando - Ndr)

Purtroppo abbandonata a se stessa, la Francia potenzialmente non esisteva più, ed era quello che Mussolini aveva temuto. Infatti se si alleava con la Francia e l'Inghilterra non solo non avrebbe ricevuto nessuno aiuto da loro due ma avrebbe anche forse ricevuto una vendicativa punizione da Hitler, che sarebbe stata terribile.
Se una Francia era caduta in cinque giorni con una linea di difesa impressionante lunga cinquecento chilometri, per sfondare in Italia bastavano poche ore, forse pochi minuti per arrivare dal Brennero a Verona, anche senza carri armati, sarebbero bastate le biciclette, visto che in Alto Adige li avrebbero accolti nei bar a bere birra e mangiare Wurstel,

29 Maggio - Mussolini ha convocato un vertice militare, informando che vuole intervenire nel conflitto a fianco di Hitler. I tedeschi hanno già conquistato Ypres, Ostenda e Lilla.
La fine del Belgio convince Mussolini che l’Italia deve intervenire nel conflitto il più presto possibile.
Chiederà al Re di assumere lui il comando delle operazioni belliche.
(ma le versioni di questa delega al comando storicamente è ancora dibattuta; se fu lui a chiederla oppure fu forzato ad accettarla su pressioni di altri. Resta un fatto, che il comandante supremo era sempre il Re, in base allo Statuto Albertino, quindi unico responsabile della guerra era lui.... il Re!
E la dichiarazione di guerra alla Francia e all'Inghilterra, reca la firma del Re e non di Mussolini.

Nel verbale segreto, con il resoconto stenografico della riunione tenuta a Palazzo Venezia nella stanza del Duce alle ore 11, Mussolini afferma "La situazione attuale non permette ulteriori indugi perché altrimenti noi corriamo pericoli maggiori di quelli che avrebbero potuto essere provocati con un intervento prematuro....(...) Se tardassimo di due settimane non miglioreremmo la nostra situazione, mentre potremmo dare alla Germania l'impressione di arrivare a cosa fatte, quando il rischio è minimo, oltre alla considerazione non essere nel nostro costume morale colpire un uomo (la Francia) che sta per cadere.....Fatta questa premessa da oggi nasce l'alto comando che "de jure" sarà reso noto quando la Maestà del Re mi darà il documento che affida a me il Comando delle Forze Armate"
(Lettere e Documenti di Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946)

L'intervento in Francia lo narrriamo più avanti.

"troveranno il loro giusto compenso" (!!??)

Una panzana! - I compensi - A guerra in Francia finita (definita dai francesi "una coltellata alle spalle")- furono poi irrisori. Mussolini aveva chiesto la Corsica, la Tunisia, Avignone, Valenza, Lione, Casablanca, Beirut; l' occupazione fino al Rodano e testa di ponte a Lione più la consegna della flotta francese dentro il Mediterraneo.

Invece Hitler non lo invitò nemmeno in Francia; lui farà il "suo" armistizio e detterà le "sue" condizioni a Parigi; quanto a Mussolini "lui si faccia le proprie in separata sede a Roma con i francesi".... "Io non chiederò queste cose ai Francesi".
(Forse a Hitler non gli era sfuggito cosa scriveva sull'Africa Montanelli ( >>>> ) che "allo scoppio della guerra i più fecero come me, cioè nulla". E se gli ufficiali italiani facevano nulla, chissà i subalterni!
Probabilmente (se è vero ciò che scrive Montanelli) anche Hitler se n'era accorto.

Alla fine Mussolini otterrà solo l'uso del porto di Gibuti, in Africa. Una caramella!

Per Mussolini fu una cocente umiliazione. Era entrato nell'avventura per riscattare la "vittoria mutilata" della Grande Guerra e ora il grande spettro di Versailles era ancora nell'aria, a Compiegne: l'Italia non era stata nemmeno invitata.
M. tenta poi di mettere a disposizione un corpo di spedizione per la progettata invasione dell'Inghilterra, che tutti si aspettano, ma Hitler rifiuta ( Mussolini invierà comunque alcune inutili "libellule", adatte a volare al sole di Roma, non sulla Manica con le nebbie, senza radio, senza riscaldamento e con le mitragliatrici dietro accanto al WC - vedi testimonianze dell'asso dell'aviazione Luigi Gorrini "con la nebbia, nella sola andata, in 5 ci perdemmo, non vedevamo nulla; atterrammo in 4 aeroporti diversi" l'inghilterra la verdemmo solo in cartolina).

Rientrato in Italia, Mussolini è furibondo; ha deciso di fare da solo. Iniziare una "Guerra Parallela". Anche dopo un incontro con Hitler al Brennero avvenuto il 4 ottobre, non porta a conoscenza del Fuhrer la sua intenzione di invadere la Grecia. Vuol fare come lui, stupirlo a cose fatte. Lo informa dei fatti nell'incontro successivo avvenuto a Firenze il 28 dello stesso mese. Hitler è furibondo. E non sa ancora che la guerra in Grecia (perderà un mese con i Serbi, per arrivarci) è la manciata di sabbia dentro il suo perfetto ingranaggio strategico, logistico e militare, preparato per invadere la Russia; un piano che Mussolini ignorava e che Hitler gli tenne nascosto.

Hitler per togliere dai guai l'Italia nei Balcani e in Grecia, e poi In Africa, perderà tempo, cosicché partirà in ritardo per la Russia e, come Napoleone, quasi nello stesso luogo (Borodino) andrà incontro alla disfatta. A causa dei Balcani, Hitler ritardò di 6-7 settimane, non aveva tutte le divisioni, e in più l'inverno in Russia arrivò in anticipo di 6 settimane. Divennero fatali queste 12 settimane che provocarono il disastro; si fermarono alle porte di Mosca, poi la disfatta; infine la trappola di Stalingrado.
Era andata quasi meglio a Napoleone, perchè lui Hitler non arrivò mai a Mosca; comunque giunsero entrambi alle porte di una città vuota, data alle fiamme dagli stessi russi, con temperature a 40-52 gradi sottozero (non accadeva da 142 anni) con tutti i rifornimenti bloccati dalla neve.
Comandante in capo nel 1812 era un certo generale Kuzov, mentre l'uomo che stava attendendo Hitler si chiamava generale Zukov. (un anagramma fatale!). Entrambi con lo stesso alleato: il generale "Gelo".

Fatto singolare, e non certo di buon auspicio, Hitler per invadere la Russia, scelse la data del 22-23 GIUGNO, lo stesso giorno quando Napoleone decise di invadere la Russia.
Hitler voleva sfidare il destino? Vinse il destino! E nel suo bunker a Berlino si uccise.


 

A Mussolini andò peggio:
DICEVA: "basterà un titolo sul giornale e ti ritrovi nella polvere"

ma peggio di così non poteva finire,
si ritrovò appeso a piazzale Loreto.

(e pensare che proprio lui criticava Napoleone
dicendo: "Si é fidato troppo degli uomini").

 

Così i giornali.... su Piazzale Loreto...

"Uno scenario naturale di spettacolare bellezza"

"naturale" !!!

....sì, da bieca macelleria.....
ma che un ns. politico (del PD)
recentemente ha definito...

"un gesto
del tutto
comprensibile" (Andrea Romano)

 



" Ma perché scelsero Piazzale Loreto?"
( in molti testi storici non ci sono le motivazioni che scatenarono la macabra esposizione)
Vedi qui la risposta al perché >>>>>>

Forse aveva ragione quanto scriveva la Chicago Tribune,
in merito alla "farsa del "processo di Norimberga", scrisse:

" La triste verità è che nessuno dei vincitori ( così gli "alleati"!? Nda)
è innocente dei crimini che sono stati attribuiti solo agli sconfitti".

LA FARSA DEL PROCESSO DI NORIMBERGA > > >

"Un processo (cambiando le carte in tavola - Nda) tenuto dai vincitori a carico dei vinti non può essere imparziale perchè in esso prevale il bisogno di vendetta. E dove c'è vendetta non c'è giustizia.". (lo ha scritto John Kennedy - Presidente USA - Sappiamo com'è finito!)

E la Strage di Patton a Biscari? Giustificata! Il bombardamento di Dresda pure! Quelli sulle città italiane anche, come del resto tutti quelli fatti del cinico HARRIS >>>. "io sono pagato per uccidere", "ho eseguito degli ordini", e poi altrettanto si giustificò Sweeney il pilota che sganciò l'atomica sul giappone "Ho ubbidito a un ordine". - Truman: "Fu fatto per salvare i nostri uomini" ) (due pesi e due misure).
E quest'altra pagina che pochi conoscono - L'INFERNO SU BARI - Mistero assoluto !!! >>>>>

Altrettanto avrebbe detto Hitler, se avesse lui "per salvare i suoi uomini", ricorso alla bomba atomica. E ci mancò proprio poco. (MA L'ATOMICA ERA TEDESCA? > > >
Con un intervento sul Corriere d.S. del 20 aprile 2005, il presidente del Centro Studi internazionali Andrea Margellini, parlando delle presunte atomiche naziste, afferma "quelel americane ...fu il frutto di un gigantesco sforzo internazionale cui parteciparono scienziati di molti Paesi, anche esuli, come sappiamo da Italia (Fermi) e Germania (Einstein ecc. ecc. ecc).
(quindi.... ci da la conferma che parteciparono anche scienziati tedeschi che deportarono in Usa).

E in Italia! Come tradizione, fini tutto a "tarallucci e vino".
Nessun responsabile! Nessuna processo. Anzi qualcuno fu anche decorato!
((((( compresi quegli ottusi generali che in Russia mandarono gli alpini nelle pianure "a piedi"
con le scarpe di cartone (di fronte ai tedeschi si giusticarono, che i "nostri" erano "auto-trasportati" cioè a piedi !! ) ,
e in Africa dove impiegarono stupidamente i Paracadutisti come semplice "fanteria",
invece di compiere una preventiva e audace missione di aviolancio per impossessarsi di Malta. -
fino allora presidiata da un modesto presidio inglese - - Una ottusità che poi pagammo caro ))))

PRIMA SI FECE LA "SCENEGGIATA"
( un provvedimento di "alta moralità" )

"Via i prefetti" aveva tuonato LUIGI EINAUDI rientrando dalla Svizzera dopo il 25 aprile con l'Italia liberata "via tutti i suoi uffici e le sue ramificazioni. Nulla deve più essere lasciato in piedi di questa macchina centralizzata. Il prefetto se ne deve andare, con le radici, il tronco, i rami e le fronde. Per fortuna, di fatto oggi in Italia l'amministrazione centralizzata é scomparsa. (!!!!!) . Non accadrà nessun male se non ricostruiremo la macchina oramai guasta e marcia. L'Unità del Paese non é data da prefetti e da provveditorati agli studi e dagli intendenti di finanza e dai segretari comunali e dalle circolari ed istruzioni romane. L'unità del Paese é fatta dagli italiani".

Retorica. Parole al vento, buoni i propositi, ma c'é l'incapacità di realizzarli dentro un sistema che non é cambiato, ha solo cambiato la camicia.

Infatti lui stesso ( proprio lui) LUIGI EINAUDI nominato Presidente della Repubblica nel 1948, riconfermerà molti vecchi prefetti del regime (22), e (proprio lui) ne farà altri 20 che con il regime avevano iniziato la loro carriera.
Quindici anni dopo la Liberazione, 62 prefetti su 64 provenivano dall’amministrazione fascista, e con loro tutti i 241 viceprefetti. Quasi tutti i questori – 120 su 135 – avevano fatto parte della polizia fascista. E Guido Leto, che della polizia politica fascista era stato il capo, dopo aver contribuito a riorganizzare i servizi segreti terminò la carriera come direttore delle scuole di formazione della polizia.


MA IL PERSONAGGIO PIU' SINGOLARE
(che anche la Segre ha dimenticato !!)
E'

GAETANO AZZARITI - Detto da Nico Pirozzi nel suo libro " il camaleonte del secolo breve". Infatti percorse tutti i gradi della sua carriera di magistrato nel Fascismo di Mussolini,nel Governo Sabaudo-Badoglio, nel Comunismo di Togliatti, nella DC di Gronchi.
Nel 1923 Sotto i Regime fascista divenne consigliere di Corte d'appello; opera per la redazione dei nuovi codici.
nel 1928 divenne consigliere di Corte di cassazione fascista;
nel 1931 divenne presidente di sezione di corte d'appello fascista;
nel 1938 aderì al "Manifesto della Razza" con un ruolo non indifferente nella promulgazione delle cosiddette leggi razziali fasciste;
Diventa Presidente della Commissione sulla Razza, il cosiddetto "Tribunale della Razza"; in tale veste, giudicò, emise sentenze, comminò pene e condanne.

POI....
Il 25 luglio 1943 - Caduto il fascismo, fu nominato Ministro di grazia e giustizia nel primo Governo Sabaudo-Badoglio.
Dal giugno 1945 al luglio 1946 é collaboratore del Ministro di grazia e giustizia del comunista Palmiro Togliatti, e collabora come magistrato alla famosa "amnistia" per tutti; per i partigiani di Togliatti e per gli ex fascisti.
Il 1948 Togliatti perde alle elezioni e subentra il governo della DC.
Azzariti non solo resta in "sella" ma ....
Il 2 giugno 1953 viene fatto Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica.
Il 3 dicembre 1955 venne nominato giudice costituzionale dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. (fondatore della DC, leader della corrente di sinistra).
Il 6 aprile 1957 AZZARITI é Presidente della Corte Costituzionale e vi rimane in carica sino al 5 gennaio 1961, giorno della sua morte.
In questo periodo fece la storica sentenza, dove si affermava la competenza della Corte Costituzionale a giudicare la legittimità costituzionale delle norme entrate in vigore anche PRIMA della Costituzione repubblicana.

 

E i tanti responsabili? perfino già condannati? furono tutti assolti !
TUTTI LIBERATI...
( erano (dissero) troppi !!! "un notevole numero" )

Nella Costituente e poi nella Costituzione si scriveva (Art. 49). "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". Meno uno ! Il risorto partito fascista. Che non era una "libertà associativa".
VI erano infatti limitazioni (XII disposizione transitoria) al diritto di voto dei capi responsabili del regime fascista oltre che ineleggibili. E lo era anche per chi era entrato nella Repubblica di Salò: Ma poi La Magistratura, giudicando in base alle norme del diritto internazionale, ha poi affermato che:
"...i combattenti della Repubblica sociale italiana avevano le qualità di belligeranti, e contestualmente ha negato che siffatta qualifica spettasse ai membri delle formazioni partigiane"
(Tribunale Supremo Militare di Roma, sentenza 26 aprile 1954, cit. motivazione, pp.861-863).

Indubbiamente questo legislatore dimenticò che con il decreto legge n. 96 del 12 aprile 1944, pochi giorni dopo l'attentato di via Rasella, lo Stato italiano (ancora sabaudo-badogliano) dichiarerà "non punibili (quindi tutti amnistiati) gli atti compiuti dai partigiani con gli attentati che si considerano come legittimi atti di guerra".
Ovviamente amnistiando i partigiani, dovettero amnistiare anche i repubblichini.

E infatti con quanto sopra non impedì prima delle elezioni del '53 ad Almirante di fondare il MSI, (dove poi prese solo a Roma il 14,2 % dei voti, a Palermo il 23,8% ecc. ccc. - e fu eletto anche alla Camera). Anche se solo pochi mesi prima proprio Scelba (della DC) il 20 giugno 1952, aveva già varato la sua Legge (punitiva) n. 645 art. 4, in materia di "apologia del fascismo". Ma nel farlo prima delle elezioni Scelba fece solo un dispetto e costernò PIO XII, che (lo abbiamo già ricordato sopra) gli ex fascisti - per vincere - il Papa li voleva invece alleati alla DC.
Almirante fu poi inquisito, ma solo nel 1972. La Camera autorizzò a procedere nei suoi confronti; ma il processo non fu mai portato a termine. E l'MSI - poi DN andò a briglia sciolta fino al 1993 quando a sdoganare la destra di Fini intervenne a sorpresa Berlusconi mentre si apprestava a fondare il suo partito (senza gli odiati comunisti con change di vittoria ("loro sono il male io il bene") per presentarsi alle elezione del '94, che vinse.

I commentatori scrissero: "BERLUSCONI ha sdoganato FINI! Berlusconi era socialista con Craxi (finito nella polvere) mentre ora scopriamo che è a destra. Che cosa ha in mente di fare Berlusconi?" - Il "Nuovo Duce?" Il "Kaiser?". Di Più !! Lui rispose:


("Chi è scelto dalla gente è come unto dal Signore. (La Repubblica 27/11/1994)
("
dovete diventare dei missionari,
anzi degli apostoli, vi spiegherò il Vangelo di Forza Italia,
il Vangelo secondo Silvio. (Il Messaggero 04/04/1995)
( "Io sono il Gesù Cristo della politica". (13 febbraio 2006).

 

Con i missini e gli anziani bigotti, Berlusconi approfitta di "Mani Pulite" e fonda il Centro-Destra!!! - Va con la Lega di Bossi. (nonostante avesse detto prima "con lui nemmeno un caffè").
"Scende in campo" e vince le elezioni del '94 - LA SINGOLARE GENESI > >

E aggiunse "Ho intenzione di governare a lungo". (l'Unità 03/08/1994) - Poi dopo soli 3 mesi rompe con il populista Bossi che va a sinistra e gli da del " Berluskaiser". Poi sconfitto da Prodi, Berlusconi dà dei "coglioni" agli elettori del centrosinistra. Tuttavia poi conclude nuovamente il patto con la Lega. Ma poi - negli anni 2000 - eccolo svolazzare anche a sinistra, con il "Patto del Nazareno". - Che dura (sembra) poco. Nel 2018, fa ritorno alla Lega e FDI, mentre 5 Stelle sale e la sinistra renziana sprofonda.
Il suo futuro? sarà scritto nei libri di Storia che sua figlia editrice non mancherà di pubblicare.

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L'altro sogno infranto (nella sinistra) fu poi quello,
a pochi giorni prima della liberazione.
E ci andò bene!!

Quelle 2 bombe atomiche sganciate sul Giappone nell'agosto del '45, potevano essere usate ancor prima nella Pianura Padana già prima del 25 aprile se i comunisti avessero fatto il "golpe", che gli americani temevano avvenisse in Italia dopo la direttiva n. 16 di Longo ("l'insurrezione").
Harris con il suo Bomber Command che seguitava da mesi a bombardare l'Italia e la Germania, quando seppe nei primi mesi del '45 che in Usa c'erano in cantiere le bombe atomiche, e aver sentito qual'era la loro potenza distruttiva (era ancora in vita Roosevelt, poi morto in aprile) aveva chiesto di usarle subito in Italia. Non poterono accontentarlo perchè non erano ancora pronte. E non c'era ancora Truman presidente. Che quando lo divenne voleva farla subito finita con la guerra in Europa; e se fossero state disponibili certamente avrebbe accontentato Harris.

In un colpo solo - Harris avrebbe eliminato sia i tedeschi (anche se meno pericolosi, e già in trattative con gli Usa, tali da allarmare Stalin) e sia i bolscevichi dall'Italia del Nord (che gli alleati temevano che i comunisti avrebbero fatto entrare in Italia da Est quelli di Tito - che erano già arrivati a Trieste).
(qui i giornali dell'Epoca, > > i comunisti italiani "filorussi", si oppongono agli italiani "italiani" > >


Tuttavia Harris non demorse, si preparò a bombardarla Milano nel modo tradizionale. A tappeto.

Del resto a inizio anno '45, pur Alexander ottimista di superare la Linea Gotica e invadere la P.Padana, alla luce della lentezza di come avanzavano le forze alleate questo obiettivo appariva un miraggio, come aveva anche ammesso a fine anno ai capi di Stato Maggiore inglesi Wilson. Vi era insomma uno stato d'animo di sfiducia e di scontento tra le truppe angloamericane che si manifestò anche con casi di diserzione. Nei pressi di Bologna Alexander rimase alla difensiva tutto gennaio-febbraio, in attesa di una offensiva finale - prevista per fine marzo primo aprile - per piombare con tutte le forze terrestri sulla Pianura Padana ovviamente senza i bombardamenti in corso di Harris.

Harris quindi in quel febbraio ricevette l'ALT, di attendere (anche perché vi erano avanzate trattative di una resa dei tedeschi) e lui usando i suoi soliti bombardieri (540) già carichi e pronti per l'incursione, invece che su Milano il 12-13 febbraio li dirottò per andare a fare cinicamente la "tempesta di fuoco" sulla indifesa Dresda dove causò 100 000 morti.

Su Milano in questo inizio di febbraio, il cinico Harris aveva in mente di fare ciò che aveva avuto intenzione di fare fin dal 27 luglio del '43 (all'indomani del "tradimento", con l'Italia non ancora invasa (il 9 settembre) dai tedeschi). Lui voleva sbarazzarsi subito così di tutti i fascisti italiani e fare terra bruciata a una eventuale invasione dei tedeschi in Italia.
Lui già allora voleva preventivamente distruggere Milano (vedi documento originale di Harris >>> ) con un target di 15.000 tonnellate di bombe, che poi furono (é scritto nel documento) "dirottate" ("available for Germany") su Amburgo dove i suoi 2.350 bombardieri scaricarono una pioggia di bombe causando 50.000 morti.

Quindi anche questa volta Harris (dispiaciuto) il 12-13 febbraio fu costretto a cambiare obiettivo.
Ma non è che mancarono nei successivi mesi le sue razione di bombe su Milano VEDI >>>>
I "liberatori" angloamericani quando entrarono il 30 aprile a Milano, con i loro bombardieri avevano già distrutto 10.770 edifici, 63 Chiese, 144 Scuole, 144 Ospedali-Istituti. Spesso le bombe le buttavano a casaccio, per terrorizzare. (vedi l'infame e impressionante bombardamento a GORLA >>>> dove si vergognò perfino la morte ).
E seguitarono anche dopo il 25 aprile a bombardare tutta la zona Est per mandare inequivocabili avvertimenti ai Titini che stavano dilagando sul confine, ed erano già arrivati a Trieste.

Dobbiamo qui ricordare che l'Armata Rossa il 21 aprile aveva completamente accerchiato Berlino. Quindi il fronte orientale aveva in pratica cessato di esistere. In pochi giorni i russi si sarebbero disimpegnati a est. Pronti per andare poi dove?? Scendere a Trieste ed entrare in Italia !!!??!!!
I sovietici in quel momento avevano a disposizione complessivamente 2,5 milioni di uomini, 6.250 carri armati, 7.500 aerei, 41.600 pezzi di artiglieria e mortai, 3.255 lanciarazzi multipli Katyusha, e 95.383 veicoli a motore, molti dei quali di fabbricazione (!!!) statunitense. (che beffa sarebbe stata!)
Ciò che appunto temevano gli angloamericani, era che una volta liberata Berlino, quindi disimpegnati a Est i Russi sarebbero scesi in Jugoslavia a dar man forte ai Titini entrando da Trieste e nel resto d'Italia.
Poi - con i vari patti - tutto si risolse nell'arco di 10 giorni: il 30 a Berlino e a Milano e il 2 maggio anche a Trieste.


Sopra, l'area dove gli angloamericani entrarono solo dopo il 25 aprile.
ma non perchè "liberata" dai partigiani.
Questi il giorno dopo dovettero consegnare le armi a quelli che loro chiamarono "alleati"

CONSIDERAZIONE


Ricordiamo che gli Angloamericani non erano affatto NS. "ALLEATI" come dicono gli Italiani, ma eravamo noi "NEMICI". Lo ribadirono chiaro e tondo al "Trattato di Pace" (dove non fummo nemmeno invitati a Parigi -
(ovvio - i nemici sconfitti non si invitano!!).
Inoltre "l'ARMISTIZIO" del 9 settembre lo chiamarono così solo gli italiani, mentre per i "vincitori" era una..... sconfitta !! era ......

una "Resa Incondizionata" di un'italia sconfitta sul campo"


.... con l'obbligo della consegna delle 3 armi, la Marina, l'Aviazione, l'Esercito. Oltre a pagare i debiti di guerra, rinunzia alle colonie, divieto di armarsi anche a scopo difensivo, e cedere la sovranità di alcuni territori per le loro BASI in Italia (>>>> ) “avendo l'Italia intrapreso una guerra di aggressione” (premessa, cpv. 2°) e ribadivano: "tutte le clausole avranno solo carattere punitivo".

(da notare che alla "Difesa di Roma" (dai nemici angloamericani), il giorno 10 settembre, la divisione Centauro si unì a quelle tedesche - Calvi di Bergolo (genero del.... Re
(in fuga già il 9), parlando al proprio esercito, dopo aver consegnato Roma ai tedeschi, aveva detto che...
"era non solo patriottico ma era un onore entrare e giurare dentro l'esercito di Hitler".

Ed avevamo già firmato l'Armistizio!!!
Questo atteggiamento (degli italiani) non fu mai dimenticato dagli angloamericani.

E scrivono pure nel "Trattato": "si fa inoltre notare che l'Italia ha dichiarato guerra alla Germania solo su nostra sollecitazione, il 13 ottobre del 1943")!!
(non il 25 luglio quando cadde il fascismo, o l'8 settembre quando ormai si era già firmata la "resa incondizionata" - Si dimenticarono (!?) di dichiarare guerra alla Germania!!!).

Avendo poi dovuto aderire alla NATO, in caso di una guerra intrapresa dagli USA "in qualsiasi luogo, l'Italia dovrà unirsi e prepararsi a partire con uomini e mezzi e mettere a disposizioni le basi in Italia"
(per le "azioni di pace" (!!?? Sic.).

Alla cosiddetta "Resistenza" (dall'Italia detta di "Liberazione") non gli fu dato alcun peso, anzi entrato a Milano, Alexander nello stesso aprile intimò il disarmo di tutti i "Partigiani".
Ma questi buona parte delle armi le nascosero, in attesa di disotterrarle per il giorno della "riscossa" "tutta rossa".
Che per fortuna dell'Italia non avvenne mai. Anche se Churchill era sempre pronto con i "rossi" a riempirci i cimiteri come aveva fatto in Grecia ("i patti sono patti"!)
(ma i "rossi" non erano i soli pronti a una guerra civile..... in seguito la "liberazione" divenne una (invana) lotta di potere dei comunisti-rossi. Che però fu stroncata.

..... e Churchill non era il solo ad avere certe ciniche intenzioni. SCELBA in una intervista a Federico Orlando affermò: "Mantengo il riserbo. Ma posso solo dire che non avremmo ceduto il potere....Reclutammo uomini affidabili, creando una serie di poteri per l'emergenza; una rete paramilitare segreta parallela a quella ufficiale, ma ad essa superiore, che avrebbe assunto automaticamente ogni potere in caso di insurrezione".
Ed anche Cossiga (sua la "Gladio") a Sassari, "armato di mitra Sten e bombe a mano, eravamo pronti difendere le sedi dei partiti e noi stessi nel caso che i comunisti avessero tentato un colpo di stato".
Un clima che si respirò poi nei giorni dell'attentato a Togliatti nel '48.

Gli Italiani l'hanno chiamata sì "LIBERAZIONE"
ma per i vincitori era invece una legittima
"OCCUPAZIONE" di un territorio "NEMICO" conquistato.
Un nemico che nel 1940 aveva a loro dichiarato guerra.

E come nemici a Parigi ci trattarono!!

UN PO' DI VERITA' TACIUTE
nei soliti fiumi di retorica resistenziale

A proposito di "Resistenza" e di "Partigiani", nessuno parla mai del contributo al successo finale di una categoria che (é ovvio) i comunisti odiano (perché capitalisti) da quando sono nati; mi riferisco agli industriali grandi e piccoli. Questi provvidero alle formazioni partigiane a rifornirli di denaro, di armi, nascosero i ricercati, aiutarono le loro famiglie e dissimularono gli scioperi (pur pagando gli scioperandi) per non produrre per i tedeschi, ma soprattutto per impedire che gli impianti fossero trasferiti in Germania, o fatti saltare perchè erano state minati dai tedeschi.

La Fiat procurò a 3000 persone falsi documenti per poter dare collaborazione agli agenti dello spionaggio americano. La Edison diede aiuti finanziari a fondo perduto al CLNAI per 70 milioni. Altri 70 milioni giunsero dalla Pirelli. 20 dalla SNIA. Altrettanti dalla Montecatini. Gli stessi Crespi del Corriere versarono cospicui contributi al CLNAI, oltre che versare 3 milioni per il riscatto di un capo della resistenza (nome tenuto sempre segreto). A questi nomi famosi dell'imprenditoria vanno aggiunti i contributi di altre 300 fra industrie grandi e piccole. Si calcola che questi contributi alla resistenza furono circa 8 miliardi di lire di allora, che sarebbero oggi anno 2000, circa 500 miliardi di lire. Non pochi !!

Fu uno sforzo colossale oscuro, sotterraneo, ma poderoso, fino alle giornate della liberazione.
Altro che "lotta di popolo", erano imprenditori decisi a salvare i propri macchinari, i propri impianti. E dal CLNAI questi industriali ottennero pure.... (ma guarda un po'!!!) l'impegno che alla liberazione e nel governo provvisorio, avrebbero subito abolito il decreto legislativo fascista n. 375, quello della "Socializzazione delle imprese". E proprio il 25 aprile dal CLNAI con un documento la legge fu fu abrogata. I "Padroni" tornarono a fare i "Padroni".

Eppure i "rossi" partigiani, da allora, cominciarono a festeggiare la vittoria di una guerra che non avevano affatto vinta. Perché era una vittoria di altri !!!
Ma per nulla coscienti spingevano per una campagna di terrore indiscriminato, facendo precipitare l’Italia nelle ore più buie. L'assunto "anti-fascista" sbandierato allora come oggi, era solo per prendere voti da quelli che all'improvviso erano diventati tutti antifascisti.
(Perfino Scalfaro (futuro presidente della Repubblica), pur essendo un anticomunista, e un intransigente democristiano, lui che era stato bollato come disertore alla chiamata alle armi nella RSI, il successivo 15-28 giugno 1945, con altri due colleghi, a 27 anni come magistrato, sostenne la pubblica accusa ai processi contro i fascisti, e in qualità di pubblico ministero, mandò a morte 6 fascisti, di cui uno era stato il prefetto proprio della sua Novara).
Aveva forse ragione, Arrigo Petacco: «Quando comincia la guerra, la prima vittima è la verità: quando finisce, le bugie degli sconfitti vengono smascherate e quelle dei vincitori diventano Storia».

Così, abrogata la legge 375, le aziende tornarono (sottraendosi all' "annientamento fisico della classe proletaria" così tanto bramata dai "rossi") ai legittimi padroni, e poterono cominciare subito a produrre, dando l'avvio al successivo "miracolo economico". (ma non è che poi si salvarono dalla nomina di sfruttatori del proletariato).
La lista delle "generose" imprese era contenuto in un opuscolo del 1948. Ma poi é diventato introvabile; fu fatto sparire; avrebbe sminuito la retorica resistenziale che doveva essere tramandata ai posteri come "lotta del popolo" e dei "partigiani rossi".
Ma noi abbiamo un altro introvabile opuscolo dove figurano tutti i contributi ottenuti dal Piano Marshall. Regione per regione, e tutti i nomi delle aziende beneficiate fino all'anno 1951.
Dove troviamo le maggior beneficiate proprio quelle di sopra che aiutarono la resistenza.
PIANO MARSHALL - TUTTI I NOMI >>>>>>>

Furono pari a $ 1.289.810.140 - che corrispondono oggi a lire/2000 - 20.153.283.437.500

MARSHALL era stato molto esplicito il 20 marzo '48: a solo un mese dalle elezioni in Italia. Aveva affermato che gli aiuti economici agli italiani, che erano già diventati in tre mesi 176 milioni di $, "sarebbero cessati nel caso di una vittoria elettorale in Italia delle Sinistre".
Sconfitta la sinistra, gli aiuti continuarono fino al 1951.

Altro che retorica resistenziale e "lotta di popolo". O le "radiose giornate" come le chiamò Togliatti. Se queste ci furono, per loro, sono state quelle del dopo 25 aprile, becere e oscene da Piazzale Loreto in poi.
Quello che avvenne dopo per l'Italia -per fortuna - non fu certo quello che poi accadrà ai Titini e in Russia, quelli che godevano tanta ammirazione proprio da Togliatti e dai suoi "compagni".

 

Torniamo al 1933
QUANDO SCATTO' IN ENTRAMBI L'ODIO RAZZIALE
quando tutto iniziò...

seguito poi dai dolorosi eventi.....di una Guerrra Mondiali.

CHI LA SCATENO' E PERCHE'

POI ANDREMO ALLE
"Leggi Razziali in Germania",
e le successive "Leggi Razziali in Italia"

dove troviamo la chiave di lettura delle stesse
e di conseguenza la successiva guerra sia Hitleriana che Mussoliniana.
E sono verità taciute!

 

NOTE: Voglio precisare che la mia non è assolutamente una posizione ideologica, ma é che quando approfondisci la storia ufficiale, non si riesce mai a dare un senso logico agli eventi - i conti non tornano mai. E questa confusione non fa che aumentare l'ignoranza di molti di noi su ciò che vorremmo invece capire.

 

Hitler fin da quando era stato un vagabondo a Vienna con la fedele compagna la fame, dipingendo e allestendo cartelloni pubblicitari per i negozianti, o meglio elemosinando qualche soldo dai bottegai ("dove grassi salumieri mi disprezzavano"); forse perché non pagato o perché truffato da questi mercanti iniziò a disprezzarli. Molti di questi bottegai erano ebrei (a Vienna ne vivevano ca. 200.000 dediti al commercio, ed era anche un centro della cultura ebraica oltre ad esserlo anche quello bancario - come i banchieri Rothschild a Francoforte, Mendelssohn a Berlino, Oppenhelm a Colonia. Nei dintorni oltre che decine di sinagoghe, vi erano quartieri col loro nome: Juden-dorf, Juden-au, Juden-furt, Juden-hof, Juden-weis e Juden-leithen).
Compagno di scuola di Hitler nelle elementari era il geniale Ludwig Wittgestein pure lui figlio di una prosperosa famiglia ebrea. (Che Hitler in seguito senza farne il nome, lo citerà con rancore solo perché studiava molto ed era distaccato dagli altri).
Abbandonato gli studi per fare l'artista, quando arrivò a Vienna, Hitler non era ancora un antisemita, e non farà poi in seguito nessun mistero del modo e del perché lo è diventato: per il contatto fisico con gli Ebrei a Vienna.
In questo ambiente (allora godereccio) il ventenne nulla facente Hitler senza mai un soldo in tasca iniziò il suo disprezzo. Scriverà in seguito: "il ricordo più' triste e infelice che ho di Vienna è ricordare quella gente felice di Vienna". "A Vienna io non ho conosciuto il significato della bella parola "gioventù".

Ma nel 1899 già questo si scriveva... (a Parigi - Non c'era ancora Hitler)
"dal 1848, gli ebrei hanno organizzato la spoliazione dell’Austria, e sono riusciti a mettere completamente le mani sulla popolazione cristiana, la cui spensieratezza naturale ha singolarmente facilitato i loro scopi.
Una marea di ebrei, provenienti dalla Russia, dalla Romania, e dalla Polonia galiziana, si è riversata a Vienna, infiltrandosi ovunque e sommergendo, con la propria concorrenza, gli antichi commercianti, gli artigiani, e piccoli industriali non ebrei, che sono stati ridotti alla miseria, o che si sono visti costretti a lavorare per gli ebrei, con dei salari ridicoli, Il barone de Rothschild possiede ora, da solo, ben sette volte di più della stessa Famiglia Imperiale".

(
"L' Austria Ebraica", di F. Trocase - Pierret, Parigi - 1899) >>>>>>

Dunque il pregiudizio antisemita non è stato una invenzione di Hitler, ma un fenomeno già in atto, e anche molto antico. Soprattutto quello creato dai preti cristiani.

Poi Hitler dopo essere andato volontario in guerra (In Germania non in Austria dove qui subì l'umiliante rifiuto "non idoneo" a fare il soldato, perché gracile), venne la disfatta, con le pesantissime condizioni dei danni di guerra che sarebbero durate per la Germania fino al 1951. Oltre alla requisizione di territori con importanti industrie minerarie e industriali che poi strozzarono l'intera economia tedesca dal 1919 al 1933.

In quella disfatta il Kaiser era fuggito, "due milioni di morti per nulla e quattro anni di sacrifici inutili" va imprecando Hitler reduce di quella guerra. A lui gli crolla il mondo addosso e lancia il suo anatema che contiene già interamente il germe del duro nazionalismo (patriottico) tedesco: "tanti morti e una disfatta perché un mucchio di criminali ha ardito alzare le mani sulla patria".
I criminali secondo Hitler sono quelli della borghesia tedesca ebrea, molto vicina a quella che ha fatto di recente la rivoluzione bolscevica del '17; quella con i grandi capitali, che Hitler accusa di avere scoraggiato i militari a proseguire la guerra (ritenendola già perduta); di aver così provocato la disfatta e poi giunti alla fine di questo disegno criminale, di aver poi provocata la caduta della monarchia per salire - questa borghesia tedesca ebrea - al potere del nuovo Stato Mercantile Tedesco.
Li accusa di essere i responsabili di una resa, della liquidazione dell'impero, della vendita della Germania ai nemici. Tutto questo lo scriverà poi anche nel suo Mein Kampf.
Dove ovviamente coltiva le idee di Chamberlain e Gobineau ( vedi >>>>>> ) che gli parlavano della nefasta "aspirazione ebraica verso il dominio mondiale".
(E non aveva ancora letto "I Protocolli di Sion").

( Fu soprattutto con l'opera di Joseph Arthur Gobineau col suo logorroico Saggio sull'ineguaglianza delle razze che si consumò il passaggio dalla teoria razziale al razzismo. Sua la teoria della "razza ariana". Affermava che la razza è alla base della civiltà e che quindi la degenerazione della razza comporta un decadimento della civiltà).

Per Chamberlain (inglese !!) e Gobineau (francese!!) i nemici della Germania erano gli ebrei "perchè sono l' incarnazione del capitalismo e del comunismo mondiale". All'attento Hitler i due gli elencavano quegli ebrei che "hanno inspirato accuratamente programmato, preparato, e guidato la rivoluzione russa e che ora siedono 17 su 22 nel Consiglio del Popolo e nello stesso Comitato centrale del partito sovietico, 6 su 9".
Infine gli ricordavano"i nomi più importanti della ideologia comunista (come Marx, Trotzski, di origine ebrea) che avevano dato forma a un bolscevismo che non era altro che un capitalismo spinto agli estremi" (guidato da uno Stato-rivoluzionario concepito e in mano agli ebrei). "Perfino Molotov ha come moglie una ebrea: Scemciuchina Karp. Figlia di una dinastia finanziaria ebrea a New York. Con i quali Molotov mantiene (e manterrà !! Ndr.) ottimi rapporti per le
(a qualcuno sembrò paradossale Ndr.) forniture americane di navi, armi, carri armati all'Urss, durante la 2nda G.M.".

Ma anche Mussolini, aveva affermato:
« Sulla Rivoluzione russa mi domando se non è stata la vendetta dell'ebraismo contro il Cristianesimo, visto che l'ottanta per cento dei dirigenti dei Soviet sono ebrei... La finanza dei popoli è in mano agli ebrei, e chi possiede le casseforti dei popoli dirige la loro politica. » (4 giugno 1919, in un articolo intitolato "I Complici", pubblicato sul Popolo d'Italia).


A questo punto, con tutto l'odio messo in corpo, Hitler uscito dall' "utile" carcere
(vi era entrato quasi sconosciuto, poi finì su tutti i giornali che riprendevano le sue idee, quelle che i tedeschi volevano sentirsi dire) si fece paladino della guerra. Ma aveva bisogno di soldi per farla. Gli ebrei in Germania erano ricchi, proprietari di case, di commerci, di banche etc, durante l'inflazione del marco (Weimar) si erano comprati tutto per un pezzo di pane. Avevano in mano tutto loro. Dove Hitler avrebbe potuto trovare i soldi?

Le persone più ricche in Germania in quel periodo, fino al '33, erano i banchieri e la maggior parte di questi erano ebrei, soprattutto durante tutto il periodo della famosa e terribile inflazione della Repubblica di Weimar, gli appetitosi prestiti dei soldi a destra e a manca, li avevano portati al settimo cielo della finanza mondiale. Infatti agli ebrei tedeschi si erano affiancati anche molti ebrei della finanza USA. (I banchieri in USA inviavano denaro ai loro colleghi tedeschi, questi facevano prestiti ai tedeschi con alti tassi, e gli utili tornavano ai loro colleghi delle banche in USA. Non per nulla ci fu in USA un'arricchimento spopositato fino ad arrivare (a causa di enormi irreali speculazioni) al successivo "Crollo del '29")

Hitler.....
(- e furono questi stessi ebrei a inviperirlo con il boiocottaggio delle merci tedesche in tutto il mondo e a una stretta finanziaria in Germania (vedi più avanti - ma di questo nella Storia non si accenna mai !!!) -
.....puntò l'indice verso di loro accusandoli della grave crisi del Paese; iniziò a promuovere campagne contro gli ebrei e convinse la popolazione che loro erano la causa di tutte le disgrazie e che quindi andavano buttati fuori dalla Germania al più presto. (fra l'altro aveva in mano un singolare libro di HENRY FORD, di cui parleremo più avanti, oltre ad accennare ai famosi "Protocolli dei Savi di Sion").

Scatenando una guerra economica verso gli ebrei e confiscandogli i loro beni, nessuno doveva più niente a questi usurai che avevano accumulato beni e proprietà praticando l' usura a tassi altissimi e che avevano accumulate ricchezze a spese dei tedeschi; e questi trovarono lecito saccheggiarli. Chi aveva debiti con loro (e li avevano ormai un po' tutti) non poteva che essere d'accordo. Ma questo era ancora un odio di carattere religioso ed economico, era sì antiebraico, ma non era ancora razziale.

L'antisemitismo nel corso di due millenni non era una cosa nuova. Sarebbe fuorviante ignorarlo. Gli Ebrei - lo sappiamo dalla storia - erano sempre stati il capro espiatorio in tutti i paesi cristiani d'Europa da secoli. Quando qualcosa non andava la colpa era sempre del malvagio ebreo, l'uccisore di Cristo, i deicidi. Ne parleremo più a lungo in questa pagina >>>>>
Durante il Concilio Laterano del 1215 Papa Innocente III, un nemico giurato degli ebrei, fece rilasciare una serie di norme che dovevano segnare il destino degli ebrei per molti secoli. Vietò per esempio ai cristiani di prestare denari (considerato materia vile, sterile, fiori del demonio) contro interessi,
(inizialmente chiamato "usura" qualunque fosse il tasso esercitato). Era dunque peccaminoso e lo lasciò fare solo agli ebrei deicidi (che erano già comunque esclusi dalla "salvezza divina").

Molti, soprattutto i contadini - a quell'epoca - quando i raccolti andavano a male - dovevano
(non esistevano ancora le banche) rivolgersi prima o poi a un ebreo per farsi prestare dei soldi - con tassi al 10 al 20 ed anche al 50%. Ovvio che - quando erano in crisi con i rimborsi - nasceva un pretestuoso rancore verso di loro cedendo alla ricorrente tentazione di non restituire quanto dovuto: vuoi con un apposito provvedimento dell’autorità, vuoi con uno "spontaneo" (o anche qui: prestestuoso) scoppio di violenza popolare che si scagliava contro il quartiere ebraico dopo aver ascoltato qualche infiammato (diciamo ben orchestrato e faceva comodo) sermone religioso sul martirio di Gesù.
Odio che diminuiva solo quando gli imperatori - che avevano pure loro un gran bisogno di denaro - diventavano molto più tolleranti nei confronti dei "banchieri" ebrei dai quali spesso dipendevano pure loro.
Ed anche i sovrani feudali in quella stessa epoca spesso utilizzavano gli ebrei come funzionari amministrativi, perche bravi a rastrellare il denaro necessario, con tassazioni e confische per finanziare la politica dei sovrani: più i sovrani diventavano avidi, più gli ebrei diventavano esosi. Fu così che iniziò il circolo vizioso che portò alla figura dell’“avido ebreo”. A cui si attribuivano anche le varie disgrazie, come i terremoti e soprattutto le pesti.

Nel 1349-1350 gli ebrei furono ritenuti responsabili della grande peste. In una cronaca dell'epoca, fonte: "Bibliothèque Royale de Belgique "Chrysostomos e l'arcivescovo Agobardo di Lione" i cristiani avevano attribuito agli ebrei un carattere criminale, quelli che scatenavano periodicamente la peste per eliminare i cristiani. Ogni volta che il flagello della peste colpiva l'Europa aumentavano le sommosse popolari antiebraiche, i massacri e saccheggi, spesso con il tacito consenso – se non con l'appoggio attivo – delle autorità, soprattutto in prima fila quelle religiose.
Un esempio per tanti casi simili: nel 1349, a Strasburgo, furono sepolti vivi 2.000 ebrei ritenuti responsabili di quella terribile epidemia
(anche se morivano pure gli stessi ebrei). Il pretesto era sempre per la "concorrenza religiosa", per il "deicidio". Così per secoli e secoli.

Poi (soprattutto in Germania durante la terribile inflazione di Weimar l'atavico "odio teologico" si trasformò in un altro tipo di odio per la concorrenza "economica finanziaria ebraica" esercitata dal 1919 in poi. Nonostante rappresentassero meno dell’1% della popolazione (ca. 500.000), avevano raggiunto nel 1933 nel settore economico-finanziario posizioni di altissimo livello tali da essere additati, a causa della loro presunta cupidigia, come responsabili della stato di crisi in cui da anni versava la Germania. Del resto erano solo loro ad avere dei denari e solo loro erano disposti a fare prestiti. Ovviamente via via a tassi di interesse sempre più alti; si iniziò al 10-20%, in breve tempo si toccò il 50-100%, per poi finire a tassi iperbolici e con i tedeschi quasi tutti indebitati.

Nell'inflazione di Weimar ci fu un vero e proprio catastrofico  crollo della moneta tedesca;  in parte connesso coi pagamenti delle gravose indennità di guerra, in parte al disavanzo commerciale, in parte a quanto detto sopra;  Il governo per pagare aveva cominciato a fare ciò che fanno tutti i governi, quando non sanno più come affrontare una montagna di spese incontrollabili: stampava banconote a vagonate causando una inflazione galoppante.

Oltre all'atavico antiebraismo cristiano, il passo fu breve per trasformare l'odio dei tedeschi da una vera o presunta "questione economica" a una odiosa vera e propria "guerra antiebraica"; in seguito poi sfociata in "guerra razziale". Ma che ad iniziarla furono altri, contro gli stessi tedeschi.

Ma poche persone conoscono queste motivazioni: Il crescente odio razziale.
Che ha un singolare precedente.

L'ascesa di Hitler (ma ancora senza alcun potere) coincise quasi subito con la dichiarazione di guerra contro la Germania da parte dell’ebraismo internazionale, fatta molto prima che fossero attuate le misure ritorsive e le sanzioni contro gli ebrei da parte dello stesso governo tedesco.

I dirigenti ebraici negli Stati Uniti e in Gran Bretagna determinarono che era necessario lanciare una guerra contro la Germania. Non ancora contro Hitler che nel marzo del '33 - a un mese dal suo insediamento - non era ancora il leader indiscusso della Germania. (Führer, lo diventerà solo il 2 agosto 1934).

Ma già prima del suo insediamento, tutti i giochi in Germania erano stati già fatti. E nel nuovo governo, dentro il nuovo partito nazista non c'era solo Hitler, ma c'erano gli scontenti, gli arrabbiati, i disoccupati, e c'erano pure i grossi personaggi della Germania Guglielmina, i grandi notabili, i grandi industriali che non producevano più nulla: il principe Augusto figlio del Kaiser, i grandi banchieri non ebrei con le casse vuote, la Deutsche Bank, la Commerz Bank, la Dresder Bank. I grandi industriali dei colossi chimici Farben, gli Henkel, i Schnitzler, i Bosch, i Thyssen, i re della gomma Conti, dell'acciaio Voegler, delle Assicurazioni Allianz. Poi i gruppi Simens, Aeg, i Krupp, gli Junker e tutti gli industriali, della Reichsverband. La Adler Sa, Aeg, Astra, Auto-Union, Bmw, Messerschmitt, Metall Union, Opta Radio, Optique Iena, Photo Agfa, Puch, Rheinmetall Borsig Ag, Schneider, Daimler Benz, Dornier, Erla, Goldschmitt, Heinkel, Solvay, Steyr, Telefunken, Valentin, Vistra, Volkswagen, Zeiss-Ikon, Zeitz, Zeppelin e altre innumerevoli industrie (la Reichsverband era l'80% - poi venne assorbito anche il restante 20%)

Infine al banco di comando del governo nazista si insediò Schacht, l'economista di fama mondiale, un mago della finanza, che dirigeva la prestigiosa Reich Bank (singolare che era pure lui un ebreo!). Improvvisamente si dimette e diventa il consigliere economico del caporale Hitler. E sarà lui - Schacht - il vero autentico autore dello straordinario "super miracolo" tedesco. Che iniziò ad allarmare il resto del mondo soprattutto l'ebraismo internazionale.

Quando Hitler salì le scale per entrare nel Reichstag, trovò tutta la politica economica già pronta, già pianificata, con una struttura economica altamente organizzata, già razionalizzata. E senza questo coordinamento già pronto e in atto, Hitler non era certo l'uomo da riuscire a modificare l'economia di una Germania nell'arco di due mesi, né in anni e anni.
Schacht salì subito in cattedra, ed esercitò: a) il controllo del commercio estero; b) si occupa del controllo dei cambi; c) rifiuta di svalutare il marco; d) dispone che per ogni transazione per l'uscita di valuta estera occorre una licenza; e) stabilisce che tutti i pagamenti esteri devono essere rimessi alla Reich Bank (che prima guidava lui) f) e che le importazioni devono essere effettuate solo in quei paesi disposti a ricevere marchi e non valuta convertibile.

Hitler firma tutti questi interventi, ma di queste cose non ne capisce nulla, nè del resto poteva metterci le mani, non era nemmeno capace di fare una divisione e una moltiplicazione decente; aveva la quinta elementare!
In questa rosa di provvedimenti c'era materia tecnica da far impallidire un grande economista. Ma anche questi con tutta la buona volontà, data la mole di formule e di cifre, non potevano certo averla elaborata e organizzata in un mese. Questo era un lavoro di anni e anni fatto in sordina dalle migliori menti dell'alta finanza. C'era l'arte e l'espressione del vertice di tutto l'intero mondo economico tedesco.
E su questi "maghi" - da quel momento - come per una rivalsa, non solo gli industriali, ma anche i tedeschi tutti iniziarono a proiettare i loro desideri di riscatto che aspettavano da anni, dopo la batosta, l'umiliazione e il capestro delle "riparazioni di guerra" inflitte a Wersailles
(132 miliardi di marchi oro - da pagarsi fino al 10 ottobre 2010 - per dare un'idea della enormità, basti dire che l'oro esistente nel mondo era pari a 35 miliardi di marchi oro).

Dopo queste mosse del nuovo establishment tedesco, il resto del mondo é in allarme. Sono stati messi alla porta tutti quelli che i tedeschi ritengono che hanno portato - da Weimar in poi - allo sfacelo l'industria tedesca, la finanza, le banche, lo stato sociale, l'economia tutta.
E
i responsabili vengono indicati gli ebrei che - durante la Weimar - erano stati - e lo erano ancora nel'33, ai vertici di innumerevoli attività non solo economiche e finanziarie, ma stavano influenzando anche la politica.

E gli ebrei - ovviamente - si allarmarono. Soprattutto negli USA, dove gli ebrei erano circa 2 milioni, anche qui spesso ai vertici dell'impero economico statunitense; che non era ancora uscito dalla grande depressione del '29 nonostante il New Deal di Roosevelt; che però era basato su deficit di un bilancio o quanto meno su nuove forme di tassazione o di assistenzialismo (quindi committente lo Stato); mentre quelli tedeschi erano tutti investimenti privati, degli industriali, della Reichsverband.

I risultati della Wirtschaftslenkung (impresa privata guidata) come avevano previsto gli ebrei si fecero infatti in un paio d'anni subito sentire: la produzione salì già a fine 1934 al 3,2%; nel 1935 é al 5,5%; nel 1938 aveva raggiunto il 18,1%.(!) L'occupazione: dei 6 milioni di disoccupati, nel 1936 ne aveva assorbiti 4,5 milioni, due anni più tardi era quasi del tutto scomparsa, era meno di 500.000 (C.W Guillembaud The Econony Recovery of Germany 1933-1938, Cambridge 1939).

Per gli ebrei c'era insomma da allarmarsi. C'era in atto in Germania una allarmante pianificazione. Ed era sotto una direzione (e che direzione!!!) con alla guida le migliori teste del mondo finanziario e industriale della vecchia Germania. Fu chiamata Wirtschaftslenkung (impresa privata guidata). Una potente macchina economica che aveva anche... scopi politici. In effetti quella dal '33 al '38 sfruttando la demagogia populistica di Hitler aveva anche queste mire. Non era però solo una macchina politica secondo scopi economici, anche se il Deutsche Volkswirt nel 1937 scriveva ancora "lo Stato è sotto tutti gli aspetti pratici socio di ogni impresa tedesca", in effetti era l'incontrario, ogni impresa tedesca (riunite nella Reichsverband (una specie di nostra Confindustria) era socia dello Stato, e lo era di maggioranza. Che ben presto diventò potente. Tale da allarmare più tardi lo stesso Hitler che si arrogò la "direzione" di questa pianificazione prendendone il controllo, economico e militare.

La Reichsverband in breve tempo gli rilanceranno l'economia, gli costruiranno opere colossali, ricreeranno la grande industria e la ricerca, ma soprattutto ricostruiranno in breve tempo il più potente esercito. Il tutto partendo da una nazione in sfacelo, in ginocchio, con una Germania che prima del '33 aveva perso persino la sua identità.
Un bilancio che nessun visionario poteva realizzare. Nessun uomo politico poteva aspirare a tanto, se non aveva dalla propria parte i potenti appoggi; un pazzo se non ha a fianco dei sani non cambia il volto a una nazione, e non lo cambia neppure uno tutto sano se non ha, uno, cento, mille capaci seguaci (poi furono milioni) e soprattutto se non ha i mezzi, i grandi capitali e i veri cervelli che manovrano questi mezzi e questi  denari; una montagna di denaro.

Il desiderio di elevare a potenza mondiale la Germania non era solo una visione politica di quel caporale che nel 1923 alla Birreria era ancora una figura poco più che ridicola, ma era il desiderio dell'èlite, della grande industria, dei grandi banchieri, che approfittarono del demagogo; era dei generali che volevano riscattarsi, e infine era anche l'ultimo dei protagonisti: il popolo frustrato. 
Impresa non difficile, perché ci vuole ben poco a un "seduttore politico" populista  per far nascere il culto intorno alla sua persona. Soprattutto se si hanno a disposizione per la propaganda le influenti categorie e i mezzi (i grandi monopoli tedeschi) accennate sopra.

Cosa sarebbe accaduto nell'arco di un paio d'anni?
C'era la minaccia di una crisi economica industriale e finanziaria nel resto del mondo!!!
USA Compresa.
Ricordiamo che gli stessi Usa ancora nel '39, alla vigilia dell 2a G.M. non avevano ancoro risolto i loro problemi. Il loro toccasana fu poi la benedetta " Crociata in Europa" (Copyright: Eisenhower).

Ci fu insomma un allarme, e la scintilla giunta dagli USA nel 1933, accese la miccia che diede poi l'avvio alla deflagrazione e a tutto il resto che sappiamo.

Ripetiamo: agli inizi del 1933, Hitler non era ancora il leader indiscusso della Germania e nemmeno aveva il comando delle ancora inesistenti forze armate. Hitler sì era una figura di rilievo in un governo di coalizione ma era ben lontano dall’essere lui stesso il Governo in persona. Questo si sarebbe verificato solo più tardi. Lui era solo un paravento utile ai capitaistio tedeschi.
(fino al gennaio del '33, il suo nazionalsocialismo (naz-ismo) era attaccato a un sottilissimo filo. Poi Von Papen - che ha alle spalle il grande capitale e le maggiori industrie - il 4 gennaio dal leader nazista ottiene la promessa che se andrà al Reichstag non farà mai nulla che possa essere disapprovato dai capitalisti della Ruhr, saranno loro a guidarlo.
E ai capitalisti ancora dubbiosi, Von Papen
rassicurò: "che non c'é bisogno di un nuovo partito, di un nuovo capo politico, ma l'uomo che fa populismo ce l'abbiamo già. Sarà questo a impadronirsi dell'entusiasmo delle masse, poi l'autorità sarà ancora nelle nostre mani. Prima prendiamo i voti di tutti i suoi nazisti, leghiamo al carro Hitler, poi lo mettiamo sotto il carro e lo stritoliamo fino a non lasciargli sano nemmeno un osso".
Con queste premesse, offrono a Hitler su un piatto d'argento, il Reichstag. Poi dietro inizieranno a comandare loro. (ma questa fu un'illusione)

SCATTA IN ANTICIPO L'ALLARME!!

Il 12 Marzo 1933 il Congresso Ebraico Americano annunciò una protesta di massa al Madison Square Gardens per il 24 Marzo. La potente dirigenza ebraica chiese un boicottaggio delle merci tedesche. Nel frattempo, il 23 Marzo, 20.000 ebrei protestarono nella New York’s City Hall, mentre altre proteste furono inscenate fuori dalle linee navali della North German Lloyd e della Hamburg-American Shipping Co.
Boicottaggi economici ebbero luogo contro le merci tedesche in vendita nei negozi di New York City.

Era il 24 marzo del 1933. Hitler non aveva ancora fatto nulla.
Non ne aveva ancora i poteri.
Solo da pochi giorni era salito sui gradini del Reichstag.

EPPURE .....

Il DAILY EXPRESS del 24 Marzo 1933, scriveva: "gli ebrei hanno lanciato il loro boicottaggio contro la Germania ed il suo governo eletto". Il titolo “ Judea Declares War on Germany – Jews of All the World Unite In Action – Boycott of German Goods – Mass Demonstrations in many district “ ("il giudaismo dichiara Guerra alla Germania" – "ebrei di tutto il mondo uniti nell'azione" – "boicottaggio delle merci tedesche" – "dimostrazioni di massa in molti distretti").
L’articolo descriveva una prossima “guerra santa” e continuava implorando gli ebrei di ogni parte del mondo di boicottare le merci tedesche ed intraprendere dimostrazioni di massa contro gli interessi economici tedeschi.
Che proprio nel '33 si stavano appena appena riprendendo dalla letale crisi.

Del resto perfino il nostro Corriere della Sera del 1933, all'indomani della grande ascesa  non aveva dubbi sulla natura  del nazismo.
"la sua vera forza non é quella numerica, né la sua volontà! Sono  sani e vitali elementi della politica europea e mondiale".

Fu questo feroce e aggressivo attacco - dichiarato "guerra santa" - a scatenare poi in Germania, le "leggi razziali" e l’ebreicidio nazista ???
Nessuno ne parla. Eppure una certa connessione esiste.

Si afferma da più parti che gli ebrei non avevano fatto nulla, che prima vivevano in Germania senza dar fastidio a nessuno. Ma allora perché dichiarare guerra ai tedeschi, scrivere che "la Germania deve morire", che "bisogna strangolarla economicamente", "castrare tutti tedeschi", "Per il bene dell'Umanità ! ".
Perché ??

il motivo era che appreso che la Reichsverband stava rilanciando tutta l'economia, la finanza, il commercio, dove fino allora avevano dominato gli ebrei, scattò l'allarme. Fino allora, sì non avevano dato fastidio umanamente, ma nei gangli della finanza erano i padroni assoluti, come i Rothschild, gli Oppenheim, i Mendelssohn, i Bleichroder e di altre figure classiche dell' alta banca ebraica, e a fianco uno stuolo di grandi imprenditori (dai Rathenau, ai Friedlander, ai Furstenberg, agli Hann, ai Merton, agli Hagen, ai Loewe ed altri ancora) attivi nell' industria elettrica, del ferro, dell' acciaio, in quella meccanica.

Questa élite economica ebraica aveva contribuito nei 13 anni d'oro della repubblica di Weimer a far decollare la predominanza ebrea a scapito di quella tedesca. Che se voleva un prestito - aziende, negozianti, comuni cittadini - a loro dovevano rivolgersi.
Ora quelli della Reichsverband, avevano trovato l'uomo che con i suoi discorsi populisti doveva trascinare le folle.
E anche se - inizialmente - non furono tutti d'accordo, il
30 gennaio 1933 come accennato gli offrirono su un piatto d'argento la Cancelleria. A tutto il resto ci avrebbero poi pensato loro.

Ma scattato l'allarme, tutto il mondo ebraico, non solo quello tedesco, scatenò la sua guerra. E a quel punto la Germania - e poi lo stesso Hitler diventato Führer, accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e instaurando un regime dittatoriale, scatenò la sua guerra, via via degenerando fino alle estreme conseguenze che sappiamo. (e quelli che gli avevano dato il potere? ben presto si trovarono la pistola puntata alla tempia. Dovevano fare quello che voleva lui.)

Secondo il DAILY EXPRESS di sopra: "Tutto l’Israele sparso nel mondo si sta unendo per dichiarare una guerra economica e finanziaria alla Germania. Quattordici milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo sono raccolti insieme come in un’unica persona per dichiarare guerra contro i persecutori tedeschi e i loro discepoli. Il commerciante ebreo lascerà la sua casa, il banchiere la sua borsa valori, il mercante i suoi affari ed il mendicante il suo umile cappello per unirsi nella guerra santa contro il popolo germanico".

(Hitler, la sua Reichsverband e Schacht non avevano ancora iniziato il "reciproco" boiocottaggio; lo farànno solo il 1° aprile).
Ma queste circostanze che lo hanno provocato vengono raramente descritte dalla Storia.

Il quotidiano DAILY EXPRESS subito cominciò a scrivere che come rivalsa "ora la Germania sta affrontando un boicottaggio internazionale (con le misure di Schacht) del suo commercio, delle sue finanze e della sua industria. A Londra, New York, Parigi e Varsavia, gli uomini d’affari ebrei sono uniti per proseguire la crociata economica “. "“L’Ebraismo dichiara guerra alla Germania, Ebrei di tutto il mondo unitevi”. “Il popolo israelita del mondo intero dichiara guerra economica e finanziaria alla Germania". e aggiunge " si stanno facendo preparativi a livello mondiale per organizzare dimostrazioni di massa, "la vecchia e riunita nazione d’Israele si affianca alle nuove e moderne armi per vincere la sua antica battaglia contro i suoi persecutori “.
Era insomma una guerra dichiarata. Perfino con le moderne armi !!!

La sostanza fu che la “Nuova Germania Nazionalsocialista“ venne dichiarata essere una nemica degli interessi ebraici e quindi bisognava strangolarla economicamente. Boiocottarla.
"Per il bene dell'Umanità ! ". (For Humanity's sake")

Tutto questo avvenne PRIMA che si decidesse in Germania di biocottare pure loro le merci ebraiche nei negozi tedeschi in mano agli ebrei e fu questa una diretta risposta alla dichiarazione di guerra economica fatta alla Germania da parte della dirigenza ebraica mondiale del 24 Marzo 1933.

In seguito ci fu anche il delirante abraico "vangelo razzistico", nel libro "La Germania deve morire" di Theodore Kaufman (dove auspicava un vero e proprio piano di sterminio e la distruzione dell'intera Germania. (vedi >>>>> (e non c'erano ancora le leggi razziali naziste)

MA ATTENZIONE !! fra l'altro Kaufman scriveva: «Non è una guerra contro Adolf Hitler. E nemmeno è una guerra contro i nazisti. È una guerra di popoli contro popoli, di popoli civili che tendono alla luce contro barbari incivili che amano le tenebre. È una lotta tra la nazione tedesca e l’umanità. Hitler non è colpevole di questa guerra più di quanto lo fu il Kaiser per la precedente". vedi >>>>>>

Non era Hitler colpevole, ma indubbiamente lui acquistò il libro, e da questo imparò come fare lui il boiocottaggio, la guerra e il razzismo, lo sterminio, quello che volevano fare gli ebrei con i tedeschi.

Ed anche Louis Nizer ( tutto una vita da razzista) incitava all'odio contro i tedeschi e si proponeva lo sterminio del popolo tedesco con il suo delirante libro "Germany must perish"- ( vedi >>>>>
Non solo Hitler, ma anche il presidente Roosevelt acquistò il libro e ne fece la sua Bibbia, mentre Eisenhower ne fece stampare 100.000 copie da distribuire ai suoi capi militari.

Per non parlare del famoso "piano Morgenthau" (eliminazione di tutti i tedeschi) (vedi qui >>>>>
....ma anche QUI >>>>> scrive il suo famoso razzistico (!!!???) piano di smembramento della Germania con la castrazione di 48 milioni di uomini tedeschi, mirando a una estinzione biologica di tutto il popolo tedesco. Più razzismo di così !!

MORGENTHAU scrive pari pari come farà Hitler nel suo Mein Kampf:
"Basterebbe impedire per i secoli la capacità e la facoltà di generare per liberare l’umanità da un immensa sventura"
.
Nel '33, Hitler si adeguò e d
ichiarò di rimando pure lui una guerra razzista.

 

(vorrei vedere se tutti i rifugiati clandestini attualmente in Italia
(più le centinaia di migliaia che arriveranno)

se scendessero in piazza (*) e ci dichiarassero guerra con il LORO "vangelo"
mirando a una estinzione di noi cristiani che cosa noi faremmo.
(ricordiamo che se un arabo si converte al cristianesimo commette una "blasfemia" e rischia la pena é la morte)

vorrei vedere dove si rifugeranno i cosiddetti "antirazzisti" e i "pietisti".
(se gli stuprano la figlia anche i "pietisti" e gli "accoglienti" vorrei vedere come reagiranno !!)
(se iniziano a minacciare, e a spaccare tutto, ci basterà anoi asserragliarsi in casa?)
viste le recenti cronache? non bastebbe!!!!)

(*) A Firenze in parte questo è già accaduto
VEDI >>>>
le autorità e la polizia non si sono mosse

Ma tutto questo è stato... e viene sempre omesso dalla storia. Chissà perché !!

Quanto sopra invece può - il '33 del DAILY EXPRESS - essere veramente considerato non solo come “il primo colpo sparato nella Seconda Guerra Mondiale" , ma anche il motivo del varo delle prime "leggi razziali" fatte poi da Hitler nel 1934, prima ancora di quelle più severe e restrittive del '38. Poi venne il resto.
Tentò anche lui di fare la "estinzione biologica di un popolo".

Hitler si atteggiò a salvatore dalla "depressione", dal trattato di Versailles e dagli... ebrei che iniziò pure lui (come faceva del resto Morgenthau - per i tedeschi -
) a chiamare gli ebrei "popolo di un'altra razza"....

Hitler insomma rispose al guerresco grido ebraico "La Germania deve morire", con il suo "L'ebraismo deve morire" inaugurando l'ebreicidio, varando le leggi razziali, le stesse deliranti azioni che dal '33 in poi avevano auspicato KAUFMAN e NIZER col "piano di sterminio" nei riguardi del popolo tedesco.

Insomma nel mondo tedesco in cui Hitler iniziò a muoversi non mancava certo di un precedente cui ispirarsi.
Era perciò inevitabile, che il palese ed innegabile Razzismo degli ebrei, stimolasse in lui una reazione uguale e contraria alla loro dichiarazione. Destinato allo scontro frontale, specie se uno dei due - gli ebrei - aspiravano a essere e restare padroni assoluti del campo.

Questo "piano di sterminio razzistico" degli ebrei nei confronti dei tedeschi, lanciato dal DAILY EXPRESS negli Usa, proprio negli USA non era cosa sconosciuta. Il termine "razzista" "Untermensch" derivava dal titolo del libro dell'americano Theodore Lothrop Stoddard del 1922 "The Revolt Against Civilization" - "La rivolta contro la civiltà: la minaccia del sotto uomo". "Ciò che oggi affligge il mondo é il processo razziale, che ha giù distrutto le grandi civiltà del passato e che minaccia di distruggere il nostro. Tale riesame del problema è stato tentato nel presente libro" Bisogna agire! Siamo noi il "popolo prediletto". (LOTHROP STODDARD. Brookline, Massachusett, 30 marzo 1922)

Ricordiamo a tale proposito: Stephen S. Wise, presidente del Congresso Ebreo Americano e del Congresso Ebreo Mondiale, disse in un comizio di New York nel giugno 1938:
«Non sono un cittadino americano di fede ebrea, sono un Ebreo… Hitler ha ragione in una cosa. Chiama gli Ebrei una razza e noi siamo una razza.»

Ma ancora nel 1910 non era sconosciuto nemmeno il termine "antisemitismo" quando le comunità ebraiche degli Stati Uniti meridionali vennero spesso attaccate dal Ku Klux Klan, che si opponeva all'immigrazione "semitica" negli Usa e al crescente potere degli ebrei americani; convinti quelli del KKK che i loro problemi economici americani fossero causati dall'usura dei banchieri ebrei. Nella loro lotta usavano volentieri vecchi temi dell'antisemitismo (religioso) e "giudeofobica" di antica memoria.

Inoltre dobbiamo qui riportare che nel successivo periodo (anni '20) ci fu la diffusione dei "Protocolli dei Savi di Sion". Veri o falsi che fossero, iniziarono a circolare; e l'idea che ci fosse una cospirazione ebraica per la dominazione mondiale diffuse l'interesse per gli stessi Protocolli. (da più parti si disse che erano falsi, che erano un plagio. Ma se erano un plagio vuol dire che qualcuno lo aveva già scritte prima!)
In un solo anno, nel Regno Unito e in Germania andarono esaurite cinque edizioni. 2 edizioni si pubblicarono negli USA. (il Times accennò al plagio, ai falsi, ma non potè impedire che chi li leggeva scopriva nei "Protocolli" la famosa "organizzazione occulta degli ebrei per il dominio universale".

In Francia se ne stamparono 3 edizioni. In Italia, la prima edizione è del 1921 e poi via via con altre 3 edizioni fino al 1938, sempre a cura di Giovanni Preziosi (la possediamo), dove inserì perfino tutti i cognomi delle famiglie ebree in Italia.
(((((per la cronaca una edizione dell'editore Corbaccio, nel 1992, (che possediamo) è stata curata da Sergio Romano, che ne racconta la storia, ne fa una accurata analisi e critica, ci narra quella dei falsi, le varie edizioni e pubblica in appendice il testo intero dei "Protocolli". Inoltre accenna anche che nelle comunità ebraiche fin dai primi esodi di inizio secolo dall'Europa, si formarono due partiti, quello degli Amerikancy che volevano ricostruire Sion in America, e quello dei Palestincy decisi a tornare nella "Terra promessa" e fondarvi il loro Stato Ebraico. - Quello che poi in realtà accadde nel '48 quando fu fondato lo Stato di Israele, subito riconosciuto dagli USA, ovviamente forte della nutrita Comunità Ebraica che c'era in Usa che nel '48 era già di circa 5 milioni).

Dal 18 luglio 2018 Israele ha approvato una controversa legge che definisce ufficialmente il paese Stato Ebraico (Jewish Nation State). Lingua ufficiale solo l'ebraico.
Gli arabi palestinesi che vi risiedono (circa il 20% della popolazione di Israele) hanno considerato la legge un tentativo di promuovere “la superiorità etnica attraverso politiche razziste” e ricordano quelle che a suo tempo furono emanate dagli ebrei nei confronti dei tedeschi (sopra ricordate) e poi quelle dei nazisti nei confronti degli ebrei. --
La tanto sperata "Pace" tra i due popoli sembra nuovamente molto lontana)))))

Ma oltre ai "Protocolli", nel 1920 negli Stati Uniti il grande industriale Henry Ford finanziò la pubblicazione del libro (4 corposi volumi) "L'ebreo internazionale" ( oggi Ford sicuramente verrebbe tacciato di antisemitismo e istigazione all'odio razziale). (QUI in rete una versione > > > >

Ne distribuì 500.000 copie; poi fino al 1927 pubblicò una serie di articoli antisemiti sul Dearborn Independent, un giornale da lui controllato. Lui citava come una prova la minaccia ebraica: "L'unica affermazione che mi interessa fare a proposito dei Protocolli (veri o falsi che siano) è che essi si accordano perfettamente con ciò che sta succedendo nel mondo. Hanno sedici anni di vita (i Protocolli) e spiegano perfettamente gli avvenimenti accaduti fino ad ora".
(GIORGIO BOCCA prima di diventare (ma solo nel '42) "partigiano" anche lui scrisse cos'erano >>>>>>

In questa campagna FORD avendolo gli ebrei mandato sotto processo con l'accusa di antisemitismo, per difendersi tirò fuori anche il famoso "libro inchiesta" del russo Sokolov (libro sparito ma poi uscito dal servizio segreto americano solo nel 1972): dove si dimostrava inequivocabilmente che l'assassinio della famiglia imperiale russa (tutti i ROMANOV) era stato voluta dagli ebrei e che l'uccisione materiale era stata eseguita da un gruppo di uomini composto tutto da ebrei.
(questi dicevano che famiglia imperiale russa, erano più feroci delle belve, regicidi, assassini di donne e fanciulli, oppressori di contadini che possedvano solo il 10% delle terre).
Ford stese un dossier per difendersi e da pubblicare con grande risonanza nei suoi giornali (Il Dossier si trova a tutt'oggi negli archivi Ford).
(da ricordare che negli USA fin dal
1906, Paul Nathan sul N.Y.TIMES con accorati appelli deplorò il rischio che la Russia zarista sterminasse 6 milioni di ebrei e che bisognava fare qualcosa.
Nel 1911 il World Zionist Organization anche lui deplorò il rischio dell'annientamento di 6 milioni di ebrei nella Russia dei Romanov.
(E' singolare che in seguito si accennano sempre a 6 milioni di morti nei campi di concentramento nazisti).

Del resto divenne poi noto che la rivoluzione russa fu appoggiata dagli ebrei e lo stesso Teodoro Herzl, fondatore del sionismo, riconosceva che gli ebrei hanno costituito il corpo del partito rivoluzionario sovietico; il milionario banchiere J. H. Schiff si vantava pubblicamente di aver sovvenzionato e portata al successo la rivoluzione bolscevica. Lui a sussidiare l'ebreo Trotzky. E al suo fianco la banca Khun Loeb, i capitalisti Serome, Guggenhaim, Max Breitung. E sempre Schiff a collocare le prime famiglie ebree in Palestina. Schiff fu anche il primo finanziatore in Italia dell'"Avanti" l'organo del partito socialista in Italia.
Ma non solo loro ma tutto il capitalismo ebraico con la Jewish National Found sovvenzionò la rivoluzione russa. Nel 1920 l'Association Unity of Russia, pubblica a New York tutto il personale dei vari commissariati, e accuratamente indica i vari nomi di chi dirige il governo Soviet. Su 503 funzionari dello Stato 406 sono Israeliti. E una fra i tanti commissariati, l'ufficio centrale del partito comunista é composto da 55 Israeliti e un solo russo. (possiedo l'originale).
Ma in effetti - bisogna riconoscerlo - la successiva potenza della Russia, fu fatta dagli ebrei soprattutto dal finanziere ebreo Vanderlip, che permise di consegnare nelle mani dell'alta finanza ebraica americana la maggiore concessione che la storia di tutto il mondo ricordi. Quella del petrolio russo, che ridusse della metà il suo prezzo in Europa e spingendosi Vanderlip poi in Siberia, dalla costa del Pacifico anche in Usa. Tutto ciò fu riportato dalla Frankfurte Zeitung del 7 novembre del 1920.

Torniamo a FORD. Dopo aver sollevato un polverone e indignazione nella comunità ebraica statunitense (che allora era di ca. 2 milioni) Ford ritrattò, ritirò le sue pubblicazioni e si scusò, sostenendo di essere stato ingannato dai suoi assistenti. E che il libro di Sokolov e i Protocolli erano falsi (lui che diceva "veri " o "falsi" che siano, si accordono).

Ma perché questa improvvisa e brusca inversione? Tutti i maggiori banchieri ebrei in Usa minacciarono di mandarlo sul lastrico, ritirando tutti i finanziamenti erogati dalle loro banche. La minaccia del fallimento della sua "Ford" della sua più grande industria automobilitica del mondo, fecero rinsavire Henry Ford e a fare una opportunistica inversione a U.

Ma indubbiamente una delle sue copie era finita nelle mani di Hitler, sicuramente perché Henry Ford, é l'unico americano menzionato da Hitler nel suo "Mein Kampf".
Anche nel libro The Holocaust: The Destruction of European Jewry 1933-1945, Nora Levin afferma che Hitler usava i Protocolli e il libro di Ford, come un manuale nella sua guerra contro gli ebrei.
Ma quello che più lo terrorizzava di più era quello dell'ebreo
KAUFMAN e NIZER col loro "piano di sterminio" del popolo tedesco. Che bisognava fare una "castrazione di tutti i tedeschi".

Ma Hitler - non si direbbe - ebbe per gli ebrei anche una singolare ammirazione!! Nel '39, Rauschring, presidente del senato di Danzica, riporta nel suo libro queste frasi di Hitler : "Sono gli ebrei che hanno inventato il sistema economico, basato sulla continua fluttazione ed espansione, che chiamiamo capitalismo, una invenzione geniale, dotata di un meccanismo al tempo stesso sottili e semplice. E' l'invenzione di un genio, è opera dell'ingegno del diavolo". "L'attuale sistema economico é una creatura ebraica. Sono gli ebrei che ne hanno l'esclusivo controllo. Il loro super-Stato é collocato da essi al di sopra di tutti gli Stati del mondo. Ho letto i Protocolli e ne sono stato semplicemente terrificato. Ho compreso immediatamente che dobbiamo imitarlo, a modo nostro naturalmente".

Hitler stesso -aggiunge Rauschring- avrebbe potuto scrivere dei Protocolli, che gli piacevano i passaggi relativi alla credulità e alla vulnerabilità psicologica della folla, quando gli Anziani dicono nel primo protocollo "dobbiamo tenere presente la meschinità della folla, nonché l'incapacità di comprendere e di rispettare le condizioni stesse del suo benessere e della sua esistenza". "Nessuna informazione dovrà giungere al popolo senza essere prima controllata da noi: quando giungeremo al potere neutralizzeremo la cattiva stampa e pubblicheremo le notizie che noi permetteremo. Solo così otterremo un'influenza enorme sulla vita umana."

Non vi é dubbio come ricordato sopra quando Nora Levin afferma che Hitler usò i Protocolli e il libro di Henry Ford, come un manuale nella sua guerra contro gli ebrei. Lui credeva davvero alla congiura dell'ebraismo internazionale, e si preparò a rispondere con le stesse armi. Soprattutto quando nel 1933 (visto sopra) il DAILY EXPRESS "lancerà il boicottaggio contro la Germania" seguito poi dalla dichiarata "Guerra santa", "la Germania deve morire", "strangolarla economicamente", "castrare tutti tedeschi", "Per il bene dell'Umanità ! ".

Quanto a Ford, può sembrare strano che un America così liberale, lui si fosse schierato così apertamente ostile - lui uno dei più grandi industriali - contro la comunità ebraica, che in Usa era floridissima in tutti i settori, dalle banche alla stampa, dalla finanza al commercio, dal cinema Holliwodiano e fino all'intrattenimento.
Un America ebraica che diede poi - a guerra europea da loro vinta - quell'impulso affaristico non solo ai finanzieri ma anche a quell'incredibile consumismo per tutti gli americani, fino poi - perché speculativo e incontrollato - al tracollo si Wall Street del '29.

Ma non dimentichiamo che in USA vi era già stata una "Lotta per l'Indipendenza" contro i propri cugini inglesi, e che poi ancora nel '29 con gli stessi cugini inglesi adottarono l'isolazionismo e la rottura degli scambi commerciali. Che poi l'Inghilterra fino al 1938 pagò con una terribile crisi economica. (tanto da chiedere proprio nel '38 - come abbiamo già ricordato - un aiuto a Hitler (a Dusseldorf) per diventare soci della Germania per intraprendere una guerra commerciale contro gli USA.

E se gli Usa poi aiutarono l'Europa nella guerra (ma solo con prestiti nel '41- quando gli inglesi erano con l'acqua alla gola) fu solo perchè a loro conveniva, cioè non lo fecero usando i motivi umanitari della Caritas o per salvare le democrazie in Europa. E tantomeno per salvare gli ingrati cugini inglesi. Fu per loro solo un grosso affare, durante e dopo la guerra, e grazie proprio ai contributi delle grandi finanziarie ebree, e perfino dello stesso Ford, proprio lui che anni prima li avversava.

Ma negli americani i piani di segregazione razziale e di sterminio di un altra razza, nel periodo coloniale del continente era già nel loro DNA di "civilizzatori" , quando nelle praterie vararono i "piani di sterminio" del "popolo rosso" (gli indiani). Nel 1868, il Generale Sherman incitava: "Meglio buttarli fuori al più presto possibile, e non fa molta differenza se ciò avverrà mediante l'imbroglio o uccidendoli". E aggiungeva il suo collega generale Sheridan "… l'unico indiano buono che io conosca è l'indiano morto".
E poi chiamano "razzisti" quegli italiani che dovrebbero accogliere senza reagire centinaia di migliaia di clandestini, senza sapere chi sono, vederli gironzolare per quartieri, vederseli anche piombare in casa, a rapinare o a violentare una povera ragazza.

Ma perfino nella stessa Dichiarazione d'Indipendenza citata - nei famosi e numerosi....."Egli" - accusavano i loro cugini inglesi "di involgire a far marciare contro di noi gli spietati indiani selvaggi che ci vogliono massacrare". "EGLI sta ora incitando proprio quella gente a prendere le armi contro di noi....ma le armi le prenderemo noi!!").

(infatti li massacrarono poi loro!).
Questi erano tanti "Hitler"
ante litteram. In USA !!!
E sembra (secondo alcuni studiosi) che di indiani morti allora e in seguito (fino a ieri) compresi i "neri", ne abbiano fatti ben 100 milioni. Altro che "diritti dell'uomo".
Chissà se anche gli indiani e i neri africani sopravvissuti, faranno un giorno "il giorno della memoria"!!
E marceranno su Washington per riprendersi (come gli ebrei mille anni dopo in Palestina) la loro terra in America e in Africa.

Sulla responsabilità dei tanti morti italiani in guerra (335mila militari e 85.000 civili - la maggior parte di questi ultimi dai bombardamenti dei "liberatori"), Mussolini fu forse giustiziato per questo?
Eisenhower con i suoi 220.000 morti americani nel conflitto (ma di vari Paesi, pochissimi americani, nessun civile) lui non fu affatto ritenuto responsabile. Anzi, lo nominaro Presidente degli USA
Truman che diede l'ordine di sganciare l'atomica sul Giappone, si scusò dicendo, "sì, abbiamo causato 200.000 morti, ma lo abbiamo fatto per salvare tante vite umane americane, lo avremmo fatto anche per salvare un solo americano").
Tibbets che sganciò l'atomica disse di "avere eseguito degli ordini" e fu perfino decorato.
Altrettanto avrebbe detto Hitler, se avesse lui "per salvare i suoi uomini", ricorso alla bomba atomica. E ci mancò proprio poco. (MA L'ATOMICA ERA TEDESCA? > > >
A Norimberga (non prima di aver sospeso le norme vigenti della Convenzione, ma poi alla fine ripristinata (che non condannava chi eseguiva gli ordini dei superiori)
) invece mandarono sulla forca quelli che avevano "eseguito" gli ordini di Hitler.
Non tutti morti quindi sono uguali!

Quelli causati dagli angloamericani - bombardamenti, rappresaglie (Patton allo sbarco in Sicilia), campi di concentramento per i tedeschi e gli italiani, sono dimenticati perché offenderebbe gli americani. La perpetuazione periodica sulle leggi razziali e sull'olocausto, deve dare senso di colpa collettivo. L'obiettivo è rendere l'Europa perennemente colpevole e quindi psicologicamente "schiava" dei liberatori (USA).

Per la cronaca, in Italia i deportati ebrei a partire dal 1943, furono 6806, morti nei vari campi 5969, sopravvissuti 837 di cui 121 bambini di 1-13 anni, ( fonte Documentazione ebraica >>> )
Riguardo alle estromissione dalle scuole italiane degli ebrei, come vorrebbe farci credere la SEGRE, non furono milioni, e nemmeno migliaia, ma qualche centinaia di bambini. Fra l'altro in pochissime scuole italiane. In 4-5 grandi città. Nei rimanenti ca. 6000 comuni italiani un bambino ebreo nelle scuole non lo avevano mai visto nemmeno in fotografia.

E non furono i fascisti a deportarli!! dal 1938 al 1943, agli ebrei italiani non fu torto un capello; anche se li tolsero dai posti chiave che detenevano. ( vedi il fascismo e gli ebrei >>>>>>
anzi Mussolini accolse in Italia quelli che fuggivano dalla Germania. E solo dopo la sua caduta (25 luglio), col disciolto partito fascista e dopo l'8-9 settembre, quando Calvi di Bergolo consegnò Roma ai tedeschi, (con il Re e Badoglio in fuga senza aver abrogato prima (dal 25 luglio) le leggi razziali) gli stessi tedeschi solo il 16 ottobre deportarono gli Ebrei dal Ghetto di Roma. Kappler nell'azione non volle che ci fossero "fascisti" (considerati "traditori").
(quindi non c'entrano i fascisti!) - Quanto alle delazioni, a Roma c'era una ragazza ebrea (Cristina da Porto detta "la pantera rosa", che dietro compenso di 5000 lire, spifferava i nomi e gli indirizzi dei suoi importanti amici ricchi che abitavano non nel Ghetto ma dentro Roma; li fece arrestare e finirono tutti a Regina Coeli”.Questi poi furono uccisi alla Ardeatine. Altro che persecuzioni fasciste!!!).
Ma anche la famosa Anna Frank e la sua famiglia, furono catturati, tramite la spia di un ebreo; per incassare il premio in denaro, rivelò ai nazisti il rifugio. (rifugio che nel 1980 ho visitato).
Cioè bisogna qualche volta anche guardarsi i propri panni sporchi !!

Abbiamo detto. che solo dal 16 ottobre ci furono le deportazioni fatte non dagli italiani ma dai nazisti.
Gli stessi che oggi
la sinistra appoggia nel far diventare una Europa tutta tedesca con la sua "sinistra" che é poi il vecchio "nazionalsocialismo" di Hitler !!! - Ancora oggi il Marco tedesco ha l'aquila hitleraina. (vorrei vedere se sulla lira avrebbero messo il fascio come finiva!!!)
Renzi non baciava ossequiosamente e s'inchinava alla Merkel ??? E la Merkel rieletta cosa avrà in mente di fare?


Oggi a Auschwitz Dachau, Buchenwald e Mauthausen sono sorti Villaggi Turistici, Resort e Hotel per ospitare le organizzate vacanze. (dove forse é bello vedere e farsi un selfie con i forni crematori nel luogo dello sterminio di massa). (non così a Milano a Gorla !!!!! dove qui si vergognò perfino la morte. Ma era opera degli "alleati", quindi silenzio!).
Non dico gli altri bambini morti nelle incursioni aere anglo-americane, ma solo a Gorla a Milano ne morirono oltre 200. Perchè un pilota per sbarazzarsi del carico di bombe le scaricò su una scuola di bambini. (una scuola che.... non aveva mica dichiarato guerra!!)
Ma non se ne parla!! Gli americani sono considerati i "liberatori", gli "incolpevoli", i "retti"
Certo, alcuni eccidi dei tedeschi in Italia ci furono, ammazzavano vecchi e bambini, ebrei e non ebrei, era raccapricciante. E raccapricciante furono appunto anche i "forni creatori".
Mentre in Giappone il "forno crematorio" lo buttarono dall'alto, considerato meno raccapricciante!! Quindi tutti zitti. Il servilismo fa campare!!

Altra omissione dalla Storia, i campi di concentramento dei tedeschi e italiani in Germania fatti dagli Angloamericani: dimenticati perché offenderebbero gli americanii. I lager fatti in Germania dagli americani, furono 20, con 5 milioni di prigionieri. Un milione morirono di fame, non avendo in loco risorse alimentari. Interpellato Eisenhower, rispose che dare da mangiare ai prigionieri non erano in cima alle priorità americane. Dalle indagini condotte nel dopoguerra, furono riempiti 22 volumi di 1000 pagine con i nomi di questi prigionieri e di questi morti. Ma furono secretati. >>>>>>>
Non sono da ricordare come i 6806 ebrei con il "giorno della memoria" a loro dedicato.

E altrettanto - come omissioni dalla Storia - furono secretati tutto ciò che dai sopravvissuti ebrei riguarda le annunciate loro "vendette". Che dal 1945 al 1947, volevano avvelenare gli acquedotti delle grandi città. >>>>>>QUI >>>>>>>>>
e anche QUI >>>>>>>>>>>>

ORA ....torniamo a quel 1938.......
(dove troviamo nella cattolicissima Austria , una nascente "intollerana razziale")
.......quando Hitler invase l'Austria e poi con l'Anschluss (plebiscito) gli austriaci scelsero di diventare pure loro Nazisti e Razzisti
Ricordiamo che prima, quando nel '34 (dopo l'assassinio del cancelliere Dollfus - forte oppositore del nazismo) Hitler aveva già tentato di invaderla l'Austria. Mussolini in quell'occasione aveva inviato 4 divisioni al confine del Brennero pronto a intervenire per l'indipendenza dell'Austria. Mentre Londra e Parigi non avevano mosso un dito. Anzi speravano che Italia e Germania si facessero la guerra.

(((( quale aiuto poteva sperare da loro Mussolini, quando poi Hitler invase la Francia; ed aveva il timore che poi dopo la Francia, avrebbe punito lui, il "falso" (non "belligerante") alleato invadendo pure l'Italia.))))

Nel '38 purtroppo in Austria si ripete l'invasione tedesca seguita dall'annessione che andò per i nazisti questa volta a buon fine. Anzi al referendum gli austriaci (con voto escluso agli ebrei) si schierarono con un SI a Hitler il 99,71%.
(In Austria, a Daunau, la città che divideva l'austria dalla Germania, era da duemila anni che gli abitanti aspettavano il "liberatore". Hitler si prese la rivincita sugli odiati viennesi, andò di persona a distruggere le sbarre al confine, dove il padre anni prima era stato doganiere).

A non muovere un dito per l'Austria questa volta troviamo Mussolini. (Ciano fu nell'occasione realista "Che cosa dovremmo fare? Una guerra alla Germania? alla prima nostra fucilata tutti gli austriaci, tutti senza eccezione, si schiererebbero con i tedeschi contro di noi".
In due ore potevano già essere a Verona. Perché non era affatto escluso che gli Altoaesini (i Sutirolesi (oggi elettori della Boschi) avrebbero dato il benvenuto al Brennero ai loro cugini d'oltralpe. (cosa che poi fecero l'8 settembre del '43). (e che desiderano fare ancora oggi).

Ma nel '38, contrariamente a quanto aveva fatto nel '34, Mussolini non si oppose; questo per evitare una guerra con la Germania; una guerra che avrebbe visto l'Italia sicuramente soccombenti, mentre Inghilterra e Francia sarebbero rimaste a guardare compiaciute come nel '34.
E non era unico questo compiacimento. Nella cattolicissima Austria (questo alla viglia delle "Leggi Razziali" in Italia - approvate dal governo fascista: una delle pagine più buie e vergognose della nostra storia) tutto l'episcopato si era schierato con Hitler, sconfessando la famosa Enciclica di Pio XI ("Mit brennender Sorge" - che condannva il nazismo).

Tutti i vescovi austriaci sostennero il Nazionalsocialismo con la loro benedizione ed esortavano perfino i credenti a perseverare in questo senso. "Riconosciamo con gioia quanto il movimento nazionalsocialista nel campo del progresso civile ed economico, oltre che della politica sociale, ha fatto per il Reich tedesco e il suo popolo. Siamo convinti che grazie al nazionalsocialismo il pericolo del bolscevismo ateo sarà definitivamente debellato e distrutto". Compreso quello ebraico. In Austria nel '38 il 9% della popolazione era ebraica (nella sola Vienna ve ne erano ca. 200.000). Cosicché anche in Austria vennero applicate le "leggi razziali" . (e proprio nella stessa Austria - a ca. 25 km da Linz - nacque anche il campo di concentramento di Mauthausen che divenne uno dei "Lager" più famigerati)

E a Roma e al Vaticano, cosa dicevano? Si erano già accorti che l'art. 31 (del Reich-konkordat - firmato con la Germania il 20 luglio 1933 dal segretario di Stato Pacelli, poi diventato Papa Pio XII il 2 marzo 1939) stava andando al macero? ( Ricordiamo che Pacelli era stato a Berlino per 12 anni (dal 1920 al 1933) nunzio apostolico per l'intera Germania. Gli anni della nascita del nazismo.
Su Pacelli "silenzioso" "indifferente", così sugli Ebrei...... VEDI QUI >>>>

Il nazismo non garantiva più l'autonomia delle organizzazioni giovanili nelle roccaforti cattoliche. I nazisti - chiudendole tutte - ne fecero tabula rasa. La riconosciuta religione era ormai quella nuova, una Chiesa "nazionale" "pangermanica", che avrebbe potuto portare a uno scisma simile a quella protestante e ortodossa. (questo si afferma fu il motivo dei "tanti silenzi" di Pacelli, nel frattempo diventato Papa).
In questa "chiesa nazionale pangermanica" non vi era più posto per nessuno, e soprattutto per gli ebrei, che da sempre consideravano nemica quella cristiana. Diffidenze reciproche per motivi religiosi vi erano sempre state (il cosiddetto ""antisemitismo religioso popolare") ma questa volta le ostilità (per altri motivi - soprattutto per quelli finanziari) verso i seguaci di questa "nuova religione" furono indirizzate alla "razza ebraica", in Germania e poi in Russia dove a inizio del '900 erano pari a oltre 4 milioni (la più grande comunità ebrea del mondo intero).
Che occupavano anche qui una posizione preminente nei partiti rivoluzionari. Infatti l'idea di rovesciare il regime zarista aveva attratto diversi membri dell'intelligencija ebrea russa.

(non dimentichiamo che lo Zar Alessandro II - promotore di un "antisemitismo popolare" - si disse che era stato assassinato proprio per questa sua intolleranza agli ebrei. E che furono poi loro - gli ebrei - a guidare e a rendere possibile la Rivoluzione Russa").

Non per nulla un numero rilevante di membri della fazione rivoluzionaria bolscevica furono poi ebrei, specialmente nel gruppo dirigente del partito quelli che avevano promesso una rivoluzione proletaria internazionale. Che sarebbe stata facile guidare, facendola lavorare a più non posso. Non per nulla erano celebrati in pompa magna gli "stakhanovisti". A questi doveva bastare solo lavorare, non dovevano pensare. (il "Movimento stakhanovista" in Russia spiegato da Stalin > >
Due i principali partiti rivoluzionari: il Partito Socialista Rivoluzionario (PSR) e il Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR).


Gli ebrei diventarono infatti maggioranza all'interno del Comitato Centrale del Partito comunista, superando persino i russi.

Lenin ha scritto: “Il fatto che gran parte della media intellighenzia ebraica si sia stabilita nelle città russe ha reso un bel servizio alla rivoluzione e furono loro, in quell’ora fatidica, a salvare la rivoluzione” (O evreiskom v Rossii [Sulla questione ebraica in Russia], Mosca, Proletarii, 1924, p. 17).

Non solo, in seguito, nelle città industrializzate dai "piani" staliniani si permise poi a questi ebrei-sovietici di trarre benefici di ogni sorta, del tutto sconosciuti all'epoca dell'Impero zarista russo. Ma nacque pure (com'era avvenuto in Germania durante la Weimar) una emancipazione culturale, economica e politica che scatenò contro questi "nuovi ma capaci bolscevici". Ma Stalin non sopportava che volessero comandare loro- e infatti a milioni (ca,. 2) lui fece terra bruciata, deportandoli anche lui nei campi di eliminazione in Polonia. (fece così concorrenza a Hitler)

Abbandonati gli "antisemitismi" minori (di religione), Hitler si rivolse a quello di "razza", coinvolgendo anche i suoi alleati, in primis l'Italia.

(((( Da notare che in Italia nonostante i tanti filonazisti, acciaisti, razzisti, proprio Evola, col suo radicalismo, rovesciava le tesi positiviste sulla razza: "Non é la razza che condiziona le nostre mentalità e i nostri comportamenti culturali. E' lo spirito - nel caso degli ebrei la Legge - i sacri testi della tradizione ebraica, che modifica in ultima analisi, persino i dati genetici di un individuo. E' una atavica convinzione della propria superiorità e del proprio rapporto privilegiato con DIo. Basta leggersi la Torah (sulle decisioni pratiche), e il Talmud (che approfondisce ogni piano dell'esistenza di Dio) e vi troviamo l'essenza dell'ebraismo e la sua azione attraverso la storia". Inoltre affermava - fra il dispezzo e l'indifferenza - che non aveva senso mettere in discussione i protocolli se veri o falsi, quando esso rispecchiava fedelmente l'essenza dell'ebraismo. ))))

La"religione nazionale" tedesca per Hitler doveva essere strettamente legata al cosidetto "pangermanesimo" che aspirava all'unificazione nazionale di tutti i popoli di lingua tedesca (ariani); non c'era posto per gli altri, soprattutto per i tedeschi ebrei e i bolscevici ebrei russi; una esaltazione quella di Hitler della razza tedesca che produsse una diffusione martellante dell'antisemitismo prima, quello di razzismo poi, come era del resto quella auspicata da Arthur de Gobineau >>>>

E Mussolini cosa fa nel '38?
(che isolato com'è, comincia a temerlo Hitler, ne é perfino succube). Lo imita!!
Per mantenersi alleato di Hitler... vara anche lui le "leggi razziali".........
una delle pagine più buie e vergognose della nostra storia.
Ma lo fa per non essere davanti a un Hitler un collaborazionista di quegli ebrei
di tutto il mondo che hanno dichiarato la loro "guerra santa" alla Germania.
Ma dal 1938 al 1943, agli ebrei italiani non fu torto un capello;
anche se (sempre per servilismo) li eliminarono dai posti chiave che detenevano.
( vedi il fascismo e gli ebrei >>>>>>
anzi Mussolini accolse in Italia quelli che fuggivano dalla Germania.
E solo dopo la sua caduta (25 luglio), col disciolto partito fascista
e dopo l'8-9 settembre, quando Calvi di Bergolo consegnò Roma ai tedeschi,
(con il Re e Badoglio in fuga senza aver abrogato le leggi razziali)
gli stessi tedeschi solo il 16 ottobre
deportarono gli Ebrei dal Ghetto di Roma.
Kappler nell'azione non volle che ci fossero "fascisti" (considerati "traditori").


(lo sconcerto fu il vedere 10 scienziati italiani e altri 500 personalità italiane firmare il "manifesto")
(ancora più sconcerto vedere che nessuno di loro dopo pagò mai alcun prezzo, anzi nel dopoguerra furono reintegrati nei loro privilegi, proseguendo le loro carriere. Nessuno di loro venne rimosso dalle cattedre universitarie di cui erano titolari).

La singolare carriera di AZZARITI l'abbiamo già descritta sopra.
(che cosa allora li aveva spinti a firmare? Opportunismo? Uno stupido consenso? Solo ignoranza acquisita !!
(vedi il manifesto e i nomi >>>>>>

Abbiamo visto già nel '41, Mussolini diventare antagonista di Hitler
... diventa perfino bellicoso (pur atteggiandosi prima a "non belligerante")
e si mette a fare anche lui le "sue guerre".
("Hitler le fa e me lo manda poi a dire con unh fono a cose fatte")
Lo vedremo, imitandolo (impreparato e sempre osteggiato da Hitler)
a scatenarsi in ritardo in Francia, poi in Grecia, in Russia, in Africa.
Con i giornali e gli italiani a spronarlo,
a "rompere gli indugi" a "salire sul carro del vincitore"....
"perché mai siamo allora alleati di Hitler?"
Tutta la stampa e gli italiani furono interventisti.

.... e quindi fu la stessa stampa e gli italiani tutti a far prendere
prima al RE, poi a Mussolini le "decisioni irrevocabili"
che lo porteranno prima alla sconfitta, e poi anche a Piazzale Loreto.

" Ma perché scelsero Piazzale Loreto?"
Vedi qui la risposta al perché >>>>>>

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Sulle leggi razziali in Italia
e come stavano gli ebrei in Italia prima del '43
vedi queste pagine >>>>

1940 LA GUERRA

QUI TUTTO SULLA SCIAGURATA GUERRA > > >

L'ora delle decisioni irrevocabili........ (sue?)

L'italiano era sicuro e certo che non era l'ora del fatalismo,
né della diplomazia, ma quella dei fatti.
Era insomma l'ORA tanto attesa e che "bisognava muoversi !!!!"

MUSSOLINI: 10 Giugno 1940 - "POPOLO ITALIANO CORRI ALLE ARMI"

10 Giugno Mussolini da Palazzo Venezia toglie gli indugi; annuncia al popolo italiano che l'Italia ha dichiarato guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, schierandosi a fianco di Hitler; che però il tedesco è quasi infastidito dalla notizia, perchè ha già annientato l'esercito francese, ha ributtato oltre Manica gli Inglesi, ed è quasi alle porte di Parigi. (gli mancavano 4 giorni!!).
"Adesso tutti desiderano sparare il primo colpo di fucile. Il Re, lo Stato Maggiore, i gerarchi. Per quanto paradossale sembri, l’unico pacifista sono rimasto io, io solo!" Mussolini.



Il suo problema non era più quello se entrare o no in guerra, ma si era arrivati al punto critico che....
non si poteva più fare a meno di entrare in guerra.
Mussolini poteva forse cambiare atteggiamento e passare con armi e bagagli ai franco-inglesi?

Proprio con loro che il 10 giugno erano già entrambi con l'acqua alla gola?

E se lo avesse fatto, una volta a Parigi, dopo cosa avrebbe fatto Hitler?

Avrebbe fatto una immediata guerra all'Italia! Ai "traditori".
(questo poi avvenne dopo l'8 settembre '43. dopo che erano stati chiamati dagli italiani per difendersi dagli invasori americani in Sicilia)

Sarebbe stata una guerra quella di Hitler che la impreparata Italia avrebbe dovuto sostenere da sola !!! DA SOLA !! In Europa non esisteva più nessuno capace di fermare Hitler

Nella foto sopra il 14 giugno , 4 giorni dopo l'annuncio di Mussolini
Hitler è già sotto la Torre Eiffel !!!.

Ricordiamo che gli Usa e gli americani tutti, non erano nel 1940 per nulla disponibili a intervenire in Europa. E non avevano nemmeno uomini e i mezzi per farlo, sia come "macchina produttiva", sia come "macchina logistica". La coscrizione obbligatoria fu fatta solo dopo, il 16 settembre 1940. E così pure come trovare una soluzione ai problemi riguardanti i fondi dà stanziare per avere una efficiente Marina, Aviazione, Esercito.
In USA erano in armi fino a metà '40 solo 170.000 uomini, che appena sei mesi dopo il 1° luglio 1941 erano già diventati 1.400.000 (lo leggiamo nella integrale originale Relazione Ufficiale dei 3 Capi di Stato Maggiore Comandanti Supremi, prima e durante il conflitto, con i preparativi, la mobilitazione, la logistica e le operazioni di guerra. QUI in originale >>>>>>>

Il 10 Giugno 1940, tutti gli italiani erano ubriacati dai travolgenti successi, e dopo aver letto sulle pagine dei giornali i grandi titoli delle strabilianti vittorie di Hitler, sono tutti in attesa di una sola cosa, del grande annuncio. Sono tutti impazienti di saltare sul treno in corsa, prima che si allontani. Pochissimi sono quelli contrari. E non perché, per merito di Mussolini o di Starace gli italiani erano diventati tutti guerrieri, ma perchè c'era la convinzione, la certezza assoluta della vittoria tedesca. E non sbagliarono!!

Tutti i giornali erano pieni di panegirici per Hitler.
Di ammirazione per le "formidabili armate che marciano vittoriose in Francia".

(ma anche nel '36 con la guerra in Africa, si svolsero manifestazioni plateali di appoggio. Partirono reggimenti di volontari. I personaggi più in vista fecero a gara nell'imbarcarsi. Voleva partire perfino GUGLIELMO MARCONI per dare l'esempio. Mentre i gerarchi in massa, tutti volevano partire, tutti volevano il loro posto al sole (come nelle crociate). Il Vescovo di Fidenza benediva i battaglioni in partenza e quello di Ancona fece affiggere un manifesto a sostegno delle gesta dei soldati italiani "chiamati a compiere il loro dovere ". Tutta questa gente "bene" non era stata costretta; si sentiva semplicemente fascista. Starace partì e ci fece anche un libro (che fece arrabbiare Mussolini) "La marcia su Gondar". Con lui c'era a guidare i camion anche mio padre Gonzato Giuseppe. Ma accanto anche il "fascista" Indro Montanelli scriveva "... qui debbono venire famiglie, famiglie, famiglie nostre; il bianco comandi" - "Questa guerra è per noi come una bella lunga vacanza dataci dal Gran Babbo" - "Con i negri non si fraternizza. Non si può. Non si deve." - Non saremmo mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità" - "Niente indulgenze, niente amorazzi). Montanelli >>> )))))) (Poi lui comprò per 500 lire una 12enne con in aggiunta un cavallo".

 

TORNIAMO IN FRANCIA

"La fulminea campagna tedesca fin dall'inizio aveva diffuso diffuse preoccupazioni e terrore (fin dall'attacco alla Polonia c'era in Italia una congiura antitedesca: con i Savoia, Ciano, Grandi, Bottai, Balbo, Federzoni ecc), poi questo terrore cominciò a mutarsi in stupefatta ammirazione. Ciano che stava lavorando a questa corrente che doveva esautorare Mussolini, e addirittura lui prendere il suo posto come nuovo capo del governo con tanto di decreto del Re, vide il deserto farsi intorno a lui e.... uno dopo l'altro, gli antitedeschi, gli antinazisti e perfino gli antifascisti di ieri e tutti i comunisti, diventarono attivi fautori dell'intervento" (Ib. Alberto Consiglio) .

E cosa strana (ma non molto, viste le sue mire ducesche) proprio Ciano si schiera a favore in questo inizio della guerra, e sarà poi ancora lui a sostenere e a volere (lui l'ideatore, come vedremo) l'attacco all'Albania e alla Grecia ("per far qualcosa anche noi !"). (i documenti per l'attacco alla Grecia >>>> )

Si assistette così a un rovesciamento della pubblica opinione in poche settimane; dalla "non belligeranza", da un dissenso alla guerra, si passa alla psicosi interventista, alla sindrome del guerriero e, all'ossessionante timore di arrivare tardi.
Molti, da mesi rimproveravano a Mussolini che stava "guardando troppo da dietro la finestra", mentre Hitler con le sue folgoranti vittorie, dopo la Francia gli mancava solo di scavalcare con le sua armate le Alpi dalla Val d'Aosta e dal Brennero (una impresa molto più facile delle precedenti) e avrebbe brillantemente chiuso da solo tutta la partita con il "non belligerante" assente, che fino a 10 giorni prima, era stato poco fedele ai patti.


"Ma perché mai allora ci siamo alleati a Hitler? chi aspira spara, e chi non spara, spira" Scriveva una penna molto seguita: Appelius. Ma anche il Re e tutti gli italiani dicevano le stesse cose: “Il più delle volte gli assenti hanno sempre torto”.

(lo dicevano anche quelli che poi applaudiranno a Piazzale Loreto)

Ai primi di Aprile il Presidente Roosevelt invia un messaggio a Mussolini invitandolo a non schierarsi con la Germania; di riflettere prima di agire.
Lo stesso messaggio gli arriverà da Churchill.... (dal 10 maggio lui è Primo ministro) .... ma gli arriva il 16 maggio, quando Hitler ha ormai scatenato l'offensiva e ha già invaso il Belgio e l'Olanda.
E anche la stessa inghilterra di
Churchill teme una invasione dell'Isola.

Se il 24 maggio Hitler non avesse fermato le corazzate e gli aerei, la salvezza dell'Inghilterra sarebbe stata impossibile anche per gli inglesi, la sorte della Gran Bretagna in quelle condizioni era segnata. Churchill nelle sue "memorie" scriverà "se Hitler avesse impiegato la sua divisione paracadutisti come poi fece a Creta, noi eravamo spacciati!".

Il 28 Maggio - capitola il Belgio, 500.000 uomini si arrendono, mentre le corazzate tedesche hanno così davanti la strada aperta per Parigi. Il piano grandioso e strategico di Hitler colse di sorpresa i francesi perché i tedeschi dopo il crollo del fronte belga, hanno ormai chiuso in una sacca altri 500.000 soldati francesi, mentre gli inglesi, ca. 300.000 lasciano armi e bagagli abbandonano il campo e se ne ritornano sull'Isola.
Siamo quasi alla fine, a Hitler con le porte aperte in Francia, gli resta solo la presa di Parigi. Sono passati solo 20 giorni dal 10 Maggio e l'Europa all'alba di questo giorno é a un passo dal cambiare la sua carta geografica.
Ad aprire le porte e dare il benvenuto c'erano perfino tutti i comunisti francesi !!! (tifano tutti per il nazismo!! Questo perchè Hitler non ha ancora rivolto le armi contro la Russia, ne é alleata).

Dobbiamo presumere che anche nella stessa Italia (prima dell'invasione della Russia) se entrava Hitler dal Brennero i comunisti avrebbe applaudito.

Una Francia che non esisteva più, l'Inghilterra s'era barricata in casa e la Russia era alleata di Hitler.

Per Mussolini la situazione di questi giorni, deve essere stata per lui penosa. (lui sempre stato antibolscevico, dover fare buon viso ai comunisti di casa propria, ricevendo da loro anche qualche sarcasmo ("non hai capito nulla, vedi invece Hitler! Vedi in Francia i nostri "compagni" )
Insomma i comunisti erano filonazisti, parteggiavano per Hitler !!!!

Il 29 maggio Hitler era ormai alle porte di Parigi, e vista l' imminente capitolazione della Francia, l'Italia fascista e comunista non poteva più restare a guardare.
La Stampa tutta seguitava a ricordare che "l'Italia per fortuna é alleata di Hitler".
Tutti i giornali sono pieni di panegirici per Hitler. Di ammirazione per le...
"formidabili armate che marciano vittoriose in Francia".
"Se insieme, fra pochi giorni anche noi brinderemo a champagne sotto la torre Eiffel".


Gli industriali italiani che in questi 284 giorni di non belligeranza si erano mantenuti tiepidi (pur facendo del resto ottimi affari con le esportazioni e la borsa) dissero che era un errore perdere l'occasione di vincere la guerra accanto all'alleato tedesco.
Bisognava subito "correre in aiuto ai vincitori" prima che diventasse troppo tardi.

La stessa sera del 29 maggio Mussolini ha già costituito il Comando Supremo, al cui vertice c’è lui e sollecita Hitler ad accettare la sua entrata in guerra. Hitler stizzito gli risponde di spostare di qualche giorno la data dell’intervento italiano già fissato dal Duce per il 5 giugno.
Mussolini vorrebbe già dare l'annuncio al mondo intero dell'entrata in guerra contro la Francia e l'Inghilterra. Hitler personalmente lo frena ancora, e gli consiglia il 10. Sa che la guerra lui l'ha quasi vinta, che il 10 sarà sicuramente a Parigi e non vuole proprio spartire territori con chi arriva a cose fatte.

Alle ore 18 del 10 giugno tutta l'Italia pendeva dalle labbra di Mussolini affacciato al suo balcone o ad ascoltare le radio sparse in tutte le piazze della penisola.
E se "pazzo" e irresponsabile era lui, lo erano in quel momento tutti gli italiani, era una esaltazione collettiva.
Se Mussolini non avesse pronunciato la parola "guerra"
, gli italiani non gli avrebbero certo perdonato di aver trascurato questa occasione, con Hitler, che ormai gli mancavano solo poche ore per entrare a Parigi.

Ma non è da escludere che gli "acciaisti" lo avrebbero destituito
e preso il suo posto e fare a meno di lui. (prima di tutti suo genero Ciano e anche di Badoglio.

Non un giornale italiano, neppure clandestino, nè tantomeno di sinistra, parla di non intervenire. L'antifascismo é sporadico, né da alcuni anni dà segni di ripresa. Gli operai italiani tutti (compresi anche le residue ostinate frange comuniste socialiste - del resto abbiamo visto già in Francia cos'e' poi successo, i comunisti li hanno accolti trionfalmente!) Alcuni pur non proprio favorevoli alla guerra risentivano dell'atmosfera e si unirono agli eventi. (Hitler non era alleato con i Russi? E allora???!!! Uniamoci!!).
Anche in Italia molti operaia si illudevano di trarne benefici, di non doverla neppure combattere perché erano convinti che loro sarebbero rimasti a casa, perchè addetti alla produzione. Inoltre tutti dicevano "al massimo quattro settimane e finisce tutto, e di sicuro non richiamano noi. Quelli che ci sono sotto le armi bastano e avanzano".
Infatti Mussolini, non attuò nemmeno una mobilitazione civile, com'era invece avvenuto in Italia nella Grande Guerra nel 1915. Solo qualche provvedimento nella distribuzione di alimentari.

Ne' si levò nessuna voce di dissenso dalla parte degli intellettuali (quelli che detestavano il fascismo o quelli che lo lodavano esaltandolo) avevano solo vaghe preoccupazioni, ma come scrive De Felice questi timori e preoccupazioni "erano solo di facciata".
PREZZOLINI che criticava il loro ambiguo disimpegno, affermava che "hanno il male intellettualistico, che li porta a discutere su tutto ma non assumersi mai rischi e responsabilità e, in definitiva a non agire".
Non di meno BERTO che di certo non era un "mistico" del fascismo "se non si voleva il fascismo e la guerra, bisognava pensarci prima. Ora ne siamo tutti più o meno responsabili, e starsene inerti a guardare gli avvenimenti è la cosa piu' vile che si possa fare".

Montanelli molti anni dopo invece scriverà: "I più fecero come chi scrive, cioè nulla. Ci lasciammo portare dagli avvenimenti quasi dissolvendoci in essi, e senza contribuirvi nè in un senso nè nell'altro. Quelli di noi che vennero richiamati alle armi, non furono soldati traditori, ma nemmeno buoni soldati". ("L'Italia dell'Asse, 1a ediz. Rizzoli, 1981, pag 446).
(potevamo vincere una guerra?!! facendo nulla come lui ?!!)
Quelli sopra rispecchiano il tenore di alcuni, ma gli altri, i bellicisti, usavano toni molto più duri. I pochi pacifisti, i neutralisti, gli inerti, erano senza mezzi termini bollati "dei grandi idioti", "dei coglioni", "dei vili".

In questa ora decisiva l'italiano era sicuro e certo che non era l'ora del fatalismo, né della diplomazia, ma quella dei fatti. Era insomma l'ora tanto attesa e che "bisognava muoversi !!!!"
In America, raggiunto dalla notizia dell'intervento dell'Italia contro una Francia che stava capitolando, Roosevelt rilascia a Charlottesville, in Virginia, una dura e amara dichiarazione alla radio: "In questo 10 giugno, la mano che teneva il pugnale l'ha affondato nella schiena del suo vicino" (alla Francia !!)
(Questo discorso alla radio lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).

Ma anche Gandhi, che solo un anno prima aveva dichiarato Mussolini che era il più grande statista del mondo, ora - per l'attacco alla Francia - lo bollava come uno "sciacallo".

Il Re e Mussolini gelosi dei successi di Hitler, - che ammirano e invidiano - si erano illusi - intervenendo - di poterlo affiancare e con lui dividere la "torta" Europa. (Il successivo "fattore" "invasione" Russia non lo hanno minimamente mai preso in considerazione, anche se -antibolscevici com'erano entrambi).

Erano insomma delusi e quasi con vendetta cominciarono ad imitarlo, e forse volevano anche giocarlo. Ma l'alleato era invece troppo sicuro di sè (e delle sue armate) sapeva di poterlo semmai lui giocarli. Sbagliarono tutti e due, non avendo una minima intesa tra loro, né entrambi collaboravano per averne una. (Vedi poi all'insaputa di Hitler l'attacco fallito alla Grecia, e che Hitler infuriato nell'accorrere per aiutarlo (ma non per aiutare li'Italia, ma solo per non avere i Balcani alle spalle) ritardò fatalmente l'attacco alla Russia).

Torniamo al 10 giugno. Nessuno conosce i piani militari del suo alleato. Nemmeno Hitler che manda il suo controspionaggio a Roma, dove però il capo del servizio segreto non appura un bel nulla, tanto che dalla Germania Hitler gli manda un bel telegramma "o che lei è scemo o che gli italiani sanno mantenere il segreto".

Quel funzionario non era ne scemo, nè il Quartier Generale Italiano aveva segreti strategici. Più semplicemente la realtà era.... che in Italia i piani strategici nessuno li aveva mai fatti.
Le tre armi, Marina, Aviazione, Esercito non si erano nemmeno viste tra di loro. Le insofferenza erano del resto risapute. Soprattutto con la nuova arma: l'Aviazione (quasi gnorata).

A capo delle Forze Armate ci dovrebbe essere il Re, è lui il capo delle Forze Armate, invece il comando (ma non dimentichiamolo è sempre il Re a darglielo), lo da per "delega" a Mussolini in persona.

"Le grida di "Savoia" s'innalzano verso il balcone del Quirinale, che ha ancora le vetrate chiuse: ma ecco che queste si aprono, e subito dopo, il Re Imperatore appare; egli veste l'uniforme di marcia col berretto a bustina e corre sui campi di battaglia". (questa tutta la Stampa in coro).

"Non ci sono dubbi -prosegue il cronista- è già in partenza per le zone di operazioni. E da queste ha diretto ai soldati di terra, del mare e dell'aria il suo proclama: "Soldati....Capo Supremo di tutte le Forze Armate, seguendo i miei sentimenti e le tradizioni della mia Casa, come venticinque anni or sono, ritorno fra di voi".
(Corriere della Sera , edizione del pomeriggio, 11 giugno 1940).

Ci ha venduti per la seconda volta, come 25 anni prima)

(ecco qui dobbiamo spiegarci meglio:
La dichiarazione di Guerra la dichiarò a parole Mussolini, ma il vero e proprio atto formale lo fece Vittorio Emanuele III. Lui ne aveva tutte le facoltà di poter decidere, senza l'approvazione nè di Mussolini né del suo Governo. Poichè occorre tenere presente, che in politica estera, la corona godeva di una larga autonomia, consentita dall'art.5 dello Statuto Albertino, ancora ispirato a princìpi assolutistici.
Questi princìpi V.E. III li usò anche in questa occasione del 1940 (andava dicendo in mezzo ai generali "chi è assente ha sempre torto") per "entrare" in guerra ( avenderci) "a fianco" della Germania, e (ricordiamo ma è noto) usò poi lo stesso art. 5, per "uscirne" il 25 luglio 1943, destituendo Mussolini. (avrebbe potuto farlo anche nel '40)
Tutte le dichiarazioni di guerra furono sempre dichiarate e firmate da V.E. III. (compresa quella dichiarata poi inutilmente alla -fino allora- "alleata" Germania, fatta però solo il 13 ottobre del '43, ma su invito di Eisenhower, quando ormai il potere era tutto in mano sua dopo essere sbarcato in Sicilia. Ma lui voleva salire sul carro del vincitore, chiamandoli "alleati".
Ma Eisenhower davanti alla sua proposta gli ricordò il suo stato di perdente:
"Questo non é possibile. Un "vinto" non può chiedere al "vincitore" di essere suo alleato. Ne riparleremo dopo la ns. Liberazione nel Nord Italia". Ma a fine guerra alla Conferenza di Pace a Parigi, l'Italia fu sempre chiamata "NEMICA".
"La responsabile della guerra". Non una "ALLEATA"!

Infatti altro che alleati, proprio a partire da quel 13 ottobre bombardarono l'Italia fino all'aprile del 1945.


Ricordiamo che una dichiarazione di guerra firmata dal Re fu anche quella fatta nel 1915 ignominiosamente all'Austria - annullando la neutralità - stracciando i patti di alleanza da 30 anni firmati e da lui sempre rinnovati. Lui in gran segreto perfino dal governo con l'ebreo Sonnino si era recato a Londra a firmare il famoso "Patto di Londra" con la "triplice Intesa" alleandosi con Inghilterra, Francia, Russia per dichiarare guerra all'Austria. ABBIAMO DETTO IN GRAN SEGRETO, NESSUNO AL GOVERNO ERA A CONOSCENZA DEL PATTO)
L'Imperatore e il Kaiser diedero al Re del "farabutto", del "vigliacco", dello "spergiuro".
Cadorna era già pronto a Verona con le sue truppe da inviare sul Reno per difendere l'Austria; dovette invece assalirla.
Il resto è noto (solo in parte) con tante nostre celebrazioni per la vittoria sull'Austria. Con il "contentino" fatto a Parigi. Che alla fine la nostra risultò essere solo una "Vittoria Mutilata". Questo dopo aver fatto morire al fronte 600.000 italiani.

DUNQUE ......
Nel '15-'18 ci vendette agli Inglesi e francesi,
nel 1940 ci vendette ai tedeschi,
e
nel 1943 ci vendette agli americani.

MUSSOLINI IL RE LO POTEVA DESTITUIRE, ARRESTARE QUANDO E COME VOLEVA
ED E' QUELLO CHE HAI POI FATTO IL 25 LUGLIO.

MUSSOLINI DUNQUE
NON POTEVA DICHIARARE NESSUNA GUERRA

 

FATTA LA DISCHIARAZIONE DEL 10 GIUGNO, IL Re si mette la bustina del combattente e parte a fare le ispezioni sul fronte.
Mussolini ricevuto per delega il comando, riversa sul confine italo-francese 300.000 uomini, richiamati e ammassati in gran fretta; impreparati, che non sanno nemmeno che tipo di guerra devono fare se offensiva o difensiva. Ma quello che è più grave non lo sanno nemmeno i generali che li comandano.
Appena il giorno dopo la dichiarazione di guerra, 36 bimotori inglesi Whitley bombardano gli stabilimenti FIAT di Torino. Indisturbati, perché nessuno nei quartieri generali ha mai pensato di dotarsi di una contraerea. Che l'Italia non ha. Mussolini la chiede urgentemente ai tedeschi.

STRATEGIA: Badoglio non vuole un attacco, Mussolini invece sì. Gli altri non di meno e con mille dubbi si mettono a litigare l'un l'altro, ognuno con le proprie convinzioni appoggiando chi Mussolini chi Badoglio. A un corpo d'armata viene messo a comandarla Umberto di Savoia, che non ha mai diretto in tempo di pace nemmeno delle manovre.

Il 14 Giugno il comunicato tedesco annuncia che l'esercito francese ha cessato di esistere:
"Der vollige Zusammernbruch der ganzen franzosischen Front zwischen ..... Il crollo totale dell'intero fronte francese tra il canale della Manica e la linea Maginot a Montmedy ha fatto fallire la originaria intenzione del comando francese di difendere la capitale della Francia. Di conseguenza Parigi è stata dichiarata città aperta. In questo momento le truppe tedesche vittoriose, stanno entrando a Parigi"
(Questo discorso alla radio lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito)
Città aperta significa, città risparmiata quindi i parigini festeggiano. E con loro anche tutti i comunisti ("non siamo alleati con i Russi, e allora?").

Il 15 Giugno con le sue armate già dentro Parigi, Hitler comunica a Mussolini che rifiuta nettamente l'aiuto delle sue truppe nelle operazioni che sta conducendo in Francia.
Il 17 Giugno il Furher ha raggiunto Parigi, sta brindando sotto la Torre Eiffel e sta aspettando le sue armate che al suono marziale e festoso della Badenweilermarch sfilino lungo i Champs-Elysees per raggiungere l'Arco di Trionfo.
Comunica a Mussolini di sospendere tutte le operazioni, perché i Francesi hanno chiesto l'armistizio (e seguendo il consiglio di Hitler i francesi lo hanno chiesto anche all'Italia) e di raggiungerlo a Monaco, dove a voce ..... gli ribadisce di non fare ulteriori operazioni belliche sul confine.

Ma il 19 Giugno in Italia é deciso a fare di testa propria.... con un pretesto (un paio di fucilate da parte di un frontaliero) prende l'iniziativa di scatenare una offensiva sulle Alpi contro i francesi che stanno già firmando con Hitler l'armistizio.
Certi imbelli generali, muovendo i reparti che erano appostati solo sulla difensiva; cambiano i piani, vogliono la inutile 'offensiva. "vogliamo l'attacco subito". "se ci sarà qualche vittima sarà utile alla causa".


Nell'approntamento i generali fanno gli strateghi: "precedenza alle armi della fanteria, mettendo in seconda linea le artiglierie". Una pazzia! Visto che siamo in montagna. Ed entrano talmente nella parte dei condottieri (Hitler fa questo no?) che si convincono che possono fare a meno del parere dei tecnici, dei veri strateghi (Hitler fa questo no?) saranno loro a prendere le decisioni.
Seguono fra i generali anche litigi e anche un cambio nell'alto Comando.
«L'Italia entrava in guerra senza essere attaccata, né sapere dove attaccare, addensava le truppe solo alla frontiera francese perché non aveva dei precisi obiettivi»
(Rochat, p.248)

Parte l'offensiva rappezzata, improvvisata, disorganizzata, su un ostile terreno alpino, poi a complicare tutto, appena parte questa offensiva il 23 GIUGNO si scatena una tempesta di neve sul valico, trenta centimetri che bloccano non solo tutto l'apparato trasporti, ma il freddo congela mani e piedi ai soldati che si rifugiano nelle grotte e negli anfratti; non avevano addosso nè le scarpe adatte né erano stati previsti i guanti perchè era una campagna estiva ("da dopolavoro! di un paio di settimane").
(Comunicato del 24: Il gruppo d’armate italiano al comando di Umberto di Savoia ha subìto, nello scontro con l'armata alpina francese, le seguenti perdite: 1.247 tra caduti e dispersi, 2.631 feriti, mentre altri 2.151 soldati hanno sofferto di gravi congelamenti."
Quella che doveva chiamarsi pomposamente la "Battaglia delle Alpi", finisce con la "Disfatta delle Alpi". Un disastro!!
Ma è solo il primo tempo di una lunga serie di disastri!!!

QUESTO E' STATO
IL FOLLE INIZIO DELLA GUERRA MUSSOLINIANA


FU LUI RESPONSABILE? O GLI ITALIANI ?

( PRIMA DELLA DISFATTA TUTTI FASCISTI - AL GRIDO "GUERRA! GUERRA!" )

POI NELLA DISFATTA TUTTI "ANTIFASCISTI" E TUTTI TUTTI TUTTI "PARTIGIANI"


GIUDICATE VOI.

SOPRATTUTTO CON QUESTE CONSIDERAZIONI
A POCHE SETTIMANE DALLA DICHIARAZIONE DI GUERRRA DELL'ITALIA


Come abbiamo visto, tutti volevano la guerra: i giornali, i politici, il popolo.
La volevano quelli che erano fascisti, gli antifascisti e quindi anche comunisti.
C'erano poi a spingere gli industriali che da quattro anni non facevano più affari.
I comunisti incitavano perfino i loro "compagni" francesi a sabotare l' esercito.
Ma quando ci fu la disfatta, ad applaudire Hitler all'Arco di Trionfo
c'erano tutti i comunisti francesi .

Li aiutarono perfino a depredare il Louvre.

Se la Francia capitolò in qualche settimana, e l'Inghilterra sen'era tornata sulla sua Isola,
con tutte le sue armate ormai libere
Hitler come si sarebbe comportato con l'Italia se non vi avesse partecipato?
Con una punizione! con una facile invasione della "vile" Italia!
Ovviamente quindi né Francia né Inghilterra avrebbero aiutato l'Italia.
Nè l' America (nel '41) ancora lontana nel voler partecipare a una guerra europea.

E se Hitler scendeva in Italia dal Freius e dal Brennero
o fosse entrato dal Tirreno in Liguria
chi avrebbe dato all'Italia una mano?
I comunisti ! che come quelli dell'Alto Adige li aspettavano
come liberatori dai fascisti.

I comunisti nostrani credevano che Hitler (prima alleato dei Russi) (patto Ribbentrop)
avrebbe bolscevizzato anche l'Italia.
E che avrebbe punito i vili fascisti annientandoli.
Poi invece quando il 22 giugno '41, cambiò strategia e Hitler invase la Russia
i comunisti italiani ci rimasero male !!!!. Ma non i preti contro "i senza Dio".

Purtroppo volenti o nolenti, poi...
i Comunisti italiani richiamati nei ranghi militari dovettero pure loro invadere la Russia. (221. 875).
Su 221.875 Ne morirono la metà (84.930), feriti e congelati (29.690),
mentre quelli che tornarono furono 107.255)
paradossalmente
alcuni rientrati dopo l'8 settembre '43, messo il piede in Italia
furono deportati in Germania, perchè ovviamente erano diventati tutti vili e traditori.
(ma non alcuni comunisti, che i russi non li combatterono, ma anzi trovarono ospitalità da loro.
(Togliatti che pur sapeva, non confermò mai quanti ...(ma verosimilmente furono ca. 50.000)

Gli Italiani nella loro disfatta diventarono
di nome e di fatto tutti antitedeschi e tutti antifascisti.
Metà (perchè conveniva per mangiare) diventarono filo-angloamericani,
mentre l'altra metà rimasero ugualmente comunisti (ma col rancore)
anche se mangiavano pure loro.
Poi questi "rossi" italiani iniziarono a guardare a Est......
...quando i tedeschi subirono il totale rovescio in Russia.
Il Grande Stalin aveva cacciato i tedeschi dalla Russia !!!!!
Ovvio che s
peravano anche a una invasione sovietica dell' Italia.

Mentre gli industriali con gli aiuti dei nuovi "amici" (i cosiddetti "alleati")
furono opportunisti, andarono al sodo; "gli affari sono affari".
Si riciclarono, e dissero che non erano mai stati fascisti.
A loro andava bene gli americani con i loro aiuti,
non certo quelli che volevano il "potere e le fabbriche al popolo" .
Ma non solo, finanziarono perfino i partigiani (rossi, bianchi, verdi, viola).
(ma di questo nessuno parla).

Poi in Italia iniziando dagli anni '50 iniziava il "miracolo economico"
mentre in Russia i carri armati fino alla fine degli anni '80 stroncavano ogni sospiro di libertà.

Ultima considerazione. A Mussolini fu addebitato (questa la grave colpa!) di essere
entrato in guerra e di aver causato le tante tragedie che ne seguirono.
Ma abbiamo visto che sarebbe stato impossibile non farlo.
Tutti i morti in Russia, in Africa, in Grecia, in Francia sulla sua coscienza?
Avrebbe veramente potuto evitarlo?
Dopo dissero SI. Ma lo dissero solo alla sconfitta.
Il COLPEVOLE di tanti morti era SOLO LUI , solo Mussolini.

Mentre in USA nella sua cocente sconfitta in Vietnam, con ca. 70.000 morti americani
non addebitarono la catastrofe nè a Wilson né agli americani.

Un crimine è un crimine, o valgono solo quelli dei VINTI?

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Leggi Razziali in Italia e la deportazione degli ebrei.
Non fu Mussolini tantomeno i fascisti a fare la deportazione nel ghetto di Roma,
(il rastrellamento fu fatto il 16 ottobre del '43)
e non vi partecipò nessun italiano (fu Kappler a escluderli) quindi nessun fascista)
Mussolini fin dal 25 luglio era già decaduto. Il Partito fascista già disciolto.

Ma anche dall'8 settembre, e anche dopo, il nuovo governo italiano (Re e Badoglio)
non aveva abrogato ma tenne ancora in vigore le Leggi Razziali.


Ma sembra che i cosiddetti milioni di ebrei dell' "Olocausto"
si debbano far ricadere tutti su Mussolini, sui fascisti e su tutti gli italiani.
Sappiamo che gli ebrei deportati dai tedeschi dal Ghetto
(anche con la delazione di alcuni ebrei)
furono 6.806, di questi 5969 morirono nei "Campi di C."
E ripetiamo non erano stati i fascisti a deportarli.

Da ricordare che gli stessi americani in USA, alle migliaia di ebrei
che fuggivano dall'Europa fecero trovare i loro porti sbarrati.

Poi sia i primi che i secondi cambiarono registro.
I primi (gli USA) vollero essere chiamati "salvatori" dell'Italia.
I secondi (gli ebrei) vollero essere chiamati "vittime" degli Italiani.


La coerenza giudicatela voi!

 

QUI SOTTO
IL RIEPILOGO DEL VENTENNIO E GLI EVENTI

 

.
 
 
FASCISMO - MUSSOLINI: LO STATO FASCISTA
FASCISMO - LA DOTTRINA FASCISTA (IL VANGELO DI MUSSOLINI)
MUSSOLINI E GLI EX COMBATTENTI - Braccio di ferro, ma vinse Mussolini
IL COMUNISMO --- ERA FORSE UN MODELLO PER L'ITALIA?
1921 - SCISSIONE NEL PSI - NASCE IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO
IL DUCE CREA IL FASCISMO, E CROLLANO I LIBERALI
ANALISI DELL'ANNO 1922 - i 18 discorsi di M. prima della Marcia su Roma
FASCISMO - MUSSOLINI IN PARLAMENTO (Discorso di apertura e seguenti)
29 OTTOBRE 1922 - LA MARCIA SU ROMA, MUSSOLINI AL POTERE
1922 - IL FASCISMO E L'ESERCITO ( BADOGLIO, UNA PREMONIZIONE! )
FASCISMO - 1922-1936 - LA CRISI - LE CORPORAZIONI - L'ECONOMIA
1922-1925 - DAL PARLAMENTARISMO AL REGIME
MATTEOTTI: LIBRO INCHIESTA SULLE VIOLENZE FASCISTE ANNO 1921.22
1924 - IL FASCISMO NELLA BUFERA- IL DELITTO MATTEOTTI
1928 - MUSSOLINI: I MIEI 2000 PIU' FERVIDI ASSERTORI (quanta bella gente !!!! )
L'ITALIA FASCISTA - Le leggi, le riforme, l'ossatura del consenso
LO STATO MADRE. PADRE, "Grande Fratello" - Ma anche ASSISTENZIALE

1929 - MUSSOLINI E IL CONCORDATO CON LA S. SEDE

FASCISMO - ANNO 1936 - L' ORDINAMENTO DELLO STATO CORPORATIVO
LE NUOVE LEGGI - LE RIFORME - I SINDACATI - IL LAVORO
FASCISMO - ANNO 1936 - CRONACHE DEL REGIME, I NUMERI
FASCISMO - MUSSOLINI: MASSIME, PENSIERI, FRASI LAPIDARIE
FASCISMO - CIVILTA' FASCISTA - MONTANELLI
FASCISMO: LA "MACCHIETTA" STARACE
VALERIO BORGHESE - Fece inquietare tutti gli ammiragli del mondo
FASCISMO: IL DOTTOR PAVOLINI, "MISTER" "BRIGATA NERA"
DINO GRANDI - Dalla limpida fede del '23,  alla oscura fronda del '43
MACHIAVELLI - "IL PRINCIPE" DI MUSSOLINI - IL FASCISMO - DE SANCTIS
1935 - LA GUERRA IN ETIOPIA - LE SANZIONI ( una ipocrita pagliacciata! )
1937 - GRAZIANI - UN CARNEFICINA IN ADDIS ABEBA
FASCISMO - CIANO, QUASI QUASI SALVAVA L'ITALIA DAL MACELLO
RICAPITOLIAMO IL 1940 INIZIANDO CON "EVVIVA LA GUERRA!!"... senza preparativi !!!! - POI LA GRECIA !!!!
IL DIARIO DI ROMMEL IN AFRICA (UNA IMPIETOSA ANALISI SU I "CAPI" ITALIANI)
IL DANNOSO ATTACCO ALLA GRECIA, UNA FOLLIA
1943 - LO SBARCO DEGLI ALLEATI, UN POPOLO NELL'INFERNO
1943 - UN INFERNO SU BARI - UN GRAN MISTERO !!!!


8 SETTEMBRE '43 - IL RE E BADOGLIO , CHE GRAN PASTICCIO !!! >>>>>

ridicola e ambigua poi dire che ci fu "l'invasione tedesca" dell'Italia, dopo l'8 settembre perché a chiamare gli "alleati tedeschi" furono gli stessi generali italiani (gen. Ambrosio, il 16 luglio) per respingere in Sicilia lo sbarco degli anglo-americani, che nei bollettini di guerra fino all'8 e 9 settembre (compreso) vi leggiamo che erano i "nemici" (non ancora i "comodi" "alleati"! Questo lo dissero solo quando iniziarono a vincere).
Ovviamente se i tedeschi non scendevano in soccorso, gli italiani avrebbero detto che nel momento del bisogno (per fermare l'invasione anglo-americana), erano stati traditi da Hitler, che fino al 8 settembre del '43 era alleato dell'Italia.


I BOMBARDAMENTI DEL CINICO HARRIS ("non mi vergogno io sono pagato per uccidere"! )
LA RESA DI ROMA, LA FUGA DEL RE, DEI GOVERNANTI, DEI GENERALI ( io c'ero )
 
LA SICILIA VUOLE L'INDIPENDENZA - VUOLE DIVENTARE UNO STATO USA
 
NASCE LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA (SALO') (7 pagine chirografate di Mussolini a Hitler)
MUSSOLINI RITORNA SOCIALISTA - IL DECRETO DI SOCIALIZZAZIONE

L' 8 SETTEMBRE - CHE BEFFA PER FRANCO E PER TANTI TANTI ITALIANI !!!!!!
(alcuni che non si erano schierati né con i partigiani né con gli ultimi fascisti (R. di Salò)
a fine guerra furono dichiarati "disertori" e condannati a 12 anni di reclusione - nel 1947 !!!

Ma cosa dovevano fare gli italiani ?? Da che parte dovevano stare??

Non è che 235.000 si presero le ferie per andare in Russia a piedi ("autotrasportati").
(anche se cantavano "Aspetta mia bambina il nostro giorno, vado, vinco e torno".

Dove andare non era facile. Ma si veniva chiamati per fare il "proprio dovere" (e la legge di qualsiasi paese lo pretende con le buone e con le cattive), ma Caio e Tizio (non sapendo decidersi) non si schierano né da una parte né dall'altra. Se ne andarono a casa. Ma qui li raggiunse (a nord come a sud) la chiamata alle armi, e dovettero presentarsi, salvo essere dichiarati disertori e passati per le armi. 
Caio non si presenta e va a fare il partigiano. Mentre Tizio si presenta e viene inquadrato.
Caio scende dai monti e da' la caccia e ammazza
tutti quelli che hanno le mostrine come Tizio.
E Tizio dà la caccia a tutti quelli che sono stati dichiarati come Caio "ribelli disertori".
Entrambi forse non volevano far nulla, ma purtroppo -"ordini superiori"- sono costretti ad ammazzarsi l'un l'altro.
 
Nonostante i drammatici eventi bellici, entrambi non capirono né prima, né durante, né dopo, e neppure dopo molti anni; infatti qualche ostinato non ha capito nemmeno quando poi lui è diventato vecchio. Infatti ci racconta e si giutifica.......
"fuga io? no, io ho agito secondo coscienza!"

(lo disse un Ns, Ex Presidente della Repubblica)
.
Cioè uno si alza la mattina, gira l'interruttore e decide lui con chi stare.

Si mette a scrivere sulla lavagna, cosa lui personalmente vuol fare,
come farlo, dove farlo, e contro chi.

Se poi questo "chi" sta per vincere, salta sul suo carro!!

Dopo il 25 luglio e l'8 settembre, i giovani li fecero sentire colpevoli  proprio quei padri e i quei "maestri", che gli avevano insegnato cos'era "La Patria", come difenderla
proprio loro che avevano campato, ricevuto onori, medaglie e prebende col fascismo.
Questi giovani li avevano fatti giurare al "sacro e regio esercito" ,
e fin da piccoli a 6 anni i padri "maestri" li avevano fatti diventare tutti "fascisti"


poi sempre gli esaltati padri "maestri" a ventanni li mandarono
a piedi in Russia, in Grecia, in Africa.
molti non tornarono, altri trovarono i loro padri "maestri" dall'altra parte;
all'improvviso - cambiando alleati, erano montati sul carro dei vincitori.
Diventarono all'improvviso tutti antifascisti, tutti partigiani

Questi giovani non si sentirono proprio per nulla traditori né disertori
quando ci fu il fuggi fuggi.....
....perché a fuggire furono proprio i loro "padri maestri", i loro Capi e lo stesso Re.

Senza i capi, nei successivi giorni, accadde di tutto, rappresaglie,
vendette, eccidi e tanti drammi.
Da queste prime forme spontanee si diede vita alla resistenza,
ma dentro la stessa spuntarono subito fuori altre ideologie;
ne era uscita dalla porta una, e dalla finestra ne entravano cento.
Regno del Sud, repubblica del Nord, fascisti repubblichini, partigiani di tutte le tinte.

E tanti disertori, da una parte come dall'altra.
Con governi irresponsabili che stavano una volta di quì e una volta di là.
Perchè uno diceva "noi non contavamo niente" (By Badoglio).

Dove schierarsi? in una unità partigiana, in quella del Re o in quella di Salò?
Gli uni trovavano l'onore e la patria nella continuazione della guerra a fianco dei tedeschi
perché gli avevano insegnato e sempre detto che quelli erano i nostri alleati;
Gli altri trovavano l'onore e la patria nell'obbedienza al re e nella guerra contro i tedeschi,
Uno a Sud: sperava nel distacco di metà Italia (da Roma in giù))
L'altro a Nord: aspettava tramite i Titini, l'entrata in Italia del Bolscevismo.

Dissoluzione totale. Non ci furono più capi; come prima del '22.
Capi senza gli italiani, e gli italiani senza capi.

E se c'erano si accapigliarono. Nel '48 si sfiorò la guerra civile
con l'attentato a Togliatti.
POI...
Nel '68 i nuovi capi della generazione "giovani" sfidarono tutti. Fu una ragazzata.
(velleitaria...."vogliamo tutto e subito" - "noi facciamo paura" )
Nel '78 ci fu la "strategia della tensione, la lotta armata, gli anni di piombo.
Seguito dal "riflusso"; con il disimpegno politico e sociale.
Iniziò la "razza padrona", il ritorno della borghesia, del padrone, della finanza.
I partiti, destra, sinistra, centro, si adeguarono, convivendoci.
Poi alcuni (imprenditori) improvvisati si misero a capo di una Destra,
altri con le varie correnti a capo della Sinistra con le solite utopie e i bla bla.
Mentre al Centro (ormai vuoto del tutto) si è messo a capo un prete vestito di bianco.
(con la sua stampa, e chiama addirittura gli esorcisti per allontare i Satana)
(siamo in pieno medioevo - ci mancano solo più le Stragi di San Bartolomeo).

Risultato: nel 2000, ci ritroviamo ancora con i capi senza italiani e gli italiani senza i capi.
Quel che manca é un capo credibile e autorevole !!!

I "millenian" allevati nel consumismo, sanno poco cosa è accaduto prima
gli viene perfino impedito di scoprire quelle stagioni storiche,
le testimonianza (nel bene e nel male) e la nascita di quelle generazioni.
Dicendo alcuni politici che è quasi reato - e si vorrebbe impedirlo.
Così sembra che i giovani non abbiano imparato nulla.
Ma ricordiamo che se le memorie si cancellano, si cancellano anche le identità.
Sembra oggi che i giovani non sanno chi sono.


Pochi hanno voglia di lavorare, nei campi, nelle fabbriche, perché si fatica !!
Ma non essendoci ora e fra breve dei salari, in questa Italia dismessa, come camperanno?

Oggi noi acquistiamo perfino i pomodori, i peperoni, le patate e altro all'estero,
e le grandi fabbriche del Made in Italy, se ne sono andate, a produrre all'estero
ma vogliono che compriamo ugualmente i loro prodotti
ma con quali soldi visto che se non si produce non si hanno stipendi?

Per tutti i lavori umili e di fatica, ci affidiamo (dandogli il "Welcome") agli immigrati
che chiamiamo "risorse.
Perché nel frattempo l'Italia non fa più figli.
La precedente generazione (anni 60-70) metteva al mondo 1.000.000 di figli
quella presente 450.000.
E se le mamme di domani (millenian) faranno come le loro madri
l'Italia fra breve é destinata a essere senza più italiani.

I nuovi arrivati inoltre hanno altre religioni, altri costumi, altri stile di vita e altre culture...
le nostre le ignorano (anche se ricordano bene il nostro becero colonialismo!)
Michelangelo, Raffaello, Leonardo, San Pietro, San Marco, e di Papi, Filosofi e intellettuali
loro non sanno chi sono e non sanno che farsene.
(come abbiamo visto fare ai talebani che distruggono statue, musei, memorie).

Salvo ribellarsi in tempo. Ma con un pericolo......
perché quando una folla inizia a mettersi in moto non si ferma più,
marcia, cammina, corre, bela come un gregge, muggisce come una mandria,
ruggisce come un branco e a quel punto è capace di tutto.
A Sarajevo nel '14 bastò una fucilata di un "anti" per far scatenare la 1a G.M.
L'Italia nel '40 - (con gli Italiani tutti d'accordo) per dichiarare guerra e mezzo mondo.
Poi é finita male, e falsamente poi si disse che gli italiani erano "anti".
E ancora oggi si dice che gli italiani sono "anti".

Almeno storici e contemporanei stassero zitti !!!

Un'amara constatazione
MUSSOLINI PREVIDE QUESTI TEMPI
https://www.youtube.com/watch?v=nP9RafTKFBk


VITTORIO EMANUELE III - " LA FINE DI UN REGNO " (con l'Italia allo s-fascio" !!!!!!! )
1945 - L'EPILOGO - LE FOLLIE E LE VERGOGNE UMANE (PIAZZALE LORETO - Ma perché Piazzale loreto)

MILANO - 20 OTTOBRE 1944 - "BOMBE SU GORLA", DOVE SI VERGOGNO' PERFINO LA MORTE

MILANO
BOMBE, BOMBE, BOMBE DEI "LIBERATORI"

Milano, Roma, Michelangelo, Raffaello, Leonardo, San Pietro, San Marco, La Scala,
il Colosseo e altro a noi caro, fu il prezzo da pagare ai "Liberatori".
Loro non sapevano che farsene,
Harris >> "ero incaricato di distruggere e uccidere".
" obiettivi?… il nostro vero bersaglio era sempre il centro della città" (Memorie di H.)
Tibbets (che sganciò l'Atomica in Giappone anche lui cinico)
"Non mi posi un problema morale: feci quello che mi avevano ordinato di fare".
Patton sbarcando in Italia impartì l'ordine di non fare prigionieri: fucilarli subito-
(fu processato per questo, si difese dicendo "per non farli diventare spie". Assolto)



TUTTO L'ANNO 1945 - QUASI GIORNO PER GIORNO
LA RESISTENZA - FRA MITO E STORIA - Tanto onore ma.... anche qualche pagina oscura
ACHILLE STARACE - CHE FINE !!!! ANCHE LUI A PIAZZALE LORETO
1945 - MUSSOLINI FUCILATO, MA DA CHI?
1945 - MUSSOLINI - CHI VOLLE LA SUA MORTE ?
 
LE RAPPRESAGLIE, DOV'ERA LA RAGIONE ?
1945 - FINALMENTE PANE E UNA CANDELA A TESTA !! ( per non dimenticare !!! )
LA 2a G.M. COME FINI'- TRATTATO DI PACE - LA BEFFA DELLE COLONIE
CHE BELLA BEFFA ALL'ITALIA FATTA DAL RE - E IL SUO TESORO ? (finì dal rigattiere)
NASCE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA ex Partito Popolare (che non usava il "Cristiano" nè la "croce")
 
 
 
GIORGIO ALMIRANTE - FECE APOLOGIA DEL FASCISMO O FECE RINASCERE LA DESTRA ITALIANA?
 
LA CANZONE LILI' MARLEN - Fu un respiro d'amore su tutti i campi di battaglia
LE CANZONI DEL FASCISMO --------------- COSA CI E' COSTATA LA GUERRA
LE CANZONI DEI PARTIGIANI E QUELLE COMUNISTE
CINEMA - LA GRANCASSA DEL REGIME - NASCE CINECITTA'
 
MORTE DI MUSSOLINI - MA CHI VOLEVA LA SUA MORTE? (documento)
 
LE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA - DOCUMENTI - IL RAZZISMO
LE LEGGI RAZZIALI IN GERMANIA - DOCUMENTI
SUL RAZZISMO IN ITALIA - OPINIONE E DOCUMENTI
LA CHIESA E GLI EBREI - INDIFFERENZA O SOLIDARIETA'
MUSSOLINI E L'ISLAMISMO
MUSSOLINI FA IL "MIRACOLO" il giorno della Madonna di Lourdes
 
 

SUL FASCISMO DI DE FELICE - 5 OPINIONI

 
IL FASCISMO VISTO DA MONTANELLI >>> >>>>>>
 
MA COSA DICEVANO NEL MONDO DI MUSSOLINI, IN VITA E DOPO MORTO
CHE COSA AVEVA REALIZZATO IL REGIME DURANTE IL VENTENNIO
 
 
 
L' ESPERIENZA DELLA GUERRA DI UN BAMBINO..... CHE (il sottoscritto) QUI SCRIVE
 
"AMERICAN FIRST"...
"noi abbiamo tante Bombe Atomiche"
"le nostre guerre nel mondo"
 
CRITICHE IN RETE
 


Per finire
E PER ESSERE un po' REALISTI
LA SCIAGURATA GUERRA DI MUSSOLINI
qui

 


TUTTI I DOCUMENTI STORICI ORIGINALI
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA - ACCORDI INTERNAZIONALI - STATUTI
DOCUMENTI DICHIARAZIONI DI GUERRA
PROBLEMA STORICO SCIENTIFICO

 

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